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Verona da oggi arricchisce il percorso archeologico con l’apertura dell’area sotterranea di via San Cosimo, nel cuore della città antica grazie all’accordo tra Sabap-Vr e associazione Archeonaute: conserva testimonianze delle mura urbane di Verona romana e di una ricca domus

L’area archeologica sotterranea di via San Cosimo a Verona viene aperta al pubblico (foto Sabap-Vr)

verona_archeonaute_logosoprintendenza-verona_logoUn nuovo tassello della Verona romana è ora a disposizione del pubblico: è l’area archeologica sotterranea di via San Cosimo, nel cuore della Verona antica, a ridosso delle mura urbiche, e a un tiro di schioppo dall’Arena. È stato presentato oggi, venerdì 26 febbraio 2021, l’accordo sottoscritto tra la soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza e l’associazione culturale Archeonaute per la valorizzazione e la fruizione dell’area archeologica di via San Cosimo a Verona. Erano presenti Vicenzo Tinè, soprintendente ABAP di Verona; Francesca Rossi, direttrice dei Musei Civici di Verona; Federica Gonzato, direttrice del museo Archeologico nazionale di Verona; Morena Tremonti, presidente dell’associazione Archeonaute; suor Letizia Iacopucci, rappresentante dell’Istituto Figlie di Gesù; Brunella Bruno, responsabile dell’area funzionale archeologia della Soprintendenza.

La domus romana nell’area archeologica sotterranea di San Cosimo a Verona (foto Sabap-Vr)

Scoperte nel 1971 in seguito ad alcuni lavori di servizio, le strutture antiche vennero scavate e messe in sicurezza tra il 1974 e il 1975 dall’allora Soprintendenza alle Antichità delle Venezia che volle realizzare un’area archeologica. Ma finora, tuttavia, l’area non era accessibile se non previo accordo con la Soprintendenza e con l’Istituto religioso. Da oggi il sito diventa fruibile dal grande pubblico e una nuova area archeologica viene restituita alla città di Verona, incrementando in tal modo l’offerta culturale e creando un vero e proprio “percorso archeologico” a disposizione dei cittadini e dei turisti.

I tratti delle mura antiche nell’area archeologica di via San Cosimo a Verona (foto Sabap-Vr)

Nell’area archeologica si conservano importanti testimonianze della Verona romana relative alle mura urbane della città e alla porzione di una ricca domus costruita non lontano dalla cinta. I resti, in ottimo stato di conservazione, permettono di comprendere chiaramente come erano costruite le mura della città, a partire dalla prima fase di metà I secolo a.C. fino agli sviluppi successivi quando vennero dotate di torri e speroni. A circa 10 metri dalle queste mura più antiche, l’area ospita un tratto delle mura di V secolo d.C., erette da re Teodorico, mediante l’utilizzo di molto materiale di reimpiego, come epigrafi e frammenti architettonici lavorati. Nell’area sono inoltre visibili alcuni ambienti di una domus, decorati con pregiati pavimenti a mosaici e intarsi marmorei e affreschi alle pareti.

I partecipanti alla presentazione dell’accordo Sabap-Vr e ass. Archeonaute per la gestione dell’area archeologica di via San Cosimo a Verona (foto da http://www.pantheon.veronanetwork.it)

Dopo i lavori di restauro, condotti dalla soprintendenza con fondi ministeriali nel 2016, che hanno riguardato la pulitura delle strutture antiche, nonché la messa in sicurezza del sito, la realizzazione di un nuovo impianto di illuminazione e l’istallazione di un efficace apparato di pannelli illustrativi, è stato stipulato l’accordo con Archeonaute onlus per la gestione dell’area archeologica ubicata all’interno dell’Istituto Suore Figlie di Gesù in via san Cosimo 3, che garantirà, d’intesa con l’istituto religioso, l’apertura gratuita dell’area tutte le settimane, oltre allo svolgimento di visite guidate e attività didattiche e fornirà un servizio di segreteria e prenotazione per i visitatori. “Il sito di via San Cosimo si aggiunge all’area archeologica di Corte Sgarzerie e alla villa romana di Valdonega di cui gestiamo aperture e visite guidate”, ricorda Morena Tramonti, presidente di Archeonaute. “Quest’area permette di mostrare l’evoluzione del sistema difensivo della città dal momento della sua fondazione intorno alla seconda metà del II secolo a.C. con le mura di età municipale ben conservate all’età medio e tardo imperiale con l’aggiunta di torri e speroni difensivi”, sottolinea Brunella Bruno della soprintendenza. “Di certo vale la visita la visione delle mura di Teodorico, costruire a pochi metri di distanza dalle mura municipali esclusivamente con materiali di reimpiego di edifici in rovina”.

Verona romana: l’architettura segno del potere di Roma. A Verona Archeofilm incontro con Francesca Ghedini: “L’Arena alla sua costruzione era il più grande anfiteatro dell’impero”

Verona romana in una famosa ricostruzione del disegnatore Gianni Ainardi

La locandina della prima edizione di Verona Archeofilm al teatro Ristori di Verona

Non solo film. La prima edizione di Verona Archeofilm, promossa da Archeologia Viva e dal Comune di Verona al teatro Ristori, con la direzione artistica di Dario Di Blasi, ha regalato al numeroso pubblico di appassionati presenti anche un interessante incontro culturale con Francesca Ghedini, professore emerito dell’università di Padova, archeologa classica, profonda conoscitrice di Ovidio. Intervistata dal direttore di Archeologia Viva, Piero Pruneti, Ghedini ha declinato sul caso Verona il tema del rapporto tra architettura e potere nel mondo romano. E a Verona, come sottolinea la professoressa, è possibile farlo perché “negli anni ha avuto eccellenti archeologi della soprintendenza che hanno ricercato, studiato, conservato e salvaguardato le notevoli testimonianze della Verona romana” (vedi https://archeologiavocidalpassato.com/2019/10/21/a-quarantanni-dalla-prima-esperienza-torna-a-verona-il-grande-cinema-archeologico-grazie-ad-archeologia-viva-con-verona-archeofilm-nove-titoli-e-lincontro-con-francesca-ghedini/).

La professoressa Francesca Ghedini intervistata da Piero Pruneti al teatro Ristori di Verona

Architettura e potere. “Roma ha creato un impero che è durato secoli: di certo la forza militare è stata fondamentale, ma non è stato il solo motivo che ha favorito la romanizzazione. Va considerata anche la grande attrattività: si poteva vivere meglio sotto i romani, che quando fondavano una città o ne conquistavano una portavano subito i servizi, a cominciare dalle fognature”. Quindi il primo segno di Roma si esprime con la scelta del luogo di fondazione di una colonia. E allora cerchiamo di capire meglio perché Verona è nata qui e non altrove. “Verona sorge qui perché c’è l’Adige e perché qui passa una importantissima via consolare, la via Postumia”, chiarisce Ghedini. “È vero che sul colle di San Pietro esiste già un nucleo abitato precedente, ma la città romana nasce all’interno dell’ansa dell’Adige perché in una posizione che le permette di avere tre quarti di città difesa naturalmente dal fiume, e perché di qui passa la via Postumia che, all’interno delle mura, superate le porte, diventa il decumano massimo, oggi rappresentato dall’asse corso Cavour – corso Porta Borsari”.

Il tracciato della via Emilia da Rimini a Piacenza

La situazione geo-politica. Siamo nel 148 a.C. In quel momento Roma è impegnata a Sud contro Cartagine (terza guerra punica, dal 149 al 146 a.C.), e a Est si sta espandendo verso il Mediterraneo orientale (dal 146 a.C. la Grecia diventa un protettorato romano). Entrambi i fronti sono sostenuti a Roma dal cosiddetto “partito del mare” che punta a fare di Roma una potenza navale nel Mediterraneo. Ma c’è anche il cosiddetto “partito degli agricoltori” che ovviamente ha i suoi interessi soprattutto in pianura Padana, dove la romanizzazione era iniziata con la fondazione della via Emilia tra il 189 e il 187 a.C. collegando Rimini (terminale della via Flaminia, 220 a.C., quindi con Roma) a Piacenza sul Po, che diventa il caposaldo romano in pianura padana. L’espansione di Roma a Nord continua con la fondazione di Aquileia nel 181 a.C., con sbocco nel Nord dell’Adriatico, quasi un punto nel nulla nell’estremo nord-est dell’Italia, in un territorio abitato da popolazioni non romane. Per difendere questo avamposto i Romani realizzano la via Postumia: è il 148 a.C. La strada collega i due porti settentrionali, a Ovest Genova, a Est Aquileia: una grande opera ingegneristica in territorio non romanizzato che prevede strutture invasive e la partizione del territorio. Una situazione vista dalle popolazioni locali come una penetrazione anche militare”.

Piazza delle Erbe a Verona occupa lo spazio del foro romano (da http://www.verona.net)

Il foro della Verona romana sorse all’incrocio tra la via Postumia (decumano) e il cardo

La fondazione di Verona: il Foro. “È su questa importante via consolare, strategica per i romani, che nasce Verona romana la quale ci ha restituito dei bellissimi segni del potere di Roma. Il primo segno del potere di Roma si manifesta con la realizzazione del foro (oggi piazza delle Erbe) all’incrocio tra la via Postumia (sull’asse Est-Ovest) e il cardo massimo (N-S). Ma cos’ha di speciale il foro di Verona? Qui si incontrano il momento e la celebrazione del sacro, della giustizia, dell’economia e della socialità intesa come incontro. Il foro veronese appare molto allungato (il lato corto è un terzo di quello lungo), discostandosi da quelle che sono le proporzioni canoniche codificate da Vitruvio, dove il lato corto è due terzi di quello lungo. Ciò dimostra che il foro non appartiene alla monumentalizzazione della città del primo periodo imperiale, ma la sua realizzazione è contemporanea alla deduzione della colonia repubblicana, in un sistema urbanistico dominato dal tempio sul lato corto settentrionale”.

Edificato nella seconda metà del I sec. a.C. sul lato settentrionale del Foro, il Capitolium era caratterizzato da un fronte largo 35 m (con tre file di sei colonne), tre celle e portici ai lati, ed era lungo circa 42 m. Su tre lati correva tutt’intorno al tempio un porticato che aveva anche la funzione di archivio. Lungo le sue pareti erano esposte numerose epigrafi e tavole in bronzo, delle quali si sono ritrovati solo frammenti: si trattava di leggi, decreti, liste di magistrati e imperatori, documenti catastali. A sostenere tutta questa struttura c’era un criptoportico (oggi recuperato dagli scavi della soprintendenza e visitabile nell’area archeologica di Corte Sgarzerie: proprio dopo l’incontro con la prof.ssa Francesca Ghedini, il Verona Archeofilm ha proposto il documentario di Davide Borra, di cui qui abbiamo visto il trailer). Il criptoportico si sviluppava per oltre 200 metri sotto il portico. Diviso in due navate larghe 4,5 m da una spina di archi retti da 78 pilastri in pietra e coperta da volte a botte, era debolmente illuminato da finestre “a strombo” affacciate sulla terrazza superiore. Il complesso rimase in vita fino al IV secolo, quando, per effetto dell’affermazione del cristianesimo e probabilmente per un incendio cadde in abbandono.

La ricostruzione del Capitolium di Verona e del triportico, dove erano collocate le tavole catastali

“L’impostazione del tempio a Giove Capitolino, rialzato rispetto al foro, imita il Campidoglio dell’Urbe dedicato alla Triade capitolina. E poi c’è il blocco centrale del foro che è un inno alla romanità – continua Ghedini -. È lì che sorge infatti il complesso curia/basilica, cioè i due luoghi deputati per eccellenza alla gestione della cosa pubblica e della giustizia. E più a Ovest si apre un’altra piazza dominata al centro da un tempio dedicato al culto imperiale. Questo lealismo e completa adesione dimostrano che i veronesi si sentivano romani. Assistiamo quindi a un fenomeno di autoromanizzazione: chiedono di sentirsi romani e diventano romani. Il complesso del foro romano ne è la prova”.

L’Arena di Verona: l’anfiteatro fu realizzato in età giulio-claudia

Gli edifici di spettacolo. “Senza sottovalutare il valore simbolico delle mura, che non rappresentano un limite invalicabile, ma piuttosto un segno di potere: la prolessi della grande Verona, di certo l’altra prova del potere e della civiltà di Roma sono gli edifici di spettacolo, cioè l’arena e il teatro, entrambi bellissimi, segno della civiltà romana, esempio del vivere quotidiano. Il teatro di Verona è romano, ma realizzato secondo la tecnica greca, cioè sfruttando il clivio naturale di un colle. A Verona non è una scelta casuale. Il colle di San Pietro permetteva di riprodurre il modello dei grandi santuari tardo-repubblicani. Perché il complesso del teatro si completava con il soprastante tempio della Fortuna Primigenia offrendo una fortissima adesione alla grande architettura romana. E poi c’è l’arena. L’anfiteatro veronese è da sempre considerato il terzo più grande dell’impero, dopo il Colosseo e quello di Capua. Ma se guardiamo la sequenza di realizzazione dei tre anfiteatri, notiamo che l’Arena di Verona (metri 152×123) risale all’epoca giulio-claudia, mentre il Colosseo (metri 187×155) alla successiva età flavia, e l’anfiteatro di Capua (metri 165×136), di fondazione più antica, è stato ampliato come lo conosciamo noi oggi solo nel II sec. d.C. Quindi, al momento della sua costruzione, l’Arena di Verona era l’anfiteatro più grande dell’impero”.

Per Vinitaly, Pasqua e 25 aprile l’associazione Archeonaute accompagna gli ospiti alla scoperta della Verona romana meno nota: la villa romana di Valdonega e il criptoportico di Corte Sgarzerie

Visita guidata all’area archeologica di Corte Sgarzerie a Verona

Mattina e primo pomeriggio dedicati al Vinitaly con assaggi, degustazioni e affari. E poi ci si può concedere una pausa culturale, un viaggio alla scoperta della Verona romana meno nota, più nascosta: la villa romana di Valdonega e l’area archeologica di Corte Sgarzerie. Grazie ad Archeonaute. L’associazione culturale scaligera, cui la soprintendenza ha dato in gestione i due siti, In occasione di Vinitaly 2019 propone aperture straordinarie delle aree archeologiche del Criptoportico di Corte Sgarzerie e della Villa Romana di Valdonega, con il seguente calendario: Villa Romana di Valdonega, venerdì 5 aprile, ore 16; Criptoportico di Corte Sgarzerie, sabato 6 aprile, ore 18; Villa Romana di Valdonega, domenica 7 aprile, ore 16; Criptoportico di Corte Sgarzerie, lunedì 8 aprile, ore 18; Villa Romana di Valdonega, martedì 9 aprile, ore 16. Visite guidate a cura di un archeologo dell’associazione Archeonaute; contributo volontario richiesto per la visita (minimo 3 euro a persona); le visite hanno durata di circa 40 minuti; posti limitati: prenotazione obbligatoria ad archeonaute@gmail.com; il calendario è passibile di modifiche, consigliamo di scrivere per una verifica; i turni di visita si attiveranno solo con un minimo di iscritti, gli iscritti riceveranno una mail di conferma o disdetta il giorno stesso della visita.

Una ricostruzione della villa romana di Valdonega a Verona

La residenza privata romana di Valdonega venne costruita nel I sec. d.C. al di fuori dell’impianto urbano di Verona. I dati oggi disponibili consentono di interpretarne parte del piano terra, ma si ipotizza che l’edificio fosse articolato su più piani e a livelli diversi, secondo il pendio del terreno. Della villa sono oggi visibili tre ambienti, affacciati su un portico a L (di cui si vedono le basi delle colonne) probabilmente aperto su un cortile o su un giardino e in stretta connessione con essi (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2017/10/10/la-villa-romana-di-valdonega-a-verona-come-non-lavete-mai-vista-in-soprintendenza-focus-sulla-residenza-del-i-sec-d-c-alle-pendici-suburbane-dei-lessini-con-un-filmato-in-3d/).

L’area archeologica di Corte Sgarzerie di Verona con le strutture del criptoportico

L’area archeologica di Corte Sgarzerie è uno straordinario palinsesto di strutture archeologiche che consente di percorrere la storia del settore centrale di Verona dall’età romana al Medioevo. Il criptoportico visitabile nell’area si sviluppava per oltre 200 m sotto il portico. Diviso in due navate larghe 4,5 m da una spina di archi retti da 78 pilastri in pietra e coperta da volte a botte, era debolmente illuminato da finestre “a strombo” affacciate sulla terrazza superiore. Il complesso rimase in vita fino al IV secolo, quando, per effetto dell’affermazione del cristianesimo e probabilmente per un incendio cadde in abbandono (https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2014/02/01/a-verona-apre-al-pubblico-il-criptoportico-capitolino-in-corte-sgarzerie/).

L’imponente prospetto esterno dell’Arena di Verona

Visite guidate straordinarie non solo in occasione di Vinitaly, ma anche di Pasqua e 25 aprile, con prenotazione obbligatoria, contributo richiesto di 3 euro a persona. La visita all’area archeologica di Corte Sgarzerie è sempre alle 18 nei giorni sabato 13 aprile, venerdì 19 aprile, sabato 20 aprile, lunedì (Pasquetta) 22 aprile, mercoledì 24 aprile, venerdì 26 aprile, lunedì 29 aprile, mercoledì 1° maggio, sabato 4 maggio. La visita guidata straordinaria alla Villa Romana di Valdonega è sempre alle 16 nei giorni venerdì 12 aprile, domenica 14 aprile, domenica 21 aprile, martedì 23 aprile, giovedì 25 aprile, sabato 27 aprile, domenica 28 aprile, martedì 30 aprile.
Archeonaute propone anche visite guidate archeologiche nella città di Verona sabato 13 e domenica 14 aprile 2019, alle 10: “Verona e l’Adige, 2000 anni di storia”. L’itinerario si svolge tra il Ponte Scaligero, che si attraverserà per entrare in città, e la Dogana Veneta, che ci accompagnerà all’uscita. Lungo il tragitto si approfondiranno il rapporto tra l’Adige e la Verona romana, medievale e odierna, scoprendo insieme i segni lasciati dal fiume sulla città, e della città sul fiume. La visita guidata rientra nell’ambito del progetto “Adige via d’acqua”, del Canoa Club Verona, che intende attivare un percorso di turismo fluviale per canoe e imbarcazioni a remi nel fiume Adige. Costo: 10 euro a persona. Prenotazione obbligatoria.

Verona. Con l’associazione Archeonaute visite guidate mirate per i ragazzi dagli 8 ai 13 anni all’area archeologica di Corte Sgarzerie e alla villa romana di Valdonega

Giovani archeologi in visita all’area archeologica di Corte Sgarzerie di Verona

Piccoli archeologi crescono. Ne sono convinti all’associazione Archeonaute di Verona che hanno deciso di aprire le porte dell’area archeologica di Corte Sgarzerie e della villa romana di Valdonega, cioè i due siti che la soprintendenza ha dato in gestione alla onlus veronese per le visite guidate, ai ragazzi dagli 8 ai 13 anni con un programma pensato proprio per loro. La residenza privata romana di Valdonega venne costruita nel I sec. d.C. al di fuori dell’impianto urbano di Verona. I dati oggi disponibili consentono di interpretarne parte del piano terra, ma si ipotizza che l’edificio fosse articolato su più piani e a livelli diversi, secondo il pendio del terreno. Della villa sono oggi visibili tre ambienti, affacciati su un portico a L (di cui si vedono le basi delle colonne) probabilmente aperto su un cortile o su un giardino e in stretta connessione con essi (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2017/10/10/la-villa-romana-di-valdonega-a-verona-come-non-lavete-mai-vista-in-soprintendenza-focus-sulla-residenza-del-i-sec-d-c-alle-pendici-suburbane-dei-lessini-con-un-filmato-in-3d/). L’area archeologica di Corte Sgarzerie è uno straordinario palinsesto di strutture archeologiche che consente di percorrere la storia del settore centrale di Verona dall’età romana al Medioevo. Il criptoportico visitabile nell’area si sviluppava per oltre 200 m sotto il portico. Diviso in due navate larghe 4,5 m da una spina di archi retti da 78 pilastri in pietra e coperta da volte a botte, era debolmente illuminato da finestre “a strombo” affacciate sulla terrazza superiore. Il complesso rimase in vita fino al IV secolo, quando, per effetto dell’affermazione del cristianesimo e probabilmente per un incendio cadde in abbandono (https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2014/02/01/a-verona-apre-al-pubblico-il-criptoportico-capitolino-in-corte-sgarzerie/). “Il Criptoportico di Corte Sgarzerie e la Villa Romana di Valdonega”, assicurano ad Archeonaute, “saranno spiegati con parole semplici e tanto spazio per tutte le domande, perché un sito archeologico visto dagli occhi di un bambino è un viaggio meraviglioso, non vediamo l’ora di farlo insieme a voi!”. Appuntamenti per cinque sabati consecutivi, 26 gennaio 2019, e 2, 9, 16, 23 febbraio 2019, alle 15 alla villa romana di Valdonega, e alle 17 al criptoportico di Corte Sgarzerie. Le visite guidate durano un’ora, ma gli ingressi (gratuiti) sono a numero limitato. Quindi l’iscrizione è obbligatoria. Informazioni e prenotazioni: email: archeonaute@gmail.com, sms: 3472213090 – 3477696088.

“Sotto Verona. Gli scavi archeologici del criptoportico capitolino”: a Isola Vicentina incontro con gli archeologi Thompson e Bersani che raccontano delle ricerche nel cuore antico di Verona

La locandina dell’incontro a Isola Vicentina “Sotto Verona. Gli scavi archeologici del criptoportico capitolino”

Tra il 1988 e il 2004 gli scavi, condotti dalla soprintendenza per i Beni archeologici del Veneto sotto la Loggia delle Sgarzerie, nel cuore antico di Verona, con fondi ministeriali e con il sostegno economico di Fondazione Cariverona, hanno messo in luce un tratto del portico sotterraneo (criptoportico) che su tre lati circondava il Capitolium, il principale tempio cittadino dedicato alle tre divinità Giove, Minerva, Giunone. Di questa “scoperta” archeologica si parla giovedì 20 settembre 2018, alle 20.30, al museo di Castelnovo di Isola Vicentina (Vi), nell’incontro “Sotto Verona. Gli scavi archeologici del criptoportico capitolino” con gli archeologi Simon Thompson e Marzia Bersani, organizzato dal Gruppo Archeologico “Communitas Insularum”.

Il criptoportico di Verona romana nell’area archeologica di Corte Sgarzerie

Da quattro anni e mezzo l’area archeologica di Corte Sgarzerie a Verona è aperta al pubblico con visite guidate a cura dell’associazione Archeonaute che offre ai visitatori di percorrere la storia del cuore antico di Verona dall’età romana al Medioevo. Il criptoportico si sviluppava per oltre 200 metri sotto il portico. Diviso in due navate larghe 4,5 m da una spina di archi retti da 78 pilastri in pietra e coperta da volte a botte, era debolmente illuminato da finestre “a strombo” affacciate sulla terrazza superiore. Il complesso rimase in vita fino al IV secolo, quando, per effetto dell’affermazione del cristianesimo e probabilmente per un incendio cadde in abbandono. Dopo circa un secolo Teodorico iniziò la sistematica spoliazione dell’edificio per recuperare materiali costruttivi. Il criptoportico continuò a essere usato, ma tra la fine del VII e l’VIII sec. il suo braccio Ovest crollò: infiltrazioni d’acqua e probabili eventi sismici ne provocarono il collassamento, facendo crollare di conseguenza anche buona parte del soprastante triportico. Nell’area archeologica di Corte Sgarzerie è possibile vedere un suggestivo particolare del crollo delle volte. Fino al IX-X secolo l’edificio sotterraneo fu usato come discarica per immondizie e macerie. Per vedere una ripresa dell’attività edilizia bisogna attendere il XII secolo, quando, nel contesto della fortissima crescita demografica, politica e commerciale che caratterizzò l’età comunale, si insediarono nell’area le casate aristocratiche con le loro torri e le loro attività commerciali. Nell’area archeologica sono visibili i resti di un edificio interrato (cantina?), di una ghiacciaia e di una casa-torre. Gli episodi costruttivi maggiori saranno poi nel Trecento l’edificazione della Loggia delle Sgarzerie e nel Quattrocento del Monte di Pietà.

Con Archeonaute alla scoperta della Verona “segreta”, romana e paleocristiana, con visite guidate speciali durante le festività: da Corte Sgarzerie alle prime testimonianze cristiane in duomo e S. Stefano

Babbo Natale accoglie i visitatori dell’area archeologica di Corte Sgarzerie a Verona

Festività all’insegna della scoperta della Verona “segreta”, romana e paleocristiana. Un momento di pausa per conoscere il passato di una città, Verona, che offre molte testimonianze monumentali dal passato, ma che sa celare altrettanti tesori da regalare ai più curiosi attraverso gli occhi degli esperti. Di qui le iniziative per le festività dell’associazione Archeonaute: “Abbiamo in serbo un bellissimo regalo di Natale per gli appassionati!”, annunciano. “Aperture natalizie dell’area archeologica di Corte Sgarzerie, con visite guidate alla scoperta della Verona sotterranea. Ad accogliere i graditi ospiti ci sarà anche Babbo Natale”.  Nell’area archeologica di Corte Sgarzerie, dove gli archeologi della soprintendenza hanno messo in luce un tratto del portico sotterraneo (criptoportico) che su tre lati circondava il Capitolium, il principale tempio cittadino dedicato alle tre divinità Giove, Minerva, Giunone, è possibile vedere un suggestivo particolare del crollo delle volte. Fino al IX-X secolo l’edificio sotterraneo fu usato come discarica per immondizie e macerie. Per vedere una ripresa dell’attività edilizia bisogna attendere il XII secolo, quando, nel contesto della fortissima crescita demografica, politica e commerciale che caratterizzò l’età comunale, si insediarono nell’area le casate aristocratiche con le loro torri e le loro attività commerciali. Nell’area archeologica sono visibili i resti di un edificio interrato (cantina?), di una ghiacciaia e di una casa-torre. Gli episodi costruttivi maggiori saranno poi nel Trecento l’edificazione della Loggia delle Sgarzerie e nel Quattrocento del Monte di Pietà. Durante la visita c’è la visione di un video multimediale in italiano con sottotitoli in inglese “Alla Scoperta di Verona Sotterranea. Il Sito Archeologico di Corte Sgarzerie”, documentario di 15’ realizzato nel 2015 dal regista Davide Borra. I resti romani dell’imponente Capitolium di Verona vengono descritti grazie al racconto in prima persona di Scipione Maffei in costume d’epoca. La descrizione dell’area archeologica di Corte Sgarzerie passa attraverso una complessa stratificazione architettonica. Il video è frutto di un grande lavoro di computer grafica e ricostruzioni virtuali. Le visite guidate a cura di un archeologo dell’associazione Archeonaute sono articolate in tre turni (alle 17, alle 18 e alle 19) dei giorni ​27, 28, 29 e 30 dicembre 2017 e dei giorni 2, 3, 4 e 5 gennaio 2018. Per la visita, che dura circa 40 minuti, è richiesto un contributo volontario (minimo 3 euro a persona). I posti sono limitati: è gradita la prenotazione scrivendo ad archeonaute@gmail.com

Tracce paleocristiane nella chiesa di Sant’Elena nel complesso del duomo di Verona

Ma Archeonaute ha pensato di organizzare una visita guidata in città in pieno spirito Natalizio alla scoperta dei primi luoghi della cristianità veronese. L’itinerario si svolge tra il complesso del duomo che, con l’area archeologica presso la chiesa di Sant’Elena e il chiostro della Capitolare, comprende i resti di due basiliche paleocristiane che costituiscono la più antica testimonianza del culto cristiano a Verona, e la chiesa di Santo Stefano, al di là del fiume, dedicata al primo martire cristiano e fondata in epoca paleocristiana, che ospita le sepolture dei primi vescovi veronesi. Una socia di Archeonaute, guida turistica autorizzata del Comune di Verona e archeologa, accompagnerà gli ospiti alla scoperta di questi scrigni semisconosciuti di una Verona antichissima e affascinante. L’appuntamento è per venerdì 29 dicembre 2017. La visita dura un’ora  e mezzo dalle 11 alle 12.30.  Costo: 7 euro a persona (comprensivo di biglietti d’ingresso). I posti sono limitati: prenotazione obbligatoria entro mercoledì 27 dicembre. L’area del duomo di Verona conserva infatti un complesso di edifici di antichissime origini, dall’epoca romana alle strutture paleocristiane più antiche della città, a cui nel corso dei secoli sono stati sovrapposti gli edifici canonicali, la cattedrale maggiore, il battistero di San Giovanni in Fonte e la chiesa di Santa Elena che venne edificata verso la fine dell’VIII secolo per volere dell’arcidiacono Pacifico e consacrata nell’anno 813, sulle fondamenta di una precedente chiesa paleocristiana. Gravemente danneggiata durante il disastroso terremoto che colpì Verona e il nord Italia nel 1117 essa venne celermente ricostruita e nuovamente consacrata nell’anno 1140. Sulla destra dell’ingresso una lapide ricorda che Dante Alighieri il 20 gennaio del 1320 scelse questo luogo per la pubblica lettura della sua opera Quaestio de Aqua et Terra (Questione sull’acqua e sulla terra). La chiesa di Santo Stefano risale invece al V secolo ed è uno degli edifici più antichi della città, che mantiene ancora oggi le originarie mura perimetrali paleocristiane. Le tombe vescovili e le numerose importanti reliquie che in essa sono conservate, fanno ritenere che fu la prima cattedrale di Verona. Venne costruita attorno al 450 d.C. sopra una antica area cimiteriale posta all’esterno delle mura romane, quando iniziò a diffondersi anche in Veneto il culto di Santo Stefano (il primo martire cristiano) le cui reliquie erano state ritrovate nel 415 vicino alla città di Gerusalemme. Una basilica cimiteriale che molto probabilmente fu la prima cattedrale di Verona, come farebbero intuire la presenza delle tombe vescovili del V-IX secolo e l’antica cathedra altomedievale in pietra, conservata nell’abside.

Con l’associazione Archeonaute alla scoperta della storia e dei segreti dell’Arena di Verona

L’anfiteatro romano di Verona, più noto come l’Arena, fu realizzato in età giulio-claudia

L’Arena di Verona? Nei secoli non fu solo luogo deputato agli spettacoli gladiatori come ce la immaginiamo dagli stereotipi creati dalla filmografia hollywoodiana: in due millenni di storia – dall’età giulio-claudia ai giorni nostri – l’anfiteatro fu “usato” nei modi più diversi. Divenne zona insediativa, ospitò impianti produttivo-artigianali e spazi funerari, alternando, in alcuni momenti, immondezzai e discariche di materiali edili. Storie, aneddoti, curiosità guideranno gli appassionati nella visita alla scoperta dell’Arena di Verona promossa domenica 5 novembre 2017 dall’associazione Archeonaute, che da tempo garantisce, su concessione della soprintendenza, l’apertura dell’area archeologica di Corte Sgarzerie a Verona che conserva tracce del criptoportico del capitolium romano. “Abbiamo deciso di uscire dagli scantinati umidi in cui bazzichiamo quotidianamente”, celiano, “per accompagnarvi alla scoperta della più maestosa delle testimonianze del passato romano di Verona: l’Arena!”.  In occasione della prima domenica del mese, con ingresso in Arena per tutti a un euro, un’archeologa di Archeonaute racconterà la storia del monumento, dalle sue fasi di vita all’abbandono e riutilizzo, e quanto emerso dalle ultime indagini archeologiche condotte tre anni fa dall’archeologo Simon Thompson (socio di Archeonaute) e dal suo staff all’interno dell’arcovolo 58. In quell’occasione le indagini di archeologia preventiva nell’Arena di Verona, avviate per la realizzazione della nuova cabina elettrica dell’anfiteatro, hanno fornito importanti informazioni sulle vicende strutturali e sull’uso del monumento, a partire dalla fase di fondazione – da collegare all’età dell’imperatore Claudio – fino ai secoli del Medioevo e della prima età moderna. Proprio il rinvenimento di un sesterzio di bronzo dell’epoca dell’imperatore Claudio ha consentito di datare la costruzione dell’Arena intorno agli anni 41-42 d.C., confermandone l’antecedenza rispetto al Colosseo, costruito dalla dinastia dei Flavi (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2014/06/08/allarena-di-verona-archeologia-in-diretta-apertura-straordinaria-del-cantiere-di-scavo-archeologico-nellanfiteatro-in-anteprima-i-risultati-sulla-vita/). Appuntamento domenica 5 novembre 2017 alle 16.30 davanti alla biglietteria alle 16.50. Costo biglietto d’ingresso: 1 euro per tutti (prima domenica del mese), salvo le gratuità (over 65 residenti nel Comune di Verona – persone con disabilità e loro accompagnatori – bambini fino a 7 anni – con VeronaCard). La visita guidata (costo 5 euro) inizia alle 17 e dura un’ora.

Ancora due venerdì per visitare il cuore antico di Verona: l’area archeologica sotterranea di Corte Sgarzerie con il criptoportico del Capitolium

L’area archeologica di Corte Sgarzerie di Verona con le strutture del criptoportico

Ancora due venerdì per scoprire le bellezze sotterranee dell’area archeologica di Corte Sgarzerie a Verona: un’opportunità da non lasciarsi scappare. Venerdì 25 agosto 2017 e venerdì 1° settembre 2017 sono infatti previste le ultime due aperture straordinarie, dalle 19 alle 21, a cura dell’associazione Archeonaute. Le visite hanno durata di 30 minuti: le visite guidate partono alle 19, alle 19.40, e alle 20.20 circa. È previsto un contributo minimo di 3 euro a persona. Durante la visita c’è la visione di un video multimediale in italiano con sottotitoli in inglese. I posti sono limitati: è gradita quindi la prenotazione scrivendo ad archeonaute@gmail.com (ma è possibile anche aggiungersi al momento, disponibilità permettendo).

La ricostruzione del Capitolium di Verona e del triportico: al di sotto c’era il criptoportico

Sono passati poco più di tre anni e mezzo dalla riapertura dell’area archeologica di Corte Sgarzerie a Verona (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2014/02/01/a-verona-apre-al-pubblico-il-criptoportico-capitolino-in-corte-sgarzerie/) uno straordinario palinsesto di presenze archeologiche che consente di percorrere la storia del cuore antico di Verona dall’età romana al Medioevo. Gli scavi, condotti dalla soprintendenza per i Beni archeologici del Veneto tra 1988 e 2004 sotto la Loggia delle Sgarzerie, con fondi ministeriali e con il sostegno economico di Fondazione Cariverona, hanno messo in luce un tratto del portico sotterraneo (criptoportico) che su tre lati circondava il Capitolium, il principale tempio cittadino dedicato alle tre divinità Giove, Minerva, Giunone.

Visita guidata all’area archeologica di Corte Sgarzerie a Verona

Il criptoportico visitabile nell’area si sviluppava per oltre 200 m sotto il portico. Diviso in due navate larghe 4,5 m da una spina di archi retti da 78 pilastri in pietra e coperta da volte a botte, era debolmente illuminato da finestre “a strombo” affacciate sulla terrazza superiore. Il complesso rimase in vita fino al IV secolo, quando, per effetto dell’affermazione del cristianesimo e probabilmente per un incendio cadde in abbandono. Dopo circa un secolo Teodorico iniziò la sistematica spoliazione dell’edificio per recuperare materiali costruttivi. Il criptoportico continuò a essere usato, ma tra la fine del VII e l’VIII sec. il suo braccio ovest crollò: infiltrazioni d’acqua e probabili eventi sismici ne provocarono il collassamento, facendo crollare di conseguenza anche buona parte del soprastante triportico. Nell’area archeologica di Corte Sgarzerie è possibile vedere un suggestivo particolare del crollo delle volte. Fino al IX-X secolo l’edificio sotterraneo fu usato come discarica per immondizie e macerie. Per vedere una ripresa dell’attività edilizia bisogna attendere il XII secolo, quando, nel contesto della fortissima crescita demografica, politica e commerciale che caratterizzò l’età comunale, si insediarono nell’area le casate aristocratiche con le loro torri e le loro attività commerciali. Nell’area archeologica sono visibili i resti di un edificio interrato (cantina?), di una ghiacciaia e di una casa-torre. Gli episodi costruttivi maggiori saranno poi nel Trecento l’edificazione della Loggia delle Sgarzerie e nel Quattrocento del Monte di Pietà.

Notte Europea dei Musei 2016. Le proposte della soprintendenza Archeologia del Veneto: da Este a Verona, da Vicenza a Feltre

21 maggio 2016: è la notte europea dei musei

21 maggio 2016: è la notte europea dei musei

In occasione della Notte Europea dei Musei in calendario sabato 21 maggio 2016, la soprintendenza Archeologia del Veneto promuove eventi e aperture straordinarie delle aree archeologiche del Veneto. Vediamole brevemente.

SAR-VEN Nuovo Header 2015AREA ARCHEOLOGICA DI VIA SANTO STEFANO, ESTE La casa delle anime. Percorsi archeologici su antichi riti funerari. Apertura straordinaria dell’area archeologica di via S. Stefano a cura del Comune di Este. Orari: dalle 20 alle 23 ogni 30 minuti (ultima visita ore 22.30). Visite guidate gratuite a cura di Cinzia Tagliaferro, associazione culturale Studio D. Info: 0429 617573 – info@studiodarcheologia.it

AREA ARCHEOLOGICA DI CORTE SGARZERIE, VERONA Apertura straordinaria dalle 20 alle 23, a cura dell’associazione Archeonaute Onlus. info: 324 0885861 – archeonaute@gmail.com

AREA ARCHEOLOGICA DEL CRIPTOPORTICO ROMANO, VICENZA Apertura straordinaria dalle 20 alle 23, a cura dell’associazione Ardea. Info: 0444.326880 – 347.9426020 – athena_el@yahoo.it

AREA ARCHEOLOGICA DELLA CATTEDRALE DI FELTRE Itinerario curato dai volontari dell’associazione “Il Fondaco per Feltre”, che si snoderà dall’area archeologica sottostante il sagrato del duomo, con visita in notturno alla mostra “L’Esculapio di Feltre dal rinvenimento al restauro”, fino al museo civico dove ci si soffermerà sul lapidario, con i reperti che spaziano dall’età del ferro al periodo romano. Termine della visita previsto alle 23.30. Il costo, in questo caso è di 2,50 euro a persona che includono l’ingresso alla mostra “L’Esculapio di Feltre” (1 euro) e il biglietto ridotto al museo civico (1,50 euro). Info e prenotazioni: ufficio Musei (tel. 0439/885242/241, museo@comune.feltre.bl.it), http://www.comune.feltre.bl.it/

Notte europea dei Musei 2015: le proposte dei musei nazionali del Veneto, del civico di Montebelluna e di Archeonaute a Verona

nottedeimusei2015Sabato 16 maggio, in occasione della “Notte Europea dei Musei”, anche i musei archeologici nazionali presenti in Veneto, cioè Adria, Altino e Fratta Polesine, il Concordiese di Portogruaro e l’Atestino di Este offrono un’apertura serale straordinaria (dalle 20 alle 23.30), accompagnata da iniziative di divulgazione, concerti e inaugurazioni. Il biglietto d’ingresso per la serata avrà il prezzo simbolico di 1 euro. Ecco il programma di massima.

Il manifesto della Notte dei Musei negli archeologici nazionali del Veneto

Il manifesto della Notte dei Musei negli archeologici nazionali del Veneto

MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI ADRIA. Alle 21: “Quando eravamo Re”. Inaugurazione della mostra fotografica di Matteo Sauli e presentazione del libro d’artista, con fotografie di Matteo Sauli e poesie di Daniele Serafini. Iniziativa nell’ambito di DeltArte, Festival d’arte contemporanea. MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI ALTINO. Alle 20.30: “Passeggiando tra Altino romana e Altino preromana”. Percorso guidato alle aree archeologiche e alla sezione preromana del nuovo Museo. MUSEO NAZIONALE ATESTINO DI ESTE. Alle 21: “Foglie, fiori e frutti. Materie prime vegetali tra antichità e contemporaneità”. Percorso interattivo con visita guidata. Iniziativa in collaborazione con l’Associazione Studio D. MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI FRATTA POLESINE. Alle 21: “To a certain Mr. Andrea Palladio”. Concerto per chitarra del maestro Franco Guidetti, con esecuzione di testi musicali ispirati alle ville venete del Polesine e all’opera di Andrea Palladio. MUSEO NAZIONALE CONCORDIESE DI PORTOGRUARO. Alle 21.30: “Musica e feste nel mondo romano”. Visita guidata tematica., in collaborazione con l’associazione studio D. L’apertura straordinaria riguarderà anche l’area archeologica di Concordia Sagittaria.

Notte speciale al museo di Montebelluna con un pensiero all'Expo 2015

Notte speciale al museo di Montebelluna con un pensiero all’Expo 2015

MUSEO DI STORIA NATURALE E ARCHEOLOGIA DI MONTEBELLUNA. Ma il Veneto propone anche altre iniziative culturali in adesione alla Notte internazionale dei Musei. A Montebelluna dalle 19 alle (ingresso libero) una serata per immergersi nei grandi temi di Expo, declinati in tante e coinvolgenti espressioni. Un’occasione per tutti per vivere gli spazi del Museo di Montebelluna in modo insolito e in un orario insolito: luogo di sperimentazione, dialogo, confronto ed esperienza rispetto ai temi che Expo 2015 ha posto all’attenzione mondiale: nutrire il pianeta, energia per la vita. Partire dal museo significa partire dalla cultura e partire dall’approccio culturale significa recuperare usi e costumi antichi, come anche sapori antichi, mettendo al centro le persone e le loro emozioni, orientando gli stili di vita e di consumo verso modalità più sostenibili per la salute, l’ambiente e l’integrità sociale. Attività previste: “Il vino di Omero”, “Il sorbetto di Nerone”, “Acqua, l’oro blu”, “Energie: tra passato e futuro”, “Gioca in cucina”, “Musiche e danza del ventre dal vivo” con Venice Oriental Ensamble. Percorso sensoriale al buio: 4 sensi in azione! Con Unione Italiana Ciechi-sezione di Treviso e CoopAdriatica. Incontri: “La biodiversità”, “Le eccellenze alimentari del territorio”, “Le cucine solari”, “Osservazione del cielo” con Astrofili Gruppo Bellona; video: “Il Viandante del Sole”, video documentario di Dimitri Feltrin.

verona_nottemusei-2015CORTE SGARZERIE A VERONA. In occasione della Notte Europea dei Musei, sabato 16 maggio sarà possibile visitare gratuitamente a Verona l’area archeologica di Corte Sgarzerie dalle 20.00 alle 23.30 e passeggiare nel criptoportico romano che sorgeva sotto il Capitolium della Verona romana. Un’opportunità unica proposta dall’associazione onlus Archeonaute per esplorare in notturna un gioiello archeologico della Verona sotterranea!