Canosa di Puglia (Ta). Nella scuola Mazzini, al via la mostra “Forme e colori dell’Italia preromana. Canosa di Puglia” con i preziosi ori scoperti proprio a Canosa nel 1928 insieme alle produzioni artigianali più caratteristiche del popolo dei Dauni. È il primo evento in quella che sarà la nuova sede del museo Archeologico nazionale

Il diadema e lo scettro della principessa dauna Opaka Sabaleida (III sec. a.C.) sono tornate a casa, in Puglia. Dopo le tappe nelle sedi prestigiose degli Istituti Italiani di Cultura a Santiago del Cile, Buenos Aires, San Paolo e nelle sale del Museo Nacional de Antropología di Città del Messico, e in Italia a Roma a Castel Sant’Angelo, gli straordinari reperti della mostra “Forme e colori dell’Italia preromana. Canosa di Puglia”, dal 15 marzo al 18 maggio 2025, ritornano nel luogo della loro scoperta, sottolineando il legame profondo tra i manufatti e il territorio d’origine, raccontando un capitolo della storia della penisola italiana che precede l’unificazione sotto Roma attraverso alcune fra le produzioni artigianali più caratteristiche del popolo dei Dauni fra il IV e il II sec. a.C.

Stella Falzone, direttrice del museo Archeologico nazionale di Taranto (foto maximiliano massaroni / museo castel sant’angelo)
L’inaugurazione della mostra il 14 marzo 2025 all’interno di alcune sale al primo piano dell’edificio scolastico “G. Mazzini” destinato a diventare la nuova sede museale. Alla cerimonia di inaugurazione sono intervenuti Vito Malcangio, sindaco di Canosa di Puglia; Nadia Landolfi, dirigente istituto comprensivo Foscolo-Lomanto-Mazzini di Canosa di Puglia; Sergio Fontana, presidente Fondazione Archeologica Canosina; Anita Guarnieri, soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia; Francesco Longobardi, delegato alla direzione regionale Musei nazionali Puglia; Luigi Oliva, direttore istituto superiore per la Conservazione e il Restauro; Stella Falzone, direttrice del museo Archeologico nazionale di Taranto; Filippo La Rosa, direttore per la promozione della cultura e della lingua italiana MAECI; e Massimo Osanna, direttore generale Musei MiC.

Una fase dell’allestimento della mostra “Forme e colori dell’Italia preromana. Canosa di Puglia” alla scuola Mazzini di Canosa, nuova sede del museo Archeologico nazionale (foto drm-puglia)
I reperti in oro saranno esposti insieme alle produzioni artigianali più caratteristiche del popolo dei Dauni. “La mostra a cura di Massimo Osanna e Luca Mercuri è oggi una espressione di pregio del grande patrimonio di civiltà di questa terra”, spiega la direttrice del MArTA, Stella Falzone, “perché restituisce onore al territorio in cui nel 1928 l’allora soprintendente e già direttore del museo di Taranto, Quintino Quagliati, rinvenne questo importante tesoro archeologico”. Nel 1928, infatti, proprio a Canosa, lungo la strada che conduce a Cerignola, nel tratto parallelo al tracciato dell’Appia Traiana, venne scoperta la tomba ipogeica, databile alla fine del III sec. a.C., che ha restituito materiali di straordinaria ricchezza, riconducibili alle produzioni orafe di lusso dell’artigianato tarantino.

Diadema in oro, corniole, granate, smalti colorati (fine III inizi II secolo a.C.,) proveniente dalla Tomba degli Ori di Canosa e conservato al museo Archeologico nazionale di Taranto (foto maximiliano massaroni / museo castel sant’angelo)
I reperti esposti – armature, ceramiche, gioielli e ornamenti – raccontano Canosa, uno dei centri più importanti dell’area dove, tra il IV e il II secolo a.C., i cosiddetti Principi, personalità di spicco dell’élite locale, furono sepolti in ipogei (tombe a camera familiari, scavate nel tufo locale) con un ricco corredo funerario che esibiva lo status sociale del defunto alla comunità. Tra tu spiccano i vasi policromi e plastici – dal peculiare colore rosa intenso – arricchiti da figurine applicate, che rappresentano una produzione originale delle botteghe canosine dell’epoca, ma anche due oggetti straordinari come il diadema in oro e pietre preziose, decorato da fiori, bacche e foglie mobili, e uno scettro in lamina aurea, custodi nel museo Archeologico nazionale di Taranto, appartenuti in origine a una donna canosina, sicuramente di rango regale. I materiali esposti provengono dai deposi e dalle collezioni di alcuni dei principali musei della Puglia, il museo Archeologico nazionale di Canosa di Puglia, il museo Archeologico nazionale di Taranto, il museo Archeologico di Santa Scolastica di Bari, nonché della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia e della soprintendenza nazionale per il patrimonio culturale subacqueo. In mostra sono presenti anche reperti recupera durante le operazioni di contrasto al commercio clandestino di beni culturali condotti e dal Comando Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale.

Il ministro della Cultura Alessandro Giuli a Canosa di Puglia per la presentazione del progetto della nuova sede del museo Archeologico nazionale (foto drm-puglia)
La vernice della mostra, come si diceva, ha inaugurato anche la nascita del museo Archeologico nazionale di Canosa di Puglia nella sua nuova sede, l’edificio scolastico “Giuseppe Mazzini”. Il progetto era stato presentato nel novembre 2024 al ministro della Cultura, Alessandro Giuli, dall’arch. Francesco Longobardi, delegato alla Direzione del Castello svevo di Bari – Direzione regionale Musei nazionali Puglia: “La città di Canosa”, aveva riferito davanti al ministro, “merita un museo archeologico capace di raccontare la storia e l’archeologia di un territorio così ricco di testimonianze che spaziano dalla preistoria all’età medioevale, che comprendono siti archeologici e reperti grazie ai quali si ricostruisce la storia di un insediamento fiorente e rilevante per molti secoli. Questa storia millenaria sarà il focus del museo, motore e raccordo della complessità di queste evidenze archeologiche”.

La scuola “Giuseppe Mazzini” di Canosa di Puglia destinato a ospitare il museo Archeologico nazionale (foto drm-puglia)
L’iter parte da più lontano. Nel 2020, dopo un lungo e fruttuoso dialogo con il Comune di Canosa di Puglia, l’allora Polo Museale della Puglia (ora Castello svevo di Bari – Direzione regionale Musei nazionali Puglia) ha siglato un Contratto di Concessione in comodato d’uso gratuito per 50 anni di una nuova e prestigiosa sede individuata in un’ala dell’edificio scolastico Giuseppe Mazzini. L’area espositiva passerà cosi dai 300 mq dell’attuale allestimento a Palazzo Sinesi a più di 3.000 mq: il nuovo Museo diverrà, nelle intenzioni condivise del Ministero della Cultura e dell’Amministrazione Comunale, un luogo vitale di riferimento culturale per tutta la comunità canosina e per gli studiosi, per i visitatori e per i turisti. Intanto, con i finanziamenti a disposizione, per complessivi 7.100.000,00 euro, sono stai avviati i lavori del primo lotto che prevedono gli interventi strutturali e impiantistici su tutto il fabbricato, e la realizzazione al piano seminterrato di depositi, di laboratori e aule studio. Il piano rialzato invece sarà dedicato all’accoglienza, agli uffici, a spazi espositivi e per conferenze. Gli spazi esterni pertinenziali saranno suddivisi tra la scuola e il museo attraverso una ben precisa distinzione capace, da una parte, di evitare interferenze tra le due istituzioni ma, dall’altra, costruita in modo da generare un’osmosi che connetta la scuola e la città agli spazi museali. Il 5 novembre 2024 è stato pubblicato il bando di gara con scadenza fissata al 16 dicembre 2024. I lavori saranno avviati i primi mesi del 2025 e avranno una durata circa 24 mesi, durante i quali “sarà nostra priorità – ha anticipato Longobardi – garantire un uso graduale degli spazi”.
Roma. All’Istituto storico austriaco “La Daunia Ascolana. Una giornata di studi sulla Daunia antica alla memoria di Astrid Larcher”. Ecco il programma
Venerdì 24 gennaio 2025, alle 9.30, all’Istituto storico austriaco di Roma in viale Bruno Buozzi 113 (citofono portineria), “La Daunia Ascolana. Una giornata di studi sulla Daunia antica alla memoria di Astrid Larcher”. info e prenotazioni: iannuzzi@oehirom.it, tel. 063608261.
IL PROGRAMMA. Alle 9.30, saluti istituzionali: Andreas Gottsmann, Österreichisches Historisches Institut; Anita Guarnieri, soprintendenza ABAP BAT; e F. Christian Heitz, Universität Innsbruck; Conduzione: Julia Rückl. Alle 10, Christian Heitz “Le indagini archeologiche dell’Istituto di Innsbruck ad Ascoli Satriano sotto la direzione di dott.ssa Astrid Larcher”; 10.20, Manuele Laimer “Gli scavi 1999-2024 nella Giarnera Piccola”; 10.45, pausa caffè; 11.15, Ulrike Töchterle “Tutta lamiera? Il restauro del cinturone dalla Tomba 1/08 di Ascoli Satriano, Giarnera Piccola”; 11.40, Ted Robinson “Approfondimenti sulla ceramica a figure rosse apula tarda: i vasi dalla Tomba A4 di Colle Serpente (virtuale)”; 12, Kai Riehle “Chi va piano, va sano e va lontano: Tradition and change in the local pottery production of Ascoli Satriano”; 12.30, pausa pranzo; 14.30, Italo M. Muntoni/Annalinda Iacoviello/Maria Grazia Liseno/Marta Pollio “Attività di archeologia preventiva nel territorio di Ausculum”; 15, Matthias Hoernes/Christian Heitz “Child Agency in Daunian Mourning: the “Catarinella” Askos”; 15.30, Germano Sarcone “Tra Grecia e Daunia: l’uso del marmo nelle tombe di IV e III sec. a.C.”: 16.15, pausa caffè; 17, Riccardo Di Cesare “Sculture protostoriche e arcaiche della Daunia antica: produzione, centri, stili”; 18, Stephan Steingräber “Influssi macedoni nel mondo funerario della Daunia (e della Puglia) fra tardo IV e III sec. a.C. – ideologia, iconografia, architettura e pittura”; 19, Vin d’honneur.
Casalnuovo Monterotaro (Fg). Al Palazzo della Cultura inaugurazione dell’esposizione archeologica, grazie a università soprintendenza e Comune, e presentazione del libro “Archeologia e Storia dei Monti Dauni” di Maria Luisa Marchi e Italo Maria Muntoni

Mercoledì 28 febbraio 2024 a Casalnuovo Monterotaro (Fg), alle 10.30, si inaugura l’Esposizione Archeologica del Palazzo della Cultura e dell’Accoglienza frutto della sinergia tra università di Foggia, dipartimento di Studi umanistici (prof. Maria Luisa Marchi), la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio BAT e FG e il Comune di Casalnuovo Monterotaro. Alle 10.30, saluti istituzionali: Pasquale Codianni, sindaco Casalnuovo Monterotaro; Giuseppe Nobiletti, presidente della Provincia di Foggia; Anita Guarnieri, soprintendente ABAP BAT-FG; Lorenzo Lo Muzio, magnifico rettore università di Foggia; Barbara De Serio, direttrice dipartimento di Studi umanistici. Il progetto espositivo: Stefano del Pozzo, architetto, “Il Progetto di allestimento della sezione archeologica”; Maria Luisa Marchi, università di Foggia, e Italo Maria Muntoni, SABAP BAT-FG, “I Paesaggi Raccontano: dalla Ricerca all’esposizione”; Domenico Oione e Donatella Pian, SABAP BAT-FG, “Nuovi dati dal territorio: gli scavi dell’archeologia preventiva”; Vito Carrassi, studioso indipendente, “La mostra etnografica”.

Una sala della nuova esposizione archeologica al Palazzo della Cultura di Casalnuovo Montenotaro (Fg) (foto comune casalnuovo montenotaro)
Inaugurazione e visita guidata, alle 12. L’allestimento museale nel Palazzo della Cultura di Casalnuovo Monterotaro si snoda in un breve percorso cronologico che dalla Preistoria al Medioevo presenta gli oggetti più significativi provenienti da piccole collezioni private, da rinvenimenti casuali di contadini e appassionati e dalle ricerche archeologiche sistematiche condotte per lunghi anni dall’Università di Foggia, d’intesa con la competente Soprintendenza, nei comprensori di Casalnuovo Monterotaro, Castelnuovo della Daunia e Casalvecchio di Puglia. Alle 13, lunch – degustazione prodotti tipici.

Copertina del libro “Archeologia e Storia dei Monti Dauni”
Presentazione, alle 15, del libro “Archeologia e Storia dei Monti Dauni” a cura di Maria Luisa Marchi e Italo Maria Muntoni, che raccoglie i contributi degli studiosi che hanno collaborato all’allestimenti museale (Antonella Frangiosa, Giovanni Forte, Magda La Trofa, Grazia Savino, Aglaia Piergentili, Vito Carrassi, Domenico Oione), ne parleranno Riccardo Di Cesare e Danilo Leone (docenti Unifg). Concluderà la giornata una tavola rotonda con la partecipazione di Angelo Bottini (già dirigente MiC), Anita Guarnieri (soprintendente ABAP BAT -FG), Italo Maria Muntoni (SABAP BAT-FG), Silvia Evangelisti, Pasquale Favia, Maria Luisa Marchi, Saverio Russo (docenti Unifg).
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CHI SIAMO
Graziano Tavan, giornalista professionista, per quasi trent’anni caposervizio de Il Gazzettino di Venezia, per il quale ho curato centinaia di reportage, servizi e approfondimenti per le Pagine della Cultura su archeologia, storia e arte antica, ricerche di università e soprintendenze, mostre. Ho collaborato e/o collaboro con riviste specializzate come Archeologia Viva, Archeo, Pharaos, Veneto Archeologico. Curo l’archeoblog “archeologiavocidalpassato. News, curiosità, ricerche, luoghi, persone e personaggi” (con testi in italiano)
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