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Sassari. Alla Biblioteca universitaria la conferenza dell’archeologo Alfonso Stiglitz su “Il nuraghe S’Uraki di San Vero Milis. Racconto di uno scavo”

sassari_biblioteca-universitaria_conferenza-il-nuraghe-s-uraki-di-san-vero-milis-racconto-di-uno-scavo_locandinaLa ripresa delle indagini a S’Urachi (San Vero Milis) è l’occasione per raccontare la storia dei suoi scavi, dalla scoperta avvenuta nel 1947 durante la realizzazione dei mattoni crudi per le case del paese sino al progetto S’Urachi, in corso dal 2013 a opera della Brown University (Providence – Usa) e del Comune di San Vero (Ss), ora diretti da Peter van Dommelen. Appuntamento giovedì 27 giugno 2024, alle 18, alla Biblioteca Universitaria di Sassari, in via Enrico Costa 57 a Sassari, con la conferenza “Il nuraghe S’Uraki di San Vero Milis. Racconto di uno scavo” dell’archeologo Alfonso Stiglitz, ospite della Società Archeologica Sassarese. Dopo i saluti di Giovanni Fiori, direttore della Biblioteca universitaria di Sassari, introduce e modera l’archeologa Paola Basoli, presidente della Società Archeologica Sassarese.

San Vero Milis (Or). Apertura straordinaria del nuraghe S’Urachi: visita guidata, presentazione dei risultati della campagna di scavo e restauro, e visita in anteprima del museo Archeologico in allestimento

san-vero-milis_nuraghe-s-urachi_aperture-straordinarie_locandinaPer le “Aperture straordinarie 2023” previste dal piano di valorizzazione del patrimonio culturale promosso dal Mic, “Il nuraghe S’Urachi, dallo scavo all’esposizione museale. Presentazione dei risultati dell’ultima campagna di scavo e restauro sul sito e dei lavori di allestimento del museo civico Archeologico”. Appuntamento venerdì 15 dicembre 2023, alle 15.30, al nuraghe S’Urachi nel comune di San Vero Milis (Or). Dopo i saluti istituzionali di Luigi Tedeschi, sindaco di San Vero Milis, e Monica Stocchino, soprintendente ABAP per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna, intervengono i direttori scientifici Maura Vargiu (Sabap) e Alfonso Stiglitz. Saranno raccontate le diverse attività di ricerca e valorizzazione del patrimonio archeologico che, insieme all’Amministrazione comunale, si stanno portando avanti sul territorio. Si parte dal nuraghe S’Urachi e dai risultati della campagna di scavo archeologico e restauro recentemente conclusa sul sito, per poi recarsi al Museo civico dove si potrà vedere, in anteprima, alcuni dei reperti archeologici che andranno a comporre l’esposizione museale, in corso di allestimento.

Oristano. A Torregrande “2ArcheoeventiaOristano”: venerdì “Guerra e pirateria nel Mediterraneo tra storia e archeologia”, sabato “Archeologia subacquea e dei paesaggi costieri del Mediterraneo. Dalle coste antropizzate ai relitti”. Ecco gli interventi dei sette relatori

oristano_torregrande_archeoeventi_locandina2ArcheoeventiaOristano: appuntamento il 3 e il 4 Novembre 2023 alla Torre di Torregrande (Oristano). Ingresso libero. Massimo 40 posti disponibili per ciascun evento. La prima edizione del progetto culturale denominato “2ArcheoeventiaOristano” è nata dall’azione congiunta dell’archeologo Giovanni Meloni, lo storico Maurizio Casu, l’amministrazione comunale di Oristano e la Fondazione Oristano. Il progetto culturale punta alla corretta divulgazione dei dati prodotti attraverso la ricerca scientifica in ambito archeologico, paesaggistico e storico, i quali hanno passato il vaglio della comunità scientifica, e sono diventati strumento affidabile e garantito per una corretta informazione pubblica. Gli argomenti trattati vogliono offrire informazioni sul contesto mediterraneo su cui la Sardegna ha basato il proprio sviluppo culturale, economico e relazionale. Il ruolo della Sardegna, di Oristano e del territorio dell’Oristanese raccontato sulla base dei dati prodotti dalla ricerca scientifica volta a fare chiarezza sui processi formativi e di sviluppo nel territorio isolano.

oristano_torregrande_archeoeventi_3-novembre_locandinaVenerdì 3 novembre 2023, alle 18: “Guerra e pirateria nel Mediterraneo tra storia e archeologia”. Dopo i saluti del sindaco di Oristano Massimiliano Sanna e dell’assessore alla Cultura Luca Faedda, e l’introduzione del presidente della Fondazione Oristano Carlo Cuccu, apre il convegno l’archeologo Giovanni Meloni. Tre i relatori.

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L’archeologo Alfonso Stiglitz (foto uber pictures)

Apre l’archeologo Alfonso Stiglitz: “Stranieri chi siete? Rappresentazione e realtà dei pirati del Mediterraneo antico”. Il pirata, o meglio, il saccheggiatore, questa è la parola usata da Omero, commette gli stessi atti che altri, come gli eroi omerici, commettono; ma Odisseo – nel quale noi occidentali ci identifichiamo – caro agli dei, compie gesta eroiche, mentre gli altri, ad esempio i perfidi Fenici semiti, compiono gesta spregevoli e questo anche se gli uni e gli altri saccheggiano, rubano, sequestrano. Il pirata è sempre l’altro e come tale è anche lo specchio di noi: Odisseo e il suo doppio. Sino a età classica non esiste una figura definita di pirata, come lo intendiamo noi. Lo stesso termine compare solo tardi, nel III secolo a.C., segno della difficoltà di identificazione concreta di questa figura. Prima ci sono i predoni, i saccheggiatori, che non è facile da distinguere dagli eroi, dagli aristocratici che fanno bottino, dai mercanti che taglieggiano. Fare affari e fare bottino non sono attività distinte, né sconvenienti. Nella relazione verrà fatto un quadro sintetico delle gesta di queste figure dalla tarda età del Bronzo (secondo millennio prima della nostra era) quando il fenomeno dei cosiddetti “popoli del mare” ha fatto pensare a qualcuno di identificarli come moderni pirati, sino all’età classica, quando assumono contorni a noi più chiari, fino ad arrivare all’età romana, quando diventano anche un fenomeno giuridico. Il racconto, accompagnato da dati letterari e archeologici toccherà anche la Sardegna, sebbene non siano molti gli elementi che la ricerca, finora, ci ha fornito.

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La professoressa Pinuccia Francesca Simbula (foto 2ArcheoeventiaOristano)

Segue la professoressa Pinuccia Francesca Simbula: “Corsari e pirati tra percezione e realtà nel Mediterraneo medievale”. Nell’immaginario una linea continua unisce i pirati dell’antichità ai barbareschi, i corsari del Boccaccio si mescolano a quelli di Salgari, legati nella fantasia dal tratto accomunante della vita avventurosa di eroici o cruenti protagonisti. Nella realtà chi sono i pirati e i corsari nel medioevo? Quando compare la figura del corsaro? Qual è il rapporto tra guerra, corsa e pirateria? A queste domande si proverà a rispondere sullo sfondo delle politiche di espansione militare ed economica mediterranea delle quali la Sardegna è un osservatorio privilegiato.

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Il professor Giuseppe Mele (foto 2ArcheoeventiaOristano)

Chiude il prof. Giuseppe Mele: “Guerra di corsa e difesa costiera in Sardegna nell’età spagnola”. Nel Mediterraneo del XVI secolo l’espansionismo ottomano e il consolidamento militare delle città barbaresche obbligano la monarchia spagnola a rivedere profondamente il sistema difensivo della Sardegna. L’intervento di Madrid si articola nell’invio di truppe di presidio, nel rifacimento delle mura di Cagliari e Alghero, nell’istituzione di una milizia territoriale e nella costruzione di un circuito di torri d’avvistamento litoranee. Il varo di una piccola flotta di galere sarà invece rimandato agli anni Trenta del secolo successivo. Nonostante l’esiguo peso economico-fiscale del regno nell’ambito della monarchia asburgica, compensato però dall’importanza strategica dell’isola, l’apparato di sicurezza avviato nell’età di Filippo II mostra un grado di efficienza adeguato alla tecnologia militare del tempo ed è simile a quelli adottati negli altri vicereami spagnoli in Italia e nella penisola iberica.

oristano_torregrande_archeoeventi_4-novembre_locandinaSabato 4 novembre 2023, alle 10: “Archeologia subacquea e dei paesaggi costieri del Mediterraneo. Dalle coste antropizzate ai relitti”. Dopo i saluti del sindaco di Oristano Massimiliano Sanna e dell’assessore alla Cultura Luca Faedda, e l’introduzione del presidente della Fondazione Oristano Carlo Cuccu, apre il convegno l’archeologo Giovanni Meloni. Quattro i relatori.

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L’archeologo Pier Giorgio Spanu (foto 2ArcheoeventiaOristano)

Apre l’archeologo Pier Giorgio Spanu: “L’università di Sassari e l’Archeologia delle acque, tra ricerca, formazione e cooperazione”. L’università di Sassari, da quasi un ventennio, è impegnata nella formazione e nella ricerca nel campo dell’Archeologia delle acque, dapprima nell’ambito di uno specifico curriculum del corso di Laurea in Scienze dei Beni culturali, successivamente con la Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici (con sede a Oristano), in cui è attivo un curriculum di Archeologia subacquea e dei paesaggi costieri. L’impegno oltre che nella formazione e nella ricerca, si è esteso alla cooperazione internazionale, con collaborazioni con importanti Istituzioni straniere. Nell’ambito di tali attività sono state condotte numerose indagini in Italia e all’estero: si ricordano le ricerche sui paesaggi costieri, con attività a terra e in acqua, in Sardegna (golfo di Oristano, con le sue aree umide e il porto di Tharros, prospezioni nell’arcipelago della Maddalena), in Sicilia (scavi e prospezioni a Pantelleria, del porto antico di Lipari, nelle coste del Palermitano), In Tunisia (topografia della città e del porto antico di Neapolis, in buona parte sommerso insieme alle fabbriche di salagione di età romana), nelle Baleari.

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L’archeologo Giacomo Cavillier (foto uber pictures)

Segue l’archeologo Giacomo Cavillier: “Ricerca di relitti o relitti della ricerca? L’archeologia subacquea, tra storia e navigazione”. La relazione si incentra sulla riflessione se i relitti in archeologia subacquea costituiscano, de facto, il dato essenziale per ricostruire traffici, rotte e modalità di scambio dalla tarda età del bronzo sono all’epoca romana. Nello studio del sistema della navigazione antica non si può non tener conto degli approdi e dei porti, delle tecniche di costruzione navale e dello sviluppo delle corporazioni. Sono dunque tutti questi elementi sufficienti per definire funzione e storia di ciascun relitto? E poi la navigazione per sé è rilevante o è marginale al fenomeno preso in considerazione? Considerazioni che saranno affrontate in occasione dell’evento oristanese.

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L’archeologo Rubens D’Oriano (foto uber pictures)

Quindi l’archeologo Rubens D’Oriano: “I relitti romani e medievali nel porto di Olbia”. I lavori di scavo per la realizzazione del tunnel sotto il lungomare di Olbia intercettarono il fondale del porto della città antica. Il gigantesco scavo archeologico (240 metri di lunghezza x 20 di larghezza x 4 di profondità media) restituì, oltre ad una strabocchevole quantità di materiale mobile, porzioni grandi e piccole di 24 imbarcazioni romane e medievali. I ritrovamenti sono certamente molto importanti sul piano dell’architettura navale, anche perché comprendono elementi al momento unici come alberi e timoni di navi e travi di gru di sollevamento di un cantiere navale. Ma c’è ben di più. Due gruppi di questi relitti sono anche di grande rilevanza storica, perché riguardano due momenti di svolta della grande storia mediterranea. Il primo testimonia l’attacco dei Vandali a Olbia intorno al 450 d. C., che si colloca nel più generale fenomeno della fine dell’Impero Romano d’Occidente. Il secondo gruppo è relativo alla ripresa del grande traffico marittimo all’inizio del Basso Medioevo in seguito all’avvento delle Repubbliche Marinare e al fenomeno delle prime Crociate.

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Virgilio Gavini, esperto di costruzioni navali (foto 2archeoeventiaoristano)

Chiude Virgilio Gavini, esperto di costruzioni navali: “L’archeologia navale. Costruire per navigare”. Nell’ambito degli studi archeologici, l’esame delle costruzioni navali ha lo scopo di ripercorrere l’evoluzione tecnologica che ha consentito ai popoli di avere contatti, scambi commerciali, circolazione delle idee, ma anche di usare le navi per scontri bellici. Tutto è avvenuto su uno degli elementi principali del nostro pianeta: l’acqua. Il mare, i fiumi e i laghi sono da sempre, quindi fin dall’antichità, parte integrante della storia dell’Umanità. Da quando la nostra specie ha iniziato a percorrere questi specchi d’acqua, le imbarcazioni e le navi sono diventate il fulcro fondamentale di un’attività importante che ha coinvolto marinai, artigiani carpentieri, boscaioli, trasformando gli alberi in manufatti. Nell’ambito delle discipline dell’Archeologia Subacquea si inserisce quella che possiamo chiamare “Archeologia della navigazione”, nel cui ambito i porti e gli approdi sono l’agorà di scambi di merci, idee e tecnologie. La nave è quindi un’importante fonte di conoscenza e la tecnologia costruttiva rappresenta un utile dato non solo a fini cronologici ma anche per lo studio del tessuto sociale dei popoli.

Al via Sardinia Archeo Festival: la quarta edizione è sul tema “Ritorno a Itaca”. Tre giorni di confronto (2 a Cagliari, 1 a Carloforte) tra 18 studiosi e studiose di archeologia, storia, geografia, architettura e antropologia 

cagliari_sardina-archeofestival_ritorno-a-itaca_locandinaIl 9 e 10 giugno a Cagliari, negli spazi del Ghetto, e poi il 17 a Carloforte, all’ExMe, torna il Sardinia Archeo Festival sul tema “Ritorno a Itaca”: quarta edizione per il festival divulgativo di archeologia dedicato a storie e visioni del Mediterraneo. Tra gli ospiti gli archeologi Alfonso Stiglitz, Alessandro Usai, Fabio Pinna e Marco Minoja. Ingresso libero e gratuito. La tre giorni di Sardinia Archeo Festival metterà a confronto 18 tra studiosi e studiose di archeologia, storia, geografia, architettura e antropologia provenienti dal mondo dell’università e della ricerca che faranno il punto sulle indagini più affascinanti e aggiornate attorno alle nostre città. Gli incontri prenderanno il via venerdì 9 giugno 2023, alle 15.30 al Ghetto, e proseguiranno fino a sera con gli interventi di Giacomo Pozzi, Alessandro Usai, Francesca Desogus, Marco Milanese, Stefano Mais, Francesco Mascia; si prosegue sabato 10 giugno 2023, con la sessione del mattino, dalle 9 alle 12.30, che vedrà le relazioni di Marco Minoja, Consuelo Costa, Alessandro Cuccu, Francesco Bachis e Lidia Decandia; e quella pomeridiana, dalle 15.30 alle 20, con Marcello Schirru, Sergio Ribichini, Amedeo Feniello, Fabio Pinna, Alfonso Stiglitz. Entrambe le serate si chiuderanno in musica con “Da quale parte del mare”, concerto con i musicisti Roberto Tombesi (organetto), Davide Bonfanti (ghironda), Giovanni Floreani (cornamusa e cister). Terza e ultima serata sabato 17 giugno 2023, dalle 16.30 a Carloforte, con gli interventi degli storici Lorenzo Benedetti e Giampaolo Salice e in chiusura concerto del musicista Battista Dagnino.

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La sala conferenze al Ghetto di Cagliari (foto il ghetto)

Si dice spesso che l’Uomo sia un animale sociale, che rifugga da una dimensione di isolamento e che abbia sviluppato, nel tempo della sua presenza sulla Terra, un’attitudine al vivere collettivo, comunitario”, spiegano gli organizzatori associazione culturale onlus Itzokor nella presentazione. “Magari dandosi regole di convivenza che ne potessero indirizzare l’agire allo scopo del raggiungimento di un benessere di vita. Insomma, l’Uomo stanziale, almeno a partire dal neolitico, ha imparato a godere dei privilegi della comunità. Ma perché è stata scelta proprio questa via? Sarà questa la prima domanda a cui cercheremo di rispondere nella nuova edizione del Sardinia Archeo Festival. E poi a tutte le altre che, di conseguenza, derivano: quando nascono i primi centri di vita comunitaria? E cosa ne determina l’organizzazione sociale, politica, culturale, urbanistica, cui diamo il nome di “città”? Perché un centro assurge a tale dimensione, mentre quello accanto no? E cosa fa, veramente, di un gruppo ordinato di strade, architetture e servizi, una “città”? Cosa succede al territorio circostante: in che maniera interagisce con quel fermento umano che è racchiuso dai limiti della città? Ma proveremo a capire anche come muore una città, come si spopola un centro urbano, dove vanno a finire i suoi abitanti. Scaveremo nelle storie delle fondazioni di città famose come Cartagine, nelle dinamiche di potere delle città etrusche, cercheremo di capire cosa sia successo nella Sardegna nuragica o nel Mediterraneo all’arrivo dell’Islam. Ma il Festival diventerà occasione anche di rendere omaggio alla nostra città di Cagliari, che cercheremo di ricostruire nel racconto del suo sviluppo dal Cinquecento fino alle ricostruzioni dopo i bombardamenti del ’43. Anche attraverso la lettura dei preziosi documenti custoditi negli archivi cittadini. Volgeremo lo sguardo a realtà più piccole, capaci però di riproporre in dimensioni minori le dinamiche di un’organizzazione politico-sociale tipica dei grossi centri e ci chiederemo se davvero sia necessario parlare di “borghi quando si è paesi”. E forse arriveremo davvero, “cercando città, a trovare comunità”. Come al solito cercheremo di mettere in dialogo l’archeologia con le altre discipline che si interessano dell’essere umano, da una parte all’altra del nostro Mediterraneo, e nel tentativo di seguire un filo conduttore che dal passato giunga fino all’oggi”.