Ad Amburgo il simposio “Die Neuden Bilden des Augustus / Le nuove immagini di Augusto” (in presenza e su Zoom) con interventi degli archeologi del parco archeologico del Colosseo, della Sovrintendenza Capitolina, dei Musei Vaticani e della Federico II di Napoli: focus sulla “rivoluzione per immagini” scaturita dall’ascesa di Augusto, primo imperatore di Roma cui è dedicata una grande mostra nel 2022

Il parco archeologico del Colosseo partecipa al Simposio “Die Neuden Bilden des Augustus / Le nuove immagini di Augusto” del 17-18 novembre 2021 al Bucerius Kunst Forum di Amburgo, incentrato sulla “rivoluzione per immagini” scaturita dall’ascesa di Augusto, primo imperatore di Roma (27 a.C. – 14 d.C.). Il convegno precede la grande mostra dedicata al princeps in programma nel 2022 e alla quale il PArCo partecipa con importanti prestiti. Saranno presentati gli esiti delle ricerche condotte sulla statua di ‘Apollo Palatino’ e sull’Arco di Augusto nel Foro Romano, con gli interventi di Alfonsina Russo e Federica Rinaldi. Al Simposio “Die neuen Bilder des Augustus” parteciperà anche il direttore dei musei Archeologici e Storico-artistici della Sovrintendenza Capitolina, Claudio Parisi Presicce, con un intervento sul rinvenimento in via Alessandrina di un nuovo ritratto di Augusto. Il convegno si terrà in tedesco e italiano con traduzione simultanea nell’altra lingua. La partecipazione al convegno è possibile anche gratuitamente in forma digitale. A questo scopo, il Bucerius Kunst Forum utilizza il software Zoom. Collegamento zoom: https://buceriuskunstforum-de.zoom.us/join. ID riunione: 812 9618 2382 / Codice ID: 023470. Registrazione su symposium@buceriuskunstforum.de

Simposio “Die Neuden Bilden des Augustus / Le nuove immagini di Augusto”, Amburgo. Augusto segna una svolta nella storia romana. Come primo imperatore (dal 27 a.C. al 14 d.C.), non solo possiede un immenso potere, ma fa anche uso di nuove strategie di comunicazione. La mostra e il simposio preparatorio discutono le immagini e i monumenti di questo tempo. Da un lato, questi sono in una tradizione repubblicana, d’altra parte, sono adattati al nuovo bisogno di dichiarazioni, specialmente nel contesto politico-pubblico. Statue d’onore, rilievi di stato e monete con l’immagine dell’imperatore sono presenti nell’impero in una densità precedentemente inimmaginabile. Le opere pubbliche spesso riconducono a motivi tradizionali, la cui forza risiede nella loro apertura. I viticci bucolici, ad esempio, possono essere intesi come un riferimento all’età dell’oro, ma anche più in generale come espressione di felicità.

La ricostruzione dell’aula di culto con la statua del Genio di Augusto nel Foro a Roma (foto sovrintendenza capitolina)
Con Augusto inizia a Roma un’immensa attività edilizia. La capitale riceve un nuovo paesaggio urbano, i nuovi edifici diventano il vettore di una varietà di immagini. Statue arcaiche creano un’atmosfera sacra nel Santuario di Apollo sul Palatino, mentre viene sviluppata una nuova iconografia per il culto dei Lari, che si combina con il culto del genio dell’imperatore. Il nuovo desiderio per l’immagine all’inizio dell’era imperiale è particolarmente evidente nella sfera privata. Oltre ai dipinti del terzo stile, questo vale per le sculture, i treppiedi in marmo e i candelabri che popolavano i giardini dei ricchi. Le stoviglie sono state scoperte anche come porta immagini. I temi ruotano attorno al mondo di Bacco e Venere e sono ben lontani dalla cultura pittorica pubblico-politica.

Programma mercoledì 17 novembre 2021. Alle 17, benvenuto del prof. Andreas Hoffmann, amministratore Delegato del Bucerius Kunst Forum e curatore della mostra. Alle 17.15, “Le nuove immagini di Augusto. A proposito del concetto della mostra” con Annette Haug, professore di Archeologia classica all’Istituto di Antichità Classica dell’università di Kiel e curatore della mostra. Sezione I+II: Comunicazione e interazione tra imperatore e popolo. 17.45, “Da Ottaviano ad Augusto. L’immagine dell’imperatore. Media e Semantica” con Dietrich Boschung, professore di Archeologia classica all’Istituto Archeologico dell’università di Colonia; 18.30, “Un nuovo colossale ritratto di Augusto dalla Via Alessandrina a Roma e le sue implicazioni per la comprensione del ritratto di Augusto” con Claudio Parisi Presicce, direttore dei musei Archeologici e di Storia dell’Arte del Comune di Roma e direttore esecutivo della soprintendenza Archeologica del Comune di Roma; 19.15, ricevimento.

Programma giovedì 18 novembre 2021. Alle 9, “Sull’iconografia delle nuove immagini dell’imperatore. Tipi di statue, attributi e loro significato” con Giandomenico Spinola, responsabile delle collezioni archeologiche dei Musei Vaticani, Città del Vaticano; 9.45, “Immagini mobili per le persone. L’inizio del principato nella monetazione” con Bernhard Weisser, direttore del Gabinetto delle Monete della Staatliche Museen zu Berlin; 10.30, pausa caffè; 11, “Livia Drusilla, la moglie del primo imperatore romano e la nuova immagine della donna nella gens Augusta” con Claudia Valeri, curatrice della collezione di antichità greca e romana, Musei Vaticani, Città del Vaticano. Sezione III: La nuova immagine della città in augustea. Alle 11.45, “La nuova immagine della città di Roma in epoca augustea” con Johannes Lipps, professore di Archeologia classica all’Istituto di Studi Classici dell’università Johannes Gutenberg di Magonza, attualmente Fellow al Gutenberg Research College, Magonza; 12.30, pausa pranzo; 13.30, “L’Arco di Augusto sul Foro Romano. Dalla disiecta membra alla ricostruzione” con Federica Rinaldi, direttore del parco archeologico del Colosseo, Roma; 14.15, “La nuova immagine della città in Campania. Accoglienza del programma di immagini del Forum Augustum di Cuma e Puteoli” con Carmela Capaldi, docente di Archeologia classica, università “Federico II” di Napoli; 15, pausa caffè. Sezione IV: Nuove immagini – vecchie immagini. Immagini in Culto e Culto Imperiale. Alle 15.30, “Pictures for Cult and Imperial Cult in Augustan Times” con Patric-Alexander Kreuz, professore di Archeologia classica / Archeologia Urbana all’Istituto di Antichità Classica dell’università di Kiel; 16.15, “Immagini per il culto. Una nuova ricostruzione della statua di Apollo Palatino” con Alfonsina Russo, direttore del parco archeologico del Colosseo e del museo sul Palatino, Roma; 17, pausa caffè. Sezione V: Vivere al tempo di Augusto. Alle 17.30, “Immagini in casa tra tradizione e innovazione nella tarda repubblica e nel primo periodo imperiale” con Annette Haug, professore di Archeologia classica all’Istituto di Antichità classica dell’università di Kiel e curatore della mostra; 18.15, ricevimento.
Roma. “Roma Napoli. La Grande Archeologia”: incontro on line alla Domus Aurea (dove c’è la mostra con “Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche” con l’Atlante Farnese del Mann) Alfonsina Russo e Paolo Giulierini per confrontare, confermare e rinnovare le sinergie tra il parco archeologico del Colosseo e il museo Archeologico nazionale di Napoli

L’occasione è data dall’eccezionale prestito dal Mann della scultura dell’Atlante Farnese per la mostra “Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche”, curata da Vincenzo Farinella e Alfonsina Russo con Stefano Borghini e Alessandro D’Alessio, prodotta da Electa. Iniziative, progetti, impegni saranno i temi al centro dell’incontro “Roma Napoli. La Grande Archeologia” che consente di confrontare, confermare e rinnovare le sinergie tra due delle grandi realtà del ricco patrimonio archeologico italiano. Appuntamento martedì 21 settembre 2021, alle 11, alla Domus Aurea. Incontro dalla Sala Ottagona della Domus Aurea con Alfonsina Russo, direttore del parco archeologico del Colosseo, e Paolo Giulierini, direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli. Modera Paolo Conti, editorialista del Corriere della Sera. L’incontro sarà trasmesso dalle 11 in diretta sulla pagina Facebook del PArCo. Per seguire i lavori collegarsi a www.facebook.com/ParcoColosseo. La mostra, il cui allestimento e interaction design sono progettati da Dotdotdot, resterà aperta fino al 7 gennaio 2022. Si sviluppa nella Sala Ottagona, vero e proprio capolavoro dell’architettura romana imperiale, e nei cinque ambienti limitrofi accessibili attraverso grandi velari su cui si sviluppa il progetto allestitivo, oltre alle Stanze di Achille a Sciro e di Ettore e Andromaca ancora preziosamente affrescate, dove si possono ammirare tracce delle cosiddette “grottesche”. Alle proiezioni digitali che coinvolgono l’intero spazio, si aggiunge il progetto di sound design. Un’approfondita ricerca storica sulla musica dell’antica Roma e sulle melodie proprie del Rinascimento dà origine a una colonna sonora composta ed eseguita in tempo reale, con tool digitali di musica generativa che evocano suoni di strumenti del passato e scale musicali proprie dell’epoca antica. Ne risulta un paesaggio sonoro armonico con melodie classiche, dove anche il silenzio diventa un importante elemento narrativo.
Roma. Dopo quasi duemila anni, è tornata a scorrere l’acqua nella Fontana delle Pelte, nel cortile inferiore della Domus Augustana, sul Palatino, nel rispetto del monumento antico e dell’impegno green del PArCo. Quattro statue aniconiche in metallo ricordano le copie anticamente presenti dell’Amazzone ferita di Fidia. Ai loro piedi ora si sprigionano nuvole profumate con fragranze

Dopo quasi duemila anni, da mercoledì 8 settembre 2021 l’acqua è tornata scorrere nella Fontana delle Pelte ubicata nel cortile inferiore della Domus Augustana, il settore privato dell’immenso palazzo imperiale voluto dall’imperatore Domiziano sul Palatino. Il progetto “Instar aquae tempus – Il tempo scorre incessantemente come l’acqua”, nel segno dell’impegno green del parco archeologico del Colosseo, curato dall’architetto paesaggista Gabriella Strano e attuato nel pieno rispetto del valore e dell’importanza dell’acqua e della necessità di operare strategie di adattamento alle nuove realtà climatiche, è stato presentato dal cortile inferiore della Domus Augustana con il direttore del PArCo Alfonsina Russo e il geologo e divulgatore Mario Tozzi. Il cortile del palazzo, un tempo porticato, viene nuovamente arricchito del rumore e dello scorrere dell’acqua all’interno della monumentale fontana decorata dal motivo delle quattro pelte contrapposte (scudi ellittici troncati in alto), il cui nome richiama la forma degli scudi indossati dalle Amazzoni. Per l’occasione sono stati rivisti tutti gli elementi architettonici del complesso: “Qui si deve immaginare”, spiega Alfonsina Russo, “un grande peristilio a due piani, quindi la maestosità di questi ambienti, e dietro ci sono delle sale ottagone che riprendono quelle geometrie dei Flavi, nella Domus Aurea la reggia di Nerone”.


La grande Fontana delle Pelte nella Domus Augustana sul Palatino rifunzionalizzata con un progetto green (foto PArCo)
Dopo anni di chiusura, il cortile del palazzo, un tempo porticato, viene dunque nuovamente arricchito del rumore e dello scorrere dell’acqua all’interno della monumentale Fontana decorata dal motivo delle quattro pelte contrapposte, il cui nome richiama la forma degli scudi indossati dalle Amazzoni. L’intervento, che si configura come una vera installazione cui è stato associato il motto latino “Instar aquae tempus – Il tempo scorre incessantemente come l’acqua”, è stato curato dall’arch. paesaggista Gabriella Strano (“Il progetto – conferma – nasce proprio dalla necessità di far risentire proprio il rumore dell’acqua là dove l’acqua c’è sempre stata e creava non solo suggestione ma anche refrigerio) ed è stato attuato nel pieno rispetto del valore e dell’importanza dell’acqua e della necessità di operare strategie di adattamento alle nuove realtà climatiche.

Proseguendo nel progetto di rifunzionalizzazione di tutte le fontane antiche e moderne del Parco archeologico del Colosseo, avviato nel giugno del 2019 con il ripristino del Ninfeo degli Specchi e della Fontana dei papiri all’interno degli Horti Farnesiani, ora è toccato alla Fontana che in età romana allietava le passeggiate della corte imperiale tra lo Stadio Palatino e le stanze private affacciate sull’immensa valle del Circo Massimo. “L’impianto che abbiamo realizzato – spiega Strano – per rifunzionalizzare la fontana rispetta totalmente il manufatto antico, senza operare alcun tipo di alterazione nella struttura del monumento. La vasca in acciaio, totalmente removibile, è adagiata su tessuto non tessuto e malta magra di sacrificio, ed è stata brunita con acqua acida come quella piovana”. A seguito di un antico crollo di dissesto nella struttura centrale è stata riscontrata un’apertura che ha messo in luce un canale ipogeo (“dove si può cogliere la grande capacità idraulica dei romani nel creare l’impianto idraulico che permetteva il funzionamento della fontana), accanto al quale è stato possibile alloggiare tutto l’impianto idraulico per il funzionamento della nuova fontana, completamente a ricircolo dell’acqua.

“Gli elementi che ora si vedono”, continua Strano, “rappresentano solo la parte di superficie di questo progetto, suggeriti proprio dagli elementi antichi presenti, come le quattro state aniconiche agli angoli della fontana, che abbiamo proposto come elemento che quindi suggerisce la presenza archeologica antica”. Le statue aniconiche, in metallo, situate ai quattro angoli della fontana, si ispirano alla copia romana dell’originale statua in bronzo dell’Amazzone ferita realizzata in occasione di una gara indetta dal Santuario di Artemide di Efeso, intorno al 435 a.C. con la competizione, tra gli altri, di Policleto e Fidia e raffigurata proprio con la pelta (ovvero l’antico scudo) ai piedi. Da qui si sprigionano nuvole profumate con fragranze che si alterneranno secondo ritmi stagionali o legate ad arcaiche festività: in questo momento di rose. Ma avrà nel tempo, a seconda delle stagioni, profumi diversi: melograno, gelsomino, cannella, anticamente impiegate per usi religiosi o cosmetici.
Roma. Il parco archeologico del Colosseo rinnova il suo impegno per la sicurezza di cittadini e visitatori. Ad agosto attivo un Presidio Medico sulla piazza del Colosseo

Il parco archeologico del Colosseo – in previsione dell’ondata di caldo in arrivo – ha attivato, avvalendosi della collaborazione dell’Organizzazione Europea Volontari di Prevenzione e Protezione Civile di Roma, un presidio di assistenza sanitaria composto da due ambulanze che sarà presente sulla piazza del Colosseo (lato Arco di Costantino) per offrire soccorso ai cittadini e ai numerosi turisti che nelle ultime due settimane sono progressivamente aumentati. “Mai come in questi ultimi anni la salute e la sicurezza dei nostri visitatori sono stati al centro del nostro impegno”, dichiara Alfonsina Russo, direttore del parco archeologico del Colosseo. “Per tale motivo anche quest’anno, in continuità con i precedenti, un presidio medico è a disposizione di cittadini e turisti con la dotazione di due ambulanze pronte a gestire e supportare ogni criticità venga riscontrata”. Il servizio è attivo dal 10 agosto al 9 settembre 2021, dalle 9 alle 19, sette giorni su sette.
Roma. Alla Basilica di Massenzio al via “Dante Assoluto”, sette serate, ognuna con un tema diverso, promosse da PArCo ed Electa, con interpreti del teatro, del cinema e della musica che celebreranno l’opera dantesca rileggendola e dandogli nuova vita

Sette serate in cui autrici e autori italiani, e non solo, omaggeranno Dante con testi inediti ispirati a un canto, un verso, un personaggio della Divina Commedia o di un’altra opera del poeta per offrirne una nuova “lettura d’autore”. Testimonieranno la varietà e la profondità dei contenuti e la durevole attualità dell’opera dantesca che, oltre che un ineludibile riferimento per la nostra identità linguistica e culturale, continua a stimolare la sensibilità e la creatività contemporanee e ad essere un vivaio di riflessioni letterarie, storiche, scientifiche, etiche, giuridiche, politiche, psicologiche e artistiche. Tutto questo è “Dante assoluto”, festival alla Basilica Di Massenzio dal 1° al 20 luglio 2021 per celebrare i 700 anni dalla morte del Sommo Poeta Dante Alighieri, promosso dal parco archeologico del Colosseo, in collaborazione con Electa. Il Festival ha la direzione artistica di Maria Ida Gaeta, il patrocinio del Comitato Dante700 ed è realizzato in collaborazione con FUIS (Federazione Unitaria Italiana Scrittori). Si avvale, per la serata inaugurale, della collaborazione con il MAR Museo d’Arte della città di Ravenna e, per la serata del 5 luglio 2021, del sostegno del Centro per il libro e la letteratura e dell’ADI (Associazione degli Italianisti). Partner della manifestazione è Ferrovie dello Stato. Mediapartner RaiCultura, Rai5 e Rai Storia. Tutte le serate sono a ingresso libero con prenotazione obbligatoria attraverso la piattaforma Eventbrite. Le prenotazioni si aprono a partire dal decimo giorno precedente ogni singola serata, fino ad esaurimento posti. “Nel 2021, anno di Dante, il parco archeologico del Colosseo ha voluto omaggiare il Sommo Poeta con un Festival interamente dedicato a lui, simbolo della cultura e della lingua italiana nel mondo”, commenta Alfonsina Russo, direttore del parco archeologico del Colosseo, “all’interno di uno degli spazi più monumentali del Foro Romano celebriamo la sua opera e la sua figura, patrimonio di tutti”. E la direttrice artistica Maria Ida Gaeta: “Partendo dalla consapevolezza che un classico è un autore i cui testi non hanno mai finito di dire quel che hanno da dire, siamo certi che queste indagini contemporanee su un autore come Dante potranno offrirci una ricchezza tale da farci riflettere sull’attualità delle nostre vite con grande libertà critica”.

Sul palco di Massenzio, insieme agli autori e alle autrici anche interpreti del teatro, del cinema e della musica celebreranno l’opera dantesca rileggendola e dandogli nuova vita grazie alla sua intrinseca immortalità che ritroviamo indistruttibile anche nella cultura popolare e nella musica pop italiana. E sarà proprio questo il tema della prima serata di “Dante assoluto” (giovedì 1° luglio 2021) organizzata in collaborazione con il museo d’Arte della città di Ravenna. Ne sarà protagonista lo studioso della lingua italiana Giuseppe Antonelli, affiancato da grandi ospiti come Francesco De Gregori, uno dei più importanti artisti italiani che ha accompagnato le nostre vite con liriche e rime di forte ispirazione poetica e letteraria, spesso con sfondi etico – politici. De Gregori, con i musicisti dell’Orchestra popolare italiana diretta da Ambrogio Sparagna, ci farà dono di un intervento musicale dedicato a Dante Alighieri. Nella stessa serata d’apertura ascolteremo poi Chiara Valerio che con Sergio Rubini e Michela Murgia daranno vita a una intervista impossibile a Beatrice, sulle tracce di quella realizzata da Umberto Eco nel 1975 su Radio RAI. In conclusione l’intervento dei rapper Murubutu e Claver Gold, tra le ultime più significative espressioni artistiche che attualizzano in chiave rap la poetica dantesca.

Gli appuntamenti successivi, che avranno ognuno un tema differente, vedranno protagonisti con i loro inediti scritti per l’occasione le scrittrici e gli scrittori Piero Trellini, Giulio Leoni, Javier Cercas, Roberto Saviano, Melania Mazzucco, Alessandro Piperno, Aldo Cazzullo, Fabio Stassi, Edoardo Albinati, Stefania Auci, Nicola Lagioia; gli studiosi Lina Bolzoni, Giulio Ferroni e Franco Cardini e i poeti Valerio Magrelli, Ana Blandiana, Daniela Attanasio, Silvia Bre, Nicola Bultrini, Claudio Damiani, Simone Di Biaso, Sara Ventroni. Con loro anche l’attrice Monica Guerritore con un testo teatrale di cui lei stessa è autrice. Le letture dantesche sono affidate alle voci di Valeria Solarino, Anna Bonaiuto, Maddalena Crippa, Giorgio Colangeli, Lucia Mascino, Lunetta Savino. In tutte le serate musica live con i musicisti Riccardo Manzi, Erica Scherl, Pierpaolo Ranieri, Alessandra Celletti, Rita Marcotulli, Andrea Damiano, Sandra Castellano, Alessandra Bossa, Alessandro Gwis, Michele Rabbia che accompagneranno le parole di autrici e autori e le letture di attrici e attori.

Infine, a testimonianza di quanto sia intenso il dialogo tra poesia, musica e canto nelle varie generazioni e nei vari stili musicali di autori italiani, in continuità con la presenza cantautoriale di Francesco De Gregori e dei rapper Murubutu e Claver Gold con i loro omaggi a Dante nella prima serata, anche la conclusione delle altre serate del Festival sarà affidata alle voci di cantautori quali Cristiano Godano, frontman del gruppo rock Marlene Kuntz, la violinista H.E.R. vincitrice del Premio Musicultura e del Premio Amnesty International Emergenti, Giovanni Succi il poeta – cantante leader del gruppo indie rock Bachi da Pietra – e il giovanissimo Fulminacci, vincitore della Targa Tenco come miglior Opera Prima e del Premio MEI come miglior giovane cantautore dell’anno. Scarica qui il programma completo (SOLO PROGRAMMA.indd (parcocolosseo.it).
Roma. Il ministro Franceschini ha aperto ufficialmente la Domus Aurea e la mostra multimediale “Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche”. L’intervento dei curatori. Via libera al pubblico dal 23 giugno

Il giorno tanto atteso è arrivato: mercoledì 23 giugno 2021, alle 9, riapre la Domus Aurea, la reggia di Nerone, con un percorso di visita ricco di novità e con una mostra dedicata a Raffaello e alla straordinaria storia della scoperta delle sue superfici affrescate. Il Parco archeologico del Colosseo ha potenziato nel periodo di chiusura i lavori di restauro e di ripristino di spazi in precedenza ingombri da ponteggi che lasciano adesso vedere affreschi prima non visibili. Inoltre è stato creato un nuovo ingresso che dal parco del colle Oppio immette direttamente nella Sala Ottagona, sede della mostra, e lungo il percorso di visita del padiglione della reggia neroniana è stato completamente rinnovato l’impianto di illuminazione. Allo stesso tempo, sono state allestite sculture fino ad oggi conservate nei depositi del monumento, contribuendo a celebrare lo sfarzo della residenza di Nerone. Ingresso dal lunedì al giovedì: visita limitata alla sala Ottagona e alle sale limitrofe, comprensiva della mostra immersiva, con accompagnamento obbligatorio; 9.18.30 con ingressi contingentati e turni di massimo 20 persone ogni 15 minuti (guida inclusa). Dal venerdì alla domenica: visita guidata obbligatoria, estesa a tutto il monumento, compresa la mostra nella sala Ottagona e sale limitrofe; 9-18.30 con ingressi contingentati e turni di massimo 20 persone ogni 15 minuti (guida inclusa). Le capienze e i turni saranno soggetti a modifiche e revisioni in base alle norme vigenti sulle misure di contenimento della diffusione della pandemia. Biglietti: visita accompagnata dal lunedì al giovedì, intero: 12 euro; ridotto: 9 euro, visitatori tra 6 e 12 anni di età, docenti delle scuole di ogni ordine e grado; dipendenti Mic. Visita guidata dal venerdì alla domenica: intero: 18 euro; ridotto: 15 euro, visitatori tra 6 e 12 anni di età, docenti delle scuole di ogni ordine e grado; dipendenti Mic.

L’anteprima con il ministro. Lunedì 21 giugno 2021, anteprima alla presenza del ministro Dario Franceschini con inaugurazione della mostra multimediale “Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche” (23 giugno 2021 – 7 gennaio 2022), la mostra dagli straordinari apparati interattivi e multimediali allestita nella Sala Ottagona e negli ambienti circostanti. La mostra è a cura di Vincenzo Farinella e Alfonsina Russo con Stefano Borghini e Alessandro D’Alessio. Produzione, organizzazione, promozione e catalogo Electa editore. Allestimento e interaction design dotdotdot.it. Nuova passerella di ingresso Stefano Boeri Architetti. Nuovo progetto di illuminazione Erco.

Il saluto del direttore del PArCo, Alfonsina Russo. “Dopo oltre un anno di chiusura”, ha ricordato Alfonsina Russo, direttore del parco archeologico del Colosseo, e co-curatrice della mostra, “apriamo oggi la Domus Aurea e insieme la mostra “Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche” che avremmo dovuto inaugurare l’anno scorso in occasione delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte di Raffaello. La mostra è stata curata per le soluzioni multimediali da dotdotdot.it. In questa occasione inauguriamo anche un nuovo ingresso realizzato dall’architetto Stefano Boeri che consente di entrare direttamente nel cuore della Domus Aurea, nella Sala Ottagona dove è attualmente la mostra, da colle Oppio. Il percorso è arricchito da una alcune novità, un percorso ampliato con una serie di ambienti prima non visibili perché ingombri da ponteggi, e lungo questo percorso si dispiegano degli elementi scultorei rinvenuti nei depositi, come le Muse e alcuni elementi architettonici. E vera novità è l’illuminazione, l’elemento clou che ripropone quelli che erano gli espedienti degli architetti neroniani di catturare la luce attraverso delle finestre poste in alto le quali riuscivano in qualche modo a far filtrare la luce verso gli ambienti più bui. Devo ringraziare per questo Elisabetta Segala, e anche Francesca Guarneri l’attuale responsabile della Domus Aurea. E anche l’architetto Stefano Borghini che ha realizzato degli apprestamenti molto suggestivi. Infine devo ringraziare per il Giardino ecosostenibile il ministro Franceschini che ci ha dato con decreto una serie di fondi per riuscire a superare la criticità rappresentata dall’acqua che filtra attraverso le volte, e Gabriella Strano. La mostra è stata organizzata da Electa. E il parco archeologico del Colosseo ha sottoscritto un protocollo d’intesa con il British Museum che attualmente ha in corso una mostra su “Nerone” per dare nuova luce alla figura di questo imperatore, che non è stato un imperatore solo con una serie di aspetti negativi ma ha avuto anche una serie di attività positive, come l’urbanistica, l’architettura, le arti”.

Il nuovo ingresso da colle Oppio. “Abbiamo realizzato questo ingresso all’interno di una delle gallerie che l’imperatore Traiano fece costruire”, ha spiegato l’architetto Stefano Boeri, “quando si decise sostanzialmente di riempire di terra tutti gli spazi della Domus Aurea per costruire sopra il grande impianto termale di Traiano. Riaprire, rendere visitabili una di queste gallerie, vuol dire fare i conti prima di tutto con un tema delicato: il nuovo rapporto della Sala Ottagona con l’esterno, cioè con il colle Oppio. Poi superare una pendenza molto importante, tra le due quote. Così questo viaggio nello spazio è anche un viaggio nel tempo. Percorrendo la gallerie si vedono infatti i resti degli impianti termali che Traiano fece costruire sopra la Domus Aurea. La galleria entra con un orientamento diverso da quello della Domus Aurea – ha continuato Boeri – e questo spiega il diverso orientamento dei due impianti: l’impianto di Traiano che è NW-SE, e l’impianto originario della Domus Aurea che è rigorosamente N-S. e questo è stato uno dei temi su cui abbiamo lavorato di più perché si leggesse questa differenza. Il progetto è fatto di tre parti: un inizio che è un vestibolo, un ingresso in cui abbiamo dovuto anche fare i conti con un problema termico (cioè non fare entrare il clima esterno all’interno della Domus Aurea); le rampe che non sono appoggiate sulle volte e arrivano fino al portale della Sala Ottagona; e infine l’approdo alla Sala Ottagona che è schermato da una parete che ha le dimensioni del portale storico per evitare che ci fosse un rapporto troppo diretto, come non c’è mai stato, tra interno e esterno”.

Storia e descrizione della mostra. “Questa mostra è nata in collegamento con la grande mostra di Raffello che l’anno scorso si è tenuta alle scuderie del Quirinale, che era molto centrare su Roma e sul rapporto con l’artista”, è intervenuto il prof. Vincenzo Farinella co-curatore della mostra. “In quella mostra non si parlava delle grottesche, della scoperta delle grottesche, dell’invenzione delle grottesche, perché quel tema era in qualche modo lasciato alla Domus Aurea. Poi gli eventi hanno reso impossibile inaugurare la mostra, ed è slittata di un anno. Ma ora fortunatamente ci siamo riusciti. È una mostra frutto di un lavoro collegiale che ha dato vita a un progetto originale. L’obiettivo di questa mostra era raccontare una storia che inizia alla fine degli anni Settanta del Quattrocento, quando i primi artisti (Pinturicchio, Signorelli, e altri) scendono sottoterra da sopra, dal colle Oppio, calandosi per cunicoli, per grotte, come gli speleologi, con le torce, e scoprono questo mondo dimenticato, sepolto, senza neanche rendersi conto che era la Domus Aurea di Nerone. Ma rimasero abbagliati da questi affreschi che all’epoca dovevano essere molto ben conservati, che vengono immediatamente chiamati grottesche, dalle grotte in cui erano stati riscoperti. La storia si diceva inizia alla fine degli anni Settanta del Quattrocento. E poi perché Raffaello? Raffaello intorno al 1515, grazie anche allo stimolo datogli da questa sua collaborazione con Giovanni da Udine, scende anche lui nella Domus Aurea, scopre anche lui le grottesche, e in modo geniale le reinventa completamente, creando i primi veri e propri ambienti all’antica, organicamente all’antica: come la Stufetta del card. Bibbiena in Vaticano, 1516, che abbiamo ricostruito in mostra, in uno degli ambienti radiali della Sala Ottagona. E poi l’ambizione – ha sottolineato lo storico dell’arte – era anche quella di estendere il discorso sia andando indietro nel tempo, e quindi rievocando per il visitatore, almeno in parte, l’effetto straordinario che doveva essere entrare nella Domus Aurea ai tempi di Nerone, quando la Domus Aurea era una delle meraviglie assolute del mondo. E infatti nella Sala Ottagona si vede la proiezione, l’effetto rotante della cupola, che vuole in qualche modo rievocare quella notizia di Svetonio che scrive che nella Domus Aurea c’era una sala da pranzo, una coenatio, rotonda che ruotava continuamente. E poi andare più avanti, ossia raccontare la storia delle grottesche da Raffaello in poi, mostrando quindi lo sviluppo delle grottesche e la diffusione in Italia e poi in Europa e poi nell’intero mondo di questo linguaggio ornamentale senza dimenticare il fatto che le grottesche non muoiono mai sostanzialmente, ma hanno anzi un ulteriore momento di rinascita novecentesca, e forse una delle sorprese maggiori sarà la quinta stanza dove viene evocato in qualche modo il tema della fortuna novecentesca delle grottesche. È una storia complicata, lunga, articolata che la mostra riesce a raccontare in modo non solo chiaro ma anche molto suggestivo”.


La Sala Ottagona come si presenta per la mostra “Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche”: allestimento e interaction design a cura di Dotdotdot
L’ultima parola al ministro Dario Franceschini. “Questa bellissima mostra arricchisce ancora di più questo luogo straordinario, magico, unico, che lascia sbalorditi, a bocca aperta tutti i visitatori che entrano, perché percepiscono la grandezza di Roma, la maestosità dell’intervento, percepiscono la magia di questi buchi nel soffitto da cui si calavano Pinturicchio e altri pittori del Rinascimento. Veramente un luogo magico. Io non dimentico – ha raccontato il ministro – l’ammirazione e lo stupore negli occhi del presidente Macron, che abbiamo accompagnato qui qualche anno fa con l’allora presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Questo luogo viene arricchito oggi con un intervento di architettura contemporanea, grazie a Stefano Boeri, dimostrazione di come si possano fare interventi contemporanei di qualità che svolgono una funzione ma che si conciliano perfettamente con la conservazione, la tutela dei luoghi più prestigiosi del nostro Paese. È questa un’altra grande occasione di arricchimento del nostro patrimonio culturale in un luogo simbolo per tutta Italia e tutto il mondo. Fra poco più di un mese, il 29 luglio, si aprirà il G20 dei ministri della Cultura all’interno del Colosseo: insomma un modo per dimostrare che l’Italia investe sul futuro anche sulla base della grandiosità di quello che hanno fatto le generazioni prima di noi. È un luogo stupendo. Ora dobbiamo rendere stupendo anche fuori – ha dichiarato Franceschini – con l’intervento per il Giardino sostenibile, per evitare le infiltrazioni d’acqua che hanno rovinato purtroppo nel tempo gli affreschi della Domus Aurea. C’è un problema che si chiama parco di colle Oppio. Il Ministero ha offerto collaborazione al Comune. Vedremo dopo le elezioni amministrative. Ma come Parco archeologico del Colosseo siamo pronti a prenderci in gestione il parco di colle Oppio all’interno del PArCo perché sarebbe un modo per renderlo, come è giusto che sia, uno dei luoghi più collegati al Colosseo in tutto il suo splendore e non in un degrado come è oggi, veramente imbarazzante, che mal si concilia con lo splendore della Domus Aurea e del Colosseo”.
Roma. Nasce la membership card (ingresso illimitato per 12 mesi all’area del Palatino, Foro Romano e Colosseo) per diventare ambasciatori e sostenitori del Parco archeologico del Colosseo. Primo benefit: footing alle pendici del Palatino

Da lunedì 14 giugno 2021 sarà possibile entrare a far parte della comunità del Parco archeologico del Colosseo acquistando la membership card che offre l’ingresso illimitato per 12 mesi all’area del Palatino, Foro Romano e Colosseo, oltre a numerosi benefici riservati ai possessori. Aderire a una comunità che, da un lato, si prende cura e, dall’altro, si avvale dei servizi del monumento più iconico d’Italia e del parco archeologico centrale di Roma, vuol dire condividere un pensiero di responsabilità civica. Un segnale di reciproco sostegno per il patrimonio culturale. Il PArCo – custode di un Patrimonio Unesco che tutela e valorizza – ha utilizzato ricerche di marketing e sui pubblici condotte negli anni scorsi per mettere a punto un sistema differenziato di card tramite il quale chi aderirà, oltre a usufruire dei vantaggi tradizionalmente legati ad essa, potrà sostenere in prima persona gli studi, le ricerche e i restauri di questo complesso monumentale unico al mondo e conoscerne i risultati in anteprima. La membership card del PArCo è declinata in tre tipologie, rivolte a un pubblico ampio, eterogeneo, con interessi, riferimenti culturali e stili di vita diversi: Young (25 euro) è la card riservata a coloro cha hanno tra 18 e 30 anni compiuti; Individual (50 euro) è la card individuale dai 31 anni in su; Family&friends (80 euro) è la card dedicata a chi vuole condividere l’esperienza, riservata a due adulti, cui si possono aggiungere fino a 3 ragazzi entro i 18 anni. La membership card può essere acquistata alle biglietterie del PArCo oppure online.


Le arcate severiane alle pendici meridionali del Palatino (foto PArCo / B. Angeli)
“L’acquisto della membership card è un’azione concreta per rafforzare ancor più il rapporto dei cittadini con i tesori artistici di un bene pubblico contribuendone al rilancio”, dice Alfonsina Russo, direttore del Parco archeologico del Colosseo, “divenendone non soltanto sostenitori, ma soprattutto ambasciatori”. Il momento storico che si sta attraversando è quello più adatto alla creazione di questa nuova comunità, consentendo innanzi tutto ai residenti di godere di una ricchezza della propria città, prima esclusiva dei turisti, e divenirne attivi promotori. L’invito è quello di vivere il proprio quotidiano all’interno di un’area verde unica al mondo, e di avere un’esperienza di visita più consapevole: lenta, personale e intima. Oltre agli ingressi illimitati, la membership card include numerose agevolazioni, tra cui gratuità per visitare monumenti a ingresso contingentato all’interno dell’area archeologica, riduzioni e occasioni speciali per assistere agli eventi culturali che si svolgono negli spazi tutelati dal Parco. E si parte di corsa: per i possessori della membership card che amano correre al mattino, dal 21 giugno al 31 agosto dalle 8 alle 11 sarà riservato l’ingresso di via di San Gregorio per il footing lungo le pendici meridionali del Palatino. Il progetto della membership card del Parco archeologico del Colosseo è stato ideato in collaborazione con la casa editrice Electa, che ne cura anche la comunicazione e il marketing, e con Coopculture per la distribuzione e la vendita.
Roma. In Curia Iulia giornata internazionale di studio “Aedes Vestae. Archeologia, Architettura e Restauro” a cura di Federica Rinaldi e Giulia Giovanetti. Alla fine dei restauri, momento di dibattito e confronto sul monumento dal punto di vista archeologico, architettonico e della storia della sua ricostruzione

Federica Rinaldi e gli altri archeologi e restauratori del parco archeologico del Colosseo lo avevano annunciato in occasione della conclusione dei restauri del tempio di Vesta nel Foro romano: “Stiamo organizzando una giornata internazionale di studio dedicata proprio all’Aedes Vestae che, con i buoni auspici della Dea (leggi Covid permettendo), sì terra il 1º marzo 2021” (vedi: Roma. Archeologi e restauratori del parco archeologico del Colosseo raccontano il cantiere di restauro del Tempio di Vesta nel Foro romano. E a primavera giornata di studi internazionali sull’Aedes Vestae | archeologiavocidalpassato). La prudenza era d’obbligo. Ora i vincoli per le iniziative con la pandemia si sono un po’ allentati, grazie soprattutto alla campagna massiccia di vaccinazioni, e così il parco archeologico del Colosseo ha potuto finalmente fissare la data per la giornata di studio “Aedes Vestae. Archeologia Architettura e Restauro” che si propone, a conclusione delle attività di manutenzione straordinaria del monumento, come momento di dibattito e confronto sul monumento dal punto di vista archeologico, architettonico e della storia della sua ricostruzione. Ideata e curata da Federica Rinaldi e Giulia Giovanetti, la Giornata di Studio ha il patrocinio della Scuola di Specializzazione in Beni architettonici e del Paesaggio di Sapienza università di Roma e del Master Biennale Internazionale Culture del Patrimonio dell’università Roma Tre. Appuntamento mercoledì 9 giugno 2021, dalle 10 alle 17, in Curia Iulia. La Giornata di Studi sarà trasmessa integralmente a partire dalle 10 in diretta dalla Curia Iulia sulla pagina Facebook del PArCo. Per seguire i lavori collegarsi a www.facebook.com/ParcoColosseo.

Il fulcro del complesso monumentale legato al culto di Vesta è il tempio dedicato alla dea, culto antichissimo e risalente già al secondo re di Roma Numa Pompilio, più volte ricostruito a causa dei numerosi incendi e infine restaurato, nelle forme visibili ancora oggi, dall’imperatrice Giulia Domna verso la fine del II secolo d.C. Dal podio circolare in opera cementizia rivestito in marmo, si innalzavano colonne con capitelli corinzi. L’interno accoglieva il braciere con il fuoco sacro, che non doveva mai spegnersi, simbolo dell’eternità di Roma e del suo destino di impero universale. La forma circolare era forse ispirata a quella delle capanne di epoca arcaica, con un foro al centro del tetto conico per far uscire il fumo. All’interno del tempio era anche conservato il Palladio, piccolo simulacro di Atena-Minerva, portato a Roma, secondo la leggenda, da Enea e simbolo della nobiltà della stirpe romana. Accanto al tempio è la casa delle Vestali, sacerdotesse dedicate al culto di Vesta e alla sorveglianza del fuoco sacro, l’unico sacerdozio femminile di Roma. In numero di sei e provenienti da famiglie patrizie, dovevano osservare il loro servizio per 30 anni, conservando la verginità, pena la morte. In cambio godevano di molti privilegi (si spostavano in carro in città e disponevano di posti riservati negli spettacoli).

L’intervento conservativo 2020 dell’Aedes Vestae al parco archeologico del Colosseo ha rappresentato un’occasione di tutela e conoscenza del monumento in un’ottica multidisciplinare. Il coinvolgimento di differenti specialisti – archeologi, architetti, restauratori, rilevatori, archivisti, ingegneri – ha avuto come esito l’acquisizione di dati finalizzati alla progettazione e all’esecuzione dell’intervento, rivelandosi allo stesso tempo proficuo per il riesame del bene storico-archeologico, permettendo di approfondire la conoscenza del monumento che, frutto di un’anastilosi degli anni Trenta del secolo scorso, andava indagato anche nei suoi aspetti strutturali e statici. La giornata di studio sull’Aedes Vestae che il PArCo propone a conclusione delle attività di cantiere si configura come momento di confronto e dibattito con gli studiosi del monumento dal punto di vista archeologico, architettonico e della storia della sua ricostruzione, alla luce dei più recenti apporti frutto dell’intervento e di nuove ricerche anche in ambito internazionale.

Una giornata di studio. Nella prima sessione, presieduta dal professore Alessandro Viscogliosi, direttore della scuola di specializzazione in Beni architettonici e del Paesaggio di Sapienza università di Roma, un approccio archeologico al monumento, che non può prescindere dal punto di vista dell’archeologia dell’architettura, affronta, a partire dall’inquadramento del tema degli edifici circolari a pianta centrale, la questione della ‘forma’ dell’Aedes Vestae, attraverso l’esame degli elementi architettonici decorativi, dei resti archeologici e dell’ulteriore documentazione che il mondo antico ci ha trasmesso. La seconda sessione, presieduta dalla professoressa Elisabetta Pallottino, direttore del master biennale internazionale Culture del Patrimonio dell’università Roma Tre, è dedicata all’anastilosi degli anni Trenta del XX secolo. Il tema della ricostruzione viene affrontato attraverso il riesame della documentazione degli archivi, contestualizzando l’intervento nella stagione dei grandi scavi del XIX secolo arrivando fino alla ricostruzione ed entrando nel dettaglio delle scelte tecniche operate nell’anastilosi. Emergeranno anche gli esiti dello studio strutturale della porzione ricostruita e verrà proposto un approfondimento inedito sulla forma “geometrica” dell’Aedes. L’ultima sessione, presieduta dal direttore del parco archeologico del Colosseo Alfonsina Russo, è dedicata alla metodologia dell’intervento conservativo 2020, progettato integrando e verificando anche in corso d’opera i dati acquisiti nelle ricerche preliminari, con il confronto costante tra i diversi specialisti. Con l’intervento conservativo degli elementi architettonici dell’elevato ricostruito dell’Aedes, il PArCo si impegna per il futuro alla prosecuzione del restauro dell’area del podio in situ e alla valorizzazione dei reperti mobili facenti parte del monumento originario, per completare la restituzione di valore ai resti materiali di un monumento che ha rivestito un ruolo simbolico per la città di Roma dalle sue origini e ancora, in chiave propagandistica, nell’età contemporanea. Infine, in un’ottica nuova il cantiere ha inaugurato una prassi di coinvolgimento del pubblico nel racconto delle attività in corso, oggi acquisita dagli altri cantieri del PArCo, con pannelli didattici di recinzione e la comunicazione online degli interventi.










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