Esclusivo. Francesco Sirano, nuovo direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli, illustra ad “archeologiavocidalpassato.com” come intende organizzare e valorizzare il Mann, tra interventi strutturali, mostre ed eventi: dalle Cavaiole all’America’s Cup, dalla mostra sulla Sirena Partenope alla seconda sede nell’Albergo dei Poveri, dalla Villa dei Papiri al mosaico di Alessandro. Con una linea ben precisa: informarsi, ascoltare, valutare, e decidere. Programmando
Da Ercolano al Mann, da un parco archeologico a uno dei musei archeologici più importanti nel mondo: Francesco Sirano, nominato a metà luglio direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli dal ministro Alessandro Giuli, e insediatosi al Mann il 6 ottobre 2025 (vedi Napoli. Il museo Archeologico nazionale ha il nuovo direttore, a 719 giorni dall’addio di Giulierini: Francesco Sirano si è insediato salutando il personale | archeologiavocidalpassato), mi riceve nel suo ufficio al terzo piano del prestigioso palazzo di Napoli, sorto nel ‘500 con destinazione cavallerizza e poi, tra Seicento e Settecento, come università, che Ferdinando IV di Borbone nel 1777 destinò ad accogliere i due nuclei della Collezione Farnese e della raccolta di reperti vesuviani già esposta nel Museo Ercolanese all’interno della Reggia di Portici. Per archeologiavocidalpassato.com il direttore tratteggia come intende rapportarsi con il Mann del presente e quello futuro, tra interventi strutturali (dai depositi delle Cavaiole alla seconda sede all’Albergo dei Poveri) ed eventi, a cominciare dalla mostra sulla Sirena Partenope nel febbraio 2026. Sirano si muove tra mura così cariche di storia e collezioni uniche per importanza e bellezza come la Farnese e le testimonianze dalle città vesuviane, con una linea ben precisa: informarsi, ascoltare, valutare, e decidere. Programmando. Questo è il Mann come lo vede Francesco Sirano.
“Ercolano è un sito Unesco nel quale ho lavorato per 8 anni – esordisce Sirano -. Da poco più di un mese (6 ottobre 2025, ndr) ho cominciato al museo Archeologico nazionale di Napoli: due luoghi differenti, uno è un museo e l’altro è un parco archeologico. Quindi tutte le problematiche di gestione del patrimonio devono essere declinate in maniera diversa tra Napoli ed Ercolano. Ma la macchina amministrativa, le regole amministrative, sono le stesse, perché entrambi istituti dello Stato, parte del ministero della Cultura. Quindi da questo punto di vista mi sono trovato molto bene, anche perché a Napoli sono ritornato nel luogo dove nel 1999 ho firmato il mio primo contratto da funzionario, quando questa era la sede della soprintendenza di Napoli e Caserta.
LE PRIME AZIONI. “Ora sto completando un giro di orizzonte di tutti i progetti, delle modalità operative del museo, individuando i punti di forza e le criticità nell’aspetto organizzativo, perché dal punto di vista della gestione è fondamentale che questo istituto che è molto importante, molto grande, molto impegnativo, abbia le opportune dotazioni organiche, ma soprattutto abbia un’organizzazione delle attività che renda il più possibile fluido e veloce il passaggio dei vari adempimenti che si devono compiere, perché previsti per legge. Ma per fare questo bisogna prima conoscere bene la situazione e poi avere delle idee che possono essere anche innovative. Io sto facendo tesoro della mia esperienza di Ercolano, dove eravamo partiti sena avere un ufficio. Quindi è stato tutto costruito da zero. Però a metà del mio percorso abbiamo fatto un check up e abbiamo cercato di vedere quali fossero le criticità che si erano palesate nei primi quattro anni. E ora grazie all’esperienza, devo dire che almeno l’età qualcosa di buono porta, ora in tempi molto più rapidi, sto facendo quel percorso che avevo fatto a Ercolano.

Il personale del Mann saluta il nuovo direttore: al centro, Massimo Osanna e Francesco Sirano (foto mann)
ASCOLTARE IL PERSONALE. “Questo al Mann lo sto facendo guardandomi le carte e cercando di compulsare i funzionari, i responsabili dei vari settori organizzativi del museo. E a partire già dalla mia designazione, quindi prima che io firmassi fisicamente il contratto, ho cominciato a incontrare sistematicamente tutto il personale. Qui siamo 150, quindi li sto conoscendo tutti, uno a uno. Ho quasi completato. Perché ho scoperto – può essere banale, ma è una cosa fondamentale di questo istituto come di tutti gli istituti pubblici – che il principale elemento di patrimonio sono gli uomini, le donne, sono coloro che ci lavorano dentro, perché sono persone tutte entusiaste, intelligenti: a ognuno di loro sto chiedendo un consiglio oppure cosa avrebbe fatto al mio posto il primo giorno di lavoro. E veramente sto trovando / ricevendo indicazioni per me molto, molto importanti”.
“Il museo Archeologico nazionale ha una serie di progetti di tipo strutturale e una serie di progetti che sono legati a eventi a mostre.

Museo Archeologico nazionale di Napoli: i depositi delle Cavaiole prima degli interventi (foto graziano tavan)
I DEPOSITI DELLE CAVAIOLE. “Se parliamo degli aspetti strutturali, vale la pena sottolineare l’intervento che si sta facendo sulle Cavaiole, i nostri depositi sotterranei. Lì c’è un grande progetto, partito già da qualche anno e che dovrebbe finire a metà dell’anno prossimo: attraverso questo progetto avremo nelle Cavaiole non solo la riorganizzazione dei depositi, almeno degli spazi dei depositi, perché poi bisognerà allestirli, ma guadagneremo una grande sala espositiva e altri elementi utilissimi al servizio dei visitatori: ancora altri bagni, il nuovo guardaroba, tutte le facilitazioni che servono ai visitatori. Questa sala espositiva sarà grande quanto è l’attuale atrio. Quindi veramente questo è un progetto tra i più importanti strutturali che fa il Mann.
FACCIATE E TETTI. “Non è l’unico progetto. Si stanno affidando o saranno banditi a breve lavori per le facciate della parte retrostante del museo; lavori sui tetti – che sono già stati oggetto di interventi – ma ci sta una parte in cui dobbiamo intervenire.
DALLA SIRENA PARTENOPE ALL’ARTE CONTEMPORANEA. “Per le azioni a breve periodo legate a eventi, a febbraio 2026 inaugureremo una mostra sulla sirena Partenope, nata sulla scia della celebrazione dei 2500 anni della città di Napoli, che si annuncia davvero molto bella, ricca di materiali, spunti: sono veramente molto felice di questa mostra. Avremo anche delle mostre di arte contemporanea a breve, dedicata a dei maestri moderni con i quali cercheremo di creare un confronto tra l’arte contemporanea e l’arte antica, riprendendo un po’ la questione tra organicità e astrazione, negli anni in cui lavorano questi pittori tutti veneziani, la questione si poneva a livello di dibattito e quindi vale la pena riprendere, anche perché alcuni di loro davvero erano grandissimi pittori.
IL MANN, UNA CASA ACCOGLIENTE. “Poi avremo una serie di eventi che saranno il mio tocco originale a partire dall’anno prossimo – di cui non svelo nulla – ma saranno tutte cose che serviranno per cominciare la strada di trasformare questo museo sempre di più in una sorta di casa, un luogo accogliente dove le persone possono venire, ritornare più volte, trovando varie occasioni di lettura di questo incredibile patrimonio: l’Archeologico di Napoli è un museo bellissimo, ricchissimo e pieno di punti dove si può attrarre l’interesse di tantissime persone. Ognuno può trovare un motivo per cui in quel momento sta lì nel Mann. Il compito nostro è facilitargli però questa risposta, e questo è quello che cominceremo a fare dall’anno prossimo.
LA NAVIGAZIONE ANTICA E L’AMERICA’S CUP. “Se spostiamo la linea d’orizzonte un pochino più in avanti, vorrei segnalare tra gi eventi una mostra sulla navigazione antica che faremo in occasione dell’America’s Cup del 2027.
FACILITY MANAGEMENT. “Dal punto di vista strutturale il mio contributo sarà a una gestione più strategica di tutti i servizi del museo, e in particolare quelli relativi alla manutenzione della macchina museo, quindi gli impianti, le pulizie, il verde, gli ascensori, le luci: tutto questo diventerà parte di un unico grande progetto di facility management che aiuterà a razionalizzare la spesa e a razionalizzare anche gli sforzi che l’amministrazione deve compiere per poter seguire una miriade di piccoli contratti quali sono quelli che attualmente sono in essere.
CLIMATIZZAZIONE. “Dovrà essere messa in campo una cosa che già stiamo facendo: tra i progetti strutturali c’è infatti anche quello della climatizzazione. Noi stiamo climatizzando progressivamente tutto il museo. E quindi alcuni progetti di climatizzazione oramai si stanno per realizzare. Per altri abbiamo ottenuto dei fondi e quindi completeremo nei prossimi anni la climatizzazione che è molto importante perché serve a creare delle migliori condizioni non solo per i visitatori, ma anche per i lavoratori. Ma soprattutto contribuirà a mantenere idonee condizioni termo-igrometriche per tutti i materiali più delicati che sono esposti e che possono essere esposti alle polveri sottili e a tutti i problemi di inquinamento – noi d’estate teniamo tutto aperto, perché bisogna pure respirare – e mi riferisco alle pitture, ad esempio, alle pitture murali, agli affreschi presenti nella sezione della Pittura vesuviana, e anche ai bronzi, ai materiali metallici, che pure soffrono molto se le condizioni tremo-igrometriche non sono stabili secondo dei range che sono stati stabiliti attraverso degli studi a livello centrale dal nostro ministero.

Le statue in bronzo degli atleti provenienti dalla Villa dei Papiri, attualmente visibili nel salone della Meridiana al Mann (foto graziano tavan)
NUOVE SALE DELLA VILLA DEI PAPIRI. “Altro intervento strutturale nel breve periodo – penso apriremo all’inizio della primavera 2026 – è il nuovo allestimento della Villa dei Papiri: le nuove sale della Villa dei Papiri saranno davvero un risultato importante. Oggi le sculture della Villa dei Papiri sono esposte nel salone della Meridiana: quindi non sono nascoste alla vista. Però certamente nel nuovo allestimento troveranno una “casa” migliore.
MOSAICO DI ALESSANDRO. “Altro intervento strutturale, e credo che con questo andremo poco prima dell’estate 2026, è la riapertura finalmente delle sale del mosaico di Alessandro. Il restauro del mosaico in sé è finito. Ora stanno facendo tutte le rifiniture. E quindi tra poco passeremo a fare una serie di lavori che riguardano i pavimenti e poi un minimo di riallestimento del resto della sezione Mosaici. E anche questo non vedo l’ora di poterlo ripresentare.

Il museo Archeologico nazionale di Napoli è ospitato in un palazzo borbonico che è stato sede dell’Università fino al 1777 e dal 1816 sede del Real Museo Borbonico
MANUTEZIONE ORDINARIA. “Ritornando alle azioni di più lungo periodo, una delle cose che metteremo in campo – come dicevo – è il facility management per la parte gestionale di tutto ciò che riguarda la macchina del funzionamento, e un altro sarà un progetto di manutenzione ordinaria. Nell’ambito della manutenzione programmata avremo infatti un progetto di manutenzione ordinaria di tutto il patrimonio archeologico e anche quello storico-artistico che riguarda l’edificio, perché non dimentichiamo mai che il Mann si trova in un edificio storico che parte nel ‘500: quindi non è un dettaglio da passare in secondo piano. E invece è molto importante che questa consapevolezza sia in chi visita e in chi ci lavora dentro. Non è un involucro neutro, è un involucro davvero molto importante.

Prospetto dell’Albergo dei Poveri, a Napoli, opera dell’architetto Ferdinando Fuga alla metà del Settecento (foto wikipedia)
ALBERGO DEI POVERI: SECONDA SEDE. “Altro intervento strutturale – e stiamo spostando la lancetta del tempo ancora un po’ più avanti – è quello della nuova sede del museo Archeologico nazionale di Napoli. Il museo avrà una seconda sede, che è stata già assegnata: è l’ala ovest dell’Albergo dei Poveri a piazza Carlo III. Allora lì avremo degli spazi enormi, e veramente ci sarà la possibilità di far diventare sempre più il Mann un elemento vivificatore all’interno del tessuto urbano di Napoli. Ci sarà la possibilità di esporre materiali che altrimenti qui, nella sede storica, non riusciamo a fare. La linea che seguiremo sarà quella di non creare un doppione e di non mettere mai in concorrenza le due sedi. Il nuovo Mann sarà un qualcosa di diverso e di complementare all’allestimento storico, in maniera che chiunque visiti quella sede abbia necessità e voglia, si spera, di visitare anche l’altra sede. Perché il nuovo Mann, siccome è fatto da poco, sarà sicuramente una sede più bella, più tecnologicamente avanzata: e allora qui non ci si viene più e diventa un deposito? Dobbiamo stare molto attenti a non fare questo tipo di errore.
RAPPORTI COL TERRITORIO. “Chiaramente questo farà sì che poi il museo nazionale ancora di più si rivolga sul territorio, perché tra questa sede e la nuova sede ci sono tante realtà culturali: musei, associazioni, edifici di culto, quartieri. Siamo a due passi dalla Sanità dove si è realizzato negli ultimi 10 anni un miracolo, un miracolo però della volontà umana. E poi c’è la realtà del museo nazionale di Capodimonte, che è il nostro museo fratello, perché noi abbiamo la statuaria Farnese loro hanno i quadri Farnese. Rispetto a tutte queste realtà la mia idea di rapporti è quella di valorizzare le connessioni e non gli snodi, perché nessuno è più importante dell’altro. Tutti dovremo condividere: si potranno condividere dei progetti che poi vengono portati avanti ciascuno per le proprie competenze”.
Napoli. Al museo Archeologico nazionale si presenta il progetto “Il tesoro della legalità. Luce dai depositi del Mann”: 10mila oggetti recuperati insieme alla Procura e al Nucleo Tutela Carabinieri, finalmente studiati e destinati al Mann2 all’Albergo dei Poveri
“10mila oggetti recuperati insieme alla Procura e al Nucleo Tutela dopo un lungo e paziente lavoro togliendo i sigilli al materiale sequestrato da oltre 50 anni; un metodo innovativo di catalogazione; una grande mostra prossima a venire; l’orgoglio di ricordare che alla fine la giustizia prevale sempre, anche su quei potenti che avevano cercato di sottrarre al patrimonio comune questi beni”: così Paolo Giulierini, direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli, sintetizza il progetto “Il tesoro della legalità”, percorso pilota che propone una buona pratica di tutela e valorizzazione dei beni archeologici acquisiti illecitamente o frutto di scavi clandestini. Il progetto viene presentato mercoledì 8 novembre 2023, alle 9.30, all’auditorium del Mann. Prima della presentazione il direttore Paolo Giulierini nell’atrio del Mann mostrerà in anteprima la cosiddetta tomba del cavaliere, da Paestum, che farà parte della futura mostra “Il tesoro della legalità. Luce dai depositi del Mann”. Nascerà così una vera e propria collezione, che il direttore Paolo Giulierini ha proposto possa essere esposta in futuro al MANN2 nell’Albergo dei Poveri a Napoli.
Alla presentazione del progetto “Il tesoro della legalità” interverranno Paolo Giulierini (direttore del Mann), Massimo Osanna (direttore generale Musei), Luigi La Rocca (direttore generale Archeologia Belle arti e Paesaggio), Teresa Elena Cinquantaquattro (direttrice del segretariato regionale della Campania del MiC), Pierpaolo Filippelli (procuratore aggiunto Procura di Napoli), Mariano Nuzzo (direttore SABAP per l’area metropolitana di Napoli) e Nunzio Fragliasso (procuratore capo Procura di Torre Annunziata). Previsto un focus sul modello Mann con Vincenzo Piscitelli (sostituto procuratore della Procura di Napoli), Daniela Savy (docente di Diritto europeo dei Beni culturali / ateneo Federiciano), Ilaria Marini (maresciallo capo Carabinieri Comando Provinciale di Napoli), Marialucia Giacco (funzionario archeologo del Mann) e Domenico Camardo (archeologo capo dell’Herculaneum Conservation Project e consulente della Procura della Repubblica di Napoli). Dalle 12.30, cerimonia di riconsegna al Mann di monete oggetto di sequestro da parte del Comando Carabinieri Tutela patrimonio culturale e cerimonia di consegna dei falsi dal museo al Laboratorio del Falso dell’università Roma Tre. In programma, la lectio di Stefano De Caro (già direttore generale ICCROM) sulla restituzione dei beni culturali.

Reperti in deposito al museo Archeologico nazionale di Napoli provenienti da sequestri dei carabinieri (foto JCHC)
‘Liberare’ dai sigilli le centinaia di opere d’arte e reperti sequestrati nella lotta al traffico illecito che giacciono nei depositi e restituirli allo studio e alla fruizione pubblica: questo è l’obiettivo del progetto pilota nato dall’accordo tra museo Archeologico nazionale di Napoli e Procura di Napoli, con il supporto scientifico dell’università di Napoli Federico II. Il progetto ‘Il tesoro della legalità’ è anche il racconto di 50 anni di lotta al traffico illecito, che ha come obiettivo la restituzione alla comunità civile e agli studiosi del patrimonio sequestrato giacente nei depositi del Mann così come in altri siti museali. Gli esperti dei Carabinieri Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale di Napoli (TPC) sono stati impegnati per oltre un anno al fianco del personale del Mann. Sono stati esaminati 279 fascicoli, relativi ad altrettanti casi giudiziari riguardanti il possesso illegale di opere d’arte ascrivibile a varie fattispecie di reato. Le opere recuperate, dagli anni Sessanta del secolo scorso fino al 2017, sono state depositate in custodia giudiziaria presso il Mann, in attesa della conclusione dell’iter processuale.

“Il tesoro della legalità” al Mann: cratere a figure rosse (foto mann)
Si tratta, in totale, di oltre 10mila reperti di diversa natura, riconducibili, in base alla tipologia, non soltanto al territorio campano, ma a tutta l’Italia meridionale e non solo: ceramica di impasto, ceramica italo-geometrica, enotria e daunia, ceramica corinzia ed etrusco-corinzia, bucchero, ceramica attica a figure nere e rosse, ceramica figurata di produzione campana, lucana e apula, ceramica a vernice nera e acroma di uso comune, bronzi (resti di armature, armi, oggetti di ornamento personale, vasellame), terrecotte figurate, databili tra il VI e il II secolo a.C. ascrivibili, in base all’iconografia, a contesti funerari e santuariali; elementi marmorei di età romana pertinenti all’arredo di abitazioni private; numerosi recuperi subacquei di varia natura; migliaia di monete greche, romane e medievali. L’eccezionale stato di conservazione della maggior parte dei reperti dissequestrati consente di ipotizzare la provenienza da antiche sepolture, purtroppo intercettate e saccheggiate da scavatori di frodo per andare a rimpinguare le casse del mercato illegale e clandestino di questi beni. Obiettivo dell’iniziativa è veicolare un messaggio importante soprattutto per i ragazzi, spiegando loro che chi sottrae illegalmente opere e reperti archeologici mina la nostra storia e la nostra identità nazionale.
Napoli. Il ministro Sangiuliano: “Il museo Archeologico nazionale sarà museo di prima fascia, ed epicentro di un progetto culturale che dalla Galleria Principe arriva fino all’Albergo dei Poveri in via Foria”

Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano con il direttore del Mann Paolo Giulierini nella sala del Toro farnese (foto mann)
Il museo Archeologico nazionale di Napoli sarà museo di prima fascia, come lo sono la Galleria Borghese, la Galleria degli Uffizi, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, le Gallerie dell’Accademia di Venezia, il Museo di Capodimonte, la Pinacoteca di Brera, la Reggia di Caserta. E il parco archeologico del Colosseo, il Museo nazionale Romano e l’area archeologica di Roma e il parco archeologico di Pompei. E sarà un “Grande Mann” che si allarga nella città di Napoli con la “gestione- promozione” della galleria Umberto e nuovi spazi espositivi permanenti nell’Albergo dei Poveri in via Foria. Progetti ambiziosi annunciati dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, alla presentazione della grande mostra “Alessandro e l’Oriente” aperta al museo Archeologico di Napoli dal 29 maggio al 28 agosto 2023.
“Il Mann è diventato un grande museo”, esordisce il ministro Sangiuliano, “anche grazie all’opera del direttore Paolo Giulierini a cui va sempre il mio plauso, senza dimenticare il lavoro di regia del direttore generale Luigi La Rocca, una persona che mi insegna molto e che ho assunto come docente su queste questioni. Il Mann diventerà – adesso ci stiamo lavorando – museo di prima fascia. Io mi domando come mai qualcuno non ci avesse pensato prima. Ma è un museo di prima fascia perché la storia della rappresentazione di quello che è qui dentro ne fa un museo di prima fascia. Questo è uno dei più importanti musei archeologici al mondo se non addirittura forse il più importante al mondo. Mi meraviglio che qualcuno non ci avesse pensato.

L’allestimento della mostra “Fuga dal museo” di Dario Assisi e Riccardo Maria Cipolla nella galleria Principe di Napoli (foto Mann)
“E deve essere anche un luogo epicentro”, spiega il ministro. “In che senso? In queste sere ho ripreso un libro, una lettura che mi ha segnalato una delle consigliere più importanti che ho al ministero, Emma Giammattei (critica letteraria italiana, professore emerito di Letteratura italiana presso l’università Suor Orsola Benincasa di Napoli e docente di Storia della critica presso l’Istituto italiano per gli studi storici fondato da Benedetto Croce, ndr), che voi tutti conoscete, una grande studiosa. E lei mi ha detto: rileggiti le pagine di Anna Maria Ortese sul libro L’Infanta sepolta, dove racconta la Grande Via. Qual è la Grande Via? È via Foria, perché tra la fine del XIX secolo e gli inizia del Novecento questa era una delle vie più importanti della città di Napoli. E allora io concepisco l’espansione del Mann innanzitutto pensando il fatto che il Mann possa prendere la cura e il rilancio della Galleria Principe, che è qui di fronte, una bellissima galleria che è oggettivamente in condizioni di degrado oggi, ma che invece può diventare un luogo di incontro, di cultura per i napoletani e per i tanti turisti che vengono nella nostra città.

Prospetto dell’Albergo dei Poveri, a Napoli, opera dell’architetto Ferdinando Fuga alla metà del Settecento (foto wikipedia)
“E poi come sapete stiamo lavorando al grande progetto dell’Albergo dei Poveri. E ringrazio la presenza del magnifico rettore della Federico II che con entusiasmo ha abbracciato questo progetto. Perché noi adesso abbiano 148 milioni di euro sull’Albergo dei Poveri: quindi già una somma consistente. Secondo me ce ne vogliono 300 come la grande biblioteca di Francia, però possiamo cominciare a fare. E lì noi immaginiamo di dare uno spazio importante al Mann. Lo abbiamo anche un po’ quantificato. Per esporre quelle collezioni che gli esperti – loro non io – riterranno dovranno essere esposte e trovare un posizionamento stabile. Pensiamo di portare l’università di Napoli Federico II con le sue eccellenze in questo ambito di studi, come l’archeologia, il restauro, che appartengono al DNA degli studi della Federico II. E poi – conclude Sangiuliano – portando lì spazi per i giovani, sale di lettura, biblioteche partecipate, sale multimediali, affinché poi ci sia questa condivisione anche umana dello spazio culturale. E questo appunto guardando la prospettiva della Grande Via con in mezzo poi l’Orto Botanico che è un’altra eccellenza alla quale noi dobbiamo guardare”.
Napoli. Giornata “storica” al museo Archeologico nazionale: riaperte dopo 50 anni di oblio le sale monumentali dell’ala occidentale con la sezione “Campania Romana: sculture e pitture da edifici pubblici”, quasi 250 opere in un allestimento unico. Intervento del ministro Sangiuliano: i progetti futuri. Ovazione per Giulierini

La sezione Campania romana al museo Archeologico nazionale di Napoli: la quadriga di Ercolano (foto valentina cosentino / mann)

Inaugurazione della sezione Campania romana al museo Archeologico nazionale di Napoli con il ministro Gennaro Sangiuliano (foto graziano tavan)
Un’ovazione. Tutta per Paolo Giulierini. Il lunghissimo, interminabile, applauso tributato dall’auditorium del museo Archeologico nazionale di Napoli al suo direttore è stato un riconoscimento esplicito non solo di quanto realizzato negli otto anni del suo mandato ma anche di quanto Paolo Giulierini persona, un non napoletano a Napoli, sia entrato nei cuori dei napoletani e della città per la quale il Mann è diventato un punto di riferimento imprescindibile e orgoglio di Napoli nel mondo, e con le cui istituzioni – non solo culturali – ha intessuto una rete di collaborazioni che ne hanno fatto un partner affidabile e concreto. Ma quell’applauso è stato anche un invito, neppure tanto velato, al vicino ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano a ricordarsi, quando il 30 settembre 2023 scadrà il suo mandato, di quanto Giulierini può ancora dare a Napoli. È cominciata così, lunedì 3 aprile 2023, la presentazione ufficiale della sezione “Campania Romana: sculture e pitture da edifici pubblici” del museo Archeologico nazionale di Napoli, con la curatela scientifica di Carmela Capaldi dell”università di Napoli Federico II: 2000 mq di sale monumentali comprese negli spazi dell’ala occidentale, i cui ambienti storici non erano fruibili da oltre cinquant’anni. Duecentoquaranta le opere esposte, una vera e propria summa dell’arte romana che si espresse in regione e nel Sud d’Italia. Ne esce un percorso straordinario attraverso la Campania antica, territorio che aveva confini più estesi rispetto a quelli attuali: si parte dal II secolo a.C. per giungere almeno al III secolo d.C., spostandosi tra l’area flegrea, le città vesuviane e il territorio interno, con particolare riferimento all’attuale Casertano. E, guardando più lontano, l’itinerario tocca a Nord il basso Lazio e a Su alcuni centri della Calabria.
E al ministro Sangiuliano questo applauso spontaneo non è passato inosservato. “Oggi – ha esordito – sono particolarmente felice, perché quando si è a casa si è felici. Io sono nato qui accanto in via Foria, ho fatto le scuole elementari al Froebelliano in un edificio che si trova qui vicino, le scuole medie alla Federico Croce, quindi ho avuto la fortuna fin da bambino di conoscere il valore e l’importanza di questo museo che avevo visitato decine e decine di volte. E da quando sono ministro è la terza volta che vengo qui. Credo non ci sia nessun museo italiano nel quale mi sia recato tre volte in un lasso di tempo relativamente breve: sono appena cinque mesi. E quando ero direttore del Tg2, d’accordo con il direttore Giulierini, feci fare un documentario, che si può vedere sulla piattaforma della Rai, documentario con Tg2 Dossier interamente dedicato al Mann. Quindi è evidente che c’è un atto di amore da parte della mia persona nei confronti di questo luogo.

Presentazione in auditorium del Mann della sezione Campania romana: da sinistra, Massimo Osanna, Gennaro Sangiuliano, Paolo Giulierini e Carmela Capaldi (foto graziano tavan

Sezione Campania romana al museo Archeologico nazionale di Napoli: Afrodite trionfante dall’anfiteatro campano di Capua (foto graziano tavan)
Ringrazio l’applauso per Giulierini. È un applauso più che meritato perché immagino tutto il lavoro che c’è dietro questo risultato, e ringrazio tutto lo staff del ministero che è qui con me: il direttore generale Osanna, la professoressa Capaldi per l’apporto che ha dato, il capo di gabinetto, il direttore generale La Rocca, perché c’è stato un lavoro di entusiasmo, un lavoro corale. Tutti quanti hanno dato un apporto a questo progetto. Questo non è un progetto casuale. Quello che noi facciamo per i musei, a cui daremo sempre maggiore impulso, rappresenta la punta dell’iceberg di un progetto identitario e culturale molto più ampio. Nella Canzone d’Italia Giacomo Leopardi declina questi versi o Patria mia: e che cosa identifica lui nella patria? Identifica gli archi, le colonne, le erme, cioè la patria è fatta di tutti quei simboli che nel sedimento della Storia, in secoli e secoli di storia, si sono creati all’interno di un popolo e del valore identitario di un popolo. Benedetto Croce, che era a Palazzo Filomarino non lontano da qui e che probabilmente avrà visitato questo museo, dice che la storia è sempre un fatto contemporaneo. La storia non è un orpello del passato, la storia è una sorta di cassetta degli attrezzi dove noi rinveniamo gli strumenti che ci aiutano a interpretare il presente e magari anche a prefigurare il futuro. Quando ho frequentato la facoltà di Giurisprudenza e studiai sui testi i grandi maestri romanisti: Vincenzo Arangio Ruiz che fu anche uno dei primi ministri repubblicani e che scrisse quel meraviglioso testo molto chiaro sulla Storia del Diritto romano; oppure il napoletano Antonio Guarino che scrisse un meraviglioso testo sul Diritto romano, tu potevi comprendere le istituzioni repubblicane di Roma e poi quelle imperiali successive attraverso una visualizzazione esperienziale all’interno di questo museo. E infatti ci dice André Malraux, grande scrittore francese che fu ministro della Cultura di De Gaulle, il museo è uno dei luoghi che danno l’idea più elevata dell’uomo. Perché il museo non è una mera esposizione di reperti archeologici – in questo caso – ma è la costruzione di una storia e la storia è un’identità, è quello che Giambattista Vico chiama il sentire comune: una comunità non esiste in maniera astratta ma una comunità esiste quando ha un’identità che si è sedimentata nella storia e che unisce, cementa questa comunità umana. Nel caso nostro la comunità nazionale italiana.

Il ministro Gennaro Sangiuliano durante la visita alla sezione Campania romana al Mann (foto graziano tavan)

Sezione Campania romana al Mann: lucerna in oro a due becchi dal tempio di Venere a Pompei (foto graziano tavan)
“Ora – ha continuato il ministro – so che qui ci sono tanti altri progetti: come il collegamento con la metropolitana, e la valorizzazione della Galleria che si trova qui di fronte che è bellissima e che può tornare a vivere, a pulsare. Io ringrazio il direttore Giulierini e il direttore Osanna per quello che hanno fatto. Perché io ricordo anche gli anni in cui questo museo, soprattutto negli anni ’80, era un luogo polveroso e buio, era buio proprio nella visione. Entravi dentro e c’erano pochissime persone, io ero uno dei pochi, ed era un luogo non vivo come lo è diventato adesso. Purtroppo un luogo non conosciuto dagli stessi napoletani. Questo è uno dei più importanti musei archeologici al mondo. Io ho dato una mia interpretazione personale al mosaico della battaglia di Gaugamela – poi gli esperti mi correggeranno -, ma quel mosaico secondo me simboleggia la lotta tra la polis, che è un ambito dove si riconoscono le persone titolari di diritti e di doveri, e la monarchia territoriale, dove invece si è sudditi. Noi dobbiamo sempre affermare la nozione di cittadini in contrapposizione alla nozione di sudditi. Quando io faccio una critica a una certa globalizzazione ricordo sempre che c’è un’alta nozione occidentale di cives destinatari di diritti e di doveri, e poi c’è la nozione dl suddito che purtroppo oggi sta degradando a codice a barre, le persone degradano a codice a barre, e perdono il loro valore di cittadini. E quindi noi tutto questo lo ritroviamo qui dentro. Quindi dopo questo appannamento c’è stato questo rilancio e ci sono tanti altri progetti.

Il ministro Sangiuliano con la professoressa Capaldi nella visita della sezione Campania romana al Mann (foto graziano tavan)
“E c’è un progetto a cui personalmente tengo tantissimo. E l’altro giorno – ha annunciato – ho firmato un decreto per portare sul progetto di Palazzo Fuga e dell’Albergo dei Poveri altri 33 milioni di risorse aggiuntive. Quindi ai 100 che ci sono. Come il Louvre oggi ha tre sedi, credo che il Mann abbia tutte le risorse e tutto il patrimonio – io ho visitato i depositi del Mann – per poter raddoppiare sulla direttrice di via Foria. Provate a immaginare insieme a me l’attuale sito dove ci troviamo noi adesso e via Foria passando attraverso l’Orto botanico che è un’altra eccellenza di Napoli, e si arriva poi all’Albergo dei Poveri dove il direttore già mi ha fatto individuare alcune collezioni che potranno essere esposte lì. Quindi queste sono le idee che abbiamo e che io perseguirò con costanza. Qualcuno mi dice che a Napoli ci vengo troppo spesso. Ma – ha concluso – io sono un martello pneumatico. Verrò ogni volta saranno dimenticate”.
Cosa trovano ora i visitatori? I primi, entrati lunedì 3 aprile 2023, alle 17, con ingresso gratuito, hanno già visto queste meraviglie che ci spiega il direttore Paolo Giulierini. “La struttura della statuaria campana all’Archelogico di Napoli ritorna a essere un punto di riferimenti mondiale delle collezioni di sculture e pittura classica. Si tratta di 250 monumenti che provengono dalle aree pubbliche di Pompei ed Ercolano e che fanno vedere il livello raggiunto in età post Augustea dalla Campania Felix, in particolare il recupero di 2000 metri quadri espositivi e anche il recupero della tessitura architettonica e quindi sarà possibile da parte della città e dei futuri visitatori incontrare un crescendo di arti: architettura pittura scultura spalmate dal mondo antico fino all’età neoclassica”.



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