Fumane (Vr). In occasione delle Giornate europee dell’Archeologia l’incontro “Nei cieli del Paleolitico – Rapaci e Vita Preistorica alla Grotta di Fumane”: pomeriggio speciale tra scienza, emozione e scoperta alla Grotta di Fumane
In occasione delle Giornate europee dell’Archeologia con “Nei cieli del Paleolitico – Rapaci e Vita Preistorica alla Grotta di Fumane” si può vivere un pomeriggio speciale tra scienza, emozione e scoperta. Appuntamento alla Grotta di Fumane (Vr) domenica 15 giugno 2025, dalle 14.30 alle 18.30. Un falconiere professionista porterà con sé grandi rapaci, che potrai ammirare da vicino. Alcuni di questi straordinari animali sono documentati nel record archeologico della grotta, attraverso resti ossei risalenti al Paleolitico. Un’occasione unica per scoprire come i Neandertal interagivano con l’avifauna preistorica, guidati da archeologi in un vero viaggio nel tempo. Attività previste: incontro ravvicinato con rapaci e racconti del falconiere, tra etologia e archeologia; dimostrazione di scheggiatura della selce, per scoprire come venivano realizzati gli strumenti preistorici; visita alla Grotta di Fumane, con spiegazioni accessibili a tutti; approfondimento sull’avifauna del Paleolitico con una specialista, per comprendere l’importanza dei grandi rapaci durante la preistoria. Biglietti in loco, senza prenotazione: intero 10 euro, ridotto 7 euro (6-13 anni). Info: info@grottadifumane.it
Padova. Al museo Eremitani, la conferenza “Donne negate donne dimenticate: committenti e artiste nel Medioevo” di Giovanna Valenzano, evento conclusivo del ciclo “8 marzo diffuso. Donne nella cultura”
Martedì 27 maggio 2025, alle 17.30, nella sala Romanino del museo Eremitani in piazza Eremitani 8 a Padova, la conferenza “Donne negate, donne dimenticate: committenti e artiste nel Medioevo”, evento conclusivo del ciclo “8 marzo diffuso. Donne nella cultura” organizzato dalla commissione Terza Missione del dipartimento dei Beni culturali dell’università di Padova, insieme ai Musei Civici di Padova, per comprendere e valorizzare il ruolo delle donne nella cultura. Introduce Francesca Veronese, Musei Civici di Padova. Relatrice Giovanna Valenzano, università di Padova. Evento gratuito senza prenotazione ma ad esaurimento dei posti in sala. Seguirà un piccolo aperitivo presso la Caffetteria Etica.

La professoressa Giovanna Valenzano indica la statua di Caterina dei Franceschi, immurata in verticale, da un monumento funebre medievale (foto unipd)
Dopo i ritratti famosi di donne committenti come Matilde di Canossa, l’imperatrice Teofane o la padovana Fina Buzzacarini, la professoressa Giovanna Valenzano presenterà dei ritratti inediti di donne artiste, da lei per la prima volta pubblicati in un volume stampato a Parigi, mostrati per la prima volta a Padova. Giovanna Valenzano ci farà scoprire il ruolo di alcune donne che hanno fatto realizzare straordinari capolavori, dal Mille al XV secolo, illustrando figure femminili di imprenditrici e personalità di donne colte e dotte, in grado di interloquire con Papi e Imperatori. Oltre alla presentazione di donne dipinte o scolpite, la docente ci aiuterà quindi a riflettere sui meccanismi di rimozione e di negazione che hanno fatto scrivere a grandi studiosi di Medioevo, come Georges Duby, che non esistono donne artiste.
Verona. Nell’anfiteatro Arena, all’arcovolo 65, scoperta una fornace tardo-antica: lo scavo archeologico nel cantiere per l’ascensore previsto per le cerimonie dei Giochi Olimpici Milano-Cortina. E il 28 maggio, “scavo a porte aperte”: visite guidate con gli archeologi della Soprintendenza e della coop Petra. Prenotazione obbligatoria

La fornace tardo-antica scoperta nell’arcovolo 65 dell’anfiteatro Arena di Verona nel cantiere per il nuovo ascensore (foto comune verona / sabap-vr)
Nell’arcovolo 65 dell’anfiteatro Arena di Verona scoperta una fornace vetraria dell’epoca Tardo-antica nel corso delle indagini archeologiche in corso che fanno parte del piano degli interventi per migliorare l’accessibilità del monumento In vista delle cerimonie di chiusura delle Olimpiadi Invernali e di apertura delle Paralimpiadi Milano-Cortina 2026. L’importanza delle testimonianze dello scavo ha suggerito alla Soprintendenza l’organizzazione di un’iniziativa di archeologia pubblica da inserire nell’ambito del Piano di Valorizzazione 2025 del MIC: un’apertura straordinaria dell’arcovolo 65 al pubblico con la possibilità di avvicinarsi “in tempo reale” alle attività di scavo in progress. Mercoledì 28 maggio 2025, i cittadini potranno seguire lo scavo “porte aperte”. Scaglionato su più turni di visita tra le 16 e le 19, il pubblico potrà dialogare con i funzionari archeologi e architetti della Soprintendenza e con gli archeologi della Soc. Coop PETRA di Padova impegnati nello scavo, visionando le strutture e i reperti più significativi. Entrata dall’arcovolo 63, via Dietro Anfiteatro. Prenotazione obbligatoria su https://www.eventbrite.it/…/visite-guidate-presso…. All’atto della prenotazione gli interessati danno il consenso al trattamento dei dati personali e sollevano gli Enti organizzatori da qualsiasi eventuale danno (alla propria persona e alle proprie cose), perdita e responsabilità (civile e penale) che dovesse derivare dalla visita.

La fornace tardo-antica scoperta nell’arcovolo 65 dell’anfiteatro Arena di Verona nel cantiere per il nuovo ascensore (foto comune verona / sabap-vr)
La Società Infrastrutture Milano Cortina 2020 – 2026 S.p.A. (SIMICO) ha sviluppato infatti un piano di interventi per migliorare l’accessibilità della città di Verona e dell’anfiteatro Arena per le persone con disabilità. Dalla fine di febbraio 2025 ha avviato un’importante campagna di scavo archeologico all’arcovolo 65, finalizzato alla verifica di fattibilità di un ascensore che consentirà anche alle persone con disabilità motorie di accedere al piano superiore dell’anfiteatro e raggiungere la gradinata della media cavea. L’intervento è diretto dalla soprintendenza ABAP Verona-Rovigo e Vicenza e si svolge in stretta collaborazione del comune di Verona (Direzione Edilizia Monumentale e Direzione Musei) e di Fondazione Arena di Verona. Gli archeologi impegnati sul campo sono i professionisti della società cooperativa P.E.T.R.A.

Una fibula ritrivata nello scavo dell’arcovolo 65 dell’anfiteatro Arena di Verona (foto comune verona / sabap-vr)
Come già verificato in altri arcovoli indagati negli anni precedenti, anche in questo ambiente, posto in corrispondenza dell’unica parte del monumento che conserva l’anello esterno (Ala) stanno emergendo informazioni preziose sulle vicende strutturali e sull’uso del monumento, a partire dalla sua fase di fondazione. Particolarmente significative le testimonianze relative all’uso produttivo-artigianale che caratterizzò la fase tardo-antica, quando nell’arcovolo si insediò un’officina vetraria. Secondo il soprintendente Andrea Rosignoli “la riconversione di uno degli spazi dell’anfiteatro cittadino per l’impianto di fornaci che riciclavano il vetro e producevano nuovi oggetti in vetro soffiato è senza dubbio una pagina molto interessante della storia del monumento. Poter recuperare le tracce archeologiche di un’economia del riciclo organizzata pubblicamente, in un periodo di profonde trasformazioni, ci sembra una fortunata opportunità che i lavori per le Olimpiadi ci offrono. Anche questo scavo conferma come l’Arena, nonostante le continue e reiterate modifiche subite nei secoli sia ancora un’eccezionale riserva di dati archeologici oltre che un potenziale laboratorio di studi e ricerche”. E la vicesindaca e assessore all’Edilizia monumentale e ai Beni culturali Barbara Bissoli: “Siamo molto contenti dell’opportunità di conoscenza e di crescita culturale data dal rinvenimento archeologico conseguito nel corso dello scavo in atto nell’arcovolo n. 65 dell’Arena per le verifiche preliminari alla progettazione dell’ascensore da realizzare come legacy delle cerimonie di chiusura dei Giochi Olimpici e di apertura dei Giochi Paralimpici, che si terranno rispettivamente il 22 febbraio e il 6 marzo 2026. L’impegno delle Istituzioni per migliorare per chiunque la qualità dell’esperienza della visita in Arena e i disagi affrontati dai visitatori, recano però alla Città molteplici, inestimabili benefici sociali e culturali, compresa l’occasione della scoperta di antichi usi dell’Anfiteatro, che ne confermano la storica, ma ancora attuale, valenza per l’economia della Città, scoperta che ci proponiamo di valorizzare e di rendere quanto più fruibile grazie al prezioso contributo della Soprintendenza”.

Il protico della cosiddetat “ala” dell’Arena di Verona da cui si accede all’arcovolo 65 (foto comune verona / sabap-vr)
Cecilia Gasdia, sovrintendente Fondazione Arena, sottolinea: “L’Arena, con i suoi venti secoli di storia, non è solo il monumento e il teatro d’Opera che tutti noi conosciamo, ma anche una preziosa fonte storica, da tutelare e valorizzare. Ecco perché, nonostante siano in corso i complessi allestimenti dell’anfiteatro per rendere gli spazi fruibili ai 1.400 lavoratori del Festival lirico, che quest’anno dovranno convivere con i cantieri olimpici, siamo orgogliosi di contribuire a questo pomeriggio a porte aperte. È importante che il pubblico possa scoprire e vedere con i propri occhi i ritrovamenti emersi per rendersi conto del valore storico della nostra Arena”. Significative infine le parole dell’amministratore delegato di SIMICO, arch. Fabio Saldini: “L’investimento fatto dal Governo sull’Arena di Verona, grazie ai Giochi 2026, renderà universalmente accessibile un monumento conosciuto in tutto il mondo. Si tratta di un atto di civiltà, prima ancora di un intervento architettonico. Proprio al fine di realizzare un ascensore per garantire le visite alle persone con disabilità, gli scavi all’arcovolo 65 hanno regalato una bellissima sorpresa dal punto di vista culturale che ci pregiamo di condividere, nel lavoro che stiamo portando avanti, fianco a fianco, con tutte le istituzioni locali. Aprire le porte alla cittadinanza farà conoscere ancora di più alle persone ciò che stiamo facendo per lasciare all’Italia un patrimonio di conoscenze, di opere e di valorizzazione sotto ogni punto di vista”.
Pompei. All’auditorium del parco archeologico la conferenza “La villa del Pastore a Stabiae: nuove ricerche” di Maria Cristina Napolitano (università del Salento) promossa dall’associazione internazionale Amici di Pompei ETS
Secondo incontro di fine maggio promosso dall’associazione internazionale Amici di Pompei ETS. Appuntamento venerdì 23 maggio 2025, alle 17, all’Auditorium degli Scavi in piazza Esedra 5 a Pompei, con la conferenza dell’archeologa Maria Cristina Napolitano su “La villa del Pastore a Stabiae: nuove ricerche”. Il tema della conferenza è la Villa del Pastore a Stabiae, edificio oggi interrato, sul pianoro di Varano a Castellammare di Stabia, oggetto di un’ampia ricerca di dottorato, condotta dalla dottoressa Napolitano all’università del Salento, sulle ville di epoca romana dell’ager Stabianus. La ricerca prende le mosse dalle esplorazioni, avviate dai Borbone nel 1754 e condotte a fasi alterne fino al 1778, che interessarono gran parte dell’edificio esteso per circa 15mila mq e databile alla seconda metà del I sec. a.C. Il giornale di scavo e la descrizione delle indagini, le piante realizzate dal Weber e dal La Vega, poi riunite a margine della carta topografica dell’ager Stabianus dal Ruggiero, costituiscono una fonte di informazioni fondamentali per lo studio della villa. Lo studio sistematico di tali fonti ha consentito di ricostruire il contesto di provenienza perduto per una parte delle pitture e dei reperti asportati dalla villa in epoca borbonica ed oggi conservati al museo Archeologico nazionale di Napoli. Una seconda indagine si svolse tra il 1967 e il 1968 quando, durante lavori di estrazione del lapillo, si rimisero in luce il giardino e gli ambienti ubicati a N ea O di esso e si comprese che la villa proseguiva verso SO, area rimasta inesplorata; si rinvenne altresì la statua del pastore che ispirò al D’Orsi il nome della villa stessa. Mettendo insieme i dati d’archivio, le piante, i diari e le fotografie, frutto delle due fasi di indagine citate, per la prima volta si analizza l’edificio non solo dal punto di vista architettonico e topografico e sulla base delle sequenze planimetriche interne, ma anche ricollocando i reperti rinvenuti nel loro contesto di provenienza.
Pozzuoli e Cuma ospitano l’evento finale della IV edizione del Festival Internazionale Rotta di Enea con lo spettacolo teatrale “L’arrivo di Virgilio”
Nei luoghi simbolici della Rotta di Enea: nel Rione Terra, presso il Duomo di San Procolo Martire e sull’acropoli di Cuma si svolgerà il 10 e 11 maggio 2025 l’evento finale della IV edizione di F.I.R.E, Festival Internazionale della Rotta di Enea, nella nuova formula di eventi diffusi per valorizzare la Rete delle Città Virgiliane. La Rete è nata per promuovere i valori rappresentati dall’opera di Publio Virgilio Marone, poeta europeo per eccellenza, con il racconto delle origini mediterranee della civiltà europea narrato dall’Eneide. Le città virgiliane sono quelle legate alla biografia, alle origini e ai luoghi frequentati da Virgilio, tra cui Mantova, Borgo Virgilio, Cremona, Milano, Roma, Atella, Napoli, Brindisi, Bacoli, Quarto, Erice, Centola Palinuro. Nelle prime edizioni di F.I.R.E. sono state valorizzate la cultura e le tradizioni di alcune delle nazioni appartenenti al network. Nel 2021, infatti, è stata protagonista la Grecia; nel 2022 è stato il turno dell’Albania, mentre nel 2023 il tema è stato incentrato su “Il cratere di Enea: Napoli e/è il Mediterraneo”.
Le due mattinate del 10 e 11 maggio 2025 propongono ai partecipanti un itinerario tra archeologia, arte e drammatizzazione, attraverso la riflessione su quei valori fondativi per la civiltà occidentale ed europea, che il Mediterraneo Antico ci ha lasciato in eredità attraverso opere come l’Eneide: l’incontro tra popoli e culture come elemento di progresso, il culto dell’accoglienza, il rispetto per le tradizioni, l’atteggiamento inclusivo e di cura per le persone fragili, il seme della speranza. In un mondo in continua trasformazione l’eredità di Virgilio e il suo anelito alla pace, la figura dell’Enea profugo e la sua attenzione a vecchie e nuove generazioni ci mostrano ancora oggi una strada da seguire. Sabato 10 alle 12 l’incontro in Duomo tra L’Associazione Rotta di Enea, il Parco archeologico dei Campi Flegrei e la Diocesi di Pozzuoli con la presenza delle autorità locali. Domenica 11 alle 11,30 si svolgerà al parco archeologico di Cuma la rappresentazione dell’opera teatrale “L’arrivo di Virgilio”, tratta dal romanzo “La morte di Virgilio” di Hermann Broch, da un’idea di Giovanni Cafiero, con Raffaele Gangale e Andrea Sirianni nei panni del poeta mantovano e dell’imperatore Ottaviano Augusto, con le performer Luna Marongiu e Cristina Putignano e la regia di Cinzia Maccagnano. La manifestazione è realizzata con il contributo della Regione Campania (Avviso pubblico per la realizzazione di progetti per la promozione turistica e la valorizzazione dei territori della Regione Campania del 15.07.2024).
“Interpretare il territorio significa essere in grado di dare valore ai suoi contenuti più intimi” dichiara Fabio Pagano, direttore del parco archeologico dei Campi Flegrei “La valorizzazione del patrimonio culturale flegreo che il Parco porta avanti si fonda sul riconoscimento di questo portato e della sua trasformazione in messaggi e narrazioni che possano assegnare all’antico un nuovo valore contemporaneo”. “Il 1° giugno del 2022”, ricorda il presidente della Rotta di Enea, Giovanni Cafiero, “poco dopo la cerimonia di certificazione della Rotta di Enea come Itinerario del Consiglio d’Europa, Papa Francesco affermò che “un modello emblematico di come affrontare la crisi ci è offerto dalla figura mitologica di Enea, il quale, in mezzo alle fiamme della città incendiata, carica sulle spalle il vecchio padre Anchise e prende per mano il giovane figlio Ascanio portandoli entrambi in salvo”. A questi significati e alla figura di Virgilio – continua Cafiero – sono dedicati i due giorni conclusivi della IV edizione del Festival: resilienza, capacità di combattere le avversità attraverso le armi della pietas e della cooperazione, cura della tradizione e speranza per un futuro migliore costituiscono il grande insegnamento che ci viene da Virgilio e che siamo orgogliosi di condividere con la comunità flegrea, che resiste e coltiva il proprio avvenire contro ogni avversità”. “Enea e Paolo sono entrambi, pur con le loro diversità e i diversi obiettivi, protagonisti di un viaggio attraverso il Mediterraneo dalle forti implicazioni culturali” dice don Roberto della Rocca, Responsabile diocesano di Pozzuoli per i Beni Culturali “portatori di un linguaggio universale e soprattutto dell’inizio di un nuovo mondo”.
Verona. Al museo di Storia Naturale presentazione del libro “Faraoni e fiori. La meraviglia dei giardini dell’antico Egitto” (Il Mulino) di Divina Centore, egittologa del museo Egizio di Torino, nell’ambito della nuova edizione di Giardini Aperti a Veronetta
Mercoledì 7 maggio 2025, alle 17, nella Sala Conferenze “Sandro Ruffo” del museo civico di Storia naturale di Verona, presentazione del libro “Faraoni e fiori. La meraviglia dei giardini dell’antico Egitto” (Il Mulino) dell’egittologa Divina Centore, nell’ambito della nuova edizione di Giardini Aperti a Veronetta che anche quest’anno, il 24 e 25 maggio 2025, permetterà di visitare giardini e spazi verdi, normalmente non aperti al pubblico, del quartiere di Veronetta. L’evento, organizzato dalla Libreria Gulliver di Verona in collaborazione con l’associazione Giardini Aperti di Verona e il museo di Storia naturale di Verona, è l’occasione per presentare al pubblico il nuovo libro di Divina Centore: un appuntamento che connette il mondo della natura con quello della lettura, un viaggio alla scoperta dei segreti dei giardini dell’antico Egitto, un volo tra il fascino dei quei tempi e ricchi spunti botanici. La presentazione sarà l’occasione per avere un confronto con l’autrice che sarà in dialogo con Gaia Guarienti.

Copertina del libro “Faraoni e fiori. La meraviglia dei giardini dell’antico Egitto” di Divina Centore (Il Mulino)
Faraoni e fiori. La meraviglia dei giardini dell’antico Egitto. Alla scoperta dei segreti dei giardini dell’antico Egitto. Un viaggio tra natura, mito e storia che sorprende e incanta. Tebe, 1350 a.C. Sotto il sole ardente, brilla una gemma nascosta: il giardino di Nebamun, alto funzionario del tempio di Amon. Qui palme da dattero, fichi, alberi di persea, ninfee e papiri riflettono il potere e la ricchezza del proprietario. Oasi simili si trovano dentro templi e altri contesti sacri, come anche in residenze private. Quello dei suoi splendidi giardini è un aspetto poco conosciuto della civiltà egizia, eppure resti archeobotanici, testi antichi e pitture sfidano l’immagine di un paese quale terra arida e desertica e ci mostrano come gli egizi sapessero creare giardini e orti incantevoli che oltre a fornire cibo, materie prime e medicine, avevano profondi significati simbolici e tramandavano storie meravigliose.
Divina Centore, egittologa, laureata a Pisa nel 2018, lavora al museo Egizio di Torino nel dipartimento “Interpretazione, Accessibilità e Condivisione”. Tra i suoi compiti principali c’è il supporto scientifico all’ufficio come content creator e divulgatrice scientifica. Per quanto concerne il suo background egittologico, fa parte del team editoriale della Rivista del Museo e cura la pubblicazione online degli Atti dei Convegni del Museo Egizio. I suoi principali interessi di studio sono la ceramica, la flora dell’antico Egitto e l’Egittomania.
#domenicalmuseo: il 4 maggio ingresso gratuito a musei e parchi archeologici statali. Intanto al 1° maggio Roma fa il pieno nella classifica assoluta: 1° Colosseo (31.520 ingressi), 2° Foro romano e il Palatino (22.639 ingressi) e 3° Pantheon (16.593)
Domenica 4 maggio 2025 si rinnova l’appuntamento con la #domenicalmuseo, l’iniziativa del ministero della Cultura che consente l’ingresso gratuito nei luoghi statali della cultura, ogni prima domenica del mese. Le visite si svolgeranno nei consueti orari di apertura, con accesso con prenotazione consigliata o obbligatoria, dove richiesta. La scorsa #domenicalmuseo, il 6 aprile 2025, ha registrato 336.270 ingressi.
Intanto sono stati resi noti i dati degli ingressi per il 1° maggio 2025 quando i luoghi della cultura hanno fatto registrare dati di affluenza particolarmente significativi su tutto il territorio nazionale, superando i 235mila ingressi. E Roma ha fatto la parte del leone: ai primi tre posti della classifica assoluta: 1° Colosseo (31.520 ingressi), 2° Foro romano e il Palatino (22.639 ingressi) e 3° Pantheon (16.593).
Ecco i numeri relativi a parchi e musei archeologici. Colosseo. Anfiteatro Flavio 31.520; Foro Romano e Palatino 22.639; Pantheon – Basilica di Santa Maria ad Martyres 16.593; area archeologica di Pompei 12.360; parco archeologico di Ercolano 2.343; museo e area archeologica di Paestum 2.025; Villa Adriana 1.956; area archeologica di Ostia antica 1.809; museo Archeologico nazionale di Napoli 1.693; Grotte di Catullo e museo Archeologico di Sirmione 1.566; museo Archeologico di Venezia 1.451; parchi Archeologici di Crotone e Sibari – Le castella – Isola Capo Rizzuto KR 1.434; Terme di Caracalla 1.409; museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria 1.127; necropoli dei Monterozzi e museo Archeologico nazionale di Tarquinia 1.048.
Torino. A Palazzo D’Azeglio, il museo Egizio promuove la conferenza “Making and using copper alloys in Ancient Egypt” di Frederik Rademakers (British Museum), in presenza e on line. In collaborazione con ACME e l’università di Torino
Le leghe di rame rappresentano i metalli più ampiamente utilizzati nell’antico Egitto. La loro importanza, sia per scopi decorativi che funzionali, non può essere sottovalutata, eppure le reti di produzione e approvvigionamento sottostanti rimangono in gran parte oscure. Se ne parla al museo Egizio di Torino nella conferenza “Making and using copper alloys in Ancient Egypt” di Frederik Rademakers (British Museum): appuntamento martedì 15 aprile 2025, alle 18.30, a Palazzo d’Azeglio in via Principe Amedeo 34 a Torino, nuovo appuntamento con le conferenze organizzate con l’associazione ACME, Amici e Collaboratori del Museo Egizio. L’ingresso è libero con prenotazione obbligatoria al link https://www.eventbrite.it/…/making-and-using-copper… In inglese con traduzione simultanea in sala. La conferenza sarà trasmessa anche in streaming sulla nostra pagina Facebook e sul nostro canale YouTube. Il programma di incontri è realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino. In questa conferenza verrà presentata una panoramica delle attuali ricerche archeologiche sulla produzione delle leghe di rame, con un’attenzione particolare agli approcci interdisciplinari. La combinazione di scavi sul campo, analisi dei materiali e archeologia sperimentale ha portato, negli ultimi anni, a una comprensione più approfondita di diversi processi importanti. Tuttavia, molti aspetti di questa grande industria rimangono enigmatici, e sarà necessaria molta più ricerca lungo tutta la storia faraonica per rivelare la storia delle tecnologie metallurgiche. Questa presentazione illustrerà lo stato della ricerca nei diversi periodi, con un focus particolare sul Nuovo Regno, dove le ricerche in corso stanno facendo luce sulla complessa natura della produzione dei metalli e sulla sua importanza per altri mestieri antichi.
Frederik Rademakers è un esperto di tecnologie dei materiali antichi e di provenienza. Ha conseguito il dottorato di ricerca presso l’Institute of Archaeology dello University College London nel 2015 e ha successivamente ricoperto la posizione di post-dottorato presso il Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente della KU Leuven. Nel 2021 è entrato a far parte del Dipartimento di Ricerca Scientifica del British Museum come scienziato dei materiali inorganici. Ha studiato i metalli dalla preistoria fino al XIX secolo e in un’area geografica che va dall’Europa all’Africa centrale, ma gran parte del suo lavoro si è concentrato sulla metallurgia antica in Egitto e Sudan. Ha partecipato a missioni sul campo ad Amarna, Ayn Soukhna, Kerma, Pi-Ramesse e Ouadi el-Jarf, e ha collaborato con diverse collezioni museali europee. Attualmente è responsabile (PI) di un progetto triennale finanziato dall’AHRC/DFG, volto a valutare le interazioni tra le attività artigianali ad alta temperatura durante il Nuovo Regno, progetto condotto congiuntamente con la co-responsabile Anna Hodgkinson della Freie Universität Berlin.
Palestrina (Roma). Al via i Ludi Fortunae, rievocazione storica dei giochi in onore della Dea Fortuna Primigenia: un viaggio unico tra battaglie, rituali, giochi e sapori di un tempo lontano. Ecco il programma
Domenica 13 aprile 2025 Palestrina (Roma) si trasforma in un autentico scenario dell’epoca romana, con la rievocazione storica dei Ludi Fortunae in onore della Dea Fortuna Primigenia. Appuntamento dalle 10.30 in piazza della Liberazione – Parco Barberini di Palestrina per un viaggio unico tra battaglie, rituali, giochi e sapori di un tempo lontano. Un’occasione unica per vivere la storia, tra spettacolo, cultura e divertimento. Ingresso libero. In programma spettacoli gladiatori alle 13 e alle 17.30: duelli mozzafiato in onore della Dea, con combattimenti storicamente accurati. Showcooking e degustazioni alle 12.30 e alle 17: un’archeocuoca guiderà alla scoperta dei sapori dell’antica Roma con dimostrazioni e assaggi esclusivi. Rievocazione di un accampamento militare: si potrà esplorare un vero castrum romano e scoprire le tecniche di guerra e la vita quotidiana dei legionari. Tavoli didattici e laboratori interattivi per grandi e piccoli. Sorti e rituali antichi: scoprire il destino nelle tavolette oracolari. Mosaico e decorazioni romane: creare un capolavoro ispirato agli antichi artisti. Armi e armature: toccare con mano l’equipaggiamento dei guerrieri romani. Cosmesi e medicina nell’antichità: scoprire i segreti della bellezza e della cura del corpo.















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