Spalato (Croazia). Al via l’ottava edizione del Festival Internazionale del Cinema Archeologico (MFAF): tre giorni di proiezioni, workshop e conferenze, con 18 film in concorso tra cui 4 produzioni italiane. Ecco i titoli
Ancora un giorno di attesa e poi sarà Festival Internazionale del Cinema Archeologico di Spalato (MFAF). Per tre giorni, dal 7 al 9 novembre 2024, la sala Grande delle Esposizioni del museo dei Monumenti archeologici croati di Spalato (Croazia) si trasformerà in un palcoscenico per più di 18 film in concorso proiettati nelle ore pomeridiane e serali, workshop e conferenze, portando gli spettatori in un viaggio interdisciplinare e transmediale. I visitatori avranno l’opportunità di guardare film di qualità a un passo da grandi monumenti archeologici. Indipendentemente dalla loro durata, i film si soffermano su scoperte archeologiche e scientifiche, mostrando studi, analisi e ricostruzioni di monumenti storici. Sabato 9 novembre, alle 20.10, prima della cerimonia di premiazione, incontro con Martine Regert che nella conferenza “Notre-Dame de Paris dopo l’incendio: una cattedrale della ricerca” presenterà l’eccezionale avventura scientifica e umana, che attualmente riunisce più di 150 esperti provenienti da diversi settori. Tra i 18 film che concorrono per uno dei tre premi in palio (della Giuria degli Esperti, del Pubblico e della Giuria degli Studenti) ci sono quattro film.

Frame del film “L’oro di Venezia” di Nicola Pittarello
GIOVEDÌ 7 NOVEMBRE, alle 17.45, il film “L’oro di Venezia” di Nicola Pittarello (Italia 2022, 55’). Pochi conoscono il rapporto tra la Repubblica di Venezia e i suoi possedimenti terrieri. Nei boschi veneti, friulani e istriani, Venezia trovava il legno indispensabile per costruire le navi da guerra. Per preservare tali materiali, la Serenissima attuò una serie di buone pratiche volte a salvaguardare il territorio, dando luogo anche a un profondo cambiamento di mentalità.

Frame del film “The black Italian Renaissance / Rinascimento nascosto” di Cristian di Mattia
VENERDÌ 8 NOVEMBRE, alle 19.45, il film “The black Italian Renaissance / Rinascimento nascosto” di Cristian di Mattia (Italia 2023, 90’). Il film racconta le vite di personaggi afro-discendenti nell’Italia Rinascimentale, legati tra loro dalla diffusione delle esplorazioni geografiche del XV e XVI secolo, e che, in modi diversi, hanno segnato la Storia. I loro volti fanno capolino tra le tele di alcune delle più grandi opere d’arte di tutti i tempi. I loro nomi sono sparsi tra i libri mastri di archivi antichi. Raccontando le storie di nobili, schiavi, ambasciatori e cavalieri, il documentario svela come il concetto rinascimentale di “razza” fosse diverso da quello che conosciamo oggi.

Frame del film “Uomini e dèi. Il mare e il sacro / Men and gods. The sea and the sacred” di Massimo D’Alessandro
SABATO 9 NOVEMBRE, alle 17, il film “Uomini e dèi. Il mare e il sacro / Men and gods. The sea and the sacred” di Massimo D’Alessandro (Italia 2023, 43’). Le grotte dell’isolotto di Sant’Eufemia, di fronte alla città di Vieste, in Puglia, custodiscono un segreto millenario: più di 200 iscrizioni rupestri che raccontano storie dimenticate. Un patrimonio prezioso che dall’epoca romana all’età contemporanea offre uno sguardo affascinante sulla vita dei marinai che solcavano le pericolose acque dell’Adriatico. Dalle prime incisioni dedicate alla dea Venere Sosandra, la “salvatrice degli uomini”, alle incisioni cristiane del periodo medievale, dove i marinai rendevano omaggio alle loro divinità protettrici incidendo sulle pareti di roccia le loro dediche votive. Una grotta santuario che è un testimone silenzioso di secoli di vita. Grazie al lavoro degli archeologi delle Università di Bari e Foggia, il patrimonio iconografico dell’isola di Sant’Eufemia ritrova voce aprendo nuove porte alla comprensione del passato.

Frame del film “Anima insulae” di Lorenzo Daniele
Alle 19.05, il film “Anima Insulae” di Lorenzo Daniele (Italia 2024, 51′). Il sito di Palikè già in epoca preistorica doveva essere ritenuto un luogo sacro, per la presenza di una grande grotta naturale e dei laghetti di acqua sulfurea. A partire dall’età arcaica l’area di Rocchicella viene istituzionalizzata dai Siculi, comincia ad assumere una precisa fisionomia e a corredarsi di strutture dedicate alla celebrazione dei rituali e pasti in comune in onore dei mitici fratelli Palìci. Si tratta di un culto indigeno dal valore identitario molto forte, in grado di aggregare Siculi che vivono in villaggi spesso distanti fra loro. La sua centralità, illustrata dall’archeologo Brian Evans McConnell, professore presso la Florida Atlantic University, diventa fondamentale durante l’età classica, in occasione della rivolta sicula contro i coloni greci guidata da Ducezio, che farà del santuario di Rocchicella il simbolo dell’identità locale. Il documentario si articola attraverso interviste ad archeologi ed esperti, ma anche a persone comuni che, in forme diverse, hanno stabilito negli anni una relazione con il sito di Palikè, la cui importanza non si limita solo all’informazione storica o alla sua cultura materiale, ma anche alle percezioni di quanti riconoscono il posto come elemento della propria vita oltre che dell’identità siciliana.
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