Roma. In Domus Aurea al via la terza edizione di “Moisai – Voci contemporanee in Domus Aurea”, un’occasione suggestiva e unica per conoscere uno degli aspetti più noti della figura di Nerone, ma raramente indagato: il suo amore per l’Arte. Partendo dalle Muse dell’Imperatore una visita guidata culmina nell’esperienza dell’arte performativa. Ecco il programma. Biglietti solo on-line
Tutto pronto per la terza edizione di quello che è diventato uno degli appuntamenti imperdibili della Capitale “Moisai – Voci contemporanee in Domus Aurea” promossa dal parco archeologico del Colosseo. Un’occasione suggestiva e unica per immergersi nei luoghi della residenza imperiale che meglio riflettono uno degli aspetti più noti della figura di Nerone, ma raramente indagato: il suo amore per l’Arte. Partendo dal ciclo statuario delle Muse, realizzato per l’imperatore e conservato, in frammenti, all’interno della Domus, una visita guidata culmina nell’esperienza dell’arte performativa. Nove visite guidate e nove spettacoli, coniugati in tutte le sue diverse sfumature, nel segno del contemporaneo.
L’evento, promosso e organizzato dal parco archeologico del Colosseo con la direzione artistica a cura di PAV, è articolato in nove incontri – dal 27 settembre al 13 ottobre 2024, per tre weekend, dal venerdì alla domenica – ognuno dedicato ad una delle nove Muse del mito. In ognuna delle serate, un nuovo artista libererà il canto di una Musa diversa, facendosi suo portavoce contemporaneo in un gesto antichissimo, sciolto e compiuto negli ambienti della sala Ottagona, straordinaria macchina scenica creata dagli architetti Severo e Celere per volere del progetto visionario di Nerone. Le visite guidate all’interno della Domus saranno seguite da serate evento per un totale di nove appuntamenti. Le visite saranno accompagnate da un percorso sonoro immersivo, appositamente ideato per l’evento. Dagli angoli silenziosi della Domus riecheggeranno suoni e voci di lingue antiche e moderne, dove i nomi delle nove muse emergono come frammenti ancestrali di un discorso poetico senza tempo. Ogni evento avrà inizio alle 17.30 con ingressi scaglionati per la visita all’interno della Domus Aurea. Le visite culmineranno con l’arrivo in Sala Ottagona, luogo dove avrà inizio lo spettacolo alle 18.30. Acquisto del biglietto esclusivamente online sul sito www.ticketing.colosseo.it
27 settembre 2024: “E D’OGNI MALE MI GUARISCE UN BEL VERSO (Farei parlando innamorar la gente) Breve discorso su Dante, la poesia, il dolore e la vulnerabilità” di Fabio Stassi con Franco Piana in collaborazione con l’agenzia letteraria Alferj. Euterpe, fusa nelle raffigurazioni col suo aulos, simboleggia il rapporto spirituale fra la musica e il verso, carezza che allevia e unisce. Poesia che lenisce, capace di cogliere il tempo nel suo oscillare tra dolore e compassione, nel legame di una comune esistenza che rinsalda la sua solidarietà col potere dell’affabulazione. E d’ogni male mi guarisce un bel verso è un breve viaggio nella vita di Dante e nelle sue opere, da Malinconia a Beatitudine, rilette dal punto di vista del loro potere terapeutico e attraverso lo sguardo dei tanti poeti che lo hanno amato. Era Dante il primo malato della sua Commedia, il primo dei pazienti. Ma di quali disturbi soffriva, di cosa voleva curarsi? E che tipo di sanatorio è l’Inferno? Questa piccola affabulazione cerca di mettere a fuoco il principio attivo dei suoi versi, come la compassione o la capacità di provare solidarietà e immedesimarci nelle pene altrui, una medicina che abbiamo smesso da tempo di somministrarci. Nella convinzione che la poesia sia la più grande terapia del dolore.
Fabio Stassi è bibliotecario e scrittore. I suoi ultimi romanzi sono Mastro Geppetto e Notturno francese (Sellerio). Nel 2023 è uscito il saggio E d’ogni male mi guarisce un bel verso. Breve discorso su Dante, la poesia e il dolore.
Franco Piana è uno dei più importanti musicisti jazz della scena italiana, noto sia come trombettista-flicornista, che come arrangiatore e compositore. Vanta collaborazioni con i più importanti jazzisti del panorama internazionale.
28 settembre 2024: “LETTERA A UNA RAGAZZA DEL FUTURO”, autrice e voce narrante Concita De Gregorio; canzoni, voce e chitarra Erica Mou; illustrazioni di Mariachiara Di Giorgio. Urania, sotto una volta che è l’ora e l’altrove, Urania brilla e con essa l’insieme dei momenti di un’intera vita. In una geometria di eventi che misurano il passato e ancor più il futuro, l’esistenza, nella sua inarrestabile corsa, nel fulgore di vita nascosto tra le pieghe dei più suoi piccoli episodi, si slancia nello sguardo aperto di chi scavalca la paura per guardare a ciò che vuole essere e che infine sarà. “Vivi come se il mondo fosse già quello che vuoi. Incarna il mondo che vorresti.” Concita De Gregorio scrive una lettera alla sé stessa del passato e alle ragazze che diventeranno donne. Le sue parole sono un filo potente e prezioso che unisce le generazioni, un’ode alla ribellione e alla gentilezza. Nel reading scenico, impreziosito dalle illustrazioni di Mariachiara Di Giorgio, l’autrice intreccia le sue parole con la chitarra e la voce di Erica Mou. De Gregorio e Mou, che da tempo lavorano insieme in teatro, trasformano la lettura e le canzoni in una musica sola, in un manifesto di indipendenza, amicizia, coraggio che non può fare a meno della paura, della fragilità e della forza, della libertà.
Concita De Gregorio, giornalista, scrittrice, autrice. Firma storica di Repubblica, ha ideato e condotto programmi per la tv. Ha pubblicato numerosi saggi e romanzi per Laterza, Einaudi, Feltrinelli da cui sono state tratte opere teatrali e cinematografiche.
Erica Mou è una cantautrice pugliese, classe 1990. Nel 2012 partecipa al Festival di Sanremo nella categoria giovani vincendo il Premio della Critica Mia Martini e il Premio Sala Stampa Radio Tv. Collabora più volte con il mondo del cinema e nel 2014 è candidata al David di Donatello per la Migliore Canzone Originale.
29 settembre 2024: “SCONFINAMENTI Dialogo tra danza e musica” di e con Rodrigo D’Erasmo e Nicola Galli; produzione Fondazione Teatro Ponchielli di Cremona, TIR Danza. Tersicore, colei che si diletta nella danza attraverso un’armonia di linee, creando un contrappunto perfetto fra un dentro e un fuori immaginario. Dalle dita della mano destra, intente a far vibrare la lira, alla punta del piede sinistro, il corpo della musa, si accorda con il ritmo universale, ascolta le vibrazioni della terra e di ogni altrove, sconfinando in un moto perpetuo che ne coreografa il respiro. Sconfinamenti è l’incontro tra due eclettici artisti della scena italiana, due mondi che si dischiudono per la prima volta nella totale assenza di prove generali. In uno spazio di improvvisazione, Nicola Galli, esponente dell’attuale nouvelle vague della danza contemporanea italiana, e il compositore e violinista Rodrigo D’Erasmo (membro della band Afterhours) dialogano sulla soglia dei rispettivi linguaggi artistici per comporre una partitura coreografico-sonora nell’istantaneità del gioco. Tra sincronie e punti di fuga, prende forma un percorso che, intrecciando suono e movimento, si dischiude in un invito a superare il confine del proprio territorio e a contaminarsi per trovare nella reciprocità uno spazio permeabile all’ascolto.
Nicola Galli (1990, Italia) si occupa di ricerca corporea ed è coreografo, danzatore, light e costume designer. Il suo lavoro abbraccia un orizzonte scenico trasversale, nel quale il corpo diviene il centro irradiante di un discorso artistico che si sostanzia in una sensibilità scenica votata all’esplorazione del movimento come panorama ibrido di saperi. Dal 2014 è artista sostenuto dall’organismo di produzione TIR Danza. Nel 2018 vince il premio Danza & Danza come miglior coreografo emergente.
Rodrigo D’Erasmo è violinista, polistrumentista, compositore, arrangiatore e produttore di formazione classica. Dal 2001 ad oggi ha registrato decine di album in tutto il mondo, collaborando in studio e live con numerose band e artisti, tra cui Mark Lanegan, Muse, Damon Albarn, Rokia Traorè e molti altri. Dal 2008 è membro degli Afterhours, con i quali ha vinto vari premi, tra cui il premio della critica al Festival di Sanremo 2009 e il premio Tenco nel 2012.
4 ottobre 2024: “ELIZABETH I- Sorry for what?”, ideazione e regia Giulia Spattini; danzato e creato da Paolo Rosini e Giulia Spattini; disegno sonoro Guido Affini; luci Francesco Traverso; collaborazione produttiva Balletto Civile, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale; foto di Barbara Carioli. Ricomponendo le sorti degli uomini, Clio, prima fra le Nove e musa della storia, racconta e onora la vita di chi celebre è stato. Precettrice imprescindibile e generosa, apre lo sguardo su un tempo passato eppur così vicino, indicando la direzione con la sua mano discreta, segnando la linea da cui partire per dare movimento con lucida forza all’eterna lotta per l’affermazione del sé nell’istante del secolo. La scena è il campo di battaglia, un ring contemporaneo. La sfida è prendere posizione. Scegliere, costruire. Senza scuse. senza alibi. Uno sferzante allenamento alla vita. Elisabetta I nel corso della sua vita è stata artefice della propria rinascita diventando la vergine Regina, una contraddizione che segna profondamente la lotta interna che fece con sé stessa e il mondo politico, costituito da uomini, con il quale si è trovata a combattere. Una lotta per la sopravvivenza, la costruzione di un nuovo se attraverso un’immagine articolata e complessa per salvare la propria natura profonda.
Giulia Spattini, danzatrice, performer, dal 2011 è membro permanente della compagnia Balletto civile, come danzatrice e insegnante. Nel 2019 vince una menzione speciale al Festival Pindoles di Barcellona con lo spettacolo Longing For di cui è autrice e interprete. Nel 2019 Vince il PREMIO della Critica Direction Under 30 e il PREMIO PNP Spettatori Mobili con lo Spettacolo HER-ON, scritto insieme ad A. Pallecchi. Nel 2023 lavora come autrice al nuovo progetto ELIZABETH, Sorry for what?
5 ottobre 2024: “LAVINIA FUGGITA” in scena Michela Cescon, Tullio Visioli, Livia Cangialosi a cura di Teatro di Dioniso; direzione del suono e musiche originali Tullio Visioli; ideazione e messa in scena Michela Cescon; cura del progetto Nicoletta Scrivo. Disegnando nuove armonie, la voce si fa canto, connettendo la parola alla sua sacralità nascosta, trasformandola in musica. Parla con i suoi inni, Polimnia, parla di immanenza attraverso una lingua intellegibile non solo con l’ascolto, e riscopre in una nuova melodia il seme di quella libertà che, pur costretta, è sempre innata. …a Eleonora Duse, a cent’anni dalla sua morte. Lavinia Fuggita è il componimento in cui si ha la piena, splendida misura del talento di Anna Banti. La storia racconta di Lavinia, una ragazza orfana che, agli inizi del Settecento, viene raccolta all’Ospedale della Pietà di Venezia, dove impara a suonare e a cantare. Divenuta maestra di coro, Lavinia è scossa da un irresistibile istinto per la composizione, che la porta a sostituire le partiture da copiare con le sue invenzioni musicali. Una di queste è l’esecuzione del maestro Don Antonio Vivaldi, precettore presso l’Istituto. Scoperto il fatto e il quaderno che contiene tutte le sue composizioni, Lavinia viene punita e umiliata. Quel giorno, fiera della sua intelligenza e bellezza, scompare, forse in un veliero arrivato da lontano, e di lei nessuno saprà più nulla.
Michela Cescon è attrice, produttrice e regista. Si è formata alla scuola per attori del Teatro Stabile di Torino diretta da Luca Ronconi. Collabora in teatro e nel cinema con numerosi e importanti registi. Dal 2017 assume la direzione artistica del Teatro di Dioniso.
Tullio Visioli è un compositore, flautista, cantante e didatta italiano. La sua attività musicale spazia dal concertismo alla direzione di coro, dalla didattica pedagogica strumentale e vocale all’arteterapia sonora.
6 ottobre 2024: “POLIFEMO INNAMORATO” di e con Giovanni Calcagno; musiche eseguite dal vivo da Puccio Castrogiovanni; danza a cura di Marco Di Dato e Vanessa Lisi; consulenza alle traduzioni Alessandra Pescetta, Giovanni Ludeno, Mauro Mangano, Piero Grassini; occhio esterno e costumi Alessandra Pescetta; marionette corporee Bianca Bonaconza; una coproduzione Scenario Pubblico/Centro di Rilevante Interesse Nazionale per la Danza, Associazione Musicale Etnea e la Casa dei Santi. Le passioni irrorate dalle lacrime, ferite dischiuse come fiori candidi macchiati da un desiderio d’amore. Nel canto che scioglie ogni speranza, Erato si fa compagna e confidente dei lamenti degli eroi del mito che la bramosia trasforma, dando voce alla loro forza e alla loro poesia, troppo spesso offuscate dalla vanità degli uomini. Il Polifemo innamorato è pensato come a una serie di quadri ispirati alle narrazioni in greco, siciliano, romanesco, veneto e napoletano che traggono spunto dai testi classici di Teocrito Siracusano e di Ovidio. Teocrito, nel suo idillio dedicato al giovane Polifemo, ha voluto mettere in risalto la potenza del sentimento dell’Amore, capace di trasformare un essere abietto e rozzo come un ciclope in un poeta. Ovidio, nelle sue Metamorfosi, affronta la vicenda ponendo l’accento sulla tragica vicenda dell’omicidio da parte di Polifemo del pastore Aci, colpevole di ricambiare l’amore di Galatea, desiderata dal Ciclope. La morte di Aci determina però una trasformazione del pastore in un fiume che, scendendo verso il mare, si potrà finalmente congiungere per sempre con Galatea.
Giovanni Calcagno è un attore ed autore siciliano. Al cinema e in TV è interprete per Marco Bellocchio, Mario Martone, Danny Boyle, Valeria Golino. In teatro è stato diretto da Luigi Lo Cascio, Valerio Binasco, Vincenzo Pirrotta. Insieme ad Alessandra Pescetta, si occupa di formazione e produzione nel campo teatrale e cinematografico per la Casa dei Santi. Fra le opere prodotte, La città senza notte e 100 Preludi, dei quali è co-sceneggiatore e L’ombra della sposa, in concorso a Venezia-Orizzonti 2017 e vincitore del Nastro d’Argento per l’innovazione. Giovanni Calcagno è un narratore, autore e traduttore di molti testi della classicità e della tradizione mediterranea e mediorientale.
11 ottobre 2024: “DRONE TRAGICO – un volo sull’Orestea” creato, interpretato e diretto da Giulia Dall’Ongaro e Enrico Deotti; musiche di Cleaning Women. Una produzione Teatrino Giullare con il sostegno della Regione Emilia Romagna e di RESIDENZE DIGITALI. Le gesta degli eroi e le loro peregrinazioni, le voci degli dei sovrastate dal potere insondabile del destino. Melpomene, fiera e solenne ispiratrice del tragico, si fa portavoce del fato, traduce il suo volere, misurando le gesta senza tempo degli uomini e osservando dall’alto ciò che dall’oblio sarà strappato. Un progetto speciale che unisce teatro e digitale a partire dall’eccezionale traduzione che Pier Paolo Pasolini fece dell’Orestea di Eschilo. L’Orestea è l’opera dei punti di vista a partire da quello degli dei che osservano dall’alto, a quello del coro che osserva a distanza, fino a quello dei diversi personaggi immersi nella tragedia. L’idea fondante del progetto è di ampliare la questione dei punti di vista posti dal testo filmando le azioni e le situazioni con un drone e videocamera 360 gradi volando di paesaggio in paesaggio seguendo il viaggio di Oreste che torna a casa interrogandosi sui fatti accaduti e sul proprio agire.
Teatrino Giullare crea spettacoli teatrali, installazioni, laboratori, rassegne, progetti speciali per il teatro e l’arte. Tra i vari riconoscimenti ricevuti il Premio Speciale Ubu (2006), il Premio Nazionale della Critica (2006), il Premio della Giuria al 47^ Festival MESS di Sarajevo (2007), Il Premio Hystrio Altre Muse (2011), l’Excellent Play Award della Central Academy of Drama di Pechino (2019), il Premio Rete Critica (2020), il Premio Hystrio Digital Stage (2021).
12 ottobre 2024: “NOTTE DI SFOLGORANTE TENEBRA” Laura Morante, voce recitante; Davide Alogna, violino; Luca Provenzani, violoncello; regia a cura di Daniele Costantini; testo di Laura Morante; musiche di Johann Sebastian Bach, Reinhold Gliere, Maurice Ravel, George Friedrich Haendel/Johann Havorsen; coordinamento artistico e distribuzione a cura di Elena Marazzita. Nel contrasto di storie agli antipodi, la poesia unisce la voce e i suoi riverberi, attraverso un rito collettivo che erode con la furia delicata e costante di un fragile cuore. Calliope, la musa della bella parola, si fa compagna delle eroine, guida libera e discreta che indica la via a chi si lascia ispirare dalla sua voce sottile e decide a ogni modo di resistere, con nostalgia e dolcezza. La sanguinosa guerra di Troia, durata dieci anni, si è conclusa con la vittoria dei Greci, ma le donne, greche o troiane, mogli, figlie o sorelle dei trionfatori o degli sconfitti, hanno tutte pagato un amarissimo tributo. Hanno perduto padri o sposi amati, oppure da sposi o padri sono state ingannate, tradite, abbandonate. I vincitori hanno infierito sui vinti, le donne troiane, prede di guerra dei soldati greci, sono costrette a servire gli assassini dei propri figli e dei propri sposi, come schiave o concubine, invise alle loro mogli legittime. Sei straordinarie figure femminili delle tragedie di Eschilo, Sofocle ed Euripide si raccontano sullo sfondo del tragico retaggio della guerra. Tre greche, Clitemnestra, Elettra ed Elena, e tre troiane, Cassandra, Ecuba e Andromaca. Accogliendo e rielaborando opere differenti, i sei monologhi mettono in scena personaggi controversi, che è difficile sottoporre a un giudizio morale.
Laura Morante inizia la sua carriera da giovanissima, prima nella danza, con la compagnia di Patrizia Cerroni, poi in teatro con Carmelo Bene, al cinema con Giuseppe e Bernardo Bertolucci, Nanni Moretti, Mario Monicelli, Gianni Amelio, Pupi Avati, Peter Del Monte. Nel corso degli anni si cimenta con il cinema italiano e straniero, lavorando con autori di grande prestigio, come Monteiro, Malkovich, Tanner, Vecchiali e Resnais. Forte di premi e riconoscimenti per la sua carriera di attrice, nel 2012 esce Ciliegine, il suo primo film come regista (Globo d’oro come Regista rivelazione). Nel 2016 firma la sua seconda regia con il film Assolo. Brividi immorali è il suo esordio letterario.
13 ottobre 2024: “PEPPE SERVILLO LEGGE MARCOVALDO. Le fantasiose storie di uno dei personaggi più celebri della letteratura italiana per rendere omaggio a Italo Calvino”. Peppe Servillo, voce recitante; Cristiano Califano, chitarra. Distribuzione a cura di Aida Studio Produzioni. Coordinamento artistico a cura di Elena Marazzita. Una maschera e l’aria allegra. Lo sguardo di Talia ci accompagna nella commedia, stravolgendo il senso comune, facendo dell’ironia l’arma di ribaltamento del quotidiano vivere. Nelle intenzioni sagaci quanto immaginifiche disvelate dalla sua arte, la musa sfida l’uomo con la potenza sovversiva del sorriso e della fantasia. La lettura, interpretata magistralmente da Peppe Servillo con le note alla chitarra di Cristiano Califano, porta in scena uno dei personaggi più celebri della letteratura italiana, rendendo omaggio a Italo Calvino nei 100 anni dalla nascita. Dalla lettura delle fiabe scelte emergono gli aspetti più fiabeschi e ironici del noto personaggio, evidenziandone l’assoluta modernità: la complessa vita caotica in città, l’urbanizzazione senza razionalità ed ordine, l’industrializzazione crescente, la povertà delle fasce più basse della popolazione, la difficoltà dei rapporti umani ed interpersonali. Le storie di Marcovaldo ci invitano ad affrontare le difficoltà quotidiane con fantasia e immaginazione: ne coglieremo la dimensione di eroe tragicomico che ci insegna come in ogni momento della giornata si possano ricercare segni e occasioni per poter essere felici.
Peppe Servillo. Debutta nella musica con gli Avion Travel nel 1980. La sua storia coincide in gran parte con quella del suo gruppo che, in circa trent’anni di lavoro, ha pubblicato numerosi album conquistando importanti riconoscimenti. Partecipa in qualità di attore in teatro e in cinema, collaborando con numerosi registi, tra cui Fabrizio Bentivoglio, Wilma Labate, Mimmo Calopresti, Paola Randi, John Turturro, Lina Wertmuller, Manetti Bros e molti altri. Nel 2013 vince il premio “Le maschere del teatro italiano” ed il premio “Ubu” come migliore attore non protagonista lo spettacolo Le voci di dentro di Eduardo De Filippo.
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