Pompei. Al Teatro Grande “DE RERUM NATURA [There is no planet B]” liberamente ispirato al De rerum natura di Tito Lucrezio Caro, su ideazione, adattamento e regia di Davide Iodice e drammaturgia di Fabio Pisano, secondo spettacolo della settima edizione del Pompeii Theatrum Mundi 2024 un progetto del Teatro di Napoli – Teatro Nazionale e del parco archeologico di Pompei

pompei_teatro-grande_rassegna-theatrum-mundi_2024_de-rerum-natura_davide-iodice_locandinaUn nuovo, atteso debutto nazionale giovedì 27 giugno 2024 per il secondo spettacolo in cartellone della settima edizione del Pompeii Theatrum Mundi 2024 un progetto del Teatro di Napoli – Teatro Nazionale e del parco archeologico di Pompei dal 13 giugno al 13 luglio 2024 al Teatro Grande del sito di Pompei. Giovedì 27, con repliche venerdì 28 e sabato 29 giugno 2024 la rassegna propone lo spettacolo “DE RERUM NATURA [There is no planet B]”, liberamente ispirato al De rerum natura di Tito Lucrezio Caro, su ideazione, adattamento e regia di Davide Iodice e drammaturgia di Fabio Pisano. Le scene, le maschere e i pupazzi sono di Tiziano Fario, i costumi di Daniela Salernitano, le luci di Loic Francois Hamelin, le musiche originali di Lino Cannavacciuolo. La produzione è del Teatro di Napoli – Teatro Nazionale. Biglietti online bit.ly/3R2DcA3. Info 0815510336, biglietteria@teatrodinapoli.it

© ivan nocera per teatro di napoli

“De Rerum Natura – There is no planet B” per la regia di Davide Iodice (foto ivan nocera / teatro di napoli)

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La botanica Annamaria Ciarallo (foto parco archeologico pompei)

Dedicato alla memoria della dott.ssa Annamaria Ciarallo, botanica (vedi Pompei. Alla Palestra Grande anteprima della rassegna “Palestra Culturale” con la presentazione del libro di Valeria Parrella “La Fortuna”. Visite libere o guidate alla mostra “Arte e sensualità nelle case di Pompei”, e intitolazione ad Annamaria Ciarallo il Laboratorio di ricerche applicate del Parco | archeologiavocidalpassato), lo spettacolo vede in scena Aida Talliente, Ilaria Scarano, Carolina Cametti, Teresa Battista, Greta Esposito, Sergio Del Prete, Wael Habib, Giovanni Trono, Marco Palumbo, Emilio Vacca, con la partecipazione straordinaria di ORCHESTRÌA [il progetto speciale di musica inclusiva dell’associazione FORGAT ODV all’interno della scuola elementare del Teatro – Conservatorio Popolare per le arti della scena, a cura di Francesco Paolo Manna, Antonio Frajoli]. Il regista Davide Iodice e il giovane drammaturgo Fabio Pisano tornano a collaborare insieme dopo il successo di Hospes-Itis, in un lavoro dove i temi del De Rerum precipitano fragorosamente nel nostro presente.

© ivan nocera per teatro di napoli

“De Rerum Natura – There is no planet B” per la regia di Davide Iodice (foto ivan nocera / teatro di napoli)

“Quello del De Rerum”, scrive Davide Iodice nelle note di regia, “è un tema coltivato già dai tempi dell’Accademia, tra i materiali che il mio maestro Andrea Camilleri mi suggeriva ad ispirazione. E in effetti prima che il teatro decidesse al posto mio, avevo immaginato un futuro, o meglio una fuga dalla mia realtà di marginalità periferica, come etologo, o naturalista, in qualche landa estrema. Ritorna ora come oggettivazione di un sentimento del presente che si è caricato in questi anni pandemici di un terrore di vuoto, di un senso di apocalisse e di rivincita di quella Natura a cui ormai non apparteniamo più, e che ci rigetta per mezzo di un pipistrello o (anche mentre scrivo) di fiumi di fango. I temi del De Rerum, precipitano fragorosamente in questo tempo, e la voce di Lucrezio mi pare sovrapporsi ora a quella di una ragazzina svedese diagnosticata come Asperger, inverarsi nella sua sensibilità dolorosa. La vicenda di Greta, la sua emblematicità, non poteva non intersecare la mia storia personale e la mia progettualità pedagogica che da anni privilegia la disabilità intellettiva indagandone le possibilità. L’immagine portante consegnata a Fabio Pisano per il suo ordito di parole – continua Iodice –  è stata dunque quella del celebre discorso pronunciato all’Onu da Greta Thunberg sull’emergenza climatica. A Greta hanno fatto seguito altre figure nelle cui vicende ho sentito riverberare i temi e le invettive del poeta latino: la giovane attivista italiana che con la sua sincera naivtè e il suo sincero terrore del futuro manda in lacrime i discorsi di un ministro dello Stato; Julia ‘butterfly’ Hill e la sua resistenza anticapitalistica al cinismo distruttivo delle majors, sospesa tra i rami di una sequoia; le anziane e accudenti donne dell’isola di Lesbo e la loro pietas per dei figli di altre madri, di altri paesi; i minatori d’oro africani e i braccianti delle nostre terre infette che ‘sudano sangue’ sfruttati dagli speculatori e muoiono insieme a quelle terre. Sin da subito in questo materiale così eterogeneo, ha fatto capolino un daemon, uno spirito guida, il correlativo simbolico di questo sentimento di perdita credo, di natura ferita e in dissolvimento, ha fatto capolino un orso polare, uno di quegli orsi polari che alla fine di questo secolo secondo le stime non esisteranno più. Questo lavoro – conclude il regista – è dedicato alla memoria di una studiosa, un’importante botanica, una persona a me molto cara, strettamente legata a questo luogo: che mi ha insegnato ad amare e per cui ho immaginato sin da subito il progetto. Ma anche, idealmente, con molte scuse e molta ammirazione, alle ragazze e ai ragazzi che animano i tanti movimenti di impegno ecologico, sociale, civico, nei territori più diversi. Al loro grido appassionato e “imperioso”, contro le incoerenze e le ingiustizie, alle loro ‘battaglie’ per il proprio futuro, con la certezza, non poco vacillante in questi tempi di guerra, che I movimenti della distruzione non possono prevalere per sempre, non possono seppellire in eterno la vita”.

© ivan nocera per teatro di napoli

“De Rerum Natura – There is no planet B” per la regia di Davide Iodice (foto ivan nocera / teatro di napoli)

“De Rerum Natura – There is no planet B”, scrive nelle sue note Fabio Pisano, “è un testo che racconta in sei episodi il rapporto tra uomo e natura nel nostro contemporaneo; il titolo è ispirato all’opera didascalica in versi del poeta latino Lucrezio; opera ch’ha rappresentato il punto di partenza intorno cui sviluppare la drammaturgia; sei “libri”, un prologo, un interludio e un epilogo, in cui prevale la forma dialogica, perché è proprio attraverso il dialogo, attraverso la forza rivelatrice del dialogo che ho provato a restituire il Teatro in tutta la sua potenza, in tutta la sua affascinante capacità di turbamento. A raccordare tra loro gli episodi, c’è la voce della Natura, che, mediante l’uso dei versi originali dell’opera di Lucrezio, si rivela quale forza primordiale e motrice di tutte le cose. La drammaturgia è stata poi adattata dal regista, Davide Iodice, che ha composto una partitura per la messa in scena, rielaborando alcune parti del testo e eliminandone altre”.

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