Ariano nel Polesine (Ro). Per il “Venerdì archeologico” nel giardino delle scuole, Giovanna Gambacurta (università Ca’ Foscari di Venezia) tiene la quarta conferenza sulle scoperte della campagna di scavo 2024 a San Basilio: “Ecco quello che abbiamo trovato”. Segue apericena


Campagna 2024 dell’università Ca’ Foscari nel sito preromano di San Basilio (Ariano nel Polesine, Ro): il team del primo turno (foto unive)
Per il “Venerdì archeologico” ultimo appuntamento con il ciclo di conferenze legate agli scavi archeologici di San Basilio ad Ariano nel Polesine (Ro). Venerdì 21 giugno 2024, alle 18.30, nel giardino delle scuole di Ariano nel Polesine quarta conferenza sugli sviluppi della campagna di scavo 2024 tenuta dalla professoressa Giovanna Gambacurta dell’università Ca’ Foscari di Venezia. In caso di maltempo l’incontro si tiene nella vicina sala della Cultura in via Matteotti 42. Al termine della conferenza sarà offerto un’apericena a buffet per tutti i partecipanti. Consigliata la prenotazione: 392.9259875.

Campagna 2024 dell’università Ca’ Foscari nel sito preromano di San Basilio (Ariano nel Polesine, Ro): le aree di scavo viste da Nord (foto unive)

Campagna 2024 dell’università Ca’ Foscari nel sito preromano di San Basilio (Ariano nel Polesine, Ro): pulizia delle strutture intaccate dalle arature nell’area Nord (foto unive)
“Lo scavo di quest’anno è stato molto proficuo”, anticipa la professoressa Gambacurta. “Abbiamo operato su due fronti: abbiamo proseguito il lavoro nella trincea del 2023, dove la situazione è molto compromessa dalle arature, ma il proseguire dello scavo ci ha consentito di capire meglio alcune caratteristiche ed alcuni orientamenti delle strutture che, anche se molto distrutte, danno comunque una immagine dell’insediamento. È possibile che in quel settore del centro abitato – continua – si sia sviluppato un vasto incendio che ha compromesso gli edifici e quindi i resti che ne abbiamo compaiono in larga parte carbonizzati. Il valore di questo saggio, come di altri che abbiamo fatto negli anni precedenti è anche quello di aiutarci a comprendere cosa si conserva di San Basilio e cosa è invece andato irrimediabilmente perduto in quanto lo spianamento della duna su cui sorgeva il centro nel settore settentrionale ad opera delle attività agricole è ormai chiaro. Si tratta di un dato rilevante a livello topografico e per indirizzare le ricerche future.

Campagna 2024 dell’università Ca’ Foscari nel sito preromano di San Basilio (Ariano nel Polesine, Ro): area sud-est dall’alto, Si può vedere la pavmentazione in argilla giallastra (foto unive)

Campagna 2024 dell’università Ca’ Foscari nel sito preromano di San Basilio (Ariano nel Polesine, Ro): il team del secondo turno (foto unive)
“Grazie ad una ampia campagna di prospezioni geomagnetiche operata nel progetto dall’università di Padova in collaborazione con l’università di Bamberg – sottolinea l’archeologa -, abbiamo poi individuato un settore in cui abbiamo aperto una seconda trincea. L’ubicazione rispetto alla topografia antica è molto diversa in quanto ci si trova verso il piede della duna fossile, le stratificazioni archeologiche si trovano alla profondità media di 70-80 cm e quindi non sono intaccate dall’aratro. Abbiamo aperto quest’anno una trincea che speriamo di analizzare meglio negli anni a venire perché la situazione antica è sigillata e conservata e promette molto bene. Per ora sembra di cogliere l’assetto di uno o più edifici con le solite tecniche costruttive in legno e terra, quindi molto deperibili. È interessante che l’orientamento dovrebbe essere il medesimo delle strutture rinvenute da Silvia Paltineri di poco a Ovest e anche di quelle che avevo identificato nelle singole trincee di scavo che avevo condotto tra il 2019 e il 2021; sempre di più si ha la sensazione di trovarsi di fronte ad un insediamento ben pianificato.

Campagna 2024 dell’università Ca’ Foscari nel sito preromano di San Basilio (Ariano nel Polesine, Ro): fondo di skyphos di importazione attica (foto unive)
“I materiali rinvenuti non sono molti per ora – conclude Gambacurta – ma sono omogenei dal punto di vista cronologico e ci consentono di inquadrare i resti rinvenuti in entrambi i saggi di scavo tra la fine del VI e i primi decenni del V secolo a.C.”.
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