Napoli. A Palazzo Reale, negli spazi della soprintendenza, presentazione del libro “Impronte di donna. Realtà femminili nell’antichità classica” di Mariarosaria Barbera (edizioni Espera): una panoramica sulle donne “speciali”, quelle che sono riuscite a lasciare traccia di sé

napoli_palazzo-reale_libro-impronte-di-donna_di-mariarosaria-barbera_locandinaMercoledì 19 giugno 2024, alle 16, in sala “Giovanni Carbonara” a Palazzo Reale a Napoli, , all’interno dei nuovi spazi della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli, presentazione del libro “Impronte di donna. Realtà femminili nell’antichità classica” di Mariarosaria Barbera (edizioni Espera). Con l’autrice intervengono Mariano Nuzzo, soprintendente ABAP per l’area metropolitana di Napoli; Teresa Elena Cinquantaquattro, segretario regionale MiC per la Campania; Paola Miniero, già funzionario archeologo MIC.

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Copertina del libro “Impronte di donna. Realtà femminili nell’antichità classica” di Mariarosaria Barbera

Impronte di donna. Realtà femminili nell’antichità classica. Il libro intende fornire una panoramica sulle donne “speciali”, quelle che, pur nella condizione di minorità cui la società antica e le sue leggi le costringevano, sono riuscite a lasciare traccia di sé, della loro vita e spesso delle loro capacità. Dopo un necessario accenno ai periodi più remoti, quando la protostoria diventa storia e viene narrata affiancando alla cultura materiale il supporto delle fonti scritte, si segue essenzialmente lo sviluppo della società greca e di quella romana, nel rapporto con il genere femminile e soprattutto con un certo numero di donne rappresentative della condizione, dei suoi disagi e delle sue conquiste. I primi tre capitoli offrono un inquadramento generale rispetto alle donne riassuntivamente definibili “etrusche e italiche”, poi a quelle greche e romane, rilevando similitudini e differenze delle condizioni sociali e giuridiche. Il concetto di “donna greca”, infatti, presenta sensibili variazioni nel tempo e nello spazio, in dipendenza dalle diverse geografie e diversi sistemi statuali, fino a giungere una certa omologazione legata a nascita e diffusione della cultura ellenistica. Risulta più ampio lo spettro delle donne romane, presentate (ove occorra insieme con le consorelle della Grecia e dell’Oriente ellenistico) anche nel rapporto con la vita pubblica: il sacerdozio delle Vestali, il lavoro spicciolo ma anche imprenditoriale, la medicina, le humanae litterae, lo spettacolo, lo sport e la politica, nella quale molte donne si distinsero dalla monarchia all’avanzato periodo imperiale, lasciando il segno. Il volume si conclude con un focus sull’età tardoantica, quando l’irrompere del cristianesimo modifica gli equilibri politici e sociali, anche invertendo il percorso di autonomia femminile da tempo intrapreso e definendo la nuova condizione della donna cristiana, in un rapporto complesso e mutevole con i valori e le esigenze di autoconservazione della classe dirigente, legata ai vecchi culti.

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L’archeologa Mariarosaria Barbera

Mariarosaria Barbera, archeologa di grande esperienza con una carriera ricca di successi nella gestione e valorizzazione del patrimonio archeologico in diverse regioni italiane, ha dedicato la sua carriera allo studio e alla valorizzazione del patrimonio archeologico, con importanti incarichi in Campania, Sardegna, Toscana e Roma. Ha riaperto musei e complessi monumentali, coordinato progetti significativi come il Museo delle Navi a Fiumicino e il rinnovato Museo Ostiense, e ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti come il Marchio del Patrimonio Europeo dalla Commissione Europea.

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