Paestum. “Diari di Archeologia”: nel sesto episodio l’archeologo del parco Francesco Uliano Scelza ci porta a scoprire la galleria ferroviaria 60 metri sotto l’area archeologica di Velia, trasformata in deposito, e presto accessibile al pubblico con un ascensore dall’acropoli

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La galleria deposito di Velia, galleria ferroviaria ottocentesca in disuso, 60 metri sotto l’area archeologica (foto pa-paeve)

Dopo aver seguito lo scavo del Tempietto dorico di Paestum con Tiziana D’Angelo, direttrice del parco archeologico di Paestum e Velia, aver partecipato con Teresa Marino, funzionario archeologo del parco, al sopralluogo effettuato con l’Opificio delle Pietre Dure alla Tomba del Sequestro della Finanza, essere andati alla scoperta della sezione “Oltre il museo” nei depositi del museo di Paestum con Manuel Crisci assistente alla fruizione, aver visitato a Velia la mostra “Elea: la Rinascita” col funzionario archeologo del Parco, Francesco Uliano Scelza, essere entrati nel vivo dei progetti di monitoraggio dei templi insieme al direttore del parco archeologico di Paestum e Velia, Tiziana D’Angelo e al funzionario architetto Antonella Manzo (vedi Paestum. “Diari di Archeologia”: nel quinto episodio il direttore Tiziana D’Angelo con il funzionario architetto Antonella Manzo ci porta nel vivo dei progetti di monitoraggio dei templi | archeologiavocidalpassato), nel sesto episodio della rubrica “Diari di archeologia”, accompagnati dal funzionario archeologo del parco, Francesco Uliano Scelza, ci addentriamo nella galleria ferroviaria ottocentesca, che si trova a sessanta metri sotto l’acropoli di Velia, attualmente in disuso, che è stata trasformata in deposito per custodire una parte cospicua dei reperti rinvenuti nella città antica. Questo spazio è interessato da un ambizioso progetto di riqualificazione che lo trasformerà in un deposito completamente accessibile a tutti i visitatori, prevedendo anche la realizzazione di un ascensore di collegamento tra acropoli e galleria sottostante.

“Siamo a Velia in un posto unico”, spiega Scelza, “siamo all’interno del deposito della città antica realizzato qualche decennio fa all’interno di questa galleria ferroviaria, ora in disuso. Qui è condensata la storia che al di fuori in superficie è rappresentata dai monumenti. Il parco archeologico di Paestum e Velia ha deciso di riqualificare questo luogo ma non solo, anche per dare un giusto valore a questo straordinario reperto manufatto che è la galleria di Velia che è esso stesso un bene culturale.

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Veduta panoramica della Torre di Velia nell’area archeologica (foto pa-paeve)

“La galleria – continua l’archeologo – contiene diverse migliaia di cassette, più di 10mila, con reperti di ogni genere ma anche reperti che non è stato possibile incassettare, come a esempio le anfore che sono rinvenimenti sottomarini di antichi relitti o anche epigrafi e sculture che provengono dagli scavi della città meridionale, vale a dire la città che ospitava le insule e le residenze, gli edifici pubblici. Il progetto di riqualificazione della galleria ha tre grandi e principali finalità. La prima, la più ovvia, la più immediata, di tutela: dobbiamo garantire a tutti i reperti di Velia conservazione. La seconda, dobbiamo tentare di rendere questo patrimonio non isolato; dobbiamo rendere quindi il più possibile fruibile, accessibile, percorribile questo ambito. Terza grande finalità è quella di dare un grosso contributo all’accessibilità e alla conoscenza di Velia. Per questa ragione – conclude – noi abbiamo considerato l’ipotesi di costruire, a partire una galleria, un ascensore che può raggiungere direttamente l’acropoli. Si tratta di progettare un nuovo accesso alla città e un nuovo tipo di accessibilità. È l’occasione dunque per impostare delle fondamenta di quello che noi chiamiamo il sistema Museo di Velia, costituito appunto dal deposito, dai percorsi che intersecheranno l’area archeologica con spazi espositivi all’aperto, e dal museo vero e proprio che sarà costruito all’esterno”.

 

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3 risposte a “Paestum. “Diari di Archeologia”: nel sesto episodio l’archeologo del parco Francesco Uliano Scelza ci porta a scoprire la galleria ferroviaria 60 metri sotto l’area archeologica di Velia, trasformata in deposito, e presto accessibile al pubblico con un ascensore dall’acropoli”

  1. Avatar di italinabacciga
    italinabacciga dice :

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  2. Avatar di MARIA GRAZIA VASARRI
    MARIA GRAZIA VASARRI dice :

    Plaudo al recupero di tutto ciò che riguarda la città antica che, prima della VELIA romana illustre sconosciuta ,era la greca ELEA, un vero e proprio faro della cultura occidentale :la scuola filosofica di PARMENIDE, ZENONE E MELISSO, basilare anche per i filosofi moderni come EMANUELE SEVERINO e non solo… non capisco perchè il vero nome della città venga sottaciuto,

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