Progetto Vulci 3000 della Duke University con la collaborazione della Fondazione Luigi Rovati. Nuove scoperte dalla città etrusca: è venuto alla luce il complesso sistema idraulico

Bocca di fontana in marmo configurata a Sileno. I-II sec. d.C. dall’ambiente 5: scavo Duke University nell’area urbana di Vulci (foto flr)
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Il team di ricercatori impegnato nella campagna di scavo 2021 a Vulci (foto flr)

Fondazione Luigi Rovati collabora con il progetto di ricerca Vulci 3000 della Duke University (Durham, North Carolina) incentrato sullo studio e l’interpretazione della trasformazione di Vulci (Viterbo) durante la transizione da città etrusca a città romana. Si tratta di un importante progetto di ricerca, con un team internazionale guidato dal prof. Maurizio Forte (Duke University), giunto oggi a un punto di svolta: dopo sette anni di lavoro con tecnologie d’avanguardia, è venuto alla luce il complesso sistema idraulico della città etrusca di Vulci, composto da canali e cunicoli perfettamente conservati, che permettono uno studio accurato delle infrastrutture urbane di epoca etrusca. Tra i ritrovamenti più interessanti durante gli scavi, una bocca di fontana in marmo a forma di Sileno, ovvero un satiro, che appartiene al mondo mitologico greco e fa parte, insieme alle baccanti, del corteo del dio del vino Dioniso.

La canaletta individuata nel c.d. settore B, nell’area urbana di Vulci, realizzata con coppi giustapposti (foto flr)

Vulci rappresenta un bacino archeologico di grandissimo interesse che, attraverso gli scavi, porta alla luce l’evoluzione dell’area, con particolare attenzione allo sviluppo e alla trasformazione urbana, l’identità culturale, lo spazio pubblico e privato, le tecniche di produzione. Grazie all’uso di tecnologie avanzate è stato ricostruito digitalmente l’assetto della viabilità antica, di grande fascino anche per i non addetti ai lavori. L’acqua è l’elemento centrale di tutto lo scavo: pozzi, cisterne, reti idrauliche complesse caratterizzano le fasi etrusche e romane in un complicato disegno ancora tutto da decifrare. Un triennio di collaborazione (e sette di attività) hanno portato alla luce una rete di cunicoli scavati nel tufo che sembrano confluire tutti in una precisa area sotterranea; tra le scoperte una delle più interessanti è sicuramente una canaletta costruita in coppi con lettere e numerali etruschi incisi. Il sistema idraulico doveva prevedere il filtraggio dell’acqua che scorreva da Sud a Nord come tutte le altre canalizzazioni. Questo sistema di captazione e ridistribuzione indica una centralizzazione pubblica nella gestione delle infrastrutture, come avviene nelle città moderne. Fra i ritrovamenti più interessanti nelle campagne di scavo spiccano ceramiche etrusco-corinzie (fine VII-inizio VI sec. a.C.), attiche, materiale votivo e, soprattutto, un frammento di anfora attribuibile al Pittore di Micali. Una attestazione unica nel suo genere per l’area urbana, perché le opere di questo artigiano, che prende il nome da Giuseppe Micali – storico vissuto in età risorgimentale e primo ad averlo studiato -sembravano destinate esclusivamente al mondo funerario e qua si trovano invece in area urbana.

Edificio pubblico che dà sul decumano di Vulci, databile alla prima età imperiale, pavimentato con lastre di travertino (foto flr)
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Grande cisterna individuata al di sotto del grande ambiente lastricato di Vulci (foto flr)

Tante le novità emerse dalle indagini dell’ultima campagna di scavo 2021: appare ormai chiaro che l’edificio pubblico affacciato sul Decumano e databile alla prima età imperiale – pavimentato con lastre di travertino e in origine riccamente decorato con marmi, stucchi e affreschi policromi – insiste, come gli ambienti circostanti, su una complessa stratificazione relativa alla fase etrusca del sito. Sempre più evidente, inoltre, il fondamentale ruolo avuto dall’acqua nell’intera area, da ricollegare, molto verosimilmente, a precise esigenze che travalicano la mera utilità pratica di questo bene preziosissimo: alla grande cisterna individuata al di sotto del grande ambiente lastricato, si sono aggiunti quest’anno un complesso sistema di cunicoli, oltre a pozzi e canalette. Interessantissima, in particolare, la canaletta individuata nel c.d. settore B, realizzata con coppi giustapposti, molti dei quali presentavano numerali o segni alfabetici in etrusco incisi sulla superficie.

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Una risposta a “Progetto Vulci 3000 della Duke University con la collaborazione della Fondazione Luigi Rovati. Nuove scoperte dalla città etrusca: è venuto alla luce il complesso sistema idraulico”

  1. Italina Bacciga dice :

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