Al museo delle Capitali d’Egitto nella nuova capitale amministrativa del Cairo sono arrivate le mummie dei sacerdoti e delle sacerdotesse del dio Amon dal museo Egizio di piazza Tahrir

Le mummie dei sacerdoti e delle sacerdotesse del dio Amon dal museo Egizio di piazza Tahrir hanno raggiunto la loro nuova “casa”: il museo delle Capitali d’Egitto nella nuova capitale amministrativa del Cairo. Lo ha annunciato Ali Omar, capo del Comitato supremo per lo scenario espositivo del museo presso il ministero del Turismo e delle Antichità: “Le vetrine sono state preparate e sterilizzate in modo speciale per preservare le mummie all’interno”. E ha spiegato: “La mummia di Nesy-Khonsu, la seconda moglie del sommo sacerdote di Amon Pinudjem II, è considerata un chiaro esempio dello sviluppo del metodo di mummificazione della XXI dinastia, gli occhi sono coperti di pietre e il colore giallo della pelle dava un senso di vitalità e freschezza”. E Moamen Othman, capo del settore dei Musei presso il ministero, ha ricordato che queste mummie furono scoperte nel nascondiglio reale a Deir el-Bahari nel 1881: “La mummia di Pinudjem II, il sommo sacerdote di Amon, aveva la pelle di colore giallo e rosso scuro, ed era avvolta in lino sottile con frange colorate. E la mummia del nonno di Ptah uf Ankh della XXI dinastia, aveva le dita delle mani e dei piedi decorate con anelli. Quanto alla mummia di Hanutawi, la moglie del sommo sacerdote di Amon, Pinudjem I, ha una faccia paffuta per mostrare vitalità. Infine la mummia di Nodjmet, la moglie di Harihor, il sacerdote capo di Amon, aveva gli occhi intarsiati con pietre bianche e nere, che dà la sensazione di essere ancora vivi, e portava parrucche e sopracciglia naturali”.

Il museo delle Capitali d’Egitto racconta la storia delle capitali egizie attraverso epoche diverse. Nella galleria principale è esposta una serie di capitelli antichi e moderni. L’intitolazione del museo ricorda le 7 capitali che si sono succedute lungo la valle del Nilo: Memphis, Tebe, Tell El-Amarna, Alessandria, Cairo islamico, Cairo Khedivial. E per ogni periodo storico di ogni capitale il museo presenta reperti caratteristici: oggetti quotidiani, strumenti di guerra e combattimento, il sistema di governo e varie corrispondenze. Nella seconda sezione del museo, ospitata in un’ala del palazzo, viene rappresentato l’aldilà nell’antico Egitto. Al centro la tomba di Tutu, scoperta nel 2018 nel Governatorato di Sohag, e poi mummie, sarcofagi e due scaffali con vasi canopi, e una serie di false porte e testi che simulano rituali religiosi nell’antico Egitto. L’esposizione del museo utilizzerà le più moderne tecnologie: le gallerie espositive sono dotate di schermi che mostrano un film panoramico interattivo sulla storia di ciascuna delle antiche capitali egiziane.

“Il museo”, ha annunciato Mona Raafat, supervisore generale del museo delle Capitali d’Egitto, “ha ricevuto recentemente più di cento reperti provenienti da numerosi musei e depositi archeologici; compresi i depositi dei musei di Luxor, le carrozze reali di Bulaq, Suez e il museo Egizio di piazza Tahrir, e il sito archeologico di Mit Rahinah. I lavori nel museo stanno procedendo in vista della sua apertura. I reperti sono stati selezionati con cura per arricchire il percorso espositivo che raccontare la storia delle capitali egiziane attraverso diverse epoche storiche”. E uno dei pezzi più importanti del museo è una collezione di pietre Talatat raffiguranti il re Akhenaten e sua moglie la regina Nefertiti dal deposito del museo di Luxor, che ora sono in fase di restauro per la loro presentazione al pubblico; oltre a una carrozza cubana, un Kalash e un modello di carrozza da guerra, che era un regalo al re Farouk. “Dal museo Egizio – conclude – oltre alle mummie e a una serie di vasi canopi, anche una scatola di legno con incisa l’immagine del dio Anubi, da esporre nella sala riservata ai rituali funebri. Insieme a una meravigliosa doppia statua del re Merenptah e della dea Hathor di Mit Rahinah”.
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