Il tesoro del Brenta: la spada restituita. Riti arcaici e vie di comunicazione tra la pianura padana e l’Europa nella mostra a Bassano. Incontro con la curatrice
La spada, forgiata nel miglior bronzo, era stata deposta nelle acque del Brenta per garantirsi la benevolenza della divinità del fiume. E lì è rimasta per 3500 anni fino a quando, nel 2010, uno studente bassanese, Riccardo Lenner, la ritrovò fortuitamente tra Bassano e Nove, e la consegnò al museo civico del Grappa, con grande senso civico. Quella spada oggi è finalmente esposta al pubblico nella mostra “Il Tesoro del Brenta: la spada restituita” allestita fino al 24 maggio negli spazi del museo civico di Bassano destinati alla nuova sezione dedicata alla storia cittadina ed organizzata in collaborazione con la soprintendenza per i Beni archeologici del Veneto. Per la prima volta viene presentato in pubblico un raro reperto archeologico, di eccezionale interesse per forma, stato di conservazione e antichità: la spada bronzea di un capo guerriero del XV secolo a.C., foggiata e decorata da un artigiano attivo in un centro metallurgico dell’area alpina. Restaurata nel laboratorio della soprintendenza, l’arma è stata concessa in deposito permanente ai Musei Civici di Bassano del Grappa. E se si vuole saperne di più, sabato 28 marzo, alle 16, proprio il museo civico di Bassano ospita un incontro sugli studi, il restauro e le analisi compiuti sulla spada del XV sec. a.C. ritrovata nel 2010 sul greto del Brenta. All’incontro pubblico interverranno Elodia Bianchin Citton, già funzionario archeologo della soprintendenza; Sara Emanuele, restauratrice della soprintendenza; Rocco Mazzeo, del dipartimento di chimica “G. Ciamician” dell’università di Bologna.
La mostra, curata da Elodia Bianchin Citton e Giuliana Ericani, permette di conoscere un importante momento della protostoria locale (età del Bronzo medio, 1600-1200 a.C.). La spada, forgiata nel bronzo e finemente decorata a bulino, è riferibile ad una tipologia diffusa nell’Europa centrale ed è stata offerta in voto a una divinità fluviale e deposta nel fiume. La spada rappresenta durante il Bronzo medio un vero status symbol di ruolo e di rango fra e all’interno delle comunità tribali. Numerose le spade ritrovate nei letti dei fiumi, nei laghi e nelle paludi di tutta Europa, segno tangibile di un’azione intenzionale e non casuale, risultato finale di qualche forma di culto e/o di rituale funerario. Per comprendere il significato di questa ritualità, ci vengono in soccorso in parte le fonti classiche ed in parte le leggende di epoca medievale. Nel primo caso, autori come Cesare, Strabone, Plinio e Tacito descrivono, in alcune delle loro fondamentali opere, le pratiche rituali comuni tra le popolazioni celtiche, galliche e germaniche e spesso fanno riferimento all’esistenza di boschi e laghi sacri ove la gente veniva condotta per avere un contatto con gli elementi naturali come il vento e l’acqua. Nel secondo caso, sebbene miti e leggende non servano a fare storia ma spesso riportano le tradizioni, bisogna evocare la saga di re Artù ed in particolare l’episodio in cui Artù, ferito a morte durante la battaglia nei pressi di Slaughterbridge dal figliastro Mordred, incaricò Sir Bedivere (o Girflet) a gettare la mitica Excalibur in un lago vicino, dove risiedeva la Dama del Lago, colei cioè che aveva in principio offerto la spada al leggendario re.
La mostra “La spada restituita” è dunque una nuova, significativa tessera che viene ad aggiungersi al panorama descritto nella Carta archeologica del territorio bassanese; il ritrovamento della spada, assieme alle più recenti indagini archeologiche, chiarisce meglio il processo di colonizzazione che interessò la fascia pedemontana vicentina nei secoli centrali del II millennio a.C. Con questo ritrovamento viene inoltre documentata l’importanza del tratto vicentino del fiume Brenta come via di collegamento tra le regioni a nord e a sud delle Alpi, per lo scambio di merci, ma anche per la diffusione di nuove concezioni, relative alla sfera sociale, funeraria e cultuale, che si andarono affermando durante i secoli della media età del Bronzo.
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