Scoperta da Ca’ Foscari a Torcello la “dieta veneziana” di mille anni fa: un mix di carne, pesce, frutta e verdura
Scoperta a Torcello la “dieta veneziana” di mille anni fa. Agli albori della Serenissima, i suoi abitanti potevano vantare uno specifico regime alimentare: carne e pesce ma anche frutta e verdura, dai cetrioli alle pesche e l’uva. È il risultato delle prime analisi condotte nei laboratori dell’università Ca’ Foscari di Venezia sui reperti trovati tra novembre 2012 e marzo 2013 in un’area dell’isola di Torcello non ancora nota da un punto di vista archeologico a fianco della basilica di Santa Maria Assunta: un abitato del X secolo che ha rilevato una intensa produzione agricola e artigianale. “La dieta dei primi abitanti dell’isola veneziana di Torcello, tra il X e l’XI secolo”, spiegano a Ca’ Foscari, “era di grande qualità con un’ottima integrazione tra il pesce (molluschi, pesci di mare aperto) e la carne. Si nutrivano di proteine attraverso il consumo delle carni di capro-ovini. Capre e pecore erano tenute in vita a lungo, per poterne sfruttare il latte e il vello di lana per la tessitura. Nonostante le dimensioni ridotte dell’isola vi era anche un certo numero di bovini. Invece una anforetta in ceramica depurata, ritrovata eccezionalmente integra nello scavo, ha restituito abbondanti resti organici, che sembrerebbero una sorta di composta di pesche”. Ora sono in fase di pubblicazione in Italiano, inglese e sloveno i volumi sui risultati scientifici completi della ricerca curata dall’ateneo veneziano insieme alla Regione Veneto, all’Interno del progetto “Sahred Culture” finanziato nell’ambito del Programma per la Cooperazione Transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013, dal Fondo europeo di sviluppo regionale e dai fondi nazionali.
Lo scavo ha portato alla luce un piccolo “villaggio in legno” (X-XI sec.). Le case erano probabilmente a due piani: a piano terra si sviluppavano le attività artigianali e commerciali e lo stoccaggio di merci e al primo piano si svolgeva la vita della famiglia. “Si trattava di case in legno, affacciate su canali, ma non di case povere, costruite con alla base una grande piattaforma di argilla che serviva a rialzare e isolare termicamente la casa dall’umidità e possiamo immaginare che vi ardesse un fuoco sempre acceso per mitigare l’umidità. Tra un edificio e l’altro vi erano cortili, dei campielli, con un “pozzo alla veneziana”, costruito con materiali di recupero di età romana, per la raccolta dell’acqua piovana”.
“L’area si conferma essere di altissimo interesse archeologico e storico”, spiega Diego Calaon, responsabile scientifico dello scavo, “con una stratigrafia che copre tutto l’arco cronologico della storia dell’isola di Torcello, dall’alto Medioevo fino alla contemporaneità. Siamo convinti che gli importanti ritrovamenti di questa campagna di scavo e i risultati delle analisi di laboratorio ci aiuteranno ad aggiungere un nuovo tassello alla storia delle origini di Venezia”. Lo scavo interdisciplinare ha visto archeologi, archeometri e restauratori lavorare fianco a fianco con l’obiettivo di una ricostruzione puntuale della storia archeologica dell’isola, e dell’attuazione di un cantiere di alta formazione scientifica per giovani operatori dei beni culturali. I materiali raccolti (ceramiche, metalli, vetro, ossa lavorate, elementi edilizi) sono stati portati ai laboratori di Ca’ Foscari per le fasi di analisi chimico-fisiche. “Le analisi archeobotaniche in corso, sui semi e sui resti vegetali antichi, tra le altre piante presenti ci hanno confermato come l’isola fino dal IV-V secolo d.C. fosse coltivata con specie orticole (tra cui i cetrioli), ma soprattutto con viti e alberi da frutto. Tra questi ci dovevano essere molte pesche. Numerosi infatti sono i semi d’uva e i noccioli di pesca. Un ulteriore dato del tutto nuovo è emerso dalla constatazione che nell’isola si lavoravano le ossa e soprattutto le corna delle capre. Artigiani le tagliavano e le sagomavano per ottenerne oggetti di uso personale e artigianale (pettini, borchie, bottoni, aghi, elementi da telaio)”.
Gli scavi hanno confermato inoltre la produzione del vetro su scala quasi industriale su gran parte dell’isola, con la presenza di più fornaci. Sono stati ritrovati calici in vetro, oggetti di grande qualità destinati alle tavole e alle mense delle aristocrazie e delle famiglie reali altomedievali. I resti organici all’interno di anfore sia tardo antiche che altomedievali attestano che l’isola ha avuto un ruolo di scalo portuale dalla tarda antichità e per tutto l’Alto Medioevo: numerose le anfore da olio e vino provenienti dal Mediterraneo Orientale all’Italia Meridionale che arrivavano in laguna per essere distribuite in pianura padana. Torcello quindi aveva già un ruolo di emporio per gli scambi commerciali di Torcello. Ruolo che sarà la fortuna della nascente Venezia.
Le analisi arche-zoologiche effettuate sui resti degli animali hanno permesso di stabilire che nell’isola erano allevati maiali, capre, pecore e bovini. Se nel tardo antico (tra V e VI secolo d.C.) si consumava più carne di maiale, nelle età successive con l’ingrandirsi del sito, i torcellani si nutrivano di proteine attraverso il consumo delle carni di capro-ovini. Capre e pecore erano tenute in vita a lungo, sicuramente per poterne sfruttare il latte e il vello di lana per la tessitura. Nonostante le dimensioni ridotte dell’isola vi era anche un certo numero di bovini. Lo scavo ha dimostrato che il numero dei buoi aumenta considerevolmente nell’età moderna (XV-XVI secolo) quando gli abitanti tendono a trasferirsi in altre isole o a Venezia stessa. Le case così lasciano il posto a campi da coltivare: i buoi sono utilizzati per l’aratura e per il trasporto, come è testimoniato dalle ossa animali macellate provenienti da animali tenuti in vita fino a tarda età proprio per utilizzarli come forza lavoro.
Poco distante dallo scavo principale, sono stati rinvenuti resti di un’altro edificio porticato del VII secolo, un antichissimo “fontego” legato a strutture portuali preesistenti alla chiesa e con un orientamento diverso, dove sono stati ritrovate anfore africane e mediterranee, che fa pensare all’esistenza di un molo dove poter attraccare e scaricare merci fatto che confermerebbe la vocazione portuale di quest’area. “Tutto questo – concludono a Ca’ Foscari – porta a delle riflessioni sulla storia di Venezia e sul ruolo di Torcello”. La nascita di Venezia sarebbe più complessa della leggenda che vuole Torcello fondata dagli abitanti di Altino in fuga dai barbari. “Probabilmente il fiorire di Torcello non è semplicemente legato a un evento bellico, ma è una realtà più articolata, uno spostamento più lungo e dilazionato nel tempo, fatto anche e forse in prevalenza per motivi commerciali”.
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