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Vetulonia (Gr). Per le Notti dell’Archeologia, presentazione del libro “Divina mulier. Storie di donne e di vino” (Antiqua Res Edizioni) di Debora Rossi. A seguire il focus “I vasi raccontano” con Simona Rafanelli

vetulonia_archeologico_notti-dell-archeologia_libro-mulier-divina-storie-di-donne-e-di-vino_presentazione_locandinaDel rapporto donna-vino attraverso la Storia, un rapporto che cambia nei secoli e nelle civiltà e che è anche la storia del processo evolutivo della società umana, per “Le Notti dell’Archeologia” promosse dalla Regione Toscana, si parlerà mercoledì 17 luglio 2024, alle 21, al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia (Gr) con Debora Rossi, direttrice dei musei Archeologici di Pitigliano (Gr) che presenta il suo libro “Divina mulier. Storie di donne e di vino” (Antiqua Res Edizioni). Ospite d’eccezione Sergio Grasso, giornalista, antropologo alimentare e autore dell’introduzione del volume. A seguire “I vasi raccontano”, focus sui più significativi vasi dipinti della collezione permanente del museo, con Simona Rafanelli, direttrice MuVet. Evento gratuito. Info: 0564 948058 museo.vetulonia@comune.castiglionedellapescaia.gr.it.

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Copertina del libro “Divina mulier. Storie di donne e di vino” di Debora Rossi

Divina mulier. Storie di donne e di vino. Il vino, la donna, le bevande alcoliche, originariamente collegate, secolo dopo secolo, a causa di una visione discriminatoria e maschilista, entrano in contrasto. Per lungo tempo le donne sono state escluse proprio dal consumo della bevanda inebriante, il nettare degli dei, sacra al punto da essere tesaurizzata come merce preziosa. La narrazione del rapporto donna-vino è quindi la narrazione in primo luogo di una negazione, di un non rapporto, del costante compromesso tra “Essere” donna, con desideri, fragilità e potenzialità e “apparire”, farlo come le società storiche, spesso descritte dagli Uomini, hanno voluto che fosse la Donna. E in questo percorso in prospettiva storica, confortato dall’uso delle fonti scritte, letterarie ed epigrafiche e fonti iconiche, che si ritrovano gli eco di un’immagine femminile legata alle “donne che sono passate nella storia senza entrarvi”, di una visione della condizione femminile tratteggiata nel suo rapporto con il vino che cambia nei secoli e nelle civiltà, ora acquistando ora perdendo terreno sulla propria dimensione umana, secondo una prospettiva più sincronica che diacronica. In questo senso la storia del rapporto donna-vino è anche la storia del processo evolutivo della società umana che riconosce nella Donna nuove attitudini lavorative e capacità organizzative, un processo fatto spesso di battaglie vinte e perse dove, comunque, ancora lontano appare, oggi nel XXI secolo, l’accordo di pace finale in questa surreale guerra tra sessi.