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Reggio Emilia. Ciclo di incontri “Dallo scavo al museo” dedicato alle novità dell’archeologia reggiana: dal monumento funerario dei Concordii alle case romane in museo alla terramara di Poviglio

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È iniziato il ciclo di appuntamenti “Dallo scavo al museo” dedicato alle novità dell’archeologia reggiana, a cura di Giada Pellegrini, promosso dai Musei Civici e dalla Biblioteca delle Arti con il contributo Art Bonus di Iren SpA e Credem. Al centro dei primi due incontri sono poste alcune significative testimonianze dei fasti della cultura romana nel territorio. Il primo appuntamento sabato 11 novembre 2023 alla biblioteca delle Arti: presentato il monumento funerario dei Concordii, una delle più interessanti espressioni del rilievo funerario romano nell’Italia settentrionale, restituito a nuova vita nel contesto paesaggistico del Parco del Popolo. Sono intervenute Annalisa Capurso per la soprintendenza ABAP di Bologna, Ursula Montanari e Paola Venturelli per il Servizio Cura della Città del Comune, Valentina Galloni e Giada Pellegrini per i Musei Civici e Francesca Attardo per AR/S Archeosistemi.

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Il monumento funerario dei Concordii nel parco del Popolo a Reggio Emilia (foto musei civici re)

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Dettaglio del monumento funerario dei Concordii al parco del Popolo a Reggio Emilia (foto musei civici re)

Nel 1929 nel territorio dell’antica Brixillum (Brescello), venne in luce il recinto funerario della gens Concordia. All’indomani della scoperta il monumento, pregevole per apparati decorativi ed estetica architettonica, fu trasferito al Parco del Popolo di Reggio dove la cornice paesaggistica avrebbe garantito lo sfondo ideale per la sua valorizzazione. Un importante progetto di restauro e tutela, che vede la collaborazione tra diversi professionisti, intende riportare il monumento all’originale splendore nel contesto particolare dei giardini pubblici.

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Il Portico dei Marmi ai musei civici di Reggio Emilia (foto carlo vannini)

“Case in museo: tracce della scena domestica della Reggio romana nelle collezioni dei Musei Civici” è l’appuntamento del 2 dicembre 2023, alle 11, con Antonella Coralini professore di Archeologia classica all’università di Bologna, direttore del Centro universitario di Studi sulla Pittura antica (CESPITA), direttore della Summer School Digital Collection Curator for Archaeology (DIGITARCH) che ricostruirà lo scenario dell’abitare a Regium Lepidi fra l’età repubblicana e il tardo impero. Quanto si conserva delle case della Reggio romana nelle collezioni del Musei Civici? Pavimenti, decorazioni parietali, sculture e oggetti del quotidiano aiuteranno a meglio comprendere i modi di abitare e vivere a Regium Lepidi fra la tarda età repubblicana e il tardo impero.

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Rilievo aereo della terramara di Santa Rosa di Poviglio (RE) (foto uni-mi)

Il 27 gennaio 2024 nella conferenza dal titolo “La terramara Santa Rosa di Poviglio. Cinquecento anni di storia, quarant’anni di indagini”, Mauro Cremaschi (università di Milano), farà il punto delle indagini in uno dei siti più noti del reggiano in occasione dei quarant’anni dall’inizio degli scavi. Lo scavo archeologico nella Terramara Santa Rosa di Poviglio è in corso da quarant’anni ed è uno dei più longevi d’ambito protostorico in Europa. Fin dall’inizio le ricerche hanno indagato la struttura della terramara, mettendone in luce ampie aree, al fine di ricostruirne l’evoluzione nel tempo. Nato come un piccolo villaggio nel corso del Bronzo medio (circa 1550 a.C.) delle dimensioni di un ettaro, l’abitato si amplia fino a sette ettari nel corso del Bronzo recente (circa 1300 a.C.) per poi essere abbandonato, come tutte le terramare, intorno al 1150 a.C. circa. In questo lungo intervallo di tempo si registrano importanti mutamenti, dalla tipologia dei quartieri abitativi, alla gestione dei fossati, fino alla struttura delle recinzioni. Il complesso rapporto fra cambiamento climatico e gestione delle risorse da parte della società terramaricola, fu proprio la causa di tali cambiamenti e la ragione stessa della fine delle terramare.