Firenze. Per “I pomeriggi all’Archeologico” al MAF la conferenza “Vini e vitigni del mondo romano: la classificazione di Plinio il Vecchio” con Eva Falaschi (Humboldt Fellow, Universität Tübingen)
Al museo Archeologico nazionale di Firenze ricomincia la rassegna dei “Pomeriggi dell’Archeologico” con la conferenza di Eva Falaschi (Humboldt Fellow, Universität Tübingen) “Vini e vitigni del mondo romano: la classificazione di Plinio il Vecchio”: appuntamento al MAF giovedì 2 ottobre 2025, alle 17; ingresso gratuito solo su prenotazione obbligatoria scrivendo all’indirizzo: man-fi@cultura.gov.it. La Naturalis Historia di Plinio il Vecchio è uno dei testi principali per conoscere la viticoltura, la vinificazione e il consumo di vino in epoca romana. Plinio restituisce due lunghe liste di vitigni e di vini, che rappresentano un unicum nella letteratura latina e il più antico tentativo di classificazione sopravvissuto nella storia europea. Ma quali criteri lo guidano nel costruire la sua descrizione di un fenomeno che ha plasmato la società e la cultura romane, e non solo?
Pantelleria. Sull’acropoli di San Marco scoperto un tesoretto di 27 monete di età Repubblicana. L’archeologo Thomas Schäfer (Universität Tübingen): “Qualcuno ha nascosto il gruzzolo all’arrivo delle navi dei pirati, senza riuscire più a recuperarlo”

Una delle monete d’argento scoperte nel tesoretto sull’acropoli di San Marco a Pantelleria (foto regione siciliana)
Nuovo ritrovamento nell’acropoli di San Marco a Pantelleria: rinvenute 27 monete d’argento di età Repubblicana coniate a Roma tra il 94 e 74 a.C. Una scoperta che offre informazioni preziose per la ricostruzione di accadimenti che hanno segnato la storia della Sicilia in epoca romana, avvenuta in un sito di straordinaria bellezza rimasto fortunatamente ancora intatto.

Sull’acropoli di San Marco a Pantelleria scoperto un tesoretto di 27 monete d’argento (foto regione siciliana)
Il tesoretto di 27 monete d’argento è stato scoperto nel luogo esatto in cui, nel 2010, erano stati scoperti 107 denari romani d’argento, poco lontano da dove qualche anno prima erano state ritrovate le tre famose teste imperiali di Cesare, Agrippina e Tito. Il gruppo di lavoro guidato dall’archeologo Thomas Schäfer per l’Universität Tübingen ha effettuato il ritrovamento durante una campagna di pulizia, restauro e copertura dei saggi dell’acropoli di Santa Teresa e San Marco, a Pantelleria – parte del parco archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria, diretto da Felice Crescente: si tratta di alcune monete in argento di età Repubblicana coniate a Roma, denari la cui datazione fissata tra il 94 e 74 a.C. è identica a quella del primo ritrovamento. Secondo quanto sostiene l’archeologo, alcune monete sono apparse nella terra smossa dopo le piogge, le altre sono state ritrovate sotto a un masso proseguendo negli scavi e sono già state ripulite e inventariate.

Una delle monete d’argento scoperte nel tesoretto sull’acropoli di San Marco a Pantelleria (foto regione siciliana)
“Questa scoperta”, afferma l’assessore ai beni Culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato, “oltre al valore intrinseco legato ai reperti, offre informazioni preziose per la ricostruzione di accadimenti, contatti commerciali e relazioni politiche che hanno segnato il Mediterraneo in età Repubblicana”. “Scaviamo ormai da venticinque anni a San Marco”, spiega l’archeologo Thomas Schäfer, “è un sito meraviglioso, fortunatamente intatto, non è stato mai toccato nei secoli. È il luogo che ci ha restituito il Comizio dove si incontravano i decurioni: sono soltanto cinque in tutta Italia e questo è quello in condizioni migliori”. Schäfer ipotizza che questo piccolo tesoro sia stato nascosto durante uno dei frequenti attacchi dei pirati del periodo: in quegli anni era infatti in corso nel Mediterraneo la campagna di Gneo Pompeo Magno che, su incarico del Senato romano, combatté e distrusse le imponenti flotte piratesche. C’erano frequenti scorribande contro i villaggi lungo la costa ed è facile immaginare che qualcuno abbia nascosto il gruzzolo all’arrivo delle navi, senza riuscire più a recuperarlo.

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