Archivio tag | statue stele

Le ancora misteriose statue-stele della Lunigiana ritrovano la loro casa: riaperto il museo di Pontremoli, nuovo allestimento con più stele esposte

Le statue-stele in arenaria sono il simbolo della Lunigiana, realizzate dal IV millennio al Vi secolo a.C.

Le statue-stele in arenaria sono il simbolo della Lunigiana, realizzate dal IV millennio al VI secolo a.C.

Il castello di Piagnaro sede del museo delle stele a Pontremoli

Il castello di Piagnaro sede del museo delle stele a Pontremoli

Le statue-stele della Lunigiana ritrovano la loro casa. Sabato 27 giugno, dopo i lavori di riallestimento partiti nel 2009 al Castello del Piagnaro di Pontremoli (Ms), ha riaperto al pubblico il museo delle Statue Stele Lunigianesi. Attualmente divisa tra Liguria e Toscana, la Lunigiana, che trae il suo nome da Luni, colonia romana fondata nel 177 a.C. e importante porto prima militare poi commerciale, si accentra attorno al bacino del Magra, delimitata dal mare, dalle Alpi Apuane, dalla dorsale appenninica e dalle montagne che formano la testata della valle del fiume Vara. In questo ambiente sono state finora rinvenute (quasi sempre casualmente, per lavori campestri o stradali) 80 statue stele: nel fondovalle, in zone collinari, ma anche in zone montuose fino a 700 metri di altitudine. Ma le zone che hanno restituito il maggior numero di monumenti sono le terrazze alluvionali del fiume Magra e dei suoi affluenti, tra i 150 e i 350 metri. In assenza di fonti scritte le statue stele possono essere datate soltanto sulla base di contesti archeologici e stratigrafici. Quasi tutte le statue stele della Lunigiana sono state rinvenute casualmente (lavori campestri o stradali) e il ritrovamento è avvenuto in epoche diverse, a partire dal secolo XIX. Talvolta manca addirittura la documentazione sulle circostanze del rinvenimento e sul luogo esatto in cui esso è avvenuto. Tutto questo fa sì che per la datazione delle statue stele si debba ricorrere ad altri metodi come lo studio degli oggetti (ad esempio i pugnali) raffigurati sui monumenti. Sulla base di diversi studi e datazioni si è individuato per le statue stele un arco cronologico che va dall’inizio dell’Eneolitico (fine IV millennio a.C.), fino alla piena età del Ferro (VII-VI sec.a.C.), con uno sviluppo del fenomeno soprattutto nella fase centrale dell’Età del Rame (2800 – 2300 a.C.).

Il nuovo allestimento del museo di Pontremoli espone una quarantina di stele, la metà di quelle finora conosciute

Il nuovo allestimento del museo di Pontremoli espone una quarantina di stele, la metà di quelle finora conosciute

Con il nuovo allestimento il museo delle Statue Stele Lunigianesi diventa un punto di riferimento indiscusso dell’arte megalitica europea, fiore all’occhiello nell’offerta museale dedicata alla scultura preistorica. All’interno del Museo – firmato dal team di Canali Associati – è possibile ammirare la più importante collezione di Statue Stele Lunigianesi, con quaranta esemplari esposti: cioè la metà di quelli finora conosciuti. Le Statue Stele sono monumenti in pietra arenaria di età preistorica che raffigurano personaggi maschili e femminili, stilizzati, spesso caratterizzati da monili o armamenti. “Rispetto al precedente allestimento”, spiegano gli organizzatori, “il museo, dedicato al fondatore Augusto Cesare Ambrosi che negli anni ’70 per primo decise di riservare a questi reperti uno spazio espositivo, presenta un numero maggiore di stele, grazie alla disponibilità di un’area finora inaccessibile al piano terreno: un’ampia manica medievale rimasta intatta nei secoli che costituisce una delle ambientazioni più suggestive del castello del Piagnaro, costruito attorno all’anno mille con funzioni di difesa e controllo stradale, sulla collina che domina il borgo di Pontremoli. Così il percorso espositivo è raddoppiato e senza barriere architettoniche. L’apertura del rinnovato museo – concludono – diventa infine l’occasione per dare una nuova spinta all’attività scientifica e capire finalmente la funzione delle Statue Stele, simbolo indiscusso della Lunigiana”.

In Val Venosta scoperte due statue stele di 5000 anni fa: rappresentano un uomo e una donna, sono le più antiche mai trovate in Trentino-Alto Adige

A Vezzano in Val Venosta (Alto Adige) sono state rinvenute due grandi statue stele

A Vezzano in Val Venosta (Alto Adige) sono state rinvenute due grandi statue stele

L'assessore Mussner e la direttrice dell'ufficio Beni archeologici Catrin Marzoli

L’assessore Mussner e la direttrice dell’ufficio Beni archeologici Catrin Marzoli alla presentazione

In Val Venosta scoperte due grandi statue-stele del 3000 a.C (Età del Rame) in marmo di Lasa. Il rinvenimento un anno fa da parte dell’Ufficio Beni archeologici nel cantiere aperto alla Giardineria Schöpf di Vezzano, una frazioncina venostana ai piedi del monte di Mezzodì, meglio noto come Sonnenberg, per la costruzione di nuove serre e di un garage. Nelle settimane scorse la presentazione ufficiale dei due reperti da parte di Catrin Marzoli, direttrice dell’Ufficio beni archeologici. “Le due statue stele sono le più antiche attestazioni di scultura monumentale prodotte nell’area alpina nel III millennio a.C”. Nell’area atesina le statue stele ricorrono infatti numerose (Val Venosta-Val d’Adige fino al Lago di Garda). I due nuovi rinvenimenti di Vezzano si aggiungono ora agli altri 20 già noti in regione (13 dall’Alto Adige, e 9 dal Trentino). Particolarmente famosi sono i menhir di Lagundo e il menhir che si trova nel bosco del Renon, a pocas distanza dal Lago di Costalovara. Queste statue-stele antropomorfe hanno un’altezza compresa fra 0,60 e 2,75 metri e sono decorate con composizioni figurative che si estendono anche sul lato posteriore della pietra. Le figure sono state incise con attrezzi in pietra: le stele maschili sono identificabili per la raffigurazione di armi, in particolare pugnali triangolari e asce piatte (come il pugnale e l’ascia che anche Ötzi portava con sé), ovvero le prime armi in metallo. Le stele femminili, invece, sono caratterizzate da seni e gioielli (elementi d’ornamento come diademi), mai dalle armi. Gli archeologi hanno potuto datare le statue-stele proprio grazie alla raffigurazione delle armi. Ed è stato proprio confrontando la forma dei pugnali triangolari e delle asce con oggetti reali ritrovati in scavi archeologici che è stato possibile datare questi reperti all’Età del Rame. In origine le statue stele dovevano essere infitte nel terreno e disposte in gruppo, e costituivano il centro cultuale della comunità.

La stele di Vezzano (nei quattro lati) che raffigura una donna: ha 5000 anni

La stele di Vezzano (nei quattro lati) che raffigura una donna: ha 5000 anni

La stele di Vezzano con raffigurazione di un guerriero con le sue armi: pugnale e ascia

La stele di Vezzano con raffigurazione di un guerriero con le sue armi: pugnale e ascia

Le statue stele di Vezzano raffigurano un uomo e una donna. La statua stele maschile presenta un cinturone ed è dotata di più pugnali, mentre quella femminile è caratterizzata dal seno, e presenta uno scialle ed una lunga veste. Non si sa ancora con certezza chi rappresentino davvero le statue-stele. Si tratta di antenati, adorati come padri fondatori o eroi di una comunità, oppure di divinità? Anche il loro significato è tuttora oggetto di discussione; secondo molti archeologi queste pietre sono da collocare nella sfera del culto, come ad esempio, la statua-stele rinvenuta in una zona di sepoltura a Velturno, in Valle Isarco. Si è ipotizzato, inoltre, che servissero più semplicemente per delimitare confini territoriali. Gli archeologi concordano comunque sul fatto che questi monumenti in pietra hanno comunque un grande significato simbolico. Le statue-stele sono diffuse in molte parti d’Europa: la loro presenza si estende dal Portogallo alla Francia, passando per la Corsica e la Sardegna verso l’Italia settentrionale e in tutto l’arco alpino fino all’Europa centro-orientale.

La stele di Vezzano che rappresenta un guerriero misura 3,40 metri ed è spezzata in due parti

La stele di Vezzano che rappresenta un guerriero misura 3,40 metri ed è spezzata in due parti

La statua stele maschile di Vezzano, oggi spezzata in due parti, si distingue nettamente dalle altre per la sua straordinaria altezza pari a 3,4 m. Con l’età del Rame iniziò una nuova epoca nella storia dell’umanità. Il valore materiale del metallo e la sua lavorazione condussero ad una crescente gerarchizzazione della struttura sociale. I manufatti di rame, investiti di un carattere simbolico, erano segni distintivi di alto rango sociale, di potere e ricchezza. Immediatamente dopo la loro scoperta, questi straordinari reperti sono stati restaurati e sottoposti ad un’attenta documentazione scientifica.

A Rovereto in mostra i 25 anni di Rassegna internazionale del Cinema archeologico attraverso i manifesti ufficiali

All’auditorium Melotti di Rovereto, dove si sta svolgendo la 25. Rassegna internazionale del Cinema archeologico, c’è una singolare mostra dei manifesti ufficiali con la quale gli organizzatori hanno voluto celebrare il prestigioso traguardo raggiunto: il quarto di secolo. E allora ripercorriamo anche noi questi 25 anni sfogliando idealmente i poster della Rassegna.

1_Rass_1990

1990, 1. Rassegna: ritratto dell’archeologo roveretano Paolo Orsi

2_Rass_1991

1991, 2. Rassegna: viene presentato per la prima volta il nuovo logo della Rassegna

3_Rass_1992

1992, 3. Rassegna: si ripropone il logo della Rassegna

1993, 4. Rassegna: ascia protostorica in bronzo dalla collezione Orsi del museo di Rovereto

1993, 4. Rassegna: ascia protostorica in bronzo dalla collezione Orsi del museo di Rovereto

1994, 5. Rassegna: testina magnogreca del V sec. a.C. dalla collezione Orsi del museo di Rovereto

1994, 5. Rassegna: testina magnogreca del V sec. a.C. dalla collezione Orsi del museo di Rovereto

1995, 6. Rassegna: bronzetto dalle collezioni del museo di Rovereto

1995, 6. Rassegna: bronzetto dalle collezioni del museo di Rovereto

1996, 7. Rassegna: lucerna romana del I-II sec. d.C. dalle collezioni del museo di Rovereto

1996, 7. Rassegna: lucerna romana del I-II sec. d.C. dalle collezioni del museo di Rovereto

1997, 8. Rassegna: testa recuperata dal mare, dalla collezione Orsi del museo di Rovereto

1997, 8. Rassegna: testa recuperata dal mare, dalla collezione Orsi del museo di Rovereto

1998, 9. Rassegna: set cinematografico con riproduzione di uno scavo archeologico

1998, 9. Rassegna: set cinematografico con riproduzione di uno scavo archeologico

1999, 10. Rassegna: monete dalla collezione Orsi delle zecche greche del museo di Rovereto

1999, 10. Rassegna: monete dalla collezione Orsi delle zecche greche del museo di Rovereto

2000, 11. Rassegna: su un vaso predinastico una protome del V sec. a.C. dalla collezione Orsi del museo di Rovereto

2000, 11. Rassegna: su un vaso predinastico una protome del V sec. a.C. dalla collezione Orsi del museo di Rovereto

2001, 12. Rassegna: vaso egizio dalla collezione Orsi del museo di Rovereto

2001, 12. Rassegna: vaso egizio dalla collezione Orsi del museo di Rovereto

2002, 13. Rassegna: statua-stele antropomorfa dal museo di Riva del Garda

2002, 13. Rassegna: statua-stele antropomorfa dal museo di Riva del Garda

2003, 14. Rassegna: testa di Eracle del II sec. d.C. dalla collezione Orsi del museo di Rovereto

2003, 14. Rassegna: testa di Eracle del II sec. d.C. dalla collezione Orsi del museo di Rovereto

2004, 15. Rassegna: frammento di tessuto preincaico dal Perù

2004, 15. Rassegna: frammento di tessuto preincaico dal Perù

2005, 16. Rassegna: bassorilievo dalla Tomba di Ramose in Egitto

2005, 16. Rassegna: bassorilievo dalla Tomba di Ramose in Egitto

2006, 17. Rassegna: porta monumentale dal complesso di Angkor in Cambogia

2006, 17. Rassegna: porta monumentale dal complesso di Angkor in Cambogia

2007, 18. Rassegna: geoglifi Nazca (300-500 d.C.) dal Perù

2007, 18. Rassegna: geoglifi Nazca (300-500 d.C.) dal Perù

2008, 19. Rassegna: una vetrata di una chiesa gotica europea

2008, 19. Rassegna: una vetrata di una chiesa gotica europea

2009, 20. Rassegna: il tempio di Giunone nella Valle dei Templi di Agrigento

2009, 20. Rassegna: il tempio di Giunone nella Valle dei Templi di Agrigento

2010, 21. Rassegna: scultura retica dal museo Anauno

2010, 21. Rassegna: scultura anauna dal museo Retico di san Zeno della Val di Non in Trentino

2011, 22. Rassegna: rilievo dal Persepoli in Iran

2011, 22. Rassegna: rilievo dal Persepoli in Iran

2012, 23. Rassegna: schiaccianoci in bronzo dal Marta, il museo archeologico di Taranto

2012, 23. Rassegna: schiaccianoci in bronzo dal Marta, il museo archeologico di Taranto

2013, 24. Rassegna: figura mostruosa da un vaso in clorite di Jiroft in Iran

2013, 24. Rassegna: figura mostruosa da un vaso in clorite di Jiroft in Iran

2014, 25. Rassegna: emblema in argento dorato trovato a Morgantina con la raffigurazione di Scilla dal museo di Aidone in Sicilia

2014, 25. Rassegna: emblema in argento dorato trovato a Morgantina con la raffigurazione di Scilla dal museo di Aidone in Sicilia