Archeologia in lutto. Si è spento nella sua Agrigento all’età di 99 anni il prof. Ernesto De Miro, archeologo di fama internazionale, autorevole studioso di archeologia greca e romana nell’ambito del Mediterraneo, custode dell’integrità della Valle dei Templi, uomo di Stato
Archeologia in lutto. Venerdì 29 agosto 2025, si è spento nella sua Agrigento all’età di 99 anni il prof. Ernesto De Miro, archeologo di fama internazionale, autorevole studioso di archeologia greca e romana nell’ambito del Mediterraneo, custode dell’integrità della Valle dei Templi. Laureatosi in Storia antica con Santo Mazzarino all’università di Catania, è stato allievo della Scuola Archeologica Italiana di Atene nel 1955 insieme ad Enrica Fiandra, Antonio Giuliano e Giovanni Rizza. Già professore di Archeologia e Storia dell’arte greca e romana alla facoltà di Lettere dell’università di Messina, è stato per molti anni soprintendente ai Beni archeologici per le province di Agrigento, Caltanissetta ed Enna e, nell’ultimo periodo, di Palermo e Trapani. La sua produzione scientifica conta più di 150 opere tra libri, monografie, articoli scientifici tanto importanti che oggi viene considerato uno tra gli studiosi più rappresentativi dell’archeologia del bacino del Mediterraneo. Lo ricordano ex colleghi e allievi.

Il prof. Ernesto De Miro con il direttore del parco della Valle dei Templi Roberto Sciarratta (foto regione siciliana)
Il direttore Roberto Sciarratta, a nome anche di tutto il personale del parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi (Ag), esprime profondo cordoglio per la scomparsa del professore Ernesto De Miro: “Non possiamo che manifestare la nostra profonda gratitudine verso un faro luminoso della ricerca, della tutela e della valorizzazione del patrimonio archeologico della nostra provincia e della Sicilia intera. Abbiamo perso un grande studioso, un uomo brillante che è stato custode appassionato della nostra storia e a cui vanno, e andranno, attribuiti grandi meriti per quanto fatto per comprendere e preservare la ricchezza di questa terra. Siamo vicini alla famiglia in questo momento di dolore”.
Il soprintendente Vincenzo Rinaldi, unitamente al personale tutto della soprintendenza per i Beni culturali e Ambientali di Agrigento, esprime “il più profondo cordoglio per la scomparsa del professore Ernesto De Miro, uomo di altissima statura morale ed intellettuale, uomo dello Stato, soprintendente coraggioso che con forza, equilibrio ed una lungimirante ed inarrestabile azione amministrativa, ha permesso la perimetrazione della Valle dei Templi, già definita nel 1968 ma che venne riconfermata, grazie alle Sue indomite battaglie, con il Decreto Nicolosi nel 1991, atto che arginò definitivamente il tentativo di restringere i confini del Parco archeologico, salvando buona parte della città antica, oggi sito Unesco Patrimonio dell’Umanità. Lo spazio così mirabile della Valle dei Templi, così da Lui amorevolmente definita, saluta ed onora la figura dell’altissimo Funzionario dello Stato, studioso dalla rara sensibilità e dalla sconfinata cultura”.
Parco archeologico di Morgantina e Villa del Casale: “Una grande perdita per l’archeologia siciliana la morte di Ernesto De Miro, tra le più eminenti figure dell’archeologia contemporanea. Già professore di Archeologia e Storia dell’arte greca e romana presso la facoltà di Lettere dell’università di Messina, è stato per molti anni soprintendente ai Beni Archeologici per le province di Agrigento, Caltanissetta ed Enna e, nell’ultimo periodo, di Palermo e Trapani. Ha svolto ricerche sul campo nel territorio dell’ennese, inclusi scavi a Morgantina. È stato inoltre direttore dell’Istituto di Studi Micenei ed Egeo-anatolici del Cnr di Roma, presidente del consiglio scientifico del centro di archeologia greca del Cnr dell’Università di Catania e membro dell’Istituto archeologico germanico. Ha diretto numerosi scavi in diversi siti archeologici siciliani. A lui si devono anche ricerche in Libia nel sito Leptis Magna. È stato autore di numerose pubblicazioni che trattano in particolare aspetti e problemi di archeologia e d’arte della Sicilia antica. Il parco archeologico di Morgantina e Villa Romana del Casale porge sentite condoglianze ai familiari”.

Atene, Scuola Archeologica Italiana, maggio 1955: Giovanni Rizza, Enrica Fiandra ed Ernesto De Miro (foto Archivi G. Rizza)
La Scuola Archeologica Italiana di Atene partecipa al cordoglio per la scomparsa di Ernesto De Miro, Allievo della Scuola nel 1955. La SAIA ricorda la conversazione del Direttore con Ernesto De Miro del 2021: https://www.scuoladiatene.it/…/la-scuola-di-atene-1950…
“È scomparso, nella sua Agrigento, il professor Ernesto De Miro”, scrive Emanuele Cavallaro, sindaco di Rubiera (RE): “archeologo, docente all’università di Messina, per molti anni soprintendente ai Beni archeologici per le province di Agrigento Caltanissetta ed Enna e, nell’ultimo periodo, anche di Palermo e Trapani. I giornali lo ricordano come “una persona che ha dedicato la vita a difendere il nostro patrimonio culturale”. Ma bisogna aggiungere che lo fece anche pagando di persona: spesso i comuni non condividevano la sua ferma opposizione alle costruzioni nelle aree archeologiche, e arrivò perfino a ricevere minacce di morte, tanto che dovettero intervenire i prefetti dell’epoca. Ricordo tutto questo perché il professor De Miro era il padre della nostra nuova concittadina onoraria, Antonella De Miro, il prefetto che ha segnato la storia di Reggio Emilia nella lotta alle mafie. A lei e alla sua famiglia mando, a nome di tutta la comunità di Rubiera, le più sentite condoglianze. Ci sono persone che difendono la bellezza e la libertà del nostro Paese con coraggio e ostinazione, cambiando davvero il corso delle cose. E non dobbiamo mai dimenticarle”.
L’archeologo Giuseppe Castellana, professore di Preistoria e Protostoria: “Abbiamo appreso della morte del prof. Ernesto De Miro, emerito soprintendente per le province di Agrigento Caltanissetta ed Enna ed anche per le province di Palermo e Trapani. È stato mio soprintendente ad Agrigento ed ho appreso tanto da Lui Ho appreso la grande lezione della tutela e della salvaguardia dei beni culturali. Al prof. De Miro si deve la salvaguardia della Valle dei Templi in un periodo in cui proliferavano le costruzioni abusive. Un merito questo straordinario. Fu un grande studioso di archeologia classica e il suo insegnamento fu di sprone per tanti allievi. Insegnò come ordinario di Archeologia classica per tanti anni alla università di Messina. Fu anche direttore dell’istituto italiano di studi micenei. Moltissime le sue pubblicazioni, tutte di grande valore scientifico. Una perdita enorme per la cultura italiana e internazionale. Un saluto di grande stima. Riposi in pace. Caro Professore ci mancherai. Ad Armida un abbraccio”.
“Ci ha lasciato Ernesto De Miro, grande archeologo, studioso penetrante e soprintendente coraggioso e attivissimo”, scrive l’archeologa Caterina Greco, già direttrice del museo Archeologico regionale “Antonino Salinas” di Palermo. “A lui si deve la perimetrazione del parco di Agrigento stabilita con il decreto di Rino Nicolosi del 1991, l’antefatto scientifico e di tutela fondamentale per la nascita, con la legge 20 del 2000, del parco. Con De Miro scompare l’ultimo esponente della generazione di archeologi del Novecento che hanno reso grande la Sicilia per la rilevanza e qualità del loro apporto alla nostra disciplina, e che crearono le basi dell’amministrazione regionale dei Beni culturali, oggi in grave crisi ma un tempo realmente all’avanguardia. Ed insieme perdiamo un grande uomo dello Stato che ovunque ha saputo profondere efficacia dell’azione e lungimiranza di visione storica. Uno studioso brillante, originale e inquieto, che ha affrontato molteplici temi scientifici emergendo sempre per l’acume e la profondità delle sue proposte. Come molti della mia generazione gli devo moltissimo, e ancor più perché ho avuto l’onore di essere per qualche anno soprintendente di Agrigento, di potermi giovare dei suoi consigli e di poter toccare con mano i frutti della sua immensa attività amministrativa e di tutela in tutto il territorio della provincia di Agrigento. Grazie di tutto Professore!”.
Antonella Polito, archeologo alla soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Agrigento: “Nel giorno in cui è caduto l’ultimo sole di catulliana memoria e la comunità scientifica celebra giustamente l’archeologo di chiara fama, l’amministratore con una visione ampia e chiara sulla tutela e sulla valorizzazione della Valle dei Templi, nella mia memoria si affollano le immagini dei momenti di pausa, quando il temuto professore, il severo direttore di scavo, l’archeologo e storico di sconfinata conoscenza, cedeva il posto al compagno di missione. Collaborare con il prof. De Miro era un impegno totalizzante, richiedeva dedizione totale, ma era un viaggio affascinante nello spazio e nel tempo, dai libri al cantiere, dalla Libia a Lampedusa, da Morgantina alla Valle dei Templi: oggi il ricordo per me è una chiacchierata sul futuro seduti sul gradino più alto dell’anfiteatro di Leptis Magna, la riflessione sul saggio al di sotto di un mosaico del Quartiere ellenistico-romano mentre sgranocchiamo croccanti ‘nzudde messinesi, un bicchiere di plastica ad anelli che collassa in una sosta del viaggio da Tunisi a Tripoli, le risate che alla fine scappano a cena anche davanti ai mostri sacri dell’archeologia riuniti a tavola, i racconti di un mondo per me inarrivabile, la sorpresa di un tempio nuovo e sconosciuto che si svela pian piano sotto i nostri picconi ad Agrigento, le parole del biglietto per il mio matrimonio infinitamente augurando”.
La Missione Archeologica Italiana di Priniàs (Creta) vuole ricordare con questa foto il prof. Ernesto De Miro, scomparso il 29 agosto 2025. La foto, scattata a Creta negli anni ’80, in occasione di una sua visita alla Missione di Priniàs, lo ritrae con i due direttori della Missione che si sono succeduti dal 1969 al 2020: Giovanni Rizza, suo amico fraterno, e Dario Palermo. Con lui se ne va una generazione di archeologi di ferro, grandi studiosi e instancabili organizzatori, ai quali l’archeologia italiana deve tanto”.
Bianca Maria Sammarco, docente di Lingua e Letteratura latina e greca: “Apprendo da Armida De Miro, figlia del professor Ernesto e mia cara, cara amica sin dagli anni del nostro lavoro presso la soprintendenza archeologica degli scavi di Pompei. Gli agrigentini lo hanno conosciuto soprattutto come sovrintendente dei beni archeologici, ruolo nel quale si è distinto per la sua dedizione e per l’azione di tutela inflessibile della Valle dei Templi, contro l’aggressione dell’abusivismo edilizio degli anni ‘70 e ‘80. Se il perimetro della Valle è stato salvaguardato, da attacchi di proprietari di costruzioni abusive e politicanti complici, lo dobbiamo principalmente alla sua opera e a quella del suo successore, la professoressa Graziella Fiorentini. È stato uno studioso, un luminare della scienza archeologica, una figura di grande prestigio e autorevolezza, un “civil servant” dello Stato che ha svolto il suo dovere con grande passione, decoro ed efficacia. Che la terra gli sia lieve”.

Copertina del libro “La Sicilia dei due Dionisi” (L’Erma di Bretschneider) in memoria di Ernesto De Miro
“Siamo profondamente addolorati per la scomparsa di Ernesto De Miro, una delle figure più autorevoli dell’archeologia contemporanea”, si legge sul sito de L’Erma di Bretschneider. “Professore di Archeologia e Storia dell’Arte greca e romana, ha ricoperto incarichi di grande prestigio: soprintendente ai Beni archeologici, direttore dell’Istituto di Studi Micenei ed Egeo-Anatolici del CNR di Roma, presidente del consiglio scientifico del Centro di Archeologia Greca del CNR dell’università di Catania e membro dell’Istituto Archeologico Germanico. Ha guidato scavi fondamentali in Sicilia – ad Agrigento, a Eraclea Minoa e in diversi siti dell’interno – e ha condotto importanti ricerche in Libia, nel sito di Leptis Magna. Per la nostra casa editrice è stato un autore prezioso, con numerose pubblicazioni dedicate all’archeologia e all’arte della Sicilia antica. Tra queste ricordiamo La Sicilia dei due Dionisî (con Lorenzo Braccesi e Nicola Bonacasa) e Agrigento e la Sicilia greca. A lui abbiamo dedicato il volume Archeologia del Mediterraneo. Studi in onore di E. De Miro, a cura di Graziella Fiorentini, Maria Caltabiano e Anna Calderone. Una perdita enorme per il mondo dell’archeologia e per tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo”.
“La Sicilia piange la scomparsa di Ernesto De Miro”, si legge sul sito di Archeologia Viva. “Un personaggio storico, Il grande studioso di antichità siciliane e mediterranee si è spento all’età di 99 anni. Oltre agli incarichi accademici all’università di Messina, De Miro è stato soprintendente ai Beni archeologici di Agrigento Caltanissetta ed Enna. Inoltre, direttore dell’Istituto di Studi Micenei ed Egeo-anatolici al Cnr. Ad Agrigento ha diretto gli scavi nell’area dell’abitato, degli edifici pubblici, dei santuari e della necropoli. Sua anche la direzione degli scavi di Eraclea Mìnoa e di siti indigeni nelle valli del Salso e del Platani”.

Copertina del libro “L’Iliade e la ceramica greca. Studi metodi e argomentazioni” di Ernesto De Miro
Infine Massimo Cultraro ricorda Ernesto De Miro (1924-2025) in uno dei suoi ultimi studi maturato negli anni della Scuola Archeologica Italiana di Atene. “Di molti uomini vide le città e conobbe i pensieri” καλό ταξίδι, κύριε Καθηγητά
Palma di Montechiaro (Ag). Al Palazzo Ducale si inaugura l’Antiquarium “Giacomo Caputo” con una mostra sul “Patrimonio ritrovato” da sequestri e il primo nucleo del futuro museo civico. Libro dell’IC “Tomasi di Lampedusa”

In Sicilia nasce un nuovo museo archeologico. Venerdì 10 gennaio 2025, alle 10.30, verrà inaugurato al Palazzo Ducale di Palma di Montechiaro (Ag) l’Antiquarium “Giacomo Caputo”, realizzato in collaborazione con il Comune di Palma di Montechiaro. L’esposizione sarà articolata in due sezioni, di cui la prima riservata alla mostra “Il Patrimonio ritrovato. Percorsi di legalità nella Terra del Gattopardo”, costituita da opere oggetto di sequestri e restituiti al demanio regionale; la seconda da reperti provenienti dal territorio di Palma di Montechiaro che vengono esposti per la prima volta, rappresentando così il primo nucleo del futuro museo civico di Palma di Montechiaro. Intervengono il sindaco di Palma di Montechiaro Stefano Castellino, e il soprintendente ai Beni culturali e ambientali di Agrigento Vincenzo Rinaldi. “La sinergia fra le Istituzioni Culturali e le Forze dell’Ordine”, spiegano alla soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Agrigento, “ha dato negli ultimi decenni importanti risultati, non solo con il recupero dei reperti, ma anche con la loro valorizzazione, restituendoli alla collettività, attraverso mostre e altre iniziative che hanno lo scopo precipuo di veicolare messaggi di legalità e sensibilizzazione alle problematiche legate alla tutela del patrimonio culturale”. L’iniziativa vede protagonista la scuola di Palma di Montechiaro, con la partecipazione attiva dell’istituto comprensivo statale “Giuseppe Tomasi di Lampedusa” e l’istituto di istruzione superiore “Gian Battista Odierna” nell’ambito delle attività culturali promosse dalla Soprintendenza per favorire la partecipazione del mondo della scuola, nella consapevolezza del ruolo centrale che essa riveste nella diffusione dei valori della legalità, intesa in senso ampio, in un dialogo costante con le Istituzioni. Nell’ambito della manifestazione sarà presentato il libro “La Tutela del Patrimonio Culturale. Spiegata e illustrata dagli studenti dell’Istituto Comprensivo statale Giuseppe Tomasi di Lampedusa di Palma di Montechiaro”.














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