Vetulonia (Gr). Fine settimana speciale al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” con due visite guidate alla mostra “Quadri etruschi raccontano. Il mito e il rito da Caere a Vetulonia. Un nuovo straordinario recupero della Guardia di Finanza”
Fine settimana speciale al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia (Gr): sono previste due visite guidate alla mostra “Quadri etruschi raccontano. Il mito e il rito da Caere a Vetulonia. Un nuovo straordinario recupero della Guardia di Finanza”. La prima sabato 13 aprile 2024, alle 15.30; la seconda, domenica 14 aprile 2024, alle 15.30. Visita guidata gratuita alla mostra a cura dello staff del museo; ingresso a pagamento. Prenotazione gradita. Per informazioni e prenotazioni: tel.0564 948058, email: museo.vetulonia@comune.castiglionedellapescaia.gr.it. Limite massimo 30 persone. Protagoniste esclusive dell’allestimento sono quattro lastre etrusche in terracotta dipinta provenienti da scavi clandestini presso Cerveteri, l’etrusca Caere, salvate dal mercato illegale grazie all’insostituibile attività di vigilanza, tutela, conservazione e valorizzazione che la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale svolge da sempre in piena e fruttuosa collaborazione con le forze dell’ordine e in particolare con la Sezione Tutela Beni Demaniali e di Interesse Pubblico della Guardia di Finanza di Roma. Le lastre sono dei veri “quadri” su cui i colori vivaci e le originali iconografie etrusche immortalano magistralmente personaggi e episodi nodali del mito greco, raccontandoli con potenza ed evocando da un singolo “fotogramma” storie antiche che intrecciano vicende umane, eroiche e divine.
Per saperne di più, in attesa delle visite guidate. “Quadri etruschi raccontano, 1”. “Dipingendo il mortale duello tra Achille e Pentesilea l’artefice di questa meravigliosa opera”, spiegano le archeologhe del MuVet, “ci trasporta sotto le mura di Troia, come spettatori del mitico scontro tra il più celebre dei guerrieri achei e la più temibile delle amazzoni, stirpe di intrepide donne guerriere. L’anonimo artista etrusco che ha dipinto la lastra ci restituisce una versione dell’episodio straordinaria e originale: la regina guerriera nel pieno del proprio eroismo, indomita e a testa alta, nella sua carica vittoriosa in cui ha rinunciato perfino alla protezione dello scudo per scagliarsi contro il nemico senza badare alla propria incolumità. Nelle rappresentazioni antiche di questo famoso mito questo punto di vista è del tutto innovativo e rivoluzionario, frutto di una cultura, quella etrusca, dove la donna ha un ruolo pari a quello dell’uomo. L’artista così, invece di esaltare la forza di Achille come avviene nel mondo greco, celebra con forza la bellezza della regina delle Amazzoni e la sua spavalderia, conseguente alla corsa vittoriosa che l’ha condotta attraverso le schiere nemiche sino ad affrontare finalmente il proprio tragico destino. Una scelta originale, che spinge lo spettatore a parteggiare per l’eroina tragica nell’ultimo momento di gloria prima della fine, ben sapendo che di lì a pochi istanti il più forte guerriero degli achei – ora quasi timoroso al riparo della sua armatura – la trapasserà spietatamente ponendo fine alle sue gesta. Secondo il racconto del poema perduto “Etiopide” di Arctino di Mileto, Achille trafisse l’indomita guerriera, ma se ne innamorò perdutamente nel momento stesso in cui lei perdeva la vita”.
Per saperne di più, in attesa delle visite guidate. “Quadri etruschi raccontano, 2”. “Una scena di corsa, e forse anche d’inganno, è protagonista di questa lastra”, spiegano le archeologhe del MuVet: “è difficile riconoscerne con certezza i personaggi che l’artista ci vuole raccontare, in mancanza di un contesto che forse continuava sulle lastre adiacenti purtroppo mancanti, ma possiamo fare insieme due supposizioni. L’arco impugnato nella mano sinistra dalla figura femminile ci aiuta in questo senso che, una volta esclusa l’ipotesi di un’amazzone in assenza di armatura e di altre caratteristiche guerresche, potrebbe trovare l’apice della sua abilità nelle mani della dea della caccia Artemide (in etrusco Artumes) o della mitica cacciatrice mortale Atalanta (in etrusco Atalanta). Nel primo caso, si potrebbe immaginare che la dea si affretti verso una delle sue imprese mitiche volgendosi per chiedere assistenza al suo gemello, Apollo, che accorre in suo aiuto. Se invece la giovane donna armata di arco fosse da identificare come la cacciatrice Atalanta, è senz’altro suggestivo ricordare che l’eroina, forte delle sue guadagnate abilità, usasse sfidare alla corsa tutti i suoi pretendenti i quali, una volta sconfitti nella gara, venivano regolarmente uccisi. Fino a quando Afrodite, offesa dall’evidente rifiuto dell’amore da parte dell’eroina, consegnò tre mele d’oro, irresistibili per odore e sapore a qualsiasi donna, all’ultimo degli spasimanti, il cui nome era Melanione. Costui, lasciando cadere in terra le mele una alla volta, rallentò la corsa di Atalanta, che non poteva far a meno di fermarsi a raccoglierle, e vinse la gara: il giovane pretendente sarebbe quindi raffigurato nel momento in cui sta raggiungendo e superando la sua avversaria, che si volge all’indietro distratta dalle mele d’oro lasciate cadere a terra”.
Vetulonia (Gr). Al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” apre la mostra “Quadri etruschi raccontano. Le figure del mito e del rito a Vetulonia”, presentata in anteprima a TourismA 2024: quattro lastre etrusche in terracotta dipinta provenienti da scavi clandestini presso Cerveteri, e recuperate nel 2019 dalla Guardia di Finanza
L’annuncio in anteprima a TourismA 2024 nell’incontro “Archeologia… che passione! Mille uno modi per raccogliere l’Antico” a cura di Simona Rafanelli direttore del museo civico archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia con l’intervento di Daniele Federico Maras della soprintendenza ABAP per Viterbo ed Etruria Meridionale “Quadri etruschi raccontano. Le figure del mito e del rito a Vetulonia”: sullo schermo ecco scorrere le straordinarie immagini di quattro lastre etrusche in terracotta dipinta provenienti da scavi clandestini presso Cerveteri, l’etrusca Caere, salvate dal mercato illegale grazie all’insostituibile attività di vigilanza, tutela, conservazione e valorizzazione che la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale svolge da sempre in piena e fruttuosa collaborazione con le forze dell’ordine e in particolare con la Sezione Tutela Beni Demaniali e di Interesse Pubblico della Guardia di Finanza di Roma.
Ora ci siamo. Mercoledì 27 marzo 2024, alle 17, al museo civico archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia inaugurazione della mostra “Quadri etruschi raccontano. Il mito e il rito da Caere a Vetulonia. Un nuovo straordinario recupero della Guardia di Finanza” promossa dalla direzione scientifica del MuVet e dal Comune di Castiglione della Pescaia (Gr). Dopo i saluti istituzionali di Elena Nappi, sindaco del Comune di Castiglione della Pescaia, intervengono Margherita Eichberg, soprintendente Archeologia Belle arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria Meridionale; Daniele Federico Maras, Leonardo Bochicchio e Rossella Zaccagnini, soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria Meridionale; Cap. Manuel Carbonara e Lgt. CS Fabio Calabrese, Sezione Tutela Beni Demaniali e di Interesse Pubblico della Guardia di Finanza di Roma. Chiude Simona Rafanelli, direttore scientifico del MuVet. A seguire visita libera alla mostra. Evento gratuito.
Le lastre sono dei veri “quadri” su cui i colori vivaci e le originali iconografie etrusche immortalano magistralmente personaggi e episodi nodali del mito greco, raccontandoli con potenza ed evocando da un singolo “fotogramma” storie antiche che intrecciano vicende umane, eroiche e divine. Esposte al pubblico per la seconda volta dalla scoperta, saranno in mostra al MuVet dal 27 marzo al 5 maggio 2024.
Nel 2022, a tre anni dal loro recupero a Cerveteri, avvenuto nel 2019, da parte della Guardia di Finanza nel corso di un’operazione contro il mercato illecito delle opere d’arte, le quattro lastre dipinte etrusche di terracotta del VI sec. a.C., restaurate in un complesso intervento di conservazione a cura di Antonio Giglio, avevano cominciato cominciano a svelare le loro “storie” nell’incontro promosso dalla soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Viterbo e dell’Etruria meridionale in occasione delle Giornate europee dell’archeologia con la loro presentazione in anteprima al pubblico nella sede della Sabap a Palazzo Patrizi Clementi di Roma (vedi Roma. Presentate e illustrate per la prima volta al pubblico le quattro lastre dipinte etrusche di terracotta, del VI sec. a.C., recuperate a Cerveteri nel 2019 dalla Guardia di Finanza. Saranno esposte nel Castello di Santa Severa | archeologiavocidalpassato).
Archeologia in lutto. È morta a ottant’anni Marina Martelli, etruscologa di fama internazionale, compagna di vita dell’etruscologo Mauro Cristofani, morto prematuramente a 56 nel 1997
Archeologia in lutto. Il 24 dicembre 2023 si è spenta all’età di ottanta anni Marina Martelli, etruscologa di fama internazionale, già professore ordinario all’università della Tuscia, dove ha tenuto a battesimo più di una generazione di studiosi di archeologia e arte etrusca. Era nata a Bologna il 15 luglio 1943. Tra il 1969 e il 1982 aveva rivestito ruoli di ispettore archeologo, direttore e soprintendente aggiunto presso le Soprintendenze, in Sicilia, in Etruria e a Roma. A dare la notizia è stata la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale. Il suo ricordo in una breve nota: “Con lei se ne va una grande esperta di ceramica greca ed etrusca, di oreficeria glittica e arti minori, di storia dell’arte, storia degli studi e collezionismo, nonché soprattutto di antichità vulcenti, tarquiniesi e ceretane. Una studiosa a tutto campo, benemerita dell’Etruria Meridionale e autrice di innumerevoli contributi scientifici, mostre archeologiche e conferenze; accolta tra l’altro tra i membri dell’Accademia dei Lincei, dell’Istituto di Studi Etruschi ed Italici di Firenze, della Pontificia Accademia Romana di Archeologia, del Deutsches Archäologisches Institut e dell’Accademia Etrusca di Cortona. Oggi – conclude la nota – Marina Martelli ha raggiunto Mauro Cristofani, suo compagno di vita prematuramente scomparso nel 1997 a 56 anni, anche lui etruscologo di vaglia e protagonista degli studi del Novecento: sit vobis terra levis”. Così l’archeologo Massimiliano Valenti: “Borsista del CNR per due volte (1992 e 1994), nell’Istituto di Etruscologia allora diretto da Mauro Cristofani, suo marito, l’ho conosciuta in quel periodo. Tanto aperto e sorridente lui, altrettanto chiusa lei. Ma preparatissima e molto temuta da allievi e colleghi, per il suo rigore scientifico. Celebri le sue recensioni, analitiche e intransigenti”.
Graffignano (Vt). Al Castello Baglioni apre la mostra “LUNGO IL TEVERE. Testimonianze archeologiche dai territori di Graffignano e di Sipicciano al Castello Baglioni” con i più recenti rinvenimenti archeologici del territorio, nucleo di un Antiquarium articolato tra le sedi di Graffignano e di Sipicciano (di prossimo allestimento)
Al Castello Baglioni di Graffignano (Vt) sabato 2 dicembre 2023, alle 16.30, apre la mostra “LUNGO IL TEVERE. Testimonianze archeologiche dai territori di Graffignano e di Sipicciano al Castello Baglioni”. La soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale e l’amministrazione comunale di Graffignano, con il sostegno della Provincia di Viterbo e il contributo di sponsor locali, hanno organizzato all’interno del Castello Baglioni un’esposizione dedicata ai più recenti rinvenimenti archeologici del territorio, nucleo di un Antiquarium articolato tra le sedi di Graffignano e di Sipicciano (di prossimo allestimento). La mostra si articola in tre sezioni dedicate: alla Preistoria, con l’abitato del Casone; all’Età Romana, con la villa di campo la Noce e il complesso produttivo di Pian delle Frasche; alla fine dell’Evo Antico, con alcune novità sulla presenza ostrogota nel comprensorio; e infine al Medioevo e al Rinascimento, illustrato dalle testimonianze restituite dallo stesso Castello Baglioni, dove proprio in questa occasione i reperti faranno ritorno.
Marco Pacciarelli (università di Napoli “Federico II”), responsabile scientifico per la sezione dedicata al Casone, coadiuvato da Pasquale Miranda e Valentina Musella, presenterà i risultati dell’abitato dell’Età del Bronzo, indagato nel 2012 e oggetto di una recente pubblicazione (P. Miranda, V. Musella, L’abitato dell’età del bronzo del Casone di Graffignano e la facies di Belverde-Mezzano, Universitätsforschungen zur prähistorischen Archäologie, Bonn 2021): tra i materiali esposti figurano anche alcuni oggetti restaurati grazie alla liberalità di Archeomatica. Per l’Età Romana, i risultati delle indagini in concessione nel complesso residenziale in località Campo la Noce saranno curate da Francesca Letizia Rizzo (CNR ISPC), coadiuvata da Francesco Borsari e Simone Caglio. La stessa studiosa, che ha curato nel 2017 l’esposizione del complesso residenziale di Poggio la Guardia, inserita nell’attuale percorso di visita, presenterà nuovi dati sulla presenza ostrogota nel territorio partendo dalla nota fistula di Teodato. Cinzia Zegretti, con il supporto di Sergio Pregagnoli e Damiano Paoletti, illustreranno invece le testimonianze del complesso produttivo di Pian delle Frasche, indagato nel 2012 nell’ambito di un intervento di archeologia preventiva. Al prof. Giuseppe Romagnoli e alla sua équipe (Francesca Alhaique, Luca Brancazi, Flavia Marani, Lavinia Piermartini) è affidata la responsabilità scientifica della sezione più recente, in cui saranno illustrati gli aspetti della vita quotidiana nel Castello Baglioni, attraverso l’esposizione dei contesti rinvenuti all’interno della struttura nel corso dei lavori di restauro eseguiti a partire dal 2009.
Una parte dei reperti ceramici era già stata restaurata grazie al contributo del comune di Graffignano ed esposta nel 2020 a Viterbo a cura dello stesso Giuseppe Romagnoli (“Graffignano. Frammenti di vita quotidiana dai butti del Castello Baglioni”, museo della Ceramica della Tuscia, Viterbo 2020). Questa mostra è l’occasione per presentare al pubblico un nuovo nucleo di reperti restaurati grazie al contributo della soprintendenza per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale, nell’ambito di un finanziamento destinato ai depositi dell’Istituto e al patrimonio culturale in essi conservato. Parte del percorso espositivo sarà invece costituito da pannelli didattici (storia del territorio in epoca antica e tardo antica, notizie sui complessi di Campo la Noce e di Pian delle Frasche) confidando, con il reperimento di ulteriori fondi, di poter al più presto ampliare l’offerta culturale alla cittadinanza e al mondo scientifico attraverso l’esposizione dei materiali restituiti da questi contesti.
Cerveteri (Rm). Apertura straordinaria e visite guidate: sabato alla Tomba Regolini – Galassi, domenica alla Tomba delle Cinque Sedie. Pomeriggi alla mostra “Il Patrimonio ritrovato a Cerveteri”. Prenotazione obbligatoria
Week end a Cerveteri (Rm). La soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale, il Comune Cerveteri e la cooperativa Artemide Guide organizzano un week end dedicato alla valorizzazione del Patrimonio culturale. Sabato 2 dicembre 2023, alle 11, apertura straordinaria e visita guidata alla Tomba Regolini – Galassi nella Necropoli del Sorbo; appuntamento alle 10.45 al parcheggio del Granarone (Cerveteri). È richiesta la prenotazione, la partecipazione è gratuita. Domenica 3 dicembre 2023, alle 10 e alle 11, apertura straordinaria e visita guidata alla Tomba delle Cinque Sedie nella Necropoli della Banditaccia; appuntamento al parcheggio del Campo della Fiera (via della Necropoli, Cerveteri). È richiesta la prenotazione, la partecipazione è gratuita. Mostra “Il Patrimonio ritrovato a Cerveteri” dalle 15 alle 18: racconto delle storie del Patrimonio ritrovato attraverso la mostra archeologica allestita alle Case Grifoni, nel centro storico medievale di Cerveteri. L’esposizione raccoglie oggetti trafugati dai clandestini nel secolo scorso e, attraverso le vie del mercato nero delle opere d’arte, giunti nelle collezioni private e musei di tutto il mondo. Grazie all’opera dei Carabinieri della Tutela del Patrimonio Culturale, a quella del ministero della Cultura e all’Avvocatura dello Stato questi reperti sono finalmente tornati nei luoghi di appartenenza, contribuendo a ricostruire importanti frammenti della storia locale. Prenotazione Obbligatoria: info (+39)0652725945 – Whatsapp (+39) 3534107535 – (+39)0699552637 Punto Informazioni Turistiche (dal martedì al sabato dalle 9.30 alle 12.30) oppure pitcerveteri@gmail.com.
Parco di Veio. Per tre domeniche apertura straordinaria della Tomba dei Leoni Ruggenti, la più antica tomba dipinta d’Etruria. Prenotazione obbligatoria
Tre nuovi appuntamenti per vivere l’occasione imperdibile di visitare in via del tutto eccezionale la Tomba dei Leoni Ruggenti al parco di Veio. L’iniziativa nasce a seguito del grande successo di pubblico riscontrato in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio nel settembre scorso e grazie alla collaborazione con l’ente regionale Parco di Veio, il Municipio XV e il Corpo italiano di San Lazzaro – Gruppo Roma e Viterbo. Le aperture saranno effettuate nelle giornate di domenica 22 ottobre, 26 novembre e 17 dicembre 2023, dalle 10 alle 12, in concomitanza con i giorni di apertura al pubblico del Santuario di Portonaccio. Per prenotarsi occorre inviare una mail a: booking@csli-roma.eu lasciando il proprio recapito telefonico oppure inquadrando il QRcode che si trova nella pagina al seguente link Parco di Veio – Aperture straordinarie della Tomba dei Leoni Ruggenti – Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale (beniculturali.it). La Tomba dei Leoni Ruggenti è la più antica tomba dipinta d’Etruria, databile tra il 700 e il 690 a.C. Scoperta nel 2006, con la collaborazione di un “tombarolo” pentito, la tomba, scavata nel tufo è preceduta da un corridoio di accesso con banchine laterali per lo svolgimento di cerimonie, deve la sua denominazione al fregio di belve feroci dipinto nella camera sepolcrale: quattro leoni con le fauci spalancate e denti aguzzi. Al di sopra si trova un fregio con animali acquatici. Vista la delicatezza della struttura, l’accesso potrà avvenire per gruppi di 5 persone per volta e per un totale di 50 persone in ogni giornata.
Ischia di Castro (Vt). Al museo civico Archeologico “Pietro e Turiddo Lotti” la mostra “Il ritorno della biga. Carri etruschi da Castro, Vulci e Tarquinia” per il ritorno a casa della celebre biga in bronzo rinvenuta nel 1967
Al museo civico Archeologico “Pietro e Turiddo Lotti” di Ischia di Castro (Vt) venerdì 4 agosto 2023, alle 18, sarà inaugurata la mostra “Il ritorno della biga. Carri etruschi da Castro, Vulci e Tarquinia”, visitabile dal 5 agosto al 31 dicembre 2023, che vuole celebrare il ritorno, nella località da cui proviene, della celebre Biga in bronzo, datata al 530-520 a.C. e rinvenuta nel 1967 grazie alle ricerche condotte dal Centro belga di Studi etrusco-italici nella necropoli etrusca di Castro. La Tomba della Biga, che ha preso il nome del currus etrusco, è oggi visitabile nel parco archeologico Antica Castro e il video della scoperta si potrà ammirare al museo di Ischia di Castro. Insieme alla Biga di Castro sono esposti altri due esempi importanti di carri etruschi: il calesse femminile rinvenuto a Tarquinia, negli scavi dell’università di Torino, all’interno del Tumulo della Regina, risalente alla prima metà del VII secolo a.C. e quello proveniente dalla Tomba delle Mani d’Argento (640-630 a.C.), scavato dalla Soprintendenza insieme alla Fondazione Vulci, nella necropoli dell’Osteria a Vulci. Da questa ricca tomba provengono anche la testiera di cavallo con i preziosi finimenti bronzei, il collare e alcuni morsi equini in ferro, che completano l’esposizione. La mostra è stata fortemente voluta dal Comune di Ischia di Castro – museo civico Archeologico “Pietro e Turiddo Lotti” e ha visto il coinvolgimento della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, della direzione regionale Musei del Lazio – museo nazionale Etrusco Rocca Albornoz, della soprintendenza speciale di Roma, della Fondazione Vulci e della rivista Archeo, come media partner.
Tarquinia. Visita guidata in notturna alla Tomba degli Aninas nella necropoli di Monterozzi con l’archeologa Rossella Zaccagnini della Sabap Etruria meridionale
Cosa c’è di meglio in una notte estiva di luna crescente che scoprire i tesori del sottosuolo? Se lo chiede Rossella Zaccagnini, archeologa, responsabile di zona per la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale, che invita tutti al nuovo appuntamento con le aperture straordinarie e le viste guidate in notturna a Tarquinia (Vt). Dopo la notturna di venerdì 28 luglio 2023, con moltissimi visitatori che si sono fatti affascinare dalla Tomba dell’Orco, nella necropoli di Monterozzi, Rossella Zaccagnini ora aspetta i nuovi ospiti con le sue spiegazioni venerdì 4 agosto 2023, alle 20.30, alla tomba della famiglia Aninas, una delle più illustri famiglie tarquiniesi di IV secolo a.C. che racconterà la sua storia. Prenotazione obbligatoria a: sabap-vt-em.tarquinia@cultura.gov.it. Trattandosi di passeggiate in notturna ed in terreni accidentati si consiglia vivamente di indossare calzature adatte (preferibilmente chiuse) e di giungere muniti di una torcia elettrica.
Tuscania. Nell’ambito del TAP – Tuscania Archaeological Project “Nuove scoperte dalla necropoli di Sasso Pinzuto”: presentazione dei risultati della campagna di scavo 2023
Sabato 22 luglio 2023, alle 16, all’Istituto Lorenzo de’ Medici (largo della Rocca 7) di Tuscania, “Nuove scoperte dalla necropoli di Sasso Pinzuto, Tuscania”: durante l’incontro si parlerà dei traguardi raggiunti in questa stagione di scavi del TAP – Tuscania Archaeological Project e si presenteranno i risultati della campagna di scavo dell’università di Napoli Federico II nella necropoli di Sasso Pinzuto. Si tratta di una campagna di scavo condotta da CAMNES (Center for Ancient Mediterranean and Near Eastern Studies) e università di Napoli Federico II, su concessione ministeriale in accordo con la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale. I posti sono limitati e la prenotazione è obbligatoria, scrivendo a info@camnes.org o compilando il seguente form: http://bitly.ws/LAoy. A introdurre sarà la funzionaria della Soprintendenza, archeologa competente per zona, Simona Carosi. Saranno il prof. Alessandro Naso e la dott. ssa Martina Zinni (università Federico II) a illustrare la rilevanza della tomba indagata e del contesto di scavo.
In questo 2023 è stata esplorata, nella necropoli di Sasso Pinzuto, una tomba a tumulo. Quest’ultima, con atrio trasversale e due camere, è compresa in un tumulo soprastante un tratto di via tagliata nel tufo, inglobato in epoca romana nel percorso della via Clodia. La particolarità del tumulo risiede nella crepidine rafforzata da filari di blocchi tufacei in opera quadrata, che completavano il monumento e il corridoio di accesso al sepolcro: una tecnica dettata dalle condizioni dello strato tufaceo naturale e impiegata a Tuscania anche nelle necropoli di Ara del Tufo e Guadocinto; e nella facciata della tomba a dado dei Maiali Neri, nella stessa necropoli di Sasso Pinzuto. L’esplorazione della tomba ha consentito di rinvenire resti dei corredi funerari che fanno risalire la sua datazione d’uso almeno all’inizio del VI sec. a.C.
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