Firenze. Etruschi protagonisti agli Uffizi con la rassegna “Gli Etruschi: nuove ricerche nuove scoperte nuove storie”, 15 incontri di approfondimento il mercoledì da giugno a ottobre. Apre Sassatelli con “Gli Etruschi tra luoghi comuni e realtà storiche”. Ecco tutto il programma
Mercoledì 11 giugno 2025, alle 17, all’auditorium Paolucci delle Gallerie degli Uffizi a Firenze con la conferenza “Gli Etruschi tra luoghi comuni e realtà storiche”, Giuseppe Sassatelli, presidente Istituto Nazionale di Studi Etruschi e Italici, apre la rassegna “Gli Etruschi: nuove ricerche, nuove scoperte, nuove storie”. A 40 anni dall’“Anno degli Etruschi”, il 1985, iniziativa della Regione Toscana alla quale hanno partecipato Università, Soprintendenze, Musei e, con un ruolo di coordinamento culturale, anche l’Istituto Nazionale di Studi Etruschi e Italici, con importanti mostre a Firenze, Arezzo, Siena, Volterra, Orbetello Cortona e Perugia nelle quali furono presentati e illustrati al pubblico monumenti e materiali degli Etruschi e della loro civiltà, sono moltissime le novità dovute a scavi e ricerche. Ecco dunque “Gli Etruschi: nuove ricerche, nuove scoperte, nuove storie”, rassegna di 15 incontri di approfondimento, con al centro gli Etruschi, i loro misteri, le loro origini e la loro storia, organizzata dalle Gallerie degli Uffizi e dall’Istituto Nazionale di Studi Etruschi e Italici con sede a Firenze in collaborazione con la Regione Toscana. Le conferenze, ospitate nell’auditorium Paolucci delle Gallerie degli Uffizi, si svolgeranno di mercoledì dall’11 giugno all’8 ottobre 2025 (con inizio alle 17). A parlare saranno docenti universitari, specialisti ed esperti della misteriosa civiltà mediterranea. La partecipazione sarà a ingresso libero.
L’obiettivo del ciclo di incontri agli Uffizi è affrontare in modo organico e coerente tutte le principali novità sui più rilevanti aspetti della storia e dell’archeologia degli Etruschi, per offrire al pubblico interessato un quadro completo e aggiornato su questa civiltà, affrontandone e illustrandone i temi di maggiore importanza. Dal dibattutissimo problema delle origini, si passerà a quello altrettanto caldo della lingua, a quello delle città e della loro organizzazione interna, ai luoghi di sepoltura (le grandi necropoli d’Etruria), ai culti e alla religione, alle manifestazioni artistiche (scultura, pittura, bronzistica), alla struttura politica e alle cariche magistratuali, alla loro presenza territoriale nell’Italia antica, dal Po al Sele, con una ampiezza maggiore rispetto a quanto solitamente si credeva, al loro ruolo di navigatori e commercianti nel Mediterraneo, ai rapporti e alle relazioni culturali con i Greci e con gli altri popoli dell’Italia Antica, e alla loro fine nell’impatto con Roma.
CALENDARIO CONFERENZE, il mercoledì alle 17, all’auditorium Paolucci, piazzale degli Uffizi 6, a Firenze: 11 giugno, “Gli Etruschi tra luoghi comuni e realtà storiche” (Giuseppe Sassatelli, presidente Istituto Nazionale di Studi Etruschi e Italici); 18 giugno, “La lingua: dal “mistero” alla conoscenza: nuovi testi, nuove letture” (Enrico Benelli, università di Roma Tre); 25 giugno, “L’architettura: Case e palazzi” (Simonetta Stopponi, università di Perugia); 2 luglio, “L’architettura: Le tombe” (Alessandro Naso, università di Napoli Federico II); 9 luglio, “Politica e istituzioni: i magistrati e le città” (Daniele Federico Maras, direttore museo Archeologico nazionale di Firenze); 16 luglio, “La pittura: nuovi documenti e nuove interpretazioni” (Daniele Federico Maras, direttore museo Archeologico nazionale di Firenze); 23 luglio, “La religione: santuari, divinità e culti” (Laura Michetti, università di Roma La Sapienza); 30 luglio, “Le arti: botteghe “locali” e artigiani “venuti da fuori” (Stefano Bruni, università di Ferrara); 6 agosto, “…Ancora sull’origine degli Etruschi” (Vincenzo Bellelli, direttore parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia); 3 settembre, “Gli Etruschi e il Mediterraneo orientale” (Maurizio Sannibale, Musei Vaticani); 10 settembre, “Etruschi e Greci” (Maurizio Harari, università di Pavia); 17 settembre, “Gli Etruschi a Pompei e in Campania” (Luca Cerchiai, università di Salerno); 24 settembre, “Etruschi e Italici” (Gianluca Tagliamonte, università di Lecce); 1° ottobre, “Gli Etruschi nella valle del Po” (Elisabetta Govi, università di Bologna); 8 ottobre, “La fine degli Etruschi” (Jacopo Tabolli, università per Stranieri di Siena).
Santa Severa (Roma). Al castello conferenza e proiezione del film “Campo della fiera e il pozzo del tempo” di Massimo D’Alessandro
Venerdì 9 maggio 2025, alle 18, al museo del Mare e della Navigazione antica nel Castello di Santa Severa a Santa Marinella (Roma) proiezione del film “Campo della fiera e il pozzo del tempo” di Massimo D’Alessandro, Premio del pubblico e Menzione speciale della giuria all’edizione 2025 del Firenze Archeofilm. La proiezione sarà preceduta da una introduzione storica a cura di Mario Mazzoli, general manager A.S.S.O. e Massimo D’Alessandro, autore e regista del documentario. Un viaggio nella storia millenaria di Campo della Fiera e un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati di archeologia, storia e avventura. La proiezione è organizzata dal GATC – Gruppo Archeologico del Territorio Cerite e dal Polo Museale Civico del Comune di Santa Marinella e fa parte del programma delle manifestazioni culturali estive organizzate al castello. Ingresso libero senza prenotazione.
IL FILM. Nel cuore dell’Italia centrale, ai piedi della rupe di Orvieto, si trova Campo della Fiera, un luogo straordinario in cui sacralità e storia si intrecciano da oltre duemila anni. Identificato come la sede del leggendario Fanum Voltumnae, santuario federale degli Etruschi. Il sito ha poi visto passare le diverse epoche diventando un centro spirituale e amministrativo dei Romani e successivamente un insediamento francescano. Le indagini archeologiche condotte negli ultimi vent’anni hanno portato alla luce manufatti di inestimabile valore: antichi templi, mosaici, ceramiche pregiate e un profondo pozzo mai esplorato, custode di tesori dimenticati. Attraverso ricostruzioni storiche, interviste esclusive e riprese spettacolari, “Campo della Fiera e il pozzo del tempo” accompagna il pubblico in un affascinante viaggio alla scoperta della vita, del declino e della rinascita di questo sito unico. Uno dei reperti rinvenuti nel pozzo, inoltre, apre uno squarcio nel velo di mistero che avvolge i Templari e un possibile intrigo storico. Consulenza scientifica: Marco Cruciani, Danilo Leone, Mario Mazzoli, Silvia Simonetti, Simonetta Stopponi, Vincenzo Valenzano. Una produzione A.S.S.O. ETS in collaborazione con l’associazione Campo della Fiera e il dipartimento di Studi umanistici dell’università di Foggia, soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio dell’Umbria, soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio della Provincia di Viterbo e dell’Etruria Meridionale.
Roma. Al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia presentazione del libro “Villa San Silvestro di Cascia. Archeologia e storia di un abitato nella Sabina montana dalla conquista romana al Medioevo” a cura di Francesca Diosono sugli scavi condotti dall’università di Perugia negli anni dal 2006 al 2012
Giovedì 19 dicembre 2024, alle 16.30, al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia presentazione del libro “Villa San Silvestro di Cascia. Archeologia e storia di un abitato nella Sabina montana dalla conquista romana al Medioevo” a cura di Francesca Diosono. Ingresso libero in sala fortuna fino ad esaurimento posti. Introduce Luana Toniolo, direttrice del Museo. Dialogano con la curatrice Luigi Capogrossi Colognesi, Sapienza università di Roma; Filippo Coarelli, università di Perugia; Fulvio Coletti, parco archeologico del Colosseo; Alessandra Molinari, università di Roma Tor Vergata; Simonetta Stopponi, università di Perugia.
Il libro illustra i risultati degli scavi condotti dall’università di Perugia negli anni dal 2006 al 2012 a Villa San Silvestro, frazione montana del Comune di Cascia (Pg). Le sette campagne di scavo hanno portato alla luce vaste e complesse strutture antiche, per un’estensione di circa 3 ettari, che attestano l’importanza di un sito unico nel suo genere. Si tratta un insediamento che ha avuto vita ininterrotta dall’età sabina e romana fino al medioevo e che fornisce perciò nuove determinanti conoscenze sui processi insediativi di questa regione dell’Italia interna. Tra le strutture portate alla luce figurano il castelliere sabino, un santuario/forum romano con contemporaneo vicus di coloni romani di III-II sec. trasformato nel I sec. in area commerciale. Infine è da ricordare un villaggio tardoantico con una fase alto-medievale longobarda con necropoli che rappresenta un unicum nel suo genere, in quanto testimonianza di un periodo davvero poco conosciuto.
Roma. Dalla Curia Iulia del Foro romano presentazione on line di “Istantanee dal passato. Pittura etrusca a Tarquinia”, secondo quaderno della collana LARTH dell’associazione Amici delle Tombe Dipinte di Tarquinia

L’appuntamento è per mercoledì 21 ottobre 2020, alle 17.30, alla Curia Iulia al Foro Romano, per la diretta (in base alle indicazioni del DPCM 20 Ottobre 2020) sulla pagina Facebook del Parco archeologico del Colosseo (https://www.facebook.com/parcocolosseo/) della presentazione del secondo quaderno della collana LARTH dell’associazione Amici delle Tombe Dipinte di Tarquinia: “Istantanee dal passato. Pittura etrusca a Tarquinia” a cura di Gloria Adinolfi, Rodolfo Carmagnola, Maria Cataldi con appendice di Adele Cecchini. Introduce Alfonsina Russo, direttore del Parco archeologico del Colosseo, presidente onorario dell’associazione, direttore della collana LARTH. Presenta Simonetta Stopponi, etruscologa, già professore all’università di Perugia. La presentazione sarà occasione per ricordare l’instancabile opera di tutela e valorizzazione di uno dei curatori, Mariolina Cataldi, scomparsa un anno fa. L’associazione no profit ‘Amici delle Tombe Dipinte di Tarquinia’, di concerto con la soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, promuove la tutela, la valorizzazione e lo studio degli ipogei dipinti di Tarquinia con il coinvolgimento di Enti, Istituzioni, Università e privati.
Il volume, in italiano e inglese, è dedicato alla storia, alle tecniche e ai contenuti delle figurazioni dipinte nelle tombe di Tarquinia, dal 2004 dichiarate dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. La pittura costituisce certamente una importantissima testimonianza dell’immaginario degli Etruschi. Attraverso lo sviluppo storico della decorazione dipinta saranno evidenziati aspetti della cultura, della società e del rituale funerario nella loro evoluzione a partire dalle prime esperienze di età orientalizzante (primi anni del VII sec a.C.) fino agli ultimi esempi della pittura di età ellenistica, in concomitanza con la conquista romana dell’Etruria (metà del III sec. a.C.). Le pitture etrusche forniranno lo spunto per analizzare i contatti culturali con le principali civiltà del Mediterraneo attraverso la committenza, espressione di una ristretta élite aristocratica e la trasmissioni di temi iconografici e di tecniche da parte degli artisti e delle loro botteghe.
Trovata a Orvieto la testa del dio degli Etruschi, Voltumna, nel tempio del Fanum Voltumnae il santuario federale della lega delle dodici città etrusche, localizzato dopo secoli di ricerche
È stato un luogo sacro per eccellenza per quasi duemila anni, dal VI secolo a.C. alla Peste nera della fine del Trecento: del Fanum Voltumnae, il luogo delle riunioni annuali dei rappresentanti della lega delle dodici città etrusche, ne hanno parlato le fonti antiche (lo storico romano Tito Livio ricorda che alle cerimonie religiose si accompagnavano fiere, mercati, spettacoli teatrali e giochi solenni) e quelle medievali, ma la sua localizzazione è sempre rimasta avvolta nel mistero. Stavolta però gli archeologi e gli storici possono gridare “L’abbiamo trovato! Il Fanum Voltumnae è a Orvieto” con un certo margine di sicurezza. La localizzazione a Orvieto del Fanum è supportata anche da un documento epigrafico, il cosiddetto “Rescritto di Spello”, ossia la disposizione con la quale l’imperatore Costantino concedeva agli Umbri di poter celebrare, secondo un’antichissima consuetudine, le annuali cerimonie religiose e i giochi ad esse connessi a Spello, senza doversi più recare “presso Volsinii“. Se la Volsinii cui si fa riferimento può essere riconosciuta nell’attuale Bolsena, va detto che il richiamo a un’antichissima consuetudine e la puntualizzazione topografica (“presso”) conforta nel pensare alla Volsinii etrusca, Orvieto. Alcuni versi di un’elegia del poeta umbro Properzio rivelano inoltre inequivocabilmente l’origine volsiniese di Voltumna, il dio titolare del Fanum. In aggiunta Plinio il Vecchio ricorda che in occasione della conquista di Velzna/Volsinii/Orvieto furono depredate ben duemila statue di bronzo, che indicano l’esistenza di un importante luogo di culto.
Nella zona di Campo della Fiera, l’area pianeggiante a ovest del pianoro di tufo su cui sorge Orvieto, non solo è stato trovato un grosso tempio, e la via sacra che ad esso conduceva, ma anche una testa maschile che ha tutta l’aria di essere l’immagine di Voltumna, il dio degli Etruschi “titolare” del Fanum Voltumnae, che non era un dio qualsiasi ma la principale divinità dell’antico popolo. A dare l’annuncio nei giorni scorsi l’etruscologa Simonetta Stopponi, ordinario di Etruscologia e Antichità italiche dell’università di Perugia, da tre lustri alla ricerca del santuario federale degli etruschi, nel presentare i risultati della quindicesima campagna di scavo che si è tenuta questa estate.
Il Fanum Voltumnae si trova dunque in località Campo della Fiera, toponimo che ricorda come la zona fu sede di fiere e mercati periodici per secoli, epoca romana compresa, fino al 1384, l’anno della micidiale peste nera che spopolò città e campagne. Nel 1876 i primi scavi archeologici restituirono resti di strutture murarie in tufo e furono recuperate pregevoli terrecotte architettoniche oggi al Pergamon Museum di Berlino. Nel Duemila le indagini sono riprese anche sulla spinta di studi più recenti secondo i quali il mitico Fanum Voltumnae, massimo santuario del popolo etrusco, doveva trovarsi proprio a Campo della Fiera. Inutilmente cercato fin dal Quattrocento (I tentativi sono stati molteplici ma i risultati non sono stati mai confortati da una prova decisiva. Le ipotesi hanno interessato molte località, da Viterbo a Bolsena, da Montefiascone fino al Voltone, nei pressi di Farnese. In realtà l’unico indizio scritto sulla localizzazione del fanum si trova in un’epigrafe di età imperiale romana, molti secoli dopo la fine dell’indipendenza dell’ultima città etrusca), il Fanum era il luogo delle riunioni annuali dei rappresentanti della lega delle dodici città etrusche. E poiché, come abbiamo visto, Tito Livio ricorda la presenza concomitante di fiere, mercati, spettacoli teatrali e giochi solenni, doveva trattarsi di un’area molto vasta, capace di ospitare tutte le delegazioni e accogliere così tante manifestazioni diverse.
Il sito, indagato dal 2000 in un’area che supera i tre ettari di superficie, ha restituito ad oggi straordinarie evidenze archeologiche che avvalorano con sempre maggior sicurezza l’identificazione di questo luogo con Fanum Voltumnae, il celebre santuario federale degli Etruschi che qui, come indicano numerosi documenti di carattere epigrafico e letterario, svolgevano le riunioni e le cerimonie religiose della lega. Gli scavi in Campo della Fiera sono a cura dell’Università di Perugia su concessione ministeriale e vengono finanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto.
Già nel 2013, nel corso della quattordicesima campagna di scavo, sono state tante le novità emerse. Nella parte meridionale dello scavo erano già stati individuati il basamento di un imponente edificio sacro e la struttura di una fontana di metà del quinto secolo a.C. con gocciolatoio a protome leonina. L’anno scorso, a quota più alta, sono emerse le strutture di canalizzazione che facevano confluire l’acqua verso la fontana e altri edifici segnalati da grandi blocchi in tufo dei quali si intende proseguire l’indagine. Scendendo a valle, in prossimità di una villa moderna, è emerso un altro edificio sacro, significativo per la presenza di una piattaforma in tufo con foro e tappo, funzionale alle offerte liquide rivolte alle divinità sotterranee, le divinità ctonie. All’interno del recinto sacro è stato effettuato il rinvenimento di una testa fittile maschile finemente lavorata e contraddistinta da un’imponente massa di capelli: un ritratto senza confronti noti e che lascia spazio a più che suggestive interpretazioni. Risultati eccezionali anche per la frequentazione di epoca romana del sito, testimoniata da una ben conservata struttura termale, probabilmente pertinente ad una lussuosa villa, dove è stato liberato l’intero percorso balneare. Dalle terme è affiorata una straordinaria spilla che raffigura una delle vicende più note del mito della fondazione di Roma: la Lupa che allatta i gemelli.
Nel 2013 è emersa anche la parete frontale della chiesa di San Pietro in vetere di epoca medievale, che ora è completamente visibile nelle sue dimensioni (35 metri x 7 metri). “Una ricerca importantissima”, sottolinea a professoressa Stopponi, “condotta con l’università di Foggia grazie alla preziosa collaborazione del professor Danilo Leone, in quanto si tratta dell’unica chiesa che sorgeva nei pressi del Ponte del Sole ove avvenne l’incontro tra Papa Urbano IV e il Corporale insanguinato portato da Bolsena. Inoltre, sono emersi i resti dell’annesso Convento e le basi delle colonne del chiostro. Da non dimenticare che il completamento delle ricerche della chiesa coincide in questo biennio 2013/2014 con la celebrazione del 750° anniversario del Miracolo Eucaristico, ricordato dal mondo della cristianità con il Giubileo Straordinario”.

Il ritrovamento della testa del dio etrusco Voltumna consolida l’ipotesi che questo è il Fanum Voltumnae
E con la quindicesima campagna di scavo, nuovi eccezionali ritrovamenti. Dal sito di Campo della Fiera insieme a un tempio di grandi dimensioni, probabilmente il principale del Fanum, è venuta alla luce una splendida testa maschile in terracotta in origine policroma, a grandezza naturale e su base dello stesso materiale, che secondo i primi accertamenti potrebbe identificarsi proprio con Voltumna, divinità suprema del pantheon etrusco. Scoperto inoltre un tratto della via sacra che conduceva al tempio. “La testa – spiega Stopponi – è molto bella e ben conservata. È un ritrovamento importante così come quello del tempio, che misura 12 metri per 18. Finora non sono state rintracciate iscrizioni, ma stiamo ancora scavando e contiamo di trovare presto altro eccellente materiale. Sarà invece problematico far riaffiorare l’intera strada sacra. Sul percorso si trova infatti una villa privata la cui costruzione ha certo compromesso l’integrità della zona”.
Le ultime scoperte nell’area archeologica non si limitano tuttavia al periodo etrusco. In queste settimane, ricorda la professoressa Stopponi sono state scoperte le vestigia di un enorme edificio, lungo circa 30 metri, probabilmente il refettorio con relativo chiostro della chiesa medievale di San Pietro in Vetere.














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