Archivio tag | Sala Nefertari al museo Egizio di Torino

Torino. Nel ponte di Ferragosto al museo Egizio quasi 18mila visitatori. Bene anche la sala Nefertari: 8mila visitatori nel primo week end di apertura

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Visitatori al museo Egizio di Torino (foto museo egizio)

Sono stati 17.970 i visitatori del museo Egizio di Torino a cavallo delle festività di Ferragosto, da mercoledì 14 a domenica 18 agosto 2024. Un dato in linea con quello registrato lo scorso anno, malgrado i cantieri che rendono temporaneamente inagibili alcune parti del museo. Nel 2023, infatti, l’Egizio aveva registrato 17.032 ingressi nei 5 giorni di festività dall’11 al 15 agosto 2023. Le giornate che hanno avuto maggiore affluenza di pubblico quest’anno sono state giovedì 15 agosto con 3.846 ingressi e venerdì 16 agosto, con 4.121 visitatori.

torino_egizio_sala-nefertari_apertura_locandinaVenerdì 9 agosto 2024 è stata aperta al pubblico la nuova sala del museo Egizio, dedicata al corredo funerario di Nefertari (1295-1255 a. C.), tornato a Torino al termine di un tour internazionale, durato 8 anni e partito da Leiden in Olanda nel 2016 per poi toccare l’Ermitage di San Pietroburgo in Russia e numerosi musei oltreoceano, negli Stati Uniti e in Canada. Curato da Enrico Ferraris, con la collaborazione di Cinzia Soddu, il nuovo allestimento è stato realizzato con il sostegno della Fondazione Crt (vedi Torino. Al museo Egizio apre la sala Nefertari col corredo funerario della tomba della Grande Sposa Reale di Ramses II scoperta da Schiaparelli proprio 120 anni fa. E nel pomeriggio conferenza di Tarek Tawfik (università del Cairo) su “The Tomb of Nefertari. Encountering the Queen”. Conferenza in presenza e on line in collaborazione con Acme | archeologiavocidalpassato). Nel primo weekend di apertura della nuova sala, dal 9 all’11 agosto 2024 sono stati registrati 8.049 visitatori.

A Ferragosto al museo Egizio di Torino in compagnia della regina Nefertari

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A Ferragosto al museo Egizio di Torino. Il 15, 16 e 17 agosto 2024 si può godere la visita del museo Egizio fino alle 20. Sarà l’occasione per poter ammirare il recente allestimento della sala dedicata alla regina Nefertari, la grande sposa reale del faraone Ramses II, la cui tomba fu scoperta giusto 120 anni, nel 1904, da Ernesto Schiaparelli, direttore del museo torinese e della missione archeologica italiana in Egitto all’inizio del Novecento. Oggi il ricco corredo è conservato proprio a Torino. Prenota il tuo biglietto su https://egizio.museitorino.it

Torino. Al museo Egizio apre la sala Nefertari col corredo funerario della tomba della Grande Sposa Reale di Ramses II scoperta da Schiaparelli proprio 120 anni fa. E nel pomeriggio conferenza di Tarek Tawfik (università del Cairo) su “The Tomb of Nefertari. Encountering the Queen”. Conferenza in presenza e on line in collaborazione con Acme

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Sala Nefertari al museo Egizio di Torino: gli ushabti dal corredo della tomba della regina (foto museo egizio)

 

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Sala Nefertari al museo Egizio di Torino: allestimento con Enrico Ferraris (foto museo egizio)

 

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Sala Nefertari al museo Egizio di Torino: allestimento con Cinzia Soddu (foto museo egizio)

Il corredo funerario della regina Nefertari (1295-1255 a. C.) torna a Torino al termine di un tour internazionale, durato 8 anni e partito da Leiden in Olanda nel 2016 per poi toccare l’Ermitage di San Pietroburgo in Russia e numerosi musei oltreoceano, negli Stati Uniti e in Canada. E dal 9 agosto 2024 al museo Egizio di Torino si può ammirare la sala Nefertari nel nuovo allestimento curato da Enrico Ferraris, con la collaborazione di Cinzia Soddu, e realizzato con il sostegno della Fondazione Crt. torino_egizio_sala-nefertari_apertura_locandinaMonili, amuleti, ushabti e calzari: sono alcuni dei reperti in esposizione, che ritornano nelle vetrine di inizio Novecento, volute da Ernesto Schiaparelli, all’epoca alla guida del Museo Egizio e che nella Valle delle Regine nei pressi di Luxor, il 12 marzo 1904 scoprì la tomba della Regina Nefertari: “Nella parte superiore del declivio, i nostri scavatori misero in luce i primi gradini di una scala scavata nella rupe sottostante. […] Col furore che invade i lavoranti quando sanno di essere vicini alla scoperta di una tomba, i mucchi di macerie che coprivano la scala vennero in breve sgombrati; e col rapido procedere del lavoro venne progressivamente in luce una bella scala. […] La tomba era aperta, e non rimaneva più alcuna traccia dell’antica chiusura […].”. È nell’inverno 1903 che Schiaparelli avvia la Missione Archeologica Italiana nel sito, dove con i colleghi egiziani e italiani, concentrerà le sue ricerche per tre anni. Oltre 40 furono le tombe scoperte, ma il ritrovamento più sensazionale fu quello della tomba della regina Nefertari, Grande Sposa Reale di Ramesse II, che ancora oggi incanta per la bellezza della decorazione dipinta.

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Dettaglio del modellino ligneo della tomba di Nefertari, fatto realizzare da Schiaparelli nei primi decenni del Novecento (foto graziano tavan)

In esposizione anche il modellino ligneo della tomba, fatto realizzare da Schiaparelli nei primi decenni del Novecento. La riproduzione offre la possibilità di guardare nei minimi dettagli il complesso ciclo di pitture dedicate al viaggio ultraterreno della regina Nefertari e che servì al Getty Conservation Institute da base per i restauri delle pitture originali negli anni Novanta.

torino_egizio_conferenza-the-tomb-of-nefertari-encountering-the-queen_tarek-tawfik_locandinaIn occasione dell’apertura della sala, è atteso a Torino al museo Egizio, un ospite d’eccezione: Tarek Tawfik, presidente dell’Associazione Internazionale degli Egittologi, direttore del Centro per gli Studi Archeologici e il Patrimonio Internazionale a Luxor, già direttore generale del Grand Egyptian Museum (Gem), nuovo appuntamento, con le conferenze organizzate con l’Associazione ACME, Amici e Collaboratori del Museo Egizio. Il professore Tawfik incontra il pubblico il 9 agosto 2024, alle 18, nella sala conferenze dell’Egizio con la conferenza “The Tomb of Nefertari. Encountering the Queen”. L’ingresso in sala conferenze è libero con prenotazione obbligatoria al link https://www.eventbrite.it/…/the-tomb-of-nefertari… Evento in inglese con traduzione simultanea in italiano in sala. Disponibile anche in streaming sui canali Facebook e YouTube del Museo Egizio. Il programma di incontri è realizzato in collaborazione con il dipartimento di Studi storici dell’università di Torino. Tra i temi toccati nel corso della sua conferenza le sfide da fronteggiare per rendere nuovamente accessibile la tomba di Nefertari, al momento chiusa al pubblico, per preservarne le decorazioni parietali.

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Ritratto di Nefertari dipinto all’interno della sua tomba nella Valle delle Regine a Tebe Ovest in Egitto (foto graziano tavan)

 

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L’interno totalmente affrescato della Tomba di Nefertari nella Valle delle Regine a Tebe Ovest in Egitto (foto graziano tavan)

La Regina Nefertari doveva essere una donna eccezionale. Durante il regno del re Seti I, si sposa con il principe Ramesse e riesce a rimanere la “grande sposa reale” di Ramses il Grande fino alla sua morte. Le lettere cuneiformi rivelano il suo ruolo nella diplomazia estera con gli Ittiti e la sua prominente apparizione nel grande tempio adiacente al gigantesco tempio di Ramses II ad Abu Simbel sottolinea il suo coinvolgimento nel dimostrare la supremazia politica verso i confini meridionali dell’Egitto. I dettagli nella sua straordinaria tomba decorata (QV66) permettono un incontro ravvicinato con questa regina che conquistò il cuore di Ramesse II. Ci si immergerà nel mondo di Nefertari per comprendere l’architettura della sua tomba e le scene religiose che tanto rivelano sull’arte e lo stile di vita di una delle più famose spose reali del Nuovo Regno. Deve essere stata una sfida per gli artigiani del tempo creare una tomba così incredibilmente decorata, ma è anche una sfida per noi oggi preservarla per farla ammirare alle future generazioni.

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Tarek Tawfik, presidente dell’associazione internazionale degli Egittologi

Tarek Sayed Tawfik Ahmed ha conseguito una laurea e un master in Egittologia alla Facoltà di Archeologia dell’università del Cairo e un dottorato di ricerca in Egittologia all’università di Bonn, in Germania. Ricopre il ruolo di direttore del Centro per gli Studi Archeologici e il Patrimonio Internazionale a Luxor, ed è stato direttore generale del Progetto del Grande Museo Egizio, dove continua a svolgere un ruolo chiave come membro del Comitato Superiore del ministero del Turismo e delle Antichità per Musei ed Esposizioni. Tawfik è il vicedirettore degli scavi di Saqqara per la Facoltà di Archeologia dell’università del Cairo. È professore associato di Egittologia presso la stessa facoltà; inoltre, è anche visiting professor in diverse importanti università a livello mondiale. Tawfik è stato eletto vice presidente dell’Associazione Internazionale degli Egittologi nel novembre 2019. Fa parte del comitato editoriale del British Journal of Egyptian Archaeology (JEA) dal 2014. Inoltre, è vicepresidente del Consiglio Internazionale dei Musei in Egitto (ICOM). Di recente, Tawfik è stato eletto presidente dell’Associazione Internazionale degli Egittologi durante la Conferenza ICE XIII a Leiden nel 2023.

Torino. Il presidente Mattarella presenzierà alle celebrazioni del bicentenario del museo Egizio. Il direttore Greco annuncia interventi ed eventi: dalla sala Nefertari (9 agosto) alla Galleria “Materia. Forma del Tempo”, dalla consegna all’Italia del Tempio di Ellesiya (20 novembre) alla nuova Galleria dei Re, dalla piazza Egizia all’Egitto immersivo (2025)

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Christian Greco, direttore del museo Egizio, presenta gli interventi per il bicentenario (foto museo egizio)

Sarà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 20 novembre 2024 ad aprire ufficialmente la tre giorni di celebrazioni del bicentenario del museo Egizio di Torino (1824-2024). In realtà l’anno del bicentenario è già iniziato nell’ultimo scorcio del 2023 e continuerà per quasi tutto il 2025. A ripercorrere quanto già fatto e ad annunciare il grosso degli eventi che ci aspettano nei prossimi mesi è stato il direttore del museo Egizio Christian Greco.

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Galleria della Scrittura al museo Egizio di Torino: l’ingresso (foto graziano tavan)

Galleria della Scrittura. “Il bicentenario è già iniziato”, esordisce Greco, “e noi l’abbiamo iniziato il 19 dicembre 2023 aprendo la prima sala che è la Galleria della Scrittura: con la scrittura declinata in tutte le sue valenze” (vedi Torino. Al museo Egizio da oggi apre la Galleria della Scrittura, percorso permanente di mille metri quadrati che ospitano 248 reperti, un viaggio in 10 sezioni all’origine delle scritture dell’antico Egitto, a ritroso nel tempo di 4000 anni. L’intervento del direttore Greco per “archeologiavocidalpassato” | archeologiavocidalpassato). Il progetto espositivo della Galleria della Scrittura è stato firmato da tre curatori del Museo: Paolo Marini, Federico Poole e Susanne Toepfer, quest’ultima responsabile della Papiroteca del Museo, che ospita una delle più significative collezioni di papiri al mondo.

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L’allestimento temporaneo “Verso la nuova Galleria dei Re” al museo Egizio di Torino (foto museo egizio)

Verso la nuova Galleria dei Re. Per consentire il riallestimento della Galleria dei Re, le statue della Galleria dei Re sono protagoniste dal 23 aprile 2024 di un nuovo allestimento temporaneo nell’atrio e sotto le arcate del museo Egizio e dell’Accademia delle Scienze, dal titolo “Verso la nuova Galleria dei Re” (vedi Torino. Al museo Egizio, nell’anno del bicentenario, avviato il riallestimento della Galleria dei Re: fino a ottobre le statue di dei e faraoni sono spostate nell’atrio e sotto le arcate del museo Egizio e dell’Accademia delle Scienze. L’esposizione “Verso la nuova Galleria dei Re” ricorda il loro arrivo, 200 anni fa, con la collezione Drovetti | archeologiavocidalpassato). L’esposizione, frutto della collaborazione tra le due istituzioni, offrirà fino a ottobre 2024 ai visitatori una suggestione dell’origine del museo, 200 anni fa, quando arrivarono a Torino le grandi sculture di faraoni e divinità. Nel 1823 queste, infatti, assieme a migliaia di reperti della collezione Drovetti, varcarono la soglia del palazzo barocco che oggi ospita il museo Egizio e l’Accademia delle Scienze e furono sistemate al piano terreno e nella corte. Un anno dopo nacque a Torino il primo museo Egizio al mondo.

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Una delle sale dello statuario con l’allestimento di Dante Ferretti, per le Olimpiadi Invernali di Torino 2006 (foto museo egizio)

“Il primo ripensamento – spiega Greco – è stato innanzitutto il basamento, perché forse tutti noi siamo sempre stati colpiti da quell’immagine che ci ha regalato Dante Ferretti, che venne in aiuto del museo nell’anno delle Olimpiadi (2006), arrivavano le delegazioni straniere, non c’erano soldi per rifare il museo, e quindi bisognava regalare un sogno. E questo sogno ce l’ha regalato, che era l’Egitto di Hollywood che rimarrà nella memoria di tutti, ed è documentato sul nostro sito. Però forse – continua – ci siamo dimenticati a essere una relazione intima con le statue a vederle. Oggi le vediamo tutte ribassate, e riusciamo finalmente a vederne i volti”. “Quando ho deciso al progetto della nuova Galleria dei Re– confessa Greco – ho pensato che questo sarà il mio licenziamento! Perché tutti adoravano la Galleria dei Re e in genere un direttore deve venire incontro a quello che vuole il visitatore e invece noi l’abbiamo cambiata”. Il progetto si chiama “Dall’oscurità alla luce”: “Queto è il concetto fondamentale: l’Egitto che torna con la sua luce. Già oggi al tramonto le Sekhmet acquistano una luce particolare che sembra davvero di rivederle nelle loro corti in Egitto”.

torino_egizio_giardini-egizi-l-orto-e-il-giardino-funerario_locandinaGiardino funerario e orto. “Il 1° maggio 2024 abbiamo aperto un piccolo giardino funerario” (vedi Torino. Al museo Egizio apre al pubblico un nuovo allestimento permanente “Giardini egizi: l’orto e il giardino funerario” | archeologiavocidalpassato). “Quello del museo Egizio – spiega Greco – riproduce il giardino funerario proposto nel Djehuty Project dal professor José Manuel Galán, ritrovato difronte a due tombe del Medio Regno (1991-1965 a.C.): una specie di griglia fatta in argilla rialzata con piante messe a dimora dentro questi cubi di terra e utilizzate nei rituali funerari. È l’ultimo omaggio a quelle persone che sotto quella sala riposano perché le mummie sono persone che riposano e mai avrebbero immaginato di essere oggi a Torino e che in quel giardino ritrovano uno degli elementi del paesaggio che hanno perso”. Dall’altra parte c’è un tipico orto così come viene rappresentato in una tomba di Beni Hasan, anch’esso realizzato con una specie di griglia dove si portava l’acqua a mano perché le piante sui diversi terrazzamenti potessero essere annaffiate.

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La sala immersiva delle Gallerie d’Italia di Torino con la video-installazione “Paesaggi/Landscapes” (foto graziano tavan)

Paesaggi / Landscapes. “Paesaggi/Landscapes” è l’installazione immersiva, che dal 13 giugno al 12 settembre 2024 si può vedere gratuitamente, al mattino, alle Gallerie d’Italia di Torino, parte del progetto culturale ideato dal museo Egizio in cui la fotografia e la video-arte incontrano l’archeologia e l’antico Egitto. A corollario della video-installazione, e in concomitanza della chiusura del museo Egizio (17 giugno – 12 luglio 2024) per i lavori di copertura del cortile barocco, c’è stato un ciclo di dialoghi a ingresso libero che metterà a confronto fotografi, artisti ed egittologi saranno i protagonisti di “Paesaggi/Landscapes” (vedi Torino. Alle Gallerie d’Italia la video-installazione immersiva “Paesaggi/Landscapes”, progetto culturale ideato dal museo Egizio – in partnership con Intesa Sanpaolo – in cui la fotografia e la video-arte incontrano l’archeologia e l’antico Egitto: anticipazione di ciò che i visitatori del museo Egizio potranno sperimentare con “Egitto immersivo” nel 2025 | archeologiavocidalpassato). “È un primo assaggio di quello che vogliamo sia l’Egitto immersivo che vedremo nel 2025”, sottolinea Greco, “ovvero 200 anni dopo la nascita del museo Egizio ci siamo interrogati e ci siamo chiesti: cosa manca al museo Egizio? L’Egitto. E l’ambiente un po’ lo ricreiamo con il giardino e un po’ con un Egitto immersivo, ovvero cercando di far capire come il paesaggio sia un palinsesto in cui l’elemento antropico ha operato cercando di ricostruire il paesaggio”.

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Il direttore Greco presenta il manifesto che annuncia l’apertura della sala Nefertari al museo Egizio (foto museo egizio)

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La locandina della mostra “Queen Nefertari: eternal Egypt” al Nelson-Atkins Museum of Art di Kansas City

Nefertari. Il primo appuntamento del bicentenario è il 9 agosto 2024. Innanzitutto alla sera il museo Egizio avrà l’onore di ospitare il prof. Tarek Tawfik, presidente dell’associazione internazionale degli Egittologi, che parlerà su “La tomba di Nefertari. Incontro con la regina”, In occasione dell’inaugurazione della nuova sala del museo Egizio per il corredo della tomba della regina Nefertari, scoperta 120 anni fa da Ernesto Schiaparelli durante gli scavi della Missione Archeologica Italiana, tra 1903 e 1905. Nefertari, la sposa di Ramses II non si vede al museo Egizio da 8 anni. Ha fatto parte di una mostra itinerante che ha toccato prima l’Ermitage di San Pietroburgo, facendo 2 milioni e mezzo di visitatori (vedi “Nefertari e la Valle delle Regine. Dal museo Egizio di Torino”: all’Ermitage in mostra i capolavori conservati nella città sabauda parte delle ricche collezioni Drovetti e Schiaparelli | archeologiavocidalpassato), poi è andata a Leiden (vedi Il corredo della tomba di Nefertari del museo Egizio di Torino star della mostra “Le Regine del Nilo” a Leiden, in Olanda, prima esposizione temporanea all’estero del direttore Greco | archeologiavocidalpassato), quindi è approdata negli Stati Uniti (vedi Usa. Nonostante il contesto internazionale condizionato dalla pandemia, terza tappa nordamericana della mostra “Le Regine del Nilo” con 250 reperti del museo Egizio di Torino. Al Kimbell Art Museum di Fort Worth (Texas) proposto un nuovo allestimento dal titolo “Queen Nefertari’s Egypt”. Il direttore Greco: “Seguite tutte le operazioni di allestimento da remoto” | archeologiavocidalpassato) e in Canada (vedi Apre al Canadian Museum of History di Gatineau (Ottawa, Québec) la mostra “Queens of Egypt”, con 250 reperti del museo Egizio di Torino: dopo Kansas City e Fort Worth in Texas, i reperti delle collezioni torinesi proseguono il viaggio in Nord America e arrivano in Canada | archeologiavocidalpassato) per 5 anni. Dal 1° agosto 2024 la città di Torino è tappezzata col manifesto che riproduce uno degli oggetti più belli della Tomba di Nefertari, il Pilastro Djed-Zed. Sono state recuperate le vetrine volute da Schiaparelli arricchite da foto che ci riportano alla Valle delle Regine di inizio Novecento.

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Christian Greco, direttore del museo Egizio, presenta la nuova galleria “Materia. Forma del Tempo” (foto museo egizio)

Galleria “Materia. Forma del Tempo”. “Un museo deve mettere al centro la materia: ecco quindi una serie di nuove biblioteche che verranno aperte in questa sala – anticipa Greco -. “La biblioteca dei legni: quali legni erano conosciuti nell’Antico Egitto? Quali pigmenti erano conosciuti? Perché i legni sono fondamentali e ci permettono all’interno dell’archeologia di datare, e quindi impareremo a cosa serve la Dendrocronologia. E poi la biblioteca della ceramica per rendere visibile quello che è l’elemento portante in archeologia: senza la ceramica noi non possiamo datare i vari strati. Sono 5600 vasi del museo Egizio che non sono mai stati esposti nella loro totalità, verranno presentati in un vetrinone che come una libreria. Ci sarà una scala che porta al secondo piano per poter vedere tutti i vasi in sequenza, ordinati per topografia – quindi nei luoghi in cui sono stati trovati – e poi in ordine cronologico. E in questo siamo precursori a livello internazionale”.

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Il tempio di Ellesiya ricostruito nelle sale del museo Egizio di Torino (foto museo Egizio)

Tempio di Ellesiya. Il 20 novembre 2024 arriverà al museo Egizio il presidente Mattarella. “Per noi è molto importante che venga il presidente – sottolinea Greco – perché il presidente rappresenta tutti, rappresenta l’unità del nostro Paese. E noi restituiremo al presidente per restituirlo all’Italia il Tempio di Ellesiya, donato dal presidente Nasser all’Italia. Però c’era una cosa che doveva essere portata a termine del progetto iniziato da Silvio Curto: restituire questo tempio alla nazione. Il tempio non è del museo Egizio, il tempio è stato donato all’Italia. Ci sono stati altri tre Paesi che hanno ricevuto un tempio: gli Stati Uniti, i Paesi Bassi e la Spagna. La Spagna ha optato per l’esposizione in un parco, il Metropolitan ce l’ha all’interno del Met ma c’è un cubo di vetro che permette a chi è a Central Park di vedere all’interno, a Leiden si decise di coprire una piazza per rendere questo tempio fruibile. Noi stiamo per avviare i lavori per aprire una porta su via Duse e il tempio sarà fruibile gratuitamente per tutti. Lo consegneremo al Presidente della Repubblica, e dopo, nel pomeriggio del 20 novembre, apriremo il museo fino alle 21 per la comunità scientifica nazionale e internazionale. E poi fino alle 2 di notte avremo una prima notte bianca gratuita. La gratuità e la restituzione a Torino del museo Egizio continueranno poi il 21 e il 22 novembre in un festival di tre giorni che sarà per restituire a tutti il museo che è di tutti. E voglio che sia una festa che coinvolgerà tutti, voglio coinvolgere l’università, il Politecnico, voglio che vengano i giovani e che capiscano che questo museo in primis è loro”.

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Christian Greco, direttore del museo Egizio, presenta gli allestimenti multimediali al Tempio di Ellesiya (foto museo egizio)

Il tempio di Ellesiya sarà raccontato. “Ci saranno due modalità in cui il tempio verrà raccontato”, spiega Greco. “Ci sarà un video-mapping sulle superfici del tempio che ci racconterà le varie parti del tempio e poi ci sarà una proiezione che darà una spiegazione invece sulla storia del museo.  Una storia – continua Greco – che ci permette di nuovo di raccontare, di declinare una memoria sotto una valenza diversa, perché non esiste una memoria unica. In archeologia si deve dimenticare la parola identità. Non esistono identità, esistono caratteristiche diverse, esistono ibridazioni, e non si può pensare che ci sia un qualcosa di unico, un bianco e un nero, ma ci sono diverse gradazioni”.

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Christian Greco, direttore del museo Egizio, presenta il nuovo allestimento della Galleria dei Re (foto museo egizio)

Galleria dei Re. “Innanzitutto recuperiamo l’ingresso monumentale Museum – spiega Greco – con una porta in legno bellissima arricchita di elementi esoterici che ci testimonia anche il sentire di Torino di fine ‘800. Si rivede la volta, si rivedono le due lapidi, una che ci ricorda di Drovetti e l’altra in lettere d’oro che ci ricorda della visita di Jean-Françoise Champollion, e che finalmente saranno esposte. Cambia la concezione: finestre aperte sulla corte interna, finestre aperte su piazza Carignano e luce. Le statue sono tutte abbassate e saranno in un contatto molto più intimo. Da metà piazza Carignano guardando verso il museo, con le luci accese, di sera si riuscirà a vedere le statue all’interno. La statua di Seti II sarà nella luce, con una parete dietro graficata che ci farà vedere da dove lui arriva perché lo sforzo di contestualizzazione lo faremo anche qui. La statua di Seti II è stata trovata difronte alla cappella di Seti II nel gran cortile del Tempio di Karnak. appena si entra dalla porta monumentale di Nectanebo I immediatamente a Nord c’è il suo fratello gemello che si trova al Louvre – il nostro però è più bello – e quindi finalmente ci sarà questo tentativo di contestualizzazione. Lo stesso avverrà con le Sfingi, esposte in una maniera diversa. Non più che guardano il pubblico ma che si guardano loro e che dovranno in prospettiva anche ricordare quel dromos che collegava il tempio di Karnak e il tempio di Luxor”.

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Bicentenario museo Egizio: rendering della piazza Egizia, veduta zenitale (foto OMA Rotterdam)

Piazza Egizia. Per consentire tutti i singoli interventi è stato necessario coprire la corte, attraverso un bando internazionale cui hanno partecipato 38 progetti da 34 Paesi. È stato scelto un progetto olandese (vedi Torino. Per le celebrazioni del bicentenario il museo Egizio cambia volto e si apre alla città: il cortile diventa la Piazza Egizia, urbana e coperta con accesso libero al tempio di Ellesija. Ecco i dettagli del progetto dello studio OMA di Rotterdam vincitore del concorso internazionale indetto dalla Compagnia di San Paolo | archeologiavocidalpassato). È una copertura leggera e completamente reversibile, perché non entra nelle pareti e quindi si potrà togliere in qualsiasi momento. È in vetro e acciaio che nell’ottica degli architetti ricorda quella che doveva essere la griglia di scavo. “Questo ci permetterà di avere una piazza”, spiega Greco, “dove avverranno una serie di cose. Ma la piazza con tutti i servizi annessi non sarà pronta per novembre, quando verrà il Presidente della Repubblica, ma sarà completata tra giugno e settembre 2025”. InfoPoint. Nel 2025 ci sarà un infopoint condiviso che sarà museo Egizio e Accademia delle Scienze, “perché il valore è che questo museo continua a essere all’interno di questo palazzo dove l’Accademia delle Scienze ha avuto il primo curatorio dove l’Accademia delle Scienze ancora c’è e dove insieme accoglieremo il pubblico per dire qui c’è un luogo congiunto e ci sono delle cose che si possono fare. Il mio sogno è di poter unire un giorno il patrimonio tangibile e intangibile, Accademia delle Scienze e museo Egizio per tentare assieme di valorizzare questo, quindi non solo le collezioni ma anche il palazzo in cui sono i saperi che si sono accumulati per cercare di far partecipare il museo Egizio a una candidatura Unesco.

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Progetto OMA per il museo Egizio di Torino: rendering del bookshop accessibile dalla piazza Egizia (foto OMA Rotterdam)

La copertura della piazza ci ha permesso finalmente di stamponare le arcate del portico che è il portico di un palazzo barocco, così da poter percepire questa idea di interno ed esterno. Ci sarà la libreria, ricordando un po’ i portici di carta di Torino, prima di entrare nella Galleria dei Re. Questa piazza diventerà un luogo in cui chi entra, un po’ in piccolo date le nostre dimensioni, possa decidere dove andare. Si può andare al Tempio di Ellesiya, che è gratuito; si può andare sotto, nell’Egitto immersivo, che è gratuito; si può andare alla Galleria dei Re, o alla Galleria Materia Forma del Tempo; oppure prendere la scala mobile, raggiungere il secondo piano e cominciare il percorso cronologico. Quindi un museo che diventa molto più permeabili”. Continua Greco: “Toglieremo finalmente la scala mobile che porta adesso nell’ipogeo, perché oggi questa scala mobile oscura completamente il muro romano. La nuova scala, molto più leggera, utilizzabile anche per piccole conferenze, permetterà di far vedere tutto il muro romano su cui è costruito tutto l’edificio”.

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Progetto OMA: rendering del giardino Egizio al livello -1 della piazza Egizia del museo Egizio di Torino (foto OMA Rotterdam)

Giardino egizio ed Egitto immersivo. Sarà pronto nel 2025. “In molte tombe tebane del Nuovo Regno – riprende Greco – il giardino viene rappresentato come un luogo in cui soggiornare. Così noi ricreeremo un giardino antico egizio e questo giardino è una parte della ricostruzione del paesaggio, perché dal giardino si entrerà in quello che è l’Egitto immersivo. Qui non saranno solo immagini, ma ci saranno anche reperti esposti vicino al loro paesaggio. E lì accanto c’è la sezione della Storia del Museo, anche questa gratuita. È il passato e il futuro del museo in dialogo tra loro”.