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Al teatro romano di Ostia antica (Roma) torna la grande tragedia greca con la prima edizione del “Teatro Ostia Antica Festival. Il senso del passato” grazie alla sinergia tra il Teatro di Roma e il Parco archeologico di Ostia Antica. Ecco il programma

Il teatro antico di Ostia (foto parco archeologico di Ostia antica)

“Edipo Re” di Sofocle, “Antigone” di Jean Anouilh, “Ifigenia” di Euripide: la grande tragedia greca torna al Teatro di Ostia antica. restituendo al pubblico la sua maestosa vocazione di palcoscenico a cielo aperto e luogo d’incontro tra culture e storie millenarie. Nasce la prima edizione del “Teatro Ostia Antica Festival. Il senso del passato”, che dal 2 al 26 luglio 2025 trasformerà questo luogo iconico in un crocevia di arte e pensiero in dialogo tra classici e contemporaneità. Dopo decenni dall’ultima programmazione estiva, interrotta alla fine degli anni ’90 del secolo scorso, il Teatro di Roma farà rivivere uno dei patrimoni storici più suggestivi, offrendo un’esperienza culturale inedita che riannoda il filo con la tradizione classica del teatro e torna alle radici epiche del rapporto tra pubblico e scena. Un ritorno alle origini che si traduce in una rilettura contemporanea di temi universali – come le riflessioni attorno ai principi di umanità, giustizia, legge morale – attraverso un programma internazionale d’eccellenza che offre cinque spettacoli unici per cinque sguardi d’autore riuniti attorno al mito senza tempo di Antigone. Un viaggio che spazia dalla potenza evocativa della prosa alla forza dirompente della musica e della danza, dove l’eco dei classici si fonde con l’energia del contemporaneo, snodandosi su tre sedi prestigiose della città: il Teatro romano di Ostia, cuore pulsante del festival, l’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone e il Teatro Argentina.

Insieme, opere e artisti daranno vita al “Teatro Ostia Antica Festival. Il Senso del Passato”, che non è solo il titolo della prima edizione, ma un invito a riscoprire il valore immortale dei classici che, attraverso le Antigoni, figure simbolo di ribellione e giustizia, vuole creare un ponte tra epoche diverse, stimolando una riflessione profonda sul ruolo dell’arte nella società. Una rilettura dei classici, con uno sguardo contemporaneo e multidisciplinare, per indagare il nostro passato, interrogarci sul presente e immaginare un futuro in cui l’arte sia un patrimonio condiviso, libero e accessibile, capace di renderci più consapevoli e umani. Ostia Antica si trasforma, così, in un palcoscenico internazionale di cultura. Questo grazie al sostegno di Regione Lazio e Comune di Roma, che supportano con forza il Teatro di Roma nella realizzazione di questa impresa culturale che celebra il teatro e proietta l’arte oltre i confini nazionali e regionali: il contributo della Regione Lazio esalta la qualità della proposta artistica, volta a valorizzare un sito di inestimabile pregio storico; e il sostegno del Comune di Roma, in occasione del Giubileo 2025, amplifica la versatilità di un programma innovativo e inclusivo, pensato per accogliere il pubblico eterogeneo che confluirà nella capitale. 

Luca Lazzareschi e Manuela Mandracchia tra i protagonisti di “Edipo Re” per la regia di Luca De Fusco (foto teatro di roma)

A tessere questa visione, un mosaico di maestri e creatori della scena nazionale e internazionale, affiancati dal talento di autorevoli interpreti e performer: il Maestro Francesco Lanzillotta, direttore d’orchestra tra i più apprezzati della sua generazione, il 23 giugno 2025 ha inaugurato il festival con “Antigone” d i Mendelssohn all’Auditorium Parco della Musica di Roma, un capolavoro raramente eseguito, che a Santa Cecilia risuonò soltanto nel 1986. Il direttore artistico del Teatro di Roma, Luca De Fusco, regista di esperienza e fine cesellatore di classici in dialogo con il nostro tempo, porta in scena “Edipo Re” di Sofocle dal 2 al 6 luglio 2025, alle 21.15, al Teatro romano di Ostia, affidato a un duo dalle profonde sfumature umane, Luca Lazzareschi e Manuela Mandracchia. L’inconfondibile esploratore del teatro contemporaneo, Roberto Latini, in scena tra gli altri con Manuela Kustermann, presenta dal 18 al 19 luglio 2025 “Antigone” di Jean Anouilh, rileggendone con forza il suo mito. Il visionario coreografo norvegese all’avanguardia nella reinvenzione dei linguaggi della scena, Alan Lucien Øyen, in prima mondiale al Teatro Argentina di Roma, dal 22 al 24 luglio 2025, con “Antigone”, una sinfonia di danza e parole, interpretata dai ballerini della sua compagnia winter guests, affiancati da alcuni dei danzatori più acclamati del Tanztheater Wuppertal di Pina Bausch e da Antonin Monié dell’Opera di Parigi. Infine, Eva Romero, regista di raffinata abilità nel tradurre le ferite del presente in narrazioni mitiche con sguardo sensibile e profondo, chiude il festival dal 25 al 26 luglio 2025 con “Ifigenia” di Euripide, adattamento di Silvia Zarco al Teatro romano di Ostia.

Il teatro romano di Ostia antica nel parco archeologico di Ostia antica (foto pa-oant)

In linea con lo spirito di collaborazione dialettica tra istituzioni che anima il festival, l’incontro tra il patrimonio storico-archeologico del sito e l’arte teatrale è reso possibile dalla sinergia tra il Teatro di Roma e il Parco archeologico di Ostia Antica, diretto da Alessandro D’Alessio, un’intesa al servizio di un’esperienza rinnovata dei luoghi della cultura, rendendoli più accessibili e stimolando la crescita del territorio. In questo contesto il Teatro di Roma si inserisce nell’offerta artistica della manifestazione già esistente, dal titolo “Ostia Antica Festival”, a cura di Bass Culture srl di Vincenzo Bellini, in uno scambio sinergico e reciproco per omaggiare l’arte in tutte le sue forme. Il festival si distingue, inoltre, per la creazione di nuove alleanze con eccellenze artistiche nazionali e internazionali, attraverso cui rafforzare l’impegno artistico e arricchire la visione progettuale. Due alleanze strategiche caratterizzano questa edizione: la collaborazione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia nel prologo d’apertura diretto dal Maestro Lanzillotta, e la connessione internazionale con il Festival di Mérida, il più antico festival di teatro classico della Spagna, con cui si amplia la portata performativa e innovativa del Teatro di Roma. L’edizione 2025 si avvale del sostegno di Enel.

Pompei. Al Teatro Grande “Edipo Re” di Sofocle con l’adattamento e la regia di Andrea De Rosa, terzo spettacolo della settima edizione del Pompeii Theatrum Mundi 2024 un progetto del Teatro di Napoli – Teatro Nazionale e del parco archeologico di Pompei

pompei_teatro-grande_rassegna-theatrum-mundi_2024_epido-re_locandinaTerzo appuntamento della edizione di Pompeii Theatrum Mundi l’acclamato “Edipo Re” di Sofocle con l’adattamento e la regia di Andrea De Rosa, che il Teatro Grande di Pompei ospiterà giovedì 4, venerdì 5 e sabato 6 luglio 2024. Nella traduzione di Fabrizio Sinisi lo spettacolo è interpretato da Francesca Cutolo, Francesca Della Monica, Marco Foschi, Roberto Latini, Frédérique Loliée, Fabio Pasquini. Le scene sono di Daniele Spanò, le luci di Pasquale Mari, il suono di G.U.P. Alcaro, i costumi di Graziella Pepe (realizzati al laboratorio di Sartoria del Piccolo Teatro Di Milano – Teatro D’Europa). La produzione è del TPE – Teatro Piemonte Europa, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, LAC Lugano Arte e Cultura, Teatro Nazionale di Genova, Emilia Romagna Teatro ERT – Teatro Nazionale. Biglietti online bit.ly/3KpHA8l, info 081 551 03 36, biglietteria@teatrodinapoli.it.

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“Edipo Re” di Sofocle con l’adattamento e la regia di Andrea De Rosa (foto pompeii theatrum mundi)

Considerato uno dei testi teatrali più belli di tutti i tempi, “Edipo re” di Sofocle rappresenta il simbolo universale dell’eterno dissidio tra libertà e necessità, tra colpa e fato. Arrivato al potere grazie alla sua capacità di “far luce attraverso le parole”, abilità che gli aveva permesso di sconfiggere la Sfinge che tormentava la città di Tebe, Edipo è costretto, attraverso una convulsa indagine retrospettiva, a scoprire che il suo passato è una lunga sequenza di orrori e delitti, fino a riconoscere la drammatica verità delle ultime, desolate parole del Coro: “Non dite mai di un uomo che è felice, finché non sia arrivato il suo ultimo giorno”.

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“Edipo Re” di Sofocle con l’adattamento e la regia di Andrea De Rosa (foto pompeii theatrum mundi)

In una città che non vediamo mai, un lamento arriva da lontano. È Tebe martoriata dalla peste. Un gruppo di persone non dorme da giorni. Come salvarsi? A chi rivolgersi per guarire la città che muore? Al centro della scena, al centro della città, al centro del teatro c’è lui, Edipo. Lui, che ha saputo illuminare l’enigma della Sfinge con la luce delle sue parole, si trova ora di fronte alla più difficile delle domande: chi ha ucciso Laio, il vecchio re di Tebe? La risposta che Edipo sta cercando è chiara fin dall’inizio, e tuona in due sole parole: “sei tu”. Ma Edipo non può ricevere una verità così grande, non la può vedere. Preferisce guardare da un’altra parte. Sarà la voce di Apollo, il dio nascosto, il dio obliquo, a guidarlo attraverso un’inchiesta in cui l’inquirente si rivelerà essere il colpevole. Presto si capirà che il medico che avrebbe dovuto guarire la città è la malattia. Perché è lui, Edipo, l’assassino e quindi la causa del contagio. La luce della verità è il dono del dio. Ma anche la sua maledizione.

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“Edipo Re” di Sofocle con l’adattamento e la regia di Andrea De Rosa (foto pompeii theatrum mundi)

La nuova regia di Andrea De Rosa, che torna per l’occasione a lavorare con Fabrizio Sinisi dopo la fortunata collaborazione sul testo di Processo Galileo, parte dalla storia di Edipo re che ruota attorno alla verità, proclamata, cercata e misconosciuta. “Il sapere è terribile, se non giova a chi sa”.

Al via il Segesta Teatro Festival dove, nella terra del Mito, l’Antico incontra il Contemporaneo nel nome del Teatro: 44 appuntamenti con 26 spettacoli e 7 prime nazionali promosse dal parco archeologico di Segesta con la direzione di Claudio Collovà

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Suggestiva immagine del teatro antico di Segesta (foto regione siciliana)

Nella terra del Mito, l’Antico incontra il Contemporaneo nel nome del Teatro. Nel mondo delle tecnocrazie, lo sguardo rivolto al Sacro. Nell’epoca dell’istantaneo, l’esperienza del tempo dilatato, sospeso, circolare. È il “Segesta Teatro Festival”, con la direzione artistica di Claudio Collovà, il programma di arti performative che si svolgerà dal 2 agosto al 4 settembre 2022 in uno dei parchi più affascinanti della Sicilia: 44 gli appuntamenti al parco archeologico di Segesta, in provincia di Trapani, fra il Teatro Antico, il Tempio Afrodite Urania e i comuni limitrofi circondati da vigneti e colline: Calatafimi Segesta, Contessa Entellina, Poggioreale, Salemi e Custonaci. Ben 26 gli spettacoli di cui 7 prime nazionali, per un intenso mese di programmazione multidisciplinare fra teatro, danza, musica, poesia, installazioni, spettacoli all’alba e notti a scrutare la volta celeste, progetti speciali, eventi diffusi e incontri. Da Virgilio Sieni a Salvatore Sciarrino, da Roberto Latini a Mimmo Cuticchio, da Compagnia Zappalà Danza a Mamadou Dioume, da Anna Bonaiuto a Giorgina Pi, passando per i Dervisci Rotanti di Damasco e i Cuncordu e Tenore di Orosei, Massimo Cacciari e Umberto Galimberti. E molto, molto altro. Il programma e tutte le informazioni sul sito https://www.segestateatrofestival.com/

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L’artista Gaspare Balsamo apre il Segesta Teatro Festival 2022

Si inizia martedì 2 agosto 2022, alle 21.30, al belvedere “F. Vivona” di Calatafimi con Gaspare Balsamo in “Omu a mari. Il cunto delle sirene”, collaborazione e assistenza Paolo Consoli, disegno luci Stefano Barbagallo, produzione Mobilità delle Arti. Omu a mari e Epica fera fanno parte del dittico Horcynus, un progetto che nasce e si sviluppa a partire dalla riscrittura di alcune parti del romanzo di Stefano D’Arrigo, Horcynus Orca. Protagonisti sono sempre i pescatori e gli uomini di mare dello Stretto di Messina, una comunità di uomini e donne raccontata nel loro complesso e plurale mondo di significati e appartenenze. Qui, in Omu a mari, è sviluppato il rapporto di formazione che si viene a creare tra il vecchio raccamatore di reti da pesca e cuntista di sirene e i giovani ragazzi che si accingono a intraprendere la vita di mare. Mare costacosta casacasa regno delle sirene, vere e immaginarie, che contribuiranno alla crescita e alla formazione di questi giovani pescatori pronti a trafficare nuove e vecchie avventure nelle acque dello Scill’e Cariddi fatto e disfatto a ogni colpo di remo, dentro, più dentro, dove il mare è mare.

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Il pubblico al tetro antico di Segesta segue gli spettacoli in cartellone (foto regione siciliana)

“Un festival, che vorrei dedicare idealmente a Peter Brook, uno dei massimi esponenti del Teatro del Novecento scomparso nei giorni scorsi”, scrive Alberto Samonà, assessore regionale alla Cultura e all’Identità siciliana. “Ed è un Festival in relazione con le migliori esperienze internazionali nel campo della creazione contemporanea che, nell’ottica della collaborazione fra parchi archeologici della Sicilia e tra istituzioni culturali, si muove insieme al festival Ierofanie di Naxos-Taormina e all’itinerante Festival della Bellezza”. Sono tre gli elementi principali che danno forma al “Segesta Teatro Festival 2022”: la predilezione dei linguaggi innovativi che rendono vivi e attuali i testi classici, uno sguardo panoramico che da Oriente volge verso Ovest e il recupero del Sacro in chiave contemporanea. Il Sacro come via necessaria a trascendere la realtà, a “superare la contingenza e la precarietà” attraverso “spettacoli che abbracciano temi eterni” e ci raccontano la “stratificazione del Mito”. Un modo per vedere ‘altro’ e andare ‘oltre’ attraverso un percorso fatto di emozioni, riflessioni e visioni del reale che, abbandonato il disincanto, magicamente si trova a poggiare su di un tempo immutato e immutabile, privo di orologi scandenti la quotidianità.