Campiglia Marittima (Li). Al via Miners, il nuovo progetto archeologico nel parco archeominerario di Rocca San Silvestro: per il pubblico tre incontri sui risultati dei lavori in corso e poter osservare dal vivo i reperti
Da questa settimana il gruppo di ricercatori dell’università di Siena, insieme a studenti di varie università italiane, sarà impegnato sino ai primi giorni di agosto 2023 nelle attività previste dal nuovo progetto Miners, nel parco archeominerario di Rocca San Silvestro nel comune di Campiglia Marittima (Li).
Per ascoltare direttamente dalla loro voce i risultati dei lavori in corso e osservare dal vivo i reperti e le attività di laboratorio, la Parchi Val di Cornia ha organizzato tre incontri: 20, 27 luglio, e 3 agosto 2023. Il 20 e 27 luglio 2023: BONES – Un’indagine tra i minatori medievali di San Silvestro. Un laboratorio aperto a tutti per conoscere le scoperte degli antropologi che indagano sulla vita dei minatori di Rocca San Silvestro. I laboratori, compresi nel prezzo del biglietto di visita si svolgeranno a Rocca San Silvestro a partire dalle 18. Il 3 agosto 2023: MINERS – Incontro con i ricercatori alla fine del lavoro sul campo. Sede Villa Lanzi, ore 18.30-19. Su prenotazione sarà possibile cenare all’ostello Gowett, e proseguire la serata con la visita alla Rocca in notturna.

Il trenino dalla miniera del Temperino nel parco archeominerario di Rocca San Silvestro nel comune di Campiglia Marittima (Li) (foto parchi val cornia)
Chi arriva in una giornata di sole con il trenino dalla miniera del Temperino, in bicicletta o a piedi, non può rimanere indifferente alla vista quasi improvvisa del castello di Rocca San Silvestro. Il bianco delle pietre in calcare con cui furono costruiti la torre, la chiesa, il borgo e la cinta muraria si stagliano all’orizzonte contrastando con l’azzurro del cielo. Un’immagine e un contesto straordinario, unico, anche perché cristallizzato così dalla fine del Medioevo e indagato tra gli anni Ottanta e Novanta del Novecento in quasi tutta la sua estensione. Oggi la storia del castello viene raccontata nei percorsi di visita nel sito e nel Museo del Temperino, dove il visitatore può rivivere le vicende di un abitato fortificato che assunse le sue forme attuali nel corso del XII-XIII secolo e che legò la sua fortuna allo sfruttamento delle risorse minerarie del territorio circostante. Rame, piombo e argento, ottenuti dai giacimenti locali gestiti dalla famiglia dei Della Rocca per conto del potente casato dei Della Gherardesca, erano venduti alle zecche comunali del tempo per coniare monete.
La ricerca nel castello, diretta da Riccardo Francovich, fu una eccezionale occasione di formazione per tanti giovani archeologi perché qui, oltre a scavare, si sperimentò una strategia caratterizzata dal confronto tra le metodologie proprie dell’archeologia e quelle delle scienze applicate: archeobotanica, antropologia fisica, geoarcheologia e archeometallurgia. Si trattò quindi di un innovativo esperimento di indagine multidisciplinare, oggi la norma in molti contesti di ricerca europei. La continua evoluzione dei metodi di lavoro degli scienziati al servizio dell’archeologia e più in generale dei beni culturali, differenzia, però, notevolmente le indagini compiute ormai oltre trenta anni fa. Tecniche più raffinate e specializzate consentono oggi di acquisire molte più informazioni di dettaglio rispetto al passato.

Ricercatori dell’università di Siena impegnati nel progetto Miners al parco archeominerario di Rocca San Silvestro (foto unisi)
“Miners” è un nuovo progetto di ricerca bio e geo-archeologica che nasce dall’esigenza di ripartire da dove i vari specialisti si erano fermati decenni orsono, affinché nuove procedure di indagine possano meglio illuminare la storia del castello. Il focus del progetto è puntato sulla comunità che viveva al suo interno e ne esplora demografia e stile di vita, analizzando età di morte, traumi subiti, indicatori occupazionali, patologie sofferte, alimentazione e interazione col territorio e le sue risorse. Per raggiungere questi obiettivi è necessario tornare a studiare i resti scheletrici di uomini, donne e bambini, recuperati nelle passate indagini, che tra XIII e XIV secolo furono sepolti nel piccolo spazio antistante la chiesa interna al castello. Lo studio antropologico riguarderà un significativo campione scheletrico in grado di fornire dati statisticamente validi per conoscere lo stato di salute della comunità, all’interno della quale alcuni individui erano impegnati a lavorare nei cunicoli e nei ridotti spazi delle miniere presenti nelle aree sottostanti il castello: i minatori (miners).
“Miners” si svolge all’interno di un grande progetto internazionale che ha come obiettivo lo studio della salute pubblica in età moderna e vede coinvolte, oltre l’università di Siena, la Monash University di Melbourne (capofila, prof. Guy Geltner), l’Australian Catholic University, la Delhi University (India) e la Leiden University (Olanda) che studieranno altre categorie di comunità. Studiare lo stile di vita presuppone, però, anche la conoscenza del contesto dove questa comunità viveva. Per questo, accanto agli antropologi, nel gruppo di ricerca dell’università di Siena coordinato dalla prof.ssa Giovanna Bianchi, vi sono anche archeobotanici e studiosi della fauna antica. Lo studio dei macro resti vegetali e delle ossa animali consentirà di mettere a fuoco le strategie di allevamento e la produzione agraria, per ricostruire la dieta e la qualità alimentare della comunità che viveva a Rocca San Silvestro. La ricerca sullo sfruttamento degli habitat agro-forestali del passato permetterà di determinare l’evoluzione e i cambiamenti ecologici conseguenti alle attività antropiche. Archeologi e geochimici, tramite specifiche analisi con strumentazione portatile, analizzeranno invece, il paesaggio minerario medievale con lo scopo di capire le dinamiche legate allo sfruttamento minerario e anche i possibili livelli di contaminazione dei suoli.
Firenze. A TourismA 2023 la consegna del X premio Riccardo Francovich della SAMI al Mercato delle Gaite di Bevagna (Pg)

TourismA 2023: consegna del X premio Riccardo Francovich. Da sinistra, Piero Pruneti, Giuseppe Proietti, Annarita Falsacappa, Franco Franceschi, Paul Arthur (di spalle), e Angela Borzacconi (foto graziano tavan)

Annarita Falsacappa, sindaco di Bevagna (Pg) (foto graziano tavan)
La soddisfazione la si leggeva sugli occhi di tutti i rappresentanti del Mercato delle Gaite di Bevagna sul palco dell’auditorium del Palazzo dei Congressi di Firenze per TourismA 2023 dove si è tenuta cerimonia di consegna della X edizione del premio Riccardo Francovich. Perché loro, come ha ricordato Annarita Falsacappa, sindaco del Comune di Bevagna, in provincia di Perugia, “ne hanno fatto do strada. Erano partiti dalla sagra della porchetta e sono arrivati a realizzare il Mercato delle Gaite con il suo Circuito dei Mestieri Medievali che negli anni, grazie a consulenze scientifiche e alla grande passione delle decine e decine di volontari che vi concorrono, sono riusciti a migliorare di anno in anno fino a essere premiati dalla SAMI (Società degli Archeologi Medievisti Italiani) che nel 2013 ha istituito il riconoscimento per ricordare l’operato del professor Riccardo Francovich, con l’intenzione di premiare il museo o parco archeologico italiano che “rappresenti la migliore sintesi fra rigore dei contenuti scientifici ed efficacia nella comunicazione degli stessi verso il pubblico dei non specialisti“.

TourismA 2023, X premio Francovich. Da sinistra, Piero Pruneti, due rappresentanti delle Gaite, Giuseppe Proietti, Annarita Falsacappa, Franco Franceschi, Luigi La Rocca, Angela Barzacconi, Marco Valenti, Gabriella Picinni, altri due rappresentanti delle Gaite. Davanti c’è Paul Arthur (foto grazianio tavan)
Quest’anno, per la X edizione, la Commissione Giudicatrice, presieduta da Paul Arthur (presidente SAMI, professore di Archeologia medievale, università del Salento), e composta da Angela Borzacconi (direttore museo Archeologico nazionale, Cividale), Giovanni Floris (giornalista e conduttore televisivo), Luigi La Rocca (direttore generale Archeologia Belle arti e paesaggio, MIC), Gabriella Picinni (professore di Storia medievale, università di Siena), Piero Pruneti (direttore di Archeologia Viva), Marco Valenti (professore di Archeologia medievale, università di Siena), aveva selezionato sei musei-siti: Bevagna: Il mercato e il circuito dei mestieri di Bevagna (Pg); Brescia: museo di Santa Giulia a Brescia (Bs); Fasano: parco rupestre Lama d’Antico nel territorio di Fasano (Br); Firenze: museo dell’Opera del Duomo (Fi); Milano: chiesa inferiore di San Sepolcro (Mi); Positano: museo Archeologico romano Santa Maria Assunta (Sa).

Il gruppo di Bevagna (Proietti, Falsacappa, Franceschi) con la giuria (La Rocca, Barzacconi e Arthur) (foto graziano tavan)
A ricevere il premio dalle mani del presidente Paul Arthur insieme al sindaco di Bevagna Annarita Falsacappa anche il prof. Franco Franceschi dell’università di Siena, referente scientifico del Mercato delle Gaite, e Giuseppe Proietti, podestà del Mercato delle Gaite. È stato proprio quest’ultimo a leggere la motivazione iscritta sulla targa del premio Francovich.

Il podestà Giuseppe Proietti con la targa del X premio Francovich (foto graziano tavan)
È stato proprio Proietti a leggere la motivazione iscritta sulla targa del X premio Francovich ricevuta dalle mani del presidente di Sami, Paul Arthur: “La Società degli Archeologi Medievisti Italiani (SAMI) fondata nel 1994, premio Riccardo Francovich per il miglior museo e parco archeologico italiano a tematica medievale, X edizione, anno 2022. Premio del pubblico conferito al Mercato delle Gaite di Bevagna per la fedele ricostruzione storica e la rievocazione materiale di un mercato tardo medievale e dei suoi mestieri, con l’ambiente, la sua gente, le sue bancarelle e le sue merci, i suoi artisti e i suoi artigiani, il suo trambusto, attraverso le quattro gaite di Bevagna, le scritture della storia e i manufatti dell’archeologia prendono vita, comunicando con grande efficacia il passato al presente. Firenze 25 marzo 2023”. La proiezione di un promo sul Mercato delle Gaite di Bevagna ha chiuso la breve cerimonia.
Con il progetto “MArTa 3.0” il museo Archeologico nazionale di Taranto vince il Premio Gianluca Spina edizione 2021 assegnato dal Politecnico di Milano ai progetti di innovazione digitale più significativi nei processi interni e nell’offerta al pubblico

Il museo Archeologico nazionale di Taranto vince il Premio Gianluca Spina edizione 2021. Il prestigioso riconoscimento assegnato dall’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali del Politecnico di Milano e dall’Associazione Gianluca Spina, Presidente del MIP Politecnico di Milano prematuramente scomparso il 21 febbraio 2015, premia i progetti di innovazione digitale più significativi nei processi interni e nell’offerta al pubblico. Il MArTA porta sulle rive dello Ionio la medaglia più ambita, il primo premio, inquadrando sotto il nome di “MArTA 3.0” un progetto (progetto scientifico-culturale a cura della direttrice Eva Degl’Innocenti) costituito da una serie di azioni che hanno fatto meritare il riconoscimento, dalle innovazioni tecnologiche per il back-office, al tour virtuale 3D, dall’artigianato creativo e digitale del Fab Lab del Museo – il MArTA Lab, passando per la call to action “Il MArTA sono io”, la digitalizzazione di oltre 40mila opere in open data e open source, fino al nuovo allestimento del MArTA, in corso, con un nuovo percorso espositivo (all’interno dell’esistente) che sarà valorizzato da contenuti immersivi e di intelligenza artificiale, nonché con la nuova hall del Museo.

“Il valore del progetto che oggi è stato premiato potrebbe racchiudersi nelle parole del grande archeologo italiano Riccardo Francovich, uno dei grandi maestri dell’archeologia mondiale, che diceva: “l’archeologia non serve solo a comprendere il passato ma a costruire il presente e il futuro”, esordisce la direttrice del museo Archeologico nazionale di Taranto, Eva Degl’Innocenti, richiamando anche il payoff del MArTA “Past for Future”. Un premio importante che la direttrice sente di condividere con tutto lo staff del Museo, con tutti gli esperti esterni, le start-up e le imprese che insieme all’istituzione museale hanno creato il “MArTA 3.0” e nuove prospettive di governance pubblico-privata. “Saperi e competenze che lavorano con un obiettivo comune”, commenta la direttrice Eva Degl’Innocenti, “nel segno della maggiore diffusione di questo valore condiviso che è la nostra storia ma anche il nostro progetto di società futura”. La cerimonia di consegna del Premio Gianluca Spina si è svolta il 25 maggio 2021 in collegamento dal Politecnico di Milano e in contemporanea con le istituzioni culturali finaliste: la Pinacoteca di Brera e la Sovrintendenza Capitolina con l’area archeologica del Circo Massimo. Questo il video (postato da Lo Strillone di Puglia) di presentazione del progetto “MArTA 3.0” illustrato dalla direttrice del museo Archeologico nazionale di Taranto, Eva Degl’Innocenti.






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