Roma. Al Palazzo della Cancelleria convegno promosso dalla Pontificia Accademia Romana di Archeologia sulle recenti scoperte in piazza Pia della soprintendenza speciale di Roma

Veduta dello scavo archeologico nel cantiere della nuova piazza Pia a Roma (foto anas)
Le recenti scoperte avvenute in piazza Pia a Roma grazie all’intervento di archeologia coordinato dalla soprintendenza speciale di Roma (vedi Roma. Scoperte nel cantiere per il sottopasso della nuova piazza Pia, a un passo da San Pietro, una grande fullonica e una residenza di età imperiale: saranno smontate, e ricollocate entro due anni nei Giardini di Castel Sant’Angelo per essere musealizzate e valorizzate: così si rispetta anche il cronoprogramma del sottopasso per il Giubileo. Gli interventi di ministro, sindaco, soprintendente, curia e Anas | archeologiavocidalpassato) sono al centro del convegno promosso dalla Pontificia Accademia Romana di Archeologia. Giovedì 19 dicembre 2024, alle 16.30, nella sala dei Cento giorni al Palazzo della Cancelleria a Roma, interverranno il soprintendente speciale di Roma Daniela Porro; l’archeologo Alessio De Cristofaro, responsabile del progetto, insieme all’archeologa Dora Cirone e l’archeologa Giovanna Di Giacomo. Tra i relatori Giuseppina Ghini che presenta un intervento sull’imperatore Caligola e il lacus Nemorensis. L’incontro sarà inaugurato dal ricordo di monsignor Michel Berger a cura di Valentino Pace e Roberta Durante. Ingresso libero fino a esaurimento posti-
Programma. Valentino Pace, Roberta Durante: “Commemorazione del Rev. Mons. Michel Berger”; Daniela Porro: “Gli scavi di Piazza Pia, tra archeologia e rigenerazione urbana”; Dora Cirone, Alessio De Cristofaro: “Horti Agrippinae, portico di Caligola, horti Domitiae. Nuovi dati dagli scavi di Piazza Pia”; Giovanna Di Giacomo: “Nuove fistulae acquarie per gli horti Agrippinae”; Giuseppina Ghini: “Caligola, l’imperatore che amava il lusso: il palazzo e il santuario galleggiante del Lacus Nemorensis”.
Archeologia in lutto. È morta a ottant’anni Marina Martelli, etruscologa di fama internazionale, compagna di vita dell’etruscologo Mauro Cristofani, morto prematuramente a 56 nel 1997

La copertina del libro “La ceramica degli Etruschi” di Marina Martelli

L’etruscologa Marina Martelli, morta a 80 anni (foto sabap-vt-em)
Archeologia in lutto. Il 24 dicembre 2023 si è spenta all’età di ottanta anni Marina Martelli, etruscologa di fama internazionale, già professore ordinario all’università della Tuscia, dove ha tenuto a battesimo più di una generazione di studiosi di archeologia e arte etrusca. Era nata a Bologna il 15 luglio 1943. Tra il 1969 e il 1982 aveva rivestito ruoli di ispettore archeologo, direttore e soprintendente aggiunto presso le Soprintendenze, in Sicilia, in Etruria e a Roma. A dare la notizia è stata la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale. Il suo ricordo in una breve nota: “Con lei se ne va una grande esperta di ceramica greca ed etrusca, di oreficeria glittica e arti minori, di storia dell’arte, storia degli studi e collezionismo, nonché soprattutto di antichità vulcenti, tarquiniesi e ceretane. Una studiosa a tutto campo, benemerita dell’Etruria Meridionale e autrice di innumerevoli contributi scientifici, mostre archeologiche e conferenze; accolta tra l’altro tra i membri dell’Accademia dei Lincei, dell’Istituto di Studi Etruschi ed Italici di Firenze, della Pontificia Accademia Romana di Archeologia, del Deutsches Archäologisches Institut e dell’Accademia Etrusca di Cortona. Oggi – conclude la nota – Marina Martelli ha raggiunto Mauro Cristofani, suo compagno di vita prematuramente scomparso nel 1997 a 56 anni, anche lui etruscologo di vaglia e protagonista degli studi del Novecento: sit vobis terra levis”. Così l’archeologo Massimiliano Valenti: “Borsista del CNR per due volte (1992 e 1994), nell’Istituto di Etruscologia allora diretto da Mauro Cristofani, suo marito, l’ho conosciuta in quel periodo. Tanto aperto e sorridente lui, altrettanto chiusa lei. Ma preparatissima e molto temuta da allievi e colleghi, per il suo rigore scientifico. Celebri le sue recensioni, analitiche e intransigenti”.
Firenze. Al museo Archeologico nazionale per la rassegna “Incontri al museo” conferenza di Daniele Federico Maras su “Miti greci e donne etrusche. Miti, riti e società in Etruria alla luce di un approccio di genere”
Per la decima edizione della rassegna “Incontri al museo”, venerdì 9 giugno 2023, alle 17, al museo Archeologico nazionale di Firenze, conferenza di Daniele Federico Maras su “Miti greci e donne etrusche. Miti riti e società in Etruria alla luce di un approccio di genere”. Ingresso gratuito fino a esaurimento dei posti. Daniele Federico Maras è funzionario archeologo alla soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, professore universitario alla Sapienza Università di Roma, socio ordinario e segretario della Pontificia Accademia Romana di Archeologia. I suoi interessi di ricerca spaziano nell’intero campo della storia e della cultura dell’Italia preromana, con particolare riguardo ai temi dell’identità, degli scambi e dell’integrazione culturale greca e romana.
Roma. Per “Dialoghi in Curia” incontro, in presenza e on line, con Domenico Palombi (Sapienza università di Roma) su “Horrea Piperataria: lo scavo, la storia, il contesto”: presentazione dei risultati del “Progetto Velia. Archeologia e storia urbana di un quartiere centrale di Roma antica”
“Horrea Piperataria: lo scavo, la storia, il contesto” è il titolo del nuovo appuntamento, in presenza e on line, di “Dialoghi in Curia” promossi dal parco archeologico del Colosseo. Giovedì 4 maggio 2023, alle 16.30, la Curia Iulia ospita la conferenza di Domenico Palombi, dipartimento di Scienze dell’Antichità di Sapienza università di Roma, che presenta i risultati del “Progetto Velia. Archeologia e storia urbana di un quartiere centrale di Roma antica”, nato nel 2018 grazie alla sinergia tra il dipartimento di Scienze dell’Antichità di Sapienza università di Roma e il parco archeologico del Colosseo. Introduce Alfonsina Russo, direttore del parco archeologico del Colosseo. Prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti via eventbrite: https://www.eventbrite.it/e/604772048477. Posti individuali riservati per i titolari della Membership Card. Ingresso da Largo della Salara Vecchia, 5. L’incontro sarà trasmesso in diretta streaming dalla Curia Iulia sulla pagina Facebook del parco archeologico del Colosseo. Il progetto mira alla ricostruzione storico-topografica dell’antico, centralissimo quartiere della Velia e intende approfondire la conoscenza del contesto urbanistico, storico e architettonico connesso al sito, alla architettura e alle funzioni degli Horrea Piperataria. Il rinnovato studio di questo particolare complesso di magazzini imperiali, così come dell’intero settore urbano della Velia, si avvale di indagini geofisiche, stratigrafiche, ricerche archivistiche e nuove analisi sulle strutture antiche al fine ricostruire la forma, le componenti e la storia urbana di una delle aree più rappresentative del centro di Roma, ripetutamente coinvolta nelle trasformazioni della città antica e dagli sconvolgimenti che hanno avuto luogo dal Medioevo all’età contemporanea.

Domenico Palombi (Sapienza università di Roma)
Domenico Palombi è professore associato di Archeologia classica alla Sapienza università di Roma, dipartimento di Scienze dell’Antichità. Dal 2018 è direttore del “Progetto Velia”. Socio della Pontificia accademia romana di Archeologia e di altre Istituzioni d ricerca, Direttore responsabile della rivista Archeologia classica, ha ricoperto diversi incarichi accademici e ricevuto onorificenze scientifiche. Si occupa, in particolare, della storia urbana di Roma, con particolare attenzione alla ricostruzione dei significati culturali, politici, sociali, religiosi e ideologici delle singole componenti del paesaggio urbano. Al valore simbolico dell’antico e alla storia dell’archeologia romana nel periodo compreso tra l’istituzione di Roma Capitale e l’affermazione del regime fascista ha dedicato alcuni contributi, concentrandosi su contesti significativi della città contemporanea e su importanti figure della scena archeologica italiana ed europea. Tra i suoi filoni di ricerca rientrano, inoltre, i rapporti politici e culturali tra Roma e il Lazio in epoca arcaica e repubblicana, la memoria dell’antico nella storia della cultura dal Rinascimento all’età contemporanea, l’analisi storico-archeologica del suburbio di Roma e la ricomposizione della forma della città imperiale.
Roma. Al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia al via il ciclo di formazione “CHI (RI)CERCA TROVA. I professionisti si raccontano al Museo”: 8 conferenze, da marzo a dicembre, con esperti e studiosi che aprono a ricerca conoscenza e fruizione. Apre Maras sulle divinità del santuario del Portonaccio a Veio
A “rompere il ghiaccio” sarà l’archeologo Daniele Federico Maras che sabato 18 marzo 2023 aprirà al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia il ciclo di formazione “CHI (RI)CERCA TROVA. I professionisti si raccontano al Museo”: otto conferenze, da marzo a dicembre 2023, tenute da esperti e studiosi che aprono il mondo della ricerca alla conoscenza e alla fruizione del grande pubblico e sono rivolte a curiosi, studenti e specialisti di ogni età, a cura dei Servizi educativi del Museo che “lanciano” alcune domande provocatorie: siete sicuri di conoscere tutto sulle lamine di Pyrgi? cosa si nasconde nei sotterranei di Villa Giulia? volete scoprire i segreti del restauro? Ovviamente per avere risposta a queste e altre domande l’invito è a partecipare alle conferenze che si tengono nella sala Fortuna con ingresso gratuito fino ad esaurimento posti. Prenotazione obbligatoria all’indirizzo mn-etru.didattica@cultura.gov.it. Esperienze, indagini, approfondimenti che rendono la ricerca condivisa, partecipata, quindi utile, a beneficio del pubblico di curiosi, studenti, esperti e specialisti. Ecco che la parola passa ai professionisti per diffondere la conoscenza dei loro studi, raccontare esiti e condividere ipotesi, offrendo nuovi spunti di lettura sulla Storia. Il Museo si racconta così come in un grande laboratorio condiviso in cui far dialogare mondo della ricerca e cittadinanza attiva, portando alla ribalta grandi e piccoli temi, spesso noti solo agli specialisti.

La sala 40 del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia che ospita le grandi statue del santuario del Portonaccio a Veio (foto etru)
Si inizia dunque sabato 18 marzo 2023, alle 10, con la conferenza “Menerva e gli altri. Dèi e devoti nel santuario di Portonaccio a Veio”. L’archeologo Daniele Federico Maras ci introduce agli studi sul santuario di Portonaccio, un importante luogo di culto che sorgeva subito al di fuori della potente città etrusca di Veio: la più vicina a Roma e la più antica avversaria dei Romani. Il santuario, sede di un oracolo, era frequentato da Etruschi e Latini e persino da condottieri di passaggio, ma anche dai giovani della città, sin dal VII secolo a.C. e fino all’entrata nell’orbita romana. Un nutrito gruppo di divinità li accoglieva all’ombra del tempio, a partire da Rath e Menerva, rispettivamente corrispondenti ad Apollo e Atena per gli Etruschi, ma anche Hercle/Eracle, Turan/Afrodite, Aritimi/Artemide e altri ancora.

L’archeologo Daniele Federico Maras
Daniele Federico Maras è funzionario archeologo alla soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, professore universitario alla Sapienza Università di Roma, socio ordinario e segretario della Pontificia Accademia Romana di Archeologia. I suoi interessi di ricerca spaziano nell’intero campo della storia e della cultura dell’Italia preromana, con particolare riguardo ai temi dell’identità, degli scambi culturali e dell’acculturazione greca e romana.
IL CALENDARIO DEGLI INCONTRI. Sabato 18 marzo 2023, alle 10, Daniele Federico Maras su “Menerva e gli altri. Dèi e devoti nel santuario di Portonaccio a Veio”; venerdì 21 aprile 2023, alle 16, Valentina Belfiore su “Le lamine di Pyrgi: nuovi spunti di lettura”; venerdì 19 maggio 2023, alle 16, Miriam Lamonaca, Sante Guido su “Il restauratore racconta. La Latona di Veio: dalla scoperta al restauro”; venerdì 16 giugno 2023, alle 16, Maria Cristina Biella su “Quando l’estate fu primavera. Falerii: la nascita della sua archeologia e il futuro delle ricerche”; venerdì 22 settembre 2023, alle 16, Maria Elisa Amadasi su “Aqua Virgo tra campagna e città: un viaggio di oltre duemila anni”; venerdì 20 ottobre 2023, alle 16, Patrizia Petitti, Ebe Giovannini, Emiliano Li Castro, Maurizio Pellegrini su “Gli archi di Ledro… un arco per ferire, un arco per guarire”; venerdì 17 novembre 2023, alle 16, Laura Maria Michetti su “Pyrgi e Spina: “porti gemelli” sui due mari”; venerdì 15 dicembre 2023, alle 16, Paola Conti, Simone Battisti, Luigia Gambino su “Alla ricerca del tempio perduto. Conservazione e restauro di un esperimento didattico di fine ‘800”.
Giovedì 10 ottobre 2024, alle 17.30, al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia presentazione del libro “Capena. La necropoli di Monte Cornazzano. Identità e memoria di una comunità” (L’ERMA di BRETSCHNEIDER) curato da Maria Gilda Benedettini e Giovanni Ligabue, con testi di L. Balzerani, M.G. Benedettini, E. Biancifiori, G. Ligabue, E. Mangani, C. Mottolese, S. Neri, D. Rossetti e L. Sagripanti. Ingresso gratuito in Sala Fortuna. Info e prenotazioni all’indirizzo mail 
Il Collegio Romano rende omaggio a Felice Barnabei, cioè “a chi lo ha praticamente fondato, divenendo nel 1875 insieme a Giuseppe Fiorelli uno dei primi dipendenti di quella che sarebbe divenuta, cento anni dopo grazie a Spadolini, la sede del ministero della Cultura”, ricorda Valentino Nizzo. Non stupisce quindi che mercoledì 10 maggio 2023, nella sala Spadolini del Collegio Romano, si renda onore al “fondatore”, Felice Barnabei col convegno “La Tutela dell’Antichità: il ruolo e l’attività di Felice Barnabei”, dalle 10 alle 13. Per partecipare è obbligatorio accreditarsi inviando mail a: 
Dopo il Barnabei Day del 29 ottobre 2022 realizzato al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia e dedicato alla sua impresa più ambiziosa, quella di raccogliere in un’unica sede le antichità che venivano alla luce al di fuori delle mura della Capitale e fondare, quindi, nel 1889 a Villa Giulia il museo nazionale Etrusco, con l’incontro del 10 maggio 2023 si vuole ricordare l’impegno profuso personalmente da Barnabei affinché i Musei diventassero non solo custodi della tutela ma anche luoghi di diffusione della conoscenza scientifica del nostro patrimonio culturale nel superiore interesse collettivo.





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