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Archeologia ferita. “Leoni e tori dall’Antica Persia ad Aquileia”: in mostra all’Archeologico capolavori achemenidi e sasanidi da Persepoli e dal museo di Teheran per la prima volta concessi dall’Iran

Il leone che azzanna il toro: rilievo achemenide a Persepoli in Iran

Il leone che azzanna il toro: rilievo achemenide a Persepoli in Iran

Il re nella caccia al leone: rilievo del palazzo di Dario a Persepoli

Il re nella caccia al leone: rilievo del palazzo di Dario a Persepoli

Il leone che azzanna il toro è un po’ il simbolo di Persepoli: nella città-palazzo voluta dal re dei re Dario I come capitale del suo impero, fiore all’occhiello della dinastia achemenide, il rilievo del leone col toro (forse simbolo dell’anno nuovo che caccia il vecchio, o astronomico perché all’equinozio di primavera la costellazione del Leone è “sopra” quella del Toro) ricorre spesso e accoglie oggi i visitatori, come 2500 anni fa accoglieva i sudditi, ai piedi della scalinata che portava all’apadana, la grande, immensa sala delle udienze. Ma poi il toro lo troviamo contrapposto nei monumentali capitelli dei palazzi del potere di Persepoli, come due grandi tori androcefali fanno la guardia all’ingresso della porta delle Nazioni sempre a Persepoli. E il leone popola i rilievi dei palazzi di Dario e Serse protagonista di lotte cruente che mettono in risalto la potenza quasi divina del re. Le stesse scene le troviamo alcuni secoli più tardi rappresentate su piatti d’argento dorato dell’ultima dinastia dell’impero persiano, quella sasanide che si rifà proprio alla tradizione achemenide.

Bracciale a cerchio aperto con terminazioni a teste leonine, dal museo di Teheran alla mostra di Aquileia

Bracciale a cerchio aperto con terminazioni a teste leonine, dal museo di Teheran alla mostra di Aquileia

Ornamento circolare in oro con due leoni (fine V secolo a.C.) dal museo Archeologico di Teheran

Ornamento circolare in oro con due leoni (fine V secolo a.C.) dal museo Archeologico di Teheran

Quei tori e quei leoni sono ora protagonisti di una mostra unica ed eccezionale insieme perché presenta reperti provenienti esclusivamente dall’Iran, e in alcuni casi mai usciti prima dal territorio della Repubblica islamica. L’appuntamento dal 25 giugno al 30 settembre 2016 è al museo nazionale Archeologico di Aquileia con la mostra “Leoni e Tori dall’antica Persia ad Aquileia”, realizzata dalla Fondazione Aquileia in collaborazione con il Polo Museale del Friuli Venezia Giulia nell’ambito del ciclo “Archeologia Ferita”, avviato lo scorso anno dalla mostra incentrata sui reperti provenienti dal museo tunisino del Bardo. “La mostra”, dice il presidente della Fondazione Antonio Zanardi, “è dedicata all’arte achemenide e sasanide, con pezzi di eccezionale rilievo provenienti dall’Archeologico di Teheran e da quello di Persepoli, e non si collega direttamente alle tragiche vicende del passato recente e dell’attualità nel Mediterraneo e nel Medio Oriente”. Per individuare l’autore delle ferite e della distruzione della capitale dell’impero di Dario, prosegue Zanardi, è invece “necessario risalire sino al IV secolo a.C. e ad Alessandro Magno, molto lontano dunque dal terrorismo e dalla violenza dei nostri giorni. Eppure, a ben guardare, la maggior parte del patrimonio archeologico del mondo è proprio originato da una ferita, da devastazioni, dalla volontà di cancellare l’identità del nemico o, semplicemente, dell’altro”. “Una rassegna di grande significato”, interviene il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, “perché costituisce la prima opportunità di apprezzare in Europa reperti provenienti da Persepoli e dal Museo Nazionale di Teheran dopo la firma dell’Accordo sul Nucleare iraniano».

Rithon d'oro achemenide in mostra ad Aquileia

Rithon d’oro achemenide in mostra ad Aquileia

L’importanza della mostra di Aquileia sta infatti proprio nell’essere composta esclusivamente da reperti provenienti dall’Iran e non, come le maggiori iniziative del genere (nel 2005 al British Museum), con opere già presenti in musei europei. In particolare, molti dei pezzi allestiti non sono mai usciti dai musei iraniani, come la gigantesca zampa di leone in porfido, la testa di un bovino proveniente dai depositi di Persepoli e molti degli oggetti in oro, tra cui il magnifico bracciale con due teste leonine. Questi preziosi reperti, del resto, coprono un arco temporale assai lungo e sono testimonianza di due dinastie fondamentali dell’Iran pre-islamico, gli Achemenidi e i Sasanidi, e dello sfarzo delle corti persiane che lasciarono stupefatti persino gli autori greci che descrivevano le bellezze e la grandiosità di regge e città. “In mostra – spiegano gli organizzatori – per la prima volta uno accanto all’altro pezzi straordinari di oreficeria achemenide, come il rithon d’oro con leone alato, la daga aurea, il bracciale con due teste leonine, il piccolo toro e le placche di straordinaria fattura orafa. Anche i rilievi e le sculture esposte ad Aquileia vogliono sottolineare l’incredibile potenza figurativa di quell’arte. Senza contare che, trattandosi di frammenti (sebbene di grandi dimensioni) la mostra riesce in questo modo a evocare il concetto di arte e civiltà ferite. Come recita il titolo, le raffigurazioni, a partire dalle più antiche, riguardano soprattutto i tori e i leoni, in un forte collegamento con le tradizioni mesopotamica, elamita e persino quella del mondo iranico dell’Età del Ferro, in cui la presenza di elementi animalistici è ovviamente connessa a un’origine nomadica”. Eccezionale dunque la lastra di bronzo raffigurante una serie di leoni alati, che costituiva il fiancale di un carro da guerra achemenide, per non parlare del piatto d’argento raffigurante una scena di caccia al leone, tra l’altro uno dei pochi pezzi sasanidi esposti, che a sua volta evidenzia il perdurare di grandi capacità espressive fino ai secoli che hanno preceduto la nascita del mondo islamico.

Archeologia ferita. In attesa dei tesori persiani, prorogata al museo archeologico di Aquileia la mostra “Il Bardo ad Aquileia”

Il ritratto dell'imperatore Lucio Vero proveniente dal teatro di Dougga (foto di Gianluca Baronchelli)

Il ritratto dell’imperatore Lucio Vero proveniente dal teatro di Dougga (foto di Gianluca Baronchelli)

Il manifesto della mostra "Il Bardo ad Aquileia" nel museo di Aquileia

Il manifesto della mostra “Il Bardo ad Aquileia” nel museo di Aquileia

È stata prorogata fino al 28 febbraio l’apertura della mostra “Il Bardo ad Aquileia” (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2016/01/03/archeologia-ferita-il-museo-di-aquileia-apre-le-porte-ai-reperti-da-musei-e-siti-colpiti-dai-terroristi-prima-tappa-otto-capolavori-dal-museo-del-bardo-di-tunisi/) organizzata dalla Fondazione Aquileia in collaborazione con il Polo Museale del Fvg, la Soprintendenza Archeologia, e l’Istituto Nazionale per il Patrimonio tunisino e con il sostegno della Cciaa di Udine, della Bcc di Fiumicello e Aiello e di Edison. “Siamo molto lieti”, sottolinea il presidente della Fondazione Aquileia, Antonio Zanardi Landi, “che il messaggio che abbiamo voluto lanciare con questa mostra sia stato accolto da migliaia di persone: solo attraverso la riproposizione dei valori della cultura e della storia comune sarà possibile sconfiggere la cieca violenza e la barbarie di chi vorrebbe proporre infondati scontri di civiltà. Ed è proprio con questo spirito che stiamo già lavorando a una nuova sfida: in un momento di rinnovato dialogo con la Repubblica Islamica dell’Iran vogliamo portare ad Aquileia reperti archeologici importanti della plurimillenaria storia persiana” (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2016/01/13/dopo-tunisi-la-persia-a-giugno-aquileia-ospitera-una-mostra-con-i-tesori-del-museo-archeologico-di-teheran-dalla-missione-del-governatore-del-friuli-venezia-giulia-in-iran-un-protocollo-di-collabor/). Nelle sale del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia sono esposti i reperti provenienti dal Museo Nazionale del Bardo di Tunisi, colpito il 18 marzo 2015 dal terrorismo fondamentalista. Il Museo Archeologico ha inoltre ampliato il programma di visite tematiche alla mostra con una serie di nuovi appuntamenti.

Il museo Archeologico nazionale di Aquileia non chiuderà le domeniche: garantita l’apertura grazie all’accordo Polo museale-soprintendenza-ministero

Il museo Archeologico nazionale di Aquileia continuerà ad essere visitabile anche nelle domeniche

Il museo Archeologico nazionale di Aquileia continuerà ad essere visitabile anche nelle domeniche

Quando il 10 settembre scorso il direttore del Polo museale del Friuli-Venezia Giulia aveva annunciato che, per carenza di personale, il museo Archeologico nazionale di Aquileia sarebbe rimasto chiuso di domenica e nei giorni festivi fino al 31 dicembre 2015, si era temuto il peggio tra le numerose critiche e proteste, non solo da parte di operatori commerciali locali, ma anche da parte della stessa amministrazione regionale. Il pericolo sembra scongiurato, almeno per ora. Grazie all’impegno congiunto di soprintendenza Archeologia e del Polo Museale del Friuli-Venezia Giulia e al sostegno del ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la struttura rimarrà aperta anche nelle giornate festive. Lo annunciano in una nota Luca Caburlotto, direttore del Polo Museale Fvg e il soprintendente archeologia Luigi Fozzati. “Grazie al supporto degli organi centrali del ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo – spiegano – la soprintendenza Archeologia e il Polo Museale del Friuli-Venezia Giulia garantiranno stabilmente, congiungendo le proprie risorse, l’apertura del museo Archeologico nazionale di Aquileia per tutte le giornate festive. L’apertura, che non era stata in discussione per i giorni feriali, è immediatamente ripristinata nella sua interezza per le domeniche e per le festività. La felice conclusione delle criticità riscontrate non elimina il grave problema della carenza di organico nei musei italiani, ma vuole costituire la base per il rilancio del museo Archeologico nazionale di Aquileia nell’ambito dell’importante riforma voluta dal ministro Dario Franceschini, che sta dando nuova linfa ai musei statali sia a livello organizzativo che a livello finanziario. Si ricordi che il museo aquileiese è stato proprio di recente destinatario di un finanziamento straordinario, nel contesto del piano completamento dei musei nazionali, della somma di 1,5 milioni di euro”.

La sezione della Statuaria al museo Archeologico nazionale di Aquileia

La sezione della Statuaria al museo Archeologico nazionale di Aquileia

Il museo Archeologico nazionale di Aquileia, istituito nel 1882 come “Imperial-regio Museo dello stato” con il patrocinio dell’imperatore Francesco Giuseppe, in Villa Cassis Faraone, costruita tra il 1812 e il 1825, accoglie le collezioni storiche, ricevute in dono o acquistate dalle più illustri famiglie aquileiesi, integrate dai risultati delle ricerche condotte fra ‘800 e ‘900 soprattutto ad opera dei suoi direttori storici, Enrico Maionica, Giovanni Battista Brusin e Luisa Bertacchi. L’ordinamento dell’esposizione, articolata fin dall’origine secondo temi, risale nella sua attuale disposizione agli anni ’50 del secolo scorso: i materiali sono scanditi per classi, a partire dalla statuaria (ritratti, funeraria, sacra), per passare alla ceramica, ai metalli, ai vetri, alle gemme, agli oggetti di ornamento (in particolare ambre), che rispecchiano le attività economiche e la vita quotidiana della città. Le gallerie lapidarie, avviate negli anni ’30 e ampliate negli anni ’50 del ‘900, ospitano iscrizioni e monumenti pubblici e funerari e preziosi mosaici. Nuovi spazi espositivi sono stati ricavati nei magazzini, con le sale dedicate alla via Annia, mentre una sezione ospita la Julia Felixl, l’imbarcazione rinvenuta a Monfalcone nell’area del Lacus Timavi.

Il museo Archeologico di Aquileia fu istituito nel 1882

Il museo Archeologico di Aquileia fu istituito nel 1882

“La ripresa degli orari festivi del museo di Aquileia – concludono Caburlotto e Fozzati – ha avuto una spinta eccezionale sia dalla grande disponibilità dimostrata da tutto il personale di custodia, nella consapevolezza dell’importanza della propria missione culturale, sia dallo straordinario attaccamento dei cittadini per lo storico Museo, viva espressione del territorio e del suo passato, che da più di centotrenta anni racconta la grandiosa storia dell’Aquileia antica”.