Archivio tag | pieve di San Venanzio di Coccanile di Copparo (Fe)

Ferrara. Incontro a Palazzo Naselli-Crispi (con visita guidata del palazzo cinquecentesco) su “Le scoperte lungo il canale Naviglio. Un esempio virtuoso di collaborazione tra enti per la riscoperta del territorio” con i protagonisti delle ricerche archeologiche

Nel letto del canale Naviglio nei pressi di Coccanile, frazione di Copparo (Fe), sono venuti alla luce – era il 2019 – i resti di una delle più antiche pievi testimoniate nel territorio di Ferrara, databile al VI-VII secolo, intitolata a San Venanzio, e della necropoli ad essa associata. Quest’anno nuova campagna di scavi archeologici in via Ariosto a Coccanile. Dopo l’interventi di messa in sicurezza di un tubo dell’acqua da parte di Cadf, nella mattinata di martedì 27 aprile 2021 ha preso il via l’indagine per individuare l’estensione totale dell’antica pieve rinvenuta nel 2019 nel Canale Naviglio. La campagna di scavo, sostenuta dall’Amministrazione comunale di Copparo, è affidata all’archeologa Flavia Amato, affiancata dagli infaticabili e appassionati volontari del Gruppo Archeologico Ferrarese, a cui ha fatto visita il sindaco Fabrizio Pagnoni. Le operazioni hanno subito riservato un primo inatteso ritrovamento: a una profondità di soli 50 centimetri è emerso un cippo che poggia su uno strato di interesse storico. Il cippo non è in relazione con l’edificio di culto, ma è più tardo: si ipotizza rinascimentale. Per determinarne la datazione si è provveduto alla pulizia del livello per individuare eventuali resti ceramici che ne attestino l’epoca di appartenenza. Si procederà quindi con le stratificazioni successive alla ricerca l’angolo del fronte dell’antica pieve di V – VII secolo, di cui erano già stati rinvenuti i resti dell’abside, con un plinto di colonna della navata centrale, e dodici sepolture a inumazione, i cui corredi hanno consentito di definire la pieve come una delle più antiche della Provincia di Ferrara.

La locandina dell’incontro “Le scoperte lungo il canale Naviglio” a Ferrara

Anche di questo si parlerà nell’incontro “Le scoperte lungo il canale Naviglio. Un esempio virtuoso di collaborazione tra enti per la riscoperta del territorio”, mercoledì 9 giugno 2021, alle 17, a Palazzo Naselli-Crespi in via Borgo dei Leoni 28 a Ferrara. Dopo i saluti di Riccardo Mantovani, amministratore del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara; Fabrizio Pagnoni, sindaco del Comune di Copparo; Letizia Bassi, direttrice del Gruppo Archeologico Ferrarese; Paola Desantis, direttrice del museo Archeologico nazionale di Ferrara; gli interventi: Chiara Guarnieri (soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio) su “San Venanzio: una pieve in cammino”; Flavia Amato e Marco Bruni (archeologi) su “Le prime attestazioni cristiane del ferrarese a Coccanile di Copparo​”. Per partecipare: prenotazioni obbligatorie, max 50 posti: segreteria.gaf@libero.it​.

L’affresco della Madonna con Bambino, opera di Girolamo da Carpi, l’unico originario del palazzo Naselli Crispi giunto fino ai nostri giorni (foto consorzio bonifica pianura ferrara)
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Il cortile interno di Palazzo Naselli-Crispi di Ferrara (foto consorzio bonifica pianura ferrara)

Segue la visita guidata del Palazzo Naselli-Crispi, palazzo cinquecentesco nel cuore rinascimentale di Ferrara. Palazzo Naselli Crispi fu progettato intorno al 1531 da Girolamo da Carpi (1501-1556), architetto e pittore ferrarese allievo del Garofalo. Questa “nobile abitazione alla Romanesca”, commissionata dal Canonico Giuliano Naselli, protonotario apostolico presso il Duca Ercole II d’Este, venne ultimata presumibilmente nel 1536. Nella seconda metà del secolo sedicesimo il fabbricato divenne di proprietà del Conte Giovanni Maria Crispi. Oggi il palazzo ospita la sede legale del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara. Il cortile, di forma rettangolare, presenta cinque arcate nei lati lunghi e tre nei lati corti, disposte su due ordini, ad imitazione del Teatro Marcello in Roma. Nel portico di ingresso si può ammirare l’affresco della Madonna con Bambino, pure opera del Carpi: è l’unico affresco originario del palazzo Naselli Crispi giunto fino ai nostri giorni.

Per le Giornate europee dell’archeologia la Sabap-Bo propone video su recenti indagini archeologiche, sulla valorizzazione del teatro romano di Bologna, e su due grandi mostre degli anni scorsi

La soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le Province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara non rinuncia a festeggiare l’archeologia e per le Giornate europee dell’archeologia 2020 propone al pubblico video relativi a indagini archeologiche dirette nei territori di competenza (Cattedrale di Reggio Emilia – scavi e restauro dei mosaici di una preesistente domus, Ospitale di Colombaro di Formigine-MO, Pieve di San Venanzio presso Coccanile, Fraz. di Copparo-FE), la prima valorizzazione del teatro romano di Bologna, attualmente in fase di riprogettazione, e due mostre già concluse (On the Road, via Emilia 187 a.C.-2017, Reggio Emilia, Palazzo dei Musei, 25 novembre-1° luglio 2018; Medioevo svelato. Storie dell’Emilia-Romagna attraverso l’archeologia, Bologna, Museo Civico Medievale, 17 febbraio-17 giugno 2018).

Con il decurione Giulio Valente in un viaggio nel passato ispirato alla mostra “On the road – Via Emilia 187 a.C. – 2017” (Musei Civici di Reggio Emilia, 25 novembre 2017 – 1° luglio 2018). La mostra, curata da Luigi Malnati e Roberto Macellari, su allestimento dell’arch. Italo Rota, è stata promossa dal Segretariato regionale del ministero dei Beni e delle Attività culturali e Turismo, dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, ed i Musei Civici di Reggio Emilia. La via Aemilia, costruita dal console Marco Emilio Lepido nel 187 a.C. tra Piacenza e Rimini, segnò il confine fra l’Italia romana e un nord abitato da popolazioni “altre”, ma presto diventò anche l’asse portante delle comunicazioni padane, oltre che il collante di genti parlanti lingue e portatrici di culture diverse. La mostra riuniva più di 400 reperti e presentava un focus sulla città di Reggio Emilia, antica Regium Lepidi, unica città che conserva nel proprio il nome del console che costruì la strada, e che viene percorsa dal decurione del filmato. Collegate a On the road si sono tenute altre esposizioni come quella al Credito Emiliano, Regium Lepidi underground, dove ancora oggi sono visibili strutture e reperti di epoca romana; ed Ego sum via. Via Aemilia, Via Christi, al museo Diocesano, sulla diffusione del primo cristianesimo lungo la strada.

“Medioevo svelato. Storie dell’Emilia-Romagna attraverso l’archeologia” (museo civico Medievale di Bologna, 17 febbraio 2018 – 17 giugno 2018). La mostra, promossa dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, è stata curata da Sauro Gelichi e da Luigi Malnati. L’iniziativa consente di viaggiare nell’arco di un Millennio (dal IV secolo agli inizi del Trecento) in una regione in cui ancora oggi sono profondamente radicati i confini fisici e gastronomici tra Emilia longobarda e Romagna bizantina. Il racconto si dipana attraverso l’esposizione di oltre 300 reperti, recuperati dalle intense ricerche archeologiche condotte in tutta l’Emilia-Romagna negli ultimi 40 anni, contribuendo alla formazione di un condiviso patrimonio di conoscenze, idee e valori connessi a questo lungo e complesso percorso storico. Troverete ulteriori informazioni sui temi trattati dalla mostra nella descrizione del video.

Il teatro romano di Bologna. Le strutture del teatro Romano di Bologna sono emerse in occasione di lavori di ristrutturazione di un palazzo del centro cittadino. La valorizzazione del teatro si collega alla destinazione commerciale dell’edificio che li ospita. Il filmato offre una visione della prima destinazione commerciale dell’edificio (metà anni ’90); oggi è in fase di elaborazione un nuovo progetto che prevede una maggiore integrazione tra le attività commerciali e l’apporto culturale del manufatto antico.

Tesserae versicolores. Il mosaico tardo-romano dalla Cattedrale di Santa Maria Assunta di Reggio Emilia. L’area della Cattedrale e del Palazzo Vescovile corrispondeva in età romana a due isolati centrali di Regium Lepidi che dovevano collocarsi in prossimità del foro. Nella prima età imperiale questi erano occupati da alcuni edifici variamente articolati, ma, tra l’ultimo quarto del III e il IV secolo d.C., venne attuata una imponente ristrutturazione, frutto di un progetto unitario di costruzione di un edificio, esteso forse per un intero isolato e affacciantesi sul limite occidentale dell’area forense. Di questo complesso edilizio è stato rinvenuto un pavimento a mosaico che doveva appartenere all’ambiente più importante della domus e di cui il video mostra la scoperta ed il restauro.

“Sorvolo” sui resti delle strutture medievali del monastero-ospitale di Colombaro (Formigine, MO). Nell’ottobre 2017 sono terminate le indagini archeologiche a Colombaro di Formigine, nell’area di pertinenza comunale adiacente alla Chiesa di S. Giacomo Maggiore. Gli scavi hanno individuato un grande complesso architettonico risalente al XII-XIII secolo (riferibile all’antico monastero-ospitale di Colombaro) di cui sono riusciti a evidenziare la planimetria pressoché completa.

La scoperta della pieve altomedievale di S. Venanzio nei pressi di Coccanile di Copparo (FE). Nel letto del canale Naviglio nei pressi di Coccanile, fraz. di Copparo (FE), sono venuti alla luce i resti di una delle più antiche pievi del territorio di Ferrara, databile al VI-VII secolo, e della necropoli ad essa associata.