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Ascoli Piceno. Al via la tre giorni di convegno “Sulle orme dei Longobardi fra Marche e Umbria. Ascoli, Castel Trosino, Spoleto” in ricordo di Lidia Paroli a 30 anni dalle manifestazioni del Centenario del rinvenimento della celebre necropoli di Castel Trosino (1993-‘95). Ecco il programma. Valorizzazione del parco archeologico della necropoli longobarda e del museo dell’Alto Medioevo

ascoli-piceno_convegno-nazionale_sulle-orme-dei-longobardi-fra-marche-e-umbria_ascoli-castel-trosino-spoleto_locandinaDal 4 al 6 maggio 2023 Ascoli Piceno ospiterà il convegno “Sulle orme dei Longobardi fra Marche e Umbria. Ascoli, Castel Trosino, Spoleto”. Sarà l’occasione a 30 anni dalle manifestazioni del Centenario del rinvenimento della celebre necropoli di Castel Trosino (1993-‘95) e dal precedente convegno su “L’Italia centro-settentrionale in età longobarda”, curato dalla compianta Lidia Paroli, per fare un aggiornato punto sulla presenza dei Longobardi nell’area del ducato di Spoleto fra Marche ed Umbria, alla luce delle più recenti ricerche archeologiche ed indagini territoriali, oltre che di ampi confronti con il mondo longobardo nell’intera Italia centro-settentrionale, in parallelo con la mostra tenutasi a Grosseto fra 2021 e 2021 su “I Longobardi e la nascita della Toscana”, e in stretto collegamento con l’altro convegno “Longobardi: cultura, società, potere, economia”, che si terrà sempre a Grosseto nei giorni 26-27 maggio 2023, nell’ambito di un più ampio programma 2023 di iniziative sui Longobardi nell’intera Italia centrale. Coordinamento scientifico: Paolo Delogu, Andrea R. Staffa. Comitato Scientifico: Francesca M. Anzelmo, Paul Arthur, Angela Borzacconi, Gian Pietro Brogiolo, Carlo Citter, Paolo Delogu, Caterina Giostra, Marco Ricci, Andrea R. Staffa, Chiara Valdambrini.

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Fibule a forma di cavallo dalla necropoli di Castel Trosino conservate al museo dell’Alto Medioevo “Alessandra Vaccaro” (museo delle Civiltà) (foto muciv)

Punto centrale della manifestazione è la presentazione alla comunità ascolana e al mondo scientifico nazionale dei risultati delle ricerche che, partendo dagli studi di Lidia Paroli, restituiscono oggi un panorama in cui i Longobardi stanziati a Castel Trosino ed in altri siti dell’area giungono nel Piceno verso il 590 non per devastare l’antica Asculum e sottometterne il territorio, ma quali mercenari al servizio del potere imperiale bizantino, del quale assicureranno il controllo della città sin verso il 620-630, stanziandosi infine in città e rivestendo un ruolo importante nel governo del territorio ormai entrato definitivamente a far parte del ducato longobardo di Spoleto.

Giovedì 4 maggio 2023, Palazzo de’ Capitani. Alle 10.30, apertura ufficiale. Dopo i saluti delle autorità, Paul Arthur introduce i lavori. Paolo Delogu e Andrea R. Staffa presentano il convegno, mentre Marco Ricci e Andrea R. Staffa faranno un ricordo di Lidia Paroli. Alle 12, PRIMA SESSIONE “I Longobardi nell’Italia centrale” presieduta da Paolo Delogu. Intervengono: Marco Ricci su “Aggiornamenti sulla necropoli di Castel Trosino e riflessioni sulla cultura materiale nell’Italia centrale in età longobarda”; e Francesca M. Anzelmo, Paola Romi, Andrea R. Staffa su “Insediamento e necropoli di Nocera Umbra fra età imperiale e VI-VII secolo: il punto sulla situazione”. Alle 15.30, SECONDA SESSIONE “Le Marche in età longobarda” presieduta da Gian Pietro Brogiolo. Intervengono: Andrea R. Staffa su “Da Castel Trosino ad Ascoli: continuità e trasformazioni nell’assetto dell’insediamento fra VI ed VIII secolo”; Enrico Giorgi, Paola Mazzieri, Luca Speranza, Michele Massoni su “Ascoli altomedievale: recenti scoperte e nuove indagini archeologiche (S. Pietro in Castello, Corso Trento e Trieste, Cattedrale)”; Umberto Moscatelli su “Le Marche centrali in età longobarda: popolamento e istituzioni”; e Daniele Sacco su “Genti longobarde nel ducato della Pentapoli, da Rimini ad Ancona. Dove, quando e perché”. Chiude la discussione.

Venerdì 5 maggio 2023, Palazzo de’ Capitani. Alle 9, continua la SECONDA SESSIONE “Le Marche in età longobarda”, ma presieduta da Marco Valenti e Andrea R. Staffa. Interviene Andrea R. Staffa su “Bizantini e Longobardi nel Piceno: una prima ricostruzione complessiva”. Comunicazioni: Luca Speranza, Eleonora Ferranti su “Ascoli Piceno: la necropoli altomedievale presso SS. Vincenzo ed Anastasio; Stefano Finocchi, Matteo Tadolti su “Osimo: edificio ecclesiastico di età tardoantica-altomedievale dal sito dell’Ex-Consorzio Agrario di Osimo e considerazioni generali sul territorio di Osimo fra tardoantico ed alto Medioevo”; Maria Raffaella Ciuccarelli, Michele Silani su “Sena Gallica: nuovi scavi a Villa Tarsi e prime considerazioni sulle fasi tardo antiche – altomedievali dell’antico centro”; Federica Grilli, Matteo Tadolti, Andrea Marziali, Andrea Bruni, Giacomo Piazzini, Elena Ciccarelli, Sofia Cingolani, Linda Damiani, Sofia Iacopini, Francesco Pieragostini, Roberto Tomassoni su “Fermo: Le fasi altomedievali dagli scavi del nuovo ospedale a Campiglione-San Claudio e considerazioni generali sulla vallata del Tenna fra tardoantico ed alto Medioevo”; Stefano Finocchi, Viviana Antongirolami su “Necropoli tardo antica in località Scalo Montecosaro e considerazioni sull’assetto della bassa valle del Chienti fra VI ed VIII secolo”; e Nicoletta Frapiccini su “Trasformazioni dei centri urbani fra VI ed VIII secolo: i centri produttivi”. Segue la discussione. Alle 15.30, TERZA SESSIONE “Le Marche e l’Umbria nel ducato longobardo di Spoleto: istituzioni, economia e società” presieduta da Marco Valenti. Intervengono: Vito Loré su “Conductores e coloni. La gestione dei patrimoni fondiari nel ducato di Spoleto”; Yuri Marano su “Una chiesa di frontiera? Gli episcopati dell’italia centrale in età longobarda”; Francesca Diosono su “Produzione e distribuzione della ceramica in territorio umbro tra VI e VIII secolo”; Enrico Cirelli su “Tra Bizantini e Longobardi: economia e circolazione di prodotti mediterranei nelle Marche altomedievali (secoli VI-VIII)”; e Alessia Rovelli su “La monetazione nei ducati longobardi di Spoleto e Benevento”. Segue la discussione.

Sabato 6 maggio 2023, Palazzo de’ Capitani. Alle 09.30, QUARTA SESSIONE “Cultura artistica nel ducato longobardo di Spoleto” presieduta da Caterina Giostra. Intervengono: Federico Marazzi su “Spoleto e Benevento: due ducati periferici a confronto”; Furio Cappelli su “Spoleto e la sua “irradiazione” nei territori del ducato. Elementi di cultura artistica tra Umbria, Sabina e Piceno”; e Giulia Bordi su “Nuove considerazioni sul tempietto del Clitunno”. Segue la discussione. Quindi tavola rotonda conclusiva con Paul Arthur, Angela Borzacconi, Gian Pietro Brogiolo, Furio Cappelli, Carlo Citter, Paolo Delogu, Caterina Giostra, Federico Marazzi, Marco Ricci, Andrea R. Staffa, Chiara Valdambrini, Marco Valenti.

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Il museo dell’Alto Medioevo di Ascoli Piceno

Sabato 6 maggio 2023, Museo dell’Alto Medioevo – Forte Malatesta. Alle 17, Programmi futuri di valorizzazione dell’eredità longobarda. Indirizzi di saluto: Marco Fioravanti, sindaco di Ascoli Piceno; Chiara Biondi, assessore alla Cultura ed Istruzione della Regione Marche; on. Giorgia Latini, vicepresidente Commissione Cultura, Scienza, e Istruzione della Camera dei Deputati; Gerardo Villanacci, presidente del Consiglio Superiore per i Beni Culturali e Paesaggistici; Guido Castelli, senatore, commissario straordinario ricostruzione Sisma 2016; Andrea Maria Antonini, assessore all’Agricoltura della Regione Marche, già assessore alla Cultura del Comune di Ascoli Piceno; Stefano Papetti, responsabile delle Collezioni Civiche di Ascoli Piceno. Intervengono: F.M. Anzelmo, A.R. Staffa, S. Papetti su “Museo dell’Alto Medioevo di Ascoli Piceno: un programma di rilancio”; Angela Borzacconi su “Nuove potenzialità di collaborazione fra Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli e Museo dell’Alto Medioevo di Ascoli Piceno”; soprintendenza ABAP Province di Ascoli Piceno-Fermo-Macerata su “Parco Archeologico di Castel Trosino: il punto sulla situazione”. Momento di ricordo ed apposizione presso il Museo di targa in memoria di Lidia Paroli. Messa in opera della targa relativa alla vittoria da parte del museo dell’Alto Medioevo di Ascoli Piceno del Premio nazionale musei Riccardo Francovich per il 2020.

Firenze. A TourismA 2023 la consegna del X premio Riccardo Francovich della SAMI al Mercato delle Gaite di Bevagna (Pg)

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TourismA 2023: consegna del X premio Riccardo Francovich. Da sinistra, Piero Pruneti, Giuseppe Proietti, Annarita Falsacappa, Franco Franceschi, Paul Arthur (di spalle), e Angela Borzacconi (foto graziano tavan)

 

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Annarita Falsacappa, sindaco di Bevagna (Pg) (foto graziano tavan)

La soddisfazione la si leggeva sugli occhi di tutti i rappresentanti del Mercato delle Gaite di Bevagna sul palco dell’auditorium del Palazzo dei Congressi di  Firenze per TourismA 2023 dove si è tenuta cerimonia di consegna della X edizione del premio Riccardo Francovich. Perché loro, come ha ricordato Annarita Falsacappa, sindaco del Comune di Bevagna, in provincia di Perugia, “ne hanno fatto do strada. Erano partiti dalla sagra della porchetta e sono arrivati a realizzare il Mercato delle Gaite con il suo Circuito dei Mestieri Medievali che negli anni, grazie a consulenze scientifiche e alla grande passione delle decine e decine di volontari che vi concorrono, sono riusciti a migliorare di anno in anno fino a essere premiati dalla SAMI (Società degli Archeologi Medievisti Italiani) che nel 2013 ha istituito il riconoscimento per ricordare l’operato del professor Riccardo Francovich, con l’intenzione di premiare il museo o parco archeologico italiano che “rappresenti la migliore sintesi fra rigore dei contenuti scientifici ed efficacia nella comunicazione degli stessi verso il pubblico dei non specialisti“.

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TourismA 2023, X premio Francovich. Da sinistra, Piero Pruneti, due rappresentanti delle Gaite, Giuseppe Proietti, Annarita Falsacappa, Franco Franceschi, Luigi La Rocca, Angela Barzacconi, Marco Valenti, Gabriella Picinni, altri due rappresentanti delle Gaite. Davanti c’è Paul Arthur (foto grazianio tavan)

Quest’anno, per la X edizione, la Commissione Giudicatrice, presieduta da Paul Arthur (presidente SAMI, professore di Archeologia medievale, università del Salento), e composta da Angela Borzacconi (direttore museo Archeologico nazionale, Cividale), Giovanni Floris (giornalista e conduttore televisivo), Luigi La Rocca (direttore generale Archeologia Belle arti e paesaggio, MIC), Gabriella Picinni (professore di Storia medievale, università di Siena), Piero Pruneti (direttore di Archeologia Viva), Marco Valenti (professore di Archeologia medievale, università di Siena),  aveva selezionato sei musei-siti: Bevagna: Il mercato e il circuito dei mestieri di Bevagna (Pg); Brescia: museo di Santa Giulia a Brescia (Bs); Fasano: parco rupestre Lama d’Antico nel territorio di Fasano (Br); Firenze: museo dell’Opera del Duomo (Fi); Milano: chiesa inferiore di San Sepolcro (Mi); Positano: museo Archeologico romano Santa Maria Assunta (Sa).

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Il gruppo di Bevagna (Proietti, Falsacappa, Franceschi) con la giuria (La Rocca, Barzacconi e Arthur) (foto graziano tavan)

A ricevere il premio dalle mani del presidente Paul Arthur insieme al sindaco di Bevagna Annarita Falsacappa anche il prof. Franco Franceschi dell’università di Siena, referente scientifico del Mercato delle Gaite, e Giuseppe Proietti, podestà del Mercato delle Gaite. È stato proprio quest’ultimo a leggere la motivazione iscritta sulla targa del premio Francovich.

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Il podestà Giuseppe Proietti con la targa del X premio Francovich (foto graziano tavan)

È stato proprio Proietti a leggere la motivazione iscritta sulla targa del X premio Francovich ricevuta dalle mani del presidente di Sami, Paul Arthur: “La Società degli Archeologi Medievisti Italiani (SAMI) fondata nel 1994, premio Riccardo Francovich per il miglior museo e parco archeologico italiano a tematica medievale, X edizione, anno 2022. Premio del pubblico conferito al Mercato delle Gaite di Bevagna per la fedele ricostruzione storica e la rievocazione materiale di un mercato tardo medievale e dei suoi mestieri, con l’ambiente, la sua gente, le sue bancarelle e le sue merci, i suoi artisti e i suoi artigiani, il suo trambusto, attraverso le quattro gaite di Bevagna, le scritture della storia e i manufatti dell’archeologia prendono vita, comunicando con grande efficacia il passato al presente. Firenze 25 marzo 2023”. La proiezione di un promo sul Mercato delle Gaite di Bevagna ha chiuso la breve cerimonia.

Firenze. A Tourisma 2023 la consegna del premio “R. Francovich”: ultimi giorni per votare on-line uno dei sei siti indicati dalla commissione giudicatrice della SAMI

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Riccardo Francovich, l’iniziatore dell’archeologia medievale in Italia: a lui è dedicato il premio Sami

Ultimi giorni per votare il Parco o Museo a cui verrà assegnato il Premio “R. Francovich”, il prestigioso riconoscimento istituito dalla SAMI – Società degli Archeologi Medievisti Italiani, presieduta dal prof. Paul Arthur. Le votazioni sono aperte sia ai soci della SAMI che al pubblico in generale fino al 25 febbraio 2023. Clicca e vota http://archeologiamedievale.unisi.it/…/x-edizione…. La consegna del premio è in programma a “tourismA”, sabato 25 marzo 2023, alle 12, nel grande auditorium del Palacongressi di Firenze. Con la partecipazione di Archeologia Viva. Sono sei i musei-siti individuati dalla commissione per la X edizione Premio Parco e Museo “Riccardo Francovich”. La Commissione Giudicatrice, presieduta da Paul Arthur (presidente SAMI, professore di Archeologia medievale, università del Salento), è composta da: Angela Borzacconi (direttore museo Archeologico nazionale, Cividale), Giovanni Floris (giornalista e conduttore televisivo), Luigi La Rocca (direttore generale Archeologia Belle arti e Paesaggio, MIC), Gabriella Picinni (professore di Storia medievale, università di Siena), Piero Pruneti (direttore di Archeologia Viva), Marco Valenti (professore di Archeologia medievale, università di Siena), ha selezionato i seguenti sei musei-siti: Bevagna: Il mercato e il circuito dei mestieri di Bevagna (PG); Brescia: Museo di Santa Giulia a Brescia (BS); Fasano: Parco Rupestre Lama d’Antico nel territorio di Fasano (BR); Firenze: Museo dell’Opera del Duomo (FI); Milano: Chiesa inferiore di San Sepolcro (MI); Positano: Museo Archeologico Romano Santa Maria Assunta (SA).

Firenze. A TourismA 2021 la cerimonia di consegna del Premio Francovich: il pubblico ha indicato il Classis Ravenna- Museo della città e del territorio. La Sami all’autore-conduttore televisivo Cristoforo Gorno

La giuria SAMI consegnano il premio Francovich al prof. Giuseppe Sassatelli e all’assessore Fabio Sbaraglia per il Classis Ravenna- Museo della città e del territorio (foto graziano tavan)

Un museo romagnolo e un autore-conduttore televisivo: sono loro i destinatari del Premio Francovich, il prestigioso riconoscimento che la SAMI (Società Archeologi Medievisti Italiani) conferisce al museo, parco o complesso archeologico che si sia distinto nelle modalità di comunicazione al grande pubblico dei propri contenuti. La cerimonia di proclamazione sabato 18 dicembre 2021 all’auditorium del centro congressi di Firenze, nell’ambito di TourismA, il salone dell’archeologia e del turismo culturale. A rendere noti i vincitori è stato il presidente di Sami, Paul Arthur, docente Archeologia medievale all’università del Salento, che ha ricordato come la cultura italiana stia riscuotendo riconoscimenti e attenzione a livello mondiale.

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Riccardo Francovich, l’iniziatore dell’archeologia medievale in Italia: a lui è dedicato il premio Sami

Il Premio Francovich è nato nel 2013, e viene assegnato annualmente dalla SAMI per ricordare l’archeologo medievista Riccardo Francovich (1946-2007), fondatore della rivista Archeologia Medievale e ritenuto il principale esponente del gruppo di studiosi che in Italia hanno contribuito alla nascita di questa disciplina. Oltre al presidente Paul Arthur, fanno parte della Commissione giudicatrice del Premio Francovich: Eva Degl’Innocenti (direttrice museo Archeologico nazionale di Taranto), Francesca Morandini (responsabile Servizio collezioni e aree archeologiche dei musei civici d’Arte e Storia di Brescia), Fabio Pagano (direttore Parco archeologico dei Campi Flegrei) – unico assente -, Piero Pruneti (direttore Archeologia Viva), Giuliano Volpe (docente Archeologia medievale all’università di Bari, già presidente SAMI), Anna Maria Visser (docente Museologia all’università di Ferrara). Una volta salita sul palco tutta la commissione, chiamata dal presidente Arthur, si è proceduto alla proclamazione dei vincitori.

Il presidente Paul Arthur legge la motivazione per l’assegnazione di una targa speciale all’autore-conduttore televisivo Cristoforo Gorno (foto graziano tavan)

Il premio del pubblico, su una rosa scelta e proposta dalla commissione giudicatrice, è andato al Classis Ravenna- Museo della città e del territorio (col 38,73 per cento delle preferenze dei 6852 votanti), come recita la motivazione, “per le innovative soluzioni espositive e comunicative adottate per favorire la conoscenza della straordinaria storia di Ravenna e del suo Porto di Classe dalla Preistoria al Medioevo e per il curato recupero dell’ex zuccherificio di Classe”. A ricevere la targa dalle mani del presidente Arthur il presidente della Fondazione RavennAntica, prof. Giuseppe Sassatelli, insieme all’assessore alla Cultura del Comune di Ravenna, Fabio Sbaraglia. “Mi fa piacere siano state apprezzate le soluzioni espositive e comunicative che abbiamo adottato: sono contento di questo premio e stimolato a miglioraci ancora”, ha commentato Sassatelli, annunciando che per il 2022 sono previste due nuove sezioni del museo Classis Ravenna: “Abitare a Ravenna”, dedicata all’architettura-urbanistica civile; e “Pregare a Ravenna”, dedicata all’architettura religiosa. E l’assessore Sbaraglia, visibilmente emozionato: “La storia di questo museo è lunga, frutto di uno sforzo e di un impegno condivisi, per trasformare una testimonianza di archeologia industriale nel racconto di una storia eccezionale del territorio rendendolo accessibile a molti visitatori. Di qui il grazie all’assessore Elsa Signorino, che mi ha preceduto, e soprattutto a tutti i lavoratori della Fondazione RavennAntica che hanno assicurato e assicurano questa offerta culturale”.

Una sala di Classis Ravenna museo della Città e del Territorio (foto Graziano Tavan)

A Classis Ravenna – Museo della Città e del Territorio, inaugurato il 1° dicembre 2018 (vedi L’attesa è finita: sabato 1° dicembre Classis Ravenna – Museo della Città e del Terrirorio, scrigno della memoria del territorio, apre le porte nell’ex Zuccherificio, importante recupero di archeologia industriale. Oltre 600 reperti in 2600 metri quadrati | archeologiavocidalpassato), lo straordinario racconto di una città attraverso i suoi snodi principali, dalle origini etrusco-umbre all’antichità romana, dalle fasi gota e bizantina all’alto Medio Evo, è sviluppato attraverso materiali archeologici il cui valore viene esaltato dall’essere proposto in un’ottica unitaria, nonché supportato da moderni ausili tecnologici. Un museo aperto, pronto ad arricchire la sua narrazione di nuove acquisizioni, sempre attivo sul fronte della ricerca e flessibile nella struttura espositiva, in rispondenza ai criteri museologici contemporanei. Un museo, infine, concepito per suggerire e sollecitare ulteriori itinerari e approfondimenti, creando una reale e virtuosa collaborazione con altri centri espositivi e monumenti del territorio.

Il presidente Paul Arthur legge la motivazione per l’assegnazione della targa a Cristoforo Gorno (foto graziano tavan)

La giuria del Premio “Francovich” ha poi assegnato un riconoscimento speciale a Cristoforo Gorno autore e conduttore televisivo con la seguente motivazione: “per la sua opera di divulgazione scientifica della storia, dall’antichità all’epoca moderna, attraverso documentari e programmi quali le serie di Cronache per RaiStoria”. “Un non specialista premiato da specialisti”, le prime parole di Gorno. “È stato premiato un modo di narrare fatto di passione, senza intervistati né effetti speciali, che mostra l’archeologia come si vede oggi. E il pubblico ci ha apprezzato”.

Premio Francovich 2021. La commissione ha scelto i sei musei-siti da votare. Ecco l’elenco e le modalità di voto

A Tourisma 2020 la delegazione di Sant’Eulalia e la commissione Sami del premio Francovich (foto Graziano Tavan)
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Riccardo Francovich, l’iniziatore dell’archeologia medievale in Italia: a lui è dedicato il premio Sami

Sono aperte le votazioni per il Premio Francovich 2021. La Società degli Archeologi Medievisti Italiani (SAMI) ha bandito la IX edizione del premio intitolato alla memoria dell’archeologo medievista Riccardo Francovich (1946 – 2007), conferito al museo o parco archeologico italiano che, a giudizio dei partecipanti alla votazione, rappresenta la migliore sintesi fra rigore dei contenuti ed efficacia nella comunicazione. La Commissione Giudicatrice, presieduta da Paul Arthur (presidente SAMI, professore di Archeologia medievale, università del Salento), composta da Eva Degl’Innocenti (direttrice museo Archeologico nazionale di Taranto – MArTA), Francesca Morandini (musei Civici d’Arte e Storia di Brescia – Fondazione Brescia Musei), Fabio Pagano (direttore parco archeologico dei Campi Flegrei – MIC), Piero Pruneti (direttore Archeologia Viva), Giuliano Volpe (professore di Metodologia della ricerca archeologica, università di Bari), Anna Maria Visser (professore di Museologia, università di Ferrara). La Commissione ha selezionato i seguenti sei musei-siti: chiesa inferiore di San Sepolcro a Milano; Castel Lagopesole, Potenza; museo di Classe a Ravenna; parco rupestre “Lama D’Antico” – Fasano (Br); museo dell’Opera del Duomo di Pisa; museo medievale di Montalbano Elicona, Messina. È possibile votare una sola volta (fornendo un massimo di 2 preferenze). Votazioni aperte sino al 12 settembre 2021. La premiazione avverrà durante il prossimo “tourismA” (17-19 dicembre 2021): la foto del post si riferisce alla passata edizione. Leggi e vota: http://archeologiamedievale.unisi.it/…/premio-riccardo… 

Firenze. A Tourisma la cerimonia di consegna del Premio Francovich: il pubblico ha indicato il museo dell’Alto Medioevo di Ascoli Piceno, i soci Sami l’area archeologica di Sant’Eulalia a Cagliari. Omaggio al regista italiano Edoardo Carlo Winspeare Guicciardi

Sul palco di Tourisma il presidente di Sami, Paul Arthur, e l’intera commissione: da sinistra, Pruneti, Visser, Degli Innocenti, Morandini, Pagano e Volpe (foto Graziano Tavan)

Un museo marchigiano, un’area archeologica sarda, un regista salentino d’adozione: sono loro i destinatari del Premio Francovich, il prestigioso riconoscimento che la SAMI (Società Archeologi Medievisti Italiani) conferisce al museo, parco o complesso archeologico che si sia distinto nelle modalità di comunicazione al grande pubblico dei propri contenuti. La cerimonia di proclamazione sabato 22 febbraio 2020 all’auditorium del centro congressi di Firenze, nell’ambito di Tourisma, il salone dell’archeologia e del turismo culturale. A rendere noti i vincitori è stato il presidente di Sami, Paul Arthur, docente Archeologia medievale all’università del Salento, che prima ha voluto rievocare la figura del grande medievista, Roberto Francovich. “Ricordo con nostalgia”, ha esordito il presidente, con una voce visibilmente emozionata, “quando, negli anni ’70, venni in Italia per iniziare a scavare nella villa romana di Settefinestre, fra Capalbio e Orbetello in Toscana, databile all’età tardorepubblicana, vicino a Cosa, una colonia romana fondata nel 273 a.C. Allora il mio direttore era Andrea Carandini. Ma già si parlava che lì vicino scavava un altro archeologo, medievalista, tal Roberto Francovich, che investigava le tracce medioevali sulle colline. C’erano dunque presenti a poca distanza tra loro due linee di lavoro in qualche modo parallele (per i metodi rigorosi adottati da entrambi) e su campi di studio cronologicamente legati tra loro, essendo uno il prosieguo dell’altro. Volli conoscerlo. E abbandonai l’archeologia classica per abbracciare l’archeologia medioevale che si può ben dire, se lo si è visto al lavoro, sia stato proprio Francovich a crearla sia a livello scientifico (adottando tutte quelle nuove tecnologie che potevano essere a supporto della ricerca) sia a livello conoscitivo, cercando fin da subito di rendere partecipe il pubblico dei risultati delle sue ricerche”.

Riccardo Francovich, l’iniziatore dell’archeologia medievale in Italia: a lui è dedicato il premio Sami

Il Premio Francovich è nato nel 2013, e viene assegnato annualmente dalla SAMI per ricordare l’archeologo medievista Riccardo Francovich (1946-2007), fondatore della rivista Archeologia Medievale e ritenuto il principale esponente del gruppo di studiosi che in Italia hanno contribuito alla nascita di questa disciplina. Oltre al presidente Paul Arthur, fanno parte della Commissione giudicatrice del Premio Francovich: Eva Degl’Innocenti (direttrice museo Archeologico nazionale di Taranto), Francesca Morandini (responsabile Servizio collezioni e aree archeologiche dei musei civici d’Arte e Storia di Brescia), Fabio Pagano (direttore Parco archeologico dei Campi Flegrei), Piero Pruneti (direttore Archeologia Viva), Giuliano Volpe (docente Archeologia medievale all’università di Bari, già presidente SAMI), Anna Maria Visser (docente Museologia all’università di Ferrara). Una volta salita sul palco tutta la commissione, chiamata dal presidente Arthur, si è proceduto alla proclamazione dei vincitori.

La consegna del Premio Francovich a Tourisma: da sinistra, Andrea Staffa, Paul Arthur e Donatella Ferretti (foto Graziano Tavan)

Il premio del pubblico, su una rosa scelta e proposta dalla commissione giudicatrice, è andato al museo dell’Alto Medioevo di Ascoli Piceno (col 42,48 per cento delle preferenze dei 7580 votanti), come recita la motivazione, “per le innovative soluzioni espositive e comunicative adottate per favorire la conoscenza dello straordinario cimitero longobardo di Castel Trosino e di altri siti tardo antichi e altomedievali per sostenere lo sviluppo del territorio marchigiano attraverso la cultura”. A ricevere la targa dalle mani del presidente l’assessore alla Cultura di Ascoli Piceno, Donatella Ferretti, con fascia tricolore, che ha portato a Tourisma anche il Gonfalone della città. “Grazie per aver acceso con questo premio una luce su un territorio come il nostro ricchissimo di arte e storia, ma porta ancora le ferite del sisma del 2016”, ha commentato mostrando l’orgoglio di tutta la sua città. “Oggi questo premio ci stimola ulteriormente a valorizzare il nostro museo che è uno strumento di crescita”. E Andrea Staffa, archeologo e progettista dell’allestimento del museo dell’Alto Medioevo di Ascoli Piceno, con voce a tratti rotta dalla commozione, ha voluto ricordare “due persone che hanno dato tanto per questa istituzione e che ora non ci sono più: Lidia Paroli, storica direttrice del museo, e Giuliano De Marinis che ha contribuito alla riorganizzazione della rete museale marchigiana”.

Il museo dell’Alto Medioevo di Ascoli Piceno

Il museo dell’Alto Medioevo di Ascoli Piceno è composto principalmente dai corredi in oro di due delle circa 260 tombe longobarde scoperte nel 1893 presso la necropoli di Castel Trosino, in territorio ascolano. Sono esposti inoltre gli oggetti ritrovati nell’ultimo scavo. Oltre alle due tombe nel Museo sono esposti in alcune vetrine perimetrali gli oggetti ritrovati nell’ultimo scavo effettuato dalla Soprintendenza per i beni Archeologici delle Marche nel 2001. Tra questi uno splendido anello d’oro massiccio con incastonata una pietra azzurra raffigurante una coppia di buoi in bassorilievo.

A Tourisma la delegazione di Sant’Eulalia e la commissione Sami del premio Francovich (foto Graziano Tavan)

La consegno del premio Francovic all’area archeologica di Sant’Eulalia: don Marco sorregge la targa (foto Graziano Tavan)

Il premio dei soci Sami è stato conferito all’Area archeologica di Santa Eulalia, nel quartiere storico della Marina di Cagliari, che “consente un viaggio nella storia stratificata, eccellente esempio di collaborazione tra istituzioni e di fusione tra ricerca, tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico e sviluppo locale”. A ritirare il premio don Marco Lai, parroco di Sant’Eulalia, insieme a Giovanna Pietra, responsabile tutela archeologica della Sabap per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna. Don Marco ha ricordato “il contributo del vecchio parroco, don Mario Cucusi, e la preziosa collaborazione con la soprintendenza e l’università di Cagliari, che hanno permesso la scoperta e il recupero di un pezzo importante della città di Cagliari testimone dai punici al medioevo”. Accorato e partecipato l’intervento di Giovanna Pietra: “Noi archeologi della soprintendenza amiamo il proprio lavoro, contro ogni difficoltà o problema. E quando poi ci sono eventi come quello che stiamo vivendo oggi con il riconoscimento del premio Francovich, ci sentiamo ripagati per tutte le nostre fatiche e i nostri sacrifici. Ik premio ci gratifica e ci dice che siamo sulla strada giusta. Oggi il quartiere della Marina a Cagliari è uno di quelli più multietnici della città: lo scavi di Sant’Eulalia ci conferma che lo è sempre stato”.

L’area archeologica di Sant’Eulalia a Cagliari

L’area archeologica di Sant’Eulalia, situata sotto il rilievo su cui sorge la chiesa, gode di una stratificazione architettonica di epoche che vanno dall’età punica e romana repubblicana, passando per il medioevo, fino ai giorni nostri. I reperti archeologici vennero scoperti nel 1990 proprio grazie a lavori di restauro eseguiti nella chiesa. Il complesso archeologico gode di una stratificazione architettonica di epoche che vanno dall’età punica e romana repubblicana, passando per il medioevo, fino ai giorni nostri. Il sito archeologico di Sant’Eulalia è uno scorcio dal quale sono visibili molti elementi caratterizzanti la civiltà Romana nella città di Cagliari, illustrando l’estrazione della materia prima per l’edilizia, l’efficienza della loro rete idrica e fognaria, il loro culto religioso, con il tempietto ed i tesori che erano custoditi al suo interno, la rete stradale e l’abitazione privata, casa e rifugio. Di un periodo storico più tardo, presumibilmente altomedievale, sono le mura che percorrono l’antica strada, probabilmente erette a difesa dalle continue scorribande vandaliche, e successivamente saracene, che coinvolsero l’isola durante la caduta dell’impero romano. Sempre medievali anche degli ambienti in cui sono conservate delle vasche abbeveratoi per animali. Di periodo più tardo è la cripta della stessa chiesa risalente presumibilmente al XVIII secolo.

Il direttore di fotografia Paolo Carnera riceve il premio Francovich per conto del regista Edoardo Carlo Winspeare Guicciardi (foto Graziano Tavan)

Infine la giuria del Premio “Francovich” ha assegnato un riconoscimento speciale al regista italiano Edoardo Carlo Winspeare Guicciardi per la sua opera di divulgazione delle tradizioni medievali (in particolare con i film Pizzicata e Filia Solis) e per il suo attivismo a favore della cultura e del paesaggio. Il premio è stato ritirato dal direttore della fotografia Paolo Carnera, perché il regista ha dovuto rientrare urgentemente per motivi di famiglia.

Tourisma 2019. Il premio Riccardo Francovich della Sami assegnato al museo dell’Abruzzo bizantino e altomedievale nel castello Ducale di Crecchio (Ch). Premio speciale a Syusy Blady, Luciano Manzalini, Marco Melusso e Diego Schiavo per il film “La Signora Matilde. Gossip dal Medioevo”

L’auditorium del Palacongressi di Firenze stracolmo per Tourisma, il salone di Archeologia e Turismo culturale (foto Graziano Tavan)

Riccardo Francovich, l’iniziatore dell’archeologia medievale in Italia: a lui è dedicato il premio Sami

Erano in sei in corsa per l’aggiudicazione del Premio Riccardo Francovich 2019, riservato al museo o parco archeologico italiano che, a giudizio dei soci della Società degli Archeologi Medievisti Italiani (SAMI) che ha istituito il premio nel 2013,e dei cittadini partecipanti alla votazione, rappresenta la migliore sintesi fra rigore dei contenuti scientifici ed efficacia nella comunicazione degli stessi verso il pubblico dei non specialisti. Selezionati dalla Commissione Giudicatrice, presieduta da Paul Arthur (presidente SAMI; professore di Archeologia medievale, università del Salento), e composta da Eva degl’Innocenti (direttrice museo Archeologico nazionale di Taranto), Francesca Morandini (musei civici d’Arte e Storia di Brescia), Fabio Pagano (direzione generale Musei, MIBAC), Piero Pruneti (direttore di Archeologia Viva), Giuliano Volpe (professore di Archeologia medievale, università di Foggia), Anna Maria Visser (professore di Museologia, università di Ferrara), fino al 31 gennaio 2019 si poteva scegliere infatti tra museo dell’Abruzzo bizantino ed altomedievale – Castello ducale di Crecchio, Crecchio (Chieti); museo provinciale Castel Tirolo (Bolzano); museo Archeologico nazionale di Cividale del Friuli (Udine); parco archeologico di Castelseprio e Monastero di Torba (Varese); Torre di Satriano in Tito (Pz) – Museo multimediale e area archeologica di Satrianum; museo di Nonantola (Torre dei Bolognesi) e museo Benedettino e Diocesano di Arte Sacra, Abbazia di Nonantola (Modena).

La giuria del premio Francovich con al centro Antonella Scarinci (con la targa), Andrea Staffa e Rocco Valentini per il riconoscimento al museo dell’Abruzzo bizantino e altomedievale di Crecchio (Ch) (foto Graziano Tavan)

Ha vinto il museo dell’Abruzzo bizantino ed altomedievale – Castello ducale di Crecchio, Crecchio (Chieti). La proclamazione sabato 23 febbraio 2019 a Tourisma nell’auditorium del Centro congressi, durante i lavori del XV incontro nazionale di Archeologia Viva. Il museo di Crecchio, sia in base al voto popolare (18880 voti: 49% dei votanti)), sia al voto dei soci SAMI (123 voti: 47%), rappresenta la migliore sintesi fra rigore dei contenuti scientifici ed efficacia nella comunicazione degli stessi verso il grande pubblico. Un risultato eccezionale, ha sottolineato il presidente Paul Arthur, per un museo di archeologia bizantina praticamente unico in Italia ma quasi sconosciuto, che è riuscito a lasciarsi alle spalle musei ben più famosi e blasonati: pensiamo al museo Archeologico nazionale di Cividale, giunto secondo con 15mila voti. E la soddisfazione per il riconoscimento era tutta nelle parole del direttore Andrea Staffa (“Un premio non solo alle ricerche archeologiche, allo studio e conoscenza dei reperti, all’impegno dello staff, ma a tutto un borgo che è rinato attorno al museo”), nel sorriso di Antonella Scarinci per il Comune di Crecchio, che ha creduto in questo progetto culturale, e nella contentezza di Rocco Valentini, vice presidente dell’Archeoclub sezione di Crecchio, la cui azione è stata fondamentale negli scavi archeologici, nella fondazione del museo e nelle attività culturali e di promozione dello stesso.

La giuria del premio Francovich con al centro Syusy Blady, i due registi Marco Melluso e Diego Schiavo, e l’attore Luciano Manzalini sul palco di Tourisma (foto Graziano Tavan)

Andrea Schiavo, Syusy Blady e Marco Melluso a Tourisma

Un premio speciale è stato conferito a Syusy Blady, Luciano Manzalini, Marco Melluso e Diego Schiavo, rispettivamente protagonista, interprete e registi, che si sono distinti per la divulgazione del medioevo italiano presso il grande pubblico con il loro film “La Signora Matilde. Gossip dal Medioevo” (POPCult 2017), basato sulla storia di Matilde di Canossa. La premiazione è stata decisa all’unanimità dalla giuria composta da Paul Arthur, Eva degl’Innocenti, Francesca Morandini, Fabio Pagano, Piero Pruneti, Annamaria Visser e Giuliano Volpe. L’obiettivo, spronati anche da questo premio, è di continuare sulla strada tracciata da Matilde: raccontare le figure delle grandi donne, in modo leggero e divertente, nel rigoroso rispetto della storia.

Il museo dell’Abruzzo bizantino e altomedievale è ospitato nel Castello Ducale di Crecchio (Chieti)

Il museo dell’Abruzzo bizantino e altomedievale è ospitato nel Castello Ducale di Crecchio (Chieti) ed espone oggetti rinvenuti durante i campi di ricerca che l’Archeoclub d’Italia sede di Crecchio ha condotto, dal 1988 al 1991, in stretta collaborazione con la soprintendenza Archeologica dell’Abruzzo, sul sito di una villa romano-bizantina scoperta in località Vassarella di Crecchio. Vi sono inoltre altri reperti ostrogoti e longobardi provenienti dal territorio abruzzese, che insieme riescono a ricostruire la vita dei Bizantini in Abruzzo, la guerra contro i goti, le vicende che riguardarono la zona costiera tra fine del sesto e l’inizio del settimo secolo. La sala Alberto Carlo Fraracci ospita invece una collezione etrusca, donata all’Archeoclub d’Italia sede di Crecchio nel 1995.