Archivio tag | Palazzo Clabassi a Udine

Udine-Trieste. Per i cento anni della soprintendenza, apre la mostra fotografica “100xSABAP100” con molte altre iniziative. Ecco il programma tra settembre e novembre

udine_palazzo-clabassi_mostra-fotografica-100xsabap100_locandina

Mercoledì 18 settembre saranno presentati al pubblico, contemporaneamente nelle due sedi istituzionali di Trieste e Udine, la mostra fotografica “100xSABAP100” e il programma delle iniziative organizzate tra settembre e novembre 2024, in collaborazione con il Segretariato regionale del Ministero della cultura per il Friuli Venezia Giulia, per celebrare i 100 anni della fondazione della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia. Sono previsti gli interventi a Palazzo Economo a Trieste della soprintendente, Valentina Minosi, e a Palazzo Clabassi a Udine del Segretario regionale del Ministero della Cultura per il Friuli Venezia Giulia, Andrea Pessina. All’evento udinese interverranno anche Luciano Nonis, direttore della Fondazione Friuli, che ha sostenuto gli interventi di conservazione degli archivi, e Federico Angelo Pirone, assessore Istruzione, Università e Cultura del Comune di Udine. Gli eventi programmati nel corso dei tre mesi si pongono l’obiettivo di illustrare alla collettività le attività della Soprintendenza per stimolare una riflessione sulle dinamiche di tutela e conservazione del patrimonio culturale attuate durante un secolo di storia, anche mettendo a confronto modalità, pratiche ed esperienze di conservazione.

udine-trieste_palazzo-clabassi_palazzo-economo_foto-sabap-fvg

Le due sedi della Sabap Fvg: a sinistra, il salone nobile di Palazzo Clabassi a Udine, e a destra il salone PIemontese di Palazzo Economo a Trieste (foto sabap-fvg)

La mostra fotografica. L’esposizione fotografica, aperta dal 18 settembre al 14 novembre contemporaneamente nella sede di Trieste (orario 10-13) e nella sede di Udine (orario 10-15), racconta, attraverso 100 immagini selezionate delle raccolte dell’archivio della soprintendenza e suddivise per decennio, la storia e le attività dell’istituzione, dalla sua fondazione ad oggi, illustrando il lavoro svolto in questi primi cento anni nella nostra regione, nei vari ambiti disciplinari che interessano i beni culturali che interessano i beni culturali, come l’archeologia, l’architettura, il paesaggio e il patrimonio storico-artistico sia materiale che immateriale. La mostra permetterà al visitatore di ripercorrere le fasi salienti della storia della tutela in un viaggio attraverso le 100 immagini scelte per i pannelli e molte altre che sono state selezionate e montate in un video (che sarà messo a disposizione anche sul sito web https://sabapfvg.cultura.gov.it), a corredo dell’esposizione. che racconta storie di vita, di insediamenti, di passato, di culture e popoli che si intrecciano, di costruzioni, di drammatiche distruzioni, di restauri e ricostruzioni.

udine-trieste_sabap-100_mostra-fotografica-100xsabap100_foto-sabap-fvg

Un’immagine esposta all amostra fotografica “100xSABAP100” (foto sabap-fvg)

Le fotografie scelte riportano la memoria verso un tempo lontano in cui gli uffici preposti alla tutela, tra le difficoltà delle guerre, delle emergenze e degli eventi calamitosi, si sono sempre occupati, con impegno e sacrificio, della salvaguardia della nostra cultura materiale e immateriale, per tramandare ai posteri le tracce del passato e per consolidare, al contempo, le nostre radici. La mostra, oltre che per celebrare il centenario, nasce dall’esigenza di valorizzare il lavoro sistematico di riorganizzazione dei fondi dell’archivio fotografico della Soprintendenza, suddivisi tra le due sedi di Trieste e Udine, che conservano materiali storici di grande interesse a documentazione delle attività della Soprintendenza, fin dalle sue origini. Questo progetto, finanziato in parte con fondi ministeriali, in parte con il contributo della Fondazione Friuli, prevede di intervenire sull’intero patrimonio fotografico con attività di censimento, inventariazione, conservazione e digitalizzazione dei fondi fotografici storici, che annoverano alcune migliaia di immagini, per garantirne la conservazione e facilitarne la consultazione e la pubblica fruizione.

udine_palazzo-clabassi_convegno-la-tutela-tra-guerre-e-calamità-naturali_locandina

Le giornate di studio e i concerti. Oltre all’esposizione, le iniziative volte a celebrare i 100 anni di vita della Soprintendenza si articoleranno anche in tre giornate di studio (19 settembre, 10 ottobre e 14 novembre) finalizzate a ricordare le fasi salienti della nascita e della prima formazione dell’istituzione dedita alla tutela in regione, le sue attività nel corso di questo secolo di storia e le prospettive per il futuro. Il primo incontro, che si terrà il 19 settembre 2024 (Udine, Palazzo Clabassi, ore 10.30-18.00), intitolato “La difesa del patrimonio artistico tra guerre e calamità naturali”, vedrà la partecipazione di funzionari, studiosi e rappresentanti delle istituzioni che affronteranno i temi della tutela nelle situazioni di emergenza anche con uno sguardo attento alla storia della regione durante le fasi più salienti e drammatiche dei due conflitti mondiali e del terremoto del 1976. Seguirà, il 10 ottobre 2024 (Trieste, Palazzo Economo, ore 10.30-18), una giornata di studi dedicata a “La tutela nel Terzo Millennio”, nella quale sono previsti gli interventi di esperti che delineeranno i confini, le prospettive, le problematiche e le esperienze di tutela recenti. Da ultimo, a conclusione delle iniziative, il 14 novembre 2024 (Udine, Palazzo Clabassi, ore 10.30-18), è in programma una giornata dedicata alla tutela dell’architettura contemporanea con l’incontro dal titolo “Attenzione: fragile! Riflessioni sulla tutela dell’architettura del XX secolo”, che vedrà a confronto studiosi ed esperti delle problematiche connesse alla salvaguardia dell’arte e dell’architettura contemporanea, in continuo dialogo con il contesto urbanistico.

udine_palazzo-clabassi_concerto-incanto-d-irlanda_locandina

Ogni incontro sarà chiuso da un concerto aperto al pubblico, in programma a partire dalle 19.30, rispettivamente nelle sedi che ospitano la giornata di studi. I concerti sono organizzati dalla Camera Strumentale italiana (posti limitati, si consiglia la prenotazione al seguente link https://sabapfvg.cultura.gov.it/sabap-100-1923-2023-100-anni-di-patrimonio-culturale-in-friuli-venezia-giulia/). Il primo concerto si svolgerà il 19 settembre, dopo la prima giornata di studio. Per l’evento si esibirà a Udine il duo T4TWO, con Tatiana Donis all’arpa celtica ed Elia Vigolo al violino, in un concerto dal titolo “Incanto d’Irlanda”. Il 10 ottobre è previsto invece a Trieste il concerto di fisarmonica di Roberto Daris, “Atmosfere sensuali” e per finire, il 14 novembre a Udine, si esibiranno alla chitarra Fabio Cascioli e Giulio Chiandetti del Duo Viozzi in “Concerto per il centenario di Bruno Tonazzi”.

Udine. A Palazzo Clabassi, sede Sabap-Fvg, presentazione del progetto “Riqualificazione del Colle del Castello di Gemona del Friuli”: un luogo ricco di evidenze di tipo architettonico, archeologico e artistico, susseguitesi nei secoli

udine_palazzo-clabassi-ora-sede-udinese-della-soprintendenza_foto-fai

Palazzo Clabassi, sede distaccata di Udine della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia (foto fai)

“Riqualificazione del Colle del Castello di Gemona del Friuli”: il progetto voluto dall’attuale Amministrazione comunale viene presentato mercoledì 29 novembre 2023, alle 17, a Palazzo Clabassi, sede distaccata di Udine della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia. Punto centrale dell’intervento è il rapporto di interdisciplinarietà fra i vari ambiti scientifici della Soprintendenza applicati al sito dell’ex ospizio di via Altaneto, un contesto di assoluta rilevanza nel nucleo urbano di Gemona del Friuli, collocato in posizione terrazzata sul Colle del Castello all’interno della prima cinta muraria (fine del X-inizio XI sec.). La stretta vicinanza con lo stesso insediamento fortificato rende infatti il luogo ricco di evidenze di tipo architettonico, archeologico e artistico, susseguitesi nei secoli. L’attività svolta, seguita e gestita dai funzionari referenti della SABAP FVG per il Comune di Gemona del Friuli, avvalendosi di professionisti esterni, è stata incentrata su indagini preventive e saggi stratigrafici propedeutici alla redazione del progetto di messa in sicurezza delle murature del sito interessato dall’intervento. Con l’occasione verrà anche presentato il progetto generale di riqualificazione del Colle del Castello di Gemona del Friuli che interessa un’area importante del contesto urbano comunale: all’interno del piano di lavoro la SABAP FVG si sta al momento occupando, con un finanziamento del MIC e in accordo col Comune, degli interventi di messa in sicurezza delle murature residue e dell’apparato decorativo superstite dell’ex casa per anziani di Via Altaneto, dopo un primo intervento in somma urgenza per la messa in sicurezza dei lacerti di affresco avvenuto ad inizio 2021, all’interno dell’attività di tutela condotta dalla Soprintendenza sul territorio di competenza.

PROGRAMMA. Alle 17, saluti istituzionali: Andrea Pessina, soprintendente ad interim Archeologia Belle arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia e direttore segretariato regionale del MiC per il Friuli Venezia Giulia; Roberto Revelant, sindaco del Comune di Gemona del Friuli. Introduce Vincenzo Giampaolo, soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, responsabile area funzionale Patrimonio architettonico. Interventi: Sandro Pittini, architetto libero professionista, “Il Colle del Castello di Gemona: ipotesi di progetto”; Davide Casagrande, archeologo titolare della ditta Intercultura, “Strutture murarie e indagini preventive: il sito dell’ex Ospizio di Via Altaneto a Gemona”; Stefano Forte, architetto libero professionista, “La messa in sicurezza delle strutture murarie del sito dell’ex Ospizio di Via Altaneto a Gemona”.

udine_palazzo-cabassi_progetto-riqualificazione-colle-castello-di-gemona_presentazione_locandina

La storia del sito dell’ex ospizio di via Altaneto. Numerosi sono gli elementi di importanza archeologica, storico-artistica e architettonica: non solo le mura storiche, la cui tecnica costruttiva è confrontabile con quella dell’antica cortina difensiva, ma anche la presenza di intonaci e affreschi con motivi decorativi databili tra la fine del Trecento e gli inizi del Quattrocento, la riscoperta di un pregevole affresco gotico, rappresentante una Madonna con il Bambino con l’immagine di Santa Dorotea, la cui attestazione iconografica potrebbe rivelarsi una testimonianza di straordinario valore per individuare l’omonima chiesetta castellana documentata dalle fonti (tra cui un atto notarile del 1343) e fino ad oggi creduta distrutta. A metà Ottocento, in corrispondenza dell’area di Via Altaneto, alcuni degli edifici, con orti annessi, situati alla base del Castello e che presumibilmente ne facevano parte integrante, furono unificati all’interno di un’unica proprietà privata. Nei primi decenni del Novecento il vicino Ospedale afferente alla Confraternita di S. Michele Arcangelo acquistò i terreni, le case e le proprietà limitrofe destinando proprio quest’area all’accoglienza e ricovero di persone anziane, funzione mantenuta fino ai sismi del 1976. Come conseguenza di questi, l’intero complesso di edifici subì crolli delle coperture e di parte delle murature, in seguito ai quali venne attuata la chiusura e il conseguente abbandono del luogo. Nonostante l’interesse per il ripristino manifestato nella proposta progettuale di ricostruzione del 1989 da parte degli architetti Alessandro Copetti e Alberto Della Stua e la dichiarazione di interesse culturale del 2006 riguardante l’intera area, il sito è rimasto allo stato di rudere e al suo interno conserva ancora le proprie macerie. Gli affreschi e i lacerti, le policromie di Santa Dorotea raffigurata su fondo azzurro con un cesto di fieri e frutta hanno permesso di ipotizzare l’esistenza di un ciclo pittorico più ampio che deve ancora essere conosciuto, indagato e conservato. Il progetto di messa in sicurezza delle murature ha tenuto conto delle risultanze delle indagini archeologiche e dei saggi stratigrafici effettuati da restauratori abilitati.