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A quasi 3mila metri di quota, per l’avvio del Lagazuoi Expo, sopra Cortina d’Ampezzo, con panorama mozzafiato sulle Dolomiti, apre la mostra “ÖTZI & VALMO – Quando gli uomini incontrarono le Alpi”: il racconto dei 2700 anni che separano l’Uomo di Mondeval dall’Uomo venuto dal ghiaccio, con i cambiamenti climatici che hanno permesso la colonizzazione delle Alpi e condizionato lo stile di vita dell’uomo

L’Expo Lagazuoi con l’eccezionale panorama sulle Dolomiti (foto Manaz Productions)

La locandina della mostra “ÖTZI & VALMO – Quando gli uomini incontrarono le Alpi” al Lagazuoi Expo

Oetzi visse 5300 anni fa in val Senales, Valmo 8000 anni fa vicino al passo Giau: la magia delle Dolomiti li farà incontrare virtualmente in una location eccezionale, la nuova galleria Lagazuoi EXPO Dolomiti, a 2778 metri di quota, quattro sale su tre piani, lobby, coffee e terrace bar, senza barriere architettoniche sia per l’accesso alla funivia al passo Falzarego che nell’edificio posto sulla vetta del monte Lagazuoi a Cortina d’Ampezzo, accanto allo storico e omonimo rifugio, con un panorama mozzafiato sulle Dolomiti Patrimonio UNESCO. Ospiterà mostre temporanee dedicate alla fotografia, all’arte del passato e a quella contemporanea, alla storia e alla preistoria del territorio. L’inaugurazione ufficiale della straordinaria galleria è prevista per il 2 febbraio 2018. Ma già dal 10 gennaio 2018 apre le sue porte al pubblico per la prima mostra temporanea, “ÖTZI & VALMO – Quando gli uomini incontrarono le Alpi”: fino al 2 aprile 2018 si potranno ammirare i ritrovamenti più rilevanti dei primi abitanti delle Alpi, l’uomo di Similaun e l’uomo di Mondeval, per la prima volta insieme, a raccontarci la vita dell’uomo preistorico in alta quota dopo l’ultima grande glaciazione. La mostra è stata realizzata in collaborazione con il museo Vittorino Cazzetta di Selva di Cadore (BL), l’associazione Tramedistoria, l’università di Ferrara, il Neanderthal Museum di Mettmann (Germania), GEO, il museo Archeologico di Bolzano, l’associazione Amici del Museo della Val Fiorentina.

Ötzi nella ricostruzione di Kellis del museo Archeologico dell’Alto Adige (Bolzano)

Dettaglio della mano ferita di Ötzi, noto anche come mummia del Similaun

Ascia in rame usata da Ötzi

L’Uomo venuto dal ghiaccio (Uomo del Similaun, Ötzi), con gli oggetti che lo accompagnano costituisce il nucleo centrale del museo Archeologico dell’Alto Adige (Bolzano) dove modelli, ricostruzioni, immagini stereoscopiche, video e stazioni multimediali interattive permettono di dare uno sguardo al più remoto passato del versante meridionale della catena alpina, con ricchezza di informazioni e al tempo stesso in modo gradevole.  “Cinquemila anni fa”, spiegano gli esperti del museo altoatesino, “un uomo si avventurò sulle gelide alture dei ghiacciai della Val Senales, dove morì. Nel 19 settembre 1991 venne scoperto per caso, insieme ai suoi abiti e al suo equipaggiamento, mummificato, congelato, un evento sensazionale per l’archeologia e un’istantanea eccezionale, che colse una persona dell’età del rame in viaggio in alta quota”. La notizia del ritrovamento di un cadavere mummificato nelle alte quote della Val Senales varcò i confini locali e nazionali per diffondersi in tutto il mondo. “La persona riemersa da un sonno glaciale di 5300 anni”, continuano gli esperti, “fu subito soprannominata con simpatia Ötzi, dal nome della valle che confina con il luogo del suo ritrovamento, pesava 15 chilogrammi, era alta 1 metro e 60 cm. Accanto a lui si trovarono resti delle sue scarpe, del mantello, della faretra, dei suoi calzoni e, fra l’altro, la straordinaria ascia, lavorata prima a colata e poi saldata, oggetto che per primo, forse, permise una vaga datazione dell’illustre antenato”.

Valmo: la ricostruzione dell’Uomo di Mondeval proposta per la mostra

Calco dello scheletro dell’Uomo di Mondeval

Quattro anni prima, nel 1987, sull’altopiano di Mondeval de Sora, che si trova a monte dell’abitato di Selva di Cadore a quota 2150 metri, fu scoperta una sepoltura mesolitica. L’iniziale segnalazione da parte di Vittorino Cazzetta permise a una equipe di ricercatori di ritrovare lo scheletro di un cacciatore mesolitico vissuto 7500 anni fa. Anche questa scoperta fu di portata mondiale, sia per il fatto che lo scheletro e il ricco corredo funebre erano in uno stato di ottima conservazione ma anche perché fino a quel tempo non si era a conoscenza che i cacciatori mesolitici frequentassero l’alta montagna. Il masso erratico dove è stata ritrovata la sepoltura presumibilmente fungeva da capanno e riparo per i periodi di caccia. Oggi lo scheletro dell’Uomo di Mondeval e l’intero corredo assieme ad altre informazioni sulla vita di questo nostro antico antenato sono visibili al museo Vittorino Cazzetta a Selva di Cadore.

Ricostruzione della sepoltura di Valmo, l’Uomo di Mondeval

Ricostruzione della capanna di Mondeval

Questi due eccezionali frequentatori del comprensorio dolomitico li ritroviamo dunque virtualmente insieme al Lagazuoi EXPO Dolomiti, un nuovissimo centro espositivo e congressuale unico, annesso alla stazione a monte della funivia Lagazuoi a 2732 m di altitudine, dove si arriva in 3 minuti partendo dalla stazione di passo Falzarego. La mostra “ÖTZI & VALMO – Quando gli uomini incontrarono le Alpi” ripercorre come un trailer i 2700 anni che separano questi due uomini, Ötzi, l’Uomo venuto dal ghiaccio (Iceman), vissuto 5300 anni fa in val Senales a 85 km in linea d’aria dal Lagazuoi, e Valmo, l’Uomo di Mondeval, vissuto 8000 anni fa vicino al passo Giau, a 2150 metri di quota e a 8 km in linea d’aria dal Lagazuoi, e illustra i cambiamenti climatici che hanno permesso la colonizzazione delle Alpi e condizionato il loro stile di vita. Per fabbricare i propri utensili Valmo usava la selce e Ötzi anche il rame. Valmo e Ötzi dovevano affrontare il freddo della montagna, procurarsi il cibo e difendere il loro gruppo. La mostra illustra, con repliche e calchi, come abbiano perfezionato le tecniche e le conoscenze fondamentali per vivere in alta quota, un bagaglio di esperienze conosciute da Valmo e trasmesse a Ötzi lungo le 80 generazioni che li separano.

19 settembre 1991 – 19 settembre 2016. Per il 25° anniversario della scoperta della mummia del Similaun, Bolzano promuove un settembre ricco di eventi: escursioni sul ghiacciaio, mostre a tema, passeggiate in Val Senales, tiro con l’arco alla maniera di Oetzi

La mummia del Similaun quando è stata ritrovata sul ghiacciaio nel settembre 1991

La mummia del Similaun quando è stata ritrovata sul ghiacciaio nel settembre 1991

19 settembre 1991. Durante un’escursione sullo Hauslabjoch al confine italo-austriaco, i coniugi tedeschi Erika e Helmut Simon di Norimberga videro spuntare dal ghiacciaio dei resti umani. Inizialmente si pensò si potesse trattare di un alpinista scomparso qualche tempo prima, così venne attivata la gendarmeria austriaca. Durante il recupero, portato a termine senza particolari attenzioni, furono danneggiate parti del corpo (tessuti esterni, femore sinistro in modo serio e genitali) e dell’equipaggiamento di quel corpo mummificato. Ma ben presto la scoperta si rivelò in tutta la sua eccezionalità: la mummia del Similaun, l’Uomo venuto dal Ghiaccio, o semplicemente Ötzi – vezzeggiativo derivato dal luogo del ritrovamento, l’Ötztal – era un uomo vissuto in piena Età del Rame, oltre 5000 anni fa, giunto sino a noi con il suo equipaggiamento tra cui una preziosa ascia di quel “metallo pesante” che lo distingueva come un’importante personalità. Oggi Ötzi è conservato al museo Archeologico dell’Alto Adige di Bolzano, in una teca dove sono ricostruite artificialmente le condizioni climatiche che hanno consentito la sua incredibile conservazione (temperatura costante sotto i -6°C e tasso di umidità prossimo al 100%).

Il museo Archeologico dell'Alto Adige di Bolzano che conserva le spoglie della mummia del Similaun

Il museo Archeologico dell’Alto Adige di Bolzano che conserva le spoglie della mummia del Similaun

Sono trascorsi 25 anni dal rinvenimento di Ötzi, e a Bolzano è stato predisposto un ricco programma per celebrare l’anniversario: una carrellata di eventi in tutto l’Alto Adige, tra escursioni sul luogo dove l’antenato dell’Età del Rame fu rinvenuto alle mostre a tema. Il museo Archeologico dell’Alto Adige di Bolzano propone una “giornata a porte aperte” in programma il 18 settembre 2016, anche occasione per visitare la mostra temporanea “Heavy Metal – Come il rame cambiò il mondo”, allestita nelle sue sale fino al 14 gennaio 2018. L’esposizione ripercorre la storia del rame e le conseguenze che la sua rivoluzionaria scoperta ebbero per l’Homo Sapiens, e dialoga con i reperti e la stessa mummia Oetzi che visse in piena Età del Rame e proprio di quel metallo è l’ascia che fa parte del suo ricco corredo, interamente esposto nel museo. La mostra multimediale “Heavy Metal – Come il rame cambiò il mondo”, espone anche nuovi ritrovamenti archeologici dell’area alpina e significativi pezzi originali provenienti dalle regioni limitrofe. Orario di apertura: da martedì a domenica dalle 10 alle 18.

L'Archeoparc - Museum della Val Senales, ricostruisce l'ambiente della vita di Oetzi

L’Archeoparc – Museum della Val Senales, ricostruisce l’ambiente della vita di Oetzi

Il 19 settembre 2016, giorno del ritrovamento, a Madonna di Senales ingresso libero e visite guidate all’Archeoparc-Museum Val Senales, un museo interattivo che illustra le numerose scoperte ottenute grazie al ritrovamento e ricostruisce l’ambiente di vita di Ötzi. In un’area di 4000 metri quadri è stato ricostruito quello che doveva essere un villaggio del Neolitico. A 1500 metri di quota si possono visitare vari tipi di capanne che erano in uso in quei tempi. Ogni giorno un programma interattivo riporta alla vita contadina di 5000 anni fa con tanto di strumenti di lavoro e utensili della vita quotidiana. Un vero tuffo nel passato. L’escursione all’Ötzi Glacier Tour, guidata dagli alpinisti Tamara Lunger e Lino Zani, cui è possibile partecipare con adeguata attrezzatura e buona condizione fisica, si ripeterà nei martedì 13, 20 e 27 settembre 2016: Il momento culminante dell’escursione sarà naturalmente il luogo del ritrovamento della mummia, a 3.210 metri di quota, ai piedi del versante nord del Similaun. È in programma anche una meno impegnativa salita alla Punta della Vedretta attraverso un sentiero archeologico nei venerdì 16, 23 e 30 settembre 2016. Laboratori didattici a tema per bambini ed esperienze gastronomiche e sportive (come il tiro con l’arco “alla maniera” di Ötzi),  riporteranno gli ospiti a rivivere una giornata dell’Età del Rame. Da segnalare il 24 e il 25 settembre il singolare Campionato europeo di tiro con l’arco preistorico all’Archeoparc.

Ricostruzione dell'Uomo del Similaun, l'uomo venuto dal ghiaccio

Ricostruzione dell’Uomo del Similaun, l’uomo venuto dal ghiaccio

Infine il 6 ottobre 2016 ultima escursione tematica guidata di Culturonda® Ötzi-Tour, con la visita al museo Archeologico di Bolzano e, a seguire, il trasferimento all’ArcheoParc di Senales dove è stato ricostruito il modello di villaggio in cui Ötzi viveva e dove vengono illustrate agli ospiti le attività tipiche di quell’epoca. L’escursione, con inizio alle 9 al museo Archeologico a Bolzano con visita guidata ed esclusiva degli allestimenti, comprende, una volta giunti in val Senales, il pranzo “come ai tempi di Ötzi”, cui segue la visita all’Archeoparc e ritorno a Bolzano nel pomeriggio. Iscrizione entro il martedì che precede la Culturonda® Ötzi-Tour, costo 58 euro, riduzione 50% per bambini fino a 14 anni.

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Tiro con l'arco alla maniera di Oetzi

Tiro con l’arco alla maniera di Oetzi

Ecco in sintesi il calendario degli appuntamenti. Domenica 18 settembre 2016, ore 10-18: Giornata con ingresso libero al Museo Archeologico dell’Alto Adige, Bolzano. Lunedì 19 settembre 2016, ore 9.30: Apertura del 3rd Bolzano Mummy Congress, Eurac Bolzano. Partecipazione solo previa iscrizione. Ore 10-17: Giornata delle porte aperte all’archeoParc Val Senales, museo dedicato all’ambiente di vita di Ötzi. Escursione al luogo di ritrovamento di Ötzi. Iscrizione presso l’Associazione turistica Val Senales. Martedì 20 settembre 2016, ore 8.30-18: escursione sul ghiacciaio al luogo di ritrovamento di Ötzi presso il Giogo di Tisa. Iscrizione entro il giorno precedente presso l’Associazione turistica Val Senales. Altre date: 13, 20, e 27 settembre. Ore 10, alla scoperta dei sapori di Ötzi: escursione didattica per bambini nel bosco. Iscrizione entro il giorno precedente presso l’Associazione turistica Val Senales. Altra data: 13 settembre. Ore 18, simposio pubblico, 3rd Bolzano Mummy Congress, EURAC Bolzan. “Il caso Ötzi – nuove deduzioni sul delitto”, con Alexander Horn (Profiling, Criminalistics), Albert Zink (Scientific studies Iceman), Oliver Peschel (Forensics, Injuries), Oeggl (Botanics, Time of Death), Paul Gleischer (Archaeology), Frank Rühli (Radiology). Venerdì 23 settembre 2016, escursione archeologica sulle tracce di Ötzi alla Punta della Vedretta. Iscrizione entro il giorno precedente presso l’Associazione turistica Val Senales. Altre date: 16 e 30 settembre. Sabato 24 settembre 2016, ore 15: tiro con l’arco come ai tempi di Ötzi, Monte Santa Caterina, Val Senales. Iscrizione entro le 12 presso l’Associazione turistica Val Senales. Altra data: 19 settembre.

A Bolzano, nel museo di Otzi, la mummia del Similaun, prorogata la mostra “Frozen Stories. Reperti e storie dai ghiacciai alpini”

Oetzi, la mummia del Similaun, e una sua ricostruzione al museo di Bolzano

Oetzi, la mummia del Similaun, e una sua ricostruzione al museo di Bolzano

frozen-storiesSe avete in programma una visita al museo Archeologico dell’Alto Adige, più noto come museo di Oetzi, la famosa mummia dell’età del Bronzo scoperta ai piedi del ghiacciaio del Similaun, il 19 settembre 1991, al confine tra l’Italia e l’Austria, esposta a Bolzano in uno speciale frigo-sarcofago con gli oblò per poterla vedere, fate ancora in tempo a vedere anche la mostra “Frozen Stories – Reperti e storie dai ghiacciai alpini”, che è stata prolungata fino al 10 gennaio 2016. Per il visitatore c’è un percorso multimediale con animazioni, video e ritrovamenti originali rende comprensibile il fenomeno dei ghiacciai e affascina per la sua attualità. La mostra “Frozen Stories” illustra il retroscena archeologico del cambiamento climatico. Il continuo scioglimento dei ghiacciai dischiude ogni anno nuovi reperti, che svelano le storie e i destini conservati sotto ghiaccio dei nostri antenati dell’area alpina. Da questo punto di vista Ötzi non è il solo caso fortunato: molti altri reperti sono emersi dal ghiaccio e ci raccontano storie del passato. E con ogni nuovo ritrovamento si pone la domanda: cosa spinse gli esseri umani ad andare sui ghiacciai nel corso dei secoli? I ritrovamenti coprono l’arco temporale dal 5000 a.C. fino agli eventi bellici e alle sciagure alpinistiche degli anni ’40 del secolo scorso. In occasione del prolungamento della mostra fino al 10 gennaio 2016, alcuni reperti sono stati sostituiti e integrati con nuovi oggetti. Provengono dal ghiacciaio Porchabella, in Engadina (Svizzera), i resti di una giovane donna del XVII secolo. Le prime parti del corpo e dell’attrezzatura della donna furono rinvenuti già nel 1990.