Archivio tag | mostra “Quadri etruschi raccontano. Le figure del mito e del rito a Vetulonia”

Firenze. Al museo Archeologico nazionale la mostra “Visioni di miti e riti etruschi a Firenze”: quattro lastre dipinte intere recuperate a Cerveteri dalla Guardia di Finanza e una quinta acquisita all’asta dalla fondazione Rovati e data alla Stato

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Locandina della mostra “Visioni di miti e riti etruschi a Firenze” al museo Archeologico nazionale di Firenze dal 19 dicembre 2024 al 7 aprile 2025

Il museo Archeologico nazionale di Firenze ospita la mostra “Visioni di miti e riti etruschi a Firenze” dal 19 dicembre 2024 al 7 aprile 2025. Sono esposte quattro lastre dipinte intere, datate alla fine del VI secolo a.C., recuperate a Cerveteri nel 2019 dalla Guardia di Finanza, straordinario risultato di una grande collaborazione tra istituzioni pubbliche che vede, accanto al museo Archeologico nazionale di Firenze e alla direzione generale Musei del ministero della Cultura, il Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Roma della Guardia di Finanza – Sezione Tutela Beni demaniali e di interesse pubblico, la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria Meridionale, in accordo con la direzione regionale Musei nazionali della Toscana.

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Le quattro lastre etrusche dipinte trafugate da Cerveteri e recuperate dalla Guardia di Finanza nella presentazione di TourismA 2024 (foto graziano tavan)

Una sorprendente ‘pinacoteca’ figurata recuperata nell’estate del 2019 dalla Guardia di Finanza, nel corso di un’operazione di contrasto al commercio clandestino di reperti archeologici. Gli straordinari reperti sono stati prodotti nei decenni finali del VI secolo a.C. in un’officina della città etrusca di Caere (odierna Cerveteri), probabilmente per decorare le pareti di un tempio. Il fregio della parte superiore, comune a tutte e quattro, rappresenta un meandro spezzato che incornicia riquadri con uccelli acquatici e motivi floreali a stella. La superficie è stata danneggiata dai maldestri tentativi di pulizia dei ladri d’arte che le hanno strappate al loro contesto.

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La presentazione al museo Archeologico nazionale di Firenze delle quattro lastre dipinte da Cerveteri con la Guardia di Finanza e il direttore Daniele Maras (foto maf)

La mostra, inaugurata giovedì 19 dicembre 2024, riunisce opere d’arte eccezionali, che hanno superato l’ingiuria del tempo e i danni causati dai ladri d’arte per raccontarci la visione etrusca di miti e riti attraverso una straordinaria tavolozza di colori. Ad accoglierle il direttore del museo, l’etruscologo Daniele F. Maras, che è stato parte sin dall’inizio del gruppo di lavoro della soprintendenza che ha studiato le lastre e le ha restituite alla fruizione pubblica. “Grazie a iniziative espositive come questa, che fa seguito a una breve anteprima nella primavera del 2024 a Vetulonia (vedi Vetulonia (Gr). Al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” apre la mostra “Quadri etruschi raccontano. Le figure del mito e del rito a Vetulonia”, presentata in anteprima a TourismA 2024: quattro lastre etrusche in terracotta dipinta provenienti da scavi clandestini presso Cerveteri, e recuperate nel 2019 dalla Guardia di Finanza | archeologiavocidalpassato), si porta a compimento il ciclo della tutela per le quattro lastre, dalla protezione (assicurata dalla Guardia di Finanza), alla conservazione (resa possibile dalla soprintendenza) fino alla valorizzazione (garantita nel contesto del Museo). Solo così lo sguardo etereo di Pentesilea, l’esuberante vitalità della coppia in corsa, l’esplosione di colori delle ali di Hermes, i gesti enigmatici degli aruspici torneranno a svolgere la funzione per cui sono stati creati: comunicare con il pubblico e trasmettere la voce degli artisti del passato”.

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Il direttore del Maf Daniele Maras accanto alla lastra del Viaggiatore etrusco, nella mostra “Visioni di miti e riti etruschi a Firenze” (foto maf)

Ai quattro capolavori si aggiunge un’altra recente acquisizione, il “Viaggiatore etrusco”: un ulteriore straordinario frammento di lastra dipinta che conserva il profilo di un giovane dalla ricca acconciatura in tenuta da viaggio, che potrebbe in realtà essere il costume di scena di un attore intento in una performance a soggetto mitologico. Il frammento, ritrovato a Cerveteri in epoca imprecisata, è rimasto in collezioni private americane fino al 2020, quando è stato acquistato dalla Fondazione Luigi Rovati di Milano, con l’intento meritorio dichiarato di cederlo allo Stato, consegnandolo poi alla soprintendenza ABAP per la provincia di Viterbo e per l’Etruria Meridionale. Dopo essere stato presentato a Venezia e a Roma, oggi il Viaggiatore è partito di nuovo, questa volta per tornare in Etruria ed essere esposto a Firenze assieme ad altri capolavori dell’arte etrusca. “Il patrimonio culturale – conclude con soddisfazione il direttore Maras – compie la propria missione quando è messo in condizione di raggiungere il pubblico e di promuovere lo sviluppo della cultura. È questo lo scopo di una mostra su opere della pittura antica come quelle che presentiamo oggi, che – sebbene rimaste prive di contesto a causa degli scavatori clandestini – continuano ancora a narrare per immagini la storia, il mito e l’arte”.

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Lastra dipinta etrusca arcaica da Cerveteri: il combattimento tra Achille e Pentesilea, in cui la regina delle Amazzoni si lancia, contro l’eroe greco che la sconfiggerà (foto sabap vt-em)

Le lastre raffigurano il duello tra Achille e Pentesilea con l’eroe greco a sinistra, racchiuso in una pesante armatura, che si ripara dietro lo scudo e si prepara a colpire la regina delle Amazzoni, che sprezzante del pericolo si scaglia verso di lui brandendo una spada insanguinata. Il volto dell’eroina, sereno e distaccato, sottolinea la scelta dell’artista etrusco di rappresentarla all’apice della gloria, subito prima che il nemico la trafiggesse.

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Lastra dipinta etrusca del VI sec. a.C. da Cerveteri: un’eroina armata di arco (foto sabap vt-em)

La seconda si ipotizza possa illustrare una corsa di dei o di eroi. Un uomo biondo dalla carnagione rossa brandisce un ramo dalle foglie dorate mentre insegue una donna dalla chioma riccia armata di arco: potrebbe trattarsi di Apollo e Artemide con i rispettivi attributi divini, oppure della vergine cacciatrice Atalanta sfidata alla corsa dal suo futuro sposo Melanione, che vinse la gara lasciando cadere tre mele d’oro per distrarla.

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Lastra dipinta etrusca del VI sec. a.C. da Cerveteri: il messaggero degli dei Hermes, l’etrusco Turms, dalle ricche ali (foto sabap vt-em)

Non manca la straordinaria iconografia del Giudizio di Paride con a destra il messaggero degli dèi Hermes, dalle ali variopinte e con in mano uno scettro, che precede Hera, prima delle tre dee in lizza per scegliere la più bella tra loro. In origine le altre due dee (Atena e Afrodite) e il giovane Paride chiamato a giudicare erano raffigurati su due lastre adiacenti, purtroppo andate perdute.

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Lastra dipinta etrusca del VI secolo a.C. da Cerveteri: coppia di aruspici al lavoro (foto sabap vt-em)

Due aruspici etruschi al lavoro sono rappresentati in un’altra delle lastre esposte dove un giovane sacerdote dai capelli lunghi ha appena completato un rito di divinazione osservando gli uccelli con il lituo (il bastone ricurvo che ora tiene sulla spalla) e sta comunicando la volontà degli dèi al suo compagno con la barbetta a punta, che si affretta verso destra tenendo in mano un ramoscello con dei frutti rossi.

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Il Viaggiatore Etrusco, lastra dipinta acquisita all’asta dalla Fondazione Rovati e donata allo Stato italiano (foto archeologia viva)

Infine completa l’esposizione un piccolo ma prezioso frammento di lastra dipinta con un “Viaggiatore etrusco” acquistato dalla Fondazione Luigi Rovati di Milano nel 2020, presso una casa d’aste di New York, con l’intento dichiarato di cederlo allo Stato italiano, e consegnato alla soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria Meridionale. Un accurato restauro a cura di Antonio Giglio ha reso possibile lo studio della decorazione e l’esposizione del pezzo prima a Venezia e poi a Roma: oggi il Viaggiatore è partito di nuovo, questa volta per tornare in Etruria ed essere esposto a Firenze. Il frammento dipinto riproduce il profilo di un giovane imberbe dai tratti aristocratici, a torso nudo, che rivolge lo sguardo in basso a sinistra con atteggiamento pensoso. I lunghi capelli rossi sono raccolti in robuste trecce che ricadono sulle sue spalle e sulla schiena, mentre la fronte è incorniciata da un’elaborata serie di riccioli bruni. Sulla sommità del capo si trova un piccolo cappello a tesa di colore grigio: il cosiddetto petaso, tipico di viandanti e viaggiatori, trattenuto da un sottile laccio che pende sotto il mento. Un lungo bastone arancione è appoggiato alla spalla destra e quello che sembra un flauto, piuttosto danneggiato, è trattenuto sotto l’ascella. La cronologia si pone attorno al 500 a.C. Si tratta di un attore di una pantomima? Alcuni indizi fanno pensare che l’abbigliamento del Viaggiatore sia in realtà un costume di scena. Suggeriscono tale ipotesi il doppio colore della capigliatura (che fa pensare a una parrucca), le dimensioni del copricapo (sensibilmente più piccolo del normale) e soprattutto la presenza del flauto, che potrebbe suggerire una performance rituale di musica e danza, del tipo che nell’antichità si chiamava ‘pantomima’. Ma se così fosse, quale ruolo poteva interpretare il personaggio rappresentato? Nell’iconografia antica, la tenuta da viaggio è tipica di diversi personaggi: da Ulisse a Bellerofonte e da Giasone a Teseo. Salvo il primo, però, che è di regola rappresentato come maturo e barbuto, gli altri sono eroi combattenti e non pensierosi come sul nostro frammento dipinto. Esiste un solo giovane eroe mitologico che ha come caratteristica quella di meditare prima di parlare: Edipo, che spesso viene rappresentato proprio nel momento in cui risolve l’enigma della Sfinge. Ci si può pertanto chiedere se sia proprio lui il soggetto messo in scena dal “Viaggiatore”, anche se probabilmente non lo sapremo mai, a causa degli ignoti ladri che in passato hanno strappato il frammento al suo contesto d’origine.

Vetulonia. Il principe etrusco Raku Kakanas torna a casa: apre la mostra “Il ritorno del condottiero. Principi etruschi nella Tomba del Duce di Vetulonia” (con passeggiata alla Tomba del Duce), con il ricco corredo scoperto nella tomba a circolo nel 1886 da Isidoro Falchi. È la prima iniziativa dell’accordo tra Maf e Muvet

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L’arca d’argento del principe condottiero Raku Kakanas proveniente dalla Tomba del Duce di Vetulonia e conservata al museo Archeologico nazionale di Firenze (foto maf)

Il principe etrusco Raku Kakanas torna a casa. A Vetulonia. Le sue spoglie erano state trovate il 6 di aprile 1886 da Isidoro Falchi sulla parte più elevata di Poggio al Bello di Vetulonia nella tomba di famiglia, la cosiddetta Tomba del Duce, tomba a Circolo del periodo Orientalizzante (terzo quarto del VII secolo a.C.), definita, all’epoca della scoperta, “la tomba più ricca tra tutte quelle finora scoperte nella necropoli vetuloniese”. Domenica 11 agosto 2024, al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia, a venti anni di distanza dalla prima esposizione dal titolo “Io sono di Rachu Kakanas. La Tomba etrusca del Duce di Vetulonia” e a dieci anni dalla rimessa in luce, nel folto della macchia mediterranea, della tomba che, sotto le spoglie di un bellissimo “Circolo di pietre bianche”, racchiudeva le deposizioni dei membri emergenti di un nucleo familiare gentilizio che doveva ricoprire un ruolo di spicco nella società vetuloniese della prima metà del VII sec. a.C., si inaugura la mostra evento 2024 “Il ritorno del condottiero. Principi etruschi nella Tomba del Duce di Vetulonia” che riporta nuovamente a casa Raku Kakanas e il suo splendido corredo funerario.

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Locandina della mostra “Il ritorno del condottiero. Principi etruschi nella Tomba del Duce di Vetulonia” al museo civico Archeologico di Vetulonia dall’11 agosto 2024 al 2 febbraio 2025

Il programma è ricco. Alle 19, passeggiata alla Tomba del Duce a cura dell’associazione culturale archeologica “Isidoro Falchi”. I partecipanti verranno accompagnati nei pressi della collina di Poggio al Bello, dove la Tomba del Duce fu scavata da Isidoro Falchi e nuovamente individuata nel folto della macchia e riportata alla luce dalla stessa associazione culturale nell’aprile del 2014, in occasione delle celebrazioni per il centenario dalla morte dello scopritore. Ritrovo in piazza Vetluna, all’ingresso del museo. Si consiglia abbigliamento comodo, acqua e scarpe da ginnastica. Per informazioni e prenotazione gradita: MuVet: 0564 948058; museo.vetulonia@comune.castiglionedellapescaia.gr.it. Alle 21.30, in piazza Vetluna, cerimonia inaugurale della mostra evento 2024 “Il ritorno del condottiero. Principi etruschi nella Tomba del Duce di Vetulonia” (11 agosto 2024 – 2 febbraio 2025). Intervengono Elena Nappi, sindaco del Comune di Castiglione della Pescaia (Gr); Daniele Federico Maras, direttore del museo Archeologico nazionale di Firenze; Simona Rafanelli, direttore scientifico del museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia. Ingresso libero fino ad esaurimento posti. Apertura straordinaria serale del museo con visite guidate alla mostra temporanea.

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Dettaglio dell’arca d’argento del principe condottiero Raku Kakanas proveniente dalla Tomba del Duce di Vetulonia e conservata al museo Archeologico nazionale di Firenze (foto maf)

Grazie alla collaborazione con il MAF – museo Archeologico nazionale di Firenze, le sale del museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia tornano dunque ad affollarsi di capolavori che saranno protagonisti della nuova straordinaria mostra-evento “Il ritorno del condottiero: Principi etruschi nella Tomba del Duce di Vetulonia”, che si inaugura domenica 11 agosto e rimarrà aperta fino a febbraio 2025. «Questa amministrazione”, dichiara il sindaco Elena Nappi, “con la nuova mostra-evento, che arriva a conclusione della manifestazione regionale Notti dell’Archeologia in Toscana, conferma una rinnovata collaborazione con il museo Archeologico nazionale di Firenze nella certezza di accogliere a Vetulonia un’ampia e variegata tipologia di visitatori. Ogni anno cerchiamo di esplorare ambiti tematici differenti che testimoniano la cultura etrusca di Vetulonia, nel tentativo di coinvolgere e correlare, intrecciandoli, i percorsi culturali compiuti dalle diverse civiltà sviluppatesi nei nostri territori e in quelli a noi vicini. È per questo motivo che abbiamo deciso di mantenere l’esposizione per l’intera durata delle festività natalizie, fino al mese di febbraio 2025. Questa nuova mostra si pone in suggestiva prosecuzione con quella che ha segnato l’apertura della stagione espositiva del MuVet nella primavera 2024, organizzata in collaborazione con la soprintendenza per l’Etruria Meridionale e dedicata ad un nucleo significativo di lastre dipinte ceretane recuperate dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Roma (vedi Vetulonia (Gr). Al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” apre la mostra “Quadri etruschi raccontano. Le figure del mito e del rito a Vetulonia”, presentata in anteprima a TourismA 2024: quattro lastre etrusche in terracotta dipinta provenienti da scavi clandestini presso Cerveteri, e recuperate nel 2019 dalla Guardia di Finanza | archeologiavocidalpassato). Voglio personalmente ringraziare il nuovo direttore del museo Archeologico di Firenze, Daniele Maras, per questo importante prestito che va ad impreziosire la lunga lista delle eccellenze ospitate al MuVet nel corso di oltre 20 anni e che conferma l’alta valenza del museo di Vetulonia”.

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Incensiere, parte del corredo proveniente dalla Tomba del Duce di Vetulonia e conservata al museo Archeologico nazionale di Firenze (foto maf)

L’esposizione “Il ritorno del condottiero” è l’esito dunque di un’iniziativa del museo fiorentino, da pochi mesi divenuto autonomo, che proprio in questi giorni ha avviato una grande campagna di lavori di ammodernamento e riallestimento (vedi https://archeologiavocidalpassato.com/2024/08/09/firenze-il-museo-archeologico-nazionale-chiude-parzialmente-a-rotazione-per-la-piu-grande-operazione-di-ammodernamento-e-restyling-dallalluvione-del-1966-il-direttore-maras-appunt/). “Le gallerie della sezione topografica etrusca sono state svuotate”, annuncia Daniele F. Maras, direttore del MAF, “e,

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Daniele F. Maras, direttore del museo Archeologico nazionale di Firenze (foto maf)

piuttosto che chiudere tutto il materiale archeologico in deposito, di comune accordo con il direttore regionale Musei nazionali Toscana Stefano Casciu, abbiamo deciso di riportare a Vetulonia i corredi della Tomba del Duce, per un periodo di tempo adeguato a rinsaldare il rapporto tra il nostro patrimonio e le comunità dei residenti e dei turisti, nel pieno spirito della Convenzione di Faro del 2005. La nuova mostra consente al museo di proiettarsi all’esterno per raggiungere uno dei luoghi in cui si svolse la parabola storica della civiltà etrusca e di seguire la sua vocazione originaria come punto di riferimento della ricerca archeologica etrusca. A questa iniziativa – continua – ne seguiranno altre simili: questo è l’obiettivo del Museo in tutto l’antico territorio etrusco, laddove si troveranno Amministrazioni locali così tenacemente disponibili a impegnarsi per la promozione della cultura come nel caso di Castiglione della Pescaia”. L’evento segna quindi una tappa fondamentale nel rapporto privilegiato di collaborazione tra i due musei, accomunati dall’interesse per il patrimonio archeologico etrusco vetuloniese. Mostre come questa riportano al centro dell’attenzione sul legame profondo e indissolubile tra gli oggetti che compongono il patrimonio stesso e il loro peculiare contesto territoriale, fruibili entrambi e, in maniera quasi inedita, correlati.

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Navicella sarda in bronzo, parte del corredo proveniente dalla Tomba del Duce di Vetulonia e conservata al museo Archeologico nazionale di Firenze (foto maf)

L’esposizione al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia presenta i corredi della Tomba del Duce in una nuova luce e con un allestimento aggiornato alle novità della ricerca archeologica. “Nella mostra-evento che andiamo ad inaugurare”, aggiunge il direttore del MuVet Simona Rafanelli, “ci sono opere di grande pregio concesse in prestito temporaneo dal museo Archeologico nazionale di Firenze, tutti pezzi di estremo valore e interesse storico ed artistico. Dall’Arca d’argento del Principe condottiero Raku Kakanas, che rivestiva la cassetta in legno e bronzo custode delle sue spoglie mortali dopo il rito di cremazione del corpo del defunto, alla navicella sarda in bronzo della Tomba del Duce rinvenuta da Falchi insieme agli oggetti riservati al corredo della sepoltura del Principe ceretano, una delle cinque navicelle di produzione nuragica rinvenute in tre sepolture “a circolo” di Vetulonia, alle armi e agli arredi e vasi in bronzo e ceramica da banchetto appartenenti ai corredi dei due Principi che rappresentano il concetto di base su cui è costruita l’esposizione”.

Vetulonia (Gr). Ultimi giorni al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” per la mostra “Quadri etruschi raccontano. Il mito e il rito da Caere a Vetulonia. Un nuovo straordinario recupero della Guardia di Finanza”. E ultime visite guidate. Ecco il programma

vetulonia_archeologico_mostra-quadri-etruschi-raccontano-il-mito-e-il-rito-da-caere-a-vetulonia_ultime-visite-guidate_locandinaSiamo oramai agli sgoccioli per poter ammirare la mostra “Quadri etruschi raccontano. Il mito e il rito da Caere a Vetulonia. Un nuovo straordinario recupero della Guardia di Finanza” che chiude il 5 maggio 2024 al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia. Ma ci sono ancora alcune visite guidate curate dallo staff del museo. Appuntamento mercoledì 1° maggio 2024, alle 11 e alle 15.30; e poi sabato 4 maggio 2024, alle 15.30, e domenica 5 maggio 2024, alle 11. La visita è gratuita, l’ingresso a pagamento. Per informazioni e prenotazione (gradita): tel. 0564 948058.

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Lastra dipinta etrusca da Cerveteri con Hermes nel Giudizio di Paride (foto muvet)

Per saperne di più, in attesa delle visite guidate. “Quadri etruschi raccontano, 3”. “La sigla di una famosa passata serie televisiva sull’antica Grecia premetteva gli antichi dei erano crudeli e meschini, e il creatore di questa lastra ci fa assistere a uno dei momenti in cui gli antichi dei giocavano con il fato degli uomini: il giudizio di Paride”, spiegano le archeologhe del Muvet. “Per le nozze di Teti e Peleo, genitori di Achille, un grande evento fu celebrato sul Pelio con solennità alla presenza di tutti gli dei, tranne Eris, la dea della discordia. Infuriata per essere stata esclusa si presentò lo stesso alle nozze con un pomo d’oro con l’iscrizione alla più bella. Le tre dee che la pretesero, scatenando litigi furibondi, furono Hera, Atena e Afrodite. Alla fine chiesero a Zeus di prendere la decisione su chi fosse la più bella, ma Zeus non riusciva a decidersi e chiese ad Hermes, il messaggero degli dei, di trovare un giudice nel regno mortale per decidere chi fosse la più bella, ed è questo il momento che l’artista sconosciuto ci vuol raccontare, questo è l’inizio del giudizio di Paride”.

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Lastra dipinta etrusca da Cerveteri con Hermes nel Giudizio di Paride: dettaglio dei calzari alati di colore rosso e giallo con penne multicolori (foto muvet)

“La scena immortalata in questa lastra – continuano – ci mostra Hermes, raffigurato con ali e ricchi calzari alati di colore rosso e giallo caratterizzati da penne multicolori, dietro di lui Hera, la regina degli dei, che doveva essere seguita da Atena e Afrodite nella lastra precedente e da Paride nella lastra successiva, andate purtroppo perdute al seguito degli scavi clandestini. Hera prometterà a Paride potere, Atena giurerà che lo avrebbe reso un condottiero formidabile, Afrodite gli offrirà l’amore della donna più bella che esista. Afrodite vincerà il giudizio di Paride e lui otterrà l’amore di Elena di Sparta, passata alla storia come Elena di Troia, e fu così che il proverbiale pomo della discordia creò le basi per la più famosa guerra dell’antichità, la guerra di Troia”.

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Lastra dipinta etrusca da Cerveteri con una fase di un rito divinatorio (foto muvet)

Per saperne di più, in attesa delle visite guidate. “Quadri etruschi raccontano, 4”. “Del fato degli uomini deciso dagli dei nell’antica Grecia – spiegano le archeologhe del Muvet in questo ultimo racconto dedicato alle lastre in mostra – ne abbiamo già parlato nei post precedenti (vedi Vetulonia (Gr). Fine settimana speciale al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” con due visite guidate alla mostra “Quadri etruschi raccontano. Il mito e il rito da Caere a Vetulonia. Un nuovo straordinario recupero della Guardia di Finanza” | archeologiavocidalpassato), ma anche nell’antica Etruria gli uomini si rifacevano al volere degli dèi del cielo accettandone passivamente le decisioni. La lastra ci mostra un giovane sacerdote dai capelli lunghi, ha appena completato un rito di divinazione osservando gli uccelli con il lituo, il bastone ricurvo utilizzato per dividere il cielo in settori e interpretare così la volontà degli dèi, che ora tiene appoggiato sulla spalla e sta comunicando il messaggio degli dèi al suo compagno con la barbetta a punta che si affretta verso destra tenendo in mano un ramoscello con dei frutti rossi. È probabile che in origine la lastra fosse posta in sequenza con altre a destra e sinistra, che fornivano all’osservatore ulteriori elementi per interpretare il contesto narrativo e meglio comprendere la natura del rituale divinatorio”.

Vetulonia (Gr). Al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” presentazione del libro “Quadri Etruschi Raccontano” (ARA edizioni), catalogo della mostra “Quadri etruschi raccontano. Il mito e il rito da Caere a Vetulonia. Un nuovo straordinario recupero della Guardia di Finanza”, e dei primi tre podcast “Traffici di Cultura”

vetulonia_archeologico_mostra-quadri-etruschi-raccontano-il-mito-e-il-rito-da-caere-a-vetulonia_presentazione-catalogoAppuntamento speciale al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia (Gr). Sabato 20 aprile 2024, alle 15, al MuVet presentazione del libro “Quadri Etruschi Raccontano” (ARA edizioni), catalogo della mostra “Quadri etruschi raccontano. Il mito e il rito da Caere a Vetulonia. Un nuovo straordinario recupero della Guardia di Finanza”. Un recupero di estremo valore archeologico che ha restituito nuovi sconosciuti capolavori della pittura etrusca arcaica che rimarranno esposti in mostra al MuVet fino al 5 maggio 2024.

vetulonia_archeologico_mostra-quadri-etruschi-raccontano_podcast-traffici-di-cultura_locandinaIn occasione della presentazione al pubblico del libro “Quadri Etruschi Raccontano” saranno disponibili on line i primi tre episodi del podcast “Traffici di Cultura”, dal titolo “La grande fuga”, dedicati all’ultima operazione di recupero di lastre dipinte etrusche da Cerveteri da parte delle Fiamme Gialle di Roma. Traffici di cultura è il podcast intorno all’archeologia che racconta i traffici legali e illegali, famosi o sconosciuti dietro ai beni culturali, prodotto da ARA edizioni.

Vetulonia (Gr). Fine settimana speciale al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” con due visite guidate alla mostra “Quadri etruschi raccontano. Il mito e il rito da Caere a Vetulonia. Un nuovo straordinario recupero della Guardia di Finanza”

vetulonia_archeologico_mostra-quadri-etruschi-raccontano-il-mito-e-il-rito-da-caere-a-vetulonia_locandinaFine settimana speciale al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia (Gr): sono previste due visite guidate alla mostra “Quadri etruschi raccontano. Il mito e il rito da Caere a Vetulonia. Un nuovo straordinario recupero della Guardia di Finanza”. La prima sabato 13 aprile 2024, alle 15.30; la seconda, domenica 14 aprile 2024, alle 15.30. Visita guidata gratuita alla mostra a cura dello staff del museo; ingresso a pagamento. Prenotazione gradita. Per informazioni e prenotazioni: tel.0564 948058, email: museo.vetulonia@comune.castiglionedellapescaia.gr.it. Limite massimo 30 persone. Protagoniste esclusive dell’allestimento sono quattro lastre etrusche in terracotta dipinta provenienti da scavi clandestini presso Cerveteri, l’etrusca Caere, salvate dal mercato illegale grazie all’insostituibile attività di vigilanza, tutela, conservazione e valorizzazione che la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale svolge da sempre in piena e fruttuosa collaborazione con le forze dell’ordine e in particolare con la Sezione Tutela Beni Demaniali e di Interesse Pubblico della Guardia di Finanza di Roma. Le lastre sono dei veri “quadri” su cui i colori vivaci e le originali iconografie etrusche immortalano magistralmente personaggi e episodi nodali del mito greco, raccontandoli con potenza ed evocando da un singolo “fotogramma” storie antiche che intrecciano vicende umane, eroiche e divine.

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Lastra dipinta etrusca da Cerveteri con il duello mortale tra Achille e Pentesilea (foto muvet)

Per saperne di più, in attesa delle visite guidate. “Quadri etruschi raccontano, 1”. “Dipingendo il mortale duello tra Achille e Pentesilea l’artefice di questa meravigliosa opera”, spiegano le archeologhe del MuVet, “ci trasporta sotto le mura di Troia, come spettatori del mitico scontro tra il più celebre dei guerrieri achei e la più temibile delle amazzoni, stirpe di intrepide donne guerriere. L’anonimo artista etrusco che ha dipinto la lastra ci restituisce una versione dell’episodio straordinaria e originale: la regina guerriera nel pieno del proprio eroismo, indomita e a testa alta, nella sua carica vittoriosa in cui ha rinunciato perfino alla protezione dello scudo per scagliarsi contro il nemico senza badare alla propria incolumità. Nelle rappresentazioni antiche di questo famoso mito questo punto di vista è del tutto innovativo e rivoluzionario, frutto di una cultura, quella etrusca, dove la donna ha un ruolo pari a quello dell’uomo. L’artista così, invece di esaltare la forza di Achille come avviene nel mondo greco, celebra con forza la bellezza della regina delle Amazzoni e la sua spavalderia, conseguente alla corsa vittoriosa che l’ha condotta attraverso le schiere nemiche sino ad affrontare finalmente il proprio tragico destino. Una scelta originale, che spinge lo spettatore a parteggiare per l’eroina tragica nell’ultimo momento di gloria prima della fine, ben sapendo che di lì a pochi istanti il più forte guerriero degli achei – ora quasi timoroso al riparo della sua armatura – la trapasserà spietatamente ponendo fine alle sue gesta. Secondo il racconto del poema perduto “Etiopide” di Arctino di Mileto, Achille trafisse l’indomita guerriera, ma se ne innamorò perdutamente nel momento stesso in cui lei perdeva la vita”.

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Lastra dipinta etrusca da Cerveteri a soggetto incerto: Artemide con Apollo, o Atalanta con Melanione (foto muvet)

Per saperne di più, in attesa delle visite guidate. “Quadri etruschi raccontano, 2”. “Una scena di corsa, e forse anche d’inganno, è protagonista di questa lastra”, spiegano le archeologhe del MuVet: “è difficile riconoscerne con certezza i personaggi che l’artista ci vuole raccontare, in mancanza di un contesto che forse continuava sulle lastre adiacenti purtroppo mancanti, ma possiamo fare insieme due supposizioni. L’arco impugnato nella mano sinistra dalla figura femminile ci aiuta in questo senso che, una volta esclusa l’ipotesi di un’amazzone in assenza di armatura e di altre caratteristiche guerresche, potrebbe trovare l’apice della sua abilità nelle mani della dea della caccia Artemide (in etrusco Artumes) o della mitica cacciatrice mortale Atalanta (in etrusco Atalanta). Nel primo caso, si potrebbe immaginare che la dea si affretti verso una delle sue imprese mitiche volgendosi per chiedere assistenza al suo gemello, Apollo, che accorre in suo aiuto. Se invece la giovane donna armata di arco fosse da identificare come la cacciatrice Atalanta, è senz’altro suggestivo ricordare che l’eroina, forte delle sue guadagnate abilità, usasse sfidare alla corsa tutti i suoi pretendenti i quali, una volta sconfitti nella gara, venivano regolarmente uccisi. Fino a quando Afrodite, offesa dall’evidente rifiuto dell’amore da parte dell’eroina, consegnò tre mele d’oro, irresistibili per odore e sapore a qualsiasi donna, all’ultimo degli spasimanti, il cui nome era Melanione. Costui, lasciando cadere in terra le mele una alla volta, rallentò la corsa di Atalanta, che non poteva far a meno di fermarsi a raccoglierle, e vinse la gara: il giovane pretendente sarebbe quindi raffigurato nel momento in cui sta raggiungendo e superando la sua avversaria, che si volge all’indietro distratta dalle mele d’oro lasciate cadere a terra”.

Vetulonia (Gr). Week end di Pasqua speciale al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” con visite guidate alla mostra “Quadri etruschi raccontano. Il mito e il rito da Caere a Vetulonia” sabato, domenica e lunedì

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Locandina della mostra “Quadri etruschi raccontano. Il mito e il rito da Caere a Vetulonia” al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia dal 27 marzo al 5 maggio 2024

Per il week-end di Pasqua il museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia (Gr) organizzare una visita guidata alla nuova mostra temporanea “Quadri etruschi raccontano. Il mito e il rito da Caere a Vetulonia” (vedi Vetulonia (Gr). Al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” apre la mostra “Quadri etruschi raccontano. Le figure del mito e del rito a Vetulonia”, presentata in anteprima a TourismA 2024: quattro lastre etrusche in terracotta dipinta provenienti da scavi clandestini presso Cerveteri, e recuperate nel 2019 dalla Guardia di Finanza | archeologiavocidalpassato). Primo appuntamento sabato 30 marzo 2024, alle 15, limite massimo 30 persone, prenotazione obbligatoria. Secondo appuntamento domenica 31 marzo 2024, alle 11, limite massimo 30 persone, prenotazione obbligatoria. Terzo appuntamento lunedì 1° aprile 2024, alle 11, limite massimo 30 persone, prenotazione obbligatoria. Per informazioni e prenotazioni: tel. 0564 948058, email: museo.vetulonia@comune.castiglionedellapescaia.gr.it.

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L’allestimento della mostra “Quadri etruschi raccontano. Il mito e il rito da Caere a Vetulonia” al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” a Vetulonia (foto muvet)

Protagoniste esclusive dell’allestimento sono quattro lastre etrusche in terracotta dipinta provenienti da scavi clandestini presso Cerveteri, l’etrusca Caere, salvate dal mercato illegale grazie all’insostituibile attività di vigilanza, tutela, conservazione e valorizzazione che la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale svolge da sempre in piena e fruttuosa collaborazione con le forze dell’ordine e in particolare con la Sezione Tutela Beni Demaniali e di Interesse Pubblico della Guardia di Finanza di Roma. Le lastre sono dei veri “quadri” su cui i colori vivaci e le originali iconografie etrusche immortalano magistralmente personaggi e episodi nodali del mito greco, raccontandoli con potenza ed evocando da un singolo “fotogramma” storie antiche che intrecciano vicende umane, eroiche e divine.

Vetulonia (Gr). Al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” apre la mostra “Quadri etruschi raccontano. Le figure del mito e del rito a Vetulonia”, presentata in anteprima a TourismA 2024: quattro lastre etrusche in terracotta dipinta provenienti da scavi clandestini presso Cerveteri, e recuperate nel 2019 dalla Guardia di Finanza

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Le quattro lastre etrusche dipinte trafugate da Cerveteri e recuperate dalla Guardia di Finanza nella presentazione di TourismA 2024 (foto graziano tavan)

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Daniele Federico Maras della soprintendenza ABAP per Viterbo ed Etruria Meridionale alla presentazione a TourismA 2024 (foto graziano tavan)

L’annuncio in anteprima a TourismA 2024 nell’incontro “Archeologia… che passione! Mille uno modi per raccogliere l’Antico” a cura di Simona Rafanelli direttore del museo civico archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia con l’intervento di Daniele Federico Maras della soprintendenza ABAP per Viterbo ed Etruria Meridionale “Quadri etruschi raccontano. Le figure del mito e del rito a Vetulonia”: sullo schermo ecco scorrere le straordinarie immagini di quattro lastre etrusche in terracotta dipinta provenienti da scavi clandestini presso Cerveteri, l’etrusca Caere, salvate dal mercato illegale grazie all’insostituibile attività di vigilanza, tutela, conservazione e valorizzazione che la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale svolge da sempre in piena e fruttuosa collaborazione con le forze dell’ordine e in particolare con la Sezione Tutela Beni Demaniali e di Interesse Pubblico della Guardia di Finanza di Roma.

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Locandina della mostra “Quadri etruschi raccontano. Il mito e il rito da Caere a Vetulonia. Un nuovo straordinario recupero della Guardia di Finanza” al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia dal 27 marzo al 5 maggio 2024

Ora ci siamo. Mercoledì 27 marzo 2024, alle 17, al museo civico archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia inaugurazione della mostra “Quadri etruschi raccontano. Il mito e il rito da Caere a Vetulonia. Un nuovo straordinario recupero della Guardia di Finanza” promossa dalla direzione scientifica del MuVet e dal Comune di Castiglione della Pescaia (Gr). Dopo i saluti istituzionali di Elena Nappi, sindaco del Comune di Castiglione della Pescaia, intervengono Margherita Eichberg, soprintendente Archeologia Belle arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria Meridionale; Daniele Federico Maras, Leonardo Bochicchio e Rossella Zaccagnini, soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria Meridionale; Cap. Manuel Carbonara e Lgt. CS Fabio Calabrese, Sezione Tutela Beni Demaniali e di Interesse Pubblico della Guardia di Finanza di Roma. Chiude Simona Rafanelli, direttore scientifico del MuVet. A seguire visita libera alla mostra. Evento gratuito.

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Lastra dipinta etrusca arcaica da Cerveteri: il combattimento tra Achille e Pentesilea, in cui la regina delle Amazzoni si lancia, contro l’eroe greco che la sconfiggerà (foto sabap vt-em)

Le lastre sono dei veri “quadri” su cui i colori vivaci e le originali iconografie etrusche immortalano magistralmente personaggi e episodi nodali del mito greco, raccontandoli con potenza ed evocando da un singolo “fotogramma” storie antiche che intrecciano vicende umane, eroiche e divine. Esposte al pubblico per la seconda volta dalla scoperta, saranno in mostra al MuVet dal 27 marzo al 5 maggio 2024.

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Lastra dipinta etrusca del VI secolo a.C. da Cerveteri: coppia di aruspici al lavoro (foto sabap vt-em)

Nel 2022, a tre anni dal loro recupero a Cerveteri, avvenuto nel 2019, da parte della Guardia di Finanza nel corso di un’operazione contro il mercato illecito delle opere d’arte, le quattro lastre dipinte etrusche di terracotta del VI sec. a.C., restaurate in un complesso intervento di conservazione a cura di Antonio Giglio, avevano cominciato cominciano a svelare le loro “storie” nell’incontro promosso dalla soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Viterbo e dell’Etruria meridionale in occasione delle Giornate europee dell’archeologia con la loro presentazione in anteprima al pubblico nella sede della Sabap a Palazzo Patrizi Clementi di Roma (vedi Roma. Presentate e illustrate per la prima volta al pubblico le quattro lastre dipinte etrusche di terracotta, del VI sec. a.C., recuperate a Cerveteri nel 2019 dalla Guardia di Finanza. Saranno esposte nel Castello di Santa Severa | archeologiavocidalpassato).