Altino (Ve). Al museo Archeologico nazionale la visita guidata “L’abbigliamento nell’antichità”

Collana in faience e conchiglia e un ago-forcina per capelli in osso esposti nella mostra “Modus vivendi” al museo Archeologico nazionale di Altino (foto drm-veneto)
Le donne altinati indossavano gioielli creati con i materiali più diversi: i ritrovamenti ci mostrano ornamenti fatti anche con materie organiche o semi-preziose. Venerdì 21 febbraio 2025, alle 15.30, al museo Archeologico nazionale di Altino, la visita guidata “L’abbigliamento nell’antichità” permetterà di esplorare la moda e l’abbigliamento nell’antichità, in omaggio al tema della 𝐺𝑖𝑜𝑟𝑛𝑎𝑡𝑎 𝑁𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑅𝑖𝑠𝑝𝑎𝑟𝑚𝑖𝑜 𝐸𝑛𝑒𝑟𝑔𝑒𝑡𝑖𝑐𝑜 𝑒 𝑑𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑆𝑡𝑖𝑙𝑖 𝑑𝑖 𝑉𝑖𝑡𝑎 𝑆𝑜𝑠𝑡𝑒𝑛𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖. Visita gratuita per gli abbonati, inclusa nel biglietto d’ingresso per gli altri. Su prenotazione. Info e prenotazioni: drm-ven.museoaltino@cultura.gov.it, 0422789443. Tra gli oggetti ritrovati durante gli scavi nella cloaca ed esposti nella mostra “Modus Vivendi”, si può osservare una collana in faience e conchiglia (I secolo d.C.): la faïence è una pasta di quarzo di produzione egizia, usata per creare piccoli oggetti e ornamenti, come le perle turchesi a forma di melone di questa collana; e anche un ago-forcina per capelli in osso (I secolo d.C.), a cruna multipla. I fili colorati sono stati aggiunti durante l’allestimento della mostra.
Altino (Ve). Nuova campagna di scavo nel quartiere residenziale augusteo: si svuota la cloaca scoperta l’anno scorso i cui materiali restituiti sono nella mostra “Modus Vivendi”, in vista della sua musealizzazione

Quartiere residenziale augusteo di Altino (Ve): il cantiere di scavo nella cloaca (foto drm-veneto)

Quartiere residenziale augusteo di Altino (Ve): il cantiere di scavo nella cloaca (foto drm-veneto)
Nell’area archeologica di Altino (Ve) è ripreso il cantiere di scavo del quartiere residenziale augusteo partendo dalla cloaca, scoperta nel 2022 (vedi Scoperte ad Altino. Dagli scavi dell’area residenziale emerge un’imponente cloaca, parte di un sistema fognario pubblico. E, sul fondo, lucerne vasellame oggetti per la cura del corpo. Questi ritrovamenti saranno svelati in anteprima nell’iniziativa “Scavi aperti” | archeologiavocidalpassato): dal “nuovo” lotto di scavi ad Altino iniziati in marzo 2022, condotti sul campo dalla società cooperativa Petra di Padova e diretti dal Museo in collaborazione con la soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna, erano infatti emerse delle scoperte inaspettate: in particolare le basi molto ben conservate di una struttura imponente, una cloaca, probabilmente costruita nello stesso periodo in cui la città si ampliò, interrando il canale con l’accesso acqueo.

Lucerna dalla cloaca scoperta nell’area archeologica di Altino (foto drm-veneto)

Una perla dalla cloaca scoperta nell’area archeologica di Altino (foto drm-veneto)
La cloaca, durante gli scavi della scorsa estate, ha restituito reperti molto interessanti che ora sono esposti nella mostra “Modus Vivendi” (vedi Altino. Al museo nazionale e area archeologica “Modus vivendi”: giornata speciale per la Notte europea dei Musei. Visita allo scavo della cloaca, inaugurazione mostra sulla vita quotidiana nella città antica attraverso i reperti da poco scoperti, apertura serale straordinaria | archeologiavocidalpassato): ci sono i profumi e gli unguenti per la cura del corpo, le perle in pasta di quarzo che ornavano collane e pendenti, le forcine per capelli dalle quali scendevano fili colorati ma anche le lucerne (piccole lampade portatili) decorate che servivano ad illuminare gli ambienti chiusi, diverso vasellame in ceramica o vetro, pettini di legno di bosso e perfino pedine, gocce di vetro blu e nero, per giocare nel tempo libero e un calamaio (probabilmente prodotto nel sud della Gallia).

Quartiere residenziale augusteo di Altino (Ve): il cantiere di scavo nella cloaca (foto drm-veneto)

Quartiere residenziale augusteo di Altino (Ve): il cantiere di scavo nella cloaca (foto drm-veneto)
In questi primi giorni di agosto 2023 gli archeologi impegnati nelle ricerche stanno svuotando la cloaca nella parte centrale e nelle aree laterali: queste aree non erano state indagate lo scorso anno per motivi di conservazione e per non minare la stabilità della struttura. Oltre all’acquisizione di nuove informazioni il cantiere, che vede al lavoro archeologi e restauratori, servirà per preparare la valorizzazione del tratto di cloaca che, in futuro, rimarrà esposto e visibile ai visitatori.
Altino (Ve). Marianna Bressan, dopo quattro anni e mezzo, chiude il suo incarico alla direzione del museo nazionale e dell’area archeologica. Nell’annunciarlo, traccia un breve bilancio, con qualche ricordo, qualche ringraziamento e qualche auspicio (il parco archeologico)

Marianna Bressan, direttrice del museo Archeologico nazionale e dell’area archeologica di Altino (foto graziano tavan)

Il giardino del museo Archeologico nazionale di Altino: è l’rea dove è stato scoperto il santuario del dio Altino (foto drm-veneto)
“Quattro anni e mezzo di lavoro intenso e appassionante”: così Marianna Bressan, direttrice del museo nazionale e dell’area archeologica di Altino (Ve), sintetizza il suo mandato nell’annunciare la conclusione del suo incarico il 30 maggio 2023. “Nuove sfide mi impegnano altrove, ma un pezzetto di cuore resta ad Altino, città sepolta e paesaggio immobile, museo del passato e parco del futuro”. E traccia un breve bilancio, con qualche ricordo, qualche ringraziamento e qualche auspicio. “Dal 2019, sotto l’occhio severo degli Antenati Altinati, con una squadra di colleghi esigua di numero, ma forte nelle competenze e nella passione, e rafforzatasi strada facendo, abbiamo lavorato per riallacciare i fili allentati tra istituto nazionale e territorio, tra archeologia e paesaggio, tra patrimonio archeologico e persone” (vedi Altino (Ve). Marianna Bressan, direttrice del museo Archeologico nazionale, presenta “Stratigrafie sonore”, installazione sonora e visiva degli artisti dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, che arricchisce la mostra “Antenati, Altinati” e dà voce agli antichi altinati sepolti lungo le vie consolari che entravano in Altino | archeologiavocidalpassato).

Nell’area del quartiere residenziale augusteo dell’area archeologica di Altino (Ve) scoperte tracce di strutture piro-tecnologiche (foto drm-veneto)
“Nei due anni di pandemia”, ricorda Bressan, “quando non si poteva aprire al pubblico, abbiamo approfittato per progettare e gettare le basi dei lavori, di cui oggi si vedono i primi frutti. Il progetto di allestimento della sezione della necropoli romana, scritto con De Paoli De Franceschi Baldan architetti, è concluso e i lavori avviati. Le aree archeologiche hanno conosciuto nuovi scavi (a cura di P.ET.R.A. società cooperativa) e i primi risultati sono esposti nella mostra “Modus vivendi” in collaborazione con il museo della Bonifica di San Donà di Piave e la Regione del Veneto (vedi Altino. Al museo nazionale e area archeologica “Modus vivendi”: giornata speciale per la Notte europea dei Musei. Visita allo scavo della cloaca, inaugurazione mostra sulla vita quotidiana nella città antica attraverso i reperti da poco scoperti, apertura serale straordinaria | archeologiavocidalpassato). Il nuovo deposito in Sala Colonne è allestito e operativo, mentre un profondo riordino è in corso nei depositi storici, grazie alla collaborazione della ditta Malvestio & C. snc con Giovanna Sandrini e Silva Bernardi. L’area della città antica è stata dichiarata di interesse archeologico e, in virtù del vincolo, alcuni terreni sono stati acquisiti alla proprietà demaniale e per altri si sono avviate le trattative. Abbiamo concesso in uso agrario i terreni privi di resti archeologici a vista, indicando in accordo con la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna rigorose prescrizioni di tutela, e individuato come concessionario Anticamente – Pane coraggioso e farine combattenti, giovane azienda agricola del territorio che fa agri-cultura“.

Rendering dello spazio riorganizzato davanti all’Altino Lab nel progetto dello Studio di Architettura ddba
“L’attenzione intorno al sito – continua la direttrice uscente – si è risvegliata, anche grazie al lavoro della nostra social media manager Eleonora Brunori, del nostro Ufficio Stampa Alice D’Este, dell’immagine coordinata curata da Mirko Visentin. Il ministero della Cultura, cui l’istituto altinate afferisce, ha investito per svilupparne le potenzialità culturali, sociali ed economiche e nel 2021 l’ha finanziato come cantiere della cultura. Grazie a questi fondi, nel giro di pochi mesi Altino diventerà più accessibile anche per le persone con disabilità in virtù dello studio di Francesca Farroni, nelle aree archeologiche si aggiorneranno percorsi e arredi, si costruirà un nuovo deposito, che – come la Sala Colonne – sarà un luogo aperto alla ricerca e al pubblico, e porterà nuova linfa al comparto novecentesco del museo, composto da AltinoLab, dai depositi storici e dal loro nesso con l’area archeologica (progetto De Paoli De Franceschi Baldan architetti). Stiamo lavorando al GIS di Altino con Archeozoom di Alessandro Pellegrini e al sistema informativo correlato con Sputnik”.

Un animato laboratorio didattico al museo Archeologico nazionale di Altino (foto museo di Altino)
“Abbiamo cercato di metterci in sintonia con le persone”, sottolinea Bressan. “Bambine e bambini, persone con disabilità, persone interessate non specialiste, studiosi e studiose: abbiamo messo a disposizione professionisti di didattica museale per le esigenze di ciascuno (Studio D archeologia didattica museologia, Tramedistoria), attivato l’abbonamento al Museo, programmato il calendario degli eventi mese per mese. Ci siamo divertiti con l’archeologia sperimentale di Tramedistoria all’AltnoFest (vedi Al museo nazionale e area archeologica di Altino (Ve) l’artigianato dei Veneti antichi prende vita ad Altino-fest, il primo festival di archeologia imitativa. Quattro laboratori aperti a tutti (argilla, ambra, lamina, tessitura) e due forni per la fusione del bronzo e la lavorazione del vetro | archeologiavocidalpassato), con la

Danza e lirica tra i reperti al museo Archeologico nazionale di Altino con gli artisti di Fuoriclassico (foto drm-veneto)
danza di Fuoriclassico APS, con la mostra fotografica di associazione IRIS APS, con la performance visiva e sonora di Accademia di Belle arti di Venezia, come lo faremo il 17 giugno 2023 con l’oculus realizzato in collaborazione con BigRock e Fondazione di Venezia. Tutte le manifestazioni performative hanno sempre avuto un’unica direzione artistica: intrecciarsi sempre con il patrimonio archeologico altinate, rappresentare un linguaggio diverso, insolito, inaspettato per comunicarlo. Abbiamo camminato al fianco del Comune di Quarto d’Altino (vedi Altino. Si inaugura la pista ciclo-pedonale che porta al museo nazionale, step importante verso il parco archeologico | archeologiavocidalpassato), lavorato con tutte le scuole e in particolare con l’IC Roncalli di Quarto d’Altino, iniziato un percorso di sviluppo turistico grazie allo studio in corso a cura di Sophia Management”.

Suggestiva immagine del museo Archeologico nazionale di Altino ai margini della laguna di Venezia (foto drm-veneto)
A Marianna Bressan rimane un sogno: “Per ora nel cassetto – ammette -, non ancora realizzato: trasformare l’istituto da museo nazionale e area archeologica di Altino a parco archeologico di Altino. L’istanza è depositata presso gli uffici preposti del ministero della Cultura, non resta che attendere la decisione in merito, con le dita incrociate (vedi Parco archeologico di Altino: presentato il progetto finanziato dal Mic che fonde museo e area archeologica in un unico percorso più fruibile al pubblico per raccontare la storia di un luogo e del suo paesaggio speciale. Due anni per realizzarlo | archeologiavocidalpassato). Le persone che ho incontrato durante questi anni, colleghi e colleghe del Museo, professioniste e professionisti esterni all’ufficio, sono state decisive per raggiungere questi risultati. A ognuna di loro, una per una, va il mio più riconoscente ringraziamento, in particolare a quelle tra loro che hanno contribuito ogni giorno a creare e mantenere un clima sereno, che ci ha permesso di lavorare in armonia nonostante le difficoltà e i sovraccarichi”.

Marianna Bressan, direttrice del museo nazionale e area archeologica di Altino (foto graziano tavan)
È il momento dei saluti. “Buon lavoro a chi verrà e buona Altino a tutte e tutti voi, visitatori e visitatrici, studiosi e appassionati, cittadini del territorio e del mondo. Questo patrimonio è di tutti e di ciascuno, e solo con la nostra cura quotidiana e costante si potrà dire veramente valorizzato nel presente e trasmesso alle generazioni future”.
Altino. Al museo nazionale e area archeologica “Modus vivendi”: giornata speciale per la Notte europea dei Musei. Visita allo scavo della cloaca, inaugurazione mostra sulla vita quotidiana nella città antica attraverso i reperti da poco scoperti, apertura serale straordinaria
La Notte Europea dei Musei al museo nazionale e area archeologica di Altino si festeggia alla grande. Sabato 13 maggio 2023 è in programma una giornata ricca di eventi. Si inizia alle 17.30, con “Modus Vivendi – Lo scavo”: visita allo scavo della cloaca, scoperta durante le indagini archeologiche del 2022, a cura della direttrice Marianna Bressan. La visita, su prenotazione, è gratuita per gli abbonati e ha il costo di 1 euro per gli altri. Quindi alle 19, “Modus vivendi”: inaugurazione della mostra “Modus vivendi”, evocativo allestimento di una selezione di reperti provenienti dalla cloaca scoperta con gli scavi del 2022. La mostra è stata curata dal museo nazionale e area archeologica di Altino, in collaborazione con il museo della Bonifica di San Donà di Piave, Petra soc. coop. e co-finanziato dalla Regione Veneto (L.R. 17/2019 “Legge per la cultura” annualità 2022) e dal ministero della Cultura – Piano Strategico Grandi Progetti Beni Culturali. Coordinamento scientifico e testi: Marianna Bressan. Collaborazione scientifica: Francesca Ballestrin, Leonardo Bernardi, Sara Campaner, Paolo Marcassa, con il contributo di Francesca Mombelli. L’evento è gratuito per gli abbonati e incluso nel biglietto d’ingresso per gli altri. Infine, dalle 19 alle 22, “Notte Europea dei Musei”: il museo di Altino festeggia la Notte Europea dei Musei con un’apertura serale straordinaria, con ingresso a 1 euro.


Marianna Bressan, direttrice del museo nazionale e area archeologica di Altino (foto graziano tavan)
Mostra “Modus vivendi”. Una tavola imbandita, una luce fioca e diverse persone vestite in modo elegante in attesa della cena. Tra i reperti emersi dalla cloaca scoperta nel 2022 nell’area archeologica di Altino non manca davvero nulla per immaginare quei momenti. La vita quotidiana si svela attraverso gli oggetti e racconta un mondo. Ci sono i profumi e gli unguenti per la cura del corpo, le perle in pasta di quarzo che ornavano collane e pendenti, le forcine per capelli dalle quali scendevano fili colorati ma anche le lucerne (piccole lampade portatili) decorate che servivano ad illuminare gli ambienti chiusi, diverso vasellame in ceramica o vetro, pettini di legno di bosso e perfino pedine, gocce di vetro blu e nero, per «giocare» nel tempo libero e un calamaio (probabilmente prodotto nel sud della Gallia). “Questa mostra è per noi il primo passo per condividere con i nostri visitatori quello che è emerso dagli scavi in corso”, spiega Marianna Bressan, direttrice del museo nazionale e area archeologica di Altino, “si tratta di una selezione di reperti che ci permettono di raccontare la vita quotidiana altinate ma allo stesso tempo la rivoluzione che sta avvenendo al Museo. Grazie alle collaborazioni con gli enti istituzionali e privati l’accesso agli scavi sarà sempre più agile e la conoscenza delle scoperte sarà sempre più accessibile e approfondita in vista della nascita del Parco Archeologico”.

Frammento di oggetto in vetro colorato dalla cloaca scoperta nell’area archeologica di Altino (foto drm-veneto)

Lucerna dalla cloaca scoperta nell’area archeologica di Altino (foto drm-veneto)
I reperti. La mostra partirà proprio dagli oggetti di uso quotidiano, che in una sorta di istantanea del I secolo d.C. saranno in grado di raccontare la vita delle persone che frequentavano il quartiere. I reperti saranno esposti in un allestimento evocativo, pensato per mostrare al pubblico gli oggetti rinvenuti sul fondo della cloaca scoperta con gli scavi del 2022. Ci sono recipienti di vetro di colori vivaci, suppellettili di ceramica decorate che facevano parte dell’arredo della casa ma anche un raro balsamario blu con inserti in foglia d’oro che serviva a contenere profumi o unguenti per la cura del corpo. In tutto l’Impero romano se ne conoscono soltanto nove di simili, ma questo è l’unico che proviene con sicurezza da un contesto archeologico urbano datato con precisione. La mostra esporrà inoltre tre coppette decorate che vivacizzavano la tavola imbandita e le lucerne, piccole lampade portatili, qui in due esemplari decorati a rilievo. Non mancano gli oggetti “preziosi”. Le perle in pasta di quarzo, a forma di melone, che facevano parte di collane. L’ago, anch’esso di osso era una forcina per capelli: i fori potevano accogliere piccole spille di metallo o fili colorati, per impreziosire le acconciature femminili.

Una perla dalla cloaca scoperta nell’area archeologica di Altino (foto drm-veneto)
La dieta e l’ambiente. I resti vegetali e animali che, insieme agli oggetti, si sono conservati sul fondo della cloaca grazie alle condizioni di forte umidità, sono, oggi, eloquenti testimoni del modo di vivere dei nostri antenati altinati. Ci sono ad esempio resti di suini in giovane età con tracce di macellazione su alcune mandibole che fanno intuire l’apprezzamento di tagli di carne particolari, come il “guanciale” ma la dieta includeva parecchi molluschi di mare: ostriche, murici, canestrelli. Questo possibilità di lettura del passato ha ispirato l’idea della collaborazione tra il museo nazionale e area archeologica di Altino e il MUB – Museo della Bonifica di San Donà di Piave: il primo custodisce la memoria degli abitanti dell’area altinate nel millennio a cavallo della nostra era, il secondo conserva le attestazioni delle tradizioni culturali e materiali di età moderna dei territori restituiti con le bonifiche ottocentesche; i due sono dunque legati da un filo sottile e resistente, che cuce tra loro manifestazioni lontane della vita umana, nelle somiglianze e nelle differenze.

Lucerna dalla cloaca scoperta nell’area archeologica di Altino (foto drm-veneto)
La cloaca. La cloaca scoperta nel 2022 è un’infrastruttura sotterranea del quartiere urbano conservato nell’area archeologica del decumano. Questo quartiere fu uno dei primi a essere scoperto dell’Altino romana, negli anni Sessanta; successivamente fu interessato da scavi a più riprese, fino ai primi anni Novanta, senza che ne venissero esaurite le potenzialità archeologiche. Nel 2022, nell’ambito del progetto tutt’ora in corso, che mira a qualificare Altino come parco archeologico, si è presentata l’occasione di riprendere a scavare. Ad occuparsi degli scavi è stata la società P.ET.R.A. soc. coop (direzione lavori Massimo Dadà della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna). Da lì le sorprese inaspettate. Quello che all’inizio sembrava un residuo di muretti mal conservati si è rivelato il corpo di un imponente manufatto funzionale allo smaltimento idrico che ha permesso e oggi di raccontare i dettagli della vita quotidiana degli abitanti della zona.




I reperti. I reperti più interessanti ritrovati nella cloaca sono esposti nella mostra “Modus vivendi” inaugurata a maggio 2023 e ancora visibile al museo (La mostra è stata ideata in collaborazione con il MUB – museo della Bonifica di San Donà di Piave e P.ET.R.A. soc. coop con il contributo di Regione del Veneto L.R. 17/2019 “Legge per la cultura”, annualità 2022 e di ministero della cultura Piano Strategico Grandi Progetti Beni Culturali). Nella mostra si possono vedere recipienti di vetro di colori vivaci, suppellettili di ceramica decorata che facevano parte dell’arredo della casa ma anche un raro balsamario blu con inserti in foglia d’oro che serviva a contenere profumi o unguenti per la cura del corpo (in tutto l’Impero romano se ne conoscono soltanto nove di simili). Dall’allestimento facevano capolino tre coppette decorate che vivacizzavano la tavola imbandita e le lucerne, piccole lampade portatili ma anche gli oggetti “preziosi”, perle in pasta di quarzo, a forma di melone, che facevano parte di collane di uso quotidiano o l’ago, anch’esso di osso, che era una forcina per capelli.
Gli scavi sono ripresi grazie a un finanziamento ad hoc erogato per la prima volta da parte del ministero della cultura, in particolare della direzione generale Musei, e destinato proprio a campagne di scavo nei parchi archeologici nazionali (svolti oggi ad Altino dalla SAP Società archeologica). Il museo archeologico e l’area archeologica di Altino inoltre sono infatti ufficialmente diventati un Parco archeologico. Con il decreto del ministero della Cultura di marzo scorso (il decreto di istituzione del Parco è il numero 57 del 15 marzo 2024) il percorso cominciato tre anni fa è arrivato a compimento dando la spinta definitiva al nuovo progetto.
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