Bimillenario di Augusto. Mostre ed eventi a Roma dal’Ara Pacis (L’arte del comando) ai Mercati Traianei (La città di Augusto) e al foro di Augusto rivive la romanità con Piero e Alberto Angela
A Roma si susseguono mostre ed eventi per celebrare il bimillenario di Augusto. “L’arte del comando. L’eredità di Augusto”, al Museo dell’Ara Pacis fino al 7 settembre, è una tappa fondamentale per approfondire le principali politiche culturali e di propaganda messe in atto da Augusto nel suo principato e replicate nei secoli per il loro carattere esemplare. Le 12 sezioni della mostra, articolate per temi ed epoche storiche differenti, illustrano in che modo imperatori come Carlo Magno, Federico II, Carlo V o Napoleone, per citarne solo alcuni, nel corso della storia abbiano reinterpretato “l’arte del comando” di Augusto a volte con formule molto vicine o identiche. Sono esposti incisioni, dipinti, monete, mosaici, acqueforti, oli, sculture e gemme grazie ai prestiti di prestigiosi istituti culturali, dagli Uffici ai Musei Vaticani, dal museo di Capodimonte alla Galleria Borghese, da Palazzo Barberini al museo etrusco di Villa Giulia, solo per citarne alcuni. “La propaganda augustea si basava sulla discendenza della gens Julia dall’eroe troiano Enea, il figlio di Anchise e della dea Venere già noto dalla tradizione epica greca e romana e protagonista nel Lazio di antichi miti di fondazione”, spiegano i curatori della mostra Claudio Parisi Presicce e Orietta Rossini. “Il principe ebbe però l’abilità di commissionare una serie di opere che sistematizzavano le origini troiane di Roma e al tempo stesso quelle della sua stessa famiglia, in modo tale che la sua ascesa al potere apparisse agli occhi dei contemporanei non solo legittima ma predestinata. A questo scopo commissionò opere come l’Eneide, l’arredo simbolico del suo Foro e l’Ara Pacis, facendo della propaganda un’arte e affidando alle creazioni delle migliori menti del suo tempo la sua stessa immagine. Augusto seppe scegliere i suoi collaboratori e con loro adattò al suo regime il mito dell’età dell’oro, quando il tempo ricomincia il suo ciclo e riporta tra gli uomini semplicità di costumi, prosperità e pace universale”. Queste due leve, usate dal circolo augusteo per gettare le basi dell’immaginario imperiale, furono così efficaci che la discendenza divina dell’imperatore e la pace augustea saranno fonte d’ispirazione nei secoli per gli assolutismi a venire.
L’evento “Keys To Rome”, ai Mercati di Traiano Museo dei Fori Imperiali dal 24 settembre 2014 al 12 aprile 2015 ha come tema centrale della mostra “Le Chiavi di Roma. La città di Augusto”. L’esposizione, ideata e curata dalla soprintendenza Capitolina e dal CNR, è un evento organizzato dalla più grande rete di eccellenza europea sui Musei Virtuali, V-MUST, coordinata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche. Quattro città forniranno quattro prospettive diverse sulla cultura romana: il cuore di Roma, con il Museo dei Fori Imperiali; Alessandria d’Egitto, nelle splendide sale della Biblioteca Alessandrina; Amsterdam con l’innovativo Museo Allard Pierson e, infine, Sarajevo all’interno della storica biblioteca, sede del municipio, da poco restaurata. Le quattro città, che simboleggiano i “quattro angoli” del mondo romano, sono alla base dell’idea della mostra europea e saranno un’occasione senza precedenti per guardare all’Impero da punti di osservazione storici, geografici, culturali e umani molto diversi. Al centro dell’esperienza museale, un percorso fatto di filmati, di sistemi di interazione naturale e applicazioni mobili, guiderà il visitatore a ripercorrere la storia romana, grazie a due protagonisti, un vecchio mercante e suo nipote, che dovranno ritrovare gli oggetti appartenuti alla famiglia e svelarne i segreti, usando le chiavi di Roma, nell’unico giorno in cui il dio Giano consentirà di aprire le porte del tempo. Nella Grande Aula del Museo, una mappa della città darà al visitatore la sensazione di “camminare” nella Roma di duemila anni fa. Il Foro di Augusto, il suo Mausoleo, l’Ara Pacis e gli altri monumenti, “emergeranno” dalla mappa e racconteranno la propria storia. Due busti di Augusto e Agrippa – il suo “braccio destro” – si animeranno e parleranno delle strategie e degli avvenimenti storici che hanno permesso l’irresistibile ascesa del princeps e la trasformazione della città. Infine, videopannelli presenti lungo il percorso espositivo illustreranno le novità scientifiche sugli ultimi scavi, testimoniando la continua ricerca e la presenza sul territorio degli archeologi della soprintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Nell’ambito delle attività collaterali che arricchiranno ulteriormente l’evento, verrà anche organizzata la “Digital Museum Expo”, esposizione e workshop rivolti a professionisti e operatori del settore, che presenteranno le soluzioni tecnologiche più recenti, create per i musei del futuro. L’Expo sarà visitabile a Roma, sempre all’interno del Museo dei Fori Imperiali, per una settimana, dal 24 al 28 settembre 2014. Verrà poi spostato a turno nelle altre quattro sedi di “Keys to Rome” tra ottobre e dicembre.
Ma si potrà anche «camminare» nella Roma Augustea scoprendo luoghi suggestivi e testimonianze architettoniche importanti dell’azione innovatrice di Augusto. “Foro di Augusto. 2000 anni dopo” è un progetto spettacolare ideato e curato da Piero Angela e Paco Lanciano con la storica collaborazione di Gaetano Capasso. Grazie ad appositi sistemi audio con cuffie gli spettatori (durata 40 minuti; max 200 persone; le giornate di pioggia saranno recuperate) possono ascoltare la musica, gli effetti speciali e il racconto di Piero Angela in 6 lingue, italiano, inglese, francese, russo, spagnolo e giapponese, tutte le sere fino al 27 settembre in tre repliche alle 21, alle 22 e alle 23 da via Alessandrina, proprio affacciati sul Foro di Augusto. “Utilizzando le tecnologie più all’avanguardia”, spiega Renzo De Simone, “il progetto illustra in modo puntuale il sito archeologico situato lungo via dei Fori Imperiali e adiacente a via Alessandrina partendo da pietre, frammenti e colonne presenti. Gli spettatori sono accompagnati dalla voce di Piero Angela e da magnifici filmati e ricostruzioni che mostrano i luoghi così come si presentavano all’epoca di Augusto: una rappresentazione emozionante ed allo stesso tempo ricca di informazioni dal grande rigore storico e scientifico”. Le tribune ideate per ospitare il pubblico e l’impianto tecnico necessario (luci, proiettori, computer ecc.) sono stati realizzati, in accordo con la soprintendenza Capitolina, con l’obiettivo di ridurre al minimo l’impatto visivo sull’area archeologica. Disposte su due file parallele, le tribune sono contenute interamente dal marciapiede di via Alessandrina e composte da 7 moduli interrotti dalle scale a doppia rampa per un’altezza totale di circa 2,60 metri più il parapetto alto 1 metro. “Pur spaziando su vari aspetti di quel fenomeno unico che fu la romanità”, continua De Simone, “il racconto è sempre ancorato al sito di Augusto, utilizzando in modo creativo i resti del Foro per cercare di far parlare il più possibile le pietre. Oltre alla ricostruzione fedele dei luoghi, con effetti speciali di ogni tipo, il racconto si sofferma sulla figura di Augusto, la cui gigantesca statua, alta ben 12 metri, dominava l’area accanto al tempio. Con Augusto Roma ha inaugurato un nuovo periodo della sua storia: l’età imperiale è stata, infatti, quella della grande ascesa che, nel giro di un secolo, ha portato Roma a regnare su un impero esteso dall’attuale Inghilterra ai confini con l’attuale Iraq, comprendendo gran parte dell’Europa, del Medio Oriente e tutto il Nord Africa. È questa dunque un’occasione – conclude – anche per raccontare che quella conquista significò l’espansione non solo di un impero, ma anche di una grande civiltà, che ha portato con sé cultura, tecnologia, regole giuridiche, arte. In tutte le zone dell’Impero ancora oggi sono rimaste le tracce di quel passato, con anfiteatri, terme, biblioteche, templi, strade”. Dopo Augusto, del resto, molti altri imperatori lasciarono la loro traccia nei Fori Imperiali costruendo il proprio Foro. “Roma – ricorda Alberto Angela – a quel tempo contava più di un milione di abitanti: nessuna città al mondo aveva mai avuto una popolazione di quelle proporzioni; solo Londra nell’800 ha raggiunto queste dimensioni. Era la grande metropoli dell’antichità: la capitale dell’economia, del diritto, del potere e del divertimento”.
Infine c’è lo spettacolo d’eccezione ‘Tyrtarion”: per celebrare Augusto andrà in scena nella cornice suggestiva dei Mercati di Traiano il 30 agosto alle 19 con replica il 31 agosto. I poeti di età augustea “cantati” e musicati dagli studenti dell’Accademia Vivarium Novum: Virgilio, Orazio, Ovidio, Catullo torneranno a essere recitati e cantati per celebrare l’Imperatore Augusto nella lingua dell’antica Roma: il latino.
Bimillenario di Augusto. Il 19 agosto Ara Pacis “a colori” aperta fino a mezzanotte insieme alla mostra “l’arte del comando”
19 agosto 14 d.C. – 19 agosto 2014: nel giorno del bimillenario della morte del primo imperatore di Roma, Caio Giulio Cesare Ottaviano Augusto, Roma gli dedica una giornata particolare che, per quanti hanno la fortuna di essere nella città eterna, è un’occasione unica: dalle visite guidate del mattino all’esperienza emozionale all’Ara Pacis la sera. Entrano così nel vivo le celebrazioni del Bimillenario della morte di Augusto, che da settembre a Roma proporranno una ricchissima offerta di proposte e iniziative. Come si diceva, innanzitutto le visite guidate nei “luoghi di Augusto” organizzate dalla soprintendenza Capitolina per il bimillenario: nella mattinata di martedì 19 è previsto un ciclo di visite al Mausoleo di Augusto che si terrà secondo il seguente programma; a ciascuna potranno partecipare non più di trenta persone previa prenotazione allo 060608. Alle 9.30 visita tenuta da Elisabetta Bianchi, archeologa della soprintendenza Capitolina; alle 10.30 visita tenuta da archeologa della soprintendenza Capitolina; alle 11.30 visita tenuta da Simonetta Serra, archeologa della soprintendenza Capitolina.
Ma è alla sera che c’è il clou con l’apertura fino a mezzanotte dell’Ara Pacis, l’altare dedicato da Augusto nel 9 a.C. alla Pace nell’età augustea, intesa come dea romana, e posto in una zona del Campo Marzio consacrata alla celebrazione delle vittorie, luogo emblematico perché posto a un miglio (1472 m) dal pomerium, limite della città dove il console di ritorno da una spedizione militare perdeva i poteri ad essa relativi (imperium militiae) e rientrava in possesso dei propri poteri civili (imperium domi). Il 19 agosto il Museo dell’Ara Pacis apre dalle 21 alle 24 per poter ammirare sia la proiezione de “I Colori dell’Ara” sia la mostra “L’arte del comando. L’eredità di Augusto” al costo del biglietto di 11 euro. Ultimo ingresso previsto alle 23. La tecnica di proiezione, realizzata in digitale, consente di modificare e modulare i profili e i colori in tempo reale. La scelta delle singole colorazioni dell’Ara Pacis è stata operata sulla base di analisi di laboratorio, confronti con la pittura romana, specialmente pompeiana, e ricerche cromatiche su architetture e sculture antiche.
Sull’ipotesi della colorazione originaria dell’Ara Pacis ha lavorato negli anni passati un gruppo di studio nato in occasione dell’allestimento del nuovo Museo. In particolare è stato approntato un modello tridimensionale dell’altare sul quale è stata applicata la restituzione del colore secondo criteri filologici e storico-stilistici. Dal modello è nata l’idea di proiettare direttamente sulle superfici in marmo dell’altare raggi di luce colorata, per ricreare, senza rischio per la sua conservazione, l’effetto totale e realistico della policromia originaria. L’approccio resta comunque critico: non si vuole colorare l’Ara Pacis “com’era” ma restituire, in via d’ipotesi, l’aspetto prossimo all’originale di un passato lontano ma non perduto.
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