Archivio tag | Mario Grimaldi

All’antiquarium di Boscoreale il convegno internazionale “Pompei 79 d.C. questioni di metodo e di narrazione storica”, in presenza e on line, promosso da parco archeologico di Pompei con l’Archeoclub d’Italia: esperti a confronto per due giorni sulla possibile data dell’eruzione del 79 d.C. partendo da punti di vista differenti: filologici, climatici, astrologici, ambientali, geologici, numismatici, epigrafici, archeobotanici, archeozoologici, storici e religiosi. Ecco il programma

Eruzione del Vesuvio del 79 d.C.: il 24 agosto o il 24 ottobre? O qualche altra data? Per cercare di fare un po’ di chiarezza il parco archeologico di Pompei in collaborazione con la Casa editrice Scienze e lettere e l’Archeoclub d’Italia ha chiamato esperti internazionali a confronto sulla possibile data dell’eruzione del 79 d.C. che coprì Pompei e l’intera area vesuviana. Appuntamento all’antiquarium di Boscoreale il 21 e il 22 novembre 2025 per il convegno “Pompei 79 d.C. questioni di metodo e di narrazione storica”, in presenza e in diretta streaming via zoom: https://us06web.zoom.us/j/82100155063… passcode: 317249. Un’occasione per studiosi e appassionati di archeologia per approfondire la complessa e dibattuta questione. Il Comitato scientifico e organizzativo dell’evento è costituito da Gabriel Zuchtriegel, Stefano De Caro, Nathalie de Haan, Helga Di Giuseppe, Paolo Giulierini, Mario Grimaldi, Eric M. Moormann, Domenico Palumbo, Umberto Pappalardo, Felice Senatore. La conferenza si svilupperà in due giornate di interventi e dibattiti, con la partecipazione di studiosi provenienti da diverse istituzioni accademiche nazionali e internazionali che si confronteranno e affronteranno il tema da punti di vista e metodologici differenti: filologici, climatici, astrologici, ambientali, geologici, numismatici, epigrafici, archeobotanici, archeozoologici, storici e religiosi.

Il Vesuvio chiude l’orizzonte di Pompei (foto parco archeologico pompei)

PROGRAMMA DI VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2025. La giornata inaugurale si apre alle 9,30 con i saluti istituzionali: direttore del parco archeologico Gabriel Zuchtriegel; Rosario Santanastasio, presidente nazionale Archeoclub d’Italia; Michele Martucci, coordinatore Archeoclub d’Italia Campania. Gli interventi esploreranno le motivazioni del convegno: 10.15, Helga Di Giuseppe, Mario Grimaldi, “Era d’autunno, io no, nun mme ne scordo – le ragioni del convegno”. SESSIONE MATTUTINA presiede Eric M. Moormann: 10.30, Pedar Foss, “Discovering the date of the A.D. 79 eruption in the manuscript tradition”; 11, Gabriel Zuchtrigel, Valeria Amoretti, Chiara Comegna, Alessandro Russo, “La data della distruzione di Pompei: aggiornamenti su un dibattito aperto”; 12, Nathalie de Haan e Kurt Wallat, “(Re)reading the Central Baths: Buildings Manuals and Experience on the Ground”; 12.30, Mario Grimaldi, “Le ricerche negli scavi dell’Insula occidentalis, un panorama delle conoscenze tra il 72 e il 79 d.C.”; 13, discussione; 13.30, pausa pranzo; 14.30, trasferimento al parco archeologico di Pompei con visita ai nuovi scavi e al laboratorio.

L’area archeologica di Pompei (foto parco archeologico pompei)

PROGRAMMA DI SABATO 22 NOVEMBRE 2025. La seconda giornata sarà divisa in due sessioni. SESSIONE MATTUTINA presiede Stefano De Caro. Alle 9.30, Allison Emmerson, Mary Evelyn Farrior, Mark Robinson, Jordan Rogers, “The Reed-Working of Insula I 14 at Pompeii: New Evidence for the Season of the Eruption of Vesuvius”; 10, Girolamo Ferdinando De Simone, “Ritorno a Villa della Pisanella: l’eruzione vista dalla campagna”; 10.30, Antonio Caruso, “Gli effetti dei moti astronomici della Terra sulla durata delle stagioni e impatto sul calendario annuale”; 11, pausa caffè; 11.15, Antonio Corso, “opwra e jqinopwron”; 11.45, Gaetano Di Pasquale, “L’archeobotanica come metodo di ricerca”; 12.15, Alessia D’Auria. “I materiali, le ricerche archeobotaniche e il problema della data dell’eruzione del 79 d.C.”; 12.45, discussione; 13.15, pausa pranzo. SESSIONE POMERIDIANA presiede Antonio De Simone. Alle 15, Umberto Pappalardo e Mario Grimaldi, “Sciami sismici e data dell’eruzione”; 15.30, Salvatore Ciro Nappo, “Nuovi dati sugli aspetti cronologici dei terremoti tra il 62 e il 79 d.C.”; 16, Llorent Alapont, “I calchi delle vittime dell’eruzione: un approccio ai loro tessuti indossati in quell’ultimo giorno”; 16.30, Helga Di Giuseppe, “La religio degli ultimi giorni di Pompei”; 17, Marco Di Branco, “L’eruzione del Vesuvio nelle fonti arabe”; 17.30, discussione; 17.45, tavola rotonda, presiede Paolo Giulierini, con Giuseppe Camodeca, Antonio De Simone, Eric M Moorman, Grete Stefani.

Gabriel Zuchtriegel, direttore del parco archeologico di Pompei (foto parco archeologico pompei)

“Si dice che sulla data dell’eruzione del Vesuvio ci sia un lungo dibattito, ma come si è svolto finora? Principalmente con una lunga serie di contributi -‘monologo’ che si rafforzavano o si attaccavano a vicenda”, spiega il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel. “Quando un anno fa abbiamo pubblicato un articolo sul tema, sul nostro E-Journal degli Scavi di Pompei, con il sottotitolo ‘premesse per un dibattito aperto’ volevamo mettere in evidenza questo punto: prima di esprimersi a favore di un’ipotesi, sia quella estiva sia quella autunnale, occorre dialogare. Siamo contenti che gli organizzatori del convegno e gli ospiti la vedono alla stessa maniera: saranno due giorni per celebrare la cultura del dialogo, anche e soprattutto quando non siamo tutti d’accordo”.

“La data dell’eruzione del Vesuvio è uno degli argomenti più dibattuti della storia dell’antica Pompei. Nonostante sia noto tutto, dal responsabile della catastrofe, all’anno, al mese, al giorno e all’ora di quella che fu definita dalle vittime stesse la “fine del mondo”, e siano risaputi gli antefatti, i fatti e le conseguenze grazie a un testimone oculare quale fu Plinio il Giovane, è dal 1600, cioè da prima che iniziassero gli scavi a Pompei ed Ercolano, che se ne discute. Non c’è periodo storico che non abbia prodotto una data diversa dell’eruzione che oscilla dal 24 agosto al 23 novembre”, dichiara Helga Di Giuseppe, archeologa e ricercatrice, “passando per il 23 settembre, il 24, il 30, il 31 ottobre e anche il 1° novembre del 79 d.C.. La confusione è stata generata da diverse ragioni tutte plausibili. Ma siamo sicuri di aver utilizzato un metodo di ricerca corretto nel trattamento dei dati archeologici? In collaborazione con il parco archeologico di Pompei e con Archeoclub d’Italia, il 21 e 22 novembre 2025, si tiene un convegno internazionale di carattere preminentemente metodologico al fine di riaprire una questione che sembrava chiusa definitivamente, ma che tale non è affatto. Abbiamo invitato studiosi di diverse scuole e provenienza (USA, Gran Bretagna, Grecia, Olanda, Spagna, Italia) che potessero parlarci dei codici delle lettere di Plinio, della posizione della Terra rispetto agli astri nel 79 d.C., del clima, del trattamento dei reperti botanici e zoologici, delle tecniche agrimensorie, delle stagioni, dei più recenti ritrovamenti e di nuove letture, di numismatica, di ciò che i Pompeiani indossavano in quegli ultimi giorni della loro vita, della visione degli autori antichi di quella eruzione e anche delle azioni rituali che possono essere state messe in atto dai Pompeiani rimasti in città, che – sappiamo – pregarono molto, moltissimo gli dèi al fine di scongiurare l’ineluttabile oblio. Cercheremo nuovi punti di vista per dirimere una questione che appare tutt’altro che risolta”.

Rosario santanastasio. presidente nazionale Archeoclub d’Italia (foto da FB)

“L’Archeoclub d’Italia è onorata di aver contribuito all’organizzazione di un convegno internazionale di così grande rilievo, in collaborazione con un Ente prestigioso come il parco archeologico di Pompei. L’obiettivo che ci siamo posti è quello di approfondire il tema della data dell’eruzione del Vesuvio da prospettive diverse. Riteniamo dunque questo convegno di particolare importanza”, dice Rosario Santanastasio, presidente nazionale Archeoclub d’Italia, “poiché rappresenta un’occasione di confronto e dialogo tra studiosi provenienti da tutto il mondo, che presenteranno le proprie ricerche, i metodi di indagine e le più recenti scoperte legate alla straordinaria storia della nostra terra. Desidero esprimere la mia più sincera gratitudine al dottor Gabriel Zuchtriegel per la disponibilità e la generosità dimostrate, a partire dall’ospitarci qui all’Antiquarium fino alla visita ai laboratori del Parco. Un ringraziamento speciale va anche agli archeologi Helga Di Giuseppe e Mario Grimaldi per l’impegno e la dedizione profusi nell’organizzazione dell’evento. Il ruolo dell’Archeoclub d’Italia rimane, oggi come da oltre cinquant’anni, quello di farsi promotore della conoscenza, impegnandosi a coltivarla, diffonderla e tramandarla come eredità alle generazioni future”.

Lutto nel mondo accademico, dell’archeologia e della storia antica. Si è spento all’età di 84 anni il prof. Lorenzo Braccesi, docente di Storia Antica delle università di Torino, Venezia e Padova, scrittore e saggista. Il ricordo di allievi, colleghi e dell’editoria

Il prof. Lorenzo Braccesi, grecista, scrittore e saggista, è morto all’età di 84 anni (foto archeologia viva)

Lutto nel mondo accademico, dell’archeologia e della storia antica. Il 25 agosto 2025, si è spento nell’ospedale di Fano (PU) all’età di 84 anni il prof. Lorenzo Braccesi, docente di Storia Antica delle Università di Torino, Venezia e Padova, scrittore e saggista di sempre più raffinato acume. Era nato a Pesaro nel 1941, e viveva da tempo a Montegrotto Terme (Pd) visino a quell’università, quella di Padova, dove aveva concluso la sua docenza. Già docente ordinario di Storia greca, i suoi campi di studio sono la seconda colonizzazione greca in Italia e la cultura classica antica. Lorenzo Braccesi ha fondato la rivista Hespería, Studi sulla grecità di occidente (1990). Copiosa la sua produzione scientifica. La sua ultima opera nel 2024, Druso. Un condottiero oscurato (Problemi e ricerche di storia antica n. 38, Rome, L’Erma di Bretschneider). Il cordoglio per la scomparsa del prof. Braccesi si è diffuso rapidamente, seguendo due filone principali: quello degli allievi (tanti) e colleghi che lo ricordano, e quello dell’editoria. Anch’io ho avuto la fortuna di conoscerlo, e l’onore della sua stima quando nella seconda metà degli anni ‘90 ero cronista al Gazzettino di Venezia: “Sanguigno e diretto, ma straordinario nelle sue esposizioni sempre accattivanti e originali, una manna per un giornalista. Con lui avevi sempre la “notizia” per le pagine di Cultura e un titolo d’effetto.

Riccardo Mortandello, sindaco di Montegrotto Terme con il prof. Braccesi e la moglie (foto da FB)

Il primo ricordo è quello del sindaco di Montegrotto Terme, Riccardo Mortandello, che scrive una lettera aperta “Alla moglie Graziella, ai figli, nipoti e a tutti i familiari del Professor Lorenzo Braccesi”: “È con profondo dolore che apprendo della scomparsa del Professor Lorenzo Braccesi, nostro stimato concittadino che, seppur non da tantissimi anni, aveva saputo conquistare il cuore della nostra comunità. Il professor Braccesi rappresentava una vera e propria istituzione nel mondo accademico italiano e internazionale per i suoi studi sulla cultura greca. La sua straordinaria competenza, unita a una rara capacità narrativa, gli permetteva di rendere accessibili a un pubblico ampio concetti molto complessi legati alla storia greca antica. Come Sindaco, desidero ringraziarlo per la generosità con cui fin da subito si è messo a disposizione della città di Montegrotto Terme. Il ciclo di conferenze “Montegrotto Terme 2500 anni prima” al museo del Termalismo Antico e del Territorio nel 2023 ha catturato l’attenzione di centinaia di persone, dimostrando la sua straordinaria capacità di coinvolgere e appassionare il pubblico. È stato un privilegio ricevere le sue pubblicazioni, che leggevo tutto d’un fiato, e potermi confrontare con lui sui grandi temi politici. Ricordo ancora il suo stupore quando, in una comunicazione, avevo citato un messaggio dei fratelli Rosselli: mi confidò il suo grande legame con il Partito d’Azione e con l’ideale del socialismo liberale che rappresentava. Se ne va una grande persona che, come tutte le grandi persone, aveva tantissimi amici ma anche qualche detrattore – per via di quel carattere schietto che aveva, la grande qualità di dire sempre quello che pensava, senza remore né compromessi di convenienza. Lo piangeremo in tanti, e soprattutto la città di Montegrotto Terme andrà sempre fiera di averlo avuto come cittadino. Grazie, Professore, per tutto quello che hai fatto. È stato per me un grandissimo onore averti potuto incontrare nel percorso della mia vita. Alla famiglia va il nostro più sentito cordoglio e la vicinanza di tutta la comunità di Montegrotto Terme. Con affetto e profonda riconoscenza, Ζωή σε εσάς vita a te Lorenzo”.

La storia e scrittrice Mariangela Galatea Vaglio con il prof. Braccesi e la moglie (foto da FB)

E poi gli allievi e i colleghi. A cominciare da Mariangela Galatea Vaglio, insegnante, storica antica, saggista: “È sempre difficile parlare delle persone a cui hai voluto bene. Lorenzo Braccesi è stato un grande della Storia greca, ma per me è stato un maestro, un punto di riferimento e soprattutto la persona senza la quale, nel bene e nel male, non sarei diventata quella che sono. Non aveva di certo un carattere facile, ma, come diceva Pertini che di caratteri difficili se ne intendeva, chi ha un carattere ha un brutto carattere. Che poi più che altro era un romagnolo sanguigno, passionale, a volte melanconico, sempre diretto e poco portato per i compromessi e le mezze misure, di quelli che o ti piacciono o li detesti. Mi ha insegnato molto, sulla storia greca, e anche sulla Accademia, questo luogo dove spesso l’intelligenza più viva si mischia con i comportamenti più sordidi. Ecco, Lorenzo, gli va riconosciuto, i comportamenti sordidi non li ha avuti mai: piuttosto rovesciava il tavolo, ma non avrebbe mai piantato un coltello nella schiena. A suo modo è sempre stato un gran signore. Ti sia lieve la terra, e, se un aldilà esiste, spero che tu possa incontrare lì quei Greci che tanto hai amato. Vi ci vedo a raccontarvi le reciproche avventure a tavola, mentre guardate un tramonto infinito e soprattutto vi scambiate gli ultimi pettegolezzi, perché la storia è storia, ma l’umana curiosità è sempre la forza della natura più potente dell’universo”.

Michela Fregona, insegnate e scrittrice, con il prof. Braccesi (foto da FB)

“C’è questa parte della memoria, nella quale gli insegnanti – quelli importanti, quelli che hanno partecipato alla nostra fondazione – durano per sempre”, scrive Michela Fregona, insegnante e scrittrice. “Li pensi, e loro sono lì, uguali al tempo in cui sono stati, nella tua vita di apprendente, gesto, presente, quotidianità, ragionamento, attesa. A Lorenzo Braccesi devo il mio primo scavo, il mio primo esame, il mio primo esperimento di ricerca e lezione, il mio ritorno dagli Inferi di una facoltà che non avevo scelto – e che mi stava distruggendo. Devo la certezza che non si insegna nulla, se non c’è passione – e che solo la passione permette di ristabilire connessioni, tracce, legami, di dare ascolto al passato, di vederlo nella geografia che abitiamo. Di non perdere la memoria del tempo. Di quelle lezioni, di cui conservo chilometri di appunti, restano l’intensità, la dovizia, il lampo dell’intuizione, l’impegno. È qui, preciso, dentro la mia testa, il tuonare della voce che cresceva allo spasimo e poi si faceva all’improvviso fioca, il modo in cui si aggiustava la giacca e occupava lo spazio (TUTTO lo spazio dell’aula). Erano lezioni muscolari, quelle di Lorenzo Braccesi: ci tirava tutti in barca a remare per l’Adriatico, dietro a Ulisse, agli Eubei, all’amatissimo Alessandro. Era una magnificente fatica, essere dentro l’aula di San Sebastiano e contemporaneamente ad ascoltare Ellanico, Strabone, e tutto quell’infinito sussurrare che gli storici rimandavano al nostro presente. Ma per fortuna che, in qualche parte della memoria, gli insegnanti continuano sempre. Così oggi questo congedo, pieno di gratitudine, è un poco meno amaro. Grazie di cuore, professore”.

Il prof. Lorenzo Braccesi morto a 84 anni (foto da FB)

L’archeologo Massimo Cultraro: “Scompare una delle voci più autorevoli della storia antica in ambito italiano ed internazionale, perdo personalmente un amico caro con cui abbiamo condiviso percorsi scientifici e di grande diletto. Adesso Lorenzo caro viaggi sul Nilo come gli antichi protagonisti del tuo ultimo libro”. E l’archeologo Mario Grimaldi: “… un altro grandissimo che ci lascia … una pietra miliare per gli aspetti sociali dell’Archeologia della Magna Grecia e non solo … ne ho un ricordo personale bellissimo di quando lo conobbi a Taranto, un tocco di grande umanità …”. Federica Guidi, archeologa del museo Archeologico di Bologna: “Amico di casa fin da ben prima della mia nascita, non posso che ricordare col sorriso quando al primo anno di dottorato mi intercettò nella biblioteca del Liviano e – con la sua erre – informò a gran voce gli astanti che mi conosceva fin dalla pancia di mia madre! Allora avrei gradito che la terra mi inghiottisse per l’imbarazzo, oggi ci ripenso con dolcezza. Alla fine, conoscere uomini di così lucido pensiero è davvero un regalo del fato. Che la terra ti sia lieve e che le tue parole durino nel tempo”. Monica Santangelo, docente del dipartimento di Studi umanistici dell’università Federico II di Napoli: “Leggo che è morto Lorenzo Braccesi (1941) ed è un giorno triste non solo per gli storici del mondo antico, ma in generale per tutta la cultura italiana. La sua produzione scientifica è sterminata e la sua capacita di divulgazione esemplare. Grazie a lui si sono affinati e ampliati i nostri schemi di percezione delle ‘periferie’ greche e della colonizzazione greca in Occidente, in particolare della grecità adriatica e siciliana, come del resto la nostra interpretazione della cultura classica, del rapporto tra potere e propaganda, e dell’Antico nelle letterature moderne. Era uscito proprio quest’anno per la Laterza un volume sul Grande Nilo. Un altro gigante che se ne va”.

L’editore Roberto Marcucci e tutta la Casa Editrice L’Erma di Bretschneider esprimono il loro profondo cordoglio per la scomparsa del caro amico Lorenzo Braccesi, professore ordinario di Storia Greca presso le Università di Torino, Venezia e Padova. Studioso di straordinaria statura, ha dedicato la sua vita a tre grandi aree di ricerca: la colonizzazione greca e le sue regioni periferiche, l’ideologia e la propaganda nel mondo antico, e l’eredità della cultura classica nella letteratura moderna. Autore di numerosi volumi pubblicati con noi, nel 1990 ha fondato Hesperìa. Studi sulla grecità di Occidente, rivista scientifica di riferimento per lo studio dei Greci d’Occidente. Tra le sue ultime opere ricordiamo la rivisitazione critica de “I Persiani di Eschilo”, “Gli Inni di Callimaco” e l’importante volume “Druso. Un condottiero oscurato”. Ci stringiamo con affetto alla famiglia, ai suoi collaboratori, ai suoi allievi e a quanti hanno avuto il privilegio di conoscerlo”. E la rivista Archeologia Viva (Giunti Editore): “Il noto storico e scrittore, classe 1941, collaboratore di Archeologia Viva, è venuto a mancare stanotte. Braccessi era stato ordinario di storia greca con una particolare attenzione alla seconda colonizzazione greca in Italia (VIII-V sec. a.C.) e alla storia classica. Lascia una produzione scientifica e divulgativa impressionante”. L’archeologo Massimiliano Valenti: “Condivido con grande dispiacere questa triste notizia. Non ho avuto il piacere di conoscerlo direttamente, ma ho letteralmente divorato alcuni suoi libri. Bellissimo, a mio avviso, quello dedicato a Iulia, la figlia di Augusto”. Cinzia Tagliaferro, archeologa: “Non sei stato un mio Prof. ma uno squisito compagno di viaggi di studio organizzati dal Dipartimento di Archeologia dell’Università di Padova. Ricordo una nostra foto di gruppo con l’Olimpo sullo sfondo… se la trovo la pubblico. Fai buon viaggio e che la terra ti sia lieve, caro Prof”. E Giuseppe Di Leva: “Grecista e storico di fama internazionale, il professor Braccesi si era occupato prevalentemente di studi relativi alla colonizzazione greca, ai temi di propaganda nel mondo antico e a quelli della diffusione della cultura classica nella letteratura moderna. Numerose le sue pubblicazioni sia di carattere scientifico che di alta divulgazione. Si ricordano, tra le altre, “Tyrrhēnikòs kólpos. Spina, il problema storico”, “Druso. Un condottiero oscurato”, “Potere e follia. Gli eredi di Augusto, le loro madri, sorelle e consorti”, “Sopravvivere al Principe. Ovidio e Livio tra integrazione e contestazione”, “Gli Inni di Callimaco. Rivisitati da Lorenzo Braccesi”, “Marco Livio Druso Claudiano. Per la storia di Pesaro romana”, “L’Alessandro Occidentale. Il macedone e Roma”, “Roma bimillenaria. Pietro e Cesare”, la curatela degli Atti del convegno internazionale di Urbino del 1999 dedicato a “I Greci in Adriatico”, insieme alla rivista scientifica “Hesperìa. Studi sulla grecità di Occidente”, tutte opere edite da L’Erma di Bretschneider. Si ricordano pubblicazioni anche di più ampia diffusione come “Olimpiade, regina di Macedonia” (Salerno Editrice), “Sulle rotte di Ulisse”,”Giulia, la figlia di Augusto”, “Agrippina, la sposa di in mito” e l’ultimo volume dedicato alla Terra dei faraoni dal titolo “Il Grande Nilo. Esploratori, turisti e conquistatori nell’antico Egitto”, tutti editi da Laterza”.

Il prof. Lorenzo Braccesi a Pesaro (foto da profilo FB di vimini)

Daniele Vimini, vicesindaco del Comune di Pesaro: “Pesaro piange la scomparsa del professor Lorenzo Braccesi. Figura di riferimento internazionale per il mondo della cultura classica, docente e profondo conoscitore e divulgatore della storia e delle società greca e romana, ha mantenuto fino agli ultimi anni un forte legame con la città. Protagonista di numerose pubblicazioni e conferenze non mancava mai di presentare a volte in anteprima i suoi lavori a Pesaro, come è stato con ‘Livia’ e ‘Marco Livio Druso Claudiano’. Abbiamo percepito il suo sostegno, manifestato in consigli preziosi e incoraggiamenti per la musealizzazione della Domus di via dell’Abbondanza, naturalmente per il Museo Oliveriano cui era particolarmente affezionato e financo a Pesaro 2024 – Capitale italiana della cultura per la quale tanto si spese, fuori dai riflettori. Ci mancheranno le sue riflessioni, il suo sguardo ‘al femminile’ della storia, e naturalmente la sua ironia spesso pungente e mai banale. Terrò sempre con me i suoi consigli, ma anche le risate e gli aneddoti nelle cene più rilassate che inevitabilmente seguivano i momenti ufficiali, in un suo particolare gusto per il convivio e l’incontro tra gli ospiti. Alla moglie, ai figli, ai nipoti e tutti quanti gli sono stati più prossimi vanno le più sentite e affettuose condoglianze”. Società pesarese di studi storici: “Si è spento il prof. Lorenzo Braccesi (1941-2025), già ordinario di Storia greca, grande studioso della cultura classica, fondatore della rivista “Hespería. Studi sulla grecità di occidente”. La Società pesarese di studi storici porge ai familiari le più sentite condoglianze”. Centro studi vitruviani: “Partecipiamo commossi al lutto del mondo della cultura per la scomparsa del prof. Lorenzo BRACCESI, grecista illustre e raffinato studioso della cultura classica, amico del Centro Studi Vitruviani. Lo ricordiamo con affetto, ripubblicando questo post di cinque anni fa quando, nell’affollata chiesa di San Francesco, a Fano, tenne una conversazione su un noto cittadino fanese, chiamato Vitruvio.  Grazie, Lorenzo. Ci mancherai. Sentite condoglianze alla famiglia”.

Il prof. Lorenzo Braccesi ai musei Oliveriani (foto musei oliveriani)

“L’Ente Olivieri – Biblioteca e Musei Oliveriani e la sopritendenza Abap Ancona Pesaro e Urbino si uniscono al cordoglio per la scomparsa del Professor Lorenzo Braccesi, studioso della cultura classica di fama internazionale. Fondatore della rivista Hesperia, il prof. Braccesi ha insegnato storia Greca in numerosi atenei italiani, senza mai dimenticare il suo legame con Pesaro: instancabile e prolifica la sua opera divulgativa, imprescindibili i suoi contributi nell’ambito della storia sociale greco- romana, contraddistinti, oltre che da estrema competenza, da sagace acume e sferzante ironia. Non omnis moriar; il suo ricordo rimarrà imperituro nelle sue pubblicazioni e nella memoria di tutti coloro che lo hanno conosciuto, seguito e ammirato, nonché delle generazioni successive che avranno modo di apprezzare la sua opera”. Anche l’istituto per la Storia e l’Archeologia della Magna Grecia esprime profondo cordoglio per la scomparsa del professore Lorenzo Braccesi, ordinario di Storia greca nelle Università di Torino, Venezia e Padova, socio di questo Istituto e protagonista di tante edizioni del Convegno di Taranto. Centro studi torcellani: “Il direttore del Centro Studi Torcellani Marco Molin e i collaboratori tutti si uniscono al dolore dei familiari e degli amici per la scomparsa del prof. Lorenzo Braccesi, uomo di profonda cultura e amico di straordinaria umanità. Si deve alla direzione scientifica del prof. Braccesi il decennale ciclo delle “Conferenze Marciane” tenutosi presso le sale monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia che ha portato temi veneziani e lagunari all’attenzione del grande pubblico e sempre a lui si deve la creazione della collana “Venetia/Venezia” edita proprio dalla prestigiosa casa editrice L’Erma di Bretschneider. Il Centro Studi Torcellani è e rimarrà sempre fortemente riconoscente per come e per quanto è cresciuto grazie proprio alla collaborazione instauratasi con il prof. Lorenzo Braccesi”.

Il prof. Lorenzo Braccesi in una conferenza (foto da profilo FB gentile)

Lo scultore Raffaele Gentile di Vieste: “Oggi mi giunge la triste notizia della scomparsa del Professore Lorenzo Braccesi, ordinario di Storia Greca presso le Università di Torino, Venezia e Padova e fondatore della rivista Hesperìa Studi sulla grecità d’Occidente. Per me è stato un secondo padre, ha sempre creduto in me e nelle mie idee. A lui devo la realizzazione dei miei sogni. Ci eravamo sentiti solo qualche giorno fa e mi aveva rinnovato la stima nei miei confronti. Gli avevo spedito il mio primo libro di poesie, pubblicato poche settimane fa e di cui era stato lettore in anteprima della silloge poetica, spingendomi alla pubblicazione. Esattamente quattro anni fa mi volle per un Convegno a Cattolica sulle stele daunie (insieme a Cristina Ravara Montebelli) e da lì nacque l’idea sulla monografia “I Maestri delle stele daunie” pubblicato proprio sulla rivista Hesperìa. Un anno fa l’ultimo nostro incontro all’Università di Venezia dove presentai il libro. In questo momento mi sento solo avendo perso, a meno di un anno di distanza dalla scomparsa di mio padre, un altro punto di riferimento della mia vita. Lo voglio ricordare con alcuni scatti di eventi che ci hanno visto insieme. Alla famiglia, ai suoi cari vanno le mie più sentite condoglianze”. E Fulvia Toscano, assessore di Giardini Naxos (Me): “Nel 2010 inauguravo, nell’ambito di Extramoenia, il progetto “Nea apoikia”, con cui la Città di Giardini Naxos conferiva la cittadinanza onoraria a Lorenzo Braccesi. Già da prima mi legava a questo grande maestro degli studi storici una Philia profonda. Ha regalato a me, ai miei alunni che hanno avuto il privilegio di conoscerlo, momenti di autentica convivialità, di vera xenia. Giorni solari, fatti di intelligenti conversazioni. Noi ci siamo abbeverati alla fonte delle sue immense conoscenze, come accade solo coi veri maestri. La sua profondità di sapere si coniugava ad una giovanile leggerezza che ci rendeva pari, sebbene noi sempre sapessimo onorare la sua dottrina. L’ amore per il mare greco, per questa Grecia d’ occidente lo riconduceva sempre a noi con fraterna amicizia. Il tempo trascorso insieme è stato poco ma il lascito del suo sapere con noi generosamente condiviso è inossidabile. Lorenzo caro, la tua Naxos ti saluta col sorriso di sempre”.

Baia (Na). Al museo Archeologico dei Campi Flegrei l’incontro “Statue, muscoli e identità: uno sguardo innovativo sull’iconografia antica” con Riccardo Partinico promosso dall’Archeoclub Napoli “Parthenope”

Venerdì 18 luglio 2025, alle 18, nella sala convegni del museo Archeologico nazionale dei Campi Flegrei, nel Castello di Baia a Bacoli (Na), l’incontro “Statue, muscoli e identità: uno sguardo innovativo sull’iconografia antica” con Riccardo Partinico, promosso dall’Archeoclub Napoli “Parthenope”. Dopo i saluti di Fabio Pagano, direttore del parco archeologico dei Campi Flegrei, e l’introduzione di Antonio Arcudi, ricercatore, archeologo e presidente di Archeoclub d’Italia sede di Napoli Parthenope, lo studioso Riccardo Partinico relazionerà sui suoi ventennali studi che hanno aperto nuove prospettive di ricerche sulle statue dell’antichità, grazie alla sua esperienza nelle discipline delle scienze motorie e allo studio meticoloso dei muscoli. Le conclusioni sono affidate all’archeologo Mario Grimaldi, docente universitario di Analisi e tecniche dei monumenti antichi, ricercatore Field Director. Ingresso libero. Info e prenotazioni al 3927378474.

Bacoli (Na). A Palazzo dell’Ostrichina l’incontro “Dal mare alla collina. Le Ville Romane tra otium e negotium” con Simona Formola responsabile Tutela Archeologia Subacquea

bacoli_palazzo-dell-ostricina_incontro-dal-mare-alla-collina-le-ville-romane-tra-otium-e-negotium_locandina

“Dal mare alla collina. Le Ville Romane tra otium e negotium” è il titolo dell’incontro promosso dall’Archeoclub Napoli “Parthenope” col patrocinio del Comune di Bacoli (Na). Appuntamento sabato 5 aprile 2025, alle 11, in Sala dell’Ostrichina, Palazzo dell’Ostrichina, uno degli immobili presenti nel Real Sito Borbonico di Bacoli, parco vanvitelliano del Fusaro, piazza Rossini 1 a Bacoli. Introduzione e presentazione: Antonio Arcudi, archeologo, presidente Archeoclub Napoli. Relaziona Simona Formola, funzionario soprintendenza e responsabile Tutela Archeologia Subacquea. Intervengono: Mario Grimaldi, ricercatore indipendente; Filomena Lucci, ricercatrice indipendente e architetto; Gabriele Gomez de Ayala, ricercatore indipendente. Info e prenotazione: 3927378474.

Napoli. Doccia fredda del Mic sulle aspettative di una città: “Paolo Giulierini non può ricandidarsi alla guida del Mann”. Lo annuncia lo stesso Giulierini: “Le ali sono spezzate e non voleremo più insieme”. Le reazioni: attestazioni di stima e di affetto

napoli_mann_depositi-museali-delle-cavaiole_giulierini-tra-le-teste-antiche_foto-graziano-tavan

Paolo Giulierini, già direttore del Mann, nei depositi sotterranei delle Cavaiole (foto graziano tavan)

“Oggi è un giorno difficile perché le ali sono spezzate e non voleremo più insieme”, comincia con queste parole che grondano amarezza il breve saluto di commiato postato l’8 febbraio 2025 da Paolo Giulierini col quale il Direttore con la “D” maiuscola si congeda dal “suo” Mann e da quella Napoli che l’ha adottato come un figlio illustre e che non ha esitato a tappezzare col suo volto i luoghi più significativi partenopei, accanto ad altri grandi come Maradona, in una campagna che voleva tributare il grazie della città a chi l’ha valorizzata e portata nel mondo. “Niente sarà come prima ma nessuno mi potrà mai togliere l’orgoglio di aver riportato in prima fascia il Mann. Vi assicuro che ho dato tutto quello che potevo, così come enorme è l’affetto che ho ricevuto dai colleghi e dai cittadini di questa superba città. Dura lex sed lex. FORZA NAPOLI SEMPRE”. Una postilla inattesa in un bando macchinoso, già aperto il 4 febbraio, e inserita il 7 febbraio 2025, impedirebbe al momento a Paolo Giulierini la partecipazione, nascondendo il tutto dietro la saracinesca burocratica del “principio di rotazione”: “…al fine di evitare il consolidarsi di relazioni che possono favorire dinamiche improprie nella gestione amministrativa, conseguenti alla permanenza prolungata…”. “Un delitto perfetto”, è stato definito.  

“Lavorare otto anni in città come Napoli – aveva dichiarato Paolo Giulierini ad archeologiavocidalpassato alla vigilia della fine del suo mandato, nel settembre 2023 – è come in qualche modo aprire il cuore a un grande amore. Insomma questi sono stati anni importanti per la mia crescita, per l’affetto che la città mi ha dato, per l’impegno che ho cercato di fornire nel restituire una fiducia incondizionata da parte dei cittadini e delle istituzioni. Adesso si profila all’orizzonte una nuova fase. È molto importante non lasciare a metà il museo ed è per questo che abbiamo presentato tutti i progetti per il futuro (vedi Napoli. “Ecco il Mann del futuro”: il direttore Giulierini a chiusura del suo mandato annuncia progetti e interventi (tutti esecutivi già finanziati) per i prossimi cinque anni, a cominciare dai depositi e nuovi servizi nei sotterranei. Una strada tracciata ben precisa per il direttore che verrà. I dettagli e le considerazioni | archeologiavocidalpassato) che consegnano o a chi sta parlando o a un nuovo direttore una strada ben più chiara di quella che ho trovato io quando arrivai. Quindi io credo che onestamente sia importante amare il proprio lavoro, amare il proprio museo. Ma è un po’ come l’amore per i figli: bisogna predisporli e crescerli perché diventino grandi in autonomia a prescindere. Poi se ci sarà la possibilità di accompagnarli ancora, appunto come un figlio, lo faremo volentieri”.

napoli_mann_giulierini_oj-capitano-mio-capitano_1_foto-mann

Il saluto dei dipendenti del museo Archeologico nazionale di Napoli al direttore Paolo Giulierini a fine mandato il 14 novembre 2023 scandendo “O capitano, mio capitano” (foto mann)

Le attestazioni di stima e di affetto si sono susseguite in queste ore. Quelle poche righe postate da Giulierini cancellavano con un colpo di spugna lunghi mesi di attesa e di speranza, dopo quel 14 novembre 2023 quando i dipendenti hanno salutato il direttore Paolo Giulierini mostrando cartelli e scandendo: “O capitano, mio capitano”. Contraccambiati dall’abbraccio simbolico di Giulierini che commentava: “Ci sono cose che ti segnano la vita e che ti ripagano di tutto. Grazie Napoli!”. E l’archeologo Mario Grimaldi sottolineava: “Mai vista una cosa del genere … mai visto una persona saper creare una tale unità di intenti tra l’interno e l’esterno di un ambito lavorativo … una squadra grandissima … in attesa di un ritorno, un nostos epico, perché il meglio deve ancora venire …”.

roma_accademia-danimarca_conferenza-thorvaldsen_longo-giulierini_locandina

Conferenza con Giulia Longo e Paolo Giulierini su Thorvaldsen nel novembre 2022 all’Accademia di Danimarca a Roma

Quel ritorno non ci sarà, salvo soprese, ripensamenti o ricorsi. Scrive l’archeologa Giulia Longo: “Nulla concessero gli dei agli uomini senza fatica, caro Paolo. Sono certa che porterai successi e sorrisi in qualsiasi altro museo andrai a dirigere in futuro. Beato chi potrà iniziare o continuare a collaborare con te e con la tua mente vulcanica, instancabile, visionaria. God vind dicono i danesi per augurare il meglio in una fase di cambiamento, e letteralmente significa infatti Buon vento. Cogli allora la tua rosa, caro Paolo. Napoli per te sarà sempre casa. Qualunque cosa farai, non ci deluderai. Questo adesso è il tuo momento. Grazie di cuore per tutto, e buon vento!”. E un napoletano doc, Roberto Cinquegrana, esperto di arte equestre, e “studente” di archeologia: “Voglio solo ringraziare il direttore Paolo Giulierini per l’enorme contributo che ha dato alla mia città ed al Mann. Molteplici sono state le attività con lui nella vastità di interventi che ha fatto con la sua grande proiezione e disponibilità verso tutti. La città di Napoli tutta è grata incondizionatamente così come la mia persona nella speranza che il suo futuro possa essere sempre radioso portando con sé una Napoli che gli ha voluto bene. Ma tanto tanto bene”. E un’altra napoletana doc, esperta d’arte, Luciana Mastrangelo: “Grazie carissimo e splendido direttore del museo Archeologico di Napoli, che hai portato il Mann ai vertici, rendendolo uno tra i più bei Musei al mondo. Con te il Mann era il MyMann. Grazie per l’impegno, la professionalità ma soprattutto l’amore e la dedizione con cui hai svolto il tuo lavoro, creando uno staff di energie positive e propositive. Grazie per aver donato alla città di Napoli Cultura e passione come mai prima… ma io spero e credo che prima o poi riporterai la tua luce qui”.

napoli_mann_antonella-carlo_giulierini_grimaldi_foto-giuseppe-di-leva

Antonella Carlo, Paolo Giulierini e Mario Grimaldi in un evento al Mann nel 2018 (foro di leva)

Antonella Carlo, responsabile Comunicazione del Mann: “Come cittadina, non dimentico la luce che Paolo Giulierini ha fatto brillare su uno dei tesori della nostra Napoli. Come funzionario del Mann, non dimentico il bene che ha fatto al Museo. Come persona, non dimentico l’ascolto e la fiducia che mi ha sempre concesso. Auguri, caro Paolo, per tutti i successi che meriti”. E la storica dell’arte Lucia Emilio: “Paolo Giulierini grande competenza ed enorme passione. Ha reso il museo il “Mann internazionale”, una realtà immensa per Napoli, per i napoletani e non solo. Grazie di tutto Paolo. Con l’affetto di sempre”. E l’archeologo Mario Grimaldi: “Come vuole la prassi … si utilizzano le regole con sapiente uso e abuso … in questi ultimi anni abbiamo assistito a tante cose strane ma la luce che il Mann ha avuto per se stesso e per la città trasformandosi in una piazza coperta è qualcosa che nessuna regola ad hoc potrà cambiare … l’intelligenza di chi verrà si misurerà dal modo in cui si saprà confrontare e collegare a questo passato aureo dopo un grigio presente per andare verso un futuro che assomigli a quanto fatto in termini di connessione, cooperazione e fervore scientifico … magari un giorno riprenderemo da dove abbiamo lasciato con un rassicurante “dove eravamo rimasti” ma per ora resta tanta gratitudine verso una persona che ha fatto comprendere che esiste un metodo di far stare le persone assieme diverso, basato sul rispetto e la cooperazione … merce rara, rarissima e quindi preziosa”.

Napoli. All’Ex Ospedale della Pace conferenza di Riccardo Partinico “I gesti parlano: i segreti nascosti nei movimenti, un viaggio nell’archeologia della gestualità” promossa dall’Archeoclub d’Italia Parthenope con il museo delle Arti Sanitarie

napoli_archeoclub_conferenza-le-ricerche-di-riccardo-partinico_locandinaSabato 11 gennaio 2025, alle 11, all’Ex Ospedale della Pace (via Tribunali 226), l’Archeoclub d’Italia sede di Napoli Parthenope, in collaborazione con il museo delle Arti Sanitarie di Napoli, presenta le ricerche ventennali dello studioso reggino Riccardo Partinico che tiene la conferenza “I gesti parlano: i segreti nascosti nei movimenti, un viaggio nell’archeologia della gestualità. Un’indagine archeologica per decifrare i significati nascosti nei movimenti antichi”. Direttore della testata giornalistica “Il Gazzettino di Reggio”, dottore in Scienze motorie e sportive con oltre 37 anni di insegnamento nella scuola pubblica come docente delle Scienze motorie e sportive; già istruttore di karate e preparatore atletico nonché presidente della SGS Fortitudo 1903 di Reggio Calabria, Riccardo Partinico è autore di diverse pubblicazioni tra le quali “Bronzi di Riace: Pericle e Temistocle” (2024); “Anatomia Archeostatuaria” (2017); “L’Identità Perduta” (2010). Saluti e introduzione di Antonio Arcudi, presidente di Archeoclub d’Italia sede di Napoli, e di Gennaro Rispoli, presidente del museo delle Arti Sanitarie di Napoli. Discussione e conclusioni di Mario Grimaldi, archeologo, docente e ricercatore universitario.

Archeologia in lutto. È morto l’archeologo tedesco Volker Michael Strocka. Aveva 84 anni. È stato uno dei maggiori esperti dell’archeologia pompeiana. Il cordoglio del parco archeologico di Pompei

michael-strocka_archeologo_foto-parco-archeologico-pompei

L’archeologo tedesco Volker Michael Strocka. Si è spento a 84 anni (foto parco archeologico pompei)

Archeologia in lutto. È morto l’archeologo tedesco Volker Michael Strocka che fino all’ultimo ha studiato le domus della sua amata Pompei. Ad annunciare la grave perdita è stato proprio il parco archeologico di Pompei: “Con profonda tristezza apprendiamo che il 14 agosto 2024, Volker Michael Strocka ci ha lasciato all’età di 84 anni. È stato uno dei maggiori esperti dell’archeologia pompeiana e ha dedicato il suo ultimo studio “Das Schicksal der Psyche nach zwei hellenistischen Mosaikemblemen in Pompeji”, pubblicato nel 2023 sull’Archäologischer Anzeiger, ai mosaici della casa di Giove, alias di Orione. Numerose le pubblicazioni, tra monografie, articoli e volumi collettanei, sulle antichità vesuviane che ha curato nel corso della sua lunga carriera professionale”. E l’archeologo Mario Grimaldi lo ricorda così: “È stato senza dubbio uno dei più grandi studiosi della pittura antica e non solo … è stato un onore averlo conosciuto …”.

pompei_casa-di-giove_affreschi-con-orione_foto-parco-archeologico-pompei

I mosaici di Orione nella Casa di Giove a POmpei, studiati dall’archeologo tedesco Volker Michael Strocka (foto parco archeologico pompei)

Volker Michael Strocka era nato nel febbraio del 1940 a Francoforte sul Meno dove frequentò le scuole dalle elementari alle superiori. Ha studiato archeologia classica, storia dell’arte, storia antica e filosofia nelle università di Monaco, Basilea, Parigi e Friburgo, dove ha conseguito il dottorato nel 1965 sotto la guida dell’archeologo Walter-Herwig Schuchhardt, uno dei massimi esperti di scultura greca classica. Dal 1975 al 1981, Strocka è stato primo direttore dell’istituto archeologico tedesco di Berlino. Durante la sua permanenza a Berlino, ha iniziato il progetto di ricerca “Häuser in Pompeji” (Case in Pompei), per documentare alcuni edifici residenziali di Pompei, con particolare riguardo alle pitture murali e alle decorazioni. Strocka non ha più lasciato quel progetto che ha proseguito anche dopo il trasferimento a Friburgo, dove ha insegnato Archeologia classica dal 1981 al 2005, quando è andato in pensione. È dell’anno scorso, 2023, la recensione che Volker Michael Strocka ha fatto del libro di Massimo Osanna, Pompeji: Das neue Bild der untergegangenen Stadt (Pompei. La nuova immagine della città perduta), Darmstadt 2021.

Nuovo lutto per l’archeologia campana. È morta improvvisamente a 72 anni Caterina Cicirelli, funzionaria archeologa del parco archeologico di Pompei, studiosa specialista del territorio vesuviano e in particolare del villaggio di Longola sul Sarno e delle ville romane di Terzigno. Il cordoglio dei colleghi

napoli_caterina-cicirelli_foto-parco-archeologico-pompei

L’archeologa Caterina Cicirelli, già funzionaria del parco archeologico di Pompei, morta a 72 anni (foto parco archeologico pompei)

Neppure il tempo di dare l’ultimo saluto all’archeologa Valeria Sampaolo, già direttrice del museo Archeologico nazionale di Napoli, che un nuovo lutto ha colpito l’archeologia napoletana: il 10 settembre 2023 è venuta a mancare Caterina Cicirelli, funzionaria archeologa del parco archeologico di Pompei, studiosa specialista del territorio vesuviano e in particolare del villaggio di Longola sul Sarno e delle ville romane di Terzigno. Aveva 72 anni. “Se n’è andata in silenzio”, scrive Giuseppe di Leva, “la protagonista di importanti ricerche del nostro antico territorio, a chiusura di una delle giornate più lugubri per l’archeologia vesuviana”. E l’archeologo Mario Grimaldi: “Sono andate via altre due colonne della nostra formazione ed esperienza umana e professionale … Valeria Sampaolo e Caterina Cicirelli hanno rappresentato tantissimo per chi si occupa di pittura romana con i loro studi e le loro scoperte. Due donne diverse ma complementari. Perdiamo altre due colonne della nostra memoria. Mancheranno tanto”. Immediato il cordoglio di istituzioni e di chi ha avuto modo di conoscerla.

napoli_caterina-cicirelli_massimo-osanna_foto-dgm

Il prof. Massimo Osanna con l’archeologa Caterina Cicirelli (foto direzione generale musei)

Il parco archeologico di Pompei esprime cordoglio per la scomparsa dell’archeologa Caterina Cicirelli, per molti anni funzionaria del Parco. “Pompei e tutta l’area vesuviana perdono una grande studiosa e un’amica splendida di grande umanità e passione”, la ricorda Gabriel Zuchtriegel, il direttore generale del Parco. “I suoi lavori, tra cui i suoi importanti studi sulle ville di Terzigno, rimarranno un punto di riferimento”. La direzione e tutto il personale esprimono la più sentita vicinanza alla famiglia. Al cordoglio si associa la direzione generale Musei per l’improvvisa scomparsa della dott.ssa Caterina Cicirelli, funzionaria archeologa del parco archeologico di Pompei, studiosa specialista del territorio vesuviano, in particolare del villaggio di Longola sul Sarno e delle ville romane di Terzigno. Appassionata del suo lavoro, si ricorda la sua importante collaborazione nella realizzazione del Grande Progetto Pompei, di cui è stata responsabile di svariati interventi. “Caterina per decenni”, ricorda commosso Massimo Osanna, “si è occupata del territorio di Terzigno assicurandone non solo la tutela, ma promuovendo anche la conoscenza grazie a campagne di scavo e alla divulgazione dei risultati in pubblicazioni scientifiche e mostre, portando così un ulteriore, fondamentale tassello alla ricostruzione storica di quest’area”.

terzigno_archeologico_caterina-cicirelli_foto-matt

L’archeologa Caterina Cicirelli al museo Archeologico territoriale di Terzigno (foto matt)

Francesco Ranieri: “Ci lascia Caterina Cicirelli, se ne va in silenzio dopo aver trascorso una vita da vera vulcanica. Grande professionista ma soprattutto una studiosa sopraffina dell’immensa storia di Terzigno. Buon viaggio dottoressa. Sapremo custodire nel museo Archeologico territoriale di Terzigno (MATT) e nel parco archeologico il lavoro che in tantissimi anni ha profuso per la nostra comunità. Per sempre grato. A Dio”. Gennaro Barbato: “È venuta a mancare la dott. Caterina Cicirelli funzionario della soprintendenza di Pompei, ne ricordo il coraggio di affrontare anche situazioni particolari in una terra bella ma anche difficile. Ha chiuso gli occhi e ha messo importanti vincoli archeologici ad Ottaviano, ne godranno le future generazioni. Se viene fuori da sotto il lapillo la Villa degli Ottavi è grazie anche al suo contributo. Grazie per tutto quello che hai fatto all’ombra del Somma-Vesuvio dott. Caterina Cicirelli”.

Created with GIMP

L’archeologa Vincenzina Castiglione Morelli stroncata da un male incurabile (foto mann)

Chiudiamo prendendo a prestito le belle parole scritte per l’edizione dell’11 settembre 2023 del giornale on line “Gente e Territorio” da Federico L.I. Federico, architetto, scrittore e giornalista, fino ai primi anni Novanta del secolo scorso direttore del Settore Tecnico della soprintendenza Archeologica di Napoli e Caserta e poi della soprintendenza Archeologica di Pompei ricoprendo ad interim anche la direzione degli Scavi di Pompei. “Un giornale – scrive – non è certo luogo di necrologi, ma questa estate lunga e breve, tormentata da notizie sul clima impazzito e sulla invasione delle specie aliene nell’intera area del Mediterraneo, compreso l’ormai noto Granchio blu nei mari e nei fiumi del nostro Belpaese, è stata caratterizzata da tre grosse perdite di protagoniste al femminile del mondo campano dell’Archeologia. Prima ci ha lasciati improvvisamente ‘Nella’ Castiglione Morelli, che definimmo la Signora lieve dell’Archeologia, avendola conosciuta di persona (vedi Archeologia in lutto. Si è spenta in pochi giorni per un male incurabile Vincenzina Castiglione Morelli “Nella”, l’archeologa innamorata di Ercolano. Il ricordo della grande pompeianista | archeologiavocidalpassato). Adesso, in quest’ultimo fine settimana – davvero doloroso per chi scrive – ci hanno lasciati altre due Archeologhe, la napoletana Valeria Sampaolo (vedi Archeologia in lutto. È morta a 70 anni l’archeologa Valeria Sampaolo, a lungo direttrice del museo Archeologico nazionale di Napoli, funzionaria di lungo corso per il ministero dei Beni culturali, grande esperta di affreschi antichi, ha guidato negli anni Novanta i principali siti di Santa Maria Capua Vetere. Il cordoglio del mondo accademico e istituzionale | archeologiavocidalpassato) e la sorrentina Caterina Cicirelli, protagoniste un po’ più giovani di ‘Nella’. Entrambe hanno affiancato e intersecato l’attività professionale di chi scrive, sia quale architetto “ab imis” prestato all’archeologia, sia come funzionario che come libero professionista, sempre con esiti felici e condivisi da loro due, anche se faticosamente in qualche caso. Ma soprattutto sempre amicalmente. Mi è sembrato doveroso ricordarle entrambe, strappate insieme, prematuramente, a una senescenza appena iniziata. Entrambe, Valeria e Caterina, erano arrivate in Soprintendenza tra le prime nuove leve dell’Archeologia della gestione di Fausto Zevi, grande protagonista a Napoli e in Campania di anni fecondi per l’Archeologia – tra la fine dei Settanta e gli inizi degli Ottanta del Novecento – trovando in me come architetto, un interlocutore “altro” ma sempre disponibile alla collaborazione. Entrambe hanno esercitato la propria lunga e lodevole attività di funzionarie della allora soprintendenza Archeologica di Napoli e Caserta, seguendone le sorti delle varie trasformazioni a Napoli, a Pompei e a Caserta, innescate da gemmazioni successive di un Ministero che moltiplicava i suoi Uffici periferici per i disegni egemonici romani. Appare chiaro sempre più, infatti, che risultano del tutto avulsi dalle reali necessità del governo di un territorio ad altissima “densità” archeologica. Di Valeria Sampaolo e Caterina Cicirelli chi scrive ha ricordi vividi e cordiali di giovani archeologhe prima e di esperte funzionarie dopo, sostanziatisi poi in confronti costruttivi che si rinnovarono nonostante la mia veste di professionista “esterno”. Eccoli, li sottopongo al lettore a braccio, così come mi emergono…

s-maria-capua-vetere_anfiteatro_esterno_foto-drm-campania

L’anfiteatro romano a Santa Maria Capua Vetere (foto drm-campania)

“Pacata, lucida ed equilibrata Valeria – continua -. Capace di districarsi con grande autonomia di pensiero anche in situazioni complesse quali furono la sua lunga direzione del museo Archeologico nazionale, allora non ancora noto come Mann, ma sempre al primo posto nel cuore dei Napoletani. Con grande equilibrio e sorprendente capacita Valeria poi diresse ad interim da supplente la stessa soprintendenza Archeologica di Napoli, subentrando a Stefano De Caro, il soprintendente “vesuviano” per eccellenza, chiamato ad alti incarichi romani per le sue indiscutibili e grandi doti dirigenziali. A Valeria Sampaolo – tornata nei ranghi di funzionario, in un Ministero che mostrò nell’occasione di essere sordo e ingrato – toccò di governare l’area casertana, con epicentro a S. Maria Capua Vetere, da dove diede lezioni di stile ed efficienza, ammodernandone gli Uffici e dando vita e lustro all’area urbana della piazza antistante l’Anfiteatro Campano, occasione in cui collaborammo pienamente e felicemente.

pompei_parco-archeologico-longola_le-capanne_foto-parco-archeologico-di-pompei

Il parco Archeologico Naturalistico di Longola a Poggiomarino (foto parco archeologico di pompei)

“Caterina Cicirelli era diversa. Molto diversa da Valeria Sampaolo, sebbene infiammata dalla stessa dedizione alla Archeologia, vista come missione, oltre che professione. Raramente serena e rilassata (lo era, però, quando si scioglieva in amichevoli report familiari di figlia sola con una madre anziana e amatissima), freneticamente attiva, coinvolgeva i suoi collaboratori nelle sue “campagne” di contrasto alle pubbliche amministrazioni locali. Soprattutto quelle che avevano la ventura di incontrarla sul proprio cammino, spesso obliquo, quando non ambiguo, perché teso a risultati contrastanti con gli interessi dell’Archeologia, che Caterina Cicirelli anteponeva a tutto. Fu quindi una sorta di archeologa “Jolly” operante efficacemente a salvaguardia del territorio su diverse aree archeologiche di grande interesse, tra cui la sua prediletta area sorrentina, dove innescò i primissimi contatti per l’acquisizione a Piano di Sorrento della Villa Fondi de Sangro, l’attuale notissimo museo Archeologico territoriale della Penisola Sorrentina Georges Vallet. Verso la fine della carriera di funzionario della soprintendenza Archeologica di Pompei, intanto divenuto parco archeologico, “la Cicirelli” ebbe l’occasione della sua “vita da mediano” dell’Archeologia quando – affiancata dalla archeologa preistorica “esterna” Claude Livadie e da chi scrive come architetto “esterno” – si rese autrice dello scavo archeologico preistorico più importante del Meridione d’Italia, forse d’Italia, tout court: quello di Lòngola a Poggiomarino. Quello scavo – indotto da un fortuito ritrovamento e difficile perché effettuato in piena falda freatica – sfuggendo all’abbandono ricorrente dei siti scavati, fortunatamente è stato seguito dalla sistemazione a parco archeo-fluviale naturalistico. Ed è visitabile, ubicato sulle rive di un fiume Sarno ancora… trasparente in quel tratto. Incredibilmente… L’articolo si chiude qui, con il ricordo di queste due archeologhe “napoletane”. Ma è stato un atto doveroso e gradito da chi lo ha scritto”.

Archeologia in lutto. È morto a 65 anni, dopo malattia, Fabrizio Pesando, uno dei pompeianisti più noti, studioso appassionato dell’archeologia romana e vesuviana, professore ordinario di Archeologia e Storia dell’Arte Romana all’università Orientale di Napoli. Il cordoglio di colleghi, amici ed ex-studenti

fabrizio-pesando_archeologo

Il prof. Fabrizio Pesando (foto paerco)

Archeologia in lutto. La mattina dell’11 agosto 2023, è morto, a 65 anni, a San Benedetto del Tronto, dopo una lunga malattia, Fabrizio Pesando, uno dei pompeianisti più noti, studioso appassionato dell’archeologia romana e vesuviana, professore ordinario di Archeologia e Storia dell’Arte Romana e Archeologia delle Province Romane, all’università Orientale di Napoli. Per decenni Pesando è stato uno degli animatori e promotore anche presso le nuove generazioni di studiosi di ricerche e pubblicazioni. La notizia è giunta improvvisa e ha lasciato attonito il mondo dell’archeologia. A esprimere cordoglio per la scomparsa del professore Fabrizio Pesando sono intervenuti a livello istituzionale la direzione del parco archeologico di Pompei e del parco archeologico di Ercolano, e la direzione del museo Archeologico nazionale di Napoli. Anche la Fondazione Paestum ha appreso con sgomento la notizia della scomparsa di un grande studioso ed indimenticabile amico come il prof. Fabrizio Pesando: “Con immensa tristezza partecipa al lutto della famiglia e della comunità scientifica tutta”.

fabrizio-pesando_archeologo_foto-parco-archeologico-pompei

Il prof. Fabrizio Pesando (foto parco archeologico pompei)

“La direzione generale del Parco di Pompei, a nome di tutto il personale, saluta un importante studioso ed una figura di grande spessore culturale, profondo conoscitore della storia archeologica di Pompei, esprimendo le più sentite condoglianze alla famiglia”. E il direttore di Ercolano, Francesco Sirano: “La notizia della morte di Fabrizio Pesando lascia una grande tristezza e crea un vuoto difficile da colmare sul piano delle ricerche scientifiche. Con Fabrizio avevamo un rapporto di lunga data che è diventato di leale collaborazione professionale e vicinanza di pensiero negli anni della sua presenza nel Comitato scientifico del parco al quale ha dato un contributo fondamentale. Archeologo tra i più apprezzati da colleghi e studenti, di spiccato acume e dai molti interessi ha lavorato lungamente sul sito di Ercolano. Perdiamo un prezioso collega nell’azione di tutela, valorizzazione e comunicazione del patrimonio culturale, ancora nel pieno della sua attività professionale”. Anche il team HCP ricorda il trentennale impegno che Fabrizio Pesando ha messo in campo per la conoscenza e la valorizzazione dei siti vesuviani. Lo staff intero del Parco di Ercolano insieme ai colleghi dell’Herculaneum Conservation Project si stringe nel dolore della grave perdita. Il direttore e lo staff del Mann “esprimono il loro cordoglio per la morte di Fabrizio Pesando, professore ordinario all’università di Napoli l’Orientale, punto di riferimento per l’archeologia dell’Italia romana”.

Vortrag-von-Professor-Fabrizio-Pesando__C__Reiner-Freese_0020_6213_930

Conferenza del prof. Fabrizio pesando all’Orientale di Napoli (foto Freie Universität Berlin)

Nato a Ivrea (Torino) il 23 gennaio 1958, dottore di Ricerca in Archeologia (Archeologia Greca e Romana, 1996), è stato professore ordinario all’università “L’Orientale” di Napoli per il settore L-ANT/07 (Archeologia Classica). Ha insegnato Archeologia e Storia dell’Arte Romana e Archeologia delle Province Romane. Se ne va uno dei più grandi studiosi di Pompei, direttore della rivista Vesuviana. An International Journal on Pompeii and Herculaneum. Ha diretto scavi e ricerche a Pompei (2001-2011) e scritto alcuni dei volumi più importanti per conoscere e scoprire la città antica, tra cui: «Domus». Edilizia privata e società pompeiana tra III e I secolo a.C., monografie della soprintendenza Archeologica di Pompei 12, L’ ‘Erma’ di Bretschneider, Roma 1997; F. Pesando (a cura di), L’Italia Antica. Culture e forme del popolamento nel I millennio a.C., Carocci Editore, Roma 2005; F. Coarelli, F. Pesando (a cura di), Rileggere Pompei I. L’insula 10 della Regio VI, Roma, L’ ‘Erma’ di Bretschneider, 2006; F. Pesando (a cura di), Rileggere Pompei III. Ricerche sulla Pompei sannitica. Campagne di scavo 2006-2008, Pompei 2010; Pompei. L’arte di abitare, Milano, Il Sole24 Cultura, 2013; F. Pesando, M. Giglio, Rileggere Pompei V. L’insula 7 della Regio IX, Roma 2017.

fabrizio-pesando_archeologo_foto-unior

Il prof. Fabrizio Pesando (foto università orientale napoli)

È l’università “L’Orientale” di Napoli a ripercorrere la sua lunga attività di docente e archeologo. Professore ordinario di Archeologia classica, ha ricoperto il ruolo di direttore del dipartimento di Studi classici e del Mediterraneo antico, di presidente del centro interdipartimentale di Servizi di Archeologia dell’Orientale (CISA) e di vice-direttore del dipartimento Asia Africa Mediterraneo. Ha insegnato Antichità pompeiane ed ercolanesi, Topografia dell’Italia antica, Archeologia della Magna Grecia, Archeologia e storia dell’arte romana e Archeologia e storia dell’arte romana e delle province, nei corsi di studio triennale e magistrale. Numerose sono state le attività archeologiche sul campo, che ha diretto per conto dell’Orientale, organizzate come momenti di ricerca e formazione per gli studenti: Pompei (regio VI, regio IX e regio I), Alba Fucens (via del miliario e assi viari secondari), Sperlonga (villa di Tiberio), Aveja (abitato antico e fortificazioni), San Demetrio de’ Vestini (fortificazioni), Paestum (isolato 4-6) ed infine Cupra Maritima (edifici monumentali del foro). Con lui scompare uno dei più autorevoli studiosi dell’edilizia domestica greca e romana, dell’urbanistica antica, del fenomeno dell’ellenismo e della sua ricezione a Roma, della romanizzazione, in particolare della Spagna, e in generale della storia dell’arte e dell’iconografia romana.

libro-pompei-oplontis-ercolano-stabia_di-pesando-guidobaldi_copertina

Copertina della guida “Pompei Oplontis Ercolano Stabiae” di Fabrizio Pesando e Maria Paola Guidobaldi

È autore di numerosissime pubblicazioni; limitandosi solo ad alcune delle monografie, si segnalano: La casa dei Greci (1989, 2. ed. 2006); Libri e biblioteche, Vita e costumi dei Romani antichi (1994); Edilizia privata e società pompeiana tra III e I secolo a.C. (1997); con M. Giglio, Rileggere Pompei V. L’insula 7 della Regio IX (2017); con F. Pompei, Archeomarche 1. Le valli e i porti del Piceno antico (2019); Cinque pezzi facili sulla casa romana. Studi e conferenze – 1999-2018 (2020); Cupra Marittima, Guida al Parco Archeologico (2022). È autore, con M. P. Guidobaldi, della guida archeologica di Pompei, Ercolano, Oplontis, Stabiae (ultima ristampa 2022). Docente molto amato dagli studenti per la capacità di trasmettere metodo critico e capacità di analisi accompagnati dall’entusiasmo che lo contraddistingueva, sia durante le lezioni e i seminari in aula sia nella lunga e intensa attività didattica sul campo, momenti in cui, con il suo costante sorriso e leggerezza, riusciva a coinvolgere tutti i partecipanti. Il suo magistero e il suo spessore di studioso e ricercatore, che hanno così profondamente segnato gli studi dell’archeologia classica all’Orientale, mancheranno molto a studenti e colleghi.

fabrizio-pesando_archeologo_con-michele-stefanile

Il prof. Fabrizio Pesando con l’archeologo Michele Stefanile (foto dal profilo FB di Stefanile)

E poi ci sono i ricordi “privati”. Michele Stefanile, archeologo: “Io e Fabrizio Pesando ci siamo conosciuti esattamente vent’anni fa, alla fine dell’estate del 2003, e per buona parte di questi vent’anni siamo stati praticamente inseparabili: insieme abbiamo accumulato migliaia di km, migliaia di bottiglie, migliaia di risate; a lui devo la mia prima tesi, il mio Erasmus, Sperlonga, Gaeta, l’idea di base della mia seconda tesi (che poi è diventata dottorato e monografia), ma anche il mio divano, il pelouche di un pupazzo strano che secondo lui mi assomigliava, e soprattutto vent’anni di insegnamenti e di archeologia. Di lui ho sempre ammirato la genialità delle interpretazioni unita alla capacità di vivere ogni progetto, ogni scavo, ogni studio con entusiasmo e leggerezza; a vederlo all’opera sembrava tutto facile e divertente, e invece era il frutto di una cultura vastissima, di una solidissima formazione classica e della dote sempre più rara di muoversi con disinvoltura tra le fonti letterarie antiche come fra gli strati archeologici. Oggi con lui si spegne prematuramente una luce. Mancherà a tanti”. Giuliano Volpe (università di Bari): “Una notizia tristissima e dolorosissima. È scomparso Fabrizio Pesando, un caro amico e un ottimo collega archeologo, docente all’Orientale di Napoli. Ha lottato a lungo contro la malattia e ha lavorato fino all’ultimo. Grande studioso di Pompei, dell’edilizia residenziale, delle città antiche. Una perdita gravissima”. Francesco Sirano, direttore dl parco archeologico di Ercolano: “Ecco così voglio ricordare Fabrizio Pesando. Un grande studioso, una persona seria ma dotata di una grande ironia e capacità di trovare ovunque il positivo. Ha affrontato la malattia con forza e determinazione impressionanti e la raccontava con una disarmante semplicità dietro la quale c’è un grande uomo. Grazie Fabrizio per tutto quello che ci hai dato e insegnato. È stato un onore e un privilegio poterti conoscere e apprezzare”.

fabrizio-pesando_archeologo_con-filippo-demma

Il prof. Fabrizio Pesando in gruppo con l’archeologo Filippo Demma (foto dal profilo FB di Demma)

Filippo Demma, direttore parco di Sibari: “Quando decise di cambiare vita e trasferirsi stabilmente nelle Marche, mi chiamò e scesi a San Benedetto a salutarlo. Ci conoscevamo da sempre. All’epoca lavoravo alla Soprintendenza delle Marche ed ero responsabile della tutela archeologica nell’Ascolano. Chiacchierammo tutto il giorno e – tra tutto l’altro, che non era poco- impostammo il lavoro di ricognizione a Grottammare e nell’ager di Cupra, che avrebbe portato lui ed i ragazzi dell’Orientale a indagare il tempio del foro. In questa foto siamo a tavola con Enrico, Francesco, Francesco, che pure in quel periodo stavano iniziando a Monterinaldo, e Tiziana che lavorava con me da tempo. Fabrizio Pesando è stato un grande archeologo, un perfetto gentiluomo ed un Amico leale. Sempre. Il che, in questo ambiente, non è per niente poco. Che la terra, dopo tante sofferenze, gli sia lieve”. Valeria Perseca Cerasa, ex studentessa: “C’ho impiegato una giornata intera per trovare le parole ma in realtà sono rimasta proprio senza. Mio caro professore solo una parola: Grazie. Grazie per avermi portato la prima volta a visitare gli scavi di Pompei (ricordo tutto dalla prima all’ultima virgola). Grazie per avermi fatto fare il mio primo scavo archeologico (o forse no visto che sono ancora qui!!) credo di non essermi mai divertita così tanto imparando! Grazie per aver pranzato con noi alunni seduto sotto ad un albero, abbiamo condiviso panini e storie meravigliose che porterò nel mio cuore. Grazie per aver stemperato la mia tensione ad ogni singolo esame! Porterò il suo sorriso contagioso sempre nel mio cuore! Grazie di tutto Prof!”. Mario Grimaldi, archeologo: “… oggi è un giorno triste … Fabrizio era per noi la generazione di riferimento … quello sui cui manuali abbiamo studiato tutti noi pompeianisti come ci definiscono … un vero studioso di Pompei e non solo … ci mancherà tanto … “. Nicoletta, guida turistica: “Oggi salgono al cielo persone importanti, anche il caro Prof. Fabrizio Pesando. Ho seguito 3 corsi con lui, di cui ne ricordo uno specifico su Pompei ed Ercolano. Ha decisamente contribuito alla mia formazione ed alla mia passione nel lavoro”. Anna Grossi, Rione Terra a Pozzuoli: “Ho dei ricordi bellissimi delle lezioni del prof. Pesando soprattutto riguardo le antichità pompeiane e l’archeologia della Magna Grecia. Ricordo la sua chiarezza e il suo entusiasmo, un’immensa preparazione delle fonti letterarie legate ai risultati degli scavi archeologici. Ricordo le escursioni a Paestum e a Pompei dove, essendo la più bassina del gruppo, mi indicò come quella più adatta ad alcuni scavi perché avrei potuto intrufolarmi dappertutto senza fare danni. Ma io di scavi non ne ho mai fatti né mi sono mai sentita in grado di farli nonostante la laurea in archeologia… ero più affascinata, e lo sono ancora, a scoprire cosa di reale si cela dietro il mito, come quello che il prof Pesando sapeva raccontare con eleganza e passione. Sono stata fortunata ad averlo come professore”.

fabrizio-pesando_archeologo_con-francesco-casagrande

Il prof. Fabrizio Pesando in gruppo con il prof. Francesco Casagrande (foto dal profilo FB di Casagrande)

Francesco Casagrande, università “Gabriele d’Annunzio” e museo del Mare di San Benedetto: “La mestizia ci raggiunge e ci addolora profondamente ma la sua diligenza intellettuale ed umanità benevola condivisa con molti rimarrà un caposaldo da mantenere desto nei giorni a venire. Personalmente non so come ringraziarla per l’enorme arricchimento che mi ha apportato nel frequentarla e la stima rivoltale rimarrà imperitura. Onoreremo sempre la sua memoria ed il suo lascito di competenze non verrà mai meno e correntemente incrementato. Riposo in pace professor Fabrizio Pesando la accolga il Signore fra le sue braccia”. Fai Giovani – San Benedetto del Tronto: “Esprimiamo il nostro cordoglio per la scomparsa del prof. Fabrizio Pesando, grande archeologo e studioso della storia di Pompei, professore di archeologia classica all’Università degli Studi “L’Orientale” di Napoli, che tanto si è speso per i beni archeologici del nostro territorio, a partire dal parco archeologico naturalistico “Civita” di Cupra Marittima di cui era direttore, fino agli scavi della Villa Marittima del Paese Alto di San Benedetto del Tronto”.

Archeologia in lutto. Si è spenta in pochi giorni per un male incurabile Vincenzina Castiglione Morelli “Nella”, l’archeologa innamorata di Ercolano. Il ricordo della grande pompeianista

vincenzina-castiglione-morelli_1_foto-paerco

L’archeologa Vincenzina Castiglione Morelli stroncata da un male incurabile (foto paerco)

Se n’è andata in pochi giorni, colta da un male rapido ed implacabile che le ha rubato anche la possibilità di scambiare un ultimo, estremo sguardo con i suoi cari. Lutto nell’archeologia: è morta Vincenzina Castiglione Morelli, l’archeologa innamorata di Ercolano. I funerali si terranno a Napoli, sabato 22 luglio 2023, alle 10, nella chiesa di S. Maria della Vittoria, in piazza Vittoria. È Giuseppe Di Leva a farne un ritratto di affetto e riconoscenza: “Minuta, riservatissima, la dolce Nella – come la chiamavano affettuosamente tutti quelli che l’hanno conosciuta – se n’è andata stamani (21 luglio 2023), in questo torrido luglio, in silenzio, quasi in punta di piedi, come faceva sempre, con la sua raffinata educazione. Vincenzina Castiglione Morelli si laurea in archeologia con Achille Adriani ma è con Alfonso De Franciscis che partecipa ad una delle avventure pompeiane più esaltanti: lo scavo della Casa di Giulio Polibio. Fu lo stesso grande archeologo napoletano ad affidarle l’incarico dell’inventariazione e schedatura dei reperti rinvenuti nella domus pompeiana. Con un altro celebre archeologo, Werner Johannowsky, intraprese lo scavo dell’Anfiteatro presso la località Fornaci, procedendo poi con la catalogazione dei reperti provenienti dalla stipe di Teano che erano custoditi nei depositi del Mann denominati proprio Johannowsky. Sempre con De Franciscis partecipò allo scavo della villa romana del Naniglio di Gioiosa Ionica ed alla successiva pubblicazione dello stesso scavo insieme agli allestimenti delle relative mostre presso più sedi. Da affezionata allieva di De Franciscis, dopo la morte dell’archeologo napoletano, ne curò la pubblicazione di alcuni lavori, come quello sul Sacello degli Augustali a Miseno. Un altro omaggio, Nella rese anche a Johannowsky, curando – nel 2010 – l’antologia di scritti Dal Tifata al Massico”.

libro_Caio Giulio Polibio. Storie di un cittadino pompeiano_copertina

Copertina del libro “Caio Giulio Polibio. Storie di un cittadino pompeiano”

“Tante altre sono state le sue attività di curatela redazionale – continua De Leva – come il volume dell’IDSN Ager pompeianus et Ager Stabianus, e, nel 2015, con De Carolis e Salerno, il volume Caio Giulio Polibio. Storie di un cittadino pompeiano. Nel 2011 Nella viene nominata Socia Corrispondente dell’Accademia Pontaniana e, dal 2016, ha avuto in affidamento dalla Direzione del Mann, su sua richiesta, il riordinamento dell’Archivio del professore Werner Johannowsky. Ma Nella era soprattutto una pompeianista. Colonna storica dell’Associazione Internazionale Amici di Pompei, di cui era consigliere, all’area archeologica vesuviana la studiosa aveva dedicato numerosi articoli apparsi in riviste specializzate, una soprattutto, quella che possiamo a giusta ragione considerare la sua più dolce “pupilla”: Rivista di Studi Pompeiani. Correva il 1995 quando Nella ne divenne redattrice per poi assumere il ruolo – nel 2012 – di redattrice unica responsabile. Ed è a lei che, nel corso di oltre un ventennio, si deve forse soprattutto la tenacia con cui si è difesa una rivista che per tanti anni è stata strumento di conoscenza di ricerche archeologiche e di fondamentali contributi sull’area vesuviana. E sarà in sua memoria che, chi ne prenderà il posto in seno all’Associazione Internazionale Amici di Pompei, sarà chiamato a difendere non solo il prezioso lavoro di Nella ma una storia di passione per quell’antichità palpitante che continuiamo a scovare tra le pietre di Pompei”.

napoli_mann_incontri-di-archeologia_luongo_castiglione-morelli_foto-mann

L’archeologa Vincenzina Castiglione Morelli con Giuseppe Luongo nel 2017 in uno degli “Incontri di Archeologia” al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

“Oggi la piangono in tanti – conclude -. E sono davvero parecchi quelli che l’hanno conosciuta. Ma a me piace ricordare in particolare Salvatore Nappo, Luciana Jacobelli, Margherita Tuccinardi, Antonio Varone, Angelandrea Casale, Grete Stefani, Antonio De Simone, Paola Miniero, Bianca Maria Sammarco, Stella Pisapia, Caterina Cozzolino, Peppino Lindinerro, Marco De Gemmis, Maria Rosaria Esposito a cui, chi scrive, è affezionato e legato come a degli zii e zie. Alla famiglia, ai suoi nipoti, cui Nella era legatissima e che i frequentatori delle sue conferenze al Mann hanno avuto addirittura modo di veder crescere, va tutto l’affetto e la vicinanza per una perdita grave”.

Created with GIMP

L’archeologa Vincenzina Castiglione Morelli stroncata da un male incurabile (foto parco archeologico pompei)

rivista-di-studi-pompeiani_2021_copertina

La copertina di un’edizione della Rivista di Studi Pompeiani di cui Vincenzina Castiglione Morelli è stata redattrice unica

Il parco archeologico di Ercolano e l’Herculaneum Conservation Project (HCP) si uniscono nel ricordo della straordinaria professionista. Il direttore del parco archeologico Francesco Sirano addolorato per la perdita, afferma: “Ho conosciuto Nella tanti anni fa in occasione della pubblicazione di un articolo sugli Atti dell’Accademia Napoletana di Archeologia e da allora ho avuto tanti contatti con lei, una persona molto discreta, sempre presente e dagli appassionati interessi condivisi per l’archeologia. L’ho ritrovata come direttore del parco archeologico di Ercolano e abbiamo collaborato in diverse occasioni, in particolare alla redazione annuale della parte di competenza di Ercolano nella Rivista di Studi Pompeiani e Nella rappresentava una presenza costante e vicina come di un’amica, una presenza sempre cortese pronta a sollecitare soluzioni. La sua scomparsa lascia tutto il personale del Parco e di HCP sgomenti. Non scompare solo una professionista ma una collega con la quale abbiamo stretto un rapporto reciproco di grande semplicità, stima e rispetto”.  I colleghi dell’HCP si stringono intorno alla famiglia nel ricordo personale e professionale della Castiglione Morelli sottolineando che la Rivista di Studi Pompeiani è l’unico ambito in cui la storia di Ercolano nel XXI secolo, il più grande partenariato pubblico privato per il patrimonio archeologico in Europa grazie al Packard Humanities Institute, viene raccontato in modo sistemico da oltre 15 anni, e questo è in gran parte merito suo.

vincenzina-castiglione-morelli_1_foto-mann

L’archeologa Vincenzina Castiglione Morelli stroncata da un male incurabile (foto mann)

Anche la direzione del parco archeologico di Pompei esprime cordoglio per la scomparsa della prof.ssa Vincenzina Castiglione Morelli consigliere direttivo dell’Associazione Internazionale Amici di Pompei. E, a nome di tutto il personale, saluta una grande studiosa ed una figura di grande spessore culturale, esprimendo le più sentite condoglianze alla famiglia. E l’archeologo Mario Grimaldi: “Nella è stata una colonna della mia formazione da studente sino ai primi articoli e poi lavori assieme addirittura con grande onore mio. Mi mancherà tantissimo l’ultima telefonata che mi ha fatto pochi giorni fa fu bellissima … grazie di tutto quanto mi hai insegnato cara Nella”. Margherita Tuccinardi: “Ciao Nella carissima, amica, collega e soprattutto persona assolutamente speciale!”. Il grave lutto ha colpito l’associazione internazionale Amici di Pompei. Il presidente Antonio Varone e il segretario Angelandrea Casale porgono a nome dell’Associazione alla figlia dr.ssa Emilia Del Franco e ai familiari le più sentite condoglianze. Il direttore e lo staff del museo Archeologico nazionale di Napoli si associano al dolore della famiglia di Nella Castiglione Morelli, “di cui ricorderemo sempre lo sguardo limpido e dolce, il tratto gentile della persona e l’onestà intellettuale”.