Archivio tag | Margiana

Gea 2021-Ica: “Archeologia e inclusione”. Contributo 11: “Missione Archeologica ISMEO in Turkmenistan” per lo studio nella regione del fiume Murghab (Turkmenistan meridionale) del fenomeno urbano in relazione all’antico sistema idrico

istituto-centrale-per-l-archeologia_logoPer l’edizione 2021 delle Giornate Europee per l’Archeologia, l’ICA – Istituto centrale per l’Archeologia propone il tema guida dal titolo “Archeologia e inclusione. Missioni archeologiche italiane all’estero e comunità locali dei paesi ospitanti: interazioni, coinvolgimento, formazione”. Undicesimo contributo: “Missione Archeologica ISMEO in Turkmenistan”.

Dal 1990 la Missione Archeologica italo-turkmena è impegnata nella regione del fiume Murghab (Turkmenistan meridionale) in numerosi progetti di ricerca. Tali progetti mirano allo studio del fenomeno urbano in relazione all’antico sistema idrico del conoide alluvionale del fiume tra la media età del Bronzo e l’inizio del Ferro (2400-900 a.C.), mediante lo studio della cartografia antica, lo scavo stratigrafico e la ricognizione di superficie. La Margiana dell’età storica è stata spesso considerata a torto un’area storicamente e archeologicamente marginale, posta tra due grandi civiltà, quella dell’Indo a Est e quella mesopotamica a Ovest. In tale regione, la Missione ha proceduto all’analisi e alla ricognizione di un’area di oltre 20mila km2, registrando circa 2000 siti che datano dalla media età del Bronzo al periodo islamico (3° millennio a.C.- 7° – 8° secolo d.C.). Il progetto iniziale, congiunto tra l’Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente (IsMEO) di Roma, la Turkmen State University (TSU) e l’Institute of Archaeology of the USSR Academy of Sciences (IARAN) si è concluso nel 2009. Nel 2014 nasce il nuovo progetto TAP – Togolok Archaelogical Project, che ha come obiettivo principale lo studio del complesso urbano di Togolok 1. Tra il Bronzo Finale (1500 – 1300 a.C.) e l’inizio dell’età del Ferro (1300 – 900 a.C.) la regione del Murghab è interessata da un graduale abbandono dei territori e delle aree urbane più settentrionali e dallo spostamento degli insediamenti più a sud, a causa di un importante fenomeno di inaridimento climatico. Tali aree, parzialmente convertite a pascolo, cominciano ad essere occupate da una popolazione semi-nomade, archeologicamente affine alle culture “Andronovo” delle steppe poste a Nord. Infatti, gli scavi e le ricognizioni portate avanti finora attestano la presenza di due gruppi apparentemente distinti, che convivono negli stessi territori e sfruttano le medesime risorse per la loro sopravvivenza. Lo scavo del sito urbano di Togolok 1, posto in una di queste aree di maggiore interazione interculturale, diviene fondamentale per la comprensione di tale fenomeno. Ad oggi, le campagne di scavo condotte sul sito hanno evidenziato nella fase finale di vita dell’insediamento un’occupazione pastorale semi-stagionale, caratterizzata da strutture leggere, quali tende o semplici ripari, L’interazione con la cultura sedentaria locale si evidenzia chiaramente dalla ricca cultura materiale e dai resti archeobotanici ed archeozoologici che attestano un’economia mista molto complessa. L’indagine dell’insediamento urbano di Togolok 1 pone quindi in una nuova luce il fenomeno di interazione/integrazione tra la popolazione sedentaria e quella semi-nomade e sulla fase di transizione tra la fine dell’età del Bronzo e l’inizio dell’età del Ferro nella Margiana preistorica. La comprensione del complesso processo insediativo e di adattamento all’ambiente da parte delle popolazioni che hanno abitato la Margiana dell’età del Bronzo rimane infatti uno degli obiettivi principali della Missione Archeologica italo-turkmena nella regione centroasiatica.

(11 – continua)

È morto Viktor Sarianidi, l’archeologo russo che scoprì la “collina d’oro” in Battriana

sarianidi-viktor

L’archeologo russo Viktor Sarianidi scoprì la “collina d’oro” nel 1978

Il sito di Gonur Tepe in Margiana

Il sito di Gonur Tepe in Margiana (Turkmenistan)

Il suo nome, Viktor Sarianidi, lo legherà per sempre alla “collina d’oro” che scoprì nel 1978 a Tillia Tepè, in Afghanistan: l’archeologo russo è morto il 23 dicembre a Mosca; era nato a Tashkent in Uzbekistan nel 1929. La sua prima scoperta, la civiltà dell’Oxis, risale al 1976 nell’area delle antiche regioni di Battriana (dalla città di Battria – in greco – l’odierna Balkh, nel nord dell’Afghanista) e di Margiana (come i greci chiamavano la satrapia persiana di Margu, l’odierna Merv, nel sud-est del Turkmenistan) : qui individuò una cultura dell’età del Bronzo sviluppatasi appunto intorno al fiume Oxis. Gli scavi di Sarianidi  alla fine degli anni ’70 del secolo scorso  ha portato alla luce numerose strutture monumentali in molti siti, fortificate da mura e porte imponenti. Il sito di Gonur Tepe, secondo Sarianidi, doveva essere quello della capitale della Margiana per tutta l’Età del Bronzo (2300-1700 a.C.).

La corona d'oro trovata nelle tombe di Tillia Tepe (Afghanistan)

La corona d’oro trovata nelle tombe di Tillia Tepe (Afghanistan)

Ma la scoperta che lo avrebbe reso famoso Viktor Sarianidi la fece due anni dopo, nel 1978, a Tillia Tepe, nel nord dell’Afghanistan, l’antica Battriana. Solo due anni di scavo, nel villaggio di Shibergan, interrotti bruscamente in seguito all’invasione sovietica dell’Afghanistan, ma sufficienti a rivelare un tesoro inestimabile: sei tombe risalenti al I secolo a.C. Gli inumati – capi di tribù nomadi sedentarizzate – erano vestiti di maglie ottenute unendo tra loro piccole placchette d’oro e i corredi funebri comprendevano pezzi tanto preziosi quanto disparati, provenienti dalle razzie compiute: piccole immagini d’oro di fattura ellenistica, gioielli di tradizione scitica, e perfino una moneta dell’imperatore romano Tiberio. Furono recuperati 21618 oggetti, di cui 20587 d’oro.

Orecchino in oro e turchese con uomini e dragoni da Tillia Tepe

Orecchino in oro e turchese con un uomo insieme a dragoni dalle tombe di  Tillia Tepe (Afghanistan)

Il tesoro delle sei tombe appartenenti a una famiglia nobile, se non principesca, di nomadi kushan, è noto da allora come “oro della Battria” e costituisce senza dubbio una delle scoperte archeologiche più importanti del XX secolo. Tra gli esempi più sorprendenti dei manufatti in oro ritrovati nelle tombe figurano una statuetta di Afrodite alata modellata secondo le forme sinuose di una divinità indiana, due fermagli decorati da figure di soldati macedoni, una corona completamente smontabile e trasportabile come si conveniva a un popolo nomade e due fibbie da calzatura che raffigurano un uomo su un carro forse volante che nelle forme, come pure per i dragoni che lo guidano, rivela un’ispirazione chiaramente cinese.