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Verona. Bilancio, a metà strada, del restauro dell’anfiteatro Arena finanziato con l’Art Bonus: 14 milioni di Unicredit Banca e Fondazione Cariverona. In due anni lavori mai fatti prima. Ora si preparano il museo e le Olimpiadi 2026. Sindaco: “Un intervento che rimarrà nei secoli”

Le gradinate dell’Arena di Verona: si vede a occhio nudo il settore già ripulito e restaurato (foto comune-vr)

“Siamo a metà dell’opera. Due anni di lavoro già fatto e altrettanto da portare a termine, per un progetto che si riequilibra in corso d’opera anche alla luce di nuove prospettive, prima tra tutte le Olimpiadi invernali del 2026 di cui l’Arena sarà protagonista assoluta”. Così i protagonisti, Comune di Verona (sindaco Federico Sboarina insieme all’assessore ai Lavori pubblici Luca Zanotto), soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Verona Rovigo e Vicenza (soprintendente Vincenzo Tinè), fondazione Cariverona (direttore generale Filippo Manfredi insieme al responsabile territoriale di UniCredit Renzo Chervatin e al Regional Manager NordEst di Uncredit Luisella Altare), progettisti (ing. Claudio Modena progettista del restauro), alla presentazione del bilancio dei lavori di restauro dell’Anfiteatro Arena di Verona, progetto ambizioso di valorizzazione e fruizione dell’arena, avviato nel 2019 grazie al finanziamento di 14 milioni di euro messi a disposizione da Unicredit Banca e Fondazione Cariverona con l’Art Bonus.

Recupero conservativo e restauro, rifacimento totale degli impianti elettrici, percorso museale. Questi i cardini su cui si basa l’intervento in corso, la cui divisione in lotti e la concentrazione dei lavori da novembre ad aprile è funzionale all’ottimizzazione delle complesse attività di cantiere oltre che a garantire l’attività della Fondazione Arena durante la stagione estiva. “Un intervento che rimarrà nei secoli, per il contesto in cui viene realizzato, per gli obiettivi già raggiunti e quelli futuri, e per l’investimento che li rende possibili”, commentano soddisfatti. “Quella in corso all’anfiteatro Arena è un’opera di restauro senza precedenti, destinata a segnare la storia del monumento stesso e a farne non solo un luogo di spettacolo e musica, ma un vero e proprio museo”.

Presentazione del restauro dell’anfiteatro Arena di Verona: da sinistra, Luca Zanotto, Renzo Chervatin, Federico Sboarina, Vincenzo Tinè, Luisella Altare, Filippo Manfredi e Claudio Modena (foto comune vr)
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Gli interrati dell’Arena di Verona: l’obiettivo è di riaprirli al pubblico (foto comune-vr)

“Abbiamo sotto gli occhi qualcosa di storico e che resterà nei secoli”, ha detto il sindaco. “Questo progetto ci permette non solo di restituire l’anfiteatro alla sua originaria bellezza, ma anche di proiettarlo in una nuova dimensione, quella museale, che contribuirà a renderlo ancora più unico e straordinario. Le due anime dell’Arena si intrecceranno in un percorso unico, il monumento di valore architettonico e culturale insieme al tempio della musica lirica, pop e rock, per una fruizione unica che sarà valore aggiunto per la città intera. A ciò si aggiunge il sogno di rendere fruibile la parte interrata, quei cunicoli e spazi architettonici che nessuno ha mai potuto visitare, un obiettivo che raggiungeremo con i fondi del Pnrr e che, entro le Olimpiadi del 2026, ci permetteranno di eliminare tutte le barriere architettoniche dell’Arena. Non posso che essere estremamente orgoglioso  di quanto fatto finora, anche durante la pandemia, e degli obiettivi che ci siamo posti con questo progetto. Riscriviamo la storia del nostro anfiteatro, lo facciamo attraverso la sinergia di istituzioni del territorio, consapevoli di ciò che l’Arena rappresenta per la nostra città dal punto di vista storico, artistico, culturale oltre che economico”. E l’assessore Zanotto: “Si tratta di un cantiere davvero complesso e articolato, che richiede una cura e un’attenzione particolare. Siamo a metà dell’opera, i risultati di questi due anni di lavoro sono già evidenti,  l’anfiteatro è  visibilmente più bello grazie al restauro dei gradoni e degli arcovoli, ma anche più funzionale e sicuro, con un nuovo sistema tecnologico adeguato alle esigenze del teatro all’aperto più famoso al mondo. Ringrazio gli uffici e tutti i professionisti coinvolti che hanno saputo mediare con Fondazione Arena e la Soprintendenza e apportare modifiche progettuali  in corso d’opera”.

logo_artbonus“Ci piace pensare che questa esperienza, con l’accordo sottoscritto nel 2014 tra pubblico e privato, sia un progetto precursore di quanto oggi sta accadendo con il Pnrr”, ha affermato il direttore generale Manfredi. “Fondazione Cariverona c’è, come ente sostenitore presente e concreto che guarda al futuro della città. Il nostro compito è quello di creare un tessuto florido di sviluppo non solo culturale ma anche economico, l’intervento sull’anfiteatro va in questa direzione. Proseguiamo quanto avviato con uguale impegno e determinazione, e con l’auspicio che da questo progetto possano nascere nuove opportunità per valorizzare ancora l’intervento in corso”. E Chervatin: “Unicredit è fiera di aver finanziato questo intervento sull’Arena che è patrimonio culturale unico al mondo. È un progetto di importante sviluppo culturale ed economico, per questo si è deciso di finanziare anche un video che racconta le fasi del progetto e lo stato dell’arte dell’intervento, affinché i progressi fatti in questi due anni di lavoro siano visibili a tutti”.

Il restauro dei colonnati negli arcovoli dell’Arena di Verona (foto comune-vr)
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Il rendering dei nuovi bagni per i visitatori e gli spettatori dell’Arena di Verona (foto comune-vr)

Opere realizzate. I risultati del lavoro già effettuato  sono ben visibili ad occhio nudo. I gradoni di metà della cavea sono tornati al loro colore originario, sono stati ripuliti dalla patina logorante del tempo oltre che sigillati per evitare le infiltrazioni d’acqua. Idem per gli arcovoli, grazie a maestranze specializzate e all’utilizzo dei materiali più idonei alle caratteristiche del monumento,  per la quale sono state effettuate dettagliate indagini e rilievi sulle strutture e sugli interventi realizzati in passato. Nei mesi scorsi sono stati ultimati i primi tre dei dieci nuovi bagni che andranno a sostituire quelli attuali, datati fine anni Cinquanta e oramai in un grave stato di conservazione. Per i servizi igienici è stata adottata la tecnica di lavorazione in esterna, che prevede la realizzazione delle celle in cantiere e la messa in posa sul pavimento senza intaccare la parte muraria e architettonica. Poi ci sono gli interventi che  non si vedono, ma che sono fondamentali per una riqualificazione moderna e complessiva dell’Arena e indispensabile sotto il profilo delle certificazioni legate alla sicurezza. Si tratta dell’opera ingegneristica che si  è concentrata  in particolare a livello ipogeo, dove sono stati realizzati ex novo gli impianti idrico, fognario ed antincendio, ormai del tutto obsoleti, e propedeutici al proseguo dei cantieri.

L’Arena di Verona racconta duemila anni di storia e di vita (foto comune-vr)

Percorso museale.  Le opere di riqualificazione museale sono uno degli obiettivi strategici dell’intervento Art bonus, per migliorare la fruibilità dell’Arena come monumento visitabile nei suoi spazi principali, compresa la galleria mediana che, durante la stagione invernale con lo stop agli spettacoli, potrà essere percorsa nella sua totalità. Per raccontare una storia lunga duemila anni, dall’epoca romana al Medioevo  passando dal Risorgimento ad oggi, con un  percorso che si concentrerà sulle due anime dell’Arena, quella del monumento vero e proprio e quella che lo rende il tempio della musica per eccellenza (vedi https://archeologiavocidalpassato.com/2022/03/05/verona-larena-diventa-museo-negli-arcovoli-i-2mila-anni-di-storia-del-monumento-creazione-di-un-percorso-espositivo-permanente-valorizzazione-degli-spazi-interni-apertura).

Milano_Cortina_2026_Olympics_logoOlimpiadi 2026. Forniscono l’assist per un’Arena completamente nuova anche come luogo di spettacolo e musica. Per le cerimonie di conclusione delle Olimpiadi e di apertura della Paralimpiadi, è impensabile non usufruire di adeguati investimenti per dotare il monumento di palco e platea nuovi, fondi che saranno garantiti dal Governo attraverso il Pnrr.

Verona. L’Arena diventa museo. Negli arcovoli i 2mila anni di storia del monumento: creazione di un percorso espositivo permanente, valorizzazione degli spazi interni, apertura di un bar e di bookshop. Il sindaco: “Svolta epocale, lavoriamo per aprire ai visitatori anche gli spazi interrati”

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Presentato il progetto del museo dell’Arena di Verona (foto comune-vr)

L’Arena di Verona diventa museo di se stessa. Per raccontare una storia lunga duemila anni, dall’epoca romana al Medioevo, passando dal Risorgimento ad oggi. Un percorso che si concentrerà sulle due anime dell’Arena, quella del monumento vero e proprio e quella che lo rende il tempio della musica per eccellenza. Da contenitore a sito che ospita contenuti. Un’idea che si concretizza attraverso il concept messo a punto dalla soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Verona Vicenza e Rovigo e dal Comune di Verona, un progetto tanto ambizioso quanto epocale, che darà una svolta alla fruizione dell’Arena e alla sua valorizzazione durante tutto l’anno. Gli arcavoli diventeranno piccole sale museali, ci saranno un bookshop e una caffetteria permanenti in linea con l’obiettivo di dotare tutto il sistema museale civico di spazi e servi adeguati e moderni.

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Gli interrati dell’Arena di Verona: l’obiettivo è di riaprirli al pubblico (foto comune-vr)

“Diamo vita a qualcosa di storico e che resterà nei secoli”, interviene il sindaco di Verona, Federico Sboarina. “Questo progetto ci permette non solo di restituire l’anfiteatro alla sua originaria bellezza, ma anche di proiettarlo in una nuova dimensione, quella museale, che contribuirà a renderlo ancora più unico e straordinario. Le due anime dell’Arena si intrecceranno in un percorso unico, il monumento di valore architettonico e culturale insieme al tempio della musica lirica, pop e rock, per una fruizione unica che sarà valore aggiunto per la città intera. A ciò si aggiunge il sogno di rendere fruibile la parte interrata, quei cunicoli e spazi architettonici che nessuno ha mai potuto visitare, un obiettivo che raggiungeremo con i fondi del Pnrr e che, entro le Olimpiadi del 2026, ci permetteranno di eliminare tutte le barriere architettoniche dell’Arena”. E l’assessore all’Edilizia monumentale Luca Zanotto: “L’idea del percorso museale ha preso forma con l’avvio del cantiere dell’Art Bonus, quando si è deciso di valorizzare al massimo le straordinarie potenzialità di questo sito. L’Arena diventerà insieme contenitore e sito di contenuti, una doppia veste che la renderà fruibile sia in estate che in inverno. Come Edilizia monumentale seguiremo i diversi step sul fronte degli interventi edilizi, di restauro e di adeguamento”.

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Nel museo Arena di Verona ci sarà spazio per esporre i recenti ritrovamenti dalle indagini archeologiche (foto comune-vr)

Cosa troveranno i visitatori? Tutta la storia dell’Arena attraverso i reperti che il monumento stesso ha restituito nel corso delle campagne archeologiche degli ultimi decenni, dalle monete agli utensili fino alle eccezionali sepolture emerse nei mesi scorsi, che saranno esposte e potranno essere ammirare da tutti. E poi cartografie, documenti, immagini e fotografie, che testimonieranno lo straordinario vissuto dell’Arena e coinvolgeranno i visitatori in un viaggio emozionale che nella stagione estiva li porterà direttamente nei camerini degli artisti della stagione lirica.

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Arena di Verona: la grande cavea dell’anfiteatro come si presenta oggi (foto comune-vr)

Al progetto, che si inserisce nell’importante intervento di valorizzazione e fruizione dell’Arena avviato nel 2019 grazie al finanziamento di 14 milioni di euro messi a disposizione da Unicredit Banca e Fondazione Cariverona con l’Art Bonus, collabora anche Fondazione Arena, che si è resa disponibile a razionalizzare gli spazi in virtù della realizzazione del museo. Una novità epocale che tuttavia è solo il primo passo di un progetto più ampio, quello cioè per rendere fruibili e visitabili anche gli spazi interrati del monumento, ad oggi mai visti da nessuno ad eccezione di tecnici e addetti ai lavori. Una prospettiva che Comune e Soprintendenza sono intenzionati a realizzare sfruttando i fondi del Pnrr per la totale accessibilità dell’Arena.

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Planimetria dell’Arena di Verona con la destinazione funzionale degli spazi interni (foto comune-vr)

“Una svolta epocale per quanto riguarda la fruizione del nostro più importante monumento”, sottolinea l’assessore alla Cultura Francesca Briani, “che rappresenta sia uno dei luoghi più visitati dai turisti sia il teatro all’aperto più grande del mondo e luogo di spettacolo dal 1913.  L’allestimento che prospettiamo di realizzare all’interno dell’Anfiteatro, in accordo e collaborazione con la Soprintendenza, punta, oltre alla creazione di un percorso espositivo permanente, alla valorizzazione degli spazi interni, con l’apertura di un bar e di bookshop. Un’offerta di servizi ormai presente in tutti i principali musei italiani ed esteri e che è nostra volontà sviluppare, oltre che in Arena, in tutti i siti museali veronesi”.

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L’Arena di Verona racconta duemila anni di storia e di vita (foto comune-vr)

“L’Art bonus ha innescato un meccanismo di tutela e conoscenza dell’anfiteatro che si completa con la realizzazione del percorso museale”, ha aggiunto il soprintendente Vincenzo Tinè. “Ringrazio il sindaco che lo ha fortemente voluto, un notevole cambio di marcia rispetto alla staticità del passato verso questa esigenza. L’Arena racconterà se stessa e i suoi duemila anni di vita. Quanto alla fruizione degli interrati, si apre una finestra sul futuro che porterà a risultati senza precedenti”.

Verona. I lavori di restauro, manutenzione straordinaria, potenziamento impiantistico con ArtBonus ha portato a scoprire la presenza di sepolture in età medievale. Deposizioni familiari pianificate o uso funerario occasionale? Servono analisi specifiche: appello di archeologi e antropologi Sabap per cercare nuovi fondi

Il sindaco di Verona Gabriele Sboarina (a sinistra) e l’assessore ai Lavori pubblici Luca Zanotto osservano la sepoltura tardoantica rinvenuta nell’arcovolo 31 dell’Arena (foto comune di verona)

verona_sabap_Archaiologika-Erga-2021_locandinaL’Arena di Verona da luogo di spettacolo a spazio ad uso funerario. Successe nel Medioevo quando l’anfiteatro offriva ambienti adatti alla nuova destinazione anche se è ancora presto per parlare di deposizioni familiari o occasionali. Per una risposta certa occorreranno analisi paleogenetiche per le quali servono fondi che ancora non ci sono: l’appello è giunto alla fine di Archaiologika Erga 2021, la giornata di studi promossa dalla soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Verona Vicenza Rovigo per presentare i principali cantieri archeologici nel Veneto Occidentale. “Capire la cronologia assoluta delle datazioni delle sepolture scoperte prima nell’arcovolo 31 e poi nell’arcovolo 10 attraverso analisi specifiche è fondamentale per riscriver correttamente la storia dell’Arena, del suo uso funerario nel corso del Medioevo”.

La mappa della localizzazione degli scavi archeologici effettuati dalla soprintendenza Archeologia Belle arti Paesaggio di Verona nell’anfiteatro Arena nell’ambito del progetto ArtBonus (foto sabap vr)

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La platea di fondazione raggiunta negli arcovoli 24, 58 e 60 dell’Arena di Verona (foto sabap vr)


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Scarichi di età medievale e moderna negli arcovoli 58 esterno e 23 dell’Arena di Verona (foto sabap vr)

“Da alcuni anni l’Arena di Verona è al centro di un ampio progetto di restauro, manutenzione straordinaria, potenziamento impiantistico che si avvale del finanziamento ArtBonus”, ricorda Brunella Bruno, archeologa Sabap, responsabile tutela archeologica città di Verona. “La supervisione e l’assistenza archeologica è stata prevista per tutte le operazioni di scavo e restauro del monumento. Ciò ha portato alla conoscenza di nuovi dettagli tecnici e sulle caratteristiche architettoniche, sulla sofistica progettazione del cantiere antico. La platea di fondazione è un’enorme piattaforma in cementizio (arcovoli 24, 58, 60) fino a 3 metri di spessore: ghiaie grossolane frammiste a ciottoli di natura alluvionale mescolate alla malta di calce. La platea ingloba la rete di cunicoli sotterranei e reca in superficie la traccia del sistema idraulico che percorreva dall’alto in basso l’anfiteatro. A ridosso delle strutture perimetrali fu realizzato un riempimento misto a frammenti ceramici (arcovoli 31, 24), in gran parte pezzi di anfore, con la funzione di livellare la platea e creare un sottofondo con caratteristiche drenanti. Grazie ai materiali ritrovati in questi livelli, si conferma la datazione giulio-claudia dell’anfiteatro che già era stata avanzata su base stilistica, e anzi è stato possibile precisarla. Il rinvenimento di alcune monete di Claudio (sesterzio, arcovolo 60; dupondio, arcovolo 24) si pongono come termine post quem. Le stratificazioni tardo-antiche (arcovolo 31 esterno) sopra la platea ci parlano di un monumento che tra tardo antico, medioevo ed età moderna conosce esiti d’uso differenziati. Un arcovolo fu abitato in età tardo-antica / altomedievale; il successivo fu occupato da attività artigianali e da sepolture (arcovolo 58 esterno, arcovolo 31 interno)”.

La sepoltura con uno scheletro in buone condizioni di conservazione scoperta nell’arcovolo 31 dell’Arena di Verona (foto comune vr)

La prima sepoltura rinvenuta all’interno dell’Arena è stata nell’arcovolo 31, dove i lavori in corso hanno portato alla luce i resti di un corpo umano, perfettamente conservato e che sarà oggetto di un’importante valorizzazione. Gli esperti della Soprintendenza sembrano non avere dubbi: si tratta del corpo di una donna, la cui posizione con le braccia conserte e poste leggermente sotto il petto è tipica delle sepolture. Pure l’epoca sembra abbastanza chiara, e si evince dalla profondità del ritrovamento, che rimanderebbe al periodo tardo antico, compreso tra il terzo e il sesto secolo dopo Cristo. È all’arcovolo 31 che i ricercatori della Soprintendenza, al lavoro per il sopralluogo necessario al restauro, hanno trovato tracce di bruciatura tra le pareti. Si aspettavano di rinvenire i resti della fornace di un fabbro, come già accaduto durante altri scavi, invece si sono abbattuti su una sepoltura, sicuramente successiva al I sec. d.C., epoca a cui risalgono i cocci rotti usati come selciato e spostati, più di 1500 anni fa, per fare spazio alla sepoltura.

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Il sindaco di Verona Gabriele Sboarina e il soprintendente Vincenzo Tinè davanti alla sepoltura nell’arcovolo 31 dell’Arena di Verona (foto comune vr)

Il primo a voler vedere il ritrovamento è stato il sindaco Federico Sboarina, che si recato all’interno dell’Arena con l’assessore ai Lavori pubblici Luca Zanotto, il soprintendente Vincenzo Tinè, Brunella Bruno e Irene Dori rispettivamente archeologa e antropologa della Soprintendenza. “Questo monumento non finirà mai di stupirci”, ha detto il sindaco. “Oggi ci ha regalato una grande emozione, è il primo reperto di questo tipo che in assoluto viene ritrovato all’interno dell’anfiteatro, una scoperta eccezionale e senza precedenti. Ho chiesto alla Soprintendenza di approfondire lo studio anche negli altri arcovoli, i dettagli della sepoltura fanno pensare che potrebbero essercene altre simili. Ora è il tempo delle analisi approfondite, dopodiché sarà valutata la modalità migliore per valorizzare questo reperto e la sua collocazione, che potrebbe arricchire il percorso museale all’interno dell’anfiteatro che prenderà forma alla fine del cantiere”. E il soprintendente: “È importante attirare l’attenzione di tutti di fronte a tale scoperta. In archeologia, ritrovare degli scheletri è sempre emozionante, farlo all’interno dell’Arena è qualcosa di unico e davvero eccezionale. Abbiamo già scavato delle sepolture all’interno dell’anfiteatro, ma mai in questa posizione, dentro un arcovolo cieco. Non pensavamo di rinvenire livelli romani conservati in situ, riteniamo che questa sepoltura sia stata inserita in epoca Tardo Antica o Alto Medievale al massimo, tanto che crediamo meriti adeguata valorizzazione”.

Fotorilievo dell’arcovolo 10 dell’Arena di Verona con le due tombe rinvenute con tre deposizioni (foto sabap vr)

E arriviamo alle nuove scoperte nell’arcovolo 10, uno dei piccoli arcovoli interni che si aprono sulla galleria mediana, un ambiente di circa 6 metri x 2.95. Poiché era destinato a funzioni tecniche, la soprintendenza ne ha richiesto lo scavo stratigrafico integrale fino alla platea. “Si voleva verificare se l’arcovolo 10 come l’analogo arcovolo 31 fosse destinato a un uso funerario”, spiega l’archeologa Ilenia Gennuso della Lares srl Venezia. “Sulla platea di fondazione è stata rinvenuta una fossa circolare di 80 centimetri di diametro e una profondità di un metro e mezzo. Le funzioni sono ignote. E non è stato possibile neanche inquadrarla cronologicamente perché non è stato rinvenuto nessun elemento di datazione. La fossa viene riempita e l’area viene destinata successivamente a un uso funerario”.

Dettagli delle tre deposizioni rinvenute nell’arcovolo 10 dell’Arena (foto sabap vr)

“Sono state rinvenute tre deposizioni: A parzialmente in riduzione, B e C integre”, continua Gennuso. “Le deposizioni sono state realizzate in due, forse tre, momenti diversi. Quindi da un punto di vista archeologico ci sembra di aver individuato una grande fossa di deposizione originaria. Cioè la centralità e la regolarità della fossa all’interno dell’arcovolo hanno fatto pensare a una vera e propria pianificazione funeraria non a deposizioni estemporanee e casuali. Gli individui A e B sono all’interno di un’unica tomba (la Tomba 1) e la fossa poi è stata ulteriormente allargata per facilitare la deposizione dell’individuo B. Gli individui sono entrambi con la testa verso Sud. Invece l’individuo C è posizionato con la testa verso Est. L’individuo B presenta una fibbia di cintura circolare di tipologia bassomedievale al fianco destro, e ha restituito anche un gruzzolo di 6-7 monete d’argento, degli Erriciani del XII secolo, concrezionate tra di loro. Probabilmente le monete erano contenute all’interno di un sacchetto o comunque di un borsellino di materiale deperibile. Quindi questo ci data esattamente il momento in cui è stato deposto l’individuo B. Per la posa di tutti i corpi è stato spostato parte del cantiere originario romano. I livelli di riempimento della grande fossa sono stati coperti da scarichi con materiale composto da frammenti ceramici, ciottoli e tre monete scaligere. Pensiamo quindi che l’epoca scaligera possa segnare il momento di chiusura finale della fossa funeraria”.

L’individuo A della Tomba 1 dell’arcovolo 10 dell’Arena di Verona (foto sabap vr)

“La tomba 1 conteneva appunto i resti di due individui che non erano stati deposti simultaneamente”, descrive l’antropologa Irene Dori. L’individuo A è di sesso femminile inseribile nella classe di età tra i 13 e i 19 anni, più precisamente potrebbe avere un’età compresa tra i 15 e i 17 anni. È stato deposto per primo. Le ossa non si trovano più in posizione, ad eccezione del cranio che è ancora nella sua posizione primaria. L’individuo non è completo, mancano praticamente tutte le ossa del torace e parte delle ossa degli arti superiori. E non è quindi possibile ricostruire la sua posizione originaria”.

L’individuo B della Tomba 1 nell’arcovolo 10 dell’Arena di Verona (foto sabap vr)

“L’individuo B – continua l’antropologa della Sabap – è deposto in posizione supina con la gamba destra leggermente flessa e ruotata verso l’esterno, gli avanbracci sono piegati. Una delle mani è posizionata sul torace, l’altra sul bacino. La deposizione è avvenuta in spazio pieno, ovvero la terra posta sopra il cadavere ha riempito subito gli spazi lasciati dalla decomposizione dei tessuti molli. È un individuo adulto di sesso maschile, con età maggiore di 25 anni (tutte le ossa sono fuse), e non doveva raggiungere un’altezza superiore ai 163 centimetri. L’individuo A sicuramente è stato deposto per primo, e intercettato all’altezza del torace e degli arti superiori durante la deposizione dell’individuo B. Rimane da capire il legame tra queste sepolture, se questi spazi dell’Arena fossero destinati a deposizioni funerarie di nuclei familiari”

L’individuo C della Tomba 2 nell’arcovolo 10 dell’Arena di Verona (foto sabap vr)

“L’individuo A e l’individuo B sono in ottime condizioni di conservazione. Al contrario l’individuo C della Tomba 2 è molto mal conservato. Le ossa si presentano appunto in pessime condizioni di conservazione, per questo pulizia, restauro e studio non sono ancora terminati. Si tratta di una sepoltura primaria in nuda terra. La deposizione è avvenuta in spazio pieno come per l’individuo B. Era posto in posizione supina con le gambe distese e le braccia piegate sul bacino. Le analisi preliminari – conclude – ci dicono che probabilmente è un individuo di sesso maschile di età compresa tra i 13 e i 19 anni, e più precisamente tra i 15 e i 18 anni”.

Verona. Chiuso il primo lotto del grande restauro dell’Arena: i risultati si vedono a occhio nudo. Nel giorno di passaggio di consegne dell’anfiteatro romano alla Fondazione per la stagione lirica, sopralluogo e bilancio del progetto da 14 milioni di euro

Le gradinate dell’Arena di Verona: si vede a occhio nudo il settore già ripulito e restaurato (foto comune-vr)

Finiti i primi lavori nel grande progetto di restauro dell’Arena di Verona che si prepara a riaccogliere un milione di visitatori l’anno. E i risultati sono visibili a occhio nudo. La suddivisione dei lavori in lotti e la concentrazione dei lavori da novembre ad aprile è funzionale all’ottimizzazione delle complesse attività di cantiere oltre che a garantire l’attività della Fondazione Arena durante la stagione estiva. E quindi, oggi, 2 aprile 2021, giorno del passaggio di consegne, con l’anfiteatro che entra nelle disponibilità di Fondazione Arena per i preparativi legati alla stagione lirica ed extra lirica, è stato possibile fare un primo bilancio dell’andamento dei lavori con un sopralluogo delle autorità coinvolte. L’occasione perfetta per verificare sul posto lo stato di avanzamento dei lavori, che quest’anno tuttavia non si fermano nemmeno durante il periodo estivo, ma andranno avanti senza intralciare gli spettacoli. I risultati del lavoro già effettuato  sono ben visibili ad occhio nudo. I gradoni stanno tornando al loro colore originario, sono stati ripuliti dalla patina logorante del tempo oltre che sigillati per evitare le infiltrazioni d’acqua. Lo stesso per gli arcovoli, grazie a maestranze specializzate e all’utilizzo dei materiali più idonei alle caratteristiche del monumento,  per la quale sono effettuate dettagliate indagini e rilievi sulle strutture e sugli interventi realizzati in passato.  Quella in corso all’anfiteatro arena è un’opera di restauro senza precedenti, destinata a segnare la storia del monumento stesso e a farne non solo un luogo di spettacolo e musica, ma un vero e proprio museo. Un intervento che rimarrà nei secoli, per il contesto in cui viene realizzato, per gli obiettivi da raggiungere e per l’investimento che li rende possibili. Un progetto ambizioso di valorizzazione e fruizione dell’arena, avviato nel 2019 grazie al finanziamento di 14 milioni di euro messi a disposizione da Unicredit Banca e Fondazione Cariverona con l’Art Bonus.

Il restauro dei colonnati negli arcovoli dell’Arena di Verona (foto comune-vr)

A maggio saranno pronti i primi tre dei dieci nuovi bagni che andranno a sostituire quelli attuali, datati fine anni Cinquanta e oramai in un grave stato di conservazione. Per i servizi igienici è stata adottata la tecnica di lavorazione in esterna, che prevede la realizzazione delle celle in cantiere e la messa in posa sul pavimento senza intaccare la parte muraria e architettonica. Poi ci sono gli interventi che  non si vedono, ma che sono fondamentali per una riqualificazione moderna e complessiva dell’arena come quella che verrà completata  entro i prossimi tre anni. Si tratta dell’opera ingegneristica che si  è concentrata  in particolare a livello ipogeo, dove sono stati realizzati ex novo gli impianti idrico, fognario ed antincendio, ormai del tutto obsoleti, e propedeutici al proseguo dei cantieri. A tutto ciò si aggiungono le opere di riqualificazione museale. Sono queste, infatti, uno degli obiettivi strategici dell’intervento Art bonus, per migliorare la fruibilità dell’Arena come monumento visitabile nei suoi spazi principali, compresa la galleria mediana che, durante la stagione invernale con lo stop agli spettacoli, potrà essere percorsa nella sua totalità. Già allo studio della Soprintendenza e del settore Musei Civici l’individuazione di soluzioni metodologiche per l’allestimento di appositi spazi informativi e dedicati alla comunicazione multimediale, nei quali i visitatori possano ricevere approfondimenti relativi all’anfiteatro, alla sua storia e alla sua duplice natura di luogo della cultura e luogo di spettacolo.

Sopralluogo all’anfiteatro romano di Verona (foto comune-vr)

In Arena si sono dati appuntamento il sindaco di Verona Federico Sboarina, l’assessore ai Lavori pubblici Luca Zanotto, il soprintendente Archeologia, Belle arti e Paesaggio Vincenzo Tinè, il direttore generale di Fondazione Cariverona Giacomo Marino e la Regional Manager NordEst di Uncredit Luisella Altare. Presenti anche l’assessore alla Cultura Francesca Briani e il sovrintendente di Fondazione Arena Cecilia Gasdia. “Assistiamo a qualcosa di storico e che resterà nei secoli”, ha detto il sindaco. “Questo intervento ci permette non solo di restituire l’anfiteatro alla sua originaria bellezza, ma anche di proiettarlo in una nuova dimensione, quella museale, che contribuirà a renderlo ancora più unico e straordinario. È arrivato il tempo di prepararsi alla stagione lirica che inizierà il 19 giugno 2021 con lo spettacolo diretto dal maestro Muti, lavoriamo per il pubblico della lirica e dei concerti  ma anche per il milione di visitatori che ogni anno entrano in Arena. Non posso che essere estremamente orgoglioso  di quanto fatto finora, anche durante la pandemia, e degli obiettivi che ci siamo posti con questo progetto. Riscriviamo la storia del nostro anfiteatro, lo facciamo attraverso la sinergia di istituzioni del territorio, consapevoli di ciò che l’arena rappresenta per la nostra città dal punto di vista storico, artistico, culturale oltre che economico”. E l’assessore Zanotto: “Si tratta di un cantiere davvero complesso e articolato, che richiede una cura e un’attenzione particolare. Nel giro di pochi anni avremo un anfiteatro messo a nuovo, visibilmente più bello grazie al restauro dei gradoni e degli arcovoli, ma anche più funzionale e sicuro, con un nuovo sistema tecnologico adeguato alle esigenze del teatro all’aperto più famoso al mondo. Senza parlare dei nuovi servizi igienici, quelli attuali non sono più adeguati  anche a causa della scarsa manutenzione degli anni passati. Oggi consegniamo il monumento a Fondazione Arena, il cantiere vero e proprio riprenderà in autunno ma i lavori non si fermeranno del tutto nemmeno durante l’estate. Il nostro obiettivo è terminate l’opera nei tempi stabiliti, siamo in carreggiata nonostante l’emergenza sanitaria”. “L’Art bonus ha innescato un meccanismo di tutela e conoscenza dell’anfiteatro che si completerà con la realizzazione del percorso museale”, ha aggiunto il soprintendente Tinè. “Ora sono finalmente visibili i primi risultati, un progetto frutto di un lungo lavoro preliminare, a cui la Soprintendenza ha dato un contributo non banale e che coglie l’opportunità di rendere visibile il restauro e la storia del monumento, compresa la più recente funzione di teatro all’aperto per gli spettacoli di lirica e di musica pop”.

Il rendering dei nuovi bagni per i visitatori e gli spettatori dell’Arena di Verona (foto comune-vr)

“Un intervento sostanziale su uno dei luoghi iconici del patrimonio artistico italiano e simbolo nel mondo della nostra Verona”, ha affermato Marino. “Notevole il lavoro relativo alla parte ingegneristica, quello che non si vede ma è essenziale per conservare l’Arena e valorizzarla al meglio. Oggi abbiamo voluto essere qui per condividere con la città quanto realizzato finora, bene l’approccio metodologico del ‘minimo intervento’, garantisce di mantenere intatta la bellezza del manufatto. Fondamentale anche il progetto museale, con un milione di potenziali visitatori all’anno, l’Arena si appresta a diventare un signor museo”. Soddisfazione per l’avanzamento dell’opera è stata espressa anche dal Regional Manager Nord Est di UniCredit Luisella Altare, che sottolinea come “sostenere i lavori di ristrutturazione dell’Arena di Verona è per UniCredit motivo d’orgoglio. Il nostro intervento non solo è coerente con la convinzione che lo straordinario patrimonio artistico e culturale italiano costituisca un volano di sviluppo economico e sociale per tutto il Paese ma, vuole essere una nuova, concreta, dimostrazione della nostra attenzione e del nostro legame con questo territorio”. Infine la sovrintendente Gasdia: “Mai come quest’anno aspettavamo questo giorno. Tra poco cominceremo le operazioni di allestimento del palco e dei gradoni, i veronesi sentiranno i martelli in azione. Per noi è un segnale forte verso il ritorno a quella normalità che tutti aspettiamo e per la quale non abbiamo mai smesso di lavorare”. “L’auspicio è di riaprire al più presto tutti i musei, i teatri e i luoghi di cultura”, ha concluso l’assessore Briani. “Il percorso museale dell’arena arricchirà ancora di più l’offerta culturale della nostra città”.