Roma, Percorsi fuori dal PArCo. Nel primo appuntamento, nel nome dei divini gemelli Castore e Polluce, il viaggio parte dal tempio dei Dioscuri al Foro romano per arrivare al tempio che sorge a Cori nel Lazio

Quattordici appuntamenti per raccontare, con testi e immagini, il nesso antico che unisce la storia di un monumento o di un reperto del parco archeologico del Colosseo con un suo “gemello”, situato nel Lazio. È il progetto “Percorsi fuori dal PArCo – Distanti ma uniti dalla storia” che vuole portare i cittadini romani e tutti i visitatori a scoprire i legami profondi e ricchi di interesse, ma non sempre valorizzati, tra i monumenti del Parco e quelli del territorio circostante. Per il primo appuntamento il viaggio parte dal Foro romano e seguendo le tracce dei gemelli divini, figli di Zeus e di Leda, si arriva in una cittadina del Lazio, Cori, in cui si conserva un altro tempio a loro dedicato. Il racconto inizia con veri gemelli, i divini Castore e Polluce.

“I Dioscuri, figli di Zeus e di Leda, partecipi di imprese gloriose, tra cui quella degli Argonauti”, spiegano gli archeologi del PArCo, “furono legati secondo il mito da un affetto così forte che quando Castore fu ucciso, Polluce, il gemello immortale, scelse di condividere la propria immortalità, vivendo con il fratello un giorno nell’Olimpo e un giorno negli inferi. Il loro culto, nato probabilmente a Sparta, fu accolto a Roma già nei primi anni della Repubblica: secondo Tito Livio, infatti, nel 499 a.C., durante la battaglia del Lago Regillo contro la lega Latina, apparvero due cavalieri su cavalli bianchi, che guidarono i Romani alla vittoria; essi riapparvero poi nel Foro, dove lavarono i loro cavalli nella Fonte di Giuturna e scomparvero di nuovo. Proprio accanto alla fonte il console Aulo Postumio Albino, vincitore della battaglia, votò ai gemelli divini un tempio, inaugurato nel 484 a.C., di cui ancora oggi si conservano, su un alto podio, le tre imponenti colonne corinzie risalenti alla ricostruzione di Tiberio del 6 d.C. Il tempio fu sempre legato alla classe dei cavalieri, e probabilmente da qui partiva ogni 15 luglio, anniversario della battaglia, la transvectio equitum, processione commemorativa istituita nel 304 a.C. da Quinto Fabio Massimo Rulliano. Ma il culto dei Castori è radicato anche in molte città del Lazio, dove fu istituito probabilmente prima che a Roma, tanto che si è ipotizzato che il voto di Aulo Postumio sia da considerare una “evocatio”: un rito con cui si “invitava” la divinità protettrice dei nemici ad unirsi al pantheon romano”.

“Dei templi dedicati ai Dioscuri nel Lazio”, continuano gli archeologi del PArCo, “il meglio conservato è quello di Cori, in provincia di Latina, costruito all’estremità sud-orientale della terrazza del Foro della città. Del tempio, risalente anch’esso al V sec. a.C., si conoscono almeno tre fasi edilizie. Quella attualmente visibile, collocata intorno al 100 a.C., rappresenta una innovativa e raffinata sintesi tra un modello planimetrico di ispirazione arcaica (tempio “tuscanico” ad alae) ed un linguaggio architettonico e decorativo pienamente ellenistico. Come il tempio del Foro Romano, anche quello di Cori è di ordine corinzio, e si innalza su alto podio in opera quadrata di tufo. Gli scarsi resti dei rivestimenti consentono di ricostruire un pavimento in lastre di travertino negli ambienti laterali e un mosaico in bianco e nero con ricca bordatura in quello centrale, mentre le pareti della cella erano rivestite da un ricco intonaco imitante il marmo. Sul frontone dovevano essere collocate le statue dei gemelli divini, in marmo pario, rappresentati armati di lancia e recanti i cavalli alla briglia, secondo una iconografia creata tra la fine del II ed il I secolo a.C.

L’area del Tempio dei Dioscuri si trova nel Comune di Cori, nella città bassa, lungo via delle Colonne ed è sempre accessibile. Il museo della Città e del Territorio di Cori, che conserva frammenti della decorazione architettonica e del gruppo scultoreo dei Dioscuri, è visitabile ogni venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.
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