Ostia antica (Roma). Al parco archeologico “In silenzio, con disciplina, tenacia e intelligenza”: giornata in ricordo di Italo Gismondi, geniale architetto e archeologo che ha rivoluzionato il nostro modo di immaginare l’antica Roma, nel cinquantenario della scomparsa

“In silenzio, con disciplina, tenacia e intelligenza”: il 3 dicembre 2024, giornata in ricordo di Italo Gismondi nel cinquantenario della scomparsa: il parco archeologico di Ostia antica rende omaggio alla figura di Italo Gismondi (Roma, 12 agosto 1887 – 2 dicembre 1974), geniale architetto e archeologo che ha rivoluzionato il nostro modo di immaginare l’antica Roma. Un’occasione per scoprire un Gismondi inedito, grazie alla testimonianza di chi l’ha conosciuto e alle tracce che il suo lavoro ha lasciato negli uffici del Parco. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti, ritirando il titolo d’accesso in biglietteria.
Questo il programma della giornata: alle 9.30, commemorazione nella cappella di Sant’Ercolano, Ostia antica. Seguono gli interventi in sala Cébeillac-Gervasoni (antiquarium) presso gli Scavi di Ostia: alle 10.30, saluti istituzionali di Alessandro D’Alessio (direttore del PARCO archeologico di Ostia antica); 10.45, Dario Daffara (funzionario archeologo, parco archeologico di Ostia antica), Elizabeth Jane Shepherd (già direttore dell’Aerofototeca nazionale), Paola Olivanti (archeologa); 11.15, Enrico Rinaldi (direttore del parco archeologico di Sepino); 11.45, Mario Docci (professore emerito di architettura, Sapienza università di Roma); 12.15, Stefano Borghini (funzionario architetto, parco archeologico del Colosseo); 12.45, discussione: partecipano Alessandro D’Alessio, Dario Daffara, Claudia Tempesta (funzionario archeologo, parco archeologico di Ostia antica), Alessandra Ten (professoressa di Rilievo e Analisi dei monumenti antichi, Sapienza università di Roma).
Ostia antica. Presentazione del libro “Scavi di Ostia I-Topografia generale”, ristampa, a 70 anni dalla prima uscita, a cura di D’Alessio e Daffara. Al termine verrà svelata una targa in onore di Giovanni Becatti, a 50 anni dalla scomparsa dell’archeologo Giovanni Becatti, che scavò e sistemò l’area archeologica di Ostia antica


L’archeologo Giovanni Becatti (foto parco ostia antica)
In occasione dei cinquant’anni dalla scomparsa dell’archeologo Giovanni Becatti (1912-1973), il parco archeologico di Ostia antica dedicherà una targa all’illustre studioso, ancora oggi fonte di ispirazione per le ricerche storico-archeologiche a Ostia antica. Giovanni Becatti ha partecipato alla grande stagione degli scavi per l’Esposizione Universale di Roma del 1942 e alla sistemazione dell’area archeologica nel dopoguerra. In seguito si è dedicato all’insegnamento universitario, continuando a mantenere un forte rapporto con Ostia e il suo territorio per tutta la vita. La targa in suo onore verrà svelata al pubblico nel bookshop dell’area archeologica al termine della presentazione del libro “Scavi di Ostia I-Topografia generale”, che è in gran parte frutto della sua collaborazione con Guido Calza e Italo Gismondi. Questa nuova edizione è a cura di Alessandro D’Alessio e Dario Daffara, ed è edita da L’Erma di Bretschneider. Appuntamento venerdì 16 giugno 2023, alle 17, al bookshop dell’Area archeologica di Ostia antica. Ingresso libero per i partecipanti a partire dalle 16.30. Presentazione a cura di Fausto Zevi, professore emerito di Archeologia e Storia dell’arte greco-romana, e di Andrea Paribeni, professore di Storia dell’Arte medievale all’università di Urbino. Interverranno i curatori del volume, Alessandro D’Alessio, direttore del parco archeologico di Ostia antica, e Dario Daffara, archeologo, responsabile dell’Ufficio Studi e Ricerche del Parco.

Copertina del libro “Scavi di Ostia I-Topografia generale” a cura di D’Alessio e Daffara (L’Erma di Bretschneider)
Scavi di Ostia I – Topografia generale. Settant’anni fa il volume della Topografia Generale inaugurava la longeva collana degli Scavi di Ostia, giunta oggi al XVII titolo. L’opera fu ideata da Guido Calza, direttore degli scavi di Ostia per più di vent’anni, allo scopo di illustrare la storia, l’urbanistica e le scoperte archeologiche legate alla prima colonia di Roma, un quadro che in quegli anni si andava precisando grazie ai grandi scavi per la mai tenutasi Esposizione Universale del 1942 nella zona occidentale della città antica. Calza non poté completare il testo a causa della prematura scomparsa nel 1946; la redazione del volume fu portata a termine dai suoi più stretti collaboratori, l’architetto Italo Gismondi e l’archeologo Giovanni Becatti, che arricchirono il tomo con una descrizione topografica corredata da piante di fase e da una planimetria generale tuttora utilizzata come base topografica di riferimento. Il volume uscì nel 1953 e divenne il modello per le successive pubblicazioni ostiensi: esaurito ormai da anni nei cataloghi delle librerie, il parco archeologico di Ostia antica ha promosso la realizzazione di questa ristampa con l’acquisizione digitale del testo e delle immagini originali, pubblicate in formato leggermente ridotto per rendere il tomo più maneggevole. Completano il testo una presentazione di Alessandro D’Alessio, direttore del parco archeologico di Ostia antica, una breve introduzione di Dario Daffara e una sintetica nota di aggiornamento bibliografico.
Giornata nazionale del Paesaggio. Focus sull’Architettura del verde nel parco archeologico di Ostia Antica dagli interventi di Italo Gismondi e Guido Calza al progetto dell’architetto Michele Busiri Vici completato dall’architetto Raffaele De Vico


La pianta di Ostia con sistemazione a giardino realizzata e firmata dall’architetto Michele Busiri Vici (foto parco ostia antica)
Ostia antica ha un suo paesaggio ben definito, sicuramente suggestivo, e storicizzato: esso deriva non solo dalla successione dei monumenti e delle antiche vie, non solo dalla vegetazione spontanea rigogliosa (sta arrivando la primavera, tra l’altro, con tutte le fioriture che porterà). Il paesaggio di Ostia così come lo percepiamo oggi si è formato anche grazie alle sistemazioni che lo interessarono all’inizio degli anni ’40, a seguito di un vero e proprio progetto di “architettura del verde”. Nella Giornata nazionale del Paesaggio il parco archeologico di Ostia antica partecipa con un approfondimento dedicato all’Architettura del verde nell’area archeologica di Ostia antica. Un percorso che inizia già alla fine del XIX secolo e che si sviluppa in parallelo con le attività di scavo e di ritrovamento dell’antica città ostiense durante la prima metà del secolo scorso, per giungere sino ai nostri giorni.

La sistemazione paesaggistica di Ostia antica. I primi scavi di Ostia Antica ebbero inizio già nella seconda metà dell’Ottocento sotto il pontificato di Pio IX, ma veri e propri interventi sistematici si susseguirono per tutta la prima metà del Novecento con il culmine negli anni 1938-42 in vista dell’Esposizione Universale del 1942 (che non avrà mai luogo a causa della Guerra). La principale parte dei lavori venne effettuata sotto la direzione di Italo Gismondi e Guido Calza; quest’ultimo non solo inserì Ostia antica nel programma delle opere per l’Esposizione Universale di Roma del 1942, ma propose una nuova sistemazione del verde all’interno della zona archeologica che via via veniva in luce. Il progetto venne redatto dall’architetto Michele Busiri Vici, venendo poi realizzato soltanto in parte dallo stesso, e in seguito portato a compimento dall’architetto Raffaele De Vico. I lavori iniziarono nel 1941 ma subirono un periodo di arresto per carenza di fondi nel 1943.

I punti salienti di questo progetto di vera e propria “architettura del verde” erano costituiti dall’impiego di grandi alberature, delle specie suggerite dalle vedute della campagna romana, diffuse tra il XVI e il XVIII secolo. Le specie scelte sono quelle che possiamo vedere ancora oggi: lungo la strada carrabile d’accesso agli scavi, perpendicolare e prospiciente al castello di Giulio II, furono piantumati il platano – Platanus orientalis e il pino – Pinus pinea; lungo il Decumano ritroviamo Pinus pinea e il cipresso – Cupressus sempervirens, mentre vicino agli antichi edifici e lungo le strade secondarie, le alberature scelte presentano specie di grandezza minore, come l’alloro – Laurus nobilis e l’albero di Giuda – Cercis siliquastrum. Infine, all’interno e vicino alle principali Domus, vennero impiantate essenze arbustive come il viburno – Viburnum tinus, l’oleandro – Nerium oleander e il melograno – Punica granatum. Con l’avvento del secondo conflitto mondiale, la sistemazione del verde è stata costretta ad arrestarsi bruscamente e in alcune aree periferiche dell’area archeologica lo stato di abbandono si è protratto fino ad anni relativamente recenti, causando l’estendersi di alcune zone inselvatichite. Questa condizione si è però rivelata un elemento fondamentale per la sopravvivenza di importanti testimonianze della flora spontanea dell’areale mediterraneo.




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