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“Monete, medaglie e banconote come strumenti di propaganda culturale e raffinati mezzi di espressione grafica”: il convegno del Centro Culturale Chiasso (Svizzera) ripercorre la storia, delle più antiche monete alle moderne banconote. Causa emergenza sanitaria tutti gli interventi in streaming

Locandina del convegno di numismatica promosso dal Centro Culturale Chiasso

Monete, medaglie e banconote hanno sempre svolto un ruolo rilevante sul piano politico, economico, culturale e iconografico. L’importanza della veste artistica e grafica di questi oggetti per garantire il successo di un messaggio di propaganda è evidente, e per questo il Centro Culturale Chiasso (Svizzera) ha promosso un convegno che ne ripercorre la storia, delle più antiche monete alle moderne banconote: “Monete medaglie e banconote come strumenti di propaganda culturale e raffinati mezzi di espressione grafica”, sabato 28 novembre 2020, dalle 15.30 alle 18, allo Spazio Officina. Il convegno si svolge a porte chiuse per situazione di emergenza sanitaria. Si può visualizzare sul canale YouTube del m.a.x. museo di Chiasso: https://www.youtube.com/channel/UCEbPajvlaMmDqge9ykWtGNw. Il convegno si  propone  di  approfondire  la  funzione  delle  opere numismatiche  quali  strumenti  di  comunicazione  e  di propaganda  culturale,  partendo  dall’assunto  dell’Associazione  AdA,  che  ciò  che  è  antico  contribuisce  a determinare le forme della Modernità. Durante il convegno  si  opererà  un  confronto  fra  diversi  fenomeni che si sono succeduti nel corso dei secoli per veicolare messaggi sociali, politici e culturali: dall’utilizzo in epoca antica della moneta/medaglia come strumento per propaganda politica ed esaltazione dell’uomo nella pratica di governo, all’uso pervasivo delle banconote, per promuovere l’immagine di personalità e ricorrenze.

Medaglia di papa Giulio II realizzata da Cristoforo Foppa. Sul rovescio il primo progetto per la basilica di San Pietro proposto dal Bramante

La  medaglia,  come  è  intesa  oggi,  è  nata  nel Quattrocento  con  le  raffinate  tecniche  della  fusione e  della  coniazione,  incisione  e  punzonatura  ed  è  divenuta  popolare  grazie  a  eleganti  produzioni,  in  particolare  quelle  del  Pisanello.  Al  pari  delle  monete  in uso nella Roma antica, divenne ben presto un mezzo di comunicazione, di celebrazione e di propaganda, a cui  regnanti,  papi  e  potenti  personalità  ricorsero  per tramandare ai posteri le loro sembianze e soprattutto le loro imprese. I  papi  furono  tra  coloro  che  maggiormente  colsero  tali  opportunità  di  propaganda,  prediligendo  le “medaglie architettoniche”, e chiedendone la realizzazione ad artisti di fama. Le medaglie venivano create appositamente  non  solo  per  rappresentare  virtù  e  imprese ma anche per celebrare fra i contemporanei e tramandare ai posteri interventi urbanistici e architettonici. Ciò accadde in particolar modo con il ritorno della sede papale a Roma, dopo il periodo avignonese: i pontefici si proposero di abbellire la città eterna, cancellando l’incuria e l’anonimato nel quale era caduta durante il periodo medioevale. Chiese, palazzi, fontane, edifici pubblici, acquedotti,  ospedali,  tribunali,  ponti,  piazze,  obelischi,  vennero  quindi edificati e riprodotti nelle medaglie e anche nelle monete circolanti, date anche in dono a personaggi illustri,  per  celebrare  aere  perennis,  la  magnanimità  dei pontefici. Il medesimo ruolo di rappresentanza e di propaganda ricoperto in epoca antica e medievale da  monete  e  medaglie,  lo  svolgono  oggi  le  banconote:  accanto  alla  tradizionale  funzione  di  mezzo  di  pagamento, esse hanno un incontestabile ruolo culturale, per celebrare personaggi illustri di cultura, arte, economia,  politica  del  Paese  emittente.  Introdotta  in  Occidente  in  epoca  tardo-medioevale  per  ovviare  alle esigenze di praticità legate all’intensificarsi degli scambi  commerciali,  la  banconota  è  assurta  essa stessa  ben  presto  a  un  medium  di  natura  culturale  e sociale.

centro-culturale-chiasso_logoL’importanza  della  veste  artistica  e  grafica  di  monete, medaglie e banconote, al fine di garantire il successo della trasmissione di un messaggio di propaganda, è evidente. “Per  questo  il  Centro  Culturale  Chiasso”, spiega Nicoletta Ossanna Cavadini, responsabile dell’istituto, “ha  ritenuto  importante  dare  spazio  a  un  convegno  di questo tipo, nell’ambito della sua stagione espositiva dedicata alla “genesi”, intesa come origine delle cose”. Dopo  la  parte  introduttiva  di  Michele Amadò, segretario AdA, associazione Avvenire dell’Antico, seguiranno gli interventi di Giovanni Maria Staffieri, appassionato  numismatico, che parlerà di monete e medaglie come strumenti di propaganda culturale (“Raffigurazione di monumenti celebri su monete imperiali romane quale strumento di propaganda”); Howard Burns, professore emerito alla Scuola Normale Superiore di Pisa, il cui contributo storico verterà sulla parte relativa alle monete rinascimentali (“Medaglie rinascimentali e architettura: identità e magnificenza”); l’artista grafico Manlio Monti affronterà infine i temi della comunicazione visiva, legati alla funzione delle banconote (“La grafica della cartamoneta, il caso di Albert-Edgar Yersin”).

Da Vitruvio a Le Corbusier: al Palladio Museum di Vicenza un convegno internazionale di tre giorni con 32 esperti da tutto il mondo spiega “Come studiano gli architetti”

Illustrazione del “De architettura” di Vitruvio tra gli architetti studiati al convegno di Vicenza

Vengono dalla Lettonia al Sud Africa, dagli Stati Uniti a Israele, passando per Italia, Francia, Regno Unito, Grecia, Svizzera, Svezia, Belgio: specialisti da tutto il mondo che raccontano la cultura degli architetti da Vitruvio a Le Corbusier si ritrovano per tre giorni, dal 15 al 17 giugno 2017, al Palladio Museum di Vicenza nel grande convegno internazionale “Come studiano gli architetti?”.  Già nel De Architectura di Vitruvio, scritto una trentina d’anni prima di Cristo, si legge che l’architetto deve avere una cultura enciclopedica, basata su saperi tecnici, ma anche su letteratura, storia, filosofia, medicina, musica e molto altro ancora. Ma come studiano gli architetti ? Come assorbono le nozioni ? Quali sono le continuità e le differenze attraverso i secoli ? Lo spiegheranno 32 specialisti da tre continenti nel convegno a cura di Nicholas Adams (Vassar College, USA), Guido Beltramini, Howard Burns e Fernando Marias (Universidad Autónoma de Madrid, Spagna).

Guido Beltramini e Howard Burns, direttore e presidente del Consiglio scientifico del Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di cui il Palladio Museum a Vicenza è emanazione

“Libri e manoscritti sono da sempre il principale veicolo di trasmissione delle idee architettoniche”, affermano Guido Beltramini e Howard Burns, direttore e presidente del Consiglio scientifico del Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di cui il Palladio Museum è emanazione. “I progettisti, in quanto proprietari di questi libri, hanno lasciato tracce dei loro pensieri in forma di annotazioni, commenti o disegni. Sviluppando il concetto di architetto come ‘lettore attivo’ che assorbe nuove informazioni per future applicazioni pratiche, il seminario intende cogliere gli architetti in dialogo con i propri libri, con uno sguardo di lunga durata dalla Roma di Vitruvio alla Las Vegas di Robert Venturi”. Per questo seminario al Palladio Museum si sono dati convegno storici del libro, specialisti di biblioteche, storici dell’architettura che si susseguiranno in sei sessioni successive nell’arco di tre giornate. Presenti i grandi specialisti internazionali della storia dell’architettura, come l’americano Joe Connors, docente ad Harvard e presidente della Renaissance Society of America, l’inglese Gordon Higgott, il massimo esperto di Inigo Jones, il bibliomane svizzero Werner Oechslin o Lola Kantor-Kazovsky direttrice dell’istituto di storia dell’arte dell’Università di Gerusalemme. Accanto ai mostri sacri, moltissimi i giovani e gli studiosi in ascesa come l’italiana Eleonora Pistis, docente alla Columbia University, Estelle Alma Maré che dal Sud Africa giunge a Vicenza per parlare di Leon Battista Alberti o la lettone Anna Ancane che ha ritrovato la biblioteca di un architetto di Riga del diciassettesimo secolo.

L’americano Bill Sherman, vicedirettore del Victoria&Albert Museum di Londra, uno degli ospiti di eccezione

Tre gli ospiti di eccezione. Il seminario viene aperto dal celebre specialista della storia dei libri, l’americano Bill Sherman, vicedirettore del Victoria&Albert Museum di Londra e autore di Used Books un testo capitale per chiunque voglia sapere come venivano letti, usati e annotati i libri nel Rinascimento. Ma venerdì pomeriggio saranno presenti anche due casi-studio in carne ed ossa: l’architetto svedese Johan Celsing, classe 1955, uno dei più noti progettisti nordeuropei e il quarantenne Kersten Geers, belga con base a Bruxelles e docente a Losanna e Harvard. Celsing, grande appassionato di letteratura, parlerà del proprio lavoro ragionando su architettura e metrica, intrecciando i mattoni con la poesia inglese, greca e italiana. Vent’anni più giovane Geers mostrerà il lavoro del proprio studio dove i temi della storia si intrecciano alle suggestioni delle arti contemporanee.