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Roma. In occasione dell’apertura serale del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, doppia proiezione a grande richiesta del film “L’anello di Grace” di Dario Prosperini sul trafugamento della Biga di Monteleone di Spoleto, trovata 120 anni fa, e oggi esposta al Met di New York nota come Golden Chariot

A grande richiesta e per l’interesse del pubblico, sabato 8 ottobre 2022, in occasione dell’apertura serale straordinaria del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, dalle 20 alle 24, doppia proiezione, alle 20 e alle 21.30, nella Sala della Fortuna del documentario “L’anello di Grace” del regista e giornalista Dario Prosperini.  Sarà presente il regista. Al termine del documentario visita guidata alle collezioni a cura del personale del Museo. Posti limitati. Prenotazione obbligatoria all’indirizzo mn-etru.comunicazione@cultura.gov.it. Ingresso al costo eccezionale di 3 euro. Biglietto acquistabile a partire dalle 19.30. Ultimo ingresso alle 23. Chiusura sale espositive alle 23.30.

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La biga etrusca di Monteleone di Spoleto trafugata dall’Italia 120 anni fa e ora esposta al Met di New York come Golden Chariot (foto etru)

“L’anello di Grace” ricostruisce con testimonianze inedite e di prima mano le vicende di un trafugamento senza precedenti nella storia del nostro Paese: quello della Biga Etrusca di Monteleone di Spoleto, considerata una delle opere più importanti del Metropolitan Museum of Art di New York dove è nota come Golden Chariot. In occasione dei 120 anni dal ritrovamento, il regista e giornalista Dario Prosperini ripercorre le tappe di una delle vicende più drammatiche e discusse della storia della tutela archeologica nel nostro Paese, ricca di misteri, omissioni e colpi di scena. Documenti rimasti a lungo inediti rivelano per la prima volta la catena di connivenze anche illustri e insospettabili che, dopo una trattativa durata mesi, consentirono l’esportazione illecita negli Stati Uniti di uno dei monumenti dell’arte etrusca, prodotto a Vulci nel VI secolo a.C. È così emerso un nuovo quadro indiziario che ha convinto il comune di Monteleone a tentare di riaprire la procedura giudiziaria internazionale per ottenerne la restituzione. 

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Guglielmo Berattino, storico e scrittore di Ivrea (foto etru)

Tra i protagonisti delle vicende narrate nel documentario figurano Guglielmo Berattino, storico e scrittore di Ivrea, incappato in un segreto inconfessabile nascosto in un vecchio faldone, e Grace Filder, un’affascinante e avventurosa contessa inglese il cui anello dai poteri magici ci ha condotto laddove la vita e la morte continuano a parlarsi, rivelando forse un’ulteriore e del tutto inaspettata pagina della storia millenaria del “capitano” che portò con sé nella sua ultima dimora, nascosta tra le cime più selvagge dell’Umbria, lo splendido carro etrusco. Al confine tra un noir e una spy story, la vicenda costituisce uno degli episodi più emblematici delle gravissime ferite inferte al patrimonio culturale italiano, ancor più significativa se si considera che la scoperta ebbe luogo a pochi mesi dall’approvazione della prima legge di tutela del nostro Paese, fortemente caldeggiata dal fondatore del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, Felice Barnabei, uno dei pochi che all’epoca si impegnò attivamente per la restituzione del carro.

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La Biga di Monteleone di Spoleto oggi a Met di New York dove è chiamata Golden Chariot (foto etru)

Il “Golden Chariot”, com’è soprannominato oltreoceano, è un reperto di valore inestimabile, sia per la conservazione che per la fattura: sui tre pannelli che lo compongono sono raffigurate le gesta dell’eroe omerico Achille. Il carro, decorato a sbalzo con intarsi in avorio, oltre alla qualità artistica, dimostra la capacità degli Etruschi di padroneggiare il linguaggio simbolico, figurativo e tecnico dei Greci. “L’anello di Grace” è un’immersione nella bellezza, ma soprattutto è un omaggio alla ricerca delle verità potenzialmente nascoste in un cimitero, in una tomba e, soprattutto, in un anello.

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Il Colle del Capitano a Monteleone di Spoleto dove è stata ritrovata la Biga oggi al Met di New York (foto etru)

“L’anello di Grace”: sinossi. Approcciarsi al mondo dell’arte è un’impresa assai complessa, ci vuole cura, molto studio e capacità immaginativa. Imbattersi in una storia di trafugamenti di opere d’arte è un po’ diverso in quanto è necessario sciacquarsi il volto, fare un bel respiro e tenere a mente soltanto un principio: la verità. “L’anello di Grace” è un viaggio nella bellezza e nella giustizia, una narrazione che non esprime pareri ma che vuole scuotere le coscienze.

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Saverio Vannozzi, pronipote di Giuseppe, scopritore della Biga di Monteleone (foto etru)

A cavallo tra l’Editto Pacca e le prime leggi di tutela del patrimonio artistico del 1902 e del 1909, Giuseppe Vannozzi e il papà Isidoro caddero in una tomba mentre stavano realizzando i lavori di ampliamento della casa colonica a Colle del Capitano, nei pressi di Monteleone di Spoleto. Era l’8 febbraio 1902 e quella non era una tomba qualunque. La voce fece presto ad arrivare alle orecchie di trafficanti esperti e navigati. La Biga sparì di notte trasportata percorrendo le mulattiere del circondario. Da quel momento i protagonisti di questa storia si mossero nell’ombra, acquistando illegalmente la Biga per 900 lire per esporla prima a Roma in una vetrina di via del Corso, poi occultandola negli scantinati della sede del Crédit Lyonnais di Parigi e infine trafugandola a New York. A causa di omissioni e colpi di scena, le indagini delle forze dell’ordine andarono a rilento. Quei loschi protagonisti erano tutti italiani.

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Il frontespizio del libro di Roma Lister “Ulteriori reminiscenze: occulte e sociali” con il racconto di Grace Filder (foto etru)

Alcune di queste informazioni si trovano all’interno di un rarissimo libro del 1927 di una scrittrice inglese nata nella città eterna da cui prese il nome: Roma Lister. Il suo libro intitolato “Ulteriori reminiscenze: occulte e sociali” è scritto in inglese ed è una raccolta di storie sull’esoterismo. Tra di esse c’è quella della sua cara amica Grace Filder che sposò un ricco possidente e nobile umbro: il Conte Solone di Campello della Spina. Con lui è sepolta al Cimitero Acattolico di Roma. Altri dettagli di come la Biga venne acquistata dal MET, ci arrivano da una scoperta nella scoperta. Nel 2018 lo storico piemontese Guglielmo Berattino si imbatté in un vecchio faldone dimenticato all’interno della Biblioteca Civica Costantino Nigra di Ivrea: si trattava proprio degli scambi epistolari relativi alla contrattazione tra i trafficanti d’arte. Grazie a Berattino questo trafugamento è oggi ufficialmente “made in Italy”. Il documentario è un racconto emblematico di come l’arte senza tutela rischi di perdere il suo fascino; sovrapponendo le scartoffie ingiallite agli eroi omerici incisi sulla Biga, si rischia di confinare la cultura in una fredda teca che non le appartiene più. Dalle vetrine di uno dei più prestigiosi musei al mondo, il MET di New York, la Biga ci guarda attonita, forse nostalgica, sicuramente arrabbiata con coloro che in questi 120 anni non l’hanno tutelata adeguatamente. I termini legali per un suo ritorno sono senz’altro scaduti, non quelli etici. La diplomazia culturale sembra l’unica strada percorribile ma ci sono delle condizioni: la Biga deve essere riconosciuta come “bene trafugato”. Il reperto non rientra infatti nel limbo più ambito dalle opere esportate illegalmente. In assenza di questo dettaglio tutto si complica. Tutto dipende da noi.

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Valentino Nizzo, direttore del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma (foto etru)

“Ho conosciuto Dario circa un anno fa a Villa Giulia”, ricorda il direttore Valentino Nizzo. “Le riprese nel museo costituivano infatti un contorno fondamentale per approfondire la civiltà etrusca e mi ha fatto molto piacere contribuire al raggiungimento di questo nobile scopo. Quello che Dario non poteva sapere è che c’era una pagina ancora del tutto inedita della storia del carro che custodivo pazientemente in attesa di avere una occasione adeguata per raccontarla. Dopo circa venti anni l’occasione è arrivata e ho molto apprezzato il modo in cui Dario ha saputo valorizzarla, arrivando addirittura a costruire la narrazione intorno a questa inattesa, romantica e per molti versi esoterica scoperta, nascosta dal 1927 nelle pagine di un raro e introvabile libro di Roma Lister, scrigno di racconti dal sapore esoterico, dal quale è riemersa la biografia avventurosa di una donna vissuta a cavallo tra l’800 e il 900, Grace Filder, coinvolta indirettamente nelle vicende del carro al punto da considerarsi una reincarnazione del Capitano grazie anche a un anello che sarebbe appartenuto alla sua sepoltura, acquistato nel 1918”. E continua: “Come solo Tolkien poteva immaginare, la storia di un anello ha così finito per dare il titolo al documentario e per contribuire alla riscoperta di una donna straordinaria dalla vita sicuramente incredibile perché fu tra le prime alpiniste e nel 1903 contribuì addirittura a fondare la Società Aeronautica Italiana, conducendo audaci escursioni in pallone aerostatico che non mancava poi di narrare in efficaci resoconti giornalistici. La vicenda del trafugamento del carro è una grave ferita e probabilmente sarà molto difficile se non impossibile risarcirla dopo 120 anni. I presupposti per rivendicarlo ci sarebbero stati se l’azione fosse stata tempestiva. Oggi almeno abbiamo la soddisfazione morale di conoscere come è andata davvero la vicenda e quali sono stati i suoi colpevoli protagonisti, a partire dal direttore del museo Palma di Cesnola. Sono emerse quindi tutte le responsabilità morali di una sottrazione che solo negli ultimi anni ha cominciato a fare breccia nell’orgoglio dei concittadini del Capitano. Nella speranza che ferite alla nostra memoria e alla nostra Storia non si ripetano più o, almeno, non con tale facilità e nel disinteresse dei più. Anche per questo tra pochi giorni celebreremo il nostro fondatore a cento anni dalla sua scomparsa, Felice Barnabei, il padre della legislazione di tutela del patrimonio culturale italiano e uno dei pochi che sin dal 1902 provò a intervenire per evitare l’esportazione del carro”.

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Le lettere ritrovate da Guglielmo Berattino sul trafugamento della Biga etrusca di Monteleone di Spoleto (foto etru)

“Questo lavoro”, spiega il regista Dario Prosperini, “ha lo scopo di mostrare come andarono realmente i fatti. Senza giudizio. Si trattò senza ombra di dubbio di trafugamento, sia per la legge Pacca che per quella del 1902. E le lettere ritrovate da Berattino mostrano che ne erano a conoscenza gli stessi trafficanti d’arte. Come è possibile che lo sapessero loro e noi dopo 120 anni non riusciamo a dirci che fu trafugamento? Quello che conta non è tanto se la Biga risieda a New York o a Tokyo, quello che conta è che venga scritta la verità”.

Roma. Al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, nell’ambito della Festa etrusca, anteprima esclusiva del documentario “L’anello di Grace” che svela tutti i segreti (editi e inediti) del celeberrimo “Golden Chariot”, trafugato 120 anni fa e oggi al Met. Ecco il programma della due giorni “etrusca”: rievocazioni, incontri e tavole rotonde, visite guidate

roma_villa-giulia_giornate-europee-del-patrimonio_locandinaL’anteprima esclusiva del documentario “L’anello di Grace” che svela tutti i segreti (editi e inediti) del celeberrimo “Golden Chariot” del Metropolitan Museum di New York a 120 anni dal suo avventuroso trafugamento rappresenta uno dei momenti clou della seconda Festa etrusca al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma nell’ambito delle Giornate Europee del Patrimonio, la più estesa e partecipata manifestazione culturale d’Europa che quest’anno affronta il tema “Patrimonio culturale sostenibile: un’eredità per il futuro”. Sabato 24 e domenica 25 settembre 2022 ecco dunque la seconda edizione di Festa Etrusca, il Festival Archeostorico itinerante dedicato alla divulgazione della cultura etrusca. Occasione di incontro, divertimento e scambio culturale tra i molteplici operatori del settore e il pubblico dei visitatori. Due giorni di animazione culturale a Villa Giulia con tantissime attività. Tutte gratuite, comprese nel costo del biglietto. Un’area espositiva con libri di settore e realtà attive nella divulgazione archeologica e nella promozione del patrimonio culturale; tavole rotonde con studiosi ed esperti del settore; attività di approfondimento: incontri con i protagonisti dell’archeologia, presentazioni di novità editoriali, laboratori per bambini e ragazzi; attività di valorizzazione: rievocazioni storiche e laboratori didattici sul mondo etrusco, visite guidate in collaborazione con il Museo.

“L’anello di Grace”. Sabato 24 settembre 2022, alle 21, nella splendida e interamente rinnovata sala della Fortuna del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, sarà proiettato in anteprima mondiale il documentario del regista e giornalista Dario Prosperini. La proiezione sarà introdotta e moderata dalla giornalista Silvia Lambertucci (ANSA), con interventi del direttore del museo Valentino Nizzo e di alcuni dei protagonisti del documentario. “L’anello di Grace” ricostruisce con testimonianze inedite e di prima mano le vicende di un trafugamento senza precedenti nella storia del nostro paese: quello della Biga Etrusca di Monteleone di Spoleto, considerata una delle opere più importanti del Metropolitan Museum of Art di New York. In occasione dei 120 anni dal ritrovamento, il regista e giornalista Dario Prosperini ripercorre le tappe di una delle vicende più drammatiche e discusse della storia della tutela archeologica nel nostro paese, ricca di misteri, omissioni e colpi di scena. Documenti rimasti a lungo inediti rivelano per la prima volta la catena di connivenze anche illustri e insospettabili che, dopo una trattativa durata mesi, consentirono l’esportazione illecita negli Stati Uniti di uno dei monumenti dell’arte etrusca, prodotto a Vulci nel VI secolo a.C. È così emerso un nuovo quadro indiziario che ha convinto il comune di Monteleone a tentare di riaprire la procedura giudiziaria internazionale per ottenerne la restituzione. Tra i protagonisti delle vicende narrate nel documentario figurano Guglielmo Berattino, storico e scrittore di Ivrea, incappato in un segreto inconfessabile nascosto in un vecchio faldone, e Grace Filder, un’affascinante e avventurosa contessa inglese il cui anello dai poteri magici ci ha condotto laddove la vita e la morte continuano a parlarsi, rivelando forse un’ulteriore e del tutto inaspettata pagina della storia millenaria del “capitano” che portò con sé nella sua ultima dimora, nascosta tra le cime più selvagge dell’Umbria, lo splendido carro etrusco. 

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La biga etrusca di Monteleone di Spoleto trafugata dall’Italia 120 anni fa e ora esposta al Met di New York come Golden Chariot (foto etru)

Al confine tra un noir e una spy story, la vicenda costituisce uno degli episodi più emblematici delle gravissime ferite inferte al patrimonio culturale italiano, ancor più significativa se si considera che la scoperta ebbe luogo a pochi mesi dall’approvazione della prima legge di tutela del nostro paese, fortemente caldeggiata dal fondatore del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, Felice Barnabei, uno dei pochi che all’epoca si impegnò attivamente per la restituzione del carro. Il “Golden Chariot”, com’è soprannominato oltreoceano, è un reperto di valore inestimabile, sia per la conservazione che per la fattura: sui tre pannelli che lo compongono sono raffigurate le gesta dell’eroe omerico Achille. Il carro, decorato a sbalzo con intarsi in avorio, oltre alla qualità artistica, dimostra la capacità degli Etruschi di padroneggiare il linguaggio simbolico, figurativo e tecnico dei Greci. “L’anello di Grace” è un’immersione nella bellezza, ma soprattutto è un omaggio alla ricerca delle verità potenzialmente nascoste in un cimitero, in una tomba e, soprattutto, in un anello. La ricerca e la ricostruzione delle vicende che hanno interessato le sorti del nostro patrimonio culturale e ne hanno determinato la conservazione e il godimento da parte dei cittadini sono quanto mai doverose per restituirne dignità e grandezza e per offrire alle nuove generazioni “un’eredità per il futuro”, così come le Giornate europee del Patrimonio 2022 invitano a promuovere e sostenere e così come, indirizzando molte delle proprie iniziative culturali al pubblico dei più giovani, hanno avuto in animo di fare gli organizzatori di “Festa etrusca! La Storia si racconta”.

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Rito etrusco a “Festa etrusca! La storia si racconta” (foto etru)

Rievocazioni storiche. Sabato 24 settembre 2022, alle 16, “Dall’Etruria al Venetorum Angulus. Viaggio alla scoperta dei Veneti Antichi e delle loro relazioni con gli Etruschi” a cura dell’associazione Suliis as Torc; alle 17, “Sulle melodie del tempo Anthase e Nuzinai”, auleta e danzatrice guideranno all’interno del museo alla scoperta della musica degli etruschi. Suoni e danze per celebrare una Festa etrusca a lungo attesa. Massimo 20 persone, a cura di Herentas – i passi del tempo; alle 18, “Un banchetto…di 2500 anni fa”, rievocazione storica di un banchetto etrusco a cura di Suodales, Suliis as torc, Herentas, Simmachia Ellenon, Katolophyromai. Domenica 25 settembre 2022, alle 11, “Non solo miele”, didattica sull’apicoltura nel mondo antico, presentazione del progetto sperimentale di un apiario storico a Isola Vicentina (Vi) a cura dell’associazione Suliis as Torc; alle 12, “Conosciamo gli Etruschi”, alla scoperta del mondo degli etruschi attraverso gli allestimenti didattici di Festa Etrusca a cura dell’associazione Suodales; alle 12.30, “Sulle melodie del tempo Anthase e Nuzinai”, auleta e danzatrice guideranno all’interno del museo alla scoperta della musica degli etruschi. Suoni e danze per celebrare una Festa etrusca a lungo attesa. A cura di Herentas – I passi del tempo; alle 15, “Nella bottega di Efesto. La metallurgia nell’età del ferro, dai minerali ai processi di lavorazione” a cura dell’associazione Suliis as Torc; alle 16, “Case per il presente, tombe per l’eternità” Vel Thansinas, maestro costruttore, illustrerà le tecniche edilizie utilizzate dalla civiltà etrusca attraverso una visita rievocativa all’interno del museo. Massimo 25 persone. A cura dell’associazione Suodales; alle 16, “Incontri di culture: l’alba dell’Occidente”, lezione-evento con il direttore Valentino Nizzo.

roma_villa-giulia_festa-etrusca_locandinaProgramma istituzionale. Sabato 24 settembre 2022, alle 16, “Valorizzazione del patrimonio storico-artistico del popolo etrusco in Toscana in chiave turistica” e presentazione della guida “Toscana Etrusca. Un viaggio contemporaneo in una terra millenaria” (Edizioni Giorgio Mondadori – Cairo Editore). Intervengono: Francesco Tapinassi (direttore Toscana Promozione), Clara Svanera (giornalista e curatrice della guida), Marta Coccoluto (direttrice parco archeologico Baratti/Populonia). Introduce e modera: Simona Sanchirico (fondazione Dià Cultura); alle 17, “Dialoghi diagonali sul patrimonio culturale e dintorni”. Riflessioni a partire dal libro “Posgarù” di Daniele Manacorda. Insieme all’autore intervengono Enrico Zanini (università di Siena) e Paola Porretta (università di Roma Tre). Introduce e modera Valentino Nizzo (museo nazionale Etrusco di Villa Giulia); alle 18, “Dall’archeologia allo storytelling: la mia roadmap per affrontare le nuove sfide della comunicazione culturale” a cura di Elisa Bonacini (archeologa ed esperta di comunicazione); alle 21, “L’anello di Grace”. Presentazione e proiezione in anteprima assoluta del documentario di Dario Gasperini che svela tutti i segreti (editi e inediti) del celeberrimo “Golden chariot” del Metropolitan Museum di New York a 120 anni dal suo avventuroso trafugamento. Domenica 25 settembre 2022, alle 10, Valtrend editore presenta il libro “Sulle rotte di Ulisse. Da Itaca a Troia tra mito e realtà” di Angelo Pellegrino; alle 11, MMC editore presenta il libro “Roma enigmistica” (Dagli antichi Romani ai sommi Pontefici, dall’Urbe ai giorni nostri. Quando il fascino del gioco di parole svela le verità nascoste della storia) seconda edizione – di Federico Mussano; alle 12, Arbor Sapientiae editore presenta i libri “Tra le pendici del Quirinale e il Campo Marzio. In memoria di Emilio Rodriguez Almeida” a cura di Antonio Pizzo e Riccardo Montalbano e “Felice Barnabei. La villa pompeiana di P. Fannius Synistor scoperta presso Boscoreale”; alle 15, Aurora Raimondi Cominesi (università di Newcastle, museo nazionale delle Antichità di Leida) presenta “Domitian”, un progetto di gioco che vede protagoniste due mostre e la città di Roma. Alle 15.30, l’associazione Chissà DOVE presenta “La guerra degli Elefanti su un piatto da Capena”, un podcast di Silvia Amigoni. Intervengono Fabiana Grasso (associazione Chissà DOVE), Maurizio Amoroso (Entertainment Game Apps, Ltd.); alle 16, presentazione e proiezione dei documentari “Alla scoperta delle meraviglie di Alatri” e “Lanuvino come Antonino” (un racconto animato alla scoperta della vita dell’imperatore Antonino in compagnia di una giovane lanuvina) a cura di Luca Attenni (direttore del museo Diffuso di Lanuvio e del museo civico di Alatri); alle 17, Campi di Carta edizioni presenta il libro “Le strane fontane di Roma” di Bruno Gossetti; alle 18, “Arrivederci Festa Etrusca” a cura di Maurizio Amoroso (EGA – Entertainment Game Apps Ltd.) con Valentino Nizzo (museo nazionale Etrusco di Villa Giulia).

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Gli straordinari corredi delle tombe principesche di Palestrina esposti a villa Poniatowski (foto etru)

Viste guidate. Sabato 24 settembre 2022, alle 21.30, visita guidata “La collezione Castellani (e la mostra fotografica “Le strade di casa. Anatomia di una comunità”) a cura di Maria Paola Guidobaldi; alle 21.30, visita guidata “Alla scoperta di Vulci” a cura di Vittoria Lecce. Visite a Villa Poniatowski a partire dalle 20.30 a cura di Antonietta Simonelli e Luca Mazzocco (la villa chiude alle 22.30). Domenica 25 settembre 2022, alle 10.30, visita guidata Villa Giulia, il Ninfeo e lo Zodiaco a cura di Vittoria Lecce; alle 17, visita guidata Villa Giulia, il Ninfeo e lo Zodiaco a cura di Maria Paola Guidobaldi. Massimo 25 persone. È gradita la prenotazione via email a info@festaetrusca.info o in loco fino ad esaurimento posti.