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Napoli. Francesco Sirano è il nuovo direttore del museo Archeologico nazionale: “Sono determinato a contribuire a rendere il Mann ancora più dinamico, capace di parlare a tutte le generazioni e di guardare al futuro, forte anche della mia esperienza a Ercolano”

Francesco Sirano neo-direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli (foto paerco)

Da Ercolano al Mann. Francesco Sirano è il nuovo direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli su nomina del ministro della Cultura Alessandro Giuli (vedi https://archeologiavocidalpassato.com/2025/07/17/il-ministro-giuli-ha-nominato-i-direttori-dei-musei-di-prima-fascia-contessa-alla-galleria-dellaccademia-di-firenze-sirano-al-museo-archeologico-nazionale-di-napoli-rinaldi-al-museo-nazion/). Subentra a Massimo Osanna, direttore generale dei Musei, che ha coperto in delega l’incarico dalla fine del mandato di Paolo Giulierini nel novembre 2023. “I migliori auguri da parte di tutta la famiglia del parco archeologico di Ercolano”, il commento del parco archeologico di Ercolano, “e grazie per questi splendidi anni di lavoro all’insegna della cultura e della bellezza”. E al Mann: “Congratulazioni al direttore Francesco Sirano. Ci attende un viaggio condiviso, che sarà vissuto all’insegna dell’amore per il nostro Museo”. Le congratulazioni anche da Gennaro Miranda, presidente della Fondazione Ente Villa Vesuviane: “Una decisione di grande visione e competenza. Complimenti vivissimi al ministro Giuli per questa scelta di grande qualità. Auguri di buon lavoro al direttore Sirano a cui rinnovo i miei ringraziamenti per la splendida sinergia istituzionale attivata con la Fondazione Ente Villa Vesuviane”.

Francesco Sirano, quando era direttore del parco archeologico di Ercolano, con il ministro della Cultura Alessandro Giuli (foto paerco)

“Assumere la direzione del museo Archeologico nazionale di Napoli è per me un onore profondo e una grande responsabilità”, dichiara Francesco Sirano. “Ringrazio il ministro Alessandro Giuli per la fiducia accordatami e mi impegnerò al massimo a servizio di uno dei più importanti Musei archeologici del mondo. Da qualche anno questo museo non è solo una delle istituzioni culturali più importanti d’Italia, ma un autentico punto di riferimento per la storia, l’arte e l’identità di Napoli e del Mediterraneo. Napoli è una città straordinaria, dove il passato e il presente si intrecciano con una straordinaria evidenza: il Mann è parte integrante di questo tessuto e, con la nuova configurazione che comprende anche la sede di Palazzo Fuga, si candida a fungere da catalizzatore delle energie e delle tante e positive iniziative culturali che caratterizzano Napoli negli ultimi anni.  Ercolano, che ho diretto per otto intensissimi anni, è il luogo da cui ha avuto origine anche la vicenda museografica del futuro museo Archeologico nazionale di Napoli con l’Herculanense Museum nella Reggia di Portici. Il parco archeologico di Ercolano è stata un’esperienza che mi ha insegnato quanto sia essenziale coniugare tutela, ricerca, lavoro di gruppo e partecipazione attiva delle comunità. Porto con me anche l’esperienza dell’eccezionale partenariato pubblico privato con il Packard Humanities Institute con il cui presidente David Packard non abbiamo condiviso solo tanti progetti, ma il coraggio di avere una visione proiettata al futuro.  Il Mann, con tutto il grande bagaglio di professionalità che vi opera ad ogni livello, è una casa della conoscenza e un luogo aperto al mondo: sono determinato a contribuire a renderlo ancora più dinamico, capace di parlare a tutte le generazioni e di guardare al futuro”.

Portici (Na). All’università “Federico II” la giornata di studi “Il Real Sito di Portici. Ricerche, restauri e prospettive”, importante momento di confronto scientifico sulla valorizzazione di uno dei più significativi siti reali borbonici del territorio campano

Venerdì 20 giugno 2025, alle 9.30, a Portici, nella Sala Cinese dell’università di Napoli “Federico II” in via Università 100, ospita la giornata di studi “Il Real Sito di Portici. Ricerche restauri e prospettive”, un importante momento di confronto scientifico dedicato alla valorizzazione di uno dei più significativi siti reali borbonici del territorio campano. L’iniziativa, che vede la partecipazione di istituzioni di primo piano nel panorama culturale nazionale, si propone di fare il punto sullo stato delle ricerche, sui cantieri di restauro in corso e sulle prospettive future per la conservazione e valorizzazione del Real Sito di Portici, prezioso esempio dell’architettura reale settecentesca e sede del primo museo ercolanense. Alla giornata porteranno i saluti istituzionali Matteo Lorito, rettore dell’università “Federico II”; Gaetano Manfredi, sindaco della Città Metropolitana di Napoli; Danilo Ercolini, direttore dipartimento di Agraria; Luigi La Rocca, capo dipartimento per la Tutela del patrimonio culturale; Mariano Nuzzo, soprintendente per l’area metropolitana di Napoli; Stefano Mazzoleni, direttore museo delle Scienze agrarie; Paola Costa, dirigente città metropolitana di Napoli; Vincenzo Cuomo, sindaco di Portici; Gennaro Miranda, presidente fondazione Ente Ville Vesuviane; Lorenzo Capobianco, presidente OAPPC  Napoli. L’evento è aperto al pubblico e alla comunità scientifica. La Giornata di Studi rappresenta un’occasione preziosa per fare il punto sui risultati raggiunti e delineare le strategie future per la conservazione di questo straordinario patrimonio, coinvolgendo tutti gli attori istituzionali e scientifici impegnati nella sua tutela.

Veduta dall’alto della Reggia di Portici (foto paerco)

La giornata si articola in quattro sessioni tematiche che spaziano dalla storia dei siti reali borbonici alle più moderne tecniche di restauro. Si parlerà dell’eredità di Luigi Vanvitelli e della sua influenza sull’architettura della Federico II, del rapporto tra la Reggia e l’antico museo ercolanense, fino ai cantieri di restauro attualmente in corso. Particolare attenzione sarà dedicata al ruolo del Real Sito come villa vesuviana del “miglio d’oro” e alle strategie innovative per il restauro e la valorizzazione del patrimonio borbonico. Gli interventi spazieranno dalle riflessioni sul restauro del Fortino di Ferdinando IV alle analisi del Gabinetto dorato della Regina, testimonianza dell’apogeo del tardobarocco.

SESSIONE 1 – I siti Reali: chair Serena Borea. Renata Picone, presidente Sira – università di Napoli “Federico II”, “Siti reali borbonici. Nuove strategie per il restauro e la valorizzazione”; Alessandro Castagnaro, università di Napoli “Federico II”, “Luigi Vanvitelli dalla Reggia di Portici alle sedi della Federico II”; Fabio Mangone, università di Napoli “Federico II”, “Fuga a Portici”; Massimo Visone, università di Napoli “Federico II”, “La fortuna iconografica del Palazzo Reale di Portici”.

SESSIONE 2 – Il Real Sito di Portici, villa vesuviana del miglio d’oro: chair Mariano Nuzzo. Serena Borea, soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli, “Conservare per continuare a conoscere. L’impegno della Soprintendenza per il restauro, la tutela e la valorizzazione del Real Sito”; Marco De Napoli, soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli, “Conoscere per tutelare. La vestizione del vincolo culturale per strategie di tutela e valorizzazione del Real Sito di Portici”; Valentina Russo, università di Napoli “Federico II”, “In oppugnandis propugnandisque opidis tirocinio: riflessioni per il restauro del Fortino di Ferdinando IV nella Reggia di Portici”; Andrea Pane – Damiana Treccozzi, università di Napoli “Federico II”- Scuola Superiore Meridionale / museo Archeologico nazionale di Napoli, “La Reggia di Portici tra apogeo del tardobarocco e istanze di rinnovamento stilistico: il caso del Gabinetto dorato della Regina tra conoscenza e conservazione”; light lunch. Inaugurazione mostra fotografica di Giovanni Genova. Presentazione di Francesca Stopper.

SESSIONE 3 – La Reggia e il museo ercolanense: chair Stefano Mazzoleni. Francesco Sirano, direttore parco archeologico di Ercolano, “Ercolano 1738 dallo scavo alla musealizzazione”; Elena Manzo, università della Campania “Luigi Vanvitelli”, “Genesi di una residenza reale tra Storia, Architettura e Archeologia”; Luca di Franco, soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli, “Prima e dopo l’Herculanense Museum. La Reggia di Portici e l’antico”; Domenico Camardo, Mario Notomista, Packard Humanities Istitute / Istitute Packard per i Beni Culturali, “La villa romana delle scuderie del Palazzo Reale di Portici e le ville del territorio ercolanese”.

SESSIONE 4 – I cantieri in corso e prospettive future: chair Luigi Veronese. Brunella Como, soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli, “Il restauro dei saloni dell’ala nord est della Reggia di Portici, già appartenenti alla Villa del Conte di Palena”; Palma Maria Recchia, soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli, “Tracce ritrovate: interventi di restauro nell’ultimo quinquennio”; Valeria Fusco, soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli, “Il restauro dello scalone della Reggia. Interventi di conservazione e innesti contemporanei per un nuovo ingresso all’area museale”; Giuseppe Napolitano, Gerardo Puca, Clea Martone, Città Metropolitana di Napoli, “Interventi di restauro alla Reggia curati dalla Città Metropolitana di Napoli. Dalla Galleria del piano nobile alle scuderie”.

Napoli. A Palazzo Reale presentazione del Protocollo d’Intesa per la tutela e valorizzazione delle Ville Vesuviane siglato tra la Procura di Napoli, la Procura di Torre Annunziata, il dipartimento per la Tutela del Patrimonio culturale e la Fondazione Ente Ville Vesuviane

Martedì 17 giugno 2025, alle 10, nella Sala Conferenza di Palazzo Reale di Napoli, presentazione del Protocollo d’Intesa per la tutela e valorizzazione delle Ville Vesuviane. L’accordo, siglato tra la Procura della Repubblica di Napoli, la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, il dipartimento per la Tutela del Patrimonio culturale del ministero della Cultura e la Fondazione Ente Ville Vesuviane, rappresenta un importante passo avanti nella protezione e nella promozione di un patrimonio storico-artistico di eccezionale valore. Interverranno Aldo Policastro, procuratore generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Napoli; Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli; Nunzio Fragliasso, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torre Annunziata; Luigi La Rocca, capo dipartimento per la tutela del patrimonio culturale – ministero della Cultura; Gennaro Miranda, presidente della Fondazione Ente Ville Vesuviane. Saranno inoltre presenti Pierpaolo Filippelli, procuratore aggiunto di Napoli; Mariano Nuzzo, soprintendente ABAP per l’area metropolitana di Napoli; Rosalia D’Apice, delegata del DG alla soprintendenza ABAP per il Comune di Napoli. Il Protocollo d’Intesa nasce dalla volontà congiunta delle istituzioni coinvolte di rafforzare gli strumenti di tutela e di valorizzazione delle Ville Vesuviane, capolavori dell’architettura settecentesca situati lungo il “Miglio d’Oro”. L’accordo mira a garantire un’azione coordinata per contrastare il degrado e l’abbandono, promuovendo al contempo iniziative culturali e di sensibilizzazione. Nel corso dell’incontro verranno illustrati gli obiettivi e le azioni concrete previste dall’accordo, tra cui la mappatura delle ville, il monitoraggio delle condizioni di rischio, la promozione di attività di restauro e conservazione e la valorizzazione attraverso eventi e percorsi culturali.

Ercolano (Na). A Villa Campolieto incontro pubblico “Tutela, valorizzazione, conservazione del patrimonio culturale. L’importanza della cooperazione e della formazione abilitante”: un’occasione di confronto tra istituzioni pubbliche, enti di ricerca, professionisti e restauratori, intorno ai temi della formazione e della cooperazione per la tutela del patrimonio artistico

In occasione della conclusione di alcuni interventi di restauro e della pubblicazione del bando di ammissione al corso di laurea in Conservazione e Restauro dei Beni culturali dell’università Suor Orsola Benincasa di Napoli, lunedì 9 giugno 2025, alle 15.30, a Villa Campolieto (Ercolano), incontro pubblico “Tutela, valorizzazione, conservazione del patrimonio culturale. L’importanza della cooperazione e della formazione abilitante”. L’iniziativa, promossa dall’università Suor Orsola Benincasa, dalla Fondazione Ente Ville Vesuviane e dalla soprintendenza ABAP per l’area metropolitana di Napoli, rappresenta un’occasione di confronto tra istituzioni pubbliche, enti di ricerca, professionisti e restauratori, intorno ai temi della formazione e della cooperazione per la tutela del patrimonio artistico. L’incontro intende valorizzare i risultati di una collaborazione avviata nel 2021 e divenuta ormai un modello virtuoso per il territorio, capace di generare importanti ricadute scientifiche e culturali. Una sinergia che vede coinvolti enti pubblici e privati, università, soprintendenze e imprese di restauro, con l’obiettivo di promuovere una cultura della conservazione sostenibile, aggiornata alle sfide contemporanee.

Villa Campolieto, una delle più affascinanti ville di età borbonica del Miglio d’Oro a Ercolano (foto ente ville vesuviane)

A portare i saluti istituzionali saranno Gennaro Miranda, presidente della Fondazione Ente Ville Vesuviane; Lucio d’Alessandro, rettore dell’università Suor Orsola Benincasa; e Mariano Nuzzo, soprintendente ABAP per l’area metropolitana di Napoli e per le province di Caserta e Benevento. Interverranno, tra gli altri, Paola Villani, direttrice del Dipartimento di Scienze umanistiche dell’UNISOB; Pasquale Rossi, presidente del corso di laurea in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali, e Attilio Maria Navarra, amministratore delegato di Fratelli Navarra s.r.l., che illustrerà principi e prospettive del restauro sostenibile nella realtà contemporanea. Un approfondimento specifico sarà dedicato alla presentazione dei restauri effettuati su opere d’arte di proprietà della Fondazione Ente Ville Vesuviane da parte degli studenti del corso di laurea magistrale a ciclo unico in restauro dell’UNISOB, con l’intervento della funzionaria restauratrice della Soprintendenza ABAP per l’area metropolitana di Napoli Palma Maria Recchia, da anni impegnata nei progetti di recupero e valorizzazione del patrimonio vesuviano, e dei docenti coinvolti nelle attività dell’Ateneo. L’evento si svolge con la partecipazione di Fratelli Navarra Restauri e del gruppo San Martino Alberghi.

Ercolano. Aperta a Villa Campolieto, una delle più affascinanti ville di età borbonica del Miglio d’Oro, la mostra “Dall’uovo alle mele. La civiltà del cibo e i piaceri della tavola a Ercolano”: viaggio alla scoperta dell’arte culinaria romana grazie ai dati forniti dagli studi sugli oltre 300 scheletri di fuggiaschi ritrovati sull’antica spiaggia e ai resti carbonizzati di cibo

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Inaugurazione della mostra “Dall’uovo alle mele. La civiltà del cibo e i piaceri della tavola a Ercolano”: da sinistra, Gennaro Miranda, presidente della Fondazione Ente Ville Vesuviane; Elena Scarlato, consiglire Ville Vesuviane; Francesco Sirano, direttore parco archeologico di Ercolano; Ciro Bonajuto, sindaco di Ercolano (foto paerco)

Un pasto completo nell’antica Roma solitamente iniziava con le uova e terminava con i frutti. Parola del poeta Orazio che afferma Ab ovo usque ad mala (“dall’uovo alle mele”). Ma Ercolano ha restituito una grande quantità e varietà di reperti organici in eccezionali condizioni di conservazione che non solo confermano le fonti letterarie, ma permettono di ricostruire l’invidiabile assortimento di cibi e alimenti presenti nell’antica Herculaneum grazie ai dati sullo stato di salute della popolazione e sul cibo che mangia restituiti dagli studi sugli oltre 300 scheletri di fuggiaschi ritrovati sull’antica spiaggia di Ercolano: erano uomini, donne, bambini che hanno popolato le strade e le case di Ercolano antica la cui vita non è mai veramente terminata, ma è in qualche modo giunta sino all’oggi fissata per sempre in quelle strade e tramandata al futuro attraverso lo scorrere delle generazioni.

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Allestimento della mostra “Dall’uovo alle mele. La civiltà del cibo e i piaceri della tavola a Ercolano” a Villa Campolieto di Ercolano: il banchetto

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Mostra “Dall’uovo alle mele. La civiltà del cibo e i piaceri della tavola a Ercolano” a Villa Campolieto di Ercolano: uova (foto paerco)

Dal 28 marzo 2025 con la mostra “Dall’uovo alle mele. La civiltà del cibo e i piaceri della tavola a Ercolano”, il parco archeologico di Ercolano permette ai visitatori di immergersi in un viaggio nell’epoca romana alla scoperta di quella che possiamo definire una vera e propria civiltà del cibo. Materia prima e frutto di una sorprendente arte culinaria, il cibo di questa città romana si mostra attraverso i resti carbonizzati di pane, cereali, legumi, frutta, uova, formaggio, frutti di mare, ci sembra quasi di sentirne i profumi; oltre a vasellame, pentole, utensili, oggetti di uso quotidiano e di lusso, che restituiscono preziose informazioni sui principali aspetti dell’alimentazione degli antichi Ercolanesi: dalla produzione al consumo e allo smaltimento del cibo. Il cibo è dunque un filo rosso che lega il presente al passato non solo per le elementari necessità biologiche. Mai come ad Ercolano emerge con chiarezza un rapporto con il cibo che guarda non solo alla qualità e varietà dei prodotti, ma anche alla cura della preparazione e al risultato gastronomico. La mostra, organizzata dal parco archeologico di Ercolano in collaborazione con la Fondazione Ente Ville Vesuviane, è ospitata fino al 31 dicembre 2025 nelle sale affrescate di Villa Campolieto, una delle più affascinanti ville di età borbonica del Miglio d’Oro.

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Villa Campolieto, una delle più affascinanti ville di età borbonica del Miglio d’Oro a Ercolano (foto ente ville vesuviane)

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Ambienti affrescati al piano nobile di Villa Campolieto a Ercolano (foto ente ville vesuviane)

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L’inizio della mostra “Dall’uovo alle mele. La civiltà del cibo e i piaceri della tavola a Ercolano” a Villa Campolieto di Ercolano (foto paerco)

Villa Campolieto. Era il 1738 quando Carlo di Borbone e Mariamalia di Sassonia scelsero Portici per costruire una nuova reggia e dare inizio agli scavi della città di Herculaneum. Da quel momento tutti i nobili napoletani seguirono la corte dei Borbone e innalzarono, nella zona costiera ai piedi del Vesuvio, una o più ville per il periodo estivo, creando un complesso architettonico unico al mondo per quantità e bellezza: le 122 Ville Vesuviane, un dialogo tra natura e artificio, rococò e neoclassicismo. Nella zona compresa tra i confini del comune di Ercolano, la concentrazione delle Ville Vesuviane è densa e di particolare prestigio, tanto che il tratto di strada che le vede in successione viene denominato Miglio d’Oro: edifici costruiti da architetti quali Luigi Vanvitelli, Ferdinando Fuga, Ferdinando San Felice, Domenico Antonio Vaccaro, completati da vasti giardini che lambivano la costa e decorazioni pittoriche realizzate da grandi artisti. Con il fine di conservare e salvaguardare questo cospicuo patrimonio, la legge dello Stato n.578 istituiva il 29 luglio 1971 l’Ente per le Ville Vesuviane, oggi Fondazione. Sorta in una posizione fra le più felici e suggestive, a valle della borbonica strada delle Calabrie, non lontano dalla Reggia di Portici e contigua alla Villa Favorita, Villa Campolieto venne edificata per volontà del Principe Luzio De Sangro, Duca di Casacalenda che, nel 1755, affidò il progetto e l’esecuzione dei lavori a Mario Gioffredo. Costretto ad abbandonare l’opera intorno al 1760 fu sostituito da Luigi Vanvitelli che, dal 1763 al 1773 (anno della sua morte), ne diresse i lavori, completati nel 1775 dal figlio Carlo. La Villa Campolieto, acquisita nel 1977 dall’Ente per le Ville Vesuviane, oggi Fondazione, dopo 6 anni di restauro, è stata riportata al suo primitivo splendore e restituita alla pubblica fruizione.

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La locandina della mostra permanente “SplendOri. Il lusso negli ornamenti ad Ercolano”

Materia - Il legno che non bruciò Ercolano

Francesco Sirano, direttore del parco archeologico di Ercolano, all’ingresso della mostra “Materia. Il legno che non bruciò a Ercolano” alla Reggia di Portici (foto giorgia bisanti)

Il progetto di questa mostra nasce già nel 2018, quando si intraprese il programma espositivo “Ercolano 1738-2018 Talento Passato e Presente” che includeva un ciclo di tre mostre sui reperti più significativi della città antica, ossia ori, legni e cibi e di conseguenza sugli aspetti di questa antica comunità inerenti il lusso, l’artigianato e le abitudini alimentari (vedi https://archeologiavocidalpassato.com/2019/02/14/ercolano-il-direttore-francesco-sirano-presenta-il-progetto-culturale-per-il-rilancio-del-sito-tre-mostre-lespressione-del-lusso-la-grande-tradizione-artigianale-legata-alla-lavorazione-d/). In questo iniziale progetto vi era anche la volontà di allestire le tre mostre nei luoghi più belli del territorio, l’Antiquarium del parco archeologico di Ercolano è stato la sede della mostra “SplendOri. Il lusso negli ornamenti a Ercolano”, la Reggia di Portici ha accolto l’esposizione “Materia. Il legno che non bruciò a Ercolano” (vedi https://archeologiavocidalpassato.com/2023/12/01/alla-reggia-di-portici-na-ultimo-mese-per-visitare-la-mostra-materia-il-legno-che-non-brucio-ad-ercolano-promossa-dal-parco-archeologico-di-ercolano-lunica-citta-del-mondo-romano/) e quest’ultima è allestita nella vantitelliana Villa Campolieto, una delle più belle dimore settecentesche lungo il Miglio d’Oro. Tra un presente richiamato da immagini ricavate dall’odierna realtà della moderna Ercolano e l’antichità romana, la mostra non perde mai di vista la bellezza della vanvitelliana Villa Campolieto, con spazi aperti e dialoganti con il prezioso contenitore. Attraversando le sale si gode tanto dei reperti esposti, quanto della splendida dimora settecentesca. La raffinatezza e il valore storico del piano nobile di Villa Campolieto hanno richiesto un approccio espositivo rispettoso; da qui nasce l’idea della “stanza nella stanza”, allestimento che crea un dialogo tra il passato e il presente.

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Allestimento della mostra “Dall’uovo alle mele. La civiltà del cibo e i piaceri della tavola a Ercolano” a Villa Campolieto di Ercolano (foto paerco)

“Il cibo, non solo come necessità fisiologica, ma come elemento centrale della vita culturale e sociale, rappresenta un costante legame con il contemporaneo perché molte tradizioni e usi antichi persistono anche nella cultura campana di oggi”, dichiara il direttore del Parco, Francesco Sirano. “I gusti, le ricette e l’etichetta a tavola sono cambiati negli oltre duemila anni che ci separano dal 79 d.C., ma abbiamo in comune la cura per la qualità delle materie prime, al tempo dei Romani spesso importate anche dall’Africa e dall’India, per la preparazione e la presentazione dei piatti e, molto più importante, per l’ospitalità e la condivisione della mensa, specie nelle occasioni più importanti. La mostra – aggiunge il direttore – rappresenta per me il compimento di un percorso: siamo partiti dagli oggetti di lusso nell’Antiquarium del Parco, passati alla celebrazione del legno alla Reggia di Portici e arriviamo con il cibo a Villa Campolieto. In un cerchio di valorizzazione delle peculiarità che rendono Ercolano unica al mondo, con i reperti del Parco ambasciatori di valori in un’area molto più estesa delle ristrette mura del Parco archeologico. Un percorso – conclude il direttore – che ci ha visto in compagnia degli enti locali, delle istituzioni culturali e di tante realtà di volontariato di questi splendidi territori”.

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Il direttore Francesco Sirano alla mostra “Dall’uovo alle mele. La civiltà del cibo e i piaceri della tavola a Ercolano” a Villa Campolieto di Ercolano (foto paerco)

“Siamo orgogliosi di ospitare questa prestigiosa mostra a Villa Campolieto”, dichiara Gennaro Miranda, presidente della Fondazione Ente Ville Vesuviane. “Questo evento è frutto di una straordinaria collaborazione con il Parco Archeologico di Ercolano e costituisce un esempio virtuoso di sinergia tra istituzioni che condividono l’obiettivo comune di promuovere la storia e la bellezza del nostro territorio. La cultura del cibo, che un tempo rappresentava un atto di socialità e benessere, è ancora oggi un potente motore economico e sociale per il nostro territorio. L’enogastronomia locale continua a brillare per la sua autenticità e per i suoi prodotti tipici che, come nel passato, non sono solo una risorsa economica, ma un simbolo di orgoglio identitario per tutta la comunità. La mostra non si limita ad essere un evento espositivo ma è un viaggio straordinario attraverso il tempo che ci permette di esplorare l’arte del cibo nell’antica Ercolano ed il suo valore non solo nutrizionale, ma anche sociale e culturale. I piaceri della tavola, le tradizioni culinarie e la convivialità erano aspetti fondamentali della vita quotidiana degli antichi ercolanesi, e oggi, nel cuore del Miglio d’Oro, possiamo continuare a celebrare e riscoprire quelle stesse tradizioni, che sono ancora una parte essenziale della nostra vita quotidiana ed offerta turistica. Villa Campolieto diventa così un ponte tra passato e presente, un luogo in cui la memoria storica dialoga con il nostro tempo. Ringrazio sinceramente il ministro della Cultura Alessandro Giuli ed il suo predecessore Gennaro Sangiuliano, il parco archeologico di Ercolano e il direttore Francesco Sirano per aver contribuito a rendere possibile questo progetto che, sono certo, lascerà un’impronta indelebile nella memoria culturale di tutti coloro che avranno il privilegio di visitare la mostra”.

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Lo scalone che porta al piano nobile di Villa Campolieto a Ercolano (foto ente ville vesuviane)

“La mostra, magistralmente predisposta presso una delle più belle ville vesuviane”, interviene Matteo Lorito, rettore dell’università di Napoli “Federico II”, “arricchisce l’offerta straordinaria del parco archeologico ercolanense. Il nostro dipartimento di Agraria è da tempo impegnato in una proficua collaborazione con l’Ente, per il quale ha anche accolto nella sua sede, nella reggia di Portici, la singolare mostra sui legni ercolanesi. Collaborazione che oggi si estende ai tempi del cibo e dello studio dei reperti organici o correlati al tema dell’alimentazione. Questi ci forniscono una quantità di informazioni e di suggestioni davvero impressionanti sul nostro passato anche per aspetti enogastronomici oltre che della produzione agraria. Il cibo racconta chi siamo, come viviamo e, in questo caso, come eravamo e il percorso che ci ha portato ai giorni nostri. Congratulazioni al direttore Sirano e al direttore Miranda per questa straordinaria iniziativa”.