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Pompei. Nel Foro cerimonia di conclusione del Grande Progetto Pompei con tutti i protagonisti alla presenza del ministro Sangiuliano: occasione per un bilancio di un progetto preso a modello dall’Ue per la gestione dei fondi comunitari

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Il Grande Progetto Pompei, quinquennale, è stato avviato nel 2014

Il Grande Progetto Pompei è arrivato al capolinea. Martedì 11 luglio 2023, alle 18.30, nel Foro del parco archeologico di Pompei, ci sarà la “Cerimonia di conclusione del Grande Progetto Pompei”. Interverranno il direttore generale per il supporto all’attuazione dei programmi, Gen. CC Giovanni Capasso e il direttore generale del parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel. Ospiti d’onore i direttori generali avvicendatisi alla guida del Grande Progetto Pompei (Gen. C.A. Giovanni Nistri, già comandante generale dell’Arma di Carabinieri, Gen. C.A. Luigi Curatoli, Gen. D. Mauro Cipolletta e Gen. B. Giovanni Di Blasio), e il direttore generale Musei, già direttore generale del parco archeologico di Pompei, Massimo Osanna. Chiuderà i lavori il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Durante l’incontro sarà ripercorso lo sviluppo del programma straordinario di recupero del sito archeologico, articolato in 76 interventi, ed illustrati gli straordinari risultati conseguiti per i quali è oggi indicato dall’Unione Europea come modello di gestione dei fondi comunitari e nazionali e concreto esempio di produttiva sinergia tra Commissione europea e Governo nazionale. Un modello caratterizzato dalla costituzione di una struttura dedicata, la cui governance è stata affidata in via continuativa all’Arma dei Carabinieri.

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2022: presentazione dei risultati dell’incontro del comitato gestione per il Piano strategico: da sinistra, Francesco Sirano, Gabriel Zuchtriegel, e il gen. B. Giovanni Di Blasio (foto parco archeologico di pompei)

Al termine dei lavori di realizzazione del Grande Progetto risultano essere messi in sicurezza 2,7 km di fronti di scavo (che costeggiano i 22 ettari di area ancora non interessata dagli scavi) e rimosse 30mila tonnellate di materiale (lapilli, cenere e terreno), salvaguardati 50 km di colmi murari e 10mila mq di intonaci per complessivi 45 edifici oggetto di restauro, sviluppato un itinerario facilitato di oltre 4 km per persone con ridotta funzionalità motoria, rinvenuti numerosissimi reperti archeologici (circa 1167 e 168 colli di nuovi oggetti e frammenti di intonaci) e monitorate le attività condotte dai 781 operatori economici coinvolti nelle lavorazioni e nei servizi. Il Grande Progetto Pompei è stato un’opportunità unica non solo per migliorare le condizioni complessive del sito archeologico ma anche per stimolare la ricerca, sviluppare nuove competenze e specifiche conoscenze, aggiornare tecniche e modalità di lavoro, basate oggi sull’interdisciplinarietà e sull’impiego di materiali innovativi nelle attività di restauro.

Tesori trafugati in Italia: il gen. Ricciardi alla Bmta, comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, descrive le nuove destinazioni del mercato clandestino, Stati Uniti, Cina e Regno Unito; riceve il premio Paestum “Mario Napoli”; e presenta il suo libro “Detective dell’arte. Dai Monuments Men ai Carabinieri della Cultura”

La Testa di Ade a Palermo dove è stata riportata dal nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale

Nucleo tutela patrimonio culturale dei Carabinieri

La XXII edizione della Borsa Mediterranea del Turismo archeologico si tiene a Paestum dal 14 al 17 novembre 2019

Diminuiscono i colpi nei musei, perché in queste strutture aumenta la sicurezza. Le nuove destinazioni delle opere trafugate in Italia sono i Paesi dell’Est. Il giro d’affari è di 6 miliardi e mezzo all’anno, di cui il 40% con gli Stati Uniti, il 20% con la Cina, poi con il Regno Unito, che resta una meta finale storica delle opere d’arte rubate. In generale sono i nuovi ricchi della terra i nuovi acquirenti al nero dell’arte italiana. Il generale Roberto Riccardi, comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, ha svelato i cambiamenti delle rotte delle opere d’arte trafugate, intervenendo alla XXII Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum. Giunto direttamente da Venezia, dove è andato a visionare, con i Caschi Blu della Cultura e il Ministro Franceschini, lo stato dei danni al patrimonio per l’allarmante livello dell’acqua alta. Riccardi ha ricordato che dopo il sisma del 2016 in Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo, sono stati recuperati 30mila euro di beni culturali. “Il patrimonio è il dono dei padri. Dobbiamo esserne degni, perché dobbiamo consegnarlo almeno intatto. Noi Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio siamo 300”, scherza il Generale Riccardi nel dare un messaggio molto importante a Paestum, “e questo numero mi ricorda la battaglia delle Termopili e lo sbarco di Pisacane. Sappiamo come andarono a finire entrambe. Noi abbiamo bisogno di tutto il popolo italiano per vincere questa battaglia e riportare in salvo tutte le opere d’arte trafugate. Non difendere l’arte”, conclude, “è disonorare tuo padre e tua madre”.

Il generale Roberto Ricciardi e il suo libro “Detective dell’arte. Dai Monuments Men ai Carabinieri della Cultura”

Il gen. Roberto Ricciardi riceve il premio Paestum “Mario Napoli” alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico

Il generale Riccardi ha presentato poi la sua ultima opera, dal titolo “Detective dell’arte. Dai Monuments Men ai Carabinieri della Cultura”, edito da Rizzoli, e ha ritirato il Premio Paestum “Mario Napoli” per conto del comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Giovanni Nistri, premiato per il suo straordinario impegno, non solo relativo alle funzioni svolte nell’ambito del Comando, ma per aver contribuito con il “Grande Progetto Pompei” alla realizzazione di una best practice riconosciuta a livello internazionale. Molto suggestiva è stata la presentazione del libro. Nel 1969 avvenne il clamoroso furto della “Natività” di Michelangelo Merisi da Caravaggio nell’oratorio di San Lorenzo a Palermo. È questo, forse, il dipinto più ricercato al mondo: “Il number one. Most wanted”, ha detto il generale Riccardi. Che ancora è in ostaggio di chi lo trafugò, o di altri ignoti. Tanti i misteri che circondano questo furto: “Di certo”, ha spiegato Riccardi. “C’è solo che il quadro manca. Un’altra certezza è che continueremo a cercarlo, finché ci saremo”. Ma il 1969 è anche l’anno nel quale nacque il primo Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Artistico.

Il ministro Dario Franceschini all’inaugurazione della mostra “I capolavori di Eufronio” a Cerveteri

Un recente recupero di reperti archeologici da parte del Nucleo tutela Patrimonio culturale del Carabinieri

Tra le altre grandi opere di cui Riccardi ha raccontato, c’è il Cratere di Eufronio, che venne trafugato da Cerveteri negli anni Settanta e attraverso una serie di peripezie, finì al Metropolitan Museum di New York dal quale è stato riportato in Italia nel 2008. Il generale Riccardi ha raccontato che in queste occasioni, una volta individuata l’opera, deve scattare la diplomazia culturale, per affiancare il lavoro dei Carabinieri. In poche parole, intervengono il ministero dei Beni culturali, il ministero della Giustizia, l’Avvocatura dello Stato, tutti siedono al tavolo con chi è in possesso dell’opera. Nel caso del Cratere di Eufronio, con il Metropolitan Museum di New York. Ottenere la restituzione è un traguardo. “Il problema dei cosiddetti tombaroli”, ha raccontato ancora Riccardi, “è un impoverimento, perché il bene torna comunque decontestualizzato”. “Il problema dei falsi”, ha spiegato, “è in genere una guerra tra periti. Se non si risolve, intervengono i RIS, che studiano i materiali, i colori, i pigmenti. Spesso un’incongruenza tra date può portare all’accertamento”. La Tavola Doria di Leonardo o di Francesco Morandini è tornata nel 2012, una delle grandi operazioni del Nucleo. Riccardi ha concluso con una considerazione sullo stretto rapporto tra arte e follia: “Chi vede con occhi diversi, vede cose diverse”.