Adria (Ro). Presentata la prima edizione di Adrikà, rassegna internazionale di cinema archeologico “Adria e Delta del Po”, nata da un’idea del Circolo del Cinema “Carlo Mazzacurati” di Adria, accolta dal museo Archeologico nazionale e realizzata dalla direzione artistica del festival della comunicazione e del cinema archeologico di Licodia Eubea (Ct). Ecco il ricco programma della tre giorni con anteprime a Loreo e Porto Tolle
“Raccontare l’archeologia come esperienza viva, capace di collegare mondi molto diversi tra loro. Dalle rotte commerciali dell’antica Roma alle leggende sommerse, fino alle storie custodite dai narratori orali, il nostro intento è stato scegliere film che unissero rigore scientifico e sguardo autoriale”: così Lorenzo Daniele, regista e produttore di documentari, direttore artistico con Alessandra Cilio, archeologa prestata alla scrittura e alla sceneggiatura, ha introdotto in video conferenza da Licodia Eubea (Ct) la presentazione – martedì 2 settembre 2’025 – della prima edizione di Adrikà, rassegna internazionale di cinema archeologico “Adria e Delta del Po”, nata da un’idea del Circolo del Cinema “Carlo Mazzacurati” di Adria (Ro) e della sua presidentessa, Emanuela Finesso. “Un’idea sposata subito dal mio direttivo”, ha sottolineato Finesso, “per proporre un evento non per gli addetti ai lavori ma per chi vuole accrescere la propria cultura; non solo per chi è appassionato di archeologia ma di cinema tutto, fortemente curioso di vedere un nuovo modo di raccontare l’antico che è quello appunto attraverso le immagini. Una rassegna – ha continuato Finesso – per le famiglie che avranno un loro spazio dedicato, per i giovani con una intera mattinata dedicata alle scuole: perché vogliamo che sia una festa per tutti”. Location d’eccezione, la cittadina di Adria col suo bel museo Archeologico nazionale, diretto da Alberta Facchi, ad ospitare la kermesse cinematografica, assieme ai centri del Delta del Po di Loreo (5 settembre) e Porto Tolle (11 settembre), dove si svolgeranno due serate pre-festivaliere. “Ho sposato subito l’idea di portare ad Adria una rassegna internazionale, anzi un festival internazionale di cinema archeologico”, ha confermato Facchi. “Ed è nata una felicissima collaborazione perché l’archeologia – come dice l’archeologa Sandra Bedetti – stimola l’immaginario. L’archeologia crea storie narrazioni e il cinema è un modo per raccontarle: un bellissimo connubio”.

Lorenzo Daniele e Alessandra Cilio direttori artistici del Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico di Licodia Eubea (Ct) (foto graziano tavan)
La direzione artistica della manifestazione – come si diceva – è stata affidata a Lorenzo Daniele e Alessandra Cilio, già organizzatori del Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico di Licodia Eubea (CT), quest’anno alla sua XV edizione; del Rhegion International Film Festival di Reggio Calabria; e da due anni curatori della rassegna cinematografica del Sardinia Archeo Festival che si svolge ad agosto nel suggestivo complesso nuragico di S’Arcu e is Forros, presso Villagrande Strisaili (NU). “Il pubblico – anticipa Lorenzo Daniele – non troverà i documentari televisivi a cui siamo abituati, ma opere d’autore che restituiscono l’archeologia in tutta la sua dimensione affascinante e coinvolgente”.
I film sono il cuore pulsante della manifestazione, in gara per il premio del pubblico “Città di Adria”. “Si tratta di quattordici opere cinematografiche italiane e straniere”, spiega Alessandra Cilio, “caratterizzate tutte da un taglio squisitamente autoriale: docufilm, cortometraggi e film di finzione che, con grande personalità, trasformano il patrimonio culturale in una narrazione capace di emozionare lo spettatore e ricondurlo, attraverso un gioco di rimandi e allusioni, a tematiche profondamente attuali. Ancora una volta il cinema si rivela specchio del nostro tempo e mezzo privilegiato per leggere i dibattiti, le speranze, le tensioni che animano la nostra società.”.
Lorenzo Daniele entra nel merito del programma: “Non posso citarli tutti, ma vorrei ricordarne alcuni che rappresentano bene lo spirito di questa rassegna. Semidei, di Fabio Mollo e Alessandra Cataleta, ci riporta al 1972, quando i Bronzi di Riace emersero dopo duemila anni di silenzio: un film che intreccia immagini d’archivio e testimonianze per farci riflettere non solo sul passato ritrovato, ma anche sul futuro che vogliamo costruire attraverso la memoria. Cùntami, di Giovanna Taviani, figlia di Vittorio, è invece un viaggio in Sicilia alla ricerca dei cantastorie, dei pupari, degli operatori della memoria: un film che racconta quanto le storie siano ancora oggi radici vive e strumenti per leggere il presente. Avremo poi I Leoni di Lissa di Nicolò Bongiorno, che ci porta nelle acque dell’Adriatico alla scoperta di un relitto legato alla celebre battaglia navale del 1866. E ancora cortometraggi dal Regno Unito, dalla Grecia, dalla Spagna, dalla Francia e dalla Turchia, come The Custodian di Mehmet Fatih Guden, che solleva il tema attualissimo dei beni culturali minacciati dalle guerre. Questi film, pur nella loro diversità – conclude -, hanno una caratteristica comune: parlano a tutti. Sono adatti a un pubblico di giovani e meno giovani, a chi è un addetto ai lavori, ma anche a chi si avvicina per la prima volta all’archeologia. Perché il cinema, in fondo, è un linguaggio universale che ci unisce”.
Ma non solo film. “Il programma della prima edizione di Adrikà – interviene Alessandra Cilio – è stato elaborato con l’intento di offrire ad un pubblico quanto mai vario una molteplicità di esperienze: incontri con professionisti del patrimonio culturale e della sua comunicazione; momenti di convivialità attraverso gli apericena dell’IPSEOA “Giuseppe Cipriani” di Adria, di scoperta e di spettacolo, con la performance teatrale di Antonino Varvarà, le rievocazioni storiche del Gruppo di Danza Antica e i laboratori di Officina Temporis. Non mancheranno le visite guidate all’interno delle sale espositive del museo Archeologico nazionale di Adria e agli scavi archeologici dell’area di San Basilio Ariano nel Polesine. L’Antico e il Contemporaneo si osservano, all’interno di questa prima edizione di Adrikà, si incontrano e si raccontano a vicenda. E il risultato è tale che, come ha detto qualcuno, si può giocare qualche secondo a chiudere gli occhi, immaginare che il passato è ieri, e che gli Antichi non sono morti da secoli. Si sono solo allontanati un momento”.
Reggio Calabria. La storia dei guerrieri venuti dal mare conquista il pubblico del Rhegion International Film Festival: il film “Semidei” di Alessandra Cataleta e Fabio Mollo vince il premio “Città di Reggio Calabria”
La storia dei guerrieri venuti dal mare conquista il pubblico del Rhegion International Film Festival che con un punteggio di 9.0 ha assegnato il premio “Città di Reggio Calabria” della prima edizione del RIFF al film “Semidei” di Alessandra Cataleta e Fabio Mollo. La proclamazione in chiusura della cerimonia di premiazione domenica 27 ottobre 2024 in Piazza Paolo Orsi al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria. A fare gli onori di casa i direttori artistici del RIFF, Lorenzo Daniele e Alessandra Cilio, con il direttore del MArRC, che hanno tracciato il bilancio, più che positivo, di questa prima edizione, ringraziando quanti hanno reso possibile la sua realizzazione, dalle istituzioni agli sponsor, dallo staff di ArcheoVisiva al personale del museo.

Il sindaco Giuseppe Falcomatà consegna il premio “Cittò di Reggio Calabria” alla regista Alessandra Cataleta, per il film “Semidei” (foto riff)

Frame del film “Semidei” di Alessandra Cataleta e Fabio Mollo
Lorenzo Daniele ha proclamato i titoli dei primi tre film che hanno riscosso il maggior consenso del pubblico: “Al terzo posto con il punteggio di 8,6, un punteggio abbastanza alto, il film “Askòs. Il canto della sirena” di Antonio Martino (Italia, 2023, 63’). Al secondo posto con un punteggio di 8,7 (quindi i decimali contano moltissimo in questi casi) il film “One big family” di Vassilis Loules (Grecia, 2022, 69’). Vince il premio del pubblico “Città di Reggio Calabria”, con il punteggio di 9.0, il film “Semidei” di Alessandra Cataleta e Fabio Mollo (Italia, 2023, 94’). Il premio, realizzato dall’Accademia di Belle arti di Reggio Calabria che raffigura il leprotto della monetazione greca di Rhegion, lo stesso che è stato scelto per il logo del RIFF, è stato consegnato dal sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, alla co-regista Alessandra Cataleta che ha commentato: “ll film Semidei ha avuto vari riconoscimenti, ma questo è il primo premio che il film Semidei vince realmente e lo vince in presenza dei protagonisti: i Bronzi di Riace. E questo mi emoziona tantissimo. Lo vince qui al museo che è la casa dei Bronzi ed è stata la casa che ha ospitato le riprese. Quindi – ha continuato – rinnovo i ringraziamenti allo staff del Museo che ci ha accompagnati durante le riprese supportandoci, sopportandoci, soprattutto cercando ovviamente di tamponare qualsiasi cosa. Perché noi eravamo attentissimi però voi siete i custodi di un tesoro, fate un lavoro di un’importanza fondante perché custodite la memoria, la memoria della possibilità che l’essere umano possa voltare le spalle a guerre e dedicarsi all’arte, a qualcosa di sublime che ci unisce tutti. Luoghi come questo sono un avamposto – volendo usare un termine in realtà belligerante – ma un avamposto di pace e di dialogo tra esseri umani. Quindi il vostro lavoro è importantissimo. E quello che voleva dimostrare, raccontare il film è anche questo attraverso la storia dei Bronzi, la storia di questo splendido territorio che abbiamo cercato di raccontare attraverso lo sguardo dei Bronzi. Porto i ringraziamenti di un reggino doc, Fabio Mollo, che mi ha trascinato in questa sua avventura, in questo viaggio così intimo nella sua terra”.
Semidei, il documentario diretto da Alessandra Cataleta e Fabio Mollo, racconta una storia straordinaria, iniziata duemila anni fa e riaffiorata nell’estate del 1972. Due misteriose statue in bronzo che rappresentano due guerrieri, riemergono dal mare che costeggia Riace Marina in provincia di Reggio Calabria. Ribattezzati i Bronzi di Riace, i due guerrieri sono riconducibili alla Grecia Antica e sono rimasti sommerse per oltre due millenni. Il documentario ripercorre, attraverso testimonianze e materiale inedito, le tappe della straordinaria vicenda ancora oggi intrisa di mistero. Le due statue si trovano nel museo Archeologico di Reggio, ad oggi gli studiosi si interrogano sull’esistenza di altri bronzi non ancora ritrovati e su diverse incongruenze che mantengono vivo l’enigma attorno ai due guerrieri a cui mancano le lance e gli scudi.

Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria (foto FB)
La prima edizione del Rhegion Film Festival è stata chiusa dall’intervento del sindaco Falcomatà. Falcomatà: Complimenti a voi per aver organizzato questa prima edizione del festival che è stato un successo di pubblico e di critica, che è andato ad arricchire un ottobre già ricco di iniziative nella nostra città. Questo testimonia quanto l’offerta culturale e turistica possa e debba essere sempre più destagionalizzata nel corso dell’anno nella nostra città. Perché la città si presta ad accogliere più iniziative durante l’anno, si presta per il suo clima per la sua voglia di vivere e respirare cultura. E questa iniziativa va esattamente in questa direzione. Naturalmente complimenti a Semidei, noi l’abbiamo apprezzato nei mesi scorsi e siamo molto orgogliosi di questo prodotto che in qualche modo racconta quella che è stata la storia dei Bronzi e raccontando la storia dei Bronzi racconta anche la storia della nostra città. Fa sempre bene recuperare la memoria di quello che è stato e soprattutto in prospettiva di quello che la nostra città può essere e può diventare. E in questo un ruolo importantissimo lo gioca il nostro museo. Io ho finito i termini per ringraziare Fabrizio Sudano per la sua attività, per quello che sta facendo non solo per il museo ma anche per la nostra città. Si dice che non basti l’esilio per definirsi poeta, mutuando un po’ questa frase noi potremmo dire non bastano le opere d’arte per definirsi museo, ed è quello che in qualche modo sta facendo il direttore insieme a tutto il suo staff: organizzare cioè delle iniziative, degli incontri che consentano ancora di più di apprezzare le opere d’arte all’interno del museo e di apprezzare la nostra città. Naturalmente noi non ci accontentiamo, sappiamo benissimo che si può fare sempre meglio, si può fare sempre di più. Proprio per questo noi sia come Comune sia come Città metropolitana siamo disponibili e contenti di poter dare una mano per la prossima edizione affinché possa essere una conferma di quanto questo tipo di iniziative possano aiutare la città a crescere e a promuovere se stessa. Perché noi abbiamo uno straordinario patrimonio storico, artistico, culturale, archeologico e lo dobbiamo promuovere in ottica futura, in ottica di quello che davvero la città potrà diventare nei prossimi anni sfruttando tutte quelle che sono le sue unicità, le sue bellezze naturali”.









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