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Torino. Al museo Egizio presentazione del libro “The Animal Mummies of the Museo Egizio. Turin”, a cura di Salima Ikram, Sara Aicardi, Federica Facchetti, edita da Cosimo Panini Editore

Giovedì 17 luglio 2025, alle 18.30,  in Sala Conferenze del museo Egizio di Torino (accesso da via Maria Vittoria 3M) presentazione editoriale della monografia “The Animal Mummies of the Museo Egizio, Turin”, a cura di Salima Ikram, Sara Aicardi, Federica Facchetti, edita da Cosimo Panini Editore. Insieme a Christian Greco, ne discuteranno Salima Ikram, Sara Aicardi, Federica Facchetti, Matilde Borla, Cinzia Oliva, Alberto Valazza, Federico Poole, Johannes Auenmüller. La conferenza è in lingua inglese con traduzione simultanea in sala e l’ingresso è libero con prenotazione obbligatoria al link https://www.eventbrite.it/…/the-animal-mummies-of-the… Disponibile anche in streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del museo Egizio di Torino. Questa pubblicazione, dedicata alle mummie animali della collezione di Torino, rappresenta il risultato finale di un progetto avviato nel 2016, il cui obiettivo principale era la definizione del miglior protocollo possibile per il trattamento conservativo di questi reperti particolarmente delicati e resti di esseri viventi; i risultati di tali studi sono presentati in questa monografia esaustiva, che include un catalogo completo delle 173 mummie animali e delle 61 cassette per animali conservate al museo Egizio. Per ciascuna voce del catalogo vengono fornite informazioni approfondite, comprensive di aspetti egittologici, zoologici e conservativi. Il catalogo, pensato per un pubblico non necessariamente specialistico, è introdotto da una selezione di saggi che illustrano i diversi approcci adottati nello studio della mummificazione animale, spaziando dal contesto religioso alle diverse tecniche di cucitura e fasciatura osservabili nei reperti.

Torino. Il direttore Christian Greco ci introduce a “Materia. Forma del tempo”, il nuovo allestimento permanente che indaga la materia nell’antico Egitto, tra legni, pigmenti, vasi in ceramica e oggetti in pietra, dall’Epoca Predinastica (ca. 4000-3100 a.C.) a quella Bizantina (565-642 d.C.)

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“Materia. Forma del tempo” al museo Egizio di Torino: dettaglio della sala dedicata ai reperti lapidei (foto museo egizio)

Curatori e tecnici del museo Egizio di Torino, nel timelapse (vedi https://www.facebook.com/reel/1344674223163818), si muovono quasi in una danza sfrenata mentre nelle pareti vengono collocati decine, centinaia di vasi: cinquemila per la precisione. Un “coup de théâtre”, come dice il direttore Christian Greco, del nuovo allestimento permanente “Materia. Forma del tempo”, aperto al pubblico dal 5 ottobre 2024 (vedi Torino. Al museo Egizio apre una nuova ala, “Materia. Forma del tempo”: più di 6mila reperti tra legno, terracotta e pietra permettono di approfondire le conoscenze sui manufatti egizi, sull’uso dei materiali e le tecniche artigianali nell’antico Egitto | archeologiavocidalpassatotorino_egizio_materia-forma-del-tempo_apertura-nuova-ala_locandina), che indaga la materia nell’antico Egitto, tra legni, pigmenti, vasi in ceramica e oggetti in pietra, dall’Epoca Predinastica (ca. 4000-3100 a.C.) a quella Bizantina (565-642 d.C.). Settecento metri quadrati, distribuiti su due piani, custodiscono circa 6mila reperti provenienti dai depositi del Museo. Grazie alla curatela scientifica di 9 egittologi del Museo – Johannes Auenmüller, Divina Centore, Federica Facchetti, Enrico Ferraris, Alessandro Girardi, Eleonora Mander, Tommaso Montonati, Cinzia Soddu, Federica Ugliano – e ai progetti di allestimento e grafico di Enrico Barbero e Piera Luisolo, “Materia. Forma del tempo” si propone di raccontare l’antica civiltà nilotica da una prospettiva inedita.

È il direttore Christian Greco a introdurre i lettori di archeologiavocidalpassato.com nel nuovo allestimento permanente “Materia. Forma del tempo”.

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“Materia. Forma del tempo” al museo Egizio di Torino: la vetrina dedicata al ginepro nella xiloteca (foto museo egizio)

“Con Materia Forma del Tempo il museo Egizio compie davvero un passo avanti. La ricerca al centro, la ricerca condotta negli ultimi 10 anni che adesso viene condivisa con il pubblico. Avevamo già fatto un esperimento con Archeologia Invisibile e adesso rendiamo permanente una sala dove il visitatore troverà in primis una xiloteca e imparerà a conoscere quali tipi di legno venissero usati nell’Antico Egitto; quali pigmenti ci fossero. E poi, una volta acquisite queste informazioni, vedrà come i legni venissero lavorati, come venissero fatti gli intarsi. Abbiamo l’ausilio di papiri che ci fanno vedere come si lavorava il legno. Abbiamo riprodotto e acquisito ritrovati da Walter Bryan Emery nel 1949 e che erano utilizzati per la produzione del legno.

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“Materia. Forma del tempo” al museo Egizio di Torino: dettaglio della sala dedicata ai vasi (foto museo egizio)

“E poi – continua Greco – c’è un colpo di teatro, la nostra vasoteca: quasi 5mila reperti, tutti i vasi del museo Egizio che non erano mai stati resi visibili e che adesso sono in una doppia vetrina, come fosse una biblioteca che ci fa ci fa vedere, partendo da Assuan passando per Deir el Medina arrivando a Gebelein ad Assiut ad Hammamiya. Tutti i vasi che furono ritrovati durante la Missione archeologica italiana in Egitto. Davvero un’enciclopedia archeologica, il sequence dating di William Matthew Flinders Petrie che si materializza.

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“Materia. Forma del tempo” al museo Egizio di Torino: dettaglio della sala dedicata ai reperti lapidei con il soffitto dalla tomba di Wahka da Qaw el Kebir (foto museo egizio)

“E poi c’è tutto un secondo piano invece dedicato al lapideo, dove si vedranno i frammenti che provengono da Qaw el Kebir e che decoravano la tomba di Ibu, le tombe di Wahka. E anche qui giochiamo, come facciamo in tutta l’esposizione, tra materiale e immateriale, quindi – conclude Greco – il frammento, il suo studio e come esso possa poi essere reintegrato grazie all’uso dell’immateriale ovvero delle nuove tecnologie che partendo dal frammento cercano di ricostruire il contesto”.

Tre sono le sezioni dell’allestimento permanente, che si snoda dal piano terreno a quello ipogeo. La prima sarà dedicata ai legni e ai pigmenti, la seconda alla ceramica e la terza alla pietra.

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“Materia. Forma del tempo” al museo Egizio di Torino: panoramica della sala dedicata ai reperti lignei (foto museo egizio)

Nella prima sala, dedicata ai legni e ai pigmenti, campeggiano due grandi librerie che raccolgono ciascuna 40 varietà diverse di questi materiali. È qui che si concentra la narrazione relativa alla scelta da parte degli antichi artigiani delle specie lignee più adatte alla realizzazione degli oggetti di uso quotidiano.

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“Materia. Forma del tempo” al museo Egizio di Torino: paletta dei colori degli antichi Egizi nella sala dedicata ai reperti lapidei (foto museo egizio)

Attraverso un percorso narrativo in cui dialogano reperti, grafiche e video viene illustrata la palette di colori degli antichi Egizi formata dai pigmenti di origine minerale e organica, la mappatura delle tecniche di miscelatura dei colori per ottenere sfumature differenti e le successive fasi della pittura. Legni e pigmenti trovano poi naturale sintesi nell’esposizione di un sarcofago caratterizzato da una complessa vicenda costruttiva narrata attraverso proiezioni e videomapping.

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“Materia. Forma del tempo” al museo Egizio di Torino: panoramica della sala dedicata ai vasi (foto museo egizio)

La seconda sala è dedicata all’esposizione di quasi 5000 vasi, organizzati come in una biblioteca all’interno di grandi vetrine disposte su due piani ed estese fino al soffitto. L’allestimento è l’esito di un approccio che supera i paradigmi tradizionali nello studio della ceramica in ambito archeologico e che si focalizza sulla produzione, sulla funzione dell’oggetto e sul contesto di provenienza.

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“Materia. Forma del tempo” al museo Egizio di Torino: panoramica della sala dedicata ai reperti lapidei (foto museo egizio)

Statue, stele, frammenti di soffitti e vasi in pietra sono i protagonisti dell’ultima sala dedicata ai reperti lapidei. Si valorizza qui la grande competenza tecnica degli antichi Egizi messa in campo per la lavorazione di pietre differenti. Si esplorano i processi artigianali e gli strumenti che portano dal materiale grezzo alla realizzazione di oggetti. “Materia. Forma del tempo” fa emergere la storia produttiva di ogni manufatto antico, compresi i materiali di cui è fatto, le tecniche utilizzate per realizzarlo ed i suoi utilizzi (e riutilizzi) nel tempo, accumulando relazioni con altri oggetti e persone. Gli oggetti che osserviamo e percepiamo come unitari, infatti, rappresentano il punto di arrivo di scelte operate da artigiani nel corso del tempo.

 

Torino. Al museo Egizio l’incontro “Il museo risponde: bisogni, ascolto, strumenti” dedicato al racconto e alla condivisione del progetto di accessibilità del museo Egizio, finanziato dal PNRR. Prenotazione obbligatoria. Ecco il programma

torino_egizio_progetto-accessibilità_giornata-di-presentazione_locandina“Il museo risponde: bisogni, ascolto, strumenti”: martedì 24 settembre, dalle 8.45 alle 13, il museo Egizio di Torino dedica una mattina al racconto e alla condivisione del progetto di accessibilità del museo Egizio, finanziato dal PNRR, che ha visto l’implementazione di nuovi strumenti per rendere la collezione fruibile da tanti portatori di bisogni. L’appuntamento si tiene in sala conferenze (accesso da via Maria Vittoria) e l’ingresso è libero con prenotazione obbligatoria su Eventbrite. Clicca QUI per prenotare. Dai pannelli tattili ai materiali in Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA), dal modello tattile del Palazzo del Collegio dei Nobili che ospita il Museo Egizio alle audiodescrizioni dei reperti, dalla preparazione della visita con la Storia Sociale alla formazione di guide in grado di erogare visite in LIS, fino al nuovo spazio tranquillo realizzato lungo il percorso di visita… un’occasione di scambio e di riflessione su obiettivi e primi risultati, insieme ai professionisti e alle professioniste che hanno contribuito alla messa a terra del progetto.

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I pannelli tattili installati al museo Egizio di Torino (foto museo egizio)

PROGRAMMA. Alle 8.45, accoglienza; 9, Massimo Osanna (direttore generale Musei, Mic): introduzione e saluti; 9.15, saluti istituzionali: Evelina Christillin – Christian Greco (museo Egizio); Franco Lepore, Giovanni Laiolo (presidente regionale UICI Piemonte, presidente UICI Torino); Francesco Luda di Cortemiglia (presidente Istituto dei Sordi); Serafino Timeo (presidente ENS Regionale); Fabrizio Serra (segretario generale Fondazione Paideia). Alle 10, introduzione “Dalla risposta al bando alla messa a terra. Storia di una squadra ibrida” con Maria Elena Colombo (museo Egizio); 10.15, “Il museo a portata di mano” con Federica Facchetti (museo Egizio); “Strumenti per il design della comunicazione accessibile” con Rocco Rolli (Tactile Vision); “La rappresentazione fisica dell’architettura: il modello visivo-tattile del Palazzo dell’Accademia delle Scienze” con Enrico Bergonzoni (Brg Studio); “Il design dei pannelli tattili” con Matteo Cinquetti (museo Egizio); 11.15, “Il museo a colpo d’occhio” con Maria Elena Colombo (museo Egizio); “Dall’Interpretazione al glossario: la traduzione” con Enrico Dolza e Nicola Della Maggiora (Istituto dei Sordi); “Imparare a segnare: un percorso di formazione” con Gabriella Grioli (Istituto dei Sordi) e Sasca Malabaila (Rear). Alle 12.15, “Il museo facile” con Alessia Fassone (museo Egizio); “Semplificare e facilitare con testi in simboli della Comunicazione Aumentativa Alternativa e la scrittura Easy to Read” con Anna Peiretti, Cecilia Rubertelli (Fondazione Paideia); “Il tempo per comunicare, tra la preparazione alla visita e il racconto dell’esperienza vissuta” con Gianluca Solito (Fondazione Paideia). Spazio per domande e risposte.

Torino. Al museo Egizio conferenza del curatore Paolo Del Vesco su “Le figurine femminili della collezione del Museo Egizio”. Incontro in presenza e on line

torino_egizio_conferenza-le-figure-femminili-del-museo-egizio_del-vesco_locandinaLe figurine femminili sono oggetti realizzati per lo più in terracotta o pietra (ma anche in legno, avorio o faience) di circa 15-20 cm che rappresentano una figura femminile più o meno stilizzata. “Le figurine femminili della collezione del Museo Egizio” è il tema della conferenza di Paolo Del Vesco, curatore del museo Egizio di Torino, nuovo appuntamento degli incontri con i curatori, lunedì 29 maggio 2023, alle 18, in sala Conferenze del museo Egizio di Torino. Introduce Federica Facchetti, curatrice del museo Egizio. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti. La conferenza sarà trasmessa anche in streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del museo. Il programma di incontri è realizzato in collaborazione con il dipartimento di Studi storici dell’università di Torino.

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Figurina femminile in terracotta conservata al museo Egizio di Torino (foto museo egizio)

Figurine in terracotta di questo tipo sono state ritrovate in tutto il bacino del Mediterraneo, sia in contesti domestici, che funerari e templari. Le figurine rinvenute in Egitto e databili al Nuovo Regno, in particolare, includono elementi figurativi come orecchini tondi, ampie parrucche, coni di profumo o copricapi. La figura, inoltre, può essere a volte sdraiata su un letto e accompagnata da oggetti come uno specchio, un vasetto o una giara, e può anche essere rappresentata in compagnia di un bambino o nell’atto di allattarlo al seno. La conferenza sarà incentrata su alcune delle figurine che fanno parte della collezione del museo Egizio e sul dibattito in corso fra gli studiosi a proposito dei significati e delle funzioni che questi oggetti così particolari potevano avere.

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L’archeologo Paolo Del Vesco, curatore al museo Egizio di Torino (foto museo Egizio)

Paolo Del Vesco è curatore e archeologo al museo Egizio dal 2014, con esperienza di scavo in Italia, Siria, Arabia Saudita, Egitto e Sudan. Partecipa dal 2015 alle missioni archeologiche del museo Egizio a Saqqara e a Deir el-Medina e ha collaborato alla realizzazione delle mostre “Missione Egitto 1903-1920. L’avventura archeologica M.A.I. raccontata” (2017), “Anche le statue muoiono. Conflitto e patrimonio tra antico e contemporaneo” (2018) e “Attraverso gli occhi di Tutankhamon: prospettive alternative sull’egittologia” (2022) e delle nuove sale museali “Alla ricerca della vita. Cosa raccontano i resti umani?” (2021).

Torino. Al museo Egizio conferenza dell’egittologa Federica Facchetti su “Vasi femminiformi: tipologie e significato”. Incontro in presenza e on line

torino_egizio_conferenza-vasi-femminiformi_federica-facchetti_locandinaLa produzione di vasi in terracotta nell’Antico Egitto quasi sempre risponde a necessità quotidiane di trasporto, cottura o conservazione di alimenti sia in contesti abitativi sia funerari ma non è l’unica funzione. Nuovo appuntamento con il ciclo di conferenze dei curatori del museo Egizio di Torino realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Studi storici dell’università di Torino. Giovedì 16 febbraio 2023, alle 18, in sala conferenze del museo Egizio, conferenza di Federica Facchetti su “Vasi femminiformi: tipologie e significato”. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti. Introduce: Paolo Del Vesco, curatore del museo Egizio. La conferenza sarà trasmessa anche in streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del Museo. Nel sito di Deir el-Medina Ernesto Schiaparelli trova frammenti di vasi figurativi in cui si riconoscono braccia e seni, una tipologia attestata anche in altri siti egizi. Questi vasi sono definiti in vari modi: vasi per il latte, vasi Iside o più semplicemente vasi femminiformi perché ancora non si conosce il loro effettivo uso e funzione. La conferenza sarà occasione per presentare questa particolare tipologia, mostrando tutte le possibili varianti e presentando le diverse ipotesi sulla loro funzione e significato.

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Federica Facchetti, egittologa del museo Egizio di Torino

Federica Facchetti ha conseguito il suo dottorato all’università di Pisa, e lavora al museo Egizio dal 2014. Si è occupata dell’allestimento della sala di Epoca Tarda, le sale dei vasi in terracotta e delle mummie animali e la sala “Alla ricerca della vita”, cosa raccontano i resti umani? Attualmente è impegnata nei progetti di partecipazione e didattica, fa parte della redazione della Rivista del Museo Egizio ed è referente per i tirocini. I suoi interessi di ricerca sono i vasi in terracotta, le mummie animali e le tecniche di imbalsamazione.

Torino. Al museo Egizio presentazione del libro “Musei e migranti. Gli strumenti per l’incontro” che raccoglie gli atti dell’omonimo workshop internazionale tenutosi tra il 2018 e il 2019

torino_egizio_libro-musei-e-migranti-gli-strumenti-per-l-incontro_presentazione_locandinaTra il 2018 e il 2019, è stato organizzato a Torino un workshop internazionale sul rapporto musei e migranti articolato in tre giornate: 4 giugno 2018, 26 novembre 2018, 18 febbraio 2019. La sintesi dei temi emersi dai vari interventi e tavoli di lavoro e i risultati delle tre giornate ulteriormente sintetizzati ed elaborati nel vademecum conclusivo sono stati raccolti nel libro “Musei e migranti. Gli strumenti per l’incontro” che viene presentato lunedì 6 febbraio 2023, alle 17, nella sala conferenze del museo Egizio di Torino. Introduce Christian Greco, direttore del museo Egizio. Intervengono: Anna Chiara Cimoli, università di Bergamo/ABCittà; Chiara Damiani, AMIR; Federica Facchetti, museo Egizio; Alessia Fassone, museo Egizio; Marta Morelli, MAXXI. Modera Maria Elena Colombo, museo Egizio. Ingresso libero fino a esaurimento posti. La conferenza sarà trasmessa anche in streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del Museo.

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copertina del libro “Musei e migranti” con gli atti dell’omonimo workshop internazionale

Nelle tre giornate di incontri si sono alternati interventi frontali a spazi di confronto e partecipazione tra ricercatori e operatori sociali, insegnanti e archeologi, educatori e curatori, studenti, professionisti e attivisti che avessero anche esperienza sul campo, e non solo un approccio teorico al tema della migrazione. L’“utilità” del ciclo di workshop doveva passare attraverso la concretezza delle esperienze, la condivisione dei risultati – sia dei successi che dei fallimenti – e la possibilità di disegnare un orizzonte entro cui collocare realisticamente gli sforzi e i progetti futuri. Per scaricare gli atti del workshop clicca QUI.

Torino. Al museo Egizio per “Incontro con gli autori”, in presenza e on line, presentazione del libro “I segreti di Tutankhamon” di Valentina Santini in dialogo con la curatrice del museo Egizio Federica Facchetti

torino_egizio_conferenza-libro-i-segreti-di-tutankhamon_santini_locandinaGrazie al ritrovamento degli splendidi oggetti che erano parte del corredo funerario del giovane faraone, nel XX secolo esplose una vera e propria Tut-mania, che influenzò architettura, musica, letteratura e ogni altra forma d’arte. Tutankhamon iniziò a dettare moda più di qualsiasi altro stilista al mondo, divenne fonte di ispirazione più di qualsiasi altra musa, e affascinò l’immaginario collettivo più di qualsiasi altro personaggio. Ancora oggi, quando si pensa a un faraone, il rimando è quasi automatico: chi, se non Tutankhamon? Per “Incontro con gli autori” al museo Egizio di Torino, Valentina Santini, autrice del libro “I segreti di Tutankhamon”, in dialogo con la curatrice del museo Egizio Federica Facchetti, presenterà il volume edito da Longanesi giovedì 24 novembre 2022 alle 18 nella sala Conferenze del museo Egizio. L’evento è in lingua italiana. Ingresso libero fino ad esaurimento posti. La conferenza sarà trasmessa anche in streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del Museo Egizio

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La copertina del libro “I segreti di Tutankhamon. Storia di un faraone tra mito e realtà” (Longanesi) di Valentina Santini

“I Segreti di Tutankhamon” (Longanesi). A cento anni dalla scoperta della tomba di Tutankhamon, un saggio che svela fatti e curiosità su uno dei ritrovamenti archeologici più sensazionali di tutti i tempi. Un viaggio avvincente attraverso il passato e le sabbie della Valle dei Re per conoscere più da vicino i segreti del faraone bambino. Il 4 novembre 1922 il piccone di un operaio colpì il primo gradino di una scala davanti alla tomba già nota di Ramses VI. L’egittologo inglese Howard Carter, ormai sfinito e prossimo a interrompere gli scavi, seguì quegli scalini uno dopo l’altro con il cuore che gli martellava nel petto finché non si trovò di fronte all’accesso di una porta in pietra. Quello che scoprì entrando da quel passaggio avrebbe cambiato le sorti dell’archeologia: la prima tomba di un faraone praticamente intatta. La casa che avrebbe dovuto ospitare la vita ultraterrena di Tutankhamon era stipata di migliaia di oggetti preziosi, statue divine e umane, letti, un trono, armi e gioielli e di alcuni dei reperti più incredibili, famosi e misteriosi di tutta la Storia come i feti mummificati delle figlie del faraone, la maschera in oro e lapislazzuli che copriva il suo volto e il pugnale forgiato con ferro e nichel di origine  meteoritica: tutti gli ingredienti del mito e della Tut-mania che a partire dagli anni Venti si sarebbe diffusa in tutto il mondo. A distanza di cento anni, il fascino che Tutankhamon esercita su di noi e sulla cultura pop è ancora profondo.

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L’egittologa Valentina Santini

Valentina Santini è dottoranda in Egittologia al dipartimento di Studi classici, Storia antica e Archeologia dell’università di Birmingham e, dopo aver lavorato al museo Egizio di Torino, è ora egittologa e addetta alla comunicazione al centro studi CAMNES (Center for Ancient Mediterranean and Near Eastern Studies) di Firenze. Le sue ricerche si concentrano sull’antico Egitto e in particolare sugli aspetti della vita spirituale del popolo del Nilo.

Torino. Al museo Egizio la mostra “Il vaso Bes” del ciclo “Nel laboratorio dello studioso” a cura di Federica Facchetti: con lei due visite guidate speciali

Il primo appuntamento con Federica Facchetti, curatore del museo Egizio di Torino, sarà il 5 luglio 2022, l’altro il 16 agosto 2022, sempre alle 16.30, per visitare insieme la mostra “Il vaso Bes” (fino al 21 agosto 2022), la nuova iniziativa promossa dal museo Egizio di Torino del ciclo “Nel laboratorio dello studioso”. Il vaso Bes è una giara sul cui collo è modellato il volto del dio con orecchie tonde, occhi a mandorla, naso largo, labbra sottili da cui spunta la lingua in una smorfia che incute spavento. Bes era un dio molto famoso e popolare in antichità. Era il protettore della nascita e dei bambini, un’entità benevola capace di allontanare, forse proprio a suon di linguacce, le forze maligne. Vista la natura benevola del dio, non è strano che venisse rappresentato su oggetti comuni e alla portata di tutti, come un vaso. Secondo recenti ipotesi questi vasi erano usati per contenere latte o acqua, due elementi essenziali alla vita, che potevano essere usati in rituali o consumati nella quotidianità.

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Un vaso Bes conservato al museo Egizio di Torino (foto museo egizio)

La mostra ospita anche altri reperti che raccontano della poliedrica divinità Bes, con tanti campi di competenza: protettore dell’infanzia, della famiglia, della fertilità ma anche guardiano del sonno e protettore del defunto, dio della musica e della danza come del soldato in guerra. Queste sono prerogative che rispondono alle necessità di tutte le persone. Non stupisce quindi di ritrovare questo dio dalla folta criniera rappresentato su uno degli oggetti più comuni: il vaso. Le caratteristiche del dio permettono inoltre di avanzare diverse ipotesi sul suo utilizzo come contenitore di liquidi, che messi al suo interno acquisivano un potere magico.

In questa intervista, Federica Facchetti, curatrice della nuova mostra “Il vaso Bes” del ciclo “Nel Laboratorio dello Studioso” ci racconta il suo percorso e le sue attività di ricerca.

Torino. Al museo Egizio l’archeologa Bettina Bader (Accademia austriaca delle Scienze) su “Objective identities. How Egyptian is Egyptian Material Culture? / Identità oggettive. Quanto è egiziana la cultura materiale egiziana?”. Conferenza in presenza e on line in collaborazione con Acme

torino_egizio_conferenza-Objective identities_bettina-bader_locandinaMartedì 7 giugno 2022 alle 18, in presenza e on line, nuovo appuntamento con le conferenze organizzate in con l’associazione ACME, Amici e Collaboratori del museo Egizio. Bettina Bader dell’Accademia austriaca delle Scienze interverrà su “Objective identities. How Egyptian is Egyptian Material Culture? / Identità oggettive. Quanto è egiziana la cultura materiale egiziana?” per sensibilizzare l’opinione pubblica su pregiudizi e idee preconcette in qualche modo nascoste sull’identità dei popoli antichi, basate sulla cultura materiale in varie forme. Spesso queste idee non possono essere realmente corroborate dalla conoscenza attuale degli oggetti e anche i riferimenti testuali, se esistono, non sono così immediati come vorremmo. In primo luogo, gli individui possono aver avuto più identità di quanto non appaia immediatamente e non tutte sono facilmente riconoscibili nella documentazione archeologica. Inoltre, la ricerca dimostra che alcune idee sull’antico Egitto e sui suoi abitanti sono radicate in paradigmi storico-culturali antiquati, che risalgono a narrazioni ideologiche. È giunto il momento di evidenziare questi problemi e di evitare narrazioni storiche semplicistiche a favore di ricostruzioni più complesse. Appuntamento in la sala Conferenze del museo Egizio di Torino, ingresso libero fino ad esaurimento posti. Per l’accesso è necessario indossare la mascherina FFP2. La conferenza sarà trasmessa anche in streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del Museo. Conferenza in lingua inglese. Introduce Federica Facchetti, curatrice del museo Egizio. La conferenza fornirà alcune basi teoriche del pensiero archeologico con una proposta di ricostruzione delle circostanze e delle realtà della vita antica, con un caso di studio ambientato nel tardo Medio Regno (1800-1700 a.C. circa).

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L’archeologa Bettina Bader (Accademia austriaca delle Scienze)

Bettina Bader è responsabile del gruppo di ricerca Archeologia in Egitto e Sudan, Dipartimento di Preistoria e Archeologia dell’Asia occidentale e dell’Africa nordorientale, Accademia Austriaca delle Scienze. Dopo aver terminato la laurea (1998) e il dottorato (2004) all’ Istituto di Egittologia, Università di Vienna, prosegue con diversi post-doc finanziati dal Fondo Scientifico Austriaco, la Banca Nazionale Austriaca e la Commissione Europea (2004-2009). Segue il Marie Curie Project, condotto al McDonald Institute for Archaeological Research, Università di Cambridge (UK). Nel 2010-2014 è la principale ricercatrice del progetto Foreigners in Ancient Egypt – The Archaeology of Culture Contact (FWF, V147-G21) e Assistente Professore all’ Istituto di Archeologia, Università di Vienna (anno Accademico 2012-2013). Dal 2015 è principale ricercatrice del START-project Beyond Politics: Material Culture of Second Intermediate Period Egypt and Nubia (FWF, Y754-G19) e responsabile del gruppo di ricerca Material culture in Egypt and Nubia. Dal 2021 è responsabile del gruppo di ricerca di Archeologia in Egitto e in Sudan, Dipartimento di Preistoria e Archeologia dell’Asia Occidentale e dell’Africa Nordorientale, Accademia Austriaca delle Scienze.

Torino. Conferenza egittologica in presenza e on line al museo Egizio con la curatrice Federica Facchetti su “I vasi in terracotta del Museo Egizio: contesti di provenienza, tipologie e studi”

“I vasi in terracotta del Museo Egizio: contesti di provenienza, tipologie e studi” è il titolo del nuovo incontro (in presenza e on line) al museo Egizio di Torino con le conferenze del ciclo “Museo e Ricerca”: appuntamento giovedì 10 marzo 2022, alle 18, nella sala conferenze insieme a Federica Facchetti, curatrice del museo Egizio. Introduce Federico Poole, curatore del museo Egizio. Ingresso libero fino a esaurimento posti. È gradita la prenotazione scrivendo una email a comunicazione@museoegizio.it (i posti saranno riservati fino alle 18). È necessario presentare in Super Green Pass e indossare una mascherina FFP2. La conferenza verrà anche trasmessa live streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del Museo. Durante la conferenza si percorreranno i 4000 anni di storia dell’antico Egitto attraverso l’oggetto più comune e più utilizzato in tutto il mondo antico prodotto dall’uomo per rispondere a molteplici necessità. I vasi saranno presentati in base al sito di provenienza, con un particolare focus sulle tipologie più interessanti, sulle informazioni che possiamo trarne e i diversi studi in corso da parte di specialisti interni al museo e esterni. L’intervento metterà in luce la ricchezza della collezione di vasi torinese e la sua importanza nello studio della cultura materiale dell’antico Egitto.