Bologna. Il museo civico Archeologico avvia il restauro della scultura funeraria del leone etrusco dei Giardini Margherita, l’esemplare più completo mai ritrovato. L’intervento anticipa la mostra sugli Etruschi prevista in autunno. Intanto nei mercoledì di luglio il restauro sarà aperto al pubblico

Il corpo del leone rinvenuto nel tardo Ottocento nella necropoli etrusca dei Giardini Margherita di Bologna (foto musei civici di Bologna)
I mercoledì di luglio a Bologna saranno i mercoledì “del leone”. Al museo civico Archeologico di Bologna parte il restauro aperto al pubblico di una rara scultura funeraria a tutto tondo in pietra arenaria che raffigura un leone accovacciato con le fauci spalancate, proveniente dalla necropoli etrusca dei Giardini Margherita di Bologna e databile alla fine del VI secolo a.C. Appuntamento ogni mercoledì di luglio, dalle 9.30 alle 16, quando i visitatori del museo civico Archeologico di Bologna potranno vivere una delle esperienze più affascinanti in cui possa accadere di imbattersi tra le molteplici attività che ogni giorno animano il “dietro le quinte” di un museo: osservare i lavori in corso di un restauro aperto alla visione del pubblico. Oggetto dell’intervento conservativo, che ha preso avvio mercoledì 3 luglio 2019, si dovrebbe concludere tra circa 4 settimane. Al termine del restauro, la scultura verrà ricollocata permanentemente nella Sala X, a preludio della grande mostra dedicata agli Etruschi che sarà allestita al museo civico Archeologico dal prossimo autunno.

Le vetrine del museo civico Archeologico di Bologna con i reperti provenienti dalla necropoli etrusca dei Giardini Margherita
L’operazione di recupero è resa possibile grazie all’intervento dell’associazione Amici del museo Archeologico di Bologna – Esagono, generosamente supportata da Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e dal Rotary Club Bologna Sud. Gli Amici del museo Archeologico da anni si impegnano infatti per migliorare la conoscenza e la valorizzazione delle collezioni permanenti del museo e la promozione della divulgazione della cultura archeologica. La scelta della modalità di restauro a “cantiere aperto”, già adottata in passato dal museo civico Archeologico, si rivela particolarmente efficace come pratica di divulgazione e valorizzazione dei beni culturali, per favorire la conoscenza del patrimonio artistico conservato negli spazi museali e osservare dal vivo il lavoro dei professionisti dei beni culturali che ogni giorno se ne prendono cura, accrescendo nei visitatori la consapevolezza della complessità sottesa alla conservazione e tutela. I risultati delle indagini potranno inoltre consentire di acquisire utili prospettive di ricerca per lo studio della ritualità funeraria della Bologna etrusca.

La testa del leone dai Giardini Margherita: scultura funeraria etrusca di fine VI sec. a.C. (foto musei civici di Bologna)
La tipologia iconografica di questo segnacolo si distingue infatti per la sua particolarità rispetto al contesto del territorio felsineo, dove è documentata la presenza più diffusa di stele a ferro di cavallo. Nei sepolcreti bolognesi sono noti solo tre esemplari di leoni funerari in pietra a tutto tondo e la fiera rinvenuta ai Giardini Margherita ne è l’esemplare più completo. Il felino, erede di una tradizione figurativa e scultorea che trova in Etruria tirrenica e nel vicino Oriente i suoi prodromi stilistici, aveva funzione apotropaica per proteggere il defunto e come monito contro le violazioni da parte di predatori e malintenzionati. Il reperto, che aveva una funzione di segnacolo, ovvero di lapide posta al livello del terreno per identificare con esattezza il luogo di una sepoltura, è stato rinvenuto in corrispondenza della tomba 192 e proviene dalle campagne di scavo dirette dall’archeologo Edoardo Brizio tra il 1887 e il 1889, in prosecuzione delle prime ricerche avviate nel 1876 da Antonio Zannoni durante i lavori per la realizzazione del parco pubblico dei Giardini Margherita, ricerche che avrebbero portato alla scoperta di una delle più importanti necropoli di Bologna etrusca. Fin dal momento del ritrovamento, la tomba a fossa e il suo corredo mostravano segni evidenti di spoliazione. Il segnacolo funerario fu rinvenuto infatti in due frammenti distaccati – la testa (alta 25 cm) e il corpo che mostra una fiera accucciata (lunghezza cm 64; altezza con la testa circa cm 64, senza testa circa 41) – e in questo stato di conservazione giunse nel 1889 nella sede dell’appena inaugurato museo civico di Bologna. La testa fu ricoverata nel deposito, mentre il corpo esposto nella Sala X del percorso di visita permanente che accoglie le antichità etrusche scavate a Bologna e nei suoi dintorni fra la metà dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento.

Il leone dalla necropoli etrusca dei Giardini Margherita “ricomposto” nel disegno realizzato da Elena Canè, del team di restauro
Lo scopo dell’intervento di restauro è di restituire la maggiore integrità possibile alla scultura, dopo averne pulito le superfici e consolidato la pietra. L’équipe di lavoro è composta da Elena Canè, Rocco Ciardo, Cristina del Gallo, Angelo Febbraro, Federica Guidi, Marinella Marchesi, Andrea Rossi (DI.AR – Diagnostica per i Beni Culturali). Il rimontaggio delle due parti congruenti verrà effettuato tramite un’operazione il meno invasiva possibile, che andrà ad integrare la parte mancante tra il corpo e la testa del leone, garantendo la solidità della struttura. Ma il recupero non è l’unico obiettivo. Occasioni come queste sono infatti preziose anche per compiere indagini diagnostiche e sperimentare nuove tecniche su aspetti legati ai materiali e alle strutture dei manufatti archeologici. L’intervento sulla scultura si inscrive in una dimensione interdisciplinare che copre un ampio orizzonte di competenze appartenenti a professionalità differenti, interne ed esterne allo staff del museo. La fase di avvio delle procedure di cantiere è partita da un’esplorazione preliminare condotta dagli archeologi del museo sulla struttura, sui dati di scavo, sugli aspetti stilistici del manufatto lapideo. L’accertamento sullo stato di conservazione del reperto è quindi proseguito con indagini multispettrali (luce radente, fluorescenza UV e VIL) che hanno consentito di escludere la presenza di decorazioni e sussistenze di policromie. Il progetto della struttura metallica di sostegno è ideato e realizzato dal laboratorio di restauro del museo, cui si affiancherà l’intervento esterno di pulitura e consolidamento della scultura. Le operazioni saranno eseguite ogni mercoledì, nel mese di luglio 2019, all’interno di un box-laboratorio posizionato fra le teche della sezione egizia del museo, per permettere al pubblico di assistere “in diretta” al paziente lavoro di restauro.
“Storie dalla città sepolta. Marzabotto 1889”: il film di Giuseppe Mantovani sullo spettacolo itinerante prodotto dalle Cantine Teatrali Babele protagonista al museo nazionale Etrusco “Pompeo Aria” di Marzabotto per le giornate europee dell’archeologia

La locandina dell’evento al museo di Marzabotto con la proiezione del film “Storie dalla città sepolta. Marzabotto 1889”
“Benvenuti a voi illustrissimi giunti in visita a questo sito che è il più importante dell’antica Etruria a Nord degli Appennini. Oggi, 29 Settembre 1889, avrete il privilegio di visitare gli scavi condotti in quest’ultimo anno dal professor Edoardo Brizio. Intanto mi presento: il mio nome è Cesare Ruga e sono il reggitore del museo che ha sede qui, presso la villa del Conte Pompeo Aria”. Comincia così, nel tardo pomeriggio di 130 anni dopo, il viaggio nel tempo che il museo nazionale Etrusco “Pompeo Aria” di Marzabotto propone al pubblico domenica 16 giugno 2019 alle 16. Si tratta del film girato e prodotto da Giuseppe Mantovani del gruppo archeologico bolognese dello spettacolo itinerante “Storie dalla città sepolta. Marzabotto 1889”, messo in scena negli scorsi anni dagli attori delle Cantine Teatrali Babele, Giulio Tamburini (il reggitore Cesare Ruga), Massimo Don (l’architetto Vittorio Levi), Deborah Scarpetta (la contessa Aria) e Piergiorgio Iacobelli (lo scavatore Ermete Zanetti), per illustrare i luoghi più suggestivi di questo straordinario sito archeologico. Sotto la regia di Davide Giovannini e con la consulenza scientifica dell’allora direttore del museo Paola Desantis, gli attori trasformano i documenti d’epoca in racconto, rievocando la storia del più integro sito etrusco che la ricerca archeologica ci abbia mai restituito. L’evento rientra nelle iniziative proposte dal museo di Marzabotto per le giornate europee dell’archeologia 2019, in collaborazione con il gruppo archeologico bolognese. Il film dello spettacolo verrà proiettato nell’aula Sani del museo “Pompeo Aria” alle 16, come si diceva, cui seguirà un tour nell’area archeologica alla scoperta degli interventi ottocenteschi.

Gli attori della compagnia Cantine Teatrali Babele: Giulio Tamburini, Massimo Don, Deborah Scarpetta e Piergiorgio Iacobelli
Siamo nell’estate 1889. Da pochi giorni è finita la campagna di scavo sul Pian di Misano, la prima condotta dal direttore delle Antichità, professor Edoardo Brizio. Cesare Ruga, reggitore del Museo, apre il sito al pubblico per condurlo a una visita speciale, in cui il racconto dei lavori appena conclusi si intreccia con la storia eccezionale del risveglio della città etrusca, ripercorrendo le emozioni delle prime scoperte e il ricordo dei pionieri dell’archeologia bolognese di fine ‘800. Con lui dialogano l’architetto-topografo Vittorio Levi, la Contessa Aria e lo scavatore Ermete Zanetti che ricordano al pubblico non solo gli scavi ma anche il Congresso Internazionale di Archeologia del 5 ottobre 1871, di come i suoi membri giunsero in treno da Bologna e furono ospitati dai Conti Aria, e di Sua Altezza Reale, il Principe Umberto, confuso tra la folla.
Giornate europee dell’archeologia 2019. Al museo nazionale Etrusco “Pompeo Aria” di Marzabotto tre giorni di attività e incontri per guidare adulti e bambini alla scoperta della storia e dell’archeologia di Kainua

Il museo nazionale Etrusco “Pompeo Aria” e l’area archeologica di Marzabotto ospita le Giornate europee dell’archeologia
Appuntamento a Marzabotto il 14, 15 e 16 giugno 2019 al museo nazionale Etrusco “Pompeo Aria” e all’area archeologica di Kainua per le Giornate europee dell’archeologia, nate in Francia nel 2010 con l’obiettivo di avvicinare il pubblico al patrimonio archeologico e ai professionisti che lavorano per tutelarlo e valorizzarlo. Quest’anno la manifestazione, giunta alla decima edizione, si terrà per la prima volta in tutta Europa. Il Polo Museale dell’Emilia Romagna organizza attività e incontri per guidare adulti e bambini alla scoperta della storia e dell’archeologia di Kainua. Ecco il programma.
Venerdì 14 giugno 2019, dalle 16 alle 18: “In cantiere! Visita agli scavi del santuario urbano”, con Elisabetta Govi e Andrea Gaucci, entrambi dell’università di Bologna. Si rinnova l’appuntamento con l’archeologia dal vivo! L’università apre le porte del proprio cantiere per illustrare le tecniche dello scavo archeologico, tra consolidate certezze e nuove tecnologie. La visita sarà preceduta da una presentazione in occasione della quale saranno presentate le recenti scoperte nel santuario urbano, tra cui una rara sepoltura di bambino.
Sabato 15 giugno 2019, dalle 16 alle 18: “Dal tornio al museo: laboratori di ceramica antica per adulti e bambini”, con Carlotta Trevisanello del museo di Marzabotto e Anna Serra dell’università di Bologna. Cavare l’argilla, farla decantare, tornire, cuocere, decorare: quanto lavoro per produrre un piccolo oggetto in terracotta! Sai distinguere un vaso per bere da uno per cucinare? Sei in grado di riconoscerne la forma a partire da un frammento? Gli archeologi ci guidano alla scoperta della ceramica antica di Kainua. I partecipanti potranno toccare con mano cocci e coccetti che tanto appassionano gli studiosi!
Domenica 16 giugno 2019, dalle 16 alle 18: “Marzabotto 1889: alle origini dell’archeologia di Kainua”, con Giuseppe Mantovani del Gruppo Archeologico Bolognese. L’epopea degli scavi ottocenteschi promossi dai Conti Aria e diretti da celebri accademici quali Giovanni Gozzadini ed Edoardo Brizio rivive in una gustosa pièce teatrale presentata dalla compagnia “Cantine Teatrali Babele”. Lo spettacolo sarà proiettato nell’aula “Sergio Sani”, seguirà un tour dell’area archeologica alla scoperta degli interventi ottocenteschi.
“Storie dalla città sepolta. Marzabotto 1889”: quattro attori in costume d’epoca rievocano i protagonisti dei primi scavi ottocenteschi e la storia del più integro sito d’epoca etrusca
“Benvenuti a voi illustrissimi giunti in visita a questo sito che è il più importante dell’antica Etruria a Nord degli Appennini. Oggi, 29 Settembre 1889, avrete il privilegio di visitare gli scavi condotti in quest’ultimo anno dal professor Edoardo Brizio. Intanto mi presento: il mio nome è Cesare Ruga e sono il reggitore del museo che ha sede qui, presso la villa del Conte Pompeo Aria”. Comincia così, nel tardo pomeriggio di 125 anni dopo, il viaggio nel tempo che il museo nazionale Etrusco di Marzabotto (via Porrettana Sud 13, Marzabotto; info 051.932353) propone al pubblico sabato 5 luglio a partire dalle 17.30. Quattro attori in costume d’epoca rievocano i protagonisti dei primi scavi ottocenteschi e la storia del più integro sito d’epoca etrusca, guidando il pubblico in uno spettacolo itinerante tra acropoli e necropoli orientale, preceduto da una visita guidata al museo. “Storie dalla città sepolta. Marzabotto 1889” è appunto lo spettacolo itinerante messo in scena dagli attori delle Cantine Teatrali Babele, Giulio Tamburini, Massimo Don, Deborah Scarpetta e Piergiorgio Iacobelli, per illustrare i luoghi più suggestivi di questo straordinario sito archeologico. Sotto la regia di Davide Giovanninie con la consulenza scientifica del direttore del museo Paola Desantis, gli attori trasformano i documenti d’epoca in racconto, rievocando la storia del più integro sito etrusco che la ricerca archeologica ci abbia mai restituito. L’iniziativa è promossa dal Gruppo Archeologico Bolognese e dalla compagnia Cantine Teatrali Babele, in collaborazione con la soprintendenza per i Beni archeologici dell’Emilia-Romagna, museo Nnzionale Etrusco “Pompeo Aria” di Marzabotto, direttore Paola Desantis.
Siamo nell’autunno del 1889. Da pochi giorni è finita la campagna di scavo sul Pian di Misano, la prima condotta dal direttore delle Antichità, professor Edoardo Brizio. Cesare Ruga, reggitore del museo, apre il sito al pubblico per condurlo a una visita speciale, in cui il racconto dei lavori appena conclusi si intreccia con la storia eccezionale del risveglio della città etrusca, ripercorrendo le emozioni delle prime scoperte e il ricordo dei pionieri dell’archeologia bolognese di fine ‘800. Con lui dialogano l’architetto-topografo Vittorio Levi, la contessa Aria e lo scavatore Ermete Zanetti che ricordano al pubblico non solo gli scavi ma anche il congresso internazionale di Archeologia del 5 ottobre 1871, di come i suoi membri giunsero in treno da Bologna e furono ospitati dai conti Aria, e di Sua Altezza Reale, il principe Umberto, confuso tra la folla.

Gli attori della compagnia Cantine Teatrali Babele: Giulio Tamburini, Massimo Don, Deborah Scarpetta e Piergiorgio Iacobelli
Lo spettacolo si apre alle 17.30 con una visita guidata al museo condotta da Paola Desantis, incentrata in particolare sui materiali rinvenuti negli scavi ottocenteschi. Verso le 18.30, un accompagnatore porterà i visitatori all’incontro con Cesare Ruga, primo reggitore del museo Etrusco di Marzabotto, che guiderà i presenti in una visita all’area archeologica. Nel corso della visita il pubblico incontrerà altri tre protagonisti di quei primi scavi che narreranno le proprie esperienze di quegli anni lontani. Tornati al museo (verso le ore 20) la lettura di alcuni documenti originali e la proiezione di immagini del tempo renderà ancora più toccante la ricostruzione messa in scena con lo spettacolo. Si consiglia un abbigliamento comodo e di dotarsi di una torcia elettrica; è gradita la prenotazione per lo spettacolo 051932353. Il museo nazionale Etrusco “Pompeo Aria” di Marzabotto è aperto dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18.30, l’area archeologica dalle 8 alle 19. Ingresso 3 euro.
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