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Altino. Al via la nuova rubrica #archeoaltino: ogni martedì farà scoprire da dove provengono i reperti visibili al Museo e cosa li lega alle aree archeologiche e al territorio circostante: si inizia col Quartiere residenziale augusteo e la Domus della Pantera

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Marianna Bressan, direttrice del museo nazionale e area archeologica di Altino (foto graziano tavan)

Qual è il filo rosso che lega il museo Archeologico nazionale di Altino e i suoi reperti con le aree archeologiche? La risposta dalla nuova rubrica #archeoaltino che dal 10 gennaio 2023, ogni martedì, farà scoprire da dove provengono i reperti visibili al Museo e cosa li lega alle aree archeologiche e al territorio circostante.

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La strada romana basolata (che rea l’antico decumano) introduce oggi all’area archeologica del quartiere augusteo (foto drm-veneto)

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Mosaico della Domus della Pantera ad Altino (foto drm-veneto)

La prima puntata parte da una delle aree archeologiche più amate di Altino: il Quartiere residenziale augusteo e la Domus della Pantera, i cui splendidi mosaici sono oggi visibili vicino ai basoli del decumano. Da questa zona dell’antica Altinum provengono numerosi esempi di come erano arredate le domus del quartiere, che offrono testimonianze dirette della vita quotidiana, del lusso e della bellezza che caratterizzavano queste abitazioni. Visitando l’area archeologica del Quartiere residenziale augusteo, si possono ammirare molti dei mosaici che decoravano la Domus della Pantera, chiamata così dal bellissimo mosaico in tessere bianche e nere (con qualche traccia di colore), raffiguranti una pantera che si abbevera da una coppa: sullo sfondo, un tralcio di edera. Tutti questi elementi, oltre a svolgere una funzione decorativa, annunciavano a chi entrava nella domus l’appartenenza del proprietario ai culti dionisiaci.

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Base di tavolino da giardino in marmo a testa di leone al museo Archeologico nazionale di Altino (foto drm-veneto)

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Statuette di Lare: Abbondanza e Mercurio in bronzo da larario domestico al museo Archeologico nazionale di Altino (foto drm-veneto)

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Frammenti di intonaci dipinti da (I- II sec. d.C.) al museo di Altino (foto drm-veneto)

Quali reperti provenienti da quest’area archeologica si possono ammirare al museo Archeologico nazionale di Altino? Innanzitutto, gli arredi da giardino in marmo e calcare: fontanelle, statue, oscilla (lastrine in marmo decorate a bassorilievo e appese), basi di tavolini decorati a testa di leone, erme e l’immancabile meridiana, l’orologio solare in uso in età romana. Poi, alcune tracce di intonaco dipinto provenienti dagli ambienti interni delle domus, ancora vividi nei loro caratteristici colori (giallo senape, nero, verde, rosso pompeiano) e decorati a fasce, cornici o schizzi di colore. Infine, le statuette del Lari, numi tutelari della casa, e delle divinità alle quali il pater familias dedicava i culti familiari, fondamentali per assicurarsi la protezione dalla malasorte e attirare la fortuna.

Altino. Scavo archeologico nell’area del quartiere residenziale augusteo: la direttrice Marianna Bressan avvia una sorta di “diario di scavo” per tenere aggiornati gli appassionati. “Realizzate alcune trincee per capire come procedere”

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Primi scavi nella zona residenziale dell’area archeologica di Altino (Ve) (foto drm-veneto)

Diario di scavo dall’area archeologica di Altino. Marianna Bressan, direttrice del museo nazionale e area archeologica di Altino, ha deciso di tenere aggiornati tutti gli appassionati sull’andamento delle ricerche iniziate – lo ricordiamo – il 14 marzo 2022, in particolare nell’area del quartiere residenziale augusteo, nell’ambito del Grande Progetto Beni Culturali con il quale il ministero della Cultura ha finanziato le attività necessarie a trasformare Altino in un parco archeologico, affidate alla ditta PETRA di Padova (vedi Altino (Ve). Verso il parco archeologico: iniziato lo scavo archeologico nell’area del quartiere residenziale augusteo. La direttrice Bressan: “Doppio scopo: capire cosa nasconde la città sepolta, e come ridisegnare la fruizione dell’area archeologica” | archeologiavocidalpassato). E il 27 aprile 2022, alle 15.30, con il biglietto del Museo, sarà possibile visitare lo scavo in corso, accompagnati dalla direttrice Marianna Bressan e dal direttore dei lavori Massimo Dadà. Non serve la prenotazione.

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Trincee esplorative in un settore dell’area archeologica di Altino mai interessato da ricerche in passato (foto drm-veneto)

“Stiamo procedendo su due fronti”, spiega Bressan. “Nella zona della Domus della Pantera, abbiamo recuperato le superfici già scavate negli anni Sessanta, per capire meglio la geometria e le fasi cronologiche dell’isolato abitativo prospiciente la strada basolata e per verificare se ci fossero strutture da tenere a vista in futuro. I lacerti pavimentali emersi non sono in buone condizioni, ma sono emozionanti per le caratteristiche della decorazione e per il messaggio di antichità di cui sono latori. Nella zona a Sud della strada basolata – continua -, ci siamo riagganciati agli scavi degli anni Ottanta, ma solo per prenderli come riferimento, e abbiamo proseguito con alcune trincee esplorative verso un’area che, in base ai nostri studi, dovrebbe non essere mai stata intaccata prima da scavi archeologici. In effetti, abbiamo individuato alcune zone in cui gli interventi agrari del Novecento e forse anche dell’Ottocento (questi ahinoi immancabili ad Altino) sembrano aver risparmiato i livelli di abbandono post-antichi e altre zone in cui l’intacco, post-antico o moderno, è sceso fino a intercettare le strutture romane, a quanto sembra molto rovinate. Ora – conclude – stiamo documentando quanto emerso finora e ci prepariamo a individuare i settori più promettenti per procedere con l’indagine stratigrafica”.