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GEP 2024 in Emilia-Romagna. Ecco il programma da Marzabotto a Ferrara, da Pomposa a Sarsina a Russi

emilia-romagna_gep-2024_locandinaSabato 28 e domenica 29 settembre 2024 tornano le GEP – Giornate Europee del Patrimonio (European Heritage Days), la più estesa e partecipata manifestazione culturale d’Europa. Il tema di quest’anno è “Patrimonio in cammino”, un invito a scoprire e riscoprire cammini, vie di comunicazione, connessioni e reti che, oggi o in passato, hanno reso possibili relazioni e scambi fra i popoli e le culture e contribuito alla formazione della nostra identità. Nelle due giornate, i luoghi della cultura della direzione regionale Musei nazionali Emilia-Romagna organizzano incontri, aperture straordinarie ed eventi volti a far conoscere e a promuovere il patrimonio culturale della regione.

marzabotto_archeologico_da-kainua-a-labante_archeotrekking_locandinaMuseo nazionale Etrusco “Pompeo Aria” e area archeologica di Kainua a Marzabotto: domenica 29 settembre 2024, “La via etrusca del travertino da Kainua a Labante”, archeo-trekking sulle tracce degli Etruschi in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio. Passeggiando nell’antica città etrusca di Kainua ci imbattiamo in una pietra largamente usata, soprattutto per la costruzione degli altari monumentali e delle tombe nelle necropoli: il travertino, detto anche “spongaa” in dialetto locale e derivante dal latino spongia “spugna”. Ma quali erano le sue caratteristiche e da dove arrivava fin qui questo materiale? Lo scopriremo con questo archeo-trekking che ci condurrà dal sito del museo nazionale Etrusco di Marzabotto alle grotte di Labante, un angolo incantato dell’Appennino Bolognese. Visiteremo la grotta, una vera eccellenza carsica del territorio, ma anche l’adiacente cava di travertino, fonte principale di materiale lapideo, probabilmente già sfruttata in antichità. Questa importante pietra giungeva alla Valle del Reno seguendo il torrente Aneva e Vergatello, e sarà proprio seguendo questo primo corso d’acqua che ripercorreremo i passi degli antichi etruschi. Ci imbatteremo in splendidi panorami, mulini ed essiccatoi per le castagne, ormai in disuso, ma importantissimi per l’economia montanara. Tra narrazioni, storiche, archeologiche, tradizioni ed etnobotanica esploreremo assieme un luogo davvero suggestivo. Costo: 15 euro. La quota comprende: escursione con guida ambientale escursionistica e archeologo al seguito, visita guidata dell’area archeologica dell’antica Kainua. La quota non comprende: ingresso al Museo Nazionale Etrusco di Marzabotto e sito archeologico (4 euro, ingresso gratuito nei casi di legge e per i possessori di Card Cultura di Bologna); spese per raggiungere il punto di partenza/arrivo; pranzo al sacco; tutto quanto non menzionato in “La quota comprende”. Informazioni tecniche: ritrovo alle 9 al museo nazionale Etrusco di Marzabotto. Dopo una visita tematica della città si partirà in macchina alla volta delle Grotte di Labante, dove inizierà l’archeotrekking. È previsto un pranzo libero al sacco durante il percorso e termine dell’escursione attorno alle 17.30. Distanza: 9 km – dislivello: 350 mt – Durata: 6h di trekking + 2 h per la visita guidata. Equipaggiamento necessario: calzature da trekking con suola scolpita, pantaloni lunghi, eventuale materiale antipioggia, bandana/berretto estivo e occhiali da sole, crema protettiva solare, adeguata scorta di acqua (almeno 1,5 lt per partecipante), zaino tecnico da 20-30 lt con coprizaino antipioggia. Sono consigliati, ma non obbligatori, i bastoncini telescopici. La Guida si riserva di non accettare al trekking, anche sul posto la mattina della partenza, chi non venisse ritenuto idoneo in condizioni fisiche o equipaggiamento inadeguati.

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L’abbazia di Pomposa e museo Pomposiano (foto mibact)

Abbazia di Pomposa e museo Pomposiano (Fe). Sabato 28 settembre 2024 in una cornice meravigliosa come la chiesa di S. Maria, fulcro del complesso abbaziale pomposiano, alle 20.30 in occasione delle Giornate Europee del patrimonio si esibiranno giovani e talentosi musicisti dell’auditorium Chamber Orchestra. Giovani col desiderio di imparare e crescere attraverso la formazione culturale e artistica. L’orchestra Auditorium è costituita da un gruppo di giovanissimi che proseguono gli studi di violino, teoria musicale e musica d’insieme. Essa si prefigge lo scopo di diffondere, sviluppare ed incoraggiare ogni attività ed iniziativa attinente al mondo della musica, incoraggiare lo studio della musica e degli strumenti musicali e raccogliere i musicisti in formazioni cameristiche ed orchestrali per la divulgazione della musica, sia tradizionale che moderna. Le giovani mani di questi musicisti proporranno al pubblico musiche sacre, liturgiche e classiche attraverso esecuzioni solistiche e di insieme. Apertura serale dalle 19.30 alle 22.30 (ultimo ingresso 21.45) Concerto ore 20.30 – Chiesa di S. Maria. Biglietto di Ingresso 1 euro. Auditorium Chamber Orchestra. Violoncello solista: Amèlie Viale. Violini solisti: Cecilia Webber e Letizia Bonato. Maestri accompagnatori: Biancamaria Targa e Nicola Breda. Direttore artistico: M° Danilo Lo Presti.

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Il tempio romano scoperto a Sarsina (FC), l’antica Sassina (foto mic)

Museo Archeologico nazionale di Sarsina (FC). Sabato 28 settembre 2024, alle 16, “La città romana, spazi e forme dell’urbanistica sarsinate” visita guidata itinerante a cura del personale del Museo, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio. Domenica 29 settembre 2024, alle 10.30, “La Sarsina dei Vescovi”, visita guidata itinerante a cura del personale del Museo, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio. Ritrovo all’ufficio turistico/sala studi plautini via IV Novembre n. 13 Per info e prenotazioni 054794641 oppure drm-ero.muarchsarsina@cultura.gov.it

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Pavimenti musivi nella villa romana di Russi (foto drm-em-rom)

Villa romana di Russi (Ra). Domenica 29 settembre 2024, “Festa della natura in città”: visite guidate alle 15 e alle 16 nell’area archeologica di Russi. La Pro Loco Russi collabora in questa giornata all’iniziativa URBAN NATURE promossa dal WWF, presso l’area di riequilibrio ecologico dalle 10 alle 18 per rendere evidente a chi vive nelle città italiane il valore della natura e la necessità di innovare il modo di pensare e pianificare gli spazi urbani, riconoscendo la centralità degli ecosistemi e delle reti ecologiche. In questa occasione la Pro Loco di Russi propone delle visite guidate alla scoperta della Villa romana che rappresenta uno degli esempi meglio conservati di villa urbano-rustica dell’Italia settentrionale. L’accesso all’area archeologica prevede un biglietto di euro 3 (escluse gratuità di legge), mentre per la visita guidata é gradita un’offerta libera alla Pro Loco di Russi. Saranno disponibili pubblicazioni e materiale promozionale al punto informativo.

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Una sala del museo Archeologico nazionale di Ferrara (foto drm-em-rom)

Museo Archeologico nazionale di Ferrara. Domenica 29 settembre 2024, “Verso il Rinascimento: da Casa Romei a Palazzo Costabili”. In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio nel 2024, che quest’anno hanno per tema il “Patrimonio in cammino”, si propone al pubblico un percorso fra due dei più importanti edifici del primo Rinascimento a Ferrara, entrambi sede di musei nazionali. Le visite alle architetture e ad alcuni ambienti interni che più le caratterizzano storicamente non si soffermeranno solo sul contesto cittadino ma anche sul loro inserimento in una trama di relazioni nazionali ed europee che ha permesso la circolazione di invenzioni formali e suggestioni culturali.

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Il chiostro della Casa dei Romei a Ferrara (foto drm-er)

Museo di Casa Romei (apertura straordinaria): visite guidate all’edificio e alla Sala delle Sibille, alle 14.30 e 15.30, a cura di Marcello Goberti. Casa Romei (1443-1483) rappresenta in maniera esemplare il passaggio dell’architettura locale dalla tradizione tardogotica alle prime avvisaglie del Rinascimento. La decorazione della Sala delle Sibille richiama i perduti dipinti raffiguranti le profetesse eseguiti per la villa estense di Belriguardo nel 1447, che a loro volta si rifanno al ciclo pittorico realizzato dal toscano Masolino da Panicale nel palazzo romano del cardinale Giordano Orsini fra il 1430 e il 1434. Un secolo più tardi, alcune sale dell’edificio quattrocentesco saranno rinnovate e decorate con emblemi e fregi a grottesca per volontà del cardinale Ippolito II d’Este, secondo il gusto manierista che caratterizza la decorazione delle altre residenze del prelato ferrarese: Villa d’Este a Tivoli, i giardini del Quirinale a Roma, i palazzi di Fontainebleau e Chaalis in Francia. Nelle sale del Museo di Casa Romei sono oggi raccolti affreschi staccati e sculture provenienti da edifici cittadini andati distrutti.

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Soffitto affrescato di Palazzo Costabili a Ferrara, sede del museo Archeologico nazionale (foto drm-em-rom)

Palazzo Costabili e museo Archeologico nazionale: visite guidate all’edificio e alla Sala del Tesoro, alle 15.30 e 16.30, a cura di Benedetta Caglioti e Marcello Toffanello. Durata delle visite guidate circa 30 minuti. Palazzo Costabili (1496-1517) deriva parte del suo fascino dal carattere incompiuto della sua monumentale architettura in cui si trovano congiunti caratteri del Rinascimento fiorentino, lombardo e ferrarese. L’edificio fu fatto costruire da Antonio Costabili, ambasciatore estense a Milano, che divenne tanto intimo di Ludovico il Moro da alimentare la leggenda che il palazzo fosse stato realizzato per lo Sforza. Nell’ultimo decennio del Quattrocento i rapporti fra il ducato estense e quello lombardo furono infatti strettissimi e rinsaldati da matrimoni incrociati e frequenti scambi culturali fra le due corti. A principio del Cinquecento il pittore ferrarese Benvenuto Tisi detto il Garofalo, affrescò la volta della Sala del Tesoro al piano terra dell’edificio, raffigurandovi personaggi maschili e femminili che si sporgono da una finta balaustra contro lo sfondo di un cielo azzurro che sembra sfondare la superficie muraria: un esercizio di abilità illusiva che chiaramente deriva dal celebre soffitto della Camera degli Sposi dipinta da Mantegna nel castello di San Giorgio a Mantova. Dal 1935 il palazzo è sede del Museo Archeologico Nazionale, in cui sono esposti i reperti provenienti dagli scavi della città etrusca di Spina.

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Sala del museo Casa dei Romei a Ferrara (foto drm-em-rom)

Museo di Casa Romei (Fe). Sabato 28 settembre 2024, Salone d’Onore di Casa Romei, alle 17.30, conferenza di Carmelo Occhipinti (università di Roma “Tor Vergata”) su “Il cardinale Ippolito II d’Este e gli artisti, tra Italia e Francia. Nel corso della sua attività politica e diplomatica, il cardinale Ippolito II d’Este, figlio di Alfonso I e di Lucrezia Borgia, coltivò profondi interessi per le arti figurative, per l’architettura e la pittura moderna come per la statuaria antica, già prima che, giovanissimo, nel 1536, partisse per la corte di Francesco I di Valois. Carmelo Occhipinti ripercorrerà alcuni aspetti del mecenatismo e del collezionismo artistico di Ippolito II a partire dagli anni di Fontainebleau (quando il prelato ferrarese entrò in contatto con Benvenuto Cellini, Sebastiano Serlio e Francesco Primaticcio), fino alla grandiosa impresa dei giardini di Tivoli (alla quale collaborarono tra gli altri Pirro Ligorio, Girolamo Muziano, Federico Zuccari). Ingresso gratuito per la sola conferenza dalle 17. Carmelo Occhipinti, docente di Museologia e storia del collezionismo e Storia della critica d’arte all’Università di Roma Tor Vergata, è direttore della rivista Horti Hesperidum. Studi di storia del collezionismo e della storiografia artistica e delle relative collane editoriali. Fra i suoi numerosi libri si ricordano: Giardino delle Esperidi. Le tradizioni del mito e la storia di Villa d’Este a Tivoli (Roma 2009), L’arte in Italia e in Europa nel secondo Cinquecento (Torino 2012), Cloni di Leonardo. Scritti su arte, umanesimo e tecnologia (Roma 2020). Apertura serale straordinaria, 19.30 – 22.30: visita guidata alle 21, “Un viaggio nella notte di San Michele alla scoperta del patrimonio della Chiesa di Sant’Andrea”. Il 28 settembre 2024, l’ultimo giorno della quaresima di San Michele, il Museo di Casa Romei propone un itinerario tematico ispirato all’Arcangelo, magnificamente raffigurato nell’opera di Andrea Ferreri che in origine arricchiva la chiesa di Sant’Andrea. Altri affreschi, lapidi e sculture provenienti dall’antico monastero ormai ridotto a rovina e oggi conservati in museo verranno presentati al pubblico attraverso un viaggio nei secoli all’interno della domus magna di Giovanni Romei. Visita guidata a cura di Marcello Goberti. Ingresso a prezzo simbolico di 1 euro.

Ravenna. Ultimi giorni per visitare il Palazzo di Teodorico prima della chiusura per lavori fino a dicembre

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Il Palazzo di Teodorico nel cuore di Ravenna (foto drm-er)

Segnatevi le date sull’agenda: sabato 7 settembre 2024, 17.30 – 19.15 (ultimo ingresso 19); lunedì 9 settembre 2024, 8.30 – 13.30 (ultimo ingresso 13.15); sabato 14 settembre 2024, 17.30 – 19.15 (ultimo ingresso 19); lunedì 16 settembre 2024, 8.30 – 13.30 (ultimo ingresso 13.15). Sono i giorni e gli orari di apertura del Palazzo di Teodorico a Ravenna prima della chiusura per lavori fino a dicembre 2024. Infatti partiranno il 17 settembre 2024 gli interventi di adeguamento alla normativa antincendio del Palazzo di Teodorico di Ravenna. I lavori interesseranno tutto l’edificio, importante testimonianza architettonica ravennate dell’VIII secolo d.C., che al primo piano ospita una selezione dei mosaici pavimentali rinvenuti durante i primi del ‘900 nell’area circostante, ritenuta l’area del palazzo imperiale della città di Ravenna. “Si tratta di lavori fondamentali per migliorare le condizioni di sicurezza dello straordinario ed enigmatico sito ubicato in pieno centro città”, commenta il direttore dei musei nazionali di Ravenna, Andrea Sardo. “Il Palazzo di Teodorico diverrà uno spazio sicuro e pronto ad accogliere nuove attività di fruizione e di incontro a beneficio della collettività”. “I lavori, che si concluderanno a dicembre 2024”, prosegue Sandra Manara direttore e responsabile del Procedimento, “sono finalizzati all’ottenimento del Certificato di Prevenzione Incendi e interamente finanziati con fondi POIn/FESR. Il cantiere proseguirà per alcuni mesi ed implicherà la sospensione dell’apertura al pubblico per motivi di sicurezza”.

Codigoro (Fe). Il cippo di Pontemaodino (II sec. a.C.) portato nel museo Pomposiano per il restauro e l’esposizione: scoperto nel secolo scorso, era rimasto in un terreno privato

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L’arrivo del miliario di Pontemaodino (II sec. a.C.) al museo Pomposiano (foto drm-er)

Il cippo di Pontemaodino (Codigoro, Fe) trova casa: il miliario è stato portato nel Complesso che ospita l’Abbazia di Pomposa e il museo Pomposiano, sito afferente alla direzione regionale Musei Emilia-Romagna. Il cippo di Pontemaodino, databile intorno al II sec. a.C., venne rinvenuto nel secolo scorso durante i lavori di bonifica, ragionevolmente vicino a dove era stato posto nell’antichità, ed è stato custodito in un terreno privato per decenni dalla famiglia Bison che la Direzione musei ringrazia per il grande senso civico. Al fine di valorizzare al meglio questo importante reperto, dopo essere entrato a far parte del patrimonio dello Stato, si è deciso di spostarlo in deposito all’interno del sito pomposiano per essere prima restaurato e poi esposto al pubblico. L’operazione pianificata dalla soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena Reggio Emilia e Ferrara e dalla direzione regionale Musei Emilia-Romagna ha visto la collaborazione del Gruppo Archeologico Ferrarese nella persona di Liviano Palmonari, ispettore onorario che ha curato il trasporto insieme alla ditta Massarenti, e del Comune di Codigoro, che ha gestito il traffico stradale per consentire le operazioni di spostamento.

I miliari, utilizzati anticamente come “cartelli stradali”, indicavano al viaggiatore su quale itinerario si trovava e spesso anche la distanza dai principali centri urbani riportando a volte il nome di chi aveva costruito o manutenuto quel tratto di strada. Nello specifico il miliario di Pontemaodino è un cippo cilindrico in trachite dei Colli Euganei e, a differenza della maggior parte di questi reperti, presenta un’altezza ridotta, misura poco meno di un metro, e una scritta sulla parte sommitale anziché sul fianco. L’iscrizione che si legge molto chiaramente “CCL[…] / T(itus) Annius T(iti) f(ilius) / co(n)s(ul) propone un’indicazione sulla distanza (250 miglia) e ci informa che è stato posto da un certo Tito Annio, figlio di Tito, durante il suo consolato. Persistono alcuni dubbi sull’interpretazione dell’epigrafeè stato proposto che le 250 miglia corrispondano alla distanza da Roma lungo la via Flaminia fino a Rimini (213-216 miglia), alle quali sono da aggiungere le miglia del tratto successivo, fino a Codigoro. Rimane incerta anche la paternità del miliario visto che non è indicato il cognomen del console, che potrebbe essere sia T. Annio Lusco, console nel 153 a.C., che T. Annio Rufo, console nel 128 a.C. Il miliario indica come nel corso del II sec. a.C. le strade consolari fossero cruciali perché dovevano aprire nuove comunicazioni in aree che venivano via via conquistate dalla Repubblica romana.

Comacchio (Fe). La collezione del museo Delta Antico si è arricchito di 160 nuovi reperti dall’antica città etrusca di Spina, recuperati dalle Forze dell’Ordine tra il 1924 e il 1965

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Al museo Delta Antico di Comacchio 160 nuovi reperti da Spina recuperati dalle Forze dell’Ordine tra il 1924 e il 1965 (foto comune di comacchio)

La collezione del museo Delta Antico di Comacchio (Fe) si è arricchito di ben 160 nuovi reperti. Si tratta di vasi, unguentari, crateri e coppe provenienti dall’antica città etrusca di Spina frutto di recuperi effettuati dalle Forze dell’Ordine dal 1924 al 1965. I reperti sono giunti al museo Delta Antico il 6 febbraio 2024 seguito della sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra il Comune di Comacchio e la direzione regionale Musei Emilia-Romagna. Tali reperti arricchiscono la sezione etrusca della collezione museale che può vantare già una ricca esposizione di pregio. Il museo Delta Antico prosegue così il suo percorso di crescita ponendosi come punto di riferimento nel panorama culturale, archeologico e museale e registrando un continuo aumento di visitatori sia italiani che stranieri.

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Foto di gruppo alla presentazione dei 160 nuovo reperti al museo Delta Antico: il primo a sinistra, Marco Bruni, direttore del museo Delta Antico; al centro, Emanuele Mari, assessore alla Cultura; e Tiziano Trocchi, direttore del museo Archeologico nazionale di Ferrara (foto comune di comacchio)

“È un altro momento storico per il nostro Museo”, dichiara l’assessore alla Cultura, Emanuele Mari, “che si arricchisce di ben 160 reperti di alto valore scientifico, che segue quello del maggio 2022 quando sono giunti a Comacchio i vasi attici e i corredi delle tombe n. 579 e 19C, per complessivi 64 reperti. Questi risultati sono il frutto della proficua collaborazione tra i musei di Comacchio e Ferrara, che continuerà anche nel prossimo futuro”. E il direttore del museo Delta Antico Marco Bruni osserva: “Il Museo deve essere una realtà dinamica, in continua evoluzione. Lavoriamo per ampliare la nostra collezione e per far conoscere sempre più la storia di Comacchio e del suo territorio”.

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Al museo Delta Antico di Comacchio 160 nuovi reperti da Spina recuperati dalle Forze dell’Ordine tra il 1924 e il 1965 (foto comune di comacchio)

“Siamo particolarmente soddisfatti di questo nuovo risultato”, aggiunge il direttore del museo Archeologico nazionale di Ferrara Tiziano Trocchi, “che vede ancora rafforzarsi i rapporti di collaborazione positiva e costruttiva tra museo Archeologico nazionale di Ferrara e museo Delta Antico, tra la direzione regionale Musei Emilia Romagna e il Comune di Comacchio, nel comune intento di valorizzare al meglio il patrimonio archeologico straordinario che l’antica Spina etrusca ci ha restituito, portandolo a conoscenza di un pubblico sempre più vasto”.

Marzabotto. Denise Tamborrino confermata alla direzione del museo nazionale Etrusco “Pompeo Aria” e area archeologica di Kainua per il triennio 2024-’27: “Realizzerò il riallestimento dell’intero museo Etrusco”

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L’architetto Denise Tamborrini confermata direttore del museo nazionale Etrusco ““Pompeo Aria” (foto drm-er)

Denise Tamborrino confermata alla direzione del museo nazionale Etrusco di Marzabotto e dei luoghi della cultura statali del territorio bolognese a partire dal 1° gennaio 2024 per il triennio 2024-2027, un mandato importante durante il quale sarà realizzato il riallestimento dell’intero museo Etrusco. “Un passo importante”, commenta il direttore regionale Giorgio Cozzolino, “per mantenere una continuità scientifica di alto profilo professionale. Grazie infatti alle competenze dell’architetta Tamborrino si sono potuti attuare molti interventi e collaborazioni al museo e l’area archeologica di Kainua e l’ex chiesa di San Mattia che hanno contribuito ad aumentare del 22%, rispetto al 2022, il flusso dei visitatori dell’anno appena concluso”. Direttrice già dal 2015 delle sedi bolognesi dell’ex chiesa di San Mattia, dell’ex chiesa di San Barbaziano e del complesso di Torre Jussi a Castel d’Aiano, Tamborrino ha anche ricoperto l’incarico di direttrice del museo nazionale Etrusco di Marzabotto dal 2020 al 2023. Nell’ultimo triennio, la sua attività di direzione ha promosso un approccio multidisciplinare innovativo nella lettura e valorizzazione del patrimonio culturale, con una serie di collaborazioni e progetti con importanti istituzioni pubbliche e private del territorio, tra cui il dipartimento Storia culture e civiltà dell’università di Bologna, la Fondazione Golinelli, il Festival Danza Urbana e l’associazione Fontanamix.  “È per me un piacere e una sfida poter continuare a dirigere i siti statali nel territorio della città metropolitana di Bologna, luoghi straordinari che consentono al pubblico di fare esperienza con molteplici aspetti del patrimonio culturale dall’archeologia al paesaggio all’arte contemporanea”, interviene Denise Tamborrino. “Grazie a questa continuità, il triennio 2024-2027 vedrà la realizzazione del nuovo riallestimento dell’intero museo Etrusco, con un’attenzione particolare ai temi dell’accessibilità, il progetto di riqualificazione paesaggistica “Kainua. Manuale d’uso” che propone un approccio innovativo nella gestione delle aree archeologiche e il progetto “Under the Same Sky” ad opera di Eva Marisaldi, vincitore del Piano dell’Arte Contemporanea 2022-2023 e che vedrà una importante collaborazione con il Metropolitan Museum di New York. All’ex chiesa di San Mattia, sarà prevista, tra le varie attività, l’attivazione di una residenza d’artista a cui accedere tramite bando per la realizzazione di opere site specific che andranno a costituirne la collezione. Il 2024 vedrà, inoltre, la fine del cantiere all’ex chiesa di San Barbaziano con una presentazione pubblica alla comunità dei lavori e del progetto culturale di prossima realizzazione”.

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L’architetto Denise Tamborrini (da FB)

Denise Tamborrino (1977) è architetta e storica dell’architettura. Dopo la laurea in Progettazione Architettonica all’università di Ferrara (2003), è dottore di ricerca in Storia dell’Architettura e Urbanistica (2007) allo IUAV-Istituto Universitario Architettura Venezia. Nel 2021 si perfeziona in Antropologia Museale e dell’Arte all’università di Milano –Bicocca. Dal 2006 al 2012 è docente a contratto in Storia dell’Architettura alla Facoltà di Ingegneria dell’università di Bologna, sedi di Bologna e Ravenna, ed ha al suo attivo collaborazioni con la Facoltà di Architettura dell’università di Ferrara. Nel 2012 a Detroit ha presieduto, in collaborazione, una sessione tematica all’interno del 65° meeting annuale della SAH (Society of Architectural Historians) dal titolo: “Not the Jesuits: “other” Counter-Reformational architecture”. È membro di CAA-College Art Association, EAHN-European Architectural History Network, e SAH-Society of Architectural Historians. Dal 1° gennaio 2012 è funzionario architetto per il ministero della Cultura. Alla direzione regionale per i Beni culturali dell’Emilia-Romagna si è occupata di tematiche legate alla tutela e pianificazione paesaggistica e progetti speciali di valorizzazione. Dal 5 novembre 2015 è direttrice dell’ex chiesa di San Mattia a Bologna, dell’ex chiesa di San Barbaziano a Bologna e del Complesso di Torre Jussi a Castel D’Aiano, musei non autonomi non aventi qualifica dirigenziale della direzione regionale Musei Emilia-Romagna. Dal novembre 2020 è anche direttrice del museo nazionale Etrusco “Pompeo Aria” e area archeologica di Kainua a Marzabotto. Durante l’attività di direzione, ha curato ed organizzato numerose mostre, eventi e progetti, tra cui il progetto ZERO (Weak Fist) dell’artista Patrick Tuttofuoco, che ha vinto la prima edizione del bando Italian Council, promosso dalla direzione generale Arte e Architettura Contemporanee edil progetto “ArcheoMinecraft. Costruisci una città come farebbe un etrusco”, menzione speciale al Premio Gianluca Spina per l’Innovazione Digitale nei Beni e Attività culturali 2022. Dal 2019 al 2022 è stata membro del comitato tecnico scientifico per l’Arte e l’Architettura contemporanee del ministero della Cultura in qualità di vicepresidente e membro supplente del Consiglio superiore Beni culturali e paesaggistici.

Roma. Al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia apre la mostra “Spina etrusca a Villa Giulia. Un grande porto nel Mediterraneo”, terza e ultima tappa delle celebrazioni per il Centenario della scoperta di Spina: oltre 700 opere tra cui prestiti inediti (come il frammento di tripode vulcente proveniente dall’Acropoli di Atene esposto per la prima volta in Italia accanto alla celeberrima Hydria Ricci)

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Locandina della mostra “Spina etrusca a Villa Giulia. Un grande porto nel Mediterraneo” al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia dal 10 novembre 2023 al 7 aprile 2024

Con un’apertura serale straordinaria fino alle 24 (ultimo ingresso ore 23) con biglietto al costo di 5 euro, venerdì 10 novembre 2023, alle 20, prende il via al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma la mostra “Spina etrusca a Villa Giulia. Un grande porto nel Mediterraneo”, terza e ultima tappa delle celebrazioni per il Centenario della scoperta di Spina, l’importante centro etrusco dell’Adriatico venuto alla luce nel 1922 nei pressi di Comacchio.

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Locandina della mostra “Spina etrusca. Un grande porto nel Mediterraneo” al museo Archeologico nazionale di Ferrara dal 22 dicembre 2022 al 23 aprile 2023

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Locandina della mostra “Spina 100. Dal mito alla scoperta” al museo del Delta antico dal 1° giugno al 16 ottobre 2022

Dopo le due esposizioni dello scorso anno tenutesi rispettivamente a museo del Delta Antico di Comacchio (vedi Comacchio. A Palazzo Bellini apre la mostra “Spina 100. Dal mito alla scoperta” per le celebrazioni nazionali del centenario della scoperta della città etrusca di Spina (1922-2022) | archeologiavocidalpassato) e al museo archeologico nazionale di Ferrara (vedi Ferrara. Al museo Archeologico nazionale aperta la mostra “Spina etrusca: un grande porto nel Mediterraneo”, culmine delle celebrazioni Spina100: racconta di una città costruita sull’acqua e votata alla navigazione per mare, potente centro dell’alto Adriatico in dialogo paritario con l’Atene di età classica | archeologiavocidalpassato), sarà così lo straordinario contesto del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia a chiudere la serie di eventi in programma, con un percorso espositivo multimediale, arricchito da opere provenienti da istituzioni italiane ed estere, che racconteranno l’eccezionale contributo scientifico dato dagli scavi di Spina alla conoscenza dell’archeologia e della storia del Mediterraneo. E mireranno a riannodare i fili della conoscenza attorno agli Etruschi e alle loro relazioni culturali, commerciali e sociali, allargando lo sguardo alle città dell’Etruria tirrenica.

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Dettaglio dell’Hydria Ricci (530 a.C.) proveniente dalla necropoli della Banditaccia di Cerveteri e conservata al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia (foto etru)

Nelle sale della mostra, aperta al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia fino al 7 aprile 2024, trovano spazio oltre 700 opere provenienti da istituti culturali italiani ed esteri, tra cui prestiti inediti (come il frammento di tripode vulcente proveniente dall’Acropoli di Atene con l’apoteosi di Eracle, esposto per la prima volta in Italia accanto alla celeberrima Hydria Ricci), in dialogo con i reperti delle collezioni permanenti e dei depositi del museo, in un accostamento significativo tra immaginario mitico e storia condivisa.

spina100_logoL’esposizione rientra nel progetto del centenario di Spina che ha già previsto numerose iniziative scientifiche e divulgative coordinate dal comitato promotore e dalla direzione generale Musei , in collaborazione con istituti territoriali del ministero della Cultura, enti locali e università, fra cui la direzione regionale Musei Emilia Romagna e la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e per le province di Modena Reggio Emilia e Ferrara, con le amministrazioni locali (il Comune di Comacchio, il Comune di Ferrara e la Regione Emilia Romagna) e le università nazionali e internazionali che da anni effettuano ricerche sull’insediamento.

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Le Valli di Comacchio che conservano le tracce dell’antica città etrusca di Spina (foto http://www.rivadelpo.it)

Fino al 1922 Spina era poco più di una leggenda, persa nel tempo nonostante diverse fonti letterarie ne avessero testimoniato la grandezza. Grazie all’avvio dei lavori di bonifica della Valle Trebba e poi agli scavi di Valle Pega, nell’arco di pochi decenni Spina tornava finalmente alla luce con oltre quattromila sepolture per lo più intatte e uno dei più importanti nuclei al mondo di ceramiche di importazione attica.

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Dettaglio del monumentale cratere della tomba 579 di Valle Trebba e conservato al museo del Delta antico a Comacchio (foto etru)

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Altorilievo in terracotta dal frontone posteriore del Tempio A di Pyrgi (Santa Severa) (470-460 a.C.) con episodi del mito dei Sette contro Tebe: Zeus (al centro) fulmina Capaneo mentre Atena (a sinistra) si allontana alla vista di Tideo che morde il cranio di Melanippo (in basso), conservato al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia (foto etru)

Adriatico e Tirreno, Spina e Pyrgi, porti strategici che intrecciano le loro vicende con le dibattute origini degli Etruschi. Immaginario mitico e storia condivisa si uniscono quindi e si raccontano attraverso oltre 700 opere in mostra, provenienti da istituti culturali italiani ed esteri, in dialogo con gli oggetti delle collezioni permanenti e dei depositi del Museo. Fra i prestiti inediti, per la prima volta in Italia il frammento di tripode vulcente proveniente dall’Acropoli di Atene con l’apoteosi di Eracle, esposto accanto alla celeberrima Hydria Ricci. Parimenti straordinario e inedito l’accostamento tra il monumentale cratere della tomba 579 di Valle Trebba e il coevo Altorilievo di Pyrgi con due tra le più significative raffigurazioni del mito dei Sette contro Tebe. Un progetto condiviso, fortemente voluto dal ministero della Cultura, che ha coinvolto studiosi di primo piano e impegnato numerose istituzioni di livello sia nazionale che internazionale. L’esposizione sarà presto raccontata nella sezione dedicata del sito web istituzionale www.spina100.museoetru.it

Ravenna. Per la Notte d’Oro, riapre al pubblico il Palazzo di Teodorico con la nuova illuminazione esterna

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Il Palazzo di Teodorico a Ravenna con la nuova illuminazione esterna (foto drm emilia-romagna)

Sabato 14 ottobre 2023, alle 20, in occasione della Notte d’Oro del Comune di Ravenna, verrà riaperto al pubblico il Palazzo di Teodorico con la presentazione del nuovo impianto di illuminazione esterna. L’apertura serale del monumento, dalle 20 alle 23, prevede alle 21 l’inaugurazione alla presenza anche del direttore regionale Musei Emilia-Romagna, Giorgio Cozzolino, e degli assessori comunali coinvolti. Tutta la cittadinanza è invitata alla presentazione di questo intervento che contribuisce a riqualificare un intero contesto urbano di grande importanza storica e artistica. Al termine, buffet del Ristorante il Passatore offerto dalle imprese esecutrici. Da sempre illuminata di riflesso dalla sola luce stradale, la suggestiva quinta archeologica che affaccia su via di Roma, una delle strade più importante del centro storico, è finalmente sottolineata dal nuovo progetto illuminotecnico che ha avuto la consulenza di Francesco Ambrosino, light design di lunga esperienza nell’ambito della valorizzazione dei beni culturali romani, quali i Fori imperiali e Palazzo Valentini. Il Palazzo di Teodorico costituisce, insieme all’adiacente chiesa palatina di Sant’Apollinare Nuovo, la testimonianza più significativa dell’area imperiale di Ravenna, ed è destinato a diventare il centro di documentazione degli studi fatti nel secolo scorso sullo scavo archeologico dell’area palaziale che si estendeva fino alla odierna stazione.

Ravenna. Al via la terza edizione della Settimana di Teodorico con “La Vasca del Re”. Cinque giorni di eventi per conoscere meglio il grande re ostrogoto. Ecco il programma

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Il Mausoleo di Re Teodorico a Ravenna (foto drm-emilia-romagna)

Il 30 agosto 2023 apre a Ravenna la Settimana di Teodorico con l’evento “La Vasca del Re”. La Settimana di Teodorico giunge quest’anno alla terza edizione: cinque giorni di eventi per conoscere meglio il grande re ostrogoto, a metà strada dal 2026, anno nel quale si celebreranno i 1500 anni dalla morte del Re goto, la rassegna nata per accrescere la conoscenza del grande personaggio, si arricchisce quest’anno di momenti altamente significativi. Sandra Manara, direttore del Mausoleo e del Palazzo di Teodorico, che ha assunto in questo anno anche la direzione del Battistero degli Ariani, sottolinea: “Nelle prime stagioni abbiamo rafforzato nel pubblico la conoscenza dei “luoghi di Teodorico”, anche grazie alla collaborazione dell’Opera di Religione della Diocesi di Ravenna, ormai assodata. Dopo la presentazione della nuova illuminazione del Mausoleo dello scorso anno, quest’anno vedrete in tutto il suo splendore la mirabile vasca del re goto restaurata, illuminata e … “musicata”.  Da ora in poi il Mausoleo si visiterà accompagnati dalle note musicali che si riverberano sulla possente pietra di questo monumento unico: un nuovo modo di godere dei nostri monumenti ravennati anche con la luce della musica”. E Giorgio Cozzolino, direttore regionale Musei Emilia-Romagna: “Sono molto compiaciuto” dice “di vedere ultimati progetti intrapresi con grande professionalità e spirito di servizio, raggiunti anche grazie alle sinergie con il territorio”.

ravenna_settimana-di-teodorico_logoLa Settimana ha inizio, come di consueto, nel giorno della morte di Teodorico il 30 agosto al Mausoleo di Teodorico. L’accesso è gratuito, per partecipare all’evento non è necessaria la prenotazione. Interverranno: il direttore regionale musei Emilia-Romagna, Giorgio Cozzolino; il sindaco di Ravenna, Michele De Pascale; il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, Ernesto Giuseppe Alfieri; la responsabile del Laboratorio del Restauro, Ada Foschini; la direttrice del Mausoleo di Teodorico, Sandra Manara. A partire dalle 20, sono attesi i visitatori per una serata speciale al Mausoleo di Teodorico per ammirare, restaurata, la mirabile vasca romana in porfido d’Egitto. I lavori di restauro, durati circa sei mesi sotto gli occhi dei visitatori che accedevano alla cella superiore, sono stati eseguiti dal Laboratorio del Restauro di Ada Foschini sotto la direzione dell’architetto Sandra Manara, direttore del sito UNESCO. Si tratta di un restauro particolarmente innovativo, per tecnica ed estetica, che è stato interamente finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna attraverso lo strumento dell’Art Bonus, che consente di sostenere il patrimonio culturale detraendo il 60% le donazioni elargite a partire dal gennaio dell’anno seguente (www.artbonus.gov.it). Dopo la presentazione dei primi dati avvenuta durante la Notte dei Musei il 3 maggio 2023, nel giorno della morte di Teodorico, avvenuta il 30 agosto del 526, si onora il restauro della testimonianza più iconica del re goto da secoli associato alla sua memoria assieme al Mausoleo. Per celebrare l’appuntamento il Trio d’archi David eseguirà un programma con musiche di Ermanno Wolf Ferrari, Zoltán Kodály e Jean Cras. Agli strumenti: Gloria Santarelli, Chiara Mazzocchi e Tommaso Castellano allievi della Fondazione Accademia Internazionale di Imola sotto la guida del M° A. Farulli. Al termine brindisi e buffet saranno offerti da Laboratorio del Restauro.

ravenna_settimana-di-teodorico_i-battisteri_locandinaGiovedì 31 agosto 2023, I BATTISTERI AL TEMPO DI TEODORICO: PIÙ VOCI A CONFRONTO. Dalle 17 alle 19 sarà possibile partecipare alla visita guidata, una visita particolare al Battistero degli Ariani e al Battistero Neoniano commentata da esponenti della cultura cittadina. Punto d’incontro: IAT, piazza San Francesco 7, Ravenna. Presentarsi con 15 minuti di anticipo. Evento su prenotazione: www.visitravenna.it

ravenna_settimana-di-teodorico_area-imperiale_locandinaVenerdì 1° settembre 2023, L’AREA IMPERIALE AL TEMPO DI TEODORICO: PIÙ VOCI A CONFRONTO. Sempre dalle 17 alle 19, visita guidata all’interno dell’area imperiale di Ravenna tra la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo e il Palazzo di Teodorico. Gli eventi su prenotazione sono riservati a un massimo di 25 persone. Punto d’incontro: IAT, piazza San Francesco 7, Ravenna. Presentarsi con 15 minuti di anticipo. Evento su prenotazione: www.visitravenna.it.

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L’interno del Mausoleo di Teodorico con la nuova illuminazione (foto mic)

Sabato 2 settembre 2023, LE NOTE CI ACCOMPAGNANO. Dalle 20 al Mausoleo di Teodorico si inaugura il nuovo impianto di amplificazione ad alta definizione: da questa sera la musica classica accompagnerà tutti i visitatori all’interno della Tomba di Teodorico. Nella stessa serata verrà presentata la nuova Epigrafe in pietra d’Aurisina donata dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis di Duino. Al termine, visita guidata per approfondire il restauro della vasca a cura del Laboratorio del Restauro Srl. Per questo evento non è richiesta prenotazione, si potrà accedere la sera stessa acquistando il biglietto d’ingresso al monumento (5 euro).

ravenna_settimana-di-teodorico_trekking-urbano_locandinaDomenica 3 settembre 2023, TREKKING URBANO DI TEODORICO. Anche questa terza edizione della Settimana teodoriciana si chiuderà con il Trekking urbano, dalle 9 alle 13: una passeggiata cittadina guidata che partirà dal Mausoleo di Teodorico e condurrà al Palazzo di Teodorico, al Battistero degli Ariani e, infine, al museo nazionale di Ravenna. La pausa colazione si terrà al Mercato Coperto. Punto di ritrovo: Palazzo di Teodorico, via Alberoni, angolo via di Roma. Durata: 4h circa. Persone (max): 25 persone. Costo evento (merenda inclusa): 18 euro. Prenotazione obbligatoria: 0544 482838 o su www.visitravenna.it

Sarsina (FC). Scoperto nella città di Plauto un tempio tripartito riconducibile all’età romana, con adiacenti strutture altomedievali. La scoperta sarà presentata alle Giornate Europee del Patrimonio 2023. La soprintendente Federica Gonzato: “Così sarà valorizzato”

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Il tempio romano scoperto a Sarsina (FC), l’antica Sassina (foto mic)

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Una fase degli scavi del tempio romano di Sarsina (FC) curati dalla Sabap per le province di Ravenna Forlì-Cesena e Rimini (foto mic)

Un tempio tripartito riconducibile all’età romana, con adiacenti strutture altomedievali, è stato scoperto recentemente a Sarsina (FC), l’antica Sassina, che diede i natali intorno al 250 a.C. al celebre commediografo latino Tito Maccio Plauto, morto a Roma nel 184 a.C., autore di famose commedie come la Casina e il Miles gloriosus. Ne dà notizia il ministero della Cultura. La scoperta sarà presentata alle Giornate Europee del Patrimonio in programma il 23 e 24 settembre 2023. “Le modalità di divulgazione e valorizzazione dei risultati”, afferma il soprintendente ABAP, Federica Gonzato, “saranno condotte in sinergia con il Comune di Sarsina e con il museo Archeologico nazionale Sarsinate afferente alla direzione regionale Musei dell’Emilia Romagna anche attraverso tecnologie innovative, con predisposizione di modalità di fruizione delle stesse in 3D, oltre a trovare spazio in prossime pubblicazioni sia didattiche sia scientifiche”.

“Questo ritrovamento”, dichiara il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, “è un importante tesoro archeologico che può offrire preziose informazioni sulla storia e l’evoluzione di un’area geografica specifica. Può rivelare una ricca storia di insediamenti, cambiamenti culturali e trasformazioni nella società nel corso dei secoli. È un importante contributo alla nostra comprensione del passato e può avere implicazioni significative per la ricerca storica e archeologica, a cui stiamo dando impulso con straordinari risultati in tutta Italia”.

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Il tempio romano scoperto a Sarsina (FC), l’antica Sassina (foto mic)

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Il tempio romano scoperto a Sarsina (FC), l’antica Sassina (foto mic)

Le attività, dirette dalla soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Ravenna Forlì-Cesena e Rimini, hanno consentito di individuare i resti di una struttura quadrangolare di grandi dimensioni che si può ricollegare a un edificio di culto di età romana, datato in via preliminare al I sec. a.C., coevo con la pavimentazione in lastre di pietra arenaria del foro lasciate a vista nella vicina area archeologica pubblica e ritrovate anche alla base delle evidenze strutturali messe in luce. L’eccezionalità di tale rinvenimento consiste anche nel suo stato di conservazione: un’unica imponente struttura in corsi orizzontali di blocchi di arenaria, identificata come il podio sopra il quale si dovevano ergere i muri dell’antico edificio di culto, secondo la tipologia di tempio italico ben attestata nella penisola, conservato per un’altezza massima di 2,85 m. 

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Il tempio romano scoperto a Sarsina (FC), l’antica Sassina (foto mic)

Dai dati raccolti dopo gli scavi diretti dall’archeologa Romina Pirraglia, funzionaria della Soprintendenza, e finanziati dal ministero della Cultura per la parte non interessata dal sedime dell’opera da realizzare (demolizione di una palestra comunale e costruzione di un moderno impianto polifunzionale), emerge che si tratta quasi certamente del Capitolium, di cui rimane il podio rivestito in lastre di marmo, un sistema di scolo delle acque, le frequentazioni e i riusi successivi testimoniati da sepolture e focolari, nonché una probabile fase antecedente che andrebbe ricondotta all’insediamento umbro attestato dal IV sec. a.C.

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Il tempio romano scoperto a Sarsina (FC), l’antica Sassina (foto mic)

Per il direttore generale ABAP, Luigi La Rocca, “l’intera operazione rappresenta un’ulteriore occasione per ribadire l’importanza e l’accuratezza delle azioni di tutela svolte dalle strutture periferiche del ministero, che consentono la salvaguardia e la conservazione del nostro patrimonio culturale sulla base di un’approfondita attività conoscitiva, i cui risultati non mancheranno di aprire occasioni di confronto fra studiosi e interessanti prospettive di valorizzazione in un territorio duramente colpito dall’alluvione del maggio scorso e che è pertanto al centro dell’azione e dell’attenzione del ministero”.

Ferrara. Al museo Archeologico nazionale finissage della mostra “Spina etrusca: un grande porto nel Mediterraneo” con due visite guidate, un brindisi e uno spettacolo di danza etrusca

ferrara_archeologico_mostra-spina-etrusca_allestimento_1_foto-drm-emilia-romagnaAllestimento della mostra “Spina etrusca” al museo Archeologico nazionale di Ferrara (foto drm-emilia-romagna)

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Ricostruzione di un’abitazione di Spina (foto università di zurigo)

Quattro mesi non erano stati sufficienti ad accogliere le migliaia di visitatori giunti al museo Archeologico nazionale di Ferrara per “scoprire” la Spina etrusca, scoperta un secolo fa, nella tarda primavera del 1922, durante le bonifiche dei bacini lagunari attorno a Comacchio: tra operai al lavoro e trincee colme di acque di risalita, riemerse dall’oblio la ricca città portuale degli Etruschi fondata in prossimità del delta del Po alla fine del sesto secolo a.C., sommersa per secoli dalle acque dolci e dal fango e perduta alla conoscenza diretta degli uomini. Solo le fonti antiche e i poeti (Boccaccio e Carducci, per fare qualche nome) ne conservarono memoria fino a cento anni fa. “L’impresa archeologica più importante nell’ambito dell’Italia settentrionale preromana”: così Nereo Alfieri, primo direttore del museo Archeologico di Ferrara, avrebbe chiosato quarant’anni dopo, nel 1960, l’epica vicenda degli scavi di Spina. Così, visto appunto il successo di pubblico, la mostra “Spina etrusca: un grande porto nel Mediterraneo” (vedi Ferrara. Al museo Archeologico nazionale aperta la mostra “Spina etrusca: un grande porto nel Mediterraneo”, culmine delle celebrazioni Spina100: racconta di una città costruita sull’acqua e votata alla navigazione per mare, potente centro dell’alto Adriatico in dialogo paritario con l’Atene di età classica | archeologiavocidalpassato), che rappresenta il culmine delle celebrazioni per il centenario della scoperta della città di Spina, vero spartiacque della archeologia etrusca, ad aprile 2023 era stata prorogata di quattro mesi, praticamente raddoppiando il tempo espositivo (Ferrara. Al museo Archeologico nazionale prorogata al 31 agosto la mostra “Spina etrusca. Un grande porto nel Mediterraneo”. Il direttore Trocchi: “Un successo oltre le aspettative”. Il direttore regionale Musei Cozzolino: “Un atto dovuto, nonostante il grosso sforzo amministrativo”. Aperta una nuova sezione sui sequestri da scavi illegali | archeologiavocidalpassato).

ferrara_archeologico_mostra-spina-etrusca-finissage_locandinaMa ora siamo giunti al finissage della mostra “Spina Etrusca. Un grande porto nel Mediterraneo”: e per il 31 agosto 2023, ultimo giorno di apertura, la direzione regionale Musei dell’Emilia Romagna e il museo Archeologico nazionale di Ferrara ha organizzato un pomeriggio-sera speciale. La giornata verrà scandita da due visite guidate gratuite, a cura dei servizi educativi del museo, rispettivamente alle 17.15 e alle 17.30, prenotabili telefonando al numero 0532 66299. Al termine delle visite guidate il direttore del Museo, Tiziano Trocchi, inviterà il pubblico ad un brindisi e ad assistere allo spettacolo di danza etrusca organizzato dall’ associazione storica Herentas.

Questo video della direzione regionale Musei dell’Emilia-Romagna svela il backstage della mostra “Spina Etrusca. Un grande porto nel Mediterraneo” allestita al museo Archeologico nazionale di Ferrara, attraverso le interviste del direttore del Museo, Tiziano Trocchi, e di Elisabetta Govi, docente dell’università di Bologna.

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Ceramiche esposte nella mostra “Spina etrusca: un grande porto del Mediterraneo” al museo Archeologico nazionale di Ferrara (foto drm-emilia-romagna)

“Il successo della mostra ha sorpassato le nostre aspettative”, aveva spiegato il direttore Tiziano Trocchi. “Per fornire alcune cifre di riferimento, nelle giornate di Pasqua e lunedì dell’Angelo gli ingressi al Museo sono aumentati del 51% e del 73% rispetto alle stesse giornate dell’anno scorso. Questo conferma non solo l’aspettato richiamo dell’iniziativa, ma anche e soprattutto il ruolo centrale di Palazzo Costabili come punto di aggregazione culturale della città di Ferrara, che intendiamo consolidare nei nostri futuri programmi”.  Soddisfatto anche il direttore regionale Musei Emilia-Romagna, Giorgio Cozzolino: “La proroga di più di quattro mesi ha richiesto uno sforzo amministrativo notevole, data l’eccezionalità e la quantità di prestiti, più di 250, e la varietà dei prestatori. Tuttavia è stato un atto dovuto, come omaggio alla grande accoglienza della città di Ferrara, che si conferma sito d’elezione per l’organizzazione di grandi mostre a livello nazionale ed internazionale”.