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Vercelli. Oltre Confine Onlus propone un tour on line tra le sale del museo Archeologico “Luigi Bruzza” (chiuso per emergenza sanitaria) su “Vercelli Romana, Vercelli città d’acqua” con l’archeologa Francesca Rebajoli

Il museo Archeologico della Città di Vercelli “Luigi Bruzza” (Mac) è chiuso per l’emergenza sanitaria. Ma giovedì 21 gennaio 2021 ci sarà un’eccezione: in collaborazione proprio col Mac, Oltre Confine Onlus promuove, alle 17.30, un Tour online su “Vercelli Romana, Vercelli città d’acqua”. L’approfondimento culturale sarà tenuto dall’archeologa Francesca Rebajoli, dei Servizi educativi del museo Archeologico vercellese e del museo Leone di Vercelli. La prenotazione è obbligatoria al link: https://forms.gle/GaNmFx9JTpcAKBFj8. Per informazioni: visiteguidate@vieniapavia.it / 3755709240. Contributo minimo di 7 euro tramite bonifico: IT58Z0306909606100000130301 – OLTRE CONFINE SCS ONLUS

L’allestimento, con supporti multimediali, del museo Archeologico della Città di Vercelli “Luigi Bruzza” (foto Mac – Oltre Confine)
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L’ingresso del museo Archeologico della Città di Vercelli “Luigi Bruzza” (foto Mac)

Il museo Archeologico Città di Vercelli, intitolato al padre barnabita Luigi Bruzza, illustre studioso che si dedicò alla storia e all’archeologia vercellese, è ubicato nella cosiddetta “manica medioevale” dell’ex monastero di S. Chiara, che si affaccia su un ampio piazzale che ne costituiva il chiostro. Il museo raccoglie una collezione archeologica che consta di oltre seicento reperti, rinvenuti durante le campagne di scavo effettuate in ambito cittadino negli ultimi 30-40 anni, ed illustra la storia dell’antica Vercellae secondo un percorso articolato in sette sale tematiche organizzate in ordine cronologico. Il Vercellese era caratterizzato anche nell’antichità da un’abbondante presenza di acque che sicuramente contribuirono alla crescita della città e alla definizione del territorio. Vercellae era, come tutte le città romane, dotata di grandi edifici pubblici tra i quali conosciamo le monumentali terme pubbliche che certo dovevano sfruttare la ricchezza di risorse idriche. Il municipio romano inoltre si inserisce in un territorio sicuramente strategico da un punto di vista delle vie di comunicazione, terrestri ma soprattutto fluviali. Il ritrovamento di strutture murarie imponenti pertinenti al porto-canale dell’antica città ha inoltre permesso di rileggere e interpretare al meglio le testimonianze emerse nel settore meridionale della città, che ad oggi si può ipotizzare fungesse da zona artigianale ospitando attività manifatturiere di varia natura. Il museo a causa dell’emergenza sanitaria in corso è attualmente chiuso ma è possibile rimanere aggiornati sulle attività proposte seguendo la pagina Facebook MAC-Museo Archeologico Città di Vercelli.

“Clastidium: cronache di vita quotidiana dall’oltretomba”: tour virtuale on line con il direttore del museo Archeologico di Casteggio alla scoperta della necropoli romana dell’Area Pleba di Casteggio, i cui reperti sono conservati al MAC

Valentina Dezza, direttore del civico museo Archeologico di Casteggio e dell’Oltrepò Pavese (MAC)

pavia_oltre-confine-onlus_logoCasteggio nasce in epoca romana in seguito allo scontro, citato da più fonti come la battaglia di Clastidium (marzo 222 a.C.), tra le truppe romane guidate dal console Marcello e i Galli stanziati sul territorio. Vinsero i Romani e fondarono Clastidium nella parte bassa, che corrisponde a effettiva Casteggio contemporanea. Giovedì 17 dicembre 2020, alle 17.30, Oltre Confine onlus proporrà una visita guidata virtuale col direttore stesso del museo Archeologico di Casteggio, Valentina Dezza, dal titolo “Clastidium: cronache di vita quotidiana dall’oltretomba”, alla scoperta della necropoli romana dell’Area Pleba di Casteggio, i cui reperti sono conservati nel civico museo Archeologico di Casteggio e dell’Oltrepò Pavese (MAC). L’attività si svolgerà online su Meet e consisterà in un percorso virtuale per immagini. La prenotazione è obbligatoria. Prenotazioni al link https://forms.gle/GaNmFx9JTpcAKBFj8. Per informazioni: visiteguidate@vieniapavia.it / 3755709240. Contributo minimo di 7 euro tramite bonifico: IT58Z0306909606100000130301 – OLTRE CONFINE SCS ONLUS. Iscrizione e pagamento, con invio della distinta, dovranno essere effettuati entro le 13 di mercoledì 16 dicembre 2020.

Scavo necropoli romana di Area Pleba di Casteggio: rinvenimento della tomba XXVIII, sepoltura in cassa di laterizi (foto Mac)
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Pendente miniaturistico, in pasta vitrea di colore blu, raffigurante un delfino, parte del corredo funebre della tomba XXIX della necropoli dell’Area Pleba di Casteggio, oggi al Mac (foto Mac)

La necropoli romana dell’Area Pleba rappresenta il più importante rinvenimento necropolare avvenuto negli ultimi decenni in Oltrepò. La scoperta fu casuale, avvenne nel 1987, in pieno centro cittadino (Casteggio, via Torino) grazie a uno scavo in corso per la costruzione dell’edificio che effettivamente ora insiste sul luogo. La ruspa scese di 4 metri sotto il livello stradale, e subito affiorarono i resti di alcune sepolture. I lavori vennero bloccati, la soprintendenza di competenza intraprese uno scavo archeologico che restituì al pubblico ben 33 sepolture di piena epoca imperiale (tra il II e il IV-V secolo d.C.). Le tombe rinvenute rivelano riti misti, inumazione e incinerazione, sepolture semplici in nuda terra, alternate a sepolture in  cassa di laterizi, ipogee, talvolta con rivestimento alla cappuccina.

anello sigillare in oro con iscrizione sinistrorsa VT(ere) F(e)L(ix), dalla tomba XII dall’Area Pleba di Casteggio, oggi al museo Archeologico di Casteggio (foto Mac)
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Calice in vetro con decorazioni applicate, restaurato., proveniente dalla tomba X della necropoli dell’Area Pleba di Casteggio, oggi al Mac (foto Mac)

I numerosi reperti esposti al  MAC provengono dai ricchi corredi funebri che integravano le sepolture. Ne segnaliamo qui alcuni esempi, che durante la visita guidata virtuale ovviamente saranno integrati da molti altri. Proponiamo un pendente miniaturistico, in pasta vitrea di colore blu, raffigurante un delfino, la cui iconografia si lega alla sfera funeraria. Il ciondolo, infatti, faceva parte del corredo funebre della tomba XXIX della Necropoli dell’Area Pleba (Casteggio), ed era originariamente posizionato al collo del defunto, un bambino di 6-18 mesi. Segnaliamo anche un calice in vetro con decorazioni applicate, restaurato., proveniente dalla tomba X. Si tratta di un oggetto molto importante perché secondo confronti proviene da area renana, e dunque testimonia i contatti commerciali con queste aree lontane dell’Impero (Clastidium aveva un buon tenore di vita). Infine si allega anche la foto di un anello sigillare in oro con iscrizione sinistrorsa VT(ere) F(e)L(ix), dalla tomba XII.

Il cortile interno della sede del civico museo Archeologico di Casteggio e dell’Oltrepò Pavese (foto Mac)

Storia del museo. Il civico museo Archeologico di Casteggio e dell’Oltrepò Pavese è nato nel 1974, per volontà di un gruppo di appassionati locali e dell’amministrazione comunale, dopo l’importante ritrovamento di due tombe romane in via Torino. Successive acquisizioni di materiale, in parte frutto di donazioni effettuate da privati, in gran parte risultato di scavi della soprintendenza Archeologica della Lombardia nel territorio oltrepadano, portarono l’amministrazione comunale ad un primo ampliamento degli spazi espositivi nel 1988. Il museo attuale è frutto di un ulteriore ampliamento, reso possibile dal completamento del restauro del Palazzo Certosa nel 1999. Grazie a una nuova convenzione stipulata tra Comune di Casteggio e soprintendenza Archeologica della Lombardia, è stato possibile acquisire il materiale proveniente dagli scavi più recenti effettuati nell’Oltrepò Pavese. Il museo, inoltre, è in costante aggiornamento, e negli ultimi anni ha visto arricchirsi il percorso espositivo di due nuove vetrine (2012: i bronzi rinvenuti in via Anselmi, a Casteggio; 2019: gli splendidi vetri rinvenuti in vicolo Oratorio, a Stradella) Il museo è costituito da quattro sezioni. La geologia e la paleontologia: la prima sezione raccoglie le testimonianze delle forme di vita, sia marine che terrestri, che hanno preceduto l’arrivo dell’uomo in Oltrepò, pervenuteci attraverso resti fossili di animali e vegetali. La preistoria e la protostoria: dal Neolitico (IV millennio a.C.), con la capanna di Cecima, fino all’arrivo dei popoli celtici (II secolo a.C.), passando per l’età del Rame, del Bronzo e del Ferro, la sezione ospita i reperti (vasi in ceramica, strumenti in pietra, oggetti in bronzo, tra cui si evidenzia una rara testina di epoca celtica) che documentano i primi insediamenti umani in Oltrepò Pavese.

La sala della sezione romana del civico museo archeologico di Casteggio e dell’Oltrepò Pavese (foto Mac)

L’età romana, il Medioevo e il Barocco: in questa sezione, assai ricca di manufatti, sono esposti reperti che attestano l’arrivo dei Romani nel III secolo a.C. in Oltrepò. Numerosi, in particolare, i corredi funerari provenienti dallo scavo della necropoli dell’Area Pleba, riportata alla luce nel 1987 in via Torino a Casteggio. Particolarmente significativi alcuni oggetti in vetro, tra i quali spiccano un calice di produzione renana, un pregiato vassoio realizzato a stampo e un bellissimo specchietto in vetro e stagno. Degni di menzione sono anche diversi reperti in bronzo e in ceramica, come le statuette che rappresentano Mercurio e Giove, o la patera in terra sigillata dotata di bollo in planta pedis. Ad arricchire il range cronologico del percorso museale, negli ultimi anni si sono aggiunte la vetrina longobarda, che ospita un interessante cofanetto in osso decorato e la vetrina contenente pregiati vetri rinvenuti a Stradella, i più recenti dei quali sono ascrivibili all’età Barocca. Le collezioni: questa sezione ospita materiali donati da privati cittadini al comune di Casteggio. Si tratta di oggetti antichi che provengono in parte dall’Oltrepò Pavese e in parte dall’Italia centrale e meridionale (tra i quali un bucchero etrusco e una brocca daunia). Recentemente, è stata inaugurata una interessante nuova sala che ospita circa 900 uova (di vario materiale, forma e dimensione), provenienti da tutto il mondo, donate da Franco de’ Paoli in ricordo della moglie Vanda Maniscalco.

Pavia. Con la coop Oltre Confine tour virtuale in più puntate alla riscoperta della Pavia Romana, la Ticinum fondata nell’89 a.C. Seconda parte: “Da Augusto ad Aureliano”. L’approfondimento su Zoom con iscrizione obbligatoria

Con la coop Oltre Confine tour virtuale on line alla scoperta di Ticinum, la Pavia Romana

Tour “Zoom su Pavia romana in digitale (parte 2). Da Augusto ad Aureliano”. Dopo il grande successo di sabato 21 novembre 2020, con la prima puntata di Pavia Romana, con quasi 50 collegamenti, per un totale di circa 70 persone fruitrici (vedi Pavia. Con la coop Oltre Confine tour virtuale in più puntate alla riscoperta della Pavia Romana, la Ticinum fondata nell’89 a.C. L’approfondimento su Zoom con iscrizione obbligatoria | archeologiavocidalpassato), la Cooperativa Oltre Confine Onlus propone per sabato 5 dicembre 2020, alle 17.15, un nuovo approfondimento culturale online tramite piattaforma Zoom. “Pavia romana (parte 2). Da Augusto ad Aureliano” è un “viaggio” alla riscoperta, in più puntate, di una Pavia a tratti impercettibile, ma reale: Ticinum (il nome delle città in epoca romana), accompagnati dall’archeologo Simone Ardizzi. L’evento, in streaming, della durata di 1 ora circa, consentirà di reinterpretare Pavia e la sua storia bimillenaria sotto una nuove luce, focalizzando l’attenzione dei partecipanti sulle “tracce” che ancora permangono in città della memoria romana, dopo più di 2000 anni. La prenotazione è obbligatoria. Prenotazioni al link: https://forms.gle/GaNmFx9JTpcAKBFj8. Per informazioni: visiteguidate@vieniapavia.it / 3755709240. Contributo minimo di 7 euro tramite bonifico: IT58Z0306909606100000130301 – OLTRE CONFINE SCS ONLUS. Ai fini dell’erogazione di regolare ricevuta fiscale, all’atto della prenotazione, si domanda gentilmente di segnalare: Nome, Cognome, CF e indirizzo di residenza della persona a cui intestare la ricevuta.

La cripta della chiesa di San Giovanni Domnarum a Pavia (foto Oltre Confine)
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Dettaglio delle suspensurae reimpiegate nella cripta di San Giovanni Domnarum (foto Oltre Confine)

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Un capitello romano reimpiegato nella cripta di San Giovanni Domnarum (foto Oltre Confine)

Con la seconda puntata riprenderà la trattazione delle antiche infrastrutture della Pavia romana. Si parlerà, ad esempio, della cripta della chiesa di S. Giovanni Domnarum. Per quanto la chiesa oggi si presenti nelle sue forme seicentesche e la cripta sia il risultato di una serie di adattamenti succeditisi fino alla fase romanica nel Medioevo, proprio quest’ultima conserva al suo interno un’alta concentrazione di materiali di reimpiego d’età romana. Sappiamo infatti che la chiesa in questione venne fondata nel VII sec. d.C. da Gundiperga in età longobarda. L’edificio fu più volte nei secoli successivi rimaneggiato fino al sua aspetto attuale. Ciò che interessa in questo momento è che Gundipega fece costruire il proprio complesso ecclesiastico su un impianto termale romano. A questa conclusione sono giunti gli studiosi nel momento in cui, con la riscoperta della cripta a inizio 900, fu evidente la presenza di numerosissime “suspensurae” reimpiegate nell’architettura della cripta. Ovvero di pilastrini in laterizio, aventi forma circolare, utilizzati solitamente in epoca romana per sorreggere il pavimento di edifici riscaldati a ipocausto (ossia veniva fatta circolare aria calda nell’intercapedine sottopavimentale). All’interno della cripta, inoltre, sono ben visibili anche i materiali romani di reimpiego che costituiscono i quattro sostegni centrali dell’ambiente ipogeo: parliamo di capitelli, pilastri e basi di colonna.

Foglio 78v del codice 326 conservato nella biblioteca di Einsiedeln (Svizzera) dove è citata la Porta Papia (foto Oltre Confine)

Nel corso della seconda punta si avrà modo di parlare anche del legame che univa la città alla famiglia imperiale augustea. Un prezioso manoscritto del IX sec d.C. (codex einsidlensis 326), nel quale si parla dell’itinerario di un anonimo pellegrino in Italia, ci informa infatti dell’esistenza a Pavia di un’imponente porta urbica monumentale (quella orientale, in corrispondenza all’incirca di piazza Municipio). Questo arco-porta sarebbe stato adornato da un’iscrizione latina recante i nomi di dieci membri della famiglia imperiale, tra cui Augusto, e da un gruppo scultoreo immortalante gli stessi. Sappiamo infatti di un soggiorno dell’imperatore Augusto, di sua moglie Livia e del figlio di lei, Tiberio, a Pavia nel 9 a.C. Fu proprio in quell’occasione che i tre appresero del grave ferimento di Druso nel corso di una campagna militare in Germania (figlio di Livia e fratello di Tiberio). Tiberio, sappiamo dalle fonti, riuscì a percorrere ben 200 miglia a cavallo in un solo giorno e una notte, coprendo il tratto Ticinum-Germania. Fece giusto in tempo a vedere suo fratello Druso, prima che questi esalasse il suo ultimo respiro. Tiberio guidò il corteo funebre dalla Germania verso Ticinum, dove si ricongiunse con Augusto e Livia. Da qui, il corteo proseguì a sud verso Roma. E’ dunque probabile che la città di Ticinum, in segno di riconoscenza del passaggio della famiglia imperiale, abbia voluto omaggiarne i membri, già agli inizi del I sec. d.C., con la monumentalizzazione della porta orientale, porta anche ben visibile in età altomedievale.

Frammento di architrave in marmo di Carrara, conservato nel cortile di Lettere del Palazzo Centrale dell’università di Pavia, con dedica all’imperatore Tiberio (foto Oltre Confine)
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Multiplo di un aureo del 313 d.C. conservato al Cabinet des Medailles della Biblioteca Nazionale di Parigi (foto Oltre Confine)

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Antoniniano del 274-5 d.C. conservato ai musei civici di Pavia (foto Oltre Confine)

A questo proposito, non si può non menzionare un frammento di architrave in marmo di Carrara, conservato nel cortile di Lettere del Palazzo Centrale dell’Università di Pavia, con dedica all’imperatore Tiberio, che nel 14 d.C. successe ad Augusto. Questo frammento testimonierebbe, dunque, l’esistenza a Ticinum di un altro importante edificio eretto per omaggiare il potere imperiale, in questo caso specifico la singola figura di Tiberio. Nel seconda puntata si parlerà anche della Zecca di stato aperta da Aureliano a Ticinum del 274 d.C., all’indomani della grande riforma monetaria di cui l’imperatore si fece promotore. Ticinum coniò monete in oro, argento e bronzo sino a circa al 326-7 d.C., quando il personale della zecca venne trasferito a Costantinopoli.

Pavia. Con la coop Oltre Confine tour virtuale in più puntate alla riscoperta della Pavia Romana, la Ticinum fondata nell’89 a.C. L’approfondimento su Zoom con iscrizione obbligatoria

Con la coop Oltre Confine tour virtuale on line alla scoperta di Ticinum, la Pavia Romana

È possibile conoscere Pavia romana in tempi di Covid-19? Ci prova la Cooperativa Oltre Confine Onlus con un approfondimento culturale online tramite piattaforma Zoom. Un “viaggio” alla riscoperta, in più puntate, di una Pavia a tratti impercettibile, Ma reale: Ticinum (il nome della città in epoca romana). Sarà l’occasione per iniziare a riscoprire la storia di una città antica, fondata dai Romani nel lontano 89 a.C. Si inizia sabato 21 novembre 2020, alle 15, con “Pavia romana (parte prima). La prenotazione è obbligatoria.  Informazioni e Prenotazioni: visiteguidate@vieniapavia.it / 3755709240. Contributo a offerta libera tramite bonifico Oltre Confine S.C.S Onlus – via Traversi 13 –27039 Sannazzaro dé Burgondi (PV) – C.F.-P.IVA.02457720189 N. Iscr. Albo Nazionale Cooperative Sociali A226402 – N. Iscr. Albo Regionali Cooperative Sociali sez. B n.907 Tel. 0382/995461 Fax. 0382/901277 – mail@vieniapavia.it Ai fini dell’erogazione di regolare ricevuta fiscale, all’atto della prenotazione, vanno segnalati: Nome, Cognome, CF e indirizzo di residenza della persona a cui intestare la ricevuta.

Tracce del ponte romano accanto al famoso Ponte coperto o Ponte vecchio di Pavia sul fiume Ticino (foto Oltre Confine)

L’approfondimento sarà tenuto dall’archeologo Simone Ardizzi che mostrerà un ricco repertorio iconografico. L’iniziativa, che si svolgerà in streaming e avrà una durata di 1 ora circa, consentirà di reinterpretare Pavia e la sua storia bimillenaria sotto una nuova luce, focalizzando l’attenzione dei partecipanti sulle “tracce” che ancora permangono in città della memoria romana, dopo più di duemila anni. Ebbene sì, Pavia venne fondata proprio dai Romani nel I sec. a.C. con il nome di Ticinum. Fu la città a prendere il nome dal fiume Ticinus, e non viceversa, a conferma dell’importanza strategica che le vie fluviali ricoprivano in epoca antica. Ticinum venne infatti edificata non in una località qualsiasi del Nord Italia, ma su un deposito alluvionale e a pochi chilometri di distanza dalla confluenza del Ticino nel Po. Ticinum era così collegata ai grandi centri abitati dell’area padana sorti lungo il Po e i suoi numerosi affluenti. Questo primo appuntamento sarà dunque incentrato su una contestualizzazione territoriale di Pavia romana e sul suo centro abitato, parlando dell’impianto urbanistico originario, delle sue strade, delle fognature romane, del foro e del ponte vecchio. Di altri monumenti e aspetti specifici della città romana si parlerà nelle puntate successive. L’idea di “spazzare” in più puntate la trattazione di Pavia romana nasce proprio dalla volontà di offrire un ampio spaccato di Ticinum, per nulla compresso.

“Parole dimenticate nella pietra”: tour guidato tra il lapidario del Castello Visconteo e la sezione archeologica dei musei civici di Pavia alla scoperta delle antiche memorie di Pavia d’età romana e altomedievale (ostrogota e longobarda)

La colonna miliaria del 327-328 d.C., con dedica all’imperatore Costantino conservata nel Lapidario del Castello Visconteo di Pavia (foto musei civici di Pavia)

“Parole dimenticate nella pietra”: è il titolo del tour guidato a Pavia promosso da Oltre Confine Onlus che consentirà di ricostruire la storia delle antiche memorie di Pavia d’età romana e altomedievale (ostrogota e longobarda), attraverso la lettura e la comprensione di epigrafi conservate presso i porticati del lapidario del Castello Visconteo e nelle sale della sezione archeologica dei Musei Civici di Pavia. Il tour sarà condotto dall’archeologo Simone Ardizzi, avrà una durata di 1 ora e mezza e verrà svolto in assoluta sicurezza, in ottemperanza alle normative regionali e nazionali. L’idea nasce dalla volontà di valorizzare appieno una tipologia di reperti solitamente “trascurata” dai visitatori di un Museo, in modo particolare per l’aspetto, spesso, assai poco accattivante da un punto di vista estetico e, soprattutto, per l’evidente difficoltà nel comprendere lingue e sistemi di scrittura del mondo antico. Il focus della visita sarà: “lasciare che siano gli antichi a raccontarsi in prima persona”. L’obiettivo sarà infatti di cogliere, attraverso frammenti, lastre e lapidi, usi, costumi a tradizioni della civiltà romana e del popolo ostrogoto e longobardo. RITROVO: presso la biglietteria dei Musei Civici di Pavia, all’interno del Castello Visconteo, 15 minuti prima dell’inizio della visita. COSTO: 7 euro a persona per la visita guidata + 5 euro per il biglietto d’ingresso ai Musei Civici di Pavia. La prenotazione è obbligatoria. INFO e PRENOTAZIONI: visiteguidate@vieniapavia.it / 375 570 9240. Massimo 15 partecipanti.

Iscrizione funeraria longobarda della regina Ragintruda conservata nel museo archeologico di Pavia (foto musei civici di Pavia)

La visita prenderà in esame, inizialmente, alcuni reperti epigrafici del lapidario sotto il porticato del Castello Visconteo, tra cui, ad esempio, un’importantissima colonna miliaria del 327-328 d.C., con dedica all’imperatore Costantino, a testimonianza della rilevanza di Pavia negli itinerari dell’Italia settentrionale. Un altro interessante reperto di cui si parlerà sarà un piccolo altare votivo del II sec. d.C., realizzato in onore di Giove con l’appellativo di Agganaicus. La visita, successivamente, proseguirà all’interno della sezione archeologica dei Musei Civici di Pavia per riscoprire altre preziose testimonianze di Ticinum (Pavia romana), quale ad esempio una base di statua con iscrizione del senatore T. Didius Priscus, su cui si apprende della sua folgorante carriera (cursus honorum) e del titolo di “patrono” del municipium di Ticinum. Altri saranno gli argomenti trattati via via nel corso di questa passeggiata, quali l’avvento del Cristianesimo in Occidente e l’arrivo a Pavia dei primi popoli “barbari” dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente. Il riferimento non può che andare agli Ostrogoti e ai Longobardi, che di Pavia avrebbero fatto la propria capitale. Non stupisce dunque che la sezione archeologica sia ricca di iscrizioni recanti nomi di illustri sovrani e di importanti membri dell’aristocrazia dell’Italia del tempo. Citiamo, a solo titolo esemplificativo, un’iscrizione recante il nome del re ostrogoto Atalarico, che si rese protagonista della risistemazione dell’anfiteatro romano di Pavia, e una serie di iscrizioni funerarie longobarde, tra cui quelle dei sovrani Cunigperto e Anspranso e della regina Ragintruda.

Pavia. “QUO VADIS? Riscoprendo Ticinum”: tour guidato in sicurezza con archeologa alla riscoperta della Pavia Romana proposto dalla coop Oltre Confine

La locandina del tour guidato a Pavia “QUO VADIS? Riscoprendo Ticinum”

Valentina Dezza, direttrice del civico museo Archeologico di Casteggio e dell’Oltrepò Pavese

“QUO VADIS? Riscoprendo Ticinum” è il tour che la Cooperativa Oltre Confine Onlus propone sabato 13 giugno 2020 nell’ambito dell’iniziativa “10.000 passi nella storia”: una visita guidata alla riscoperta dell’antica Ticinum, ovvero di Pavia Romana. Il tour avrà una durata di un’ora e mezzo e si svolgerà in assoluta sicurezza rispettando le disposizioni di Regione Lombardia. La visita sarà condotta dall’archeologa Valentina Dezza, direttrice del civico museo Archeologico di Casteggio e dell’Oltrepò Pavese. L’appuntamento è per sabato 13 giugno 2020, alle 17.30. La visita verrà svolta solo per 10 partecipanti massimo, quindi sarà necessaria la prenotazione. Il costo è di 7 euro a persona Ritrovo: in prossimità dei resti di Ponte Vecchio (lato centro storico). Norme di sicurezza per lo svolgimento dell’attività (secondo le disposizione di Regione Lombardia): ogni visita avrà massimo 10 partecipanti + la guida; è obbligatorio l’uso della mascherina per tutta la durata della visita; i partecipanti dovranno mantenere un distanziamento interpersonale di almeno 1 metro; ricorso all’igiene delle mani. Per informazioni e prenotazioni: visiteguidate@vieniapavia.it / 3755709240.

Il Ponte coperto sul Ticino, uno dei simboli di Pavia (foto Oltre Confine)

Il tour consentirà di reinterpretare Pavia e la sua storia bimillenaria sotto una nuove luce, focalizzando l’attenzione dei visitatori sulle “tracce” che ancora permangono in città della memoria romana, dopo più di 2000 anni. Pavia venne fondata proprio dai Romani nel lontano I sec. a.C. con il nome di Ticinum. Fu la città a prendere il nome dal fiume Ticinus, e non viceversa, a conferma dell’importanza strategica che le vie fluviali avevano in epoca antica.

Resti delle pile del ponte romano sul Ticino (foto Oltre Confine)

Resti delle pile del ponte romano sul Ticino (foto Oltre Confine)

Ticinum infatti venne edificata non in una località qualsiasi del Nord Italia, ma su un deposito alluvionale – ragion per cui oggi nel centro cittadino percorriamo a volte strade in salita e a volte in discesa – e a pochi chilometri di distanza dalla confluenza del Ticino nel Po. Ticinum era così collegata ai grandi centri abitati dell’area padana sorti lungo il Po e i suoi numerosi affluenti. Dunque il tour non può che partire dai resti del Ponte Vecchio, a consolidare per l’appunto questo in dissolubile legame esistente tra la città e il suo fiume. Anche perché ancora oggi, nei periodi di secca, è possibile scorgere dalle acque i piloni in pietra di Ponte Vecchio, che non sono altro che i piloni dell’antico ponte romano. Pavia aveva un ponte monumentale sin dalle sue origini.

Il muto dell’accia sul collo: statua romana conservata ai musei civici di Pavia (foto musei civici Pavia)

La visita proseguirà invitando i visitatori ad “assaporare” la perfezione geometrica “a scacchiera” della planimetria urbanistica del centro storico, altro grande lascito dei Romani. È sorprendente come le vie del centro ricalchino il tracciato di quelle romane. Strada Nuova e corso Cavour-viale Mazzini, ad esempio, si sovrappongono ai cardo e decumano romani – le vie più importanti di una qualsiasi città romana -, che tagliavano rispettivamente da Nord a Sud e da Est a Ovest l’insediamento. Il tour prenderà in esame anche la localizzazione dell’antico foro romano, dell’anfiteatro e delle terme di Ticinum. Grande attenzione verrà dedicata anche a una celebre statua romana, ora esposta ai Musei Civici: il muto dall’accia al collo.

La base della Torre civica di Pavia dimostra il reimpiego di materiale romano in epoca medievale (foto Oltre Confine)

Infine, si parlerà della tecnica del “reimpiego”, ovvero di quella consuetudine in età medievale di recuperare materiali edilizi dagli antichi edifici romani per la costruzione di nuove strutture. È Il caso, ad esempio, dei blocchi in pietra che compongono il basamento della nostra Torre Civica. Vi siete mai chiesto da dove provengano e per quale ragione abbiano forma, grandezza e colore così differenti?